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Il Centro Ricerca e Innovazione

Da due anni svolgo il ruolo di dirigente del Centro Ricerca e Innovazione (CRI) della Fondazione Edmund Mach (FEM). Dopo una lunga carriera accademica, ho ritenuto che l’esperienza gestionale di un grande centro di ricerca potesse rappresentare un impegno interessante che sentivo essere nelle mie corde. Non pensavo che il compito fosse semplice, ma non ero neanche pienamente consapevole della grande attenzione e dedizione necessarie alla gestione della complessità nella struttura della FEM, della numerosità delle competenze presenti nel CRI, della molteplicità delle tematiche scientifiche affrontate. È quindi una grande sfida, non solo personale, ma soprattutto istituzionale. Nel 2024, FEM compirà 150 anni: nel tempo ha acquisito una riconosciuta rilevanza scientifica che travalica non solo i confini provinciali o nazionali ma anche continentali, e certamente mantenere questo profilo è un compito arduo, possibile solo se si perseguono strategicamente l’eccellenza delle competenze e l’efficienza delle strutture.

Il CRI è impegnato nello studio e nella promozione della transizione ecologica al fine di individuare modelli più equilibrati ed armoniosi di sviluppo degli ecosistemi naturali ed agrari, favorire la conservazione e la protezione della biodiversità, ridurre l’impatto sull’ambiente, migliorare l’efficienza energetica e l’uso sostenibile delle risorse.

La ricerca, realizzata con strumentazioni e tecnologie all’avanguardia, genera “big data” che vengono elaborati tramite metodi matematici e tecniche statistiche ed informatiche, con l’obiettivo di una comprensione olistica dei sistemi biologici. Il CRI sviluppa, progetta, utilizza ed incorpora tecnologia e strumenti digitali per monitorare ed approfondire la conoscenza degli ecosistemi naturali ed agrari e per guidare l’evoluzione dei sistemi agricoli ai fini della sostenibilità.

La ricerca focalizzata allo studio dell’agricoltura, della biodiversità e delle risorse naturali, vuole promuovere l’uso sostenibile delle risorse, migliorare la qualità degli alimenti e contribuire alla sicurezza alimentare. Inoltre, siamo impegnati a trasmettere maggiore consapevolezza su questioni importanti quali l’impatto del cambiamento climatico, la preservazione della fauna e della flora. L’obiettivo è sviluppare un approccio interdisciplinare per la gestione del sistema “uomo-animale-ambienti agricoli e naturali” come un unicum integrato ed interconnesso al fine di migliorare la salute globale. Nonostante l’impegno del CRI sia maggiormente rivolto alla ricerca scientifica e allo sviluppo di innovazione, non dimentichiamo il ruolo sociale della divulgazione delle conoscenze e della necessaria azione di sensibilizzazione in merito alle attuali importanti sfide ambientali, forestali ed agrarie, a partire da quelle del territorio trentino.

Il CRI è in costante collaborazione con enti pubblici, aziende private e organizzazioni non-profit, al fine di sviluppare soluzioni innovative per rispondere alle sfide ambientali globali, anche fornendo supporto tecnico e formativo. Grazie alle nostre competenze e all’esperienza acquisita nel corso degli anni, siamo in grado di fornire soluzioni adatte alle esigenze di tutti i nostri partner, a partire dai singoli agricoltori sino alle grandi imprese.

In sintesi, il CRI rappresenta un punto di riferimento locale, nazionale ed internazionale per tutti coloro che sono interessati allo sviluppo del sapere finalizzato alla realizzazione e promozione di pratiche agricole e alimentari sostenibili, basate sulla valorizzazione dei territori, sulla protezione dell’ambiente e della biodiversità.

Questo report viene redatto a 4 anni dall’ultima stampa con l’obiettivo di voler rappresentare, in una veste editoriale contenuta, solo alcune delle molteplici attività sviluppate dal 2018 al 2022 all’interno delle ventuno Unità di Ricerca che costituiscono il CRI.

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