BOL ZANO | BOZEN TRENTO | TRIENT
PROGRAMM.A OPER.A 2017/ 18
Ettore Majorana Roberto Vetrano
Sab | Sa 20.01.2018 _ ore 20.00 Uhr Dom | Do 21.01.2018 _ ore 17.00 Uhr TRENTO | TRIENT _ TEATRO SOCIALE
OPER.A 20.21 Programm.a Oper.a 2017/18 Direzione Artistica | Künstlerische Leitung Matthias Lošek Ente organizzatore | Veranstalter Fondazione Haydn di Bolzano e Trento Stiftung Haydn von Bozen und Trient Via Gilm | Gilmstraße 1/A www.haydn.it _ info@haydn.it _ + 39 0471 975031
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BOL ZANO | BOZEN TRENTO | TRIENT
PROGRAMM.A OPER.A 2017/ 18
Sab | Sa 20.01.2018 _ ore 20.00 Uhr Dom | Do 21.01.2018 _ ore 17.00 Uhr TRENTO | TRIENT _ TEATRO SOCIALE
Ettore Majorana Roberto Vetrano
Direzione musicale Musikalische Leitung Jacopo Rivani
Regia Regie Stefano Simone Pintor
Durata | Dauer 90‘ _ senza intervallo | ohne Pause In italiano con sopratitoli in tedesco e italiano In italienischer Sprache mit deutschen und italienischen Übertiteln
Roberto Vetrano
Ettore Majorana Libretto Stefano Simone Pintor Editore | Herausgeber Casa Ricordi, Milano Prima rappresentazione | Uraufführung 28.09.2017 _ Teatro Sociale, Como Interpreti | Besetzung
Direzione musicale | Musikalische Leitung Jacopo Rivani Regia | Regie Stefano Simone Pintor Scene e costumi | Bühne und Kostüme Gregorio Zurla Luci | Licht Fiammetta Baldiserri Video Design Studio Antimateria
Ettore Majorana Lucas Moreira Cardoso Insieme di personaggi α, detto delle “interazioni deboli” | Personengruppe α, auch der „schwachen Welchselwirkungen“ genannt Il barbone | Der Bettler Roberto Capaldo La cantante | Die Sängerin Alessandra Masini nelle vesti de: la Cantante indi una Madre | in der Rolle der Sängerin und dann einer Mutter
Coro | Chor OperaLombardia Maestro del coro | Choreinstudierung Diego Maccagnola
Insieme di personaggi β, detto delle “interazioni forti” | Personengruppe β, auch der „starken Welchselwirkungen“ genannt Dio | Gott Pietro Toscano nelle vesti de: il Generale, il Frate e, infine, Dio stesso | in der Rolle des Generals, des Paters und schließlich von Gott selbst La Fisica | Die Physik Federica Livi, Tiberia Monica Naghi nelle vesti de: la Studentessa, la Matriarca e, infine, la Fisica stessa | in der Rolle der Studentin, der Matriarchin und schließlich der Physik selbst
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento Haydn Orchester von Bozen und Trient Coproduzione | Koproduktion Teatri di OperaLombardia, Fondazione Haydn Stiftung Allestimento in coproduzione | Ausstattung in Koproduktion Teatri di OperaLombardia, Theater Magdeburg, Palau de les Arts Reina Sofia Valencia
Insieme di personaggi γ, detto delle “interazioni oscure” | Personengruppe γ, auch der „dunklen Welchselwirkungen“ genannt L’Antimajorana | Das Antimajorana Ugo Tarquini nelle vesti de: il Comandante, il Fisico, il Fratello e, infine, l’Antimajorana stesso | in der Rolle des Kapitäns, des Physikers, des Bruders und schließlich des Antimajorana selbst La particella ombra | Das Schattenteilchen Davide Paciolla nelle vesti de: Ettore Majorana | in der Rolle von: Ettore Majorana 4
© Alessia Santambrogio | Ettore Majorana
Figuranti | Statisterie Marco de Meo, Luca Di Martino, Tommaso Pagliarani, Edoardo Rivoira
Capo elettricista | Beleuchtungsmeister Giovanni D’Apolito Elettricisti | Beleuchtung Roberto Crose
Assistente alla regia | Regieassistenz Maria Concetta Gravagno Direttrice di scena | Inspizienz Agnese Cesari Maestro collaboratore di sala e palcoscenico | Studienleitung Giorgio Martano Maestro collaboratore | Korrepetition Michelangelo Rossi Maestra alle luci e ai video | Beleuchtungsund Videoinspizienz Giulia Paniccia Maestro ai sovratitoli | Übertitel Alberto Maggiolo Maestro all’elettronica | Elektronikrepetitor Antonio Bonazzo Editing & Sound Design Cesare Saldicco
Squadra tecnica | Technisches Team Centro Servizi Culturali Santa Chiara Tecnico aggiunto | Zusatztechniker Emanuele Cavazzana Scene | Bühnenbild Laboratorio Scenografico Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi Attrezzeria, costumi, calzature | Requisite, Schneiderei, Schuhe Cantieri del Teatro, Como Maschere | Masken Michele Guaschino, Torino Videoproiettori | Videotechnik Service 2 Service S.r.l., Pesaro Illuminotecnica | Beleuchtungstechnik Coduri de’ Cartosio, Como Trasporti | Transporte Leccese, Rezzato (BS)
Responsabile attrezzeria | Requisitenleitung Federica Bianchini Responsabile sartoria | Köstumleitung Ginevra Danielli Vestitrice | Ankleiderin Elisabetta Starita Responsabile trucco e parrucche | Chefmaskenbildnerin Chiara Radice Truccatrici e parrucchiere | Maske Chiara Castellini, Laura Francesca Scandroglio
Servizi organizzativi e amministrativi | Organisation und Verwaltung Fondazione Haydn di Bolzano e Trento Stiftung Haydn von Bozen und Trient
Capo macchinista | Bühnenmeister Luigi Podo Macchinisti | Bühnentechnik Leandro Bruno, Sergio Guerrieri 5
Il caso Majorana
di Gianluigi Mattietti
© Alessia Santambrogio
aver lavorato a Lipsia e a Copenaghen, nel 1937 aveva accettato la cattedra di Fisica teorica all’Università di Napoli. Dopo la sua scomparsa, iniziarono subito le ricerche, sollecitate anche da Giovanni Gentile, da Enrico Fermi, da Mussolini, che ricevette una supplica dalla madre dello scienziato. Ma il suo corpo non fu mai ritrovato. Iniziarono allora a moltiplicarsi le ipotesi, nacque un vero e proprio “caso Majorana”: forse il giovane scienziato si suicidò gettandosi in mare, forse fu assassinato, vittima dei servizi segreti o di una congiura di fisici (ipotesi di Umberto Bartocci), forse visse come barbone, forse si ritirò in un convento (ipotesi di Leonardo Sciascia), forse fuggì segretamente in Germania per lavorare al soldo dei nazisti (ipotesi di Federico Di Trocchio). Dopo una lunga indagine, la procura di Roma ha chiuso il caso, stabilendo che Majorana si trasferì a vivere in Sud America, sulla base di una foto scattata in Venezuela nel 1955.
“Ettore Majorana, ordinario di Fisica all’Università di Napoli, è misteriosamente scomparso. Di anni 31, metri 1,70, snello, capelli neri, occhi scuri, una lunga cicatrice sul dorso di una mano. Chi ne sapesse qualcosa è pregato di scrivere”.
Il maggior contributo alla scienza di Ettore Majorana è rappresentato dai suoi studi sulle particelle elementari (per primo avanzò l’ipotesi dell’interazione tra protoni e neutroni), sull’antimateria, sulla meccanica quantistica. E la sua “equazione a infinite componenti”, che è la base teorica dei sistemi quantistici aperti, mostra una sorprendente coincidenza con la vasta casistica di congetture sulla sua scomparsa. Questa formula dimostra come una stessa particella possa avere contemporaneamente due o più stati, possa contemporaneamente muoversi avanti e indietro nello spazio e nel tempo.
L
a Domenica del Corriere scriveva così dopo che il fisico italiano, imbarcatosi la notte del 26 marzo 1938 su un traghetto da Palermo per Napoli, si era dileguato nel nulla. Nato a Catania nel 1906, nipote di un fisico insigne, enfant prodige della matematica, Ettore Majorana si era laureato all’Università di Roma nel 1929 con una tesi di fisica quantistica. Aveva lavorato presso l’Istituto di Fisica con un gruppo di giovani fisici, passati alla storia come “i ragazzi di via Panisperna”, coordinati da Enrico Fermi (che considerava Majorana «un genio paragonabile solo a Galileo o Newton»). Dopo 6
Il libretto di Pintor S
econdo la fisica quantistica, diversi stati, a volte tra loro opposti, possono coesistere e relazionarsi all’interno di uno stesso sistema fisico. Da un’idea analoga sono partiti Stefano Simone Pintor e Roberto Vetrano per l’opera su Ettore Majorana, costruendo una drammaturgia capace di contemplare le diverse ipotesi sulla sua scomparsa, tutte plausibili e valide contemporaneamente. Pintor si è recentemente affermato come librettista, con il progetto dell’opera The banker (virtuale, seriale, on-line) e dopo aver vinto tre concorsi in un anno: oltre a Opera Oggi indetto da OperaLombardia per Ettore Majorana, ha scritto anche i libretti per On-Off di Sara Caneva e She di Maria Kallionpää, per il progetto “Fabbrica” dell’Opera di Roma, e il libretto del Flauto tragico di Vetrano, per la Biennale di Venezia. Ora è impegnato nella stesura del suo quinto libretto, per un’opera-pastiche sulle Liaisons dangereuses di de Laclos, con musiche di Vivaldi e Vanni Moretto, che andrà in scena in Olanda nel 2019.
“Ci siamo sempre confrontati. Siamo amici, non ci sono filtri tra di noi. Abbiamo deciso insieme la struttura dell’opera, ma anche i ruoli vocali, il modo di usare il coro. La prima cosa che abbiamo fatto è stata una timeline, stabilendo le scene, la loro durata, i momenti di tensione e i climax“. L’obiettivo era quello di creare un’opera dove il contenuto potesse aderire completamente alla forma, narrando dunque la vicenda in maniera non lineare, ma con una struttura circolare, muovendosi in avanti e indietro nel tempo, e tra diverse realtà parallele, cercando di mettere in scena le diverse ipotesi della scomparsa. Un concetto chiave della drammaturgia di quest’opera è per Pintor quello di “serialità”, modello che esiste da sempre in natura, che viene usato nelle moderne tecnologie, e che si nota nella struttura frattale di ciascuna scena del libretto: “Tutta l’opera ha una sua macrociclicità, perché è concepita come una sorta di torre verticale, una struttura ispirata al mondo matematico, con più variabili di uno stesso avvenimento, declinato in tutte le sue ipotetiche versioni“.
Partendo dal libro di Sciascia, La scomparsa di Majorana, Pintor ha studiato la vasta letteratura sul caso Majorana, e con il tutoraggio di Erasmo Recami, massimo biografo di Majorana, ha iniziato a scrivere il libretto in stretto contatto con il compositore:
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La regia D
ell’opera Ettore Majorana, Stefano Simone Pintor ha curato anche la regia:
Intorno al concetto di “realtà aumentata”, Pintor ha sviluppato molte delle idee registiche per quest’opera, facendo ricorso a moderne tecnologie video:
“Il fatto di essere regista e librettista è per me una cosa del tutto naturale. Il libretto si è sviluppato di pari passo con la progettazione dell’opera, tenendo conto simultaneamente della musica e della messinscena. La gestazione dell’intera opera è avvenuta infatti come un processo unitario, perché allo stesso tempo il compositore influenzava la regia, la regia influenzava il libretto, il libretto influenzava la musica. E nel libretto ho messo nero su bianco la drammaturgia di azioni, percorsi, personaggi“.
“Ho usato delle videoproiezioni e soprattutto la tecnologia del video mapping, che non lavora solo frontalmente sul palcoscenico, ma anche intorno al pubblico, proiettando immagini proprio sui palchi. In questo modo fa apparire il teatro come l’architettura interna di una nave, con i suoi ponti e le sue cabine, e poi lo trasforma in una sorta di planetarium, dove scorrono, formule, pensieri, nebulose. Per ogni teatro dove va in scena l’opera è ovviamente necessaria una nuova mappatura software, per ridisegnarne la struttura interna. Per il resto, lo spazio scenico è molto semplice, astratto, una specie di poliedro con varie sfaccettature, che può rappresentare molti luoghi, con una passerella aggettante verso la platea. Ho cercato di avvicinarmi all’idea di teatro totale, di creare uno spettacolo “majoranacentrico”, dove tutto ruoti intorno al protagonista, compresa l’orchestra e lo stesso pubblico, che quando entra in sala deve avere l’impressione di salire su una nave. Per compiere un viaggio, in una realtà aumentata“.
Un concetto chiave nel teatro di Pintor è la “realtà aumentata”: “Oggi viviamo in tre realtà differenti. La realtà fisica, tangibile, dell’ambiente che ci circonda è aumentata, completata da altre due realtà, che arricchiscono la nostra percezione sensoriale: quella dei nostri pensieri, dell’inconscio, dei sogni (al centro di molte opere novecentesche); e la realtà virtuale, perché viviamo tutti i giorni con un avatar in tasca, un nostro “profilo” che è come una maschera che destiniamo a una vita parallela, dove però rappresentiamo solo quello che vogliamo. Queste realtà sono collegate, si richiamano l’una con l’altra. Nell’opera la moltiplicazione delle ipotesi sulla fine di Majorana sono un esempio di realtà aumentata. In quest’opera tutto aumenta, si moltiplica, come in un grande crescendo“.
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La musica di Vetrano M
usicalmente l’opera si può dividere in due parti. Le prime cinque scene descrivono lo straniante viaggio in nave di Majorana, come una sorta di grande incubo, che lo porta al suicidio. Queste cinque scene sono accomunate dall’uso di materiali ricorrenti, elementi “pivot”, che permettono all’ascoltatore di non perdersi nei labirinti di questa complessa drammaturgia. Due in particolare si colgono con grande evidenza: la sirena della nave, una fascia armonica di tuba, fiati gravi, percussioni, arpa e pianoforte, che compare, con varie distorsioni, nelle scene 1, 2 e 4. Il secondo elemento pivot è la “Ballata dei trenta giorni” interpretata dalla cantante sulla nave, che combina i versi di un’antica canzone di emigranti «Trenta giorni di nave a vapore» con una melodia orecchiabile, intonata nelle prime due scene, e poi ripresa nella scena 5 con un carattere misterioso, onirico (come tutta la scena, che sembra un’allucinazione di Majorana), e con un significativo cambiamento del testo:
il testo della preghiera prosciugato dalle vocali), e poi sfocia nel teorema di Majorana, recitato dal coro sulle trame secche, pulsanti e percussive dell’orchestra («come un’enorme macchina da scrivere impazzita»). Nella scena 7 al protagonista (baritono) si affianca un alter ego, il suo negativo, l’Antimajorana (tenore), con figurazioni speculari, basate su scale cromatiche ascendenti contrapposte a quelle discendenti. Introdotta dal suono della sirena, la scena 8 è una sorta di rimontaggio delle scene iniziali dell’opera: qui i materiali musicali si sovrappongono e, come in un’equazione a infinite componenti, si sovrappongono anche le azioni, con una moltiplicazione di Majorana e dei suoi possibili destini. Riflettendo sull’illusione della realtà, il protagonista canta la sua ultima aria (Onirico), per poi confrontarsi con Dio e la Fisica (scena 9), cioè i massimi sistemi, che esprimono concetti opposti. Un coro di infiniti Majorana canta quindi l’equazione, in un brulicare di suoni vocali e orchestrali, culminante in un gesto violento di tutta l’orchestra che coincide con la sparizione dello scienziato. Alla fine, su una finestra sonora fatta di soffi e sibili, si innesta il notiziario radiofonico che, con un improvviso salto indietro nel tempo, ci riporta all’agosto del 1906, annunciando l’affondamento del transatlantico Sirio, che trasportava migranti in America, e la nascita di Ettore Majorana. Nella scena 10 c’è solo la madre che canta la ninna nanna del risveglio, su un testo ricavato da una antica poesia siciliana e una linea musicale che evoca antiche melopee mediterranee, avvolta dai sibili delle canaline (tubi corrugati), i rintocchi di Glockenspiel e vibrafono, le stesse misteriose sonorità dell’inizio dell’opera.
“Se vuoi veder la tua bella sirena, o marinaio, buttati nell’onda!“. Le altre cinque scene dell’opera vengono dopo un netto salto temporale e un cambio di ambientazione. Nella scena 6 la madre (nella casa di Roma) piange il figlio scomparso e scrive la supplica a Mussolini (affidata alla voce registrata), il fratello lo va a cercare in un convento (e qui emergono elementi modali e gregoriani). Alla fine della scena Roberto Vetrano crea una sorta di osmosi nella parte corale, un graduale passaggio dal rosario bisbigliato dal coro di frati, che si trasforma in una trama di fonemi (cioè 9
Š Alessia Santambrogio | Ettore Majorana
Der Fall Majorana
von Gianluigi Mattietti
„Ettore Majorana, Ordinarius der Physik an der Universität Neapel, ist mysteriöserweise verschwunden. Er zählt 31 Jahre, ist 1,70 Meter groß, schlank, hat schwarzes Haar, braune Augen und eine lange Narbe auf einem Handrücken. Um schriftliche Hinweise wird gebeten.“
es entstand der „Fall Majorana“: Vielleicht hatte sich der junge Mann mit einem Sprung ins Meer das Leben genommen, vielleicht wurde er ermordet, oder aber er war Opfer eines Geheimdienstes beziehungsweise einer Verschwörung unter Physikerkollegen geworden (eine Hypothese von Umberto Bartocci). Womöglich lebte er als Landstreicher weiter, vielleicht hatte er sich aber in ein Kloster zurückgezogen (so mutmaßte Leonardo Sciascia) oder es konnte sein, dass er unbemerkt nach Deutschland geflohen war, um als Söldner für die Nazis zu arbeiten (die Theorie von Federico di Trocchio). Nach langwierigen Ermittlungen wurde die Akte Majorana von der Staatsanwaltschaft in Rom schließlich geschlossen, mit der Feststellung, Majorana habe sich in Südamerika niedergelassen, was man anhand eines 1955 in Venezuela entstandenen Foto begründete.
S
o stand es in der Wochenzeitschrift La Domenica del Corriere, nachdem der italienische Physiker am Abend des 26. März 1938 an Bord eines Fährschiffes von Palermo nach Neapel gegangen und seither nicht mehr aufgetaucht war. Der 1906 als Enkel eines bedeutenden Physikers in Catania geborene Majorana galt als Enfant prodige der Mathematik und promovierte 1929 an der Universität Rom mit einer Arbeit zur Quantenphysik. Am Physikinstitut war er Teil einer Gruppe junger Wissenschaftler unter der Führung von Enrico Fermi (der von Majorana sagte, er sei ein Genie, das man nur mit Galileo oder Newton gleichsetzen könne), die später unter dem Namen „i ragazzi di via Panisperna“ in die Geschichte eingehen sollte. Nachdem Majorana in Leipzig und Kopenhagen tätig gewesen war, übernahm er den Lehrstuhl für theoretische Physik an der Universität Neapel.
Ettore Majoranas größte Errungenschaften für die Wissenschaft sind seine Studien zu den Elementarteilchen (er war der erste, der von einer Beziehung zwischen Protonen und Neutronen ausging), zur Antimaterie und die Quantenmechanik. Darüber hinaus zeigt seine „Gleichung mit unendlich vielen Komponenten“, die zur theoretischen Grundlage offener Quantensysteme wurde, erstaunlich viele Parallelen zu den zahllosen Mutmaßungen über sein Verschwinden. Die Formel zeigt, wie ein einziges Teilchen in der Lage ist, gleichzeitig zwei oder mehr Zustände anzunehmen und sich im selben Augenblick im Raum und in der Zeit vorund zurückzubewegen.
Nach seinem Verschwinden begann unverzüglich eine großangelegte Suchaktion, auch auf ausdrücklichen Wunsch von Giovanni Gentile, Enrico Fermi und Benito Mussolini. Letzterer hatte von der Mutter des Wissenschaftlers ein flehendes Bittschreiben erhalten. Schon damals häuften sich verschiedenste Hypothesen,
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Pintors Libretto G
emäß der Quantenphysik können verschiedene Zustände, auch wenn sie entgegengesetzt sind, nebeneinander existieren und innerhalb eines physikalischen Systems miteinander in Beziehung treten. Das war der Ausgangspunkt, von dem Stefano Simone Pintor und Roberto Vetrano die Idee für eine Oper über Ettore Majorana entwickelten. Sie schufen eine Dramaturgie, anhand derer sich die verschiedenen Theorien über das Verschwinden des Physikers erörtern ließen, alle gleichermaßen gültig und plausibel. Als Librettist etablierte sich Pintor mit dem virtuellen und internetbasierten Opernprojekt The banker sowie durch drei weitere Projekte, deren Ausschreibungen er für sich entscheiden konnte. Neben dem von Opera Lombardia ausgeschriebenen Text zu Ettore Majorana verfasste er auch die Libretti für On-Off von Sara Caneva und She von Maria Kallionpää, die Textvorlage für das Projekt „Fabbrica“ der Oper in Rom sowie das Libretto für Flauto tragico von Roberto Vetrano im Rahmen der Biennale von Venedig. Zurzeit arbeitet er an seinem fünften Libretto für eine Pastiche-Oper, basierend auf den Liaisons dangereuses von de Laclos, zu Musik von Antonio Vivaldi und Vanni Moretto, die 2019 in den Niederlanden uraufgeführt werden soll. Ausgehend von einem Buch mit dem Titel La scomparsa di Majorana von Leonardo Sciascia studierte Pintor die Berge an Literatur, die es zum Fall Majorana gibt, mit der Unterstützung von Erasmo Recami, Majoranas Biografen, und begann in enger Zusammenarbeit mit dem Komponisten mit
der Entwicklung des Librettos: „Wir haben uns ununterbrochen ausgetauscht. Wir sind gute Freunde, da muss man sich kein Blatt vor den Mund nehmen. Gemeinsam haben wir nicht nur die Struktur der Oper entwickelt, sondern auch die Rollen der Sänger und die Funktion des Chors. Als allererstes haben wir eine Timeline erstellt, in der die Akte und deren Dauer, die Spannungsmomente und die musikalischen Höhepunkte verzeichnet sind.“ Das Ziel dabei war, eine Oper zu schaffen, deren Inhalt sich der Form komplett anpassen kann, sodass die Geschichte auf eine nicht-lineare Weise, sondern kreisförmig erzählt werden kann, sich zeitlich nach vorne und nach hinten beziehungsweise zwischen parallelen Wirklichkeiten hin- und herbewegt. Nur so konnten die Theorien des Verschwindens von Ettore Majorana auf der Bühne gezeigt werden. Für Pintor ist die Serialität ein Schlüsselkonzept dieser Operndramaturgie, ein Modell, das in der Natur immer schon existiert, in der modernen Technologie zum Einsatz kommt und sich auch in der fraktalen Struktur jedes einzelnen Aktes in seinem Libretto bemerkbar macht. „Die gesamte Oper verfügt über ein wiederkehrendes Muster, sie ist wie ein senkrecht aufragender Turm, dessen Struktur auf der Welt der Mathematik aufbaut, mit mehreren Variablen desselben Ereignisses von dem alle hypothetischen Versionen abgeleitet werden.“
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Die Inszenierung S
tefano Simone Pintor fungierte nicht nur als Librettist, sondern auch als Regisseur der Oper.
alles erweitert, alles multipliziert sich, wie in einem einzigen, mächtigen Crescendo.“ Zusätzlich zum Konzept der „erweiterten Realität“ hat Pintor zahlreiche weitere Regieideen entwickelt. Dabei greift er oftmals auf die moderne Videotechnik zurück.
„Für mich ist es eine ganz natürliche Sache, gleichzeitig Librettist und Regisseur zu sein. Das Libretto wurde im Gleichschritt mit der Oper entwickelt, immer im Hinblick auf die musikalische und szenische Umsetzung. Die Bearbeitung war also ein ganzheitlicher Prozess, denn der Komponist hatte Einfluss auf die Regie, die Regie auf das Libretto und das Libretto auf die Musik. Im Libretto selbst habe ich schwarz auf weiß die Dramaturgie der Handlung, der Abläufe und Personen festgehalten.“
„Ich habe Videoprojektionen eingesetzt, vor allem aber auf die Technologie des video mapping gesetzt, bei der das Bild nicht frontal auf die Bühne projiziert wird, sondern auch mitten ins Publikum, in die Logen und Ränge. Auf diese Weise konnten wir das Publikum gefühlt an Bord des Schiffes holen, auf die Decks und in die Kabinen mitnehmen oder das ganze Theater in eine Art Planetarium verwandeln, in dem Formeln, Gedanken und Nebel vorüberziehen. Das macht natürlich für jedes Theater, in dem wir die Oper aufführen, eine Anpassung der Mapping Software erforderlich, um den Räumlichkeiten gerecht zu werden. Abgesehen davon ist der Bühnenaufbau aber sehr einfach, abstrakt, mit einem Polyeder aus mehreren Flächen, das verschiedene Orte darstellen kann sowie einem überragenden Steg, der in Richtung Parkett zeigt. Ich habe versucht, mich dem Konzept des „totalen Theaters“ anzunähern, in dem sich alles um die Hauptfigur dreht, eine majoranistische Vorstellung sozusagen, die selbst das Orchester und das Publikum mit einschließt, welches bereits beim Eintreten ins Theater den Eindruck hat, an Bord eines Schiffes zu gehen.“
Ein Schlüsselkonzept in Pintors Theater ist die „erweiterte Realität“: „Wir leben heute in drei verschiedenen Wirklichkeiten. Die physische, greifbare Wirklichkeit – jene Welt, die uns umgibt – wird erweitert durch zwei zusätzliche Wirklichkeiten, welche die Wahrnehmung unserer Sinne bereichern, nämlich jene der Gedanken, des Unbewussten, der Träume (die im Zentrum vieler Opern des 20. Jahrhunderts stehen) und die virtuelle Realität, denn heute leben wir alle mit einem Avatar in der Hosentasche, mit einem „Profil“, das wir wie eine Maske für ein Parallelleben nutzen, in dem wir nur das darstellen, was wir wollen. Die drei Wirklichkeiten sind miteinander untrennbar verbunden, sie bedingen sich gegenseitig. In dieser Oper sind die vielen Theorien über den Verbleib von Majorana ein Beispiel für eine solche erweiterte Realität. Hier wird im Grunde 13
Vetranos Musik A
us musikalischer Sicht verfügt die Oper über zwei Hauptteile: Die ersten fünf Akte beschreiben Majoranas Schiffsreise, die einem Alptraum gleicht und ihn in den Selbstmord treibt. Diese fünf Akte haben einige wiederkehrende Elemente gemein, Angelpunkte, die dem Zuhörer ermöglichen, sich im Labyrinth der komplexen Dramaturgie nicht zu verlieren. Zwei Klänge treten besonders in den Vordergrund: die Schiffssirene, ein Cluster aus Tuba, tiefen Bläsen, Schlagwerk, Harfe und Klavier, der, in verschiedenen Ausformungen in den Akten 1, 2 und 4 vorkommt, und zweitens die „Ballade der dreißig Tage“, die von der Sängerin auf dem Schiff vorgetragen wird und die Verse eines alten Emigrantenliedes „Dreißig Tage auf dem Dampfschiff“ mit einer eingängigen Melodie versieht. Sie taucht in den ersten beiden Akten auf, und wird danach, in einer geheimnisvollen, traumähnlichen Weise (in Einklang mit dem gesamten Akt, der wie eine Halluzination Majoranas erscheint) wiederaufgenommen, jedoch mit einer bedeutungsschweren Veränderung im Liedtext: „Willst du deine schöne Sirene erblicken, oh Seefahrer, so wirf dich in die Wellen!“ Die nächsten fünf Akte der Oper sind von Zeitsprüngen und Umgebungswechseln geprägt. Im 6. Akt trauert die Mutter in ihrem Haus in Rom um den verschollenen Sohn und verfasst ein Bittschreiben an Mussolini (das von einer Tonbandstimme gelesen wird). Der Bruder sucht in einem
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Kloster nach ihm (hier mischen sich modale und gregorianische Elemente in die Partitur). Am Ende des Aktes schafft Vetrano im Chorteil eine beinahe osmotische Stimmung, indem der vom Chor der Mönche geflüsterte Rosenkranz fließend in ein Geflecht aus Phonemen übergeht (der Text der Gebete, dessen Vokale alle anderen Laute überlagern) und schließlich im Majorana-Theorem mündet, das der Chor zu den schnörkellosen, pulsierenden und schlagenden Vorgaben des Orchesters vorträgt („wie eine riesige, außer Kontrolle geratene Schreibmaschine“).
mit einem mächtigen Aufbäumen des gesamten Orchesters endet. Es ist der Augenblick, in dem der Wissenschaftler endgültig verschwindet. Danach ertönt über einem Klangfenster aus hauchenden und zischenden Geräuschen der Sprecher der Radionachrichten, der uns, in einem plötzlichen Zeitsprung in die Vergangenheit, wieder in den August des Jahres 1906 versetzt und vom Untergang des Transatlantikdampfers Sirio, der Emigranten nach Amerika bringen sollte, und von der Geburt Ettore Majoranas berichtet. Im 10. Akt tritt neuerlich die Mutter auf, deren Schlaflied die Worte eines alten sizilianischen Gedichts aufgreift und mit einer Melodie verbindet, die an alte Gesänge aus dem Mittelmeerraum erinnert. Im Hintergrund ist das zischende Geräusch von Leerrohren zu hören, dazu erklingen Glockenspiel und Vibrafon, dieselben seltsamen Klänge also, die bereits am Anfang der Oper zu hören waren.
Im 7. Akt gesellt sich zur Hauptfigur (Bariton) deren Alter Ego, ihr Negativ, das Antimajorana (Tenor), mit gespiegelten Figurationen, bei denen aufsteigende chromatische Tonleitern absteigenden Skalen gegenübergestellt werden. Der abermals von der Sirene eingeleitete 8. Akt kommt als eine Art Zusammenschnitt der ersten Akte daher: Hier überlagern sich die musikalischen Elemente, wie eine Gleichung mit unendlichen Komponenten, aber es überlagern sich auch die Handlungen, durch eine Vervielfältigung Majoranas und seiner möglichen Schicksale. Majorana sinnt über die Illusion der Wirklichkeit nach und singt seine letzte Arie (Onirico). Danach steht er in Akt 9 den beiden mächtigsten, einander entgegengesetzten Instanzen gegenüber: Gott und der Physik. Am Ende singt ein Chor aus unendlich vielen Majoranas dessen Gleichung, mit einem Gewirr aus Stimmen und Orchesterklängen, das 15
Š Alessia Santambrogio | Ettore Majorana
Roberto Vetrano Compositore Komponist
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incitore del Premio Petrassi 2013, si è diplomato in pianoforte e composizione; ha inoltre approfondito gli studi di musica elettronica frequentando l’Atelier IRCAM a Metz. Ha studiato con alcuni dei più importanti compositori sulla scena internazionale: Salvatore Sciarrino, Beat Furrer, Tristan Murail, Toshio Hosokawa, Marco Stroppa e Hugues Dufourt. Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti, risultando vincitore in molti concorsi e selezioni internazionali. Nell’ottobre 2016 viene messo in scena alla Biennale di Venezia il suo primo lavoro operistico: Il flauto tragico su libretto di Stefano Simone Pintor, che ne ha curato anche la regia con la scenografia e i costumi di Gregorio Zurla. I suoi lavori sono stati commissionati ed eseguiti da alcuni dei più prestigiosi ensemble, direttori e solisti e sono stati inoltre programmati nelle più importanti istituzioni e festival musicali internazionali. È tra i fondatori e protagonisti del collettivo di ricerca MOA-Project.
oberto Vetrano, Gewinner des Premio Petrassi 2013, studierte Klavier und Komposition und vertiefte am IRCAM in Metz seine Kenntnisse in elektronischer Musik. Er war Schüler einiger der berühmtesten Komponisten der internationalen Musikszene: Salvatore Sciarrino, Beat Furrer, Tristan Murail, Toshio Hosokawa, Marco Stroppa und Hugues Dufourt. Bei zahlreichen internationalen Wettbewerben ging er als Gewinner hervor. Im Oktober 2016 wurde seine erste Oper auf der Biennale von Venedig aufgeführt: Il flauto tragico in der Ausstattung von Gregorio Zurla und nach dem Libretto und unter der Regie von Stefano Simone Pintor. Seine Werke, in Auftrag gegeben und aufgeführt von renommierten Ensembles, Dirigenten und Solisten, wurden von einigen der bekanntesten internationalen Musikinstitutionen und Musikfestivals ins Programm aufgenommen. Er ist einer der Mitbegründer und Protagonisten des MOA-Project.
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Stefano Simone Pintor Libretto e regia Libretto und Regie
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autore, regista e musicista. Nel 2005 inizia il proprio percorso teatrale come assistente di registi, e lavora in molti teatri di prestigio come il Teatro alla Scala di Milano, l’Opera di Firenze, il NCPA di Pechino e il Bol’šoj di Mosca. Come regista vince nel 2011 il concorso EOP di Camerata Nuova, grazie al quale nel 2012 dirige Il flauto magico. Sconfiggere mostri, seguito nel 2014 da Aida. Amore è coraggio (medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica Italiana), entrambe per il progetto AsLiCo Opera domani. Nel 2014 è la volta del Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano, dove ha diretto con grande successo Orfeo ed Euridice. Nel 2015 fonda il primo teatro virtuale al mondo, The Social Opera House, con il quale produce The banker, il primo esperimento internazionale di web opera series (Best Musical al Web Series Festival Global, Hollywood). Nell’estate 2017 dirige invece I Vespri Siciliani presso i Festspiele Immling in Germania. Dal 2016 è librettista residente presso l’Opera di Roma. Nel 2016 è vincitore della Biennale di Venezia College – Musica e dell’Opera Oggi International Contest.
tefano Simone Pintor ist Autor, Regisseur und Musiker. Im Jahre 2005 beginnt er seine Theaterlaufbahn als Regieassistent und arbeitet an zahlreichen renommierten Theaterhäusern wie etwa am Teatro alla Scala in Mailand, an der Oper von Florenz, dem NCPA von Peking und dem Bol’šoj von Moskau. Als Regisseur gewinnt er 2011 den Wettbewerb EOP von Camerata Nuova. Im Jahr 2012 führt er Regie für Il flauto magico. Sconfiggere mostri und 2014 für Aida. Amore è coraggio (Repräsentationsmedaille des Präsidenten der Republik Italien), beide für das Projekt AsLiCo Opera domani. 2014 zeichnet er außerdem sehr erfolgreich verantwortlich für die Regie in Orpheus und Eurydike beim Cantiere Internazionale d’Arte von Montepulciano. 2015 gründet er das erste virtuelle Theater der Welt, The Social Opera House, mit dem er The banker produziert, das erste internationale Experiment im Bereich web opera series (Best Musical beim Web Series Festival Global, Hollywood). Im Sommer 2017 führte er Regie für I Vespri Siciliani bei den Festspielen Immling in Deutschland. Seit 2016 ist er als Librettist an der Oper von Rom tätig. 2016 gewann er die Biennale von Venedig College – Musica sowie den Opera Oggi International Contest. www.stefanosimonepintor.com
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Jacopo Rivani Direzione Musicale Musikalische Leitung
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lasse 1989, è diplomato in tromba e in direzione d’orchestra. È stato assistente di Alberto Zedda per la produzione de Il barbiere di Siviglia, in occasione del bicentenario della composizione. Ha preso parte ad importanti manifestazioni come Ravenna Festival, Festival Como città della musica, Festival Arena delle balle di paglia, Concerti del Sabato, Concerto di Santa Cecilia dell’Auditorium Pedrotti di Pesaro e gli European Opera Days. È stato inserito nei cartelloni dei maggiori teatri italiani tra cui Arcimboldi di Milano, Sociale di Como, teatri di Bergamo, Cremona, Pavia, Bolzano, Trento, Roma (Olimpico), Napoli (Politeama), Reggio Emilia, Vicenza, Pordenone, Urbino. Ha diretto l’Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini, l’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna, l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, il Sineforma Ensemble, l’Italian Chamber Opera Ensemble, l’Orchestra Sinfonica della Repubblica di San Marino, l’Orchestra 1813 di Como, l’Ensemble Tempo Primo e l’Orchestra Arcangelo Corelli, della quale è attualmente direttore artistico e musicale.
acopo Rivani, 1989 geboren, studierte Trompete und Orchesterleitung. Er war Assistent von Alberto Zedda bei der Inszenierung der Oper Il barbiere di Siviglia. Rivani nahm an bekannten Festivals teil, wie etwa Ravenna Festival, Festival Como città della musica, Festival Arena delle balle di paglia, Concerti del Sabato, Concerto di Santa Cecilia des Auditorium Pedrotti von Pesaro und European Opera Days. Er trat in den größten Theaterhäusern Italiens auf: Arcimboldi von Mailand, Sociale von Como, Theater von Bergamo, Cremona, Pavia, Bozen, Trient, Rom (Olimpico), Neapel (Politeama), Reggio Emilia, Vicenza, Pordenone, Urbino. Rivani dirigierte u. a. folgende Orchester und Ensembles: Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini, Orchestra Regionale der Emilia-Romagna, Orchestra Filarmonica Marchigiana, Sineforma Ensemble, Italian Chamber Opera Ensemble, Sinfonieorchester der Republik San Marino, Orchestra 1813 von Como, Ensemble Tempo Primo und Orchestra Arcangelo Corelli, deren künstlerischer und musikalischer Leiter er ist.
www.jacoporivani.it
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Gregorio Zurla Scene e costumi Bühne und Kostüme
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aureato in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Brera, dal 2007 al 2014 lavora come assistente scenografo a numerosi progetti nei principali teatri italiani. Come scenografo inizia firmando le scene di alcuni progetti per Opera domani AsLiCo e per il Cantiere internazionale d’arte di Montepulciano. Nel 2011 vince il secondo premio al 6th European Opera-directing Prize. Dal 2014 collabora con il regista Federico Tiezzi, per il quale ha firmato le scene de Der grüne Kakadu e Fräulein Else di Arthur Schnitzler, Der Schein trügt di Thomas Bernhard e Calderón di Pasolini. Nel 2016 firma le scene de Il giardino dei ciliegi di Čechov al Teatro Carignano di Torino. Nel settore della moda ha lavorato per Etro e Ermenegildo Zegna firmando diversi allestimenti per eventi e sfilate. Attualmente lavora al progetto dell’Antigone, regia di Federico Tiezzi.
ach Abschluss seines Universitätsstudiums in Bühnenbild an der Accademia di Belle Arti von Brera arbeitet Gregorio Zurla zwischen 2007 und 2014 als Bühnenbildassistent bei Projekten an renommierten Theaterhäusern Italiens. Für Opera domani AsLiCo und Cantiere internazionale d’arte von Montepulciano zeichnete er als Bühnenbildner verantwortlich. Im Jahre 2011 gewinnt er den zweiten Preis beim 6. European Opera-directing Prize. Seit 2014 arbeitet er mit dem Regisseur Federico Tiezzi zusammen, so etwa in Der grüne Kakadu und Fräulein Else von Arthur Schnitzler, Der Schein trügt von Thomas Bernhard und Calderón von Pier Paolo Pasolini. 2016 gestaltet er das Bühnenbild für Der Kirschgarten von Čechov am Teatro Carignano von Turin. Er arbeitete mit den Modemarken Etro und Ermenegildo Zegna zusammen und stattete deren Events und Modeschauen aus. Derzeit arbeitet er am Projekt Antigone, unter der Regie von Federico Tiezzi.
gregoriozurlasetdesigner.blogspot.com
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Fiammetta Baldiserri Light designer
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i laurea a Bologna in Geofisica, frequentando successivamente un corso per illuminotecnici al Teatro Regio di Parma. Partecipa come tecnico e operatore alla consolle al Rossini Opera Festival di Pesaro e al Festival dei Due Mondi a Spoleto. Svolge attività come assistente luci per diversi light designer, e inizia l’attività in proprio ne La Traviata al Teatro di Busseto e al Bol’šoj di Mosca. Con Stefano Simone Pintor illumina Il flauto magico. Sconfiggere mostri a Como e alla Royal Opera House di Muscat (Oman). Da qui in avanti, numerosissime le opere a cui lavora, per svariati teatri e festival. Inoltre, cura l’illuminazione dei musei di San Domenico a Forlì e insegna illuminotecnica teatrale all’Accademia di Belle Arti di Bologna.
ach ihrem Universitätsabschluss in Geophysik an der Universität Bologna besuchte sie einen Kurs für Beleuchtungstechnik am Teatro Regio von Parma. Als Beleuchterin und Stellwerkerin arbeitet sie beim Rossini Opera Festival von Pesaro und beim Festival dei Due Mondi von Spoleto. Sie assistierte verschiedenen Light Designern und begann ihre Karriere als freiberufliche Lichtgestalterin mit La Traviata am Theater von Busseto und am Bol’šoj von Moskau. Unter der Regie von Stefano Simone Pintor zeichnete sie für Il flauto magico. Sconfiggere mostri in Como und am Royal Opera House von Muscat (Oman) für die Lichtgestaltung verantwortlich. Für die unterschiedlichsten und renommiertesten Theaterhäuser und Festivals ist sie an der Inszenierung zahlreicher Opern beteiligt. Außerdem ist sie verantwortlich für die Beleuchtung der Musei San Domenico in Forlì. Sie unterrichtet das Fach Beleuchtungstechnik an der Accademia di Belle Arti von Bologna.
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Š Alessia Santambrogio | Ettore Majorana
© Gian Vittorio Frau
Lucas Moreira Cardoso Baritono Bariton
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asce a Divinópolis (Brasile) nel 1991 e si trasferisce in Italia nel 2001. Nel 2016 consegue il diploma accademico in canto lirico presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano. Si perfeziona con Fabio Tartari e Gianluca Valenti, con il quale studia attualmente. Nel 2015 è tra i finalisti del concorso lirico internazionale “G. B. Rubini” e interpreta Don Pasquale. Nel 2016 è stato tra i protagonisti di due opere inedite presso la Biennale di Venezia: Trascrizione di un errore di Alexander Chernyshkov per la regia di Wolfgang Nägele e Il flauto tragico di Roberto Vetrano per la regia di Stefano Simone Pintor. A gennaio 2017 è tra i vincitori del 68° Concorso per giovani cantanti lirici di Como, aggiudicandosi il ruolo protagonista di Ettore Majorana.
eboren in Divinópolis (Brasilien) im Jahre 1991, zieht er 2001 nach Italien. 2016 erlangt er das akademische Diplom in Operngesang am Konservatorium „G. Verdi“ in Mailand. Er vertieft seine Kenntnisse mit Fabio Tartari und studiert derzeit bei Gianluca Valenti. 2015 ist er einer der Finalisten beim internationalen Gesangswettbewerb „G. B. Rubini“ in der Rolle des Don Pasquale. 2016 singt er bei der Biennale von Venedig eine der Hauptrollen in den beiden Opern Transkription eines Fehlers von Alexander Chernyshkov unter der Regie von Wolfgang Nägele und Il flauto tragico von Roberto Vetrano unter der Regie von Stefano Simone Pintor. 2017 ist er einer der Gewinner des 68. Concorso per giovani cantanti lirici und erhält die Hauptrolle in Ettore Majorana.
www.lucasmoreiracardoso.com
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Alessandra Masini Mezzosoprano Mezzosopran
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a conseguito il diploma in canto lirico, perfezionandosi successivamente con Sergio Bertocchi. Ha debuttato nei ruoli di Berta (Il barbiere di Siviglia) per il Bologna Festival, Clarina (La cambiale di matrimonio) al Teatro Mazzavillani di Bologna e di Tisbe (La Cenerentola) presso il Teatro Rossini di Lugo. Tra gli altri ruoli da lei interpretati, si ricordano Clotilde (Norma), Assunta (Napoli milionaria!), Ciesca (Gianni Schicchi), Zanetto (Zanetto), Praskowia (Die lustige Witwe), la Baronessa di Champigny (Il cappello di paglia di Firenze). Per il repertorio vocale antico e barocco ha studiato con Gloria Banditelli e Sara Mingardo, perfezionandosi in prassi e semiologia del canto gregoriano sotto la guida di Bruna Caruso e Nino Albarosa. Esecutrice come contralto solista di numerose opere sacre (Stabat Mater di Caldara, Te Deum di Lully, Krönungsmesse di Mozart, La Resurrezione di Händel), ha inciso diversi album di musica barocca per l’etichetta Tactus. È attiva anche nel repertorio contemporaneo e si è esibita in varie rassegne a fianco di prestigiosi artisti.
ach Abschluss ihres Gesangstudiums bildet sie sich bei Sergio Bertocchi weiter. Sie debütiert in den Rollen der Berta (Il barbiere di Siviglia) für das Bologna Festival, Clarina (La cambiale di matrimonio) am Teatro Mazzavillani in Bologna und Tisbe (La Cenerentola) am Teatro Rossini in Lugo. Außerdem tritt sie als Clotilde (Norma), Assunta (Napoli milionaria!), Ciesca (Gianni Schicchi), Zanetto (Zanetto), Praskowia (Die lustige Witwe), Baronin von Champigny (Il cappello di paglia di Firenze) auf. Ihr Repertoire Alte Musik und Barock studiert sie bei Gloria Banditelli und Sara Mingardo. Bei Bruna Caruso und Nino Albarosa perfektioniert sie sich in Gregorianischer Praxis und Semiologie. Als Altsolistin ist sie in zahlreichen kirchenmusikalischen Werken (Stabat Mater von Caldara, Te Deum von Lully, Krönungsmesse von Mozart, La Resurrezione von Händel) aufgetreten und hat mit dem Plattenlabel Tactus mehrere Alben aufgenommen. Zu ihrem Repertoire gehört auch zeitgenössische Musik, sie trat bereits in verschiedenen Aufführungen an der Seite von berühmten Künstlern auf.
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Pietro Toscano Basso Bass
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n seguito agli studi di flauto intraprende quelli di canto lirico, seguendo nel frattempo corsi e masterclass. Attualmente si sta perfezionando con Laura Bulian e Marco Zambelli. Numerosi i ruoli rivestiti: Don Giovanni (Don Giovanni), Colline (La Bohème), Lodovico (Otello), Leporello (Don Giovanni), Gran Sacerdote (Nabucco), Basilio (Il barbiere di Siviglia), Raimondo (Lucia di Lammermoor), Zuniga (Carmen), il Dottor Grenvil (La Traviata), Zio Bonzo (Madama Butterfly), Sparafucile/Conte di Monterone (Rigoletto), Danieli (Das Liebesverbot). Nell’agosto 2009 è risultato vincitore del Concorso internazionale di canto “Silvano Pagliuca” e ha debuttato nel ruolo di Escamillo (Carmen) al Teatro Guaíra di Curitiba (Brasile). Nel gennaio 2010 ha cantato il Requiem di Fauré e la Krönungsmesse di Mozart alla Carnegie Hall di New York.
ach dem Flötenstudium studiert er Gesang, besucht Kurse und Meisterklassen. Derzeit vertieft er seine Kenntnisse bei Laura Bulian und Marco Zambelli. Man konnte ihn in zahlreichen Rollen erleben, so etwa in Don Giovanni (Don Giovanni), Colline (La Bohème), Lodovico (Otello), Leporello (Don Giovanni), Der Hohepriester (Nabucco), Basilio (Il barbiere di Siviglia), Raimondo (Lucia di Lammermoor), Zuniga (Carmen), Dottore Grenvil (La Traviata), Onkel Bonze (Madame Butterfly), Sparafucile/ Conte di Monterone (Rigoletto), Danieli (Das Liebesverbot). Im August 2009 gewinnt er den internationalen Gesangswettbewerb „Silvano Pagliuca“ und debütiert in der Rolle des Escamillo (Carmen) am Theater Guaíra von Curitiba (Brasilien). Im Januar 2010 singt er das Requiem von Fauré und die Krönungsmesse von Mozart in der Carnegie Hall in New York.
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© baritonewithcamera
Federica Livi Soprano Sopranistin
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i diploma nel 2012 presso il Conservatorio “G. Rossini” di Pesaro. Nel maggio dello stesso anno è risultata vincitrice del IX Concorso Internazionale “Città di Pesaro”. Nell’ottobre 2013 debutta nel ruolo di Nannetta (Falstaff) presso i teatri di Pesaro, Cesena e Ferrara; nel 2014 è solista nei Carmina Burana di Carl Orff presso il Teatro Rossini di Pesaro; nello Stabat Mater di Pergolesi a Ravenna e nel Requiem di Fauré a Bologna e a Ravenna, quest’ultimo diretto da Jacopo Rivani con l’Orchestra Corelli, con cui successivamente canterà anche l’Exultate, jubilate di Mozart. L’anno seguente esegue la Quarta Sinfonia di Mahler accompagnata dall’Orchestra Filarmonica Marchigiana. Ruoli operistici da lei interpretati comprendono Barbarina (Le nozze di Figaro), Oscar (Un ballo in maschera), Modista (Il cappello di paglia di Firenze). Nel febbraio 2016 risulta vincitrice del 70° Concorso “Comunità Europea” per giovani cantanti lirici di Spoleto, mentre nel gennaio 2017 vince il ruolo de La Fisica al 68° Concorso per giovani Cantanti lirici di Como.
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ederica Livi macht 2012 ihren Abschluss am Konservatorium „Rossini“ in Pesaro. Im Mai desselben Jahres gewinnt sie den IX. internationalen Wettbewerb „Città di Pesaro“. Im Oktober 2013 debütiert sie in der Rolle der Nannetta (Falstaff) an den Theaterhäusern von Pesaro, Cesena und Ferrara. 2014 debütiert sie hingegen als Solistin in Carmina Burana von Carl Orff am Teatro Rossini in Pesaro, in Stabat Mater von Pergolesi in Ravenna und im Requiem von Fauré in Bologna und in Ravenna, letzteres unter der Leitung von Jacopo Rivani mit dem Orchestra Corelli, mit dem sie in der Folge auch das Exultate, jubilate von Mozart singen wird. Im darauffolgenden Jahr singt sie die Vierte Sinfonie von Mahler begleitet vom Orchestra Filarmonica Marchigiana. Sie interpretiert die Rollen von Barbarina (Le nozze di Figaro), Oscar (Un ballo in maschera), Modista (Il cappello di paglia di Firenze). Im Februar 2016 geht sie als Siegerin aus dem 70. Wettbewerb „Comunità Europea“ für junge Opernsänger in Spoleto hervor, im Januar 2017 gewinnt sie die Rolle der La Fisica beim 68. Concorso per giovani cantanti lirici in Como.
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Tiberia Monica Naghi Soprano Sopranistin
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nizia gli studi di canto in Romania per poi proseguirli in Italia, terminandoli nel 2016 al Conservatorio di musica “L. Cherubini” di Firenze. Attualmente studia con Bianca Maria Casoni. Dopo aver vinto nel 2008 il premio per la miglior giovane cantante al Concorso internazionale “Hariclea Darclée”, debutta sul palcoscenico con il Trittico (Gianni Schicchi, Il tabarro, Suor Angelica), Bastien und Bastienne e Hänsel und Gretel. Nel 2015 partecipa a Die Fledermaus al Maggio Musicale Fiorentino. Ottiene ottimi piazzamenti in diversi concorsi internazionali e prende parte a numerosi concerti del repertorio barocco e cameristico in Romania e in Italia. Riveste ruoli quali Donna Anna (Don Giovanni), la Contessa di Almaviva (Le nozze di Figaro), Fiordiligi (Così fan tutte), Mimì (La bohème), Liù (Turandot), Micaëla (Carmen). Nel 2017 ha vinto il ruolo de La Fisica al 68° Concorso per giovani cantanti lirici di Como nell’opera Ettore Majorana di Roberto Vetrano.
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ie beginnt ihr Gesangsstudium zunächst in Rumänien, setzt es dann in Italien fort und schließt es im Jahre 2016 am Musikkonservatorium „L. Cherubini“ in Florenz ab. Derzeit studiert sie mit Bianca Maria Casoni. 2008 gewinnt sie den Preis als beste junge Sängerin beim internationalen Wettbewerb „Hariclea Darclée“ und debütiert anschließend mit Trittico (Gianni Schicchi, Il tabarro, Suor Angelica), Bastien und Bastienne und Hänsel und Gretel. 2015 singt sie in Die Fledermaus beim Opernfestival Maggio Musicale Fiorentino. Sie erreicht bei verschiedenen internationalen Wettbewerben gute Platzierungen und nimmt an zahlreichen Barock- und Kammerkonzerten in Rumänien und Italien teil. Sie singt Donna Anna (Don Giovanni), die Gräfin Almaviva (Le nozze di Figaro), Fiordiligi (Così fan tutte), Mimì (La bohème), Liù (Turandot), Micaëla (Carmen). 2017 gewinnt sie die Rolle der La Fisica beim 68° Concorso per giovani cantanti lirici von Como für der Oper Ettore Majorana von Roberto Vetrano.
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Ugo Tarquini Tenore Tenor
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iplomato in canto, compie successivamente gli studi di perfezionamento con Nicola Martinucci, Alfredo Zanazzo e Lucetta Bizzi. Ha all’attivo collaborazioni con importanti enti e fondazioni liriche, prendendo inoltre parte a produzioni sotto la direzione di direttori quali Stefano Montanari, Matteo Beltrami, Carlo Goldstein, Andrea Battistoni, Valerio Galli, Bruno Nicoli e prestigiosi registi come Mario Martone, Ettore Scola, Vivien Hewitt, Ivan Stefanutti. Ha interpretato Rodolfo (La bohème), Tamino (Die Zauberflöte), Basilio e Don Curzio (Le nozze di Figaro), Goffredo (Rinaldo), Pinkerton (Madama Butterfly), Don Carlo (Don Carlo), Calaf (Turandot di Busoni), Rinuccio (Gianni Schicchi). A seguito del Concorso per giovani cantanti lirici di Como 2013 viene selezionato per prendere parte al progetto AsLiCo Opera domani L’Olandese volante (Erik).
ach seinem Gesangsstudium studiert er bei Nicola Martinucci, Alfredo Zanazzo und Lucetta Bizzi weiter. Er arbeitet mit wichtigen Institutionen und Stiftungen zusammen sowie für Produktionen unter der Leitung von Dirigenten wie etwa Stefano Montanari, Matteo Beltrami, Carlo Goldstein, Andrea Battistoni, Valerio Galli, Bruno Nicoli und berühmten Regisseuren wie Mario Martone, Ettore Scola, Vivien Hewitt, Ivan Stefanutti. Er interpretierte u. a. die Rolle von Rodolfo (La bohème), Tamino (Die Zauberflöte), Basilio und Don Curzio (Le nozze di Figaro), Goffredo (Rinaldo), Pinkerton (Madame Butterfly), Don Carlo (Don Carlo), Kalaf (Turandot von Busoni), Rinuccio (Gianni Schicchi). Nach dem Concorso per giovani cantanti lirici in Como 2013 wird er für das Projekt AsLiCo Opera domani Der fliegende Holländer (Erik) ausgewählt.
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Roberto Capaldo Attore Schauspieler
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attore e autore teatrale. Nel 2004 vince il Premio Manfredi Mastroianni De Sica per il miglior spettacolo e come miglior attore protagonista. Nel 2007 vince il Premio Calandra e nel 2008 il Premio Borsellino per l’impegno sociale e civile. Nel 2011 si aggiudica il Premio “Storie di lavoro”. Nel 2013 ha ricevuto il premio europeo “Small Size, Big Citizens” dedicato alla prima infanzia, e nel 2015 il premio “Otello Sarzi” come migliore novità nel teatro ragazzi. Da sempre impegnato in progetti di teatro sociale, dal 2015 collabora con la scuola di teatro diretta da Dacia Maraini.
er Schauspieler und Theaterautor gewinnt im Jahre 2004 den Premio Manfredi Mastroianni De Sica für die beste Aufführung und als bester Hauptdarsteller. 2017 gewinnt er den Premio Calandra und 2008 den Premio Borsellino für soziales Engagement. 2011 bekommt er den Preis „Storie di lavoro“ verliehen, im Jahre 2013 den europäischen Preis „Small Size, Big Citizens“, der für Projekte für Kleinkinder vorgesehen ist, und im Jahre 2015 den Preis „Otello Sarzi“ für neuartige Projekte im Jugendtheater. Schon immer setzte er sich für Sozialtheaterprojekte ein, seit 2015 arbeitet er mit der Theaterschule von Dacia Maraini zusammen.
www.robertocapaldo.it
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Davide Paciolla Attore Schauspieler
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lasse 1985, è napoletano di nascita ma milanese d’adozione. Nel 2011 si diploma alla scuola del Piccolo Teatro di Milano. Durante la sua formazione incontra nomi importanti del teatro italiano tra cui Luca Ronconi, Franca Nuti, Lydia Stix, Gianfranco De Bosio, Mariangela Melato e Mauro Avogardo. Nel 2013 vince il Premio Hystrio e nello stesso anno vince il Festival Inventaria di Roma con il corto Io sugno, di cui è scrittore e interprete. Tra le esperienze più significative come attore, prende parte al The Merchant of Venice e al Giulio Cesare, al Ragazzo di Trastevere di Patroni Griffi, e a Le convulsioni di Capacelli. La passione per la musica e gli studi di canto e flauto traverso lo spingono verso il teatro musicale: nel 2016 è nel cast di Mimì è una civetta e nel 2012 nel cast italiano di Ghost il Musical. Con Sus Babi Teatro mette in scena The duel di Conrad, La mandragola di Machiavelli e Caesar per la regia di Alessandro Marmorini. A tutto questo alterna anche un percorso di ricerca che lo vede collaborare con le realtà del panorama sperimentale.
avide Paciolla, 1985 in Neapel geboren, schließt sein Studium 2011 am Piccolo Teatro von Mailand ab. Während seiner Ausbildung begegnet er Größen des italienischen Theaters, u. a. Luca Ronconi, Franca Nuti, Lydia Stix, Gianfranco De Bosio, Mariangela Melato und Mauro Avogadro. 2013 gewinnt er den Premio Hystrio und das Festival Inventaria von Rom mit dem Kurzstück Io sugno, für das er als Autor und Darsteller verantwortlich zeichnet. Seine wichtigsten Rollen als Schauspieler verkörpert er in The Merchant of Venice und Giulio Cesare, Ragazzo di Trastevere von Patroni Griffi und Le convulsioni von Capacelli. Dank seiner Leidenschaft für Musik und seines Gesangs- und Querflötenstudiums nähert er sich dem Musiktheater an: 2016 wirkt er bei Mimì è una civetta und 2012 in Ghost: Das Musical mit. Mit Sus Babi Teatro führt er The duel von Conrad, La mandragola von Machiavelli und Caesar unter der Regie von Alessandro Marmorini auf. In seiner Arbeit versucht er auch neue Wege zu beschreiten, so ist er u. a. im Bereich des experimentellen Theaters tätig.
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Š Alessia Santambrogio | Ettore Majorana
Orchestra Haydn di Bolzano e Trento Haydn Orchester von Bozen und Trient VIOLINI PRIMI | 1. VIOLINE Stefano Ferrario** Edlir Cano* Elisabeth Pichler Cecilia Albertani Maria Patron Erika Ferrari VIOLINI SECONDI | 2. VIOLINE Vincenzo Quaranta* Sandro Acinapura Patrizia Autieri Josuè Esaù Iovane Cecilia Micoli
VIOLE | BRATSCHE Gabriele Marangoni* Maura Bruschetti Roberto Mendolicchio Pierluigi Borgogno VIOLONCELLI | VIOLONCELLO Alejandro Biancotti* Luca Pasqual* Elisabetta Branca Jutta Kagerer CONTRABBASSI | KONTRABASS Daniele Ragnini* Corrado Pastore
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FLAUTI | FLÖTE Francesco Dainese* Alessandro Visintini Elisa Boschi OBOE Gianni Olivieri* CLARINETTI | KLARINETTE Stefano Ricci* Andrea Brazzo FAGOTTI | FAGOTT Flavio Baruzzi*
CORNI | HORN Alexander Perathoner* TROMBE | TROMPETE Patrik Hofer* TROMBONE POSAUNE Garcia Sanchez Alejandro*
PERCUSSIONI | SCHLAGWERK Carreres Fita Jose Luis Marco Campioni
SAX BARITONO BARITONSAXOPHON Pepito Ros
FISARMONICA | AKKORDEON Margherita Berlanda PIANOFORTE | KLAVIER Simone Nocchi
TUBA Enrico Toso
ARPA | HARFE Silvia Vicario
Ispettore | Orchesterinspizientin Nancy Spinel Addetto | Orchesterwart Domenico Mutzu
TIMPANI | PAUKEN Domenico Cagnacci*
MIDI KEYBOARD Mari Fujino
**Spalla | Konzertmeister *Prime parti | Stimmführer
FONDAZIONE HAYDN DI BOLZANO E TRENTO STIFTUNG HAYDN VON BOZEN UND TRIENT
Prossimi appuntamenti Kommende Veranstaltungen
Mar | Di 30.01.2018 ore 20.00 Uhr BOLZANO | BOZEN AUDITORIUM | KONZERTHAUS Mer | Mi 31.01.2018 ore 20.30 Uhr TRENTO | TRIENT AUDITORIUM
Mar | Di 06.02.2018 ore 20.00 Uhr BOLZANO | BOZEN AUDITORIUM | KONZERTHAUS Mer | Mi 07.02.2018 ore 20.30 Uhr TRENTO | TRIENT AUDITORIUM
ORCHESTRA HAYDN ORCHESTER JOHN AXELROD Direttore | Dirigent ANNA TIFU Violino | Violine
ORCHESTRA HAYDN ORCHESTER MICHELE MARIOTTI Direttore | Dirigent
Felix Mendelssohn Bartoldy Franz Schreker Kurt Weill
In memoriam Jeffrey Tate
Franz Schubert Johannes Brahms
Escape from Palazzo delle Albere Cryptolocked Majorana 9 gennaio - 2 febbraio 2018 Palazzo delle Albere, Trento Un’escape room creata da MUSE Museo delle Scienze e Fondazione Haydn per lo spettacolo teatrale dedicato a Ettore Majorana.
Scopri anche le altre escape room su www.muse.it
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Ven | Fr 23.02.2018 ore 20.00 Uhr TRENTO | TRIENT TEATRO SOCIALE CURON/GRAUN (prima assoluta) OHT OFFICE FOR HUMAN THEATRE Musiche di | Musik von Arvo Pärt Direzione musicale Musikalische Leitung Stefano Ferrario Regia | Inszenierung Filippo Andreatta
MAIN SUPPORTER
IMPRESSUM
Editore | Herausgeber Fondazione Haydn di Bolzano e Trento Stiftung Haydn von Bozen und Trient Via Gilm | Gilmstraße 1/A 39100 Bolzano | Bozen www.haydn.it info@haydn.it Tel. +39 0471 975031
MAIN SPONSOR
Grafica | Grafik Plus Communications, Trento
Stampa | Druck Nuove Arti Grafiche, Trento
Chiusura redazione | Redaktionsschluss 15.01.2018 PARTNER
Con riserva di modifiche Änderungen vorbehalten
RINGRAZIAMO PER LA COLLABORAZIONE WIR BEDANKEN UNS FÜR DIE ZUSAMMENARBEIT
FONDAZIONE HAYDN DI BOLZANO E TRENTO STIFTUNG HAYDN VON BOZEN UND TRIENT Via Gilm | Gilmstraße 1/A I – 39100 Bolzano | Bozen
F O L L O W
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