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L’abito tradizionale di Oristano

Velluti, pizzi, merletti e ornamenti contribuiscono a impreziosire l’antica tradizione

II costume tradizionale di Oristano risale aII’inizio del XVIII secolo, a questo periodo risalgono i primi documenti che lo ritraggono, e mostra molte similitudini nei colori e nella foggia, con gli antichi abiti spagnoli. Esistono diversi tipi di abbigliamento popolare. Ogni ceto sociale (contadini, figoli, falegnami, muratori, ecc.) aveva il proprio modo di abbigliarsi, nella foggia, nei colori, nel ricami e nella ricchezza dei tessuti (velluti, broccati, passamanerie) che venivano importati dalle altre regioni d’Italia, poiché in Sardegna si producevano solo I’orbace, il Iino e, in qualche paese, Ia seta. L’abito (o costume) che prevalentemente viene indossato, ancora oggi confezionato a mano, appartiene al ceto dei contadini (contraddistinto dalla prevalenza del colore rosso, che è anche il colore del ‘Gremio’ o corporazione) e veniva indossato il giorno del Matrimonio. Le donne portano come primo indumento una camicia di Iino o cotone bianca ricamata a mano.

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Sopra la camicia viene indossato un corsetto (s’imbustu), Ia cui foggia risente molto del periodo medievale, solitamente di broccato rosso, ma può anche essere giallo, verde, a piacimento di chi Io indossa. Parte dai fianchi una gonna lunga di panno rosso (sa gunnedda), cucita a pieghe piccolissime realizzate a mano con un procedimento antico (a caldo), bordata da una lunga balza di seta bianca adornata da trine e passamanerie dorate. Sulla gonna viene posto un grembiale di tulle ricamato a mano di calore bianco (su panneddu de intullu) che veniva indossato esclusivamente il giorno del matrimonio; tolto il grembiale dl tulle, si può indossare un grembiale di panno rosso con bordi e ricami di seta e broccato bianco contornato da galloni dorati. Completa un giacchino di panno rosso (su gipponi) con vari smerli, bordato in oro e con risvolti alle maniche in broccato prezioso. Sul capo le donne portano una pezzuola di tela rossa chiamata ‘su scuffiottu’ che va Iegata dietro la nuca. Sopra questo triangolo rosso viene indossato il velo bianco di tulle (su muccadori de intullu), anch’esso ricamato nei quattro angoli (ricami di fiori, farfalle o altri motivi Iegati alla natura). Infine sul velo di tulle, ‘su muccadori a listrinusu’, un manto nero di seta, ornato di pizzo nero, fatto esattamente come un grembiale: viene messo di traverso sulla testa della sposa con nastri ornati da roselline di pizzo che cadono sulla spalla destra, indossato il giorno del matrimonio contro il malocchio. II tutto è completato da gioielli d’oro e corallo.

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