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BENESSERE SALUTE

RIPilE\1)I IL CONTROLLO

In Italia, nove donne su dieci guariscono dal tumore al seno. Merito di cure sempre più efficaci e diagnosi precoci. Per questo è cruciale sottoporsi agli screening, rimandati durante la pandemia.E proteggersi ogni giorno con dieta e stili di vita corretti 069666

diBarbara Merlo

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sul tumore mammario QUANTO CONTA LO STILE DI VITA

nutrimento per una nuova vita, talvolta "ossessione"(troppo piccolo, troppo abbondante): ogni donna, con il proprio seno,ha un rapporto particolare, a volte complicato. Ma, verso i 35 anni di età, c'è una minaccia che pende sul capo di tutte,come una spada di Damocle:la paura di una diagnosi di tumore.In Italia, quello alla mammella è in assoluto il più frequente nella popolazione,con 55mila nuove diagnosi ogni anno: circa una donna su 10 è destinata ad ammalarsi. Ma,per fortuna,è uno tra quelli che guarisce meglio,soprattutto nel nostro Paese,dove si registra il tasso di guarigione più alto d'Europa: in media,l'87 per cento a cinque anni di distanza dalla diagnosi, considerando tutti i tipi di tumore alla mammella.Significa che quasi nove donne su dieci,in Italia, guariscono dalla malattia. Se il tumore è diagnosticato precocemente,il tasso di guarigione arriva al 95-98 per cento: un dato che sottolinea l'importanza della prevenzione. Soprattutto in questo momento: nei primi mesi della pandemia,dice uno studio pubblicato sul Puntai of the National Cancer Institute, gli screening per i tumori femminili si sono ridotti del 94 per cento. E tempo,quindi,di tornare negli ambulatori e sottoporsi ai controlli che possono salvare la vita.

Esistono due tipi di prevenzione del tumore,quella primaria e quella secondaria. «Prevenzione primaria di una malattia significa impedire che la patologia si manifesti, ma si può attuare quando se ne conoscono le cause»,afferma il professor Paolo Veronesi, ordinario di Chirurgia generale all'Università degli Studi di Milano e presidente della Fondazione Umberto Veronesi. «Purtroppo,le cause precise del tumore mammario non sono ancora ben conosciute. Sappiamo,però,che esistono tanti fattori di rischio, alcuni legati all'alimentazione e allo stile di vita, altri alla vita riproduttiva della donna, altri ancora alla familiarità. Non tuffi sono modificabili, ma su alcuni possiamo intervenire molto.Per esempio,sull'alimentazione e sullo stile di vita. Una dieta troppo abbondante nelle quantità,oltre che ricca di grassi animali e povera di frutta e verdura,aumenta il rischio di tumore al seno, mentre la dieta mediterranea basata su alimenti vegetali, cereali integrali,legumi, pesce,senza eccedere nelle quantità,è protettiva. Studi recenti hanno mostrato che il consumo eccessivo di alcol,soprattutto in giovane età (pensiamo alla sempre più diffusa abitudine dei giovani di eccedere con l'alcol nel fine settimana),si tramuta,

uando e scritto neigeni Esistono alcune mutazioni genetiche che predispongono al tumore mammario. Le più note sono ereditarie e a carico dei geni BRCA-I e BRCA-2,associate a un aumentato rischio di forme precoci e aggressive di tumore del seno (80-85 per cento di rischio) e delle ovaie(40 per cento) nell'arco della vita. Si eredita la predisposizione alla malattia,non la malattia in sé. Ma il costoso test per diagnosticare queste mutazioni,di solito,si effettua quando il tumore è già stato individuato, mentre servirebbe effettuarlo per tutte le donne in via preventiva. Lo si fa, per esempio,sulle donne figlie o nipoti di pazienti con tumore dovuto a mutazione di BRCA-I o BRCA-2.Figlie e/o nipoti che risultino a loro volta positive alla mutazione,ma ancora sane,vengono inserite in un programma di controlli personalizzato con mammografie e/o ecografie e risonanza magnetica (soprattutto nelle più giovani) più ravvicinate nel tempo. La scelta di rimuovere chirurgicamente,in via preventiva,seno e ovaie,è di solito riservata a casi di rischio estremi ed è comunque molto delicata. Negli Usa,dove qualche anno fa fece scalpore il caso di Angelina Jolie che ricorse al "bisturi preventivo",è molto più praticata.

1. Dolore e aumento di volume del seno sono spia di un tumore:NO,di norma sono correlati a variazioni ormonali, per esempio durante il ciclo mestruale, e solo di rado (0,4 per cento dei casi) a lesioni maligne. 2. Un seno"fibrocistico"(con nodularità diffusa in entrambe le mammelle) è più a rischio di tumore: NO,è una condizione piuttosto comune, soprattutto tra i 25 e i 45 anni d'età. Rende,però,più difficile l'autodiagnosi attraverso l'autopalpazione. 3. Deodoranti e depilazione ascellare favoriscono il tumore. NO,non vi è alcuna evidenza scientifica di questo. 4. Le protesi estetiche predispongono al tumore. NO,ma possono rendere più difficoltosa la diagnosi o l'identificazione di un nodulo.

Prestiamo_

mzione:se*.. 1. ...il seno aumenta di consistenza alla palpazione a causa della presenza di noduli. 2. ...ponendoci a braccia alzate, di fronte a uno specchio,vediamo delle piccole rientranze della cute del seno. 3. ...notiamo,sui capezzoli,secrezioni sierose o di sangue,o lesioni eritematose,con rossore. 4. ...percepiamo alla palpazione un ingrossamento dei linfonodi sotto l'ascella.

a distanza di anni,in un aumento del rischio di tumore della mammella. Anche sovrappeso,obesità e sedentarietà sono fattori di rischio che possiamo modificare: le donne che praticano regolarmente attività fisica (basta una camminata di 30 minuti al giorno, purché a passo veloce)hanno una riduzione del 15-20 per cento del rischio di ammalarsi». GIOVANI MAMME PIÙ PROTETTE

La vita riproduttiva femminile è in diversi modi correlata a questa malattia. Le mamme giovani sono,per esempio,più protette,soprattutto se hanno più di un figlio: «Il cancro del seno è meno frequente nelle donne che hanno il primo figlio e allattano intorno ai 20-25 anni, cioè che sin da ► giovani danno alla ghiandola

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mammaria la possibilità di svolgere la propria funzione, mentre non è più protettivo partorire il primo figlio dopo i 30 anni. Tuttavia,su questo fronte è molto difficile intervenire, perché oggi la donna, per fortuna, ambisce a realizzarsi a livello professionale prima di diventare madre e, nella nostra società,è sempre meno frequente partorire prima dei 30 anni». GIOCARE D'ANTICIPO Nel tumore alla mammella è ancora più importante la prevenzione secondaria, che si basa sullo screening, ovvero sugli esami periodici mammografici ed ecografici da effettuare senza i segni della malattia. La si chiama prevenzione,ma non è un modo di evitare la malattia, bensì «di intercettare un eventuale tumore quando è ancora in fase precoce(anche piccole lesioni non palpabili)e può,

quindi,essere curato con terapie poco invasive e possibilità di guarigione molto più elevate». I programmi nazionali di screening offrono gratis la mammografia alle donne tra i 50 e i 69 anni come prevenzione, ogni due anni. «L'adesione a questo programma non è omogenea sul territorio italiano: è più alta al Nord rispetto che al Sud.E dimostrato che,dove l'adesione è maggiore,la mortalità per tumore alla mammella si riduce. L'iniziativa è molto positiva, ma non sufficiente, perché il tumore alla mammella si può manifestare anche molto prima dei 50 anni. Pertanto il consiglio, rivolto a tutte le donne,è di cominciare a effettuare delle annuali ecografie mammarie a partire dai 30-35 anni di età: nelle donne giovani,l'ecografia è un esame più sensibile della mammografia,che può essere invece effettuata a partire dai 40 annidi età, ogni uno o due anni, a seconda

del consiglio del medico,sempre abbinandola all'ecografia». SEMPRE MENO CHEMIOTERAPIA In caso di tumori individuati allo stadio molto precoce,quindi non invasivi, è sufficiente la rimozione chirurgica per guarire dalla malattia. Se il tumore,come capita purtroppo più spesso,è invasivo,alla chirurgia — peraltro sempre più conservativa, grazie allo sviluppo delle tecniche chirurgiche — si abbinano terapie cosiddette "adiuvanti". «Oggi si tende a usare molta meno la chemioterapia rispetto al passato,e dopo l'intervento chirurgico si prescrivono terapie il più possibile mirate al tipo di tumore da curare. Per esempio,nei tumori ormono-dipendenti a bassa proliferazione cellulare,che dipendono dagli estrogeni,si utilizzano farmaci antiestrogenici senza chemioterapia. Per altri tipi di tumori dipendenti dagli ormoni,ma più aggressivi perché a proliferazione cellulare più elevata, il nostro sistema sanitario mette a disposizione nuovi test genomici (il più usato è Oncotype DX®) che consentono di capire se la chemioterapia possa dare,o meno,un reale vantaggio alla paziente. Invece, nei tumori definiti HER2 positivi,che hanno sulla superficie cellulare un recettore per un fattore di crescita dell'epidermide,sí interviene in modo molto efficace con terapie basate su anticorpi monoclonali,normalmente ancora associati alla chemioterapia. Ma l'obiettivo, per questi tumori,sarà sostituirla del tutto con i monoclonali».F

© RIPRODUZIONE RISERVATA - GETTY IMAGES

UN PRELIEVO INDISPENSABILE L'eventuale lesione individuata con mammo ed ecografia va analizzata per stabilirne la natura (benigna o maligna). Con un ago sottile (agoaspirato) o più grosso (agobiopsia), in ambulatorio si prelevano cellule o tessuto da esaminare. Di solito è ben tollerato,e non favorisce in alcun modo la diffusione delle cellule tumorali.

Sosteniamo la ricerca

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Dal 2014,con il progetto Pink Is Good,Fondazione Umberto Veronesi ha sostenuto 224 eccellenti ricercatori impegnati a trovare soluzioni sempre più efficaci contro i tumori femminili. Tra i progetti di ricerca, per esempio,c'è P.1.N.K.(Prevention,Imaging,Network and Knowledge), che indaga le migliori forme di diagnostica per il tumore al seno (mammografia,ecografia, tomosintesi o una loro combinazione) personalizzandole in base alle caratteristiche di ogni donna,al profilo di rischio,tenendo conto di parametri clinici,familiarità e stile di vita, per avvicinare sempre più al 100 per cento la quota di donne che supera la patologia. E per ricordare l'importanza dello sport,che aiuta a ridurre il rischio di queste patologie e delle loro recidive,la Fondazione sostiene le Pink Ambassador (a destra),donne che hanno combattuto un tumore femminile e si allenano per correre una mezza maratona:a ottobre, una staffetta virtuale attraverserà l'Italia per ricordare l'importanza del sostegno alla ricerca;fondazioneveronesi.it

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