Flora dolomitica

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Alessio Bertolli, Filippo Prosser, Giulia Tomasi, Carlo Argenti

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Alessio Bertolli, Filippo Prosser, Giulia Tomasi, Carlo Argenti

Flora Dolomitica Provincia autonoma di Trento

50 fiori da conoscere nel patrimonio Unesco

© edizioniosiride - 2019 [413] Rovereto - Viale del Lavoro, 14/B tel. 0464 422372 www.edizioniosiride.it | info@edizioniosiride.it © 2019 - Fondazione Museo Civico di Rovereto Rovereto, Borgo S. Caterina, 41 tel. 0464 452800 www.fondazionemcr.it | museo@fondazionemcr.it

Testi: Alessio Bertolli, Filippo Prosser, Giulia Tomasi, Carlo Argenti Progetto grafico e impaginazione: Roberto Conzatti (Osiride) Immagini: Alessio Bertolli, Alberto Chiocchetti, Michele Da Pozzo, † Luciano Maffei, Giorgio Perazza, Filippo Prosser, Giulia Tomasi, Francesco Vaona, Matteo Visintainer ISBN: 978-88-7498-303-2

Tutti i diritti sono riservati. Non è concessa nessuna duplicazione di quanto pubblicato se non con permesso scritto degli Editori. In copertina: Eritrichium nanum, Altopiano delle Pale di San Martino (foto Visintainer) In quarta di copertina: Dryas octopetala, sullo sfondo Gruppo del Sella (foto Visintainer)

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L’iniziativa dedicata alla flora delle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO che la Fondazione Museo Civico di Rovereto ha predisposto in occasione del Decennale del riconoscimento del Patrimonio Mondiale è di grande interesse ed è fortemente coerente con una parte della missione della Fondazione Dolomiti UNESCO che presiedo. Promuovere la conoscenza e valorizzare il Bene Naturale è di per sé un’azione di forte carattere interdisciplinare. Con questa pubblicazione dedicata alle cinquanta specie floristiche più caratteristiche delle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO la comunità scientifica mette a disposizione del pubblico – abitanti, turisti, studenti – una guida per scoprire o riscoprire l’eccezionale valore universale dell’estetica paesaggistica delle Dolomiti integrando il punto di vista vegetativo-botanico. Ciò che rende estremamente interessante il prezioso lavoro qui proposto è che, per ogni specie – dal raponzolo di roccia al papavero alpino, dalla Genziana brentae alla Draba dolomitica passando per la Negritella rosa e la stella alpina – le schede oltre a pubblicare le foto e i dettagli per una più facile individuazione della specie, riportano informazioni sulla morfologia, alcune curiosità e la distribuzione all’interno dei nove sistemi del Patrimonio Mondiale. Un lavoro arricchito da un linguaggio accessibile a tutti che ne permette una divulgazione di certo ampia e incisiva. Il ringraziamento della Fondazione Dolomiti UNESCO per questo significativo modo di festeggiare i dieci anni del riconoscimento UNESCO va innanzitutto al promotore dell’iniziativa, la Fondazione Museo Civico di Rovereto, al team di botanici che vi hanno lavorato e a tutti coloro che ne hanno reso possibile la realizzazione. Anche in quest’occasione si dimostra, ancora una volta, come il lavoro di squadra fra enti, persone e comunità scientifiche possa portare ad obiettivi di alto significato. Esattamente ciò che la Fondazione Dolomiti UNESCO persegue nei vari ambiti di competenza. Mario Tonina Presidente della Fondazione Dolomiti UNESCO e vicepresidente della Provincia autonoma di Trento

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Sono passati dieci anni dal riconoscimento delle Dolomiti quale Patrimonio Mondiale da parte dell’UNESCO, non solo per la straordinaria bellezza paesaggistica, ma per le peculiarità, in ogni ambito, di questo massiccio montuoso unico al mondo. La ricorrenza di questo prestigioso Decennale si è, per una fortunata coincidenza, incrociata con una delle ricerche più importanti condotte dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto che presiedo, ed è sfociata, proprio quest’anno, nella pubblicazione del volume intitolato Flora del Trentino, un atlante che rende la nostra regione la meglio conosciuta floristicamente di tutta Italia. Ci è sembrato dunque doveroso e quasi naturale offrire il nostro contributo per arricchire in modo significativo la conoscenza delle peculiarità botaniche delle Dolomiti. Il lavoro di censimento e di schedatura di tutte le specie, nella nostra regione e non solo, è frutto di un notevole impegno, perseguito in 30 anni dal team di botanici della Fondazione Museo Civico che ha indagato il territorio insieme a centinaia di collaboratori, percorrendo circa 40 mila chilometri, una distanza pari al giro del mondo. Un patrimonio di conoscenze enorme, che abbiamo voluto declinare sulle Dolomiti Patrimonio Unesco, di cui in questo volume si presentano, dopo un inquadramento generale, le 50 specie floristiche più significative, con schede, mappe di distribuzione, curiosità e meravigliose immagini, in una fruttuosa collaborazione con la Fondazione Dolomiti UNESCO, con la quale il nostro ente condivide l’obiettivo di diffondere a un pubblico il più vasto possibile la conoscenza delle “montagne rosa” patrimonio dell’umanità. Giovanni Laezza Presidente della Fondazione Museo Civico di Rovereto

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Introduzione

Le Dolomiti patrimonio UNESCO comprendono un complesso di gruppi montuosi che sorgono isolati, con una varietà di forme verticali (pinnacoli, pale ...) ed orizzontali (cenge, fessure ...) in contrapposizione alle linee morbide e sinuose delle praterie alpine sottostanti. Il termine deriva dal nome del naturalista francese Déodat de Dolomieu (1750-1801) che per primo studiò il particolare tipo di roccia che le edifica, battezzata in suo onore dolomia, costituita principalmente dal minerale dolomite (MgCa(CO3)2) ovvero carbonato doppio di calcio e magnesio. Questa particolare composizione chimica è alla base del fenomeno dell’enrosadira. Con la luce del sole le rocce dolomitiche assumono infatti un colore rosato che si fa più accentuato all’alba e al tramonto. Questo particolare cromatismo si ha per via della particolare composizione chimica del minerale dolomite che incrementa la riflettività delle pareti rocciose a seconda della diversa posizione del sole (ovvero dell’angolo della radiazione solare incidente) e alle condizioni dell’atmosfera (cielo più o meno terso). Infatti il fenomeno dell’enrosadira può manifestarsi in modo significativamente diverso nei vari periodi dell’anno, cambiando sensibilmente tra un giorno e l’altro in base alle condizioni meteorologiche. Di qui l’appellativo “monti pallidi” spesso utilizzato per indicare genericamente queste montagne. Le Dolomiti sono iscritte quale Bene del Patrimonio Mondiale UNESCO a partire dal 26 giugno 2009. I criteri che hanno permesso alle Dolomiti di ricevere questo importante riconoscimento si basano sulla loro eccezionale bellezza e sulla storia geologica che esse raccontano. Le Dolomiti inoltre vantano una notevole valenza botanica sia in termini di ricchezza floristica (numero di specie) che di elevato numero di endemismi, cioè di piante che al mondo crescono in un limitato settore. Le specie endemiche strette, ovvero legate al solo distretto dolomitico, sono diverse tra cui Campanula morettiana, Draba dolomitica, Gentiana brentae, Nigritella buschmanniae, Rhizobotrya alpina e Saxifraga facchinii. Per quanto riguarda la tutela ambientale, oltre al riconoscimento UNESCO, il territorio dolomitico è compreso in ben 9 parchi naturali: Parco Nazionale dolomiti bellunesi Parco Naturale dolomiti Friulane, Parco Naturale Fanes Senes Braies, Parco Naturale Dolomiti di Sesto, Parco Naturale Dolomiti d’Ampezzo, Parco Naturale Puez Odle, Parco Naturale Sciliar-Catinaccio, Parco Naturale Adamello-Brenta e Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino.

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Inquadramento geografico Le Dolomiti sono situate nella parte nord-orientale dell’Italia e il loro territorio, di oltre 5000 km2, è suddiviso tra il Trentino-Alto Adige, il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia, e si estende tra le province di Belluno, Bolzano, Trento, Udine e Pordenone. Monte

Quota

Ambito

Provincia di appartenenza

Marmolada (Punta Penia)

3.348

Dolomiti di Fassa

Belluno; Trento

Antelao

3.264

Dolomiti Cadorine

Belluno

Tofana di Mezzo

3.245

Dolomiti Ampezzane

Belluno

Monte Civetta

3.220

Dolomiti Settentrionali

Belluno

Vezzana

3.192

Gruppo Pale di San Martino-Feruc

Belluno; Trento

Sassolungo

3.181

Dolomiti di Gardena

Bolzano

Punta dei Tre Scarperi

3.152

Dolomiti di Sesto

Bolzano

Cima Brenta

3.151

Dolomiti di Brenta

Trento

Croda Rossa d’Ampezzo

3.146

Dolomiti di Braies

Belluno; Bolzano

Cima Cunturines

3.064

Dolomiti Orientali di Badia

Bolzano

Le vette più alte di ciascun ambito delle Dolomiti patrimonio UNESCO.

Potentilla nitida dal Col Rodella verso il Sasso Piatto e il Sasso Lungo (foto Chiocchetti)

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Esse coprono un’area di più di 90 km da nord a sud, e di 100 km in direzione est a ovest. I più importanti fiumi che rientrano nel territorio dolomitico sono l’Isarco e l’Adige, la Rienza, il Piave, e infine l’Avisio ed il Cordevole che scorrono da nord a sud attraverso le Dolomiti. L’unico massiccio ad ovest dell’Adige è il gruppo del Brenta, che ha la forma di un grande ovale e che rimane leggermente separato dal resto delle Dolomiti. Le Dolomiti, intese nell’accezione più ristretta, vengono divise in due zone dal corso del torrente Cordevole (il quale scorre in provincia di Belluno ed è il principale affluente del Piave), in Dolomiti Orientali, ovvero ad est del Cordevole, e Dolomiti Occidentali ad ovest del Cordevole. Spesso si riporta la Marmolada come la cima più alta delle Dolomiti, con i suoi 3.343 m s.l.m., ma è da notare come questa montagna non sia affatto costituita da dolomia, bensì in prevalenza da calcari bianchi molto compatti derivati da scogliere coralline, con inserti di materiale vulcanico. Collocata a scavalco 11


Mappa generale con i 9 Gruppi Dolomitici inseriti nel Patrimonio Unesco.

Sistema

Gruppo Dolomitico

Estensione (ha)

Provincia di appartenenza

1

Pelmo, Croda da Lago

4.344

Belluno

2

Marmolada

2.208

Belluno; Trento

3

Pale di San Martino, San Lucano, Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine

31.666

Belluno; Trento

4

Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave

21.461

Belluno, Pordenone, Udine

5

Dolomiti settentrionali

53.586

Belluno, Bolzano

6

Puez-Odle

7.930

Bolzano

Sciliar-Catinaccio, Latemar

9.302

Bolzano, Trento

8

Bletterbach

271

Bolzano

Dolomiti di Brenta

11.135

Trento

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tra Trentino e provincia di Belluno, è stata inclusa nelle Dolomiti dall’UNESCO oltre che per la sua particolare bellezza, soprattutto perché idonea a ricerche e monitoraggi nell’ambito dei cambiamenti climatici.

Inquadramento geologico e geomorfologico Le Dolomiti sono la testimonianza di un’antica formazione corallina, nel mare del Mesozoico, alla quale si è sovrapposta una larga espansione vulcanica, ed oggi si hanno sia substrati calcarei che rocce silicatiche. 12

Successivamente, tra il Cretaceo (ca. 100 milioni di anni fa) e il Miocene (ca. 15 milioni di anni fa), lo scontro tra la placca europea e la placca africana (orogenesi alpina) fece emergere queste rocce innalzandole fino ad oltre 3000 m sopra il livello del mare. Circa 2 milioni di anni fa, le Dolomiti, al pari di quasi tutto l’arco alpino, vennero ricoperte dai ghiacci cosicché presentavano un aspetto simile a quello dell’attuale Antartide. L’ultima glaciazione, detta Würmiana, modificò fortemente la geomorfologia di queste montagne. In tutto il territorio dolomitico sono ben riconoscibili morfologie glaciali e periglaciali come sezioni vallive a V, circhi glaciali e morene. Altre morfologie presenti sono legate invece all’azione dei corsi d’acqua, ai fenomeni carsici, nonché a nicchie di distacco e accumuli di frana, falde e coni detritici. Inoltre, in molte zone sono ben visibili movimenti tettonici, testimoniati dalla presenza di creste sezionate da fratture, dislocazioni stratigrafiche, scarpate. Le Dolomiti sono ancora oggi in continua evoluzione e le cause sono da ricercare in diversi fattori, non solo climatici e metereologici, ma anche strutturali ed umani. Di recente, forti innalzamenti di temperatura, successive gelate ed intense piogge hanno determinato frane di fango e crolli rocciosi.

Inquadramento climatico

L’importanza geologica delle Dolomiti che sta alla base del riconoscimento UNESCO è dovuta proprio alle sue sequenze litologiche triassiche oltre che al processo di dolomitizzazione delle sue rocce carbonatiche. Il paesaggio dolomitico è il risultato di una particolare storia geologia che vanta 250 milioni di anni di trascorso. Il processo litogenetico durante il quale si sono formate le rocce dolomitiche ha avuto inizio durante il periodo Triassico e ha preso avvio dall’accumulo di conchiglie, coralli e alghe calcaree in un ambiente che al tempo era tropicale, con acque calde e poco profonde, formando una sorta di barriera corallina. flora dolomitica

Esiste una sensibile differenza climatica tra i gruppi dolomitici posti a ridosso del margine meridionale delle Alpi e quelli situati in zone più interne. I primi intercettano le correnti di aria umida provenienti da sud e sono maggiormente protetti dalle correnti fredde settentrionali. Per questo godono di una maggiore piovosità e in generale di una maggiore umidità atmosferica e presentano sbalzi termici di regola meno accentuati. Questo clima ha caratteristiche maggiormente oceaniche e viene detto anche esalpico. I gruppi posti più all’interno della catena alpina, al contrario, presentano una minore piovosità dato che le correnti cariche di area umida giungono qui dopo aver scaricato gran parte della propria umidità, sotto forma di precipitazioni, ai margini delle Alpi. L’aria è quindi mediamente più asciutta e gli sbalzi termici sono di conseguenza più accentuati. Questo clima ha caratteristiche più continentali e viene anche detto endalpico. Ad esempio il clima nelle Vette Feltrine, poste presso il margine meridionale delle Alpi, risulta sensibilmente diverso rispetto al clima delle Dolomiti settentrionali, situate più all’interno: il primo ha caratteristiche più oceaniche, il secondo più continentali. flora dolomitica

Anche all’interno di ciascuno dei nove sistemi dolomitici che costituiscono il patrimonio Dolomiti UNESCO è di solito possibile individuare un gradiente climatico nord/sud: le parti più meridionali presentano di regola caratteristiche climatiche più oceaniche rispetto alle parti più settentrionali. Più in particolare ciascun rilievo presenta in realtà un proprio clima locale che comunque varia in funzione soprattutto della quota e dell’esposizione. Ad ogni modo, in linea generale, le estati sono fresche, raramente afose, le mezze stagioni abbastanza piovose e gli inverni secchi ma non troppo rigidi. Per quanto riguarda le precipitazioni, i gruppi dolomitici posti più a nord ricevono in generale meno pioggia su base annua rispetto a quelli situati più a sud. I massimi cadono soprattutto in estate, nelle zone più continentali, e in primavera ma soprattutto in autunno in quelle più oceaniche. La piovosità, spazia da sotto 1.000 mm, nei gruppi dolomitici settentrionali, fin oltre 1.500 mm in quelli meridionali. La neve inizia ad accumularsi a novembre e le varie perturbazioni mantengono il manto nevoso fino a marzo, talvolta fino ad aprile. La neve cade di frequente, ma essendo l’inverno mediamente la stagione più secca dell’anno, questa non è mai molto abbondante. Sopra i 1.500 metri di quota si possono avere fenomeni nevosi in ogni periodo dell’anno. Le temperature diminuiscono con l’aumentare della quota, con alcune eccezioni nei luoghi situati su fondovalle ampi e piatti dove in inverno spesso si hanno condizioni che portano ad inversione termica. Per esempio, le temperature medie minime di gennaio che si registrano a Dobbiaco, situato a ca. 1.200 metri s.l.m., sono più basse di quelle che si registrano nello stesso periodo al Passo Rolle, situato a oltre 2.000 metri di quota. Le estati sono relativamente brevi e con temperature diurne piuttosto miti. Negli abitati posti a ridosso dei gruppi dolomitici di solito le temperature massime estive sono mediamente inferiori a 25°C. Tuttavia negli ultimi anni, eccezionalmente caldi, non sono mancate punte di temperatura superiori a 30°C in paesi a quote intermedie come Predazzo e Santo Stefano di Cadore. Per quanto riguarda i venti, se nel fondovalle si può registrare solo una modesta ventilazione per lo più a regime di brezza, situazioni ben diverse si riscontrano nelle posizioni di vetta, dove la maggior velocità del vento può rendere insopportabili anche temperature di pochi gradi sotto lo zero. Infine, bisogna considerare che le temperature sono fortemente influenzate da vari fattori quali l’altitudine, l’orografia e l’esposizione: i luoghi più alti, a parità di condizioni, sono più freddi di quelli più bassi; le 13


località poste su fondovalle piani tendono a essere mediamente più fredde di quelle poste in pendio o su fondovalle inclinati; i luoghi su versanti esposti a sud sono meno freddi di quelli esposti a nord.

Inquadramento vegetazionale L’ambiente vegetale attuale delle Dolomiti ha origini recenti a confronto con la loro storia geologica: esso dipende da processi evolutivi connessi all’orogenesi alpina, ed a fasi successive tra le quali hanno particolare importanza l’espansione della flora eurasiatico-temperata durante il Pliocene (5,3-2,5 milioni di anni fa), di quella artico-alpina durante le glaciazioni e le fasi di colonizzazione dopo l’ultima glaciazione (12.000 anni fa). Il territorio coinvolto dalle Dolomiti patrimonio UNESCO è caratterizzato dalla presenza di ambienti intrinsecamente molto variegati, in relazione al macroclima (più oceanico oppure più continentale), il microclima, all’esposizione dei versanti, all’escursione altitudinale, ai suoli, ecc., adatto ad ospitare tipologie vegetazionali molto diversificate. Elevandosi dalle basse quote fino alle alte cime rocciose, le piante assumono diversi colori e forme, risultato della capacità di adattamento nei confronti dei fattori climatici, edafici e morfologici. In maniera molto schematica, le tipologie di vegetazione che si possono osservare entro i confini delle Dolomiti UNESCO sono:

• Prati/pascoli

al di sotto del limite superiore del

bosco Si tratta di praterie ottenute per disboscamento e diffuse prevalentemente negli orizzonti montano e submontano. Molti sono ancora utilizzati dall’uomo tramite il pascolo (soprattutto bovino) e lo sfalcio. Nelle zone più inaccessibili, invece, queste zone prative sono sempre più spesso abbandonate e soggette al naturale dinamismo evolutivo della vegetazione, con intensa ricolonizzazione di specie arbustive e arboree provenienti dai boschi vicini.

• Boschi di latifoglie Il faggio (Fagus sylvatica) nell’orizzonte submontano e montano inferiore è la latifoglia più diffusa popolando interi versanti, però limitatamente ai gruppi dolomitici più esterni (esalpici), a clima più oceanico. Su versanti esposti a settentrione, in posizioni riparate, al faggio si associa spesso l’abete bianco (Abies alba). Nei settori più marcatamente oceanici la faggeta risale lungo i versanti fino al limite superiore della vegetazione 14

forestale, dove viene a contatto con le mughete. Più frequentemente, tra la faggeta e la mugheta si frappone una fascia di bosco di conifere dominata da abete rosso. Lungo le pendici meridionali, su versanti molto acclivi e su suoli piuttosto primitivi con scarsa disponibilità idrica, nelle formazioni di faggio si registra la presenza diffusa del carpino nero (Ostrya carpinifolia), accompagnato da altre specie termofile. Più raramente, in ambienti di forra e su terreni particolarmente fertili, s’incontrano boschi mesofili§ dominati da acero montano (Acer montano) e frassino (Fraxinus excelsior).

• Boschi di conifere

A loro volta possono essere schematizzati in tre principali tipologie: 1. Pinete di pino nero (Pinus nigra), si tratta di boschi e formazioni rupestri, diffuse nell’orizzonte submontano e montano inferiore nei gruppi dolomitici più sudorientali. Alle quote più elevate il pino nero si insedia in prossimità delle pareti rocciose, colonizzando con singoli individui gli anfratti più favorevoli ed assumendo un particolare portamento allargato. Spesso, inoltre, il pino nero si insedia lungo le alluvioni appena stabilizzate dalla vegetazione pioniera§. 2. Pinete di pino silvestre (Pinus sylvestris), occupano il piano montano, soprattutto delle vallate più interne (continentali) e meno esposte ai venti umidi, costituendo per lo più formazioni pioniere§ diffuse su ripidi versanti scoscesi o lungo sfasciumi calcareo-dolomitici ad elevata pendenza. 3. Boschi montani e subalpini di conifere che verso l’alto raggiungono il limite superiore della vegetazione forestale e delle piante arboree. Si tratta in prevalenza di abete rosso (Picea abies), ampiamente diffuso soprattutto in zone continentali. Nella fascia subalpina diventano importanti anche il larice (Larix decidua) e, in condizioni di spiccata continentalità, il pino cembro (Pinus cembra); qui gli accrescimenti sono lenti e possono essere presenti esemplari vetusti.

• Brughiere e cespuglieti primari Si tratta di formazioni a dominanza di piante legnose di bassa statura o di arbusti che colonizzano soprattutto il piano subalpino. Tra queste, molto caratteristiche sono le mughete, cenosi a dominanza di Pinus mugo, molto resistente, con rami elastici in grado di sopportare il peso delle nevi flora dolomitica

e di proteggere i versanti dalle valanghe. Al pino mugo dominante si possono associare il rododendro irsuto (Rhododendron hirsutum), il ginepro nano (Juniperus nana) e il più raro camecisto (Rhodothamnus chamaecistus). Al variare delle condizioni edafiche (per esempio tramite acidificazione superficiale del suolo) può essere favorito l’ingresso del mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) e del rododendro ferrugineo (Rhododendron ferrugineum).

• Praterie di alta quota A queste quote i fattori ambientali (temperatura, vento, neve, ecc.) diventano molto limitanti ed impediscono l’insediamento di specie arboree e arbustive lasciando libero spazio a formazioni erbacee primarie di alta montagna (piano alpino e subalpino superiore). Si tratta di cenosi dominate da graminacee e ciperacee tra cui Carex firma, Carex sempervirens e Sesleria varia, che ospitano fioriture spettacolari e numerose specie endemiche. Fin verso i 2.300-2.500 m circa, queste praterie tendono a formare un manto erbaceo continuo, solo localmente interrotto da colate di detriti o risalite di arbusteti. • Rupi e ghiaioni Comprendono i tipi di vegetazione che si sviluppano su pareti rocciose più o meno verticali o su sfasciumi collocati alle quote più elevate. Si tratta di cenosi pioniere§ adattate all’ambiente rupestre o a ghiaioni. Alle quote più elevate (oltre i 1800 metri) ospitano piante con forme prostrate§, a cuscinetto e pulvino§, con radici molto sviluppate tali da colonizzare le limitate tasche di suolo presenti. Rupi, ghiaioni, pietraie, conoidi detritiche, sfasciumi rocciosi ed estesi greti e canaloni torrentizi sono elementi peculiari del paesaggio dolomitico. • Le zone umide Le zone umide assumono assoluto rilievo nel panorama della diversità ambientale dolomitica a tutte le quote e per questo sono motivo di grande interesse naturalistico. Le torbiere montane in particolare conservano alcune specie minacciate di estinzione a livello nazionale. Al limite superiore della vegetazione troviamo altre particolari zone umide che si formano in corrispondenza di alluvioni dei torrenti glaciali, regno di specie boreali relitte; si tratta di ambienti molto vulnerabili, anche ai cambiamenti climatici, da monitorare con particolare attenzione. flora dolomitica

Va infine ricordato che il territorio Dolomiti UNESCO coincide in molti casi con le cosiddette aree Natura 2000. Si tratta di aree tutelate ai sensi della direttiva 43/92/CE, la cosiddetta “Direttiva Habitat”, che ha lo scopo di salvaguardare la biodiversità attraverso la tutela di habitat e specie. Nelle aree Natura 2000 gran parte degli habitat sopra ricordati sono espressamente tutelati. In particolare, gli habitat maggiormente rappresentati e tutelati dalla Direttiva sono i seguenti: 3220 Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea 4060 Lande alpine e boreali 4070* Boscaglie di Pinus mugo e Rhododendron hirsutum 4080 Boscaglie subartiche di Salix spp. 6170 Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine 6230* Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo delle zone montane 6430 Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile 8120 Ghiaioni calcarei e scisto-calcarei montani e alpini 8210 Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica 8240* Pavimenti calcarei 8310 Grotte non ancora sfruttate a livello turistico 9410 Foreste acidofile montane e alpine di Picea (Vaccinio-Piceetea) * tutela prioritaria

Importanza storico-botanica In questo capitolo non si vuole ripercorrere in maniera dettagliata l’esplorazione floristica delle Dolomiti perché altrimenti non basterebbe un trattato; lo scopo è quello di fissare solo alcune tappe storiche che sono alla base della conoscenza botanica attuale delle Dolomiti. I primi studi botanici in ambito dolomitico risalgono all’epoca medievale ed erano legati essenzialmente agli usi terapeutici delle piante, limitati in generale a riprendere e rielaborare i lavori di autori classici come Discoride, Teofrasto, Plinio e Columella. Lo scopo era quello di ritrovare nella flora locale le piante medicinali descritte da questi grandi medici-naturalisti dell’antichità. Solo verso la fine del medioevo si iniziò a rendersi conto che le pubblicazioni del periodo classico descrivevano piante di paesi troppo lontani, che poco avevano a che fare con la flora alpina. Inoltre, le grandi opere dell’antichità classica, come il De materia medica di Dioscoride del I secolo d.C., erano 15


spesso troppo generiche o imprecise, anche per via delle ripetute trascrizioni, per poter essere realmente usate per riconoscere le piante. Lo spirito del rinascimento stava infatti coinvolgendo anche la botanica: l’interesse di medici e speziali si spostò sempre più dallo studio degli antichi codici alla ricerca sul campo della flora locale, scoprendo la sua ricchezza di forme e la sua bellezza. Forse la più antica opera in tal senso in ambito dolomitico è il Codex Bellunensis, risalente probabilmente alla prima metà del 1400. In questo erbario figurato vengono descritte le piante che al tempo erano usate a scopi medicinali. Nel Codex Bellunensis, in particolare, sono riportate ca. 300 specie di cui molte provenienti dai monti presso Belluno, poiché – fatto del tutto insolito per l’epoca – sono riportate varie zone di raccolta (es. M. Serva, M. Talvena). Con l’inizio dell’età moderna, prese slancio l’interesse per l’osservazione e lo studio diretto della natura, coinvolgendo un maggior numero di studiosi. Tra il 1500 e il 1600, nacque la botanica in ambito universitario con la costruzione dei primi giardini botanici. Naturalisti, medici e farmacisti iniziarono a fare vere e proprie esplorazioni floristiche pubblicandone i risultati. Tra questi va menzionato il medico Agostino Alpago di Belluno, il quale aveva rapporti di corrispondenza con celebri naturalisti dell’epoca, come Pier Andrea Mattioli e Pietro Antonio Michiel: quest’ultimo pubblicò alcune piante raccolte presso Belluno da Alpago. Successivamente, il farmacista Nicolò Chiavena di Belluno segnalò come Absinthium umbelliforum, la pianta che poi fu denominata da Linneo Achillea clavenae. Tuttavia, per quel che riguarda il territorio delle Dolomiti a nord delle Vette di Feltre, si era ancora ad uno stadio assai arretrato di conoscenza. Esse rimasero per lungo tempo non investigate e sottovalutate dal punto di vista dell’importanza floristica, essendo difficili da raggiungere ed essendo territorio di confine tra l’Impero Austro-Ungarico e la Repubblica veneziana. Nel 1712 Antonio Tita scalò le Vette Feltrine annotando oltre un centinaio di specie. Nel 1724 Giovanni Girolamo Zannichelli (1662-1729) ripeté questa escursione riportando una dettagliata descrizione della sua ascesa alle Vette. Questa escursione viene considerata da Sandro ed Erica Pignatti, nella monografia Plant life of the Dolomites (2017), come il vero inizio degli studi floristici sulle Dolomiti. Sempre Zannichelli nel 1730 effettua un viaggio sul Monte Cavallo, nelle Dolomiti Friulane. Più o meno dello stesso periodo è Andrea de Petris, laureato in medicina a Padova nel 1722: egli ci lascia un manoscritto con 352 illustrazioni 16

di piante, molte delle quali raccolte sulle Dolomiti. Poco tempo dopo Giuseppe Agosti di Belluno (17151786) si occupa di flora locale: il suo erbario esiste ancora oggi assieme al suo scritto De re botanica. Parallelamente agli studi botanici, sono sempre più interessati a queste montagne anche i geologici che visitano questi luoghi per studiarne la composizione delle rocce: è proprio in questi anni che le Dolomiti prendono il nome dal francese Déodat de Dolomieu (1750-1801) che per primo analizzò il particolare tipo di roccia predominante nella regione e si accorse della sua particolare natura chimica. Fu così che in suo onore il carbonato doppio di calcio e magnesio venne battezzato “dolomite”. Dopo un lungo periodo di stasi legato alla rivoluzione francese, alle guerre napoleoniche e a tutti gli strascichi bisognerà attendere fino al XIX secolo per avere nuovi e decisivi impulsi in campo floristico. Essi vennero soprattutto grazie a Franz Hausmann, autore della prima Flora del Tirolo (1851-1854), e a Francesco Facchini, autore della Flora Tiroliae Cisalpinae (pubblicata postuma nel 1855). Tra i due non mancò rivalità. Nella flora di Hausmann confluirono molti dati di collaboratori, in parte locali. Facchini, medico fassano scopritore e descrittore tra l’altro di Sempervivum dolomiticum, indagò molto dettagliatamente le Dolomiti. In queste due opere furono per la prima volta messe in evidenza alcune delle più preziose specie endemiche che si trovano in quest’area. Importanti per la conoscenza della flora delle Dolomiti furono anche le pubblicazioni di due flore, quella di Francesco Ambrosi (1854-1857) abbracciante l’attuale Trentino-Alto Adige e quella di Enrico Gelmi (1893) che riguarda il solo Trentino. Studi botanici provennero dalle Università austriache, in particolare da Innsbruck e Vienna con Anton Kerner (1831-1898) e Richard Wettstein (1863-1931). Particolarmente importante fu l’opera di Rupert Huter, che talora in collaborazione con Pietro Porta e Gregorio Rigo, effettuò numerose esplorazioni; religioso di Vipiteno, non si dedicò solo allo studio della flora delle Dolomiti sudtirolesi, ma anche a quelle friulane dove rinvenne, tra l’altro, l’Arenaria che oggi porta il suo nome (A. huteri). Nella seconda metà del XIX secolo, con la nascita dell’alpinismo, la fama delle Dolomiti valica ampiamente l’ambito locale. Esse sono decantate nei resoconti d’avventura dei primi scalatori che rimanevano affascinati dalla verticalità e monumentalità di questi ambienti. In questo periodo, numerosi naturalisti provenienti dalle principali Università italiane, ma anche austriache e tedesche, frequentano le flora dolomitica

Allium victorialis, Cinque Torri - Nuvolau (foto Da Pozzo) flora dolomitica

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Dolomiti, pubblicando dati e resoconti di escursioni. Questa grande messe di dati viene magistralmente riassunta, assieme ai risultati di tutte le esplorazioni precedenti, nella monumentale Flora von Tirol di Dalla Torre e Wilhelm Sarnthein (1900-1913): un lavoro molto dettagliato e critico, limitato però alla porzione Austro-Ungherese delle Dolomiti. Questi dati, opportunamente sintetizzati, si ritrovano poi in opere a carattere divulgativo che hanno fornito le basi a successive generazioni di naturalisti: tra queste si possono ricordare la Dolomiten-Wanderbuch di Hermann Delago (1930), la Schulflora für Österreich di Anton Heimerl (1903; 1912) e la Nostra Flora di Giuseppe Dalla Fior (1926). Tra le due guerre è da registrare l’attività di tre botanici italiani: Renato Pampanini, Pio Bolzon e Silvia Zenari. Di Pampanini è fondamentale la Flora del Cadore, pubblicata postuma nel 1958: si tratta di un catalogo che contiene, oltre a numerosissimi dati dell’autore, tutte le segnalazioni allora note per quell’area; è un’opera la cui consultazione è irrinunciabile anche ai giorni nostri. Di Bolzon ci rimangono numerosi contributi floristici da varie località delle Dolomiti. Di Zenari pure ci rimangono numerosi lavori e ancor più ricche raccolte d’erbario, che si riferiscono soprattutto, ma non solo, al Comelico. Durante la seconda guerra mondiale l’attività botanica sul territorio delle Dolomiti fu molto ridotta e per assistere ad un nuovo e importante rilancio in campo floristico bisogna attendere gli anni 60’ del secolo scorso con il progetto di cartografia floristica dell’Europa media, propugnato dal tedesco Ulrich Hamann e dall’austriaco Friedrich Ehrendorfer. Da qui presero l’avvio le esplorazioni floristiche effettuate da Harald Niklfeld, dell’Università di Vienna, e da Erika e Sandro Pignatti, allora all’Università di Trieste. I dati del primo costituiscono la base dell’atlante floristico della provincia di Bolzano (www.florafauna.it/). I dati dei secondi hanno recentemente trovato sbocco in due pubblicazioni, Plant Life of Dolomites: Vegetation, Structure and Ecology (2014) e Atlas of Flora (2017): queste opere rappresentano un importante contributo generale alle Dolomiti (solo le Dolomiti di Brenta e le Dolomiti friulane risultano escluse), non solo riguardo la componente floristica ma anche quella vegetazionale. Nell’ultimo trentennio le esplorazioni floristiche nell’area delle Dolomiti si sono ulteriormente intensificate grazie all’attività di floristi locali, sia professionisti, sia dilettanti. Oltre a vari parchi naturali, importanti centri di studio e raccolta dati sono oggi il Museo Friulano di Scienze Naturali di Udine, il Museo di Scienze Naturali di Bolzano e il Museo 18

Civico di Rovereto. Grazie a questa attività sono state pubblicate varie flore locali aventi per oggetto singoli ambiti dolomitici, tra cui il Parco Paneveggio-Pale di S. Martino (Festi & Prosser, 2000), il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi (Argenti & Lasen, 2000), il Parco Adamello-Brenta (Prosser & Festi, 2008), lo Sciliar (Wilhalm, 2008), il Parco Naturale Dolomiti Friulane (Buccheri, 2010), l’Ampezzano (Da Pozzo et al., 2016). Sono trascorsi quasi 300 anni dal lavoro di Zannichelli e da allora indubbiamente sono stati fatti notevoli progressi nella conoscenza della ricchezza floristica delle Dolomiti. Tuttavia, questo territorio riserva ancora interessanti scoperte, com’è dimostrato ad esempio dalla recente scoperta di una specie “simbolo” come Carex maritima, rinvenuta per la prima volta in Veneto nel Lagazuoi, ben più ad oriente rispetto ad altre stazioni precedentemente note (Lasen & Da Pozzo, 2017).

solo gli ambienti di altitudine e particolarmente selvaggi, e manchino i fondivalle, vi risulta ottimamente rappresentata la parte più pregevole della flora, ovvero le specie endemiche. Ad esempio, considerando ancora le core zone che ricadono in Trentino, sono ben 95 le specie endemiche (e subendemiche) a livello alpino ad essere comprese. La “Direttiva Habitat” tutela più specie presenti nei territori UNESCO, tra cui le più significative sono: Arnica montana (Allegato 5), Artemisia genipi (All. 5), Campanula morettiana (All. 4), Cypripedium calceolus (All. 2), Physoplexis comosa (All. 4), Primula glaucescens (All. 4), Primula spectabilis [=P. polliniana] (All. 4). Tra queste la più famosa è forse Cypripedium calceolus, la Scarpetta della Madonna, una delle più belle orchidee della flora europea.

Importanza floristica

Già nell’Ottocento si è constatato che specie ad areale§ molto ridotto si trovano con frequenza decisamente maggiore lungo il margine meridionale delle Alpi rispetto alle Alpi centrali o settentrionali. L’ipotesi più accreditata per spiegare questa evidenza viene fornita dalle glaciazioni. Alla fine del Terziario, con il raffreddamento del clima, i ghiacciai avanzarono coprendo gran parte delle Alpi. Durante l’ultima grande espansione glaciale, all’incirca tra 20.000 e 15.000 anni fa, le Alpi furono ricoperte da una spessa coltre di ghiaccio che raggiungeva i 2 km di spessore nelle maggiori valli alpine. I geomorfologi hanno però evidenziato che la glaciazione risparmiò alcuni gruppi montuosi, e soprattutto quelli disposti lungo il margine meridionale delle Alpi. Si ipotizza quindi che questi gruppi montuosi funsero da rifugio per la flora preesistente. Al ritiro dei ghiacciai una parte di questa flora ricolonizzò le Alpi a partire dalle aree di rifugio assieme ad altre specie immigrate da altri territori (ad esempio dall’Asia). Alcune specie rimasero invece relegate a questi rifugi perché incapaci di espandersi, e sono sopravvissute fino ai tempi nostri: queste sono le specie endemiche ad areale§ ristretto. In particolare si possono individuare due gruppi di specie endemiche: a) specie paleoendemiche, ossia specie che prima delle ere glaciali erano diffuse, ma l’avanzata glaciale ne ha ridotto sempre di più l’areale§ globale fino a restringerlo a una o poche aree di rifugio; b) specie neoendemiche, che si sono formate durante e dopo le glaciazioni da specie più ampiamente diffuse per deriva genetica a partire da popolazioni isolate nelle aree rifugio.

Nelle Dolomiti la particolare complessità geologica, la considerevole variabilità climatica e, alle quote inferiori, l’influenza antropica hanno creato un gran numero di ambienti assai diversificati. Ciò spiega la presenza di paesaggi vegetali caratteristici e diversificati, in grado di ospitare una flora particolarmente ricca. Attualmente non esiste un censimento floristico preciso del territorio Dolomiti UNESCO, né delle core zone e tanto meno delle buffer zone, per cui non si conosce il numero di specie presente in questi territori. In The Plant Life of Dolomites. Atlas of Flora, Erica e Sandro Pignatti indicano per le Dolomiti in generale ca. 2.250 specie, ma sono compresi ampi territori, ad esempio i fondovalle e il siliceo Lagorai, che non sono inclusi nel bene UNESCO, mentre alcune aree UNESCO sono escluse dalle Dolomiti così come delimitate nell’atlante citato. Limitatamente al Trentino, per il quale si dispone di numerosi dati georeferenziati con sufficiente precisione ed è quindi possibile effettuare conteggi piuttosto precisi, risultano all’interno dei territori UNESCO (solo nella core zone) quasi 1.000 specie, mentre la flora spontanea dell’intero Trentino assomma a circa 2.560 specie. È evidente che l’esclusione dei fondovalle limita la ricchezza floristica. Come ulteriore riferimento può essere considerato uno solo dei nove sistemi in cui sono suddivise le Dolomiti UNESCO, ovvero le Dolomiti di Brenta: sempre limitatamente alla core zone, in questo territorio sono inclusi poco più 800 specie. Benché nelle core zone siano rappresentati in generale flora dolomitica

Il fenomeno degli endemismi

flora dolomitica

Gentiana brentae

La presenza di una ventina di specie endemiche ad areale§ ristretto sulle Dolomiti testimonia che esse rimasero almeno in parte libere dai ghiacci, soprattutto nelle catene più meridionali. A livello di Alpi orientali le Dolomiti sono superate solo dalle Prealpi lombarde come numero di specie endemiche ad areale§ particolarmente limitato. Sulle Dolomiti gli endemismi floristici si concentrano sulle rupi, sui grandi altopiani glaciocarsici e negli ambienti rocciosi di vetta. Tra le specie endemiche a distribuzione più limitata, e quindi di maggior interesse naturalistico, presenti nel territorio Dolomiti UNESCO vanno citate: Arenaria huteri, Campanula morettiana, Carex baldensis, Draba dolomitica, Erysimum aurantiacum, Euphorbia triflora subsp. kerneri, Festuca austrodolomitica, Festuca pseudovaria, Galium baldense, Gentiana brentae, Gentiana froelichii subsp. zenariae, Gentiana pumila, Hypochaeris facchiniana, Laserpitium nitidum, Leucopoa laxa, Nigritella buschmanniae, Noccaea minima, Pinguicula poldinii, Primula polliniana, Primula tyrolensis, Primula wulfeniana, Rhizobotrya alpina, Saxifraga depressa, Saxifraga facchinii, Sempervivum dolomiticum. Si può notare che alcune specie prendono il nome proprio dalle Dolomiti. 19


Achillea atrata Famiglia:

Asteraceae (Compositae)

Nome italiano: Achillea del calcare Nome tedesco: Schwarze Schafgarbe Nome inglese: Black Milfoil Fioritura:

luglio-settembre

Morfologia:

Piccola camefita§ suffruticosa§ (fusto alto 10-25 cm) con foglie pennatosette§. Le infiorescenze§ sono piccoli capolini§ terminali peduncolati raccolti in corimbi§. Rispetto ad Achillea erba-rotta subsp. moschata si distingue soprattutto per le squame§ dei capolini§ con margine quasi nero largo 0,5-0,6 mm e per il fusto in alto con pelosità patente§.

Ecologia:

Cresce su pietraie calcareo-dolomitiche.

Distribuzione: Specie endemica§ della catena alpina. Nel Gruppo di Brenta è diffusa e tipica, nelle Dolomiti è per lo più sostituita da A. oxyloba, che ha di regola un solo capolino§.

Foto Prosser

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie. Per il Gruppo Puez-Odle solo dati storici.

A. erba-rotta subsp. moschata

A. oxyloba

Achillea atrata, Dolomiti di Brenta: dintorni del Passo a nord di Monte Corona (foto Prosser) flora dolomitica

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Allium victorialis Famiglia:

Amaryllidaceae (Alliaceae)

Nome italiano: Aglio vittoriale Nome tedesco: Allermannsharnisch Nome inglese: Alpine Leek Fioritura:

giugno-settembre

Morfologia:

Aglio dal fusto eretto (alto 20-60 cm) e con foglie picciolate§ e a lamina§ lanceolata§ in prevalenza basali. Rispetto al simile Allium ursinum (che però vive in tutt’altri ambienti) le foglie sono coriacee§ e piegate per il lungo e il picciolo è inserito a metà fusto. Inoltre i fiori sono bianco-giallastri e le tuniche del bulbo§ sono fibrose.

Ecologia:

Predilige versanti erbosi subalpini e alpini.

Distribuzione: Circumboreale.

Foto Chiocchetti

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Foto Prosser Allium victorialis, Cinque Torri - Nuvolau (Foto Da Pozzo) flora dolomitica

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Alyssum ovirense Famiglia:

Brassicaceae (Cruciferae)

Nome italiano: Alisso di Obir Nome tedesco: Karawanken-Steinkraut Nome inglese: Obir Alison Fioritura:

luglio-agosto

Morfologia:

Pianta dotati di sottili germogli striscianti, che costituiscono un adattamento all’ambiente di crescita. Il fusto, alto fino a 15 cm, e le foglie sono grigiastre per i densi peli stellati§. Ha siliquette§ ellittiche§ di circa 4 x 7 mm.

Ecologia:

Specie legata esclusivamente ai ghiaioni dolomitici, della fascia subalpina, in stazioni lungamente innevate.

Distribuzione: Illirica, con distribuzione di tipo relittico, che verso ovest arriva fino al Monte Baldo.

Foto Da Pozzo

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Foto Da Pozzo Alyssum ovirense, Monte Ciastelat - Sottogruppo del Cavallo (foto Da Pozzo) flora dolomitica

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Androsace hausmannii Famiglia:

Primulaceae

Nome italiano: Androsace di Hausmann Nome tedesco: Dolomiten-Mannsschild Nome inglese: Hausmann’s Rock Jasmine Fioritura:

luglio-agosto

Morfologia:

Minuta camefita§ pulvinata§ (fusto di 1-4 cm) con foglie lanceolate§ lunghe 5-15 mm, più o meno arcuate, ottuse, densamente tomentose. I fiori sono singoli all’ascella§ delle foglie laterali; la corolla§ è bianca o appena rosata con fauce gialla.

Ecologia:

Vive soprattutto su rupi e grossi massi calcareo-dolomitici, più raramente si trova su ghiaie consolidate; basifila§.

Foto Perazza

Distribuzione: Endemica§ delle Alpi orientali. Note:

Descritta da Leybold nel 1852 sulla base di esemplari raccolti sullo Sciliar nel 1851 e da lui dedicata a Franz Hausmann, autore della prima flora generale del Tirolo.

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Foto Prosser Androsace hausmannii, Contrin sopra Fuchiade (foto Perazza) flora dolomitica

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Androsace helvetica Famiglia:

Primulaceae

Nome italiano: Androsace elvetica Nome tedesco: Schweizer Mannsschild Nome inglese: Swiss Rock Jasmine Fioritura:

maggio-luglio

Morfologia:

Forma cuscinetti emisferici assai compatti (alti 1-5 cm) composti da ramuli ricoperti da un manicotto di foglie piccole (2-3 mm), lanceolate§, ottuse e densamente pubescenti per peli semplici. I fiori sono solitari su pedicelli brevi all’ascella§ delle foglie superiori. La corolla§ è bianca con fauce gialla.

Ecologia:

Vegeta su rupi e massi calcareo-dolomitici, basalti, raramente la si incontra su porfido.

Distribuzione: Endemica§ delle Alpi.

Foto Perazza

Specie affine: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

A. vandelii

Androsace helvetica, Contrin sopra Fuchiade (foto Perazza) flora dolomitica

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Aquilegia einseleana Sinonimi:

Aquilegia thalictrifolia; Aquilegia vestinae

Famiglia:

Ranunculaceae

Nome italiano: Aquilegia di Einsele Nome tedesco: Kleinblütige Akelei Nome inglese: Einsel’s Columbine Fioritura:

giugno-luglio

Morfologia:

Pianta erbacea, perenne§ con fusti alti 10-40 cm e fiori blu scuro. Le foglie sono in prevalenza basali, sono picciolate§ e composte con lamina§ principale divisa in tre segmenti a loro volta divisi in tre lobi più piccoli. Le foglie cauline§ sono ridotte a lacinie§ lineari§. Si differenzia da A. atrata per i fiori azzurri e le dimensioni minori. Più difficile la distinzione rispetto a A. confusa che ha pure fiori azzurri, ma ha petali§ interni con sperone§ più breve del lembo, mentre A. einseleana ha sperone§ lungo quanto il lembo.

Ecologia:

Predilige le roccette e le ghiaie calcareo dolomitiche, talvolta viene fluitata in basso lungo i greti dei torrenti, in alto fino alla fascia subalpina.

Distribuzione: Endemica§ delle Alpi. Foto Prosser

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie. Per il Gruppo Puez-Odle solo dati storici.

A. atrata

A. confusa

Aquilegia einseleana, sullo sfondo la Punta dei Ross - Sorapìs (foto Da Pozzo) flora dolomitica

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Arenaria huteri Famiglia:

Caryophyllaceae

Nome italiano: Arenaria di Huter Nome tedesco: Huter Sandkraut Nome inglese: Carnic Sandwort Fioritura:

giugno-agosto

Morfologia:

Piccola pianta suffruticosa § (alta 10-15 cm) densamente ghiandolosa. I fiori, riuniti in cime 2-4 flore, hanno petali§ interi e lunghi più di 1,5 volte i sepali§ e di larghezza variabile. Le foglie sono oblanceolate § con larghezza massima a 1/31/4 dall’apice.

Ecologia:

Vive su rupi a strapiombo e nicchie ombroso-stillicidiose dalla fascia basso-montana a quella subalpina.

Foto Perazza

Distribuzione: Endemica§ delle Alpi orientali.

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Foto Da Pozzo

Arenaria huteri, Val Cimoliana a Ponte Gotte (foto Perazza) flora dolomitica

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Armeria alpina Famiglia:

Plumbaginaceae

Nome italiano: Spillone alpino, Armeria alpina Nome tedesco: Alpen-Grasnelke, Schlernhexe Nome inglese: Alpine Thrift Fioritura:

luglio-agosto

Morfologia:

Emicriptofita§ rosulata§ formata da una o più rosette§ che unite costituiscono una sorta di pulvino§. Le foglie sono lineari§, lunghe 5 cm o poco più, coriacee§, sempreverdi. Al centro si trova il fusto (alto 7-25 cm) privo di foglie che porta all’apice una caratteristica infiorescenza§ rosa porporina di 2-3 cm di diametro.

Ecologia:

Tipica di stazioni lungamente innevate con prevalenza per il substrato calcareo-dolomitico, soprattutto nella fascia alpina.

Distribuzione: Orofita Sud-Europea. Note:

Un tempo nei giorni di festa le infiorescenze§ venivano infilate per motivi ornamentali nei capelli delle donne come spilloni.

Foto Da Pozzo

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Foto Perazza Armeria alpina, Altopiano delle Pale di San Martino e Rifugio Pedrotti (foto Chiocchetti) flora dolomitica

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Artemisia nitida Famiglia:

Asteraceae (Compositae)

Nome italiano: Artemisia lucida Nome tedesco: Glänzende Edelraute Nome inglese: Narrow Leaved Wormwood Fioritura:

luglio-settembre

Morfologia:

Specie perenne§ bianco argentina e aromatica. I fusti sono legnosi più o meno incurvati (alti 10-40 cm) terminati da rosette§ povere e rami fioriferi ascellari§ a queste. Le foglie inferiori sono picciolate§, divise in lacinie§ lineari§, le superiori sessili§ (avvolgenti i capolini§), semplicemente pennate§. I capolini§ sono formati per lo più da numerosi fiori con ricettacolo§ coperto di lunghi peli. Simile ad Artemisia genipi e ad A. umbelliformis da cui si distingue per l’infiorescenza§ più o meno unilaterale§, per i capolini§ più grandi (diametro >5 mm) e per il frutto glabro. Rispetto ad A. umbelliformis, che pure ha brattee§ dell’infiorescenza§ palmatosette§, ha capolini§ con più di 15 fiori.

Ecologia:

Vive in luoghi rupestri aridi, su substrato calcareo-dolomitico.

Distribuzione: Endemica§ delle Alpi e degli Appennini settentrionali.

Foto Da Pozzo

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

A. genipi

A. umbelliformis

Artemisia nitida, Dolomiti d’Ampezzo: base della parete dello Spalto del Col Bechéi (foto Da Pozzo) flora dolomitica

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Asperugo procumbens Famiglia:

Boraginaceae

Nome italiano: Buglossa sdraiata Nome tedesco: Scharfkraut Nome inglese: Madwort Fioritura:

maggio-agosto

Morfologia:

Pianta con fusti prostrato§-ascendenti§ (alti 10-70 cm), ruvidi per breve pelosità rigida. Le foglie sono lanceolate§, lunghe ca. 3-5 cm e i fiori hanno corolla§ di ca. 3 mm di diametro e sono avvolti da due brattee§ fogliacee, con uncini sul bordo, accrescentisi fino ad avvolgere completamente i frutti.

Ecologia:

La si incontra in incolti erbosi presso le vecchie abitazioni oppure in ambienti di sottoroccia dalla fascia montana alla subalpina.

Distribuzione: Europeo-Ovest-Siberiana.

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Foto Prosser

Asperugo procumbens, Gruppo delle Odle: strapiombi basali della Piccola Fermeda a monte del Lech da Iman (foto Da Pozzo) flora dolomitica

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Campanula morettiana Famiglia:

Campanulaceae

Nome italiano: Campanula di Moretti Nome tedesco: Moretti-Glockenblume Nome inglese: Moretti’s Bellflower Fioritura:

luglio-settembre

Morfologia:

Forma cuscinetti appressati alle rocce con fusti ispidi, prostrati§ o penduli, lunghi fino a 25 cm. Le foglie ovali sono ricoperte da peli rigidi. I fiori sono imbutiformi (<2,5 cm), solitari e terminali, di colore azzurro-scuro o violaceo. Nel suo areale§ di crescita è inconfondibile.

Ecologia:

Vive su rupi calcareo-dolomitiche, soprattutto spioventi.

Foto Bertolli

Distribuzione: Specie endemica§ delle Alpi orientali dal Trentino alle Prealpi Carniche. Note:

È specie inserita nell’Allegato IV della Direttiva 92/43 CEE “Habitat”. La Val d’Udai è il locus classicus della specie. È il simbolo del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Foto Da Pozzo

Campanula morettiana, da La Roda de Vael verso i Mugoni (foto Chiocchetti) flora dolomitica

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Cerastium uniflorum Famiglia:

Caryophyllaceae

Nome italiano: Cerastio unifloro Nome tedesco: Einblütiges Hornkraut Nome inglese: Glacier Mouse-Ear Fioritura:

luglio-agosto

Morfologia:

Caratteristico per i fusti striscianti, ascendenti § (lunghi fino a 6 cm), portanti i resti delle foglie dell’anno precedente e formanti un lasso cuscinetto. Le infiorescenze§ sono povere (1-2 flore). Le foglie sono di color verde-chiaro o verde giallastro, ovali. Può essere confuso con C. latifolium, da cui si distingue per le foglie con peli più brevi e più o meno obovate e per resti di foglie dell’anno precedente alla base del fusto.

Ecologia:

Foto Chiocchetti

Predilige zone sassose e fessure di rupi, dalla fascia subalpina all’alpina, è indifferente al substrato.

Distribuzione: Endemica§ delle Alpi.

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Foto Prosser

Cerastium uniflorum, Sas Pordoi (foto Chiocchetti) flora dolomitica

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Chamorchis alpina Famiglia:

Orchidaceae

Nome italiano: Gramignola alpina, Orchidea nana Nome tedesco: Zwergständel Nome inglese: False Musk Orchid Fioritura:

luglio-agosto

Morfologia:

È tra le più piccole orchidee europee. Lo scapo§, alto pochi cm, sorge da un ciuffo di foglie graminiformi erettoascendenti§, carnosette, solcate. I fiori sono giallini, privi di sperone§ e hanno labello§ sub-intero. Confondibile con forme nane di Coeloglossum viride che si differenzia per le foglie ovali e il labello§ ad apice trilobato.

Ecologia:

Vegeta su creste, dossi ventosi e gradini erbosi della fascia subalpina e alpina; è prevalentemente basifila§, ma la si può osservare anche su micascisti, lave e tonalite.

Distribuzione: Artico-Alpina (Europea). Note:

L’impollinazione avviene ad opera di formiche.

Foto Perazza

Specie affine: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Coeloglossum viride

Chamorchis alpina, Malga Fosse - Passo Rolle (foto Perazza) flora dolomitica

45


Cypripedium calceolus Famiglia:

Orchidaceae

Nome italiano: Pianella della Madonna, Scarpetta di Venere Nome tedesco: Frauenschuh Nome inglese: Lady’s-slipper Fioritura:

maggio-luglio

Morfologia:

È la più grande (fusto alto fino a 50 cm) e famosa delle orchidee europee, l’unica di aspetto esotico, caratterizzata da un vistoso labello§ giallo rigonfio a pantofola.

Ecologia:

Vive in boschi chiari e cespuglieti, in luoghi freschi e semi-ombrosi; a quote più elevate esce in pieno sole su praterie e ghiaioni; è basifila§.

Distribuzione: Eurosiberiana. Note:

È inserita nell’Allegato II della Direttiva 92/43 CEE “Habitat”.

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Foto Tomasi

Foto Chiocchetti Cypripedium calceolus, Moena (foto Chiocchetti) flora dolomitica

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Delphinium dubium Famiglia:

Ranunculaceae

Nome italiano: Sperone di cavaliere dubbio Nome tedesco: Zweifelhafter Rittensporn Nome inglese: Alpine Larkspur Fioritura:

giugno-agosto

Morfologia:

Pianta dal fusto elevato (40-100 cm) con foglie palmato-partite§ assai simili a quelle di Aconitum lycoctonum, in individui sterili distinguibili per la densa pelosità ghiandolare (A. lycoctonum ha scarsi peli ghiandolosi). I fiori, localmente inconfondibili, riuniti in racemo§ spiciforme§ unilaterale§, sono azzurri con petali§ debolmente pubescenti all’esterno e sperone§ uncinato lungo fino a 2 cm.

Ecologia:

Predilige i pendii erboso-rupestri rivolti a nord e le alte erbe, nella fascia subalpina.

Distribuzione: Specie con areale§ frammentato: nelle Alpi orientali è segnalato con certezza solo sulle Vette Feltrine e sul M. Coppolo (Lasen, 1999).

Foto Bertolli

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Aconitum napellus subsp. tauricum

Aconitum lycoctonum

Delphinium dubium, sullo sfondo le Pale di San Martino (foto Da Pozzo) flora dolomitica

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Dianthus sternbergii Sinonimo:

Dianthus monspessulanus subsp. waldsteinii

Famiglia:

Caryophyllaceae

Nome italiano: Garofano di Sternberg Nome tedesco: Dolomiten-Nelke Nome inglese: Sternberg’s Pink Fioritura:

giugno-agosto

Morfologia:

È assai simile a Dianthus monspessulanus, del quale è considerato spesso sottospecie. Da questo si distingue per avere fusti più brevi (1020 cm) e più o meno inclinati, con 1-2 fiori, e brattee§ dei calicetti più brevi (6-9 mm).

Ecologia:

Cresce su ghiaioni e pendii sassosi calcareo-dolomitici, dalla fascia subalpina all’alpina.

Foto Chiocchetti

Specie affini:

Distribuzione: Endemica§ delle Alpi orientali.

D. monspessulanus s.s.

Foto Bertolli

D. superbus

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Dianthus sternbergii, sullo sfondo l’Antelao (foto Da Pozzo) flora dolomitica

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Doronicum grandiflorum Famiglia:

Asteraceae (Compositae)

Nome italiano: Doronico a fiori grandi Nome tedesco: Großköpfige Gämswurz Nome inglese: Large Flowered Leopard’s Bane Fioritura:

luglio-agosto

Morfologia:

Pianta dal fusto di 10-40 cm portante uno o più capolini§ vistosi. Può essere facilmente confuso con Doronicum clusii e D. glaciale, che però hanno foglie alla base cuneate§ e non troncate§ o cordate§; inoltre D. grandiflorum ha peli ghiandolari al margine delle foglie, assenti in D. clusii. È simile anche a D. columnae, che però ha foglie a lamina§ arrotondata e a base cuoriforme.

Ecologia:

Esclusiva di pietraie e ghiaioni a substrato calcareo-dolomitico.

Distribuzione: Orofita Sud-Ovest Europea.

Foto Perazza

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

D. clusii

D. glaciale

D. columnae

Doronicum grandiflorum, al centro cima Corona, Pale di San Martino (foto Chiocchetti) flora dolomitica

53


Draba dolomitica Famiglia:

Brassicaceae (Cruciferae)

Nome italiano: Draba delle Dolomiti Nome tedesco: Dolomiten-Felsenblümchen Nome inglese: Dolomite Whitlowgrass Fioritura:

giugno-agosto

Morfologia:

Emicriptofita § rosulata § con fusti minuti (1-4 cm). Rispetto a Draba hoppeana ha petali§ di un colore più pallido e stilo§ del frutto più breve (0,3 - 0,8 mm invece di 0,5 - 1,3 mm). La fioritura è scalare. Le foglie sono inoltre allargate nella metà apicale§ e non lanceolato§-lineari§.

Ecologia:

Foto Perazza

Vive su roccette sommitali calcareodolomitiche, nella fascia alpina e nivale.

Distribuzione: Endemica§ delle Alpi. Note:

Specie descritta da Buttler nel 1969, in precedenza confusa con D. sauteri.

Foto Bertolli

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

D. aizoides

D. hoppena

Draba dolomitica, Sas Pordoi (foto Chiocchetti) flora dolomitica

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Dryas octopetala Famiglia:

Rosaceae

Nome italiano: Driade alpino, Camedrio alpino Nome tedesco: Silberwurz Nome inglese: Mountain Avens Fioritura:

giugno-agosto

Morfologia:

Tipica camefita§ reptante§ dai fusti di 2-10 cm. Le foglie sono coriacee§ e crenate§ con il margine dentato rivolto in basso. Caratteristici sono i frutti contraddistinti da una resta§ pelosa e allungata che ne facilita la dispersione da parte del vento.

Ecologia:

Specie legata alle zolle pioniere§ e detriti, quasi esclusivamente su substrato calcareo-dolomitico, in alto fino alla fascia alpina.

Distribuzione: (Circum)-Artico-Alpina.

Foto Perazza

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Foto Visintainer

Dryas octopetala, sullo sfondo Gruppo del Sella (foto Visintainer) flora dolomitica

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Eritrichium nanum Famiglia:

Boraginaceae

Nome italiano: Eritrichio nano Nome tedesco: Zwerg-Himmelsherold Nome inglese: King of the Alps Fioritura:

luglio-agosto

Morfologia:

Si differenzia da Myosotis (ovvero dai Non ti scordar di me) per il portamento a cuscinetto e per i fusti assai brevi (1-4 cm). Le foglie sono oblanceolate§, villose per lunghi peli bianchi. I fiori presentano il calice§ quasi interamente diviso in lacinie§ lineari§ scure, anch’esse villose, e corolla§ con lembo azzurro (diametro 6-7 mm) e fauce gialla.

Ecologia:

Foto Perazza

Vive su rupi in zona di cresta, senza preferenza di substrato, dalla fascia alpina alla nivale.

Distribuzione: Endemica§ delle Alpi.

Foto Perazza

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie. Per il Gruppo Sciliar-Catinaccio-Latemar solo dati storici.

Specie affine:

Myosotis alpestris

Eritrichium nanum, Cima Canali (foto Da Pozzo) flora dolomitica

59


Gentiana froelichii Famiglia:

Gentianaceae

Nome italiano: Genziana di Froelich Nome tedesco: Karawanken-Enzian Nome inglese: Froelich’s Gentian Fioritura:

luglio-agosto

Morfologia:

Genziana con foglie basali lineari§ (larghe fino a 7 cm) riunite in rosetta§ e con tubo della corolla§ ad imbuto lungo 2,5-4 cm. Si distingue dalla molto più comune G. clusii soprattutto per lo stimma§ con lobi clavati§, interi (e non con lobi a ventaglio, sfrangiati).

Ecologia:

Rupi e praterie alpine su suoli calcareo-dolomitici.

Distribuzione: Subendemica delle Alpi orientali. Note:

In zona è presente la subsp. zenariae.

Foto Da Pozzo

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

G. clusii

G. acaulis

Gentiana froelichii, Prealpi Carniche: Monte Pramaggiore (foto Da Pozzo) flora dolomitica

61


Gentiana pumila Famiglia:

Gentianaceae

Nome italiano: Genziana a foglie acute Nome tedesco: Niedlicher Enzian Nome inglese: Dwarf Gentian Fioritura:

giugno-luglio

Morfologia:

Genziana dal fusto di 2-8 cm, inconfondibile per le foglie lineariยง, larghe 1-2.5 mm, lunghe 8-15 mm.

Ecologia:

Vive in pendii erboso-sassosi e stazioni lungamente innevate su substrato calcareo-dolomitico.

Distribuzione: Endemicaยง delle Alpi orientali.

Foto Da Pozzo Foto Da Pozzo

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

G. verna

G. brachyphylla

G. clusii

Gentiana pumila, Altopiano delle Pale di San Martino (foto Chiocchetti) flora dolomitica

63


Gentiana terglouensis Famiglia:

Gentianaceae

Nome italiano: Genziana del M. Triglav Nome tedesco: Triglav-Enzian Nome inglese: Triglav Gentian Fioritura:

giugno-agosto

Morfologia:

Genziana alta pochi cm (3-6 cm), caratteristica per le foglie ad apice acuto, disposte su 4 linee, glaucheยง, papillose al margine, non riunite in rosettaยง. Simile a G. brentae e a G. bavarica var. subacaulis e a G. orbicularis.

Ecologia:

Cresce solo su dolomia, su detrito in zone piane o di conca, al margine di vallette nivali o su altipiani glaciocarsici.

Distribuzione: Subendemica.

Foto Prosser

Foto Da Pozzo

Specie affini:

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

G. brentae

G. bavarica var. subacaulis

G. orbicularis

Gentiana terglouensis, Altopiano delle Pale di San Martino: Rifugio Rosetta (foto Perazza) flora dolomitica

65


Gypsophila repens Famiglia:

Caryophyllaceae

Nome italiano: Gipsofila strisciante Nome tedesco: Kriech-Gipskraut Nome inglese: Alpine gypsophila Fioritura:

maggio-agosto

Morfologia:

Il genere Gypsophila presenta due stimmi§ e sepali§ concresciuti§ a tubo a formare un calice§ con 5 bande longitudinali verdi e 5 bianco-cartilaginee§. I fiori sono da rosa a quasi bianchi. G. repens è una pianta suffruticosa§, glabra e glauca§, con fusti striscianti gracili di 5-25 cm. Le foglie cauline§ sono più larghe di 1 mm e presentano una superficie liscia (non papillosa) e glauca§.

Ecologia:

Vive su roccette e rupi, greti, scarpate argillose, di regola su substrato basico, dalla fascia collinare fino alla fascia alpina.

Distribuzione: Orofita Sud-Europea.

Foto Bertolli

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Foto Bertolli

Gypsophila repens, Malga Fosse - Passo Rolle (foto Perazza) flora dolomitica

67


Hedysarum hedysaroides Famiglia:

Fabaceae (Leguminosae)

Nome italiano: Sulla alpina Nome tedesco: Alpen-Süßklee Nome inglese: French Honeysuckle Fioritura:

giugno-agosto

Morfologia:

Ha foglie imparipennate§ localizzate nella parte bassa del fusto (10-40 cm) e racemo§ 15-30 floro portato da un peduncolo§ nudo di 6-9 cm. I fiori sono penduli e i legumi§ sono divisi in 2-5 segmenti discoidali.

Ecologia:

Predilige le pendici erbose e rupestri su substrato basico, dalla fascia subalpina all’alpina.

Distribuzione: Artico-Alpina (Europea).

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Foto Perazza

Foto Perazza Hedysarum hedysaroides, Val Travenanzes, sullo sfondo il Castelletto della Tofana (foto Da Pozzo) flora dolomitica

69


Hieracium villosum Famiglia:

Asteraceae (Compositae)

Nome italiano: Sparviere villoso Nome tedesco: Zottiges Habichtskraut Nome inglese: Shaggy Hawkweed Fioritura:

luglio-agosto

Morfologia:

Fusti di 10-40 cm portanti 2-4 capolini§ con involucri lunghi 14-17 cm. Foglie basali ovali-lanceolate § con picciolo indistinto e 4-8 foglie cauline§ a base più o meno arrotondata. Ha caratteristici diffusi peli allungati (3-5 mm) bianchi, e squame§ esterne dei capolini§ molto larghe, simili a foglie. Simile a H. valdepilosum, che però ha fusto più elevato e con un maggior numero di foglie.

Ecologia:

Cresce su rupi e macereti con preferenza per i substrati basici, in alto fino alla fascia alpina.

Distribuzione: Orofita Sud-Est-Europea.

Foto Prosser

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

H. valdepilosum

H. pilosum

Hieracium villosum (foto Prosser) flora dolomitica

71


Hornungia alpina s.l. Sinonimi:

Hutchinsia alpina; Pritzelago alpina

Famiglia:

Brassicaceae (Cruciferae)

Nome italiano: Iberidella alpina Nome tedesco: Gämskresse Nome inglese: Chamois Cress Fioritura:

maggio-agosto

Morfologia:

Minuta pianta perenne§ dal fusto di 2-10 cm, con una rosetta§ basale di foglie pennate§ e carnosette e un’infiorescenza§ a racemo§ di fiori bianchi (lunghi 2-5 mm) con quattro petali§. Frutti a siliquetta§ piriforme§ lunghi 2-3 mm con 1-2 semi per loggia.

Ecologia:

Foto Da Pozzo

Legata a detriti e roccette, con preferenza per il substrato basico, dalla fascia subalpina all’alpina, raramente viene fluitata più in basso.

Distribuzione: Orofita Centro-Sud-Europea. Note:

Specie polimorfa, viene spesso suddivisa in alcune sottospecie.

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Foto Prosser Hutchinsia alpina (foto Bertolli) flora dolomitica

73


Leontopodium alpinum Sinonimo:

Leontopodium nivale subsp. alpinum

Famiglia:

Asteraceae (Compositae)

Nome italiano: Stella alpina Nome tedesco: Alpen-Edelweiß Nome inglese: Edelweiss Fioritura:

luglio-settembre

Morfologia:

Inconfondibile per essere ricoperta per intero da una pelosità lanosa. Il fusto è alto pochi cm (10-20 cm) e porta poche foglie. Le infiorescenze§ sono composte da alcuni capolini§ (3-7) bianchi raccolti in glomeruli§ corimbosi§ terminali circondati da alcune brattee fiorali.

Ecologia:

Predilige le rocce e i luoghi rupestri, soprattutto su calcare e dolomia, nella fascia subalpina e alpina.

Distribuzione: Orofita Eurasiatica. Note:

La stella alpina rappresenta, nell’immaginario collettivo, la pianta simbolo delle Alpi.

Foto Prosser

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Foto Perazza Leontopodium alpinum, Dolomiti di Brenta: Pian della Nana - Pas de l’Om (foto Visintainer) flora dolomitica

75


Lilium martagon Famiglia:

Liliaceae

Nome italiano: Giglio martagone Nome tedesco: Türkenbund-Lilie Nome inglese: Martagon Lily Fioritura:

giugno-luglio

Morfologia:

Giglio dai fusti alti fino ad 1 m, inconfondibile per le foglie inferiori e mediane verticillate§ a 4-8 e per i numerosi fiori (fino a 20) penduli, grandi e appariscenti, formati da sei tepali§ ricurvi all’indietro, lucidi, di color rosa-violetto, punteggiati da macchie più scure, con stami§ che sporgono nettamente dal perigonio§.

Ecologia:

Predilige stazioni mesofile§ erbose o boscate, in alto fino alla fascia subalpina, indifferente al substrato.

Distribuzione: Eurasiatica.

Foto Perazza

Specie affine: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

L. carniolicum

Lilium martagon, Cinque Torri - Nuvolau (foto Da Pozzo) flora dolomitica

77


Nigritella widderi Famiglia:

Orchidaceae

Nome italiano: Nigritella di Widder Nome tedesco: Widders Männertreu Nome inglese: Widder’s Vanilla Orchid Fioritura:

luglio

Morfologia:

Geofita§ bulbosa§ con fusto alto 1015 cm portante foglie lineari§-lanceolate§. Si caratterizza per i fiori riuniti in un’infiorescenza§ da emisferica a globosa, quelli inferiori da pallidi a pressoché bianchi.

Ecologia:

Cresce su praterie alpine basifile§ al di sopra del bosco su suolo calcareodolomitico.

Distribuzione: Subendemica (Alpi e Appennino centrale). Sulle Alpi italiane è rarissima, essendo nota per piccole prersenze sulla Moiazza e sul Gruppo di Brenta (dove è stata scoperta solo nel 2019).

Foto Perazza

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

N. buschmanniae

N. miniata

Nigritella widderi, Moiazza (Foto Perazza) flora dolomitica

79


Noccaea minima Sinonimi:

Noccaea alpestris; Thlaspi minimum

Famiglia:

Brassicaceae (Cruciferae)

Nome italiano: Erba storna di Kerner Nome tedesco: Kleinste Täschelkraut Nome inglese: Very little Pennycress Fioritura:

maggio-agosto

Morfologia:

Pianta minuta (fusti di 5-10 cm) con foglie glauche § e opache che si distingue dalle altre specie dello stesso genere a fiori bianchi presenti in zona soprattutto per i frutti con ali molto strette (larghe meno di 0,5 mm), per lo stilo§ lungo 1-1,5 mm e per la presenza di stoloni§ striscianti tra i sassi. Da Noccaea rotundifolia si distingue per i petali§ sempre bianchi, più piccoli (<5,5 mm), e per il frutto con ali strette (quasi privi di ali in N. rotundifolia).

Ecologia:

Cresce su ghiaioni su substrato basico, dalla fascia montana (fluitato) alla subalpina.

Distribuzione: Endemica § Estalpino-Dinarica. Le Vette di Feltre costituiscono il limite ovest dell’areale§ della specie. Foto Da Pozzo

Specie affine: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

N. rotundifolia

Noccaea minima (foto Da Pozzo) flora dolomitica

81


Paederota lutea Famiglia:

Plantaginaceae (Veronicaceae)

Nome italiano: Bonarota gialla Nome tedesco: Gelb Ehrenpreis Nome inglese: Yellow Paederota Fioritura:

giugno-luglio

Morfologia:

Fusti di 10-30 cm spesso pendenti dalle rupi. Le foglie sono opposte, sparsamente pelose, ovali e con margine fittamente dentatoยง-crenatoยง. Fiori di color giallo pallido riuniti in una densa infiorescenzaยง terminale a racemoยง, di forma ovoide.

Ecologia:

Tipica di rupi calcareo-dolomitiche dalla fascia montana alla subalpina.

Distribuzione: Endemicaยง Sud-Est Alpica - Ovest Balcanica. Le popolazioni trentine costituiscono il limite occidentale di crescita della specie.

Foto Da Pozzo

Specie affine:

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

P. bonarota

Paederota lutea (foto Prosser) flora dolomitica

83


Papaver alpinum Sinonimi:

Papaver rhaeticum; Papaver aurantiacum

Famiglia:

Papaveraceae

Nome italiano: Papavero alpino retico, P. dorato Nome tedesco: Rätischer Alpen-Mohn Nome inglese: Alpine Poppy Fioritura:

luglio-agosto

Morfologia:

Inconfondibile papavero con foglie tutte riunite alla base del fusto alto 10-15 cm e fiori vistosi gialli.

Ecologia:

Legato ai ghiaioni con preferenza per il substrato calcareo-dolomitico, nella fascia subalpina e alpina.

Distribuzione: Orofita Sud-Ovest-Europea.

Foto Da Pozzo

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Foto Perazza

Papaver alpinum, Dolomiti di Brenta: Rifugio Alimonta (foto Visintainer) flora dolomitica

85


Pedicularis rosea Famiglia:

Orobanchaceae

Nome italiano: Pedicolare rosea Nome tedesco: Rosarotes Läusekraut Nome inglese: Pink Lousewort Fioritura:

luglio-agosto

Morfologia:

Pedicolare dal fusto di 5-15 cm. Si contraddistingue per le corolle§ (lunghe 12-18 mm) con labbro superiore privo di becco e di dentelli laterali, e per i calici§ biancolanosi.

Ecologia:

Predilige le cotiche lacunose e le roccette calcareo-dolomitiche della fascia subalpina e alpina.

Distribuzione: Orofita Sud-Europea.

Foto Prosser Foto Da Pozzo

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

P. kerneri

P. rostrato-capitata P. gyroflexa

Pedicularis rosea, Marmolada: Col di Bousc (foto Chiocchetti) flora dolomitica

87


Petrocallis pyrenaica Famiglia:

Brassicaceae (Cruciferae)

Nome italiano: Petrocallide dei Pirenei Nome tedesco: Europäisches Steinschmückel Nome inglese: Rock Beauty Fioritura:

giugno-luglio

Morfologia:

Specie formante pulvini§ compatti con fusti (1-5 cm) portanti pochi fiori rosei. È riconoscibile, anche quando non è in fiore, per le sue particolari foglie. Queste sono molto piccole, 5-6 mm, cigliate al margine, caratteristicamente triforcate e disposte in rosetta§. Il frutto è una siliquetta§ ellittica§ di 2 x 5,5 mm.

Ecologia:

Vive su roccette calcareo-dolomitiche, soprattutto nella fascia alpina.

Distribuzione: Orofita Sud-Europea.

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Foto Perazza

Foto Perazza Petrocallis pyrenaica, Altopiano delle Pale di San Martino (foto Chiocchetti) flora dolomitica

89


Physoplexis comosa Famiglia:

Campanulaceae

Nome italiano: Raponzolo chiomoso Nome tedesco: Schopfteufelskralle Nome inglese: Devil’s Claw Fioritura:

luglio-agosto

Morfologia:

Inconfondibile per le infiorescenze § sferiche con fusto assai breve (5-15 cm). I fiori sono azzurro-violacei in basso, talvolta porporini in alto e hanno una forma che assomiglia ad un’ampolla dalla cui estremità fuoriescono gli stili§.

Ecologia:

Vegeta in fessure di rupi calcareo-dolomitiche, in alto fino alla fascia alpina.

Foto Tomasi

Distribuzione: Specie endemica§ delle Alpi sud-orientali, a est di Lugano. Note:

È specie inserita nell’Allegato IV della Direttiva 92/43 CEE “Habitat”.

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Foto Tomasi

Physoplexis comosa, Dolomiti di Brenta: Val Ambiéz (foto Perazza) flora dolomitica

91


Potentilla nitida Famiglia:

Rosaceae

Nome italiano: Potentilla delle Dolomiti Nome tedesco: Dolomiten-Fingerkraut Nome inglese: Pink Cinquefoil Fioritura:

giugno-agosto

Morfologia:

Inconfondibile per il breve fusto (5-15 cm) legnoso strisciante, portante foglie trifogliate con pelositĂ argentata. I fiori sono vistosi (diametro di 2-2,5 cm) simili a quelli del pesco.

Ecologia:

Legata a rupi calcareo-dolomitiche, raramente su silice, dalla fascia subalpina all’alpina.

Distribuzione: Orofita Alpino-Pirenaica.

Foto Tomasi

Foto Da Pozzo

Specie affine:

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

P. caulescens

Potentilla nitida, Latemar (foto Visintainer) flora dolomitica

93


Primula spectabilis Sinonimo:

Primula polliniana

Famiglia:

Primulaceae

Nome italiano: Primula meravigliosa Nome tedesco: Prächtige Primel Nome inglese: Spectacular Primrose Fioritura:

maggio-giugno

Morfologia:

Primula dal fusto di 10-15 cm, ricoperto alla base da foglie morte. Foglie da ovato-romboidali a lanceolato§-spatolate§, più o meno acute, carnosette, lucide e leggermente viscose, ghiandolose sulla pagina§ superiore; margine intero, chiaro, glabro e cartilagineo§. Peduncoli§ fiorali superanti le brattee§. Corolla§ rossa o rosso-violetta con fauce bianca e lobi larghi, ricoprentisi.

Ecologia:

Predilige i pascoli sassoso-ghiaiosi e le rupi umide o in ombra; calcifila.

Distribuzione: Specie endemica§ dalla Valle dell’Oglio al M. Grappa (vedi Melchior, 1936). Note:

Specie inserita nell’Allegato IV della Direttiva Habitat. Il M. Baldo e il M. Summano sono il locus classicus della specie (Peruzzi et al., 2015). Foto Da Pozzo

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

P. auricula

P. tyrolensis

Primula spectabilis (foto Bertolli) flora dolomitica

95


Primula tyrolensis Famiglia:

Primulaceae

Nome italiano: Primula tirolese Nome tedesco: Südtiroler Primel Nome inglese: Tyrolese Primrose Fioritura:

giugno-luglio

Morfologia:

Simile a P. minima, ha però foglie arrotondate, denticolate§, con margine cartilagineo§ e rivestite di brevi peli ghiandolosi. Scapo§ breve (2-4 cm), con 1 o raramente 2 fiori da rosa a porporini con fauce bianca e petali§ da obcordati§ a bifidi.

Ecologia:

Cresce su massi e rupi ombrose e umide; basifila§.

Distribuzione: Endemica§ dalle Dolomiti Friulane (Carnia occ.) alla Valsugana. Note:

Confusa nell’Ottocento con P. allionii, fu descritta come specie da Schott nel 1851, quando le Dolomiti appartenevano al Tirolo: da qui l’epiteto tyrolensis. Il Castellazzo e il M. Caldiera fanno parte del locus classicus della specie (Peruzzi et al., 2015).

Foto Da Pozzo

Specie affine: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

P. minima

Primula tyrolensis, Col Cimon de la Pala, Pale di San Martino (foto Chiocchetti) flora dolomitica

97


Ranunculus alpestris Famiglia:

Ranunculaceae

Nome italiano: Ranuncolo alpestre Nome tedesco: Alpen-Hahnenfuß Nome inglese: Alpine Crowfoot Fioritura:

maggio-agosto

Morfologia:

Ranuncolo minuto dal fusto di 3-15 cm. Simile come portamento (fusto glabro, foglie basali a lamina§ reniforme§, ricettacolo§ glabro) a R. bilobus, da cui si distingue per le foglie basali con segmenti profondamente divisi in 3 lobi, ciascuno con 3-5 denti profondi.

Ecologia:

Vegeta esclusivamente su roccette basiche, in zone ombrose umide e su pendii nivali, dalla fascia subalpina all’alpina.

Foto Perazza

Distribuzione: Orofita Sud-Europea.

Foto Perazza

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

R. bilobus

R. traunfellneri

Ranunculus alpestris (foto Da Pozzo) flora dolomitica

99


Ranunculus hybridus Famiglia:

Ranunculaceae

Nome italiano: Ranuncolo ibrido Nome tedesco: Kamm-Hahnenfuร Nome inglese: Hybrid Buttercup Fioritura:

maggio-agosto

Morfologia:

Simile come portamento a R. thora, da cui si distingue per la stazza minore (fusto alto 5-8 cm) e per le foglie caulineยง spesso triforcate, comunque divise su 1/3-1/2 della laminaยง.

Ecologia:

Predilige le praterie sassose e le roccette, esclusivamente su substrato basico, nella fascia subalpina e alpina.

Distribuzione: Endemicaยง Est-Alpica.

Foto Maffei

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

R. thora

R. braun-blanquetii

Ranunculus hybridus (foto Bertolli) flora dolomitica

101


Ranunculus parnassifolius Famiglia:

Ranunculaceae

Nome italiano: Ranuncolo a foglie di Parnassia Nome tedesco: Herzblatt-HahnenfuĂ&#x; Nome inglese: Parnassus-leaved Buttercup Fioritura:

luglio-agosto

Morfologia:

Ranuncolo di 5-15 cm, inconfondibile per le foglie lanceolato§-ovali, cuoriformi alla base e per i fusti contratti portanti numerosi fiori.

Ecologia:

Legato ai ghiaioni calcarei a piccola pezzatura e poco mobili della fascia alpina.

Distribuzione: Orofita Sud-Ovest-Europea.

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie. Per il Gruppo Puez-Odle solo dati storici.

Specie affini:

R. seguieri

R. kuepferi subsp. orientalis Foto Prosser

Ranunculus parnassifolius, Dolomiti di Brenta: Orti della Regina (foto Bertolli) flora dolomitica

103


Rhizobotrya alpina Famiglia:

Brassicaceae (Cruciferae)

Nome italiano: Rizobotria, Coclearia alpina Nome tedesco: Zwergkugelschötchen Nome inglese: Dolomites Scurvy Grass Fioritura:

giugno-agosto

Morfologia:

Inconfondibile, ma può facilmente sfuggire per le piccole dimensioni. Forma cuscinetti di 2-4 cm di diametro, con pochi fiori minuscoli (2-3 mm) portati da un breve fusto che alla fruttificazione si piega verso il terreno.

Ecologia:

Vive su detrito calcareodolomitico e roccette di cresta, soprattutto nella fascia alpina, ma talora è fluitata lungo greti fino a circa 1.000 m.

Foto Da Pozzo

Distribuzione: Specie endemica§ dell’area dolomitica compresa tra la Val di Fassa e il Gruppo dello Schiara nel Bellunese con irradiazione meridionale nell’altopiano dei Sette Comuni. Note:

Il genere Rhizobotrya è uno dei soli due generi endemici § in tutte le Alpi, insieme a Berardia delle Alpi occidentali. È considerato un relitto preglaciale.

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Foto Prosser Rhizobotrya alpina, Catinaccio: Rifugio Antermoia (foto Chiocchetti) flora dolomitica

105


Rhodothamnus chamaecistus Famiglia:

Ericaceae

Nome italiano: Rodotamno cistino, Rododendro cistino Nome tedesco: Zwergalpenrose Nome inglese: Ground Cistus Fioritura:

maggio-luglio

Morfologia:

Piccolo arbusto con foglie lunghe meno di 1 cm, con rigide ciglia al margine. Si distingue rispetto ai Rhododendron per le dimensioni minori (fusti di 10-30 cm), per le corolle§ rotate e relativamente grandi (diametro di ca. 2 cm) e per i fiori per lo più solitari o a gruppi di 2-3.

Ecologia:

Predilige le rupi calcareo-dolomitiche, dalla fascia montana all’alpina.

Distribuzione: Endemica§ delle Alpi orientali.

Foto Bertolli

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Rhododendron hirsutum

Rhododendron ferrugineum

Rhodothamnus chamaecistus (foto Prosser) flora dolomitica

107


Saxifraga facchinii Famiglia:

Saxifragaceae

Nome italiano: Sassifraga di Facchini Nome tedesco: Facchini-Steinbrech Nome inglese: Facchini’s Saxifrage Fioritura:

luglio-agosto

Morfologia:

Emicriptofita§ che tende a formare pulvini§ più o meno compatti. I fusti sono di 1-5 cm. Le foglie sono sempre intere, arrotondate all’apice. Ha petali§ che vanno dal giallognolo al rosso-purpureo, lunghi come i sepali§.

Ecologia:

Specie esclusiva di fessure di rupi, nicchie ombreggiate e ghiaie fini lungamente innevate; basifila§.

Distribuzione: Endemica§ nelle Dolomiti, dov’è rara.

Foto Prosser

Foto Perazza

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

S. sedoies

S. seguieri

Saxifraga facchinii, sullo sfondo la Tofana di Ròzes (foto Da Pozzo) flora dolomitica

109


Saxifraga squarrosa Famiglia:

Saxifragaceae

Nome italiano: Sassifraga delle Dolomiti Nome tedesco: Sparriger Steinbrech Nome inglese: Squarrose Saxifrage Fioritura:

giugno-agosto

Morfologia:

Simile a S. caesia dalla quale si differenzia per i pulvini§ emisferici e compatti costituiti da foglie fittamente addensate, assai piccole (1×3 mm) e ricurve in fuori solo nella metà apicale§. Scapi§ eretti di 3-10 cm portanti 1-3(5) fiori; petali§ lunghi fino a 5 mm.

Ecologia:

Vive su rupi calcareo-dolomitiche; basifila§.

Distribuzione: Subendemica.

Foto Bertolli

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

S. caesia

S. burseriana

Saxifraga squarrosa, Catinaccio: Roda de Vael (foto Chiocchetti) flora dolomitica

111


Sempervivum dolomiticum Famiglia:

Crassulaceae

Nome italiano: Semprevivo delle Dolomiti Nome tedesco: Dolomiten-Hauswurz Nome inglese: Dolomite Houseleek Fioritura:

luglio-agosto

Morfologia:

Camefita§ succulenta§ che presenta, vicino al fusto fiorifero (alto12-20 cm) numerose rosette§ sterili. Si distingue da Sempervivum tectorum per le foglie ghiandolose sulle facce e da S. montanum per avere al margine delle foglie setole§ patenti§.

Ecologia:

Vive in luoghi rupestri e pendii pietrosi su calcare, dalla fascia subalpina all’alpina.

Distribuzione: Endemica§ dell’area dolomitica dall’Ampezzano alle dolomiti di Fassa, con irradiazioni meridionali, nel settore prealpino del Trentino e del Vicentino. Note:

Scoperta e descritta da Facchini (1855).

Foto Perazza

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

S. tectorum

S. montanum

Sempervivum dolomiticum, Alpe di Fòses - Croda Rossa (foto Da Pozzo) flora dolomitica

113


Silene acaulis subsp. acaulis Famiglia:

Caryophyllaceae

Nome italiano: Silene a cuscinetto tipica, S. acaule Nome tedesco: Stängelloses Leimkraut, Polsternelke Nome inglese: Moss Campion Fioritura:

giugno-settembre

Morfologia:

Inconfondibile per formare cuscinetti densi di 10-20 cm di diametro appressati al terreno dai quali emergono i fiori quasi privi di fusto. La subsp. acaulis si distingue dalla subsp. bryoides per il calice§ alla base troncato§ e più meno insaccato-umbilicato, per la capsula§ matura lunga più del calice§ e per i petali§ lunghi 7-9 mm.

Ecologia:

Foto Perazza

Predilige le roccette calcareo-dolomitiche, assai raramente su silice, dalla fascia subalpina all’alpina.

Distribuzione: (Circum)-Artico-Alpina.

Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

Foto Prosser Silene acaulis subsp. acaulis, Dolomiti di Brenta: Passo della Gaiarda (foto Visintainer) flora dolomitica

115


Soldanella minima Famiglia:

Primulaceae

Nome italiano: Soldanella minima Nome tedesco: Kleinste Soldanelle Nome inglese: Least Snowbell Fioritura:

maggio-luglio

Morfologia:

Soldanella con fusto minuto di 3-6 cm. Simile a S. pusilla subsp. alpicola da cui si distingue per le foglie prive di insenatura basale, con nervature non prominenti sulla paginaยง superiore, oltre che per lo scapoยง pubescente e la corollaยง bianca sfumata di rosa-lilla solo alla base. Le antereยง sono a forma di cuore.

Ecologia:

Legata alle vallette nivali, rupi umide e ghiaioni consolidati esposti a nord; basifilaยง.

Distribuzione: Subendemica.

Foto Prosser

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

S. pusilla subsp. alpicola

S. alpina

Soldanella minima (foto Da Pozzo) flora dolomitica

117


Valeriana supina Famiglia:

Valerianaceae

Nome italiano: Valeriana sdraiata Nome tedesco: Zwerg-Baldrian Nome inglese: Dwarf Valerian Fioritura:

luglio-agosto

Morfologia:

Inconfondibile per i fusti legnosi (alti 2-6 cm) brevemente striscianti, formanti dei tappeti lassi, e per le foglie, tutte più o meno simili tra loro, generalmente più brevi di 2 cm. Fiori solitamente più stretti di 5 mm, di colore rosa pallido. Stami§ lungamente sporgenti dalla corolla§. Caratteristico è pure l’odore valerianaceo intenso anche nel secco.

Ecologia:

Legata a ghiaioni calcareo-dolomitici della fascia alpina.

Distribuzione: Endemica§ delle Alpi orientali.

Foto Tomasi

Specie affini: Dolomiti Unesco: in rosso i gruppi dolomitici con presenza della specie.

V. elongata

V. saxatilis

Valeriana supina, Catinaccio: pendici della Roda di Vael, sullo sfondo le Coronelle (foto Chiocchetti) flora dolomitica

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Glossario

Angiosperme

Chamorchis alpina, sullo sfondo il Lago del Colai - Civetta (foto Da Pozzo)

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flora dolomitica

flora dolomitica

Sono le piante che hanno semi protetti da un frutto. Comprendono la gran parte delle specie legnose ed erbacee. Antera Parte fertile dello stame§, contenente il polline§ e di solito sostenuta dal filamento§. Apicale Elemento strutturale posto alla sommità di altra struttura. Per esempio l’infiorescenza§ apicale è terminale al fusto; la resta§ apicale si diparte dalla cima della foglia. Areale Zona di diffusione di una specie. Ascella Parte volta verso l’alto del punto d’inserzione di un elemento (per es. picciolo fogliare) sul fusto. Ascendente Fusto con la parte inferiore adagiata e la parte superiore gradualmente curva verso l’alto. Basifila Specie vegetante preferibilmente o esclusivamente su terreni basici - con pH maggiore di 7,5 - quali i terreni calcarei§. Brattea Foglia modificata (in genere ridotta), di varia forma e struttura, alla cui ascella§ possono essere inseriti fiori, infiorescenze§ od altro. Bulbo Fusto sotterraneo, raccorciato, ovoide, con radici fascicolate ed una gemma circondata da particolari foglie carnose e protetta all’estero da foglie secche. Bulboso Di pianta provvista di bulbo§ o di organi rigonfi alla base. Calice Parte più esterna del perianzio§, costituita da un verticillo§ di foglie trasformate dette sepali§. Come per la corolla§, può essere dialisepalo (a sepali separati fino alla base) o gamosepalo (a sepali§ più o meno concresciuti§). Camefita Secondo il sistema Raunkiær sono piante terrestri le cui gemme o apici vegetativi, destinati a resistere alla stagione sfavorevole, restano prossime al suolo o poco al di sopra (meno di 30 cm). Capolino Infiorescenza§ costituita da numerosi fiori sessili§ inseriti su un ricettacolo§ più o meno allargato. Tipico esempio sono la gran parte delle infiorescenze§ delle Composite. Capsula Frutto secco, aprentesi a maturità (deiscente) e contenente diversi semi. Carpello Foglia modificata con funzione riproduttiva, facente parte del fiore ed in particolare costituente il gineceo (parte del fiore composta da uno o più pistilli§). Cartilagineo Organo che ha la consistenza ferma, dura, flessibile simile a quella della cartilagine. Caulino Relativi al fusto aereo o che crescono su di esso. Dicesi di fiori, foglie, gemme, germogli, radici, spine, stipole ecc. Clavato Che ha forma di clava. Concresciuti Organi saldati assieme poiché cresciuti in comune. Cordato A forma di cuore. Coriaceo Che ha l’aspetto e la consistenza del cuoio.

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Corimbo Infiorescenza§ in cui i peduncoli§ fiorali si inseriscono sul fusto a diversi livelli ma, essendo quelli inseriti inferiormente di lunghezza maggiore di quelli inseriti superiormente, portano i fiori più o meno sullo stesso piano. Visto da sopra il corimbo può spesso sembrare un’ombrella§.

Mesofila

Pianta che vegeta in ambienti con caratteristiche non estreme sia per quanto concerne la temperatura, sia riguardo all’umidità.

Obcordato

Apice di un organo laminare a forma di cuore rovesciato, con due lobi uguali, arrotondati, apicali§, divisi da un seno profondo e affusolati alla base.

Corolla

Oblanceolate

A forma di lancia rovesciata, con la parte più stretta in basso e la larghezza massima nella metà apicale§.

Parte più interna del perianzio§, costituita da un verticillo§ di foglie trasformate dette petali§. Molto variamente conformata, può essere dialipetala (a petali separati fino alla base) o gamopetala (a petali§ più o meno concresciuti§), regolare o attinomorfa (a più assi di simmetria) oppure irregolare o zigomorfa (ad un solo asse di simmetria).

Crenato

Margine di una lamina§ fogliare che ha denti arrotondati e poco marcati. La differenza tra crenato e lobato§ sta nella diversa profondità delle insenature marginali.

Cuneato

A forma di cuneo o di piramide rovesciata, allargato all’apice§ che si restringe gradatamente verso la base. Termine che si applica alla base di organi laminari.

Dentato

Avente margine portante incisioni triangolari e più o meno regolari.

Denticolato

Vedi dentato§, ma con denti più minuti.

Ellittica

Riferito alla forma della foglia quando ha un perimetro simile ad una ellisse e cioè più lungo che largo e normalmente ristretto e rotondato alle due estremità. La larghezza massima si trova verso la metà della foglia.

Emicriptofita

Secondo il sistema Raunkiær sono piante terrestri le cui parti aeree, durante la stagione avversa, seccano fino al livello del suolo, dove restano in riposo le gemme perennanti.

Endemico

Crescente esclusivamente in un areale§ di estensione più o meno limitata (ad es. un gruppo montuoso, una provincia, le Alpi, una nazione); riferito a specie (o sottospecie, o genere ecc.).

Filamento

Pedicello dello stame§, solitamente, allungato e sottile, che sostiene l’antera§.

Geofita

Secondo il sistema Raunkiær sono piante le cui gemme svernanti si trovano sotto terra su rizomi, bulbi§ o tuberi.

Glauco

Di colore verde-azzurro.

Glomerulo

Di organi (spesso fiori) tra loro assai ravvicinati e formanti quindi una piccola massa unica.

Ombrella Infiorescenza§, tipica della famiglia Apiacee, in cui i fiori sono portati da peduncoli§ più o meno tutti della stessa lunghezza e che si dipartono dallo stesso punto. Parte del fiore delle angiosperme§, costituita da carpelli§, contenente gli ovuli§. Dopo la fecondazione, gli ovuli§ si trasformeranno in semi, mentre l’ovario diverrà il frutto.

Ovulo

Cellula sessuale femminile, contenuta nell’ovario§ e trasformantesi in seme dopo la fecondazione.

Pagina

Ciascun lato di organi (di solito foglie) a forma piatta.

Palmato

Organo i cui elementi o divisioni siano disposti come le dita di una mano, ovvero con gli assi principali che partono tutti dallo stesso punto.

Palmato-partite Riferito alla forma ed al margine della foglia quando la lamina§ è suddivisa in più lobi disposti a ventaglio separati da un’incisione che si spinge oltre la metà della lamina stessa, quasi fino alla nervatura centrale.

Imparipennate Foglia pennata§ che presenta anche un elemento apicale§, per cui il numero totale di elementi risulta dispari. Infiorescenza

Ovario

Modo di disporsi dei fiori sull’asse fiorale. Talvolta l’infiorescenza può avere l’aspetto di un singolo fiore, per es. nel caso delle Asteracee (infiorescenza a capolino§).

Labello Tepalo§ più interno del fiore delle Orchidacee, generalmente di aspetto vistoso ed inferiormente spesso prolungato in uno sperone§.

Palmatosetta

Foglia palmata§ con divisioni che arrivano al picciolo.

Patente

Dicesi di organo (per esempio foglia) che è inserito su un altro (per esempio fusto) perpendicolarmente a questo.

Peduncolo

Organo che svolge la funzione di sostegno e collegamento di una struttura (per es. fiore o frutto) con il resto della pianta.

Pennato

Organo (di solito foglia) i cui elementi o divisioni siano disposti come le barbe di una penna, ossia inserite sulle due parti della nervatura mediana.

Pennatosette

Foglie divise sino al nervo mediano; ovvero foglie composte le cui foglioline sono disposte su due file.

Perenne

Pianta, erbacea o legnosa, il cui ciclo vegetativo dura più di due anni.

Perianzio

Parte sterile del fiore costituita da calice§ e corolla§.

Perigonio

Fiore costituito di tepali (al posto di petali§ e sepali§) nel quale non sono distinti calice§ e corolla§.

Petalo

Ogni elemento della corolla§.

Picciolato

Munito di picciolo, elemento che unisce in una foglia il lembo al fusto.

Pioniere

Si definiscono così le specie che, per la loro capacità di vivere in condizioni disagiate, colonizzano per prime un determinato ambiente, preparando il terreno a quelle che le seguiranno.

Piriforme

A forma di pera

Pistillo

Organo riproduttivo femminile delle angiosperme: è costituito da un ovario§ (che contiene gli ovuli§), dallo stimma§ e dallo stilo§.

Lacinia

Suddivisione allungata e stretta, generalmente di un elemento fiorale come il petalo§.

Lamina

Costituisce la parte più allargata del petalo§ e del sepalo§ o la porzione laminare, piatta, espansa, di una foglia.

Polline

Lanceolato

La cui forma ricorda la punta di una lancia, ristretta ed acuta alle estremità, allargata verso il centro.

Insieme dei granuli pollinici, racchiusi nelle antere§ e contenenti i gameti maschili.

Prostrato

Fusto adagiato al terreno per tutta la sua lunghezza o quasi.

Frutto deiscente (aprentesi a maturità) per due valve, contenente una sola loggia e uno o più semi. Tipico della famiglia Fabacee.

Pulvinato

Di aspetto convesso o tondeggiante, somigliante ad un cuscino.

Pulvino

Insieme di fusticini più o meno strettamente appressati, assumenti nel com-

Lineare

Molto stretto ed allungato, a bordi spesso paralleli. Per es. le foglie di quasi tutte le Poacee.

(o cuscinetto) plesso la forma di un piccolo cuscino. Tipico di molte specie alto-montane e alpine.

Lobato

Dicesi del margine di un organo laminare (foglia, petalo§, sepalo§ o brattea§) diviso in lobi (incisioni poco profonde e arrotondate che non raggiungono la metà della distanza tra il margine e l’asse mediano).

Racemo Infiorescenza§ in cui i fiori sono inseriti sull’asse fiorale a diversa altezza, portati (o grappolo) da peduncoli§ più lunghi in basso e progressivamente accorciantisi risalendo il fusto.

Legume

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flora dolomitica

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Radicante

Detto di fusto, appressato al terreno, che emette radici ai nodi.

Reniforme

La cui forma ricorda quella di un rene, ossia avente una larga rientranza nel punto d’inserzione del picciolo con la lamina§.

Indici

Reptante

Riferito al fusto di una pianta che si allunga e cresce parallela al suolo appoggiandosi su di esso ed emette radici ai nodi. Resta Filamento§ sottile ed allungato, tipicamente presente su varie parti del fiore di alcune Poacee. Ricettacolo Porzione terminale del peduncolo§ fiorale, sulla quale sono inseriti il perianzio§ e gli organi sessuali. Rosetta Raggiera di foglie con punti d’inserzione situati quasi alla stessa altezza, di solito presente alla base del fusto (per esempio le foglie della pratolina). Rosulata Con foglie tutte basali raccolte a rosetta§. Scapo Fusto fiorifero allungato. Sepalo Ognuno degli elementi del calice§. Sessile Non peduncolato§ né picciolato§ (detto di foglia, fiore, frutto, ecc.). Setola Pelo unicellulare, rigido, corto, appuntito, con una membrana imbevuta di calce o silice. Siliquetta Frutto secco, deiscente, con molti semi, consistente in 2 valve§. Lunga più o meno quanto larga, è il frutto di molte Brassicaceae. Spatolato Organo laminare (es: foglia, brattea§) con il lamina§ arrotondata all’apice e gradualmente attenuata alla base, come una spatola. Sperone Appendice, di forma cilindrica o conica, che, in alcuni fiori, prolunga all’indietro o verso il basso gli elementi petaloidei del perianzio§. Spiciforme Infiorescenza§ che ha la forma di una spiga. Squama Foglia trasformata, appressata all’asse che la porta e spesso non contenente clorofilla. Stami Organi sessuali maschili delle piante superiori; sono costituiti dalle antere§, che contengono il polline§, e dal filamento§ che le sostiene. Stellato I cui elementi sono disposti come i raggi di una stella. Stilo Parte del pistillo§ posta tra l’ovario§ e lo stimma§: generalmente ha la forma di un cilindretto allungato. Stimma Parte apicale§ dello stilo§, avente la funzione di ricevere il granulo pollinico. Stolone Ramo lungo e sottile, sotterraneo o epigeo, radicante§ ai nodi e capace di formare una nuova pianta, dopo l’interruzione della continuità con la pianta madre. Succulenta Pianta adattata ad ambienti di crescita aridi, con foglie e/o fusti aerei ingrossati, carnosi, capaci di immagazzinare acqua: le succulente sono dette anche piante grasse. Suffrutice Pianta perenne§ legnosa solo nella parte basale. I getti dell’annata sono erbacei e si seccano alla fine della stagione. Suffruticosa Dicesi di pianta perenne§, legnosa con rami erbacei fin quasi alla base, alta al massimo mezzo metro. Tepalo Ognuno degli elementi del perianzio§, qualora questo non sia distinto in calice§ e corolla§. Troncato Dicesi di organo vegetale (petalo§, foglia) con la base o l’apice che termina bruscamente con una linea retta trasversale, come se fosse stato tagliato. Unilaterale Dicesi di un insieme di elementi in cui questi sono rivolti tutti dalla stessa parte (per es. infiorescenza§ unilaterale). Verticillate Dicesi di foglie o fiori disposti in verticillo, cioè che partono da punti diversi ma inseriti sullo stesso nodo attorno ad un asse. Verticillo Insieme di elementi (foglie, petali§, sepali§ ecc.) inseriti tutti alla medesima altezza sul fusto.

Indice dei nomi latini Achillea atrata L..................................................... 21 Achillea erba-rotta All. subsp. moschata (Wulfen) I. Richardson..................................................... 21 Achillea oxyloba (DC.) Sch. Bip................................ 21 Aconitum lycoctonum L. ......................................... 49 Aconitum napellus L. subsp. tauricum (Wulfen) Gayer ............................................................... 49 Allium ursinum L. .................................................. 23 Allium victorialis L. ................................................ 23 Alyssum ovirense A. Kern. ...................................... 25 Androsace hausmannii Leyb. .................................. 27 Androsace helvetica (L.) All. ................................... 29 Androsace vandellii (Turra) Chiov. ............................ 29 Aquilegia atrata W. D. J. Koch ................................ 31 Aquilegia confusa Rota .......................................... 31 Aquilegia einseleana F. W. Schultz .......................... 31 Aquilegia thalictrifolia Schott & Kotschy ex Schott .... 31 Aquilegia vestinae Pfenn. & D. M. Moser .................. 31 Arenaria huteri A. Kern. ......................................... 33 Armeria alpina Willd. ............................................. 35 Artemisia genipi Weber ex Stechm. ......................... 37 Artemisia nitida Bertol. .......................................... 37 Artemisia umbelliformis Lam. ................................. 37 Asperugo procumbens L. ........................................ 39 Campanula morettiana Rchb. .................................. 41 Cerastium uniflorum Clairv. .................................... 43 Chamorchis alpina (L.) Rich. .................................. 45 Coeloglossum viride (L.) Hartm. .............................. 45 Cypripedium calceolus L. ........................................ 47 Delphinium dubium (Rouy & Foucaud) Pawl. ........... 49 Dianthus monspessulanus L. subsp. mospessulanus . 51 Dianthus monspessulanus L. subsp. waldsteinii (Sternb.) Nyman ............................................... 51 Dianthus sternbergii Sieber ex Capelli ...................... 51 Dianthus superbus L. ............................................. 51 Doronicum clusii (All.) Tausch ................................. 53 Doronicum columnae Ten. ...................................... 53

Doronicum glaciale (Wulfen) Nyman ........................ 53 Doronicum grandiflorum Lam. ................................ 53 Draba dolomitica Buttler ........................................ 55 Draba aizoides L. ................................................... 55 Draba hoppena Rchb. ............................................ 55 Dryas octopetala L. ................................................ 57 Eritrichium nanum (L.) Schrad. ex Gaudin ................ 59 Gentiana acaulis L. ................................................ 61 Gentiana bavarica L. .............................................. 65 Gentiana brachyphylla Vill. ..................................... 63 Gentiana brentae Prosser & Bertolli ......................... 65 Gentiana clusii E. P. Perrier & Songeon ..................... 63 Gentiana froelichii Jan ex Rchb. .............................. 61 Gentiana orbicularis Schur ..................................... 65 Gentiana pumila Jacq. ........................................... 63 Gentiana terglouensis Hacq. ................................... 65 Gentiana verna L. .................................................. 63 Gypsophila repens L. ............................................. 67 Hedysarum hedysaroides (L.) Schinz & Thell. ........... 69 Hieracium pilosum Schleich. ex Froel. ...................... 71 Hieracium valdepilosum Vill. .................................. 71 Hieracium villosum Jacq. ....................................... 71 Hornungia alpina (L.) O. Appel s.l. .......................... 73 Hutchinsia alpina (L.) R. Br. ................................... 73 Leontopodium alpinum Cass. .................................. 75 Leontopodium nivale (Ten.) Hand.-Mazz. subsp. alpinum (Cass.) Greuter ........................... 75 Lilium carniolicum Bernh. ex W.D.J. Koch ................ 77 Lilium martagon L. ................................................ 77 Myosotis alpestris F. W. Schmidt ............................. 59 Nigritella buschmanniae Teppner & Ster ................... 79 Nigritella miniata(Crantz) Janch. ............................. 79 Nigritella widderi Teppner & E. Klein ....................... 79 Noccaea alpestris (Jacq.) Kerguélen ........................ 81 Noccaea minima (Ard.) F. K. Mey. ........................... 81 Noccaea rotundifolia (L.) Moench ........................... 81 Paederota bonarota (L.) L. ...................................... 83 Paederota lutea Scop. ............................................ 83 Papaver alpinum L. ................................................ 85

Le 50 specie per le quali è stata predisposta una scheda sono indicate in grassetto.

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Papaver aurantiacum Loisel. ................................... 85 Papaver rhaeticum Leresche ................................... 85 Pedicularis gyroflexa Vill. ........................................ 87 Pedicularis kerneri Dalla Torre ................................. 87 Pedicularis rosea Wulfen ........................................ 87 Pedicularis rostrato-capitata Crantz ......................... 87 Petrocallis pyrenaica (L.) R. Br. ............................... 89 Physoplexis comosa (L.) Schur ................................ 91 Potentilla caulescens L. ......................................... 93 Potentilla nitida L. ................................................. 93 Primula auricula L. ................................................ 95 Primula minima L. ................................................. 97 Primula polliniana Moretti ...................................... 95 Primula spectabilis Tratt. ........................................ 95 Primula tyrolensis Schott ex Rchb.f. ......................... 95 Primula tyrolensis Schott ex Rchb.f. ........................ 97 Pritzelago alpina (L.) Kuntze ................................... 73 Ranunculus alpestris L. .......................................... 99 Ranunculus bilobus Bertol. ..................................... 99 Ranunculus braun-blanquetii Pign. .......................... 101 Ranunculus hybridus Biria ...................................... 101 Ranunculus kuepferi (Greuter & Burdet) subsp. orientalis W. Huber ................................. 103 Ranunculus parnassifolius L. .................................. 103 Ranunculus thora L. ............................................... 101 Ranunculus traunfellneri Hoppe .............................. 99 Rhizobotrya alpina Tausch ...................................... 105 Rhododendron ferrugineum L. ................................ 107 Rhododendron hirsutum L. ..................................... 107 Rhodothamnus chamaecistus (L.) Rchb. .................. 107 Saxifraga burseriana L. .......................................... 111 Saxifraga caesia L. ................................................ 111 Saxifraga facchinii W.D.J. Koch .............................. 109 Saxifraga sedoides L. ............................................. 109 Saxifraga seguieri Spreng. ...................................... 109 Saxifraga squarrosa Sieber ...................................... 111 Sempervivum dolomiticum Facchini ........................ 113 Sempervivum montanum L. .................................... 113 Sempervivum tectorum L. ...................................... 113 Silene acaulis (L.) Jacq. subsp. acaulis .................... 115 Soldanella alpina L. ............................................... 117 Soldanella minima Hoppe ....................................... 117 Soldanella pusilla Baumg. subsp. alpicola (F. K. Mey.) Chrtek ...................... 117 Thlaspi minimum Ard. ............................................ 81 Valeriana elongata Jacq. ........................................ 119 Valeriana saxatilis L. .............................................. 119 Valeriana supina Ard. ............................................. 119 Indice dei nomi italiani

Arenaria di Huter ................................................... 33 Armeria alpina ....................................................... 35 Artemisia lucida ..................................................... 37 Bonarota gialla ...................................................... 83 Buglossa sdraiata ................................................... 39 Camedrio alpino ..................................................... 57 Campanula di Moretti ............................................. 41 Cerastio unifloro ..................................................... 43 Coclearia alpina ..................................................... 105 Doronico a fiori grandi ............................................ 53 Draba delle Dolomiti ............................................... 55 Driade alpino ......................................................... 57 Erba storna di Kerner .............................................. 81 Eritrichio nano ....................................................... 59 Garofano di Sternberg ............................................. 51 Genziana a foglie acute ........................................... 63 Genziana del M. Triglav .......................................... 65 Genziana di Froelich ............................................... 61 Giglio martagone .................................................... 77 Gipsofila strisciante ................................................ 67 Gramignola alpina .................................................. 45 Iberidella alpina ..................................................... 73 Nigritella di Widder ................................................ 79 Orchidea nana ....................................................... 45 Papavero alpino retico ............................................ 85 Papavero dorato ..................................................... 85 Pedicolare rosea ..................................................... 87 Petrocallide dei Pirenei ........................................... 89 Pianella della Madonna ........................................... 47 Potentilla delle Dolomiti .......................................... 93 Primula meravigliosa .............................................. 95 Primula tirolese ...................................................... 97 Ranuncolo a foglie di Parnassia ............................... 103 Ranuncolo alpestre ................................................. 99 Ranuncolo ibrido .................................................... 101 Raponzolo chiomoso .............................................. 91 Rizobotria ............................................................. 105 Rododendro cistino ................................................ 107 Rodotamno cistino ................................................. 107 Sassifraga delle Dolomiti ......................................... 111 Sassifraga di Facchini ............................................. 109 Scarpetta di Venere ................................................ 47 Semprevivo delle Dolomiti ....................................... 113 Silene a cuscinetto tipica ........................................ 115 Silene acaule ......................................................... 115 Soldanella minima ................................................. 117 Sparviere villoso ..................................................... 71 Sperone di cavaliere dubbio .................................... 49 Spillone alpino ....................................................... 35 Stella alpina delle Alpi ............................................ 75 Sulla alpina ........................................................... 69 Valeriana sdraiata .................................................. 119

Achillea del calcare ................................................ 21 Aglio vittoriale .. ...................................................... 23 Alisso di Obir ......................................................... 25 Androsace di Hausmann ......................................... 27 Androsace elvetica ................................................. 29 Aquilegia di Einsele ................................................ 31

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Verzeichnis der deutschen Namen

Index of English names

Allermannsharnisch ................................................ 23 Alpen-Edelweiß ...................................................... 75 Alpen-Grasnelke ..................................................... 35 Alpen-Hahnenfuß ................................................... 99 Alpen-Süßklee ....................................................... 69 Dolomiten-Felsenblümchen ..................................... 55 Dolomiten-Fingerkraut ............................................ 93 Dolomiten-Hauswurz .............................................. 113 Dolomiten-Mannsschild .......................................... 27 Dolomiten-Nelke .................................................... 51 Einblütiges Hornkraut ............................................. 43 Europäisches Steinschmückel .................................. 89 Facchini-Steinbrech ................................................ 109 Frauenschuh ......................................................... 47 Gämskresse ........................................................... 73 Gelb Ehrenpreis ..................................................... 83 Glänzende Edelraute ............................................... 37 Großköpfige Gämswurz ........................................... 53 Herzblatt-Hahnenfuß .............................................. 103 Huter Sandkraut .................................................... 33 Kamm-Hahnenfuß .................................................. 101 Karawanken-Enzian ................................................ 61 Karawanken-Steinkraut ........................................... 25 Kleinblütige Akelei .................................................. 31 Kleinste Soldanelle ................................................. 117 Kleinste Täschelkraut ............................................. 81 Kriech-Gipskraut .................................................... 67 Moretti-Glockenblume ............................................ 41 Niedlicher Enzian ................................................... 63 Polsternelke ........................................................... 115 Prächtige Primel .................................................... 95 Rätischer Alpen-Mohn ............................................ 85 Rosarotes Läusekraut ............................................. 87 Scharfkraut ........................................................... 39 Schlernhexe .......................................................... 35 Schopfteufelskralle ................................................. 91 Schwarze Schafgarbe ............................................. 21 Schweizer Mannsschild ........................................... 29 Silberwurz ............................................................. 57 Sparriger Steinbrech ............................................... 111 Stängelloses Leimkraut ........................................... 115 Südtiroler Primel .................................................... 97 Triglav-Enzian ........................................................ 65 Türkenbund-Lilie .................................................... 77 Widders Männertreu ............................................... 79 Zottiges Habichtskraut ............................................ 71 Zweifelhafter Rittensporn ........................................ 49 Zwergalpenrose ..................................................... 107 Zwerg-Baldrian ...................................................... 119 Zwerg-Himmelsherold ............................................ 59 Zwergkugelschötchen ............................................. 105 Zwergständel ......................................................... 45

Alpine Crowfoot ..................................................... 99 Alpine Gypsophila .................................................. 67 Alpine Larkspur ..................................................... 49 Alpine Leek ........................................................... 23 Alpine Poppy ......................................................... 85 Alpine Thrift .......................................................... 35 Black Milfoil .......................................................... 21 Carnic Sandwort .................................................... 33 Chamois Cress ....................................................... 73 Devil’s Claw .......................................................... 91 Dolomite Houseleek ............................................... 113 Dolomite Whitlowgrass ........................................... 55 Dolomites Scurvy Grass .......................................... 105 Dwarf Gentian ....................................................... 63 Dwarf Valerian ....................................................... 119 Edelweiss .............................................................. 75 Einsel’s Columbine ................................................. 31 Facchini’s Saxifrage ................................................ 109 False Musk Orchid ................................................. 45 French Honeysuckle ............................................... 69 Froelich’s Gentian .................................................. 61 Glacier Mouse-Ear .................................................. 43 Ground Cistus ........................................................ 107 Hausmann’s Rock Jasmine ...................................... 27 Hybrid Buttercup ................................................... 101 King of the Alps ..................................................... 59 Lady’s-slipper ........................................................ 47 Large Flowered Leopard`s Bane .............................. 53 Least Snowbell ...................................................... 117 Madwort ............................................................... 39 Martagon Lily ........................................................ 77 Moretti’s Bellflower ................................................ 41 Moss Campion ....................................................... 115 Mountain Avens ..................................................... 57 Narrow Leaved Wormwood ..................................... 37 Obir Alison ............................................................ 25 Parnassus-leaved Buttercup .................................... 103 Pink Cinquefoil ...................................................... 93 Pink Lousewort ...................................................... 87 Rock Beauty .......................................................... 89 Shaggy Hawkweed ................................................. 71 Spectacular Primrose .............................................. 95 Squarrose Saxifrage ................................................ 111 Sternberg’s Pink ..................................................... 51 Swiss Rock Jasmine ............................................... 29 Triglav Gentian ....................................................... 65 Tyrolese Primrose ................................................... 97 Very little Pennycress .............................................. 81 Widder’s Vanilla Orchid .......................................... 79 Yellow Paederota .................................................... 83

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Bibliografia

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flora dolomitica

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Potentilla nitida all’alba sul Mulaz (foto Vaona).

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Finito di stampare il 13 dicembre 2019 per i tipi delle Edizioni Osiride Printed in Italy



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