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LA SCUOLA AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Lo scatto immortala una lezione a distanza

Foto Cinzia Roat

DANIELA ZANETTI Docente di Lettere San Michele all’Adige, 10 giugno 2020

Carissimi ragazzi e ragazze, trovare le parole per salutarvi, anche per me che delle parole ho fatto il mio lavoro, non è per nulla semplice. Vorrei riuscire a comunicarvi ciò che ho dentro, ma lo sapete, ve l’ho già detto, ora proprio non riesco a tirar fuori quello che provo: in quest’anno scolastico, iniziato col caldo sole di settembre, la vita mi ha colpito peggio di un pugno in pieno viso quando, a febbraio, il mio dolore privato si è intrecciato con la pandemia globale, privandomi d’un tratto di ogni certezza... ... perché in fondo è proprio così che mi sento: derubata di ore, giorni, settimane, mesi, in cui avrei avuto sorrisi, parole, abbracci, emozioni, sentimenti, paure e anche lacrime... e invece non ho avuto proprio nulla, se non un’innaturale sospensione.

In questa mia incapacità di trovare parole però, in fondo al cuore ne vedo una, piccola, umile, ma al contempo preziosa e come tale ve la voglio donare: Grazie. Grazie a chi tra voi ha saputo trovare un gesto, un sorriso, una parola, un messaggio per me; Grazie perché così mi avete insegnato che non esiste età per la condivisione del dolore e della paura. Grazie a chi tra voi ha fatto il proprio dovere, con responsabilità e impegno ha cercato di fare quello che avrebbe fatto in classe e forse anche qualcosa in più; Grazie perché così mi avete insegnato che certi valori esistono davvero, anche e soprattutto nelle difcoltà. Grazie a chi tra voi ha cercato la scorciatoia più semplice, a chi ha barato, a chi ha preferito non mettersi in gioco; Grazie perché così mi avete insegnato che nel mio lavoro ci vuole tanta, tanta pazienza, che non devo mai abbattermi o avvilirmi, perché la strada da percorrere è ancora lunga e avremo tempo per migliorare. Grazie a chi tra voi ha perdonato i miei attimi di scoramento, le mie difcoltà informatiche, i miei impacciati tentativi di adattarmi alla DAD (ammettiamolo, io e la DAD non abbiamo nulla, ma proprio nulla a che spartire!). Grazie per aver capito che più di così non avrei saputo fare, che ce l’ho messa tutta, che ogni mia energia è fnita lì, nei processori del mio PC... Ora, nel giorno in cui questo atipico anno scolastico fnisce, posso solo scusarmi per quello che forse vi aspettavate da me, ma io non sono riuscita a darvi. Grazie a voi tutti per aver condiviso con me questi mesi, per aver cercato il mio aiuto e per avermi oferto il vostro, per avermi ascoltato e per avermi parlato, per il vostro coraggio e per le vostre fragilità, per esservi fdati di me e per non aver rischiato di farlo; tutto mi ha accompagnato, mi ha impegnato la mente, mi ha responsabilizzato e mi ha reso quella che sono ora.

Un augurio speciale va ai miei ragazzi e ragazze di Quinta: ricordatevi sempre che siamo un po’ tutti il Belluca di Pirandello, che alle volte abbiamo bisogno di toglierci la maschera e non importa se ci daranno dei pazzi, voi non abbiate mai paura, perché sarà proprio quella pazzia a rendervi vivi, a farvi correre per alcuni istanti all’unisono con l’eterno fuire della vita, a farvi respirare a pieni polmoni l’inebriante profumo della libertà.

Vi abbraccio tutti con afetto, Daniela

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