NEWSLETTER_4_2021

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04/2021

“Sostenere la ricerca è sostenere la vita”

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, LO/MI - Numero 4 - Ottobre 2021

Umberto Veronesi

NEWS IL GIORNALE DI CHI CREDE NELLA RICERCA

La storia del nostro centro a Herat RICERCA

SALUTE IN TAVOLA

NOI & VOI

GIULIA: «QUANTI REGALI DALLA MALATTIA»

METTIAMO NEL PIATTO LA SOSTENIBILITÀ

NASCONO IN TRE CITTÀ NUOVE DELEGAZIONI

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NEWS 04/2021 IN QUESTO NUMERO

RICERCA

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La storia del nostro centro a Herat

Ad agosto abbiamo dovuto chiudere il Centro per la diagnosi del tumore al seno di Herat, in Afghanistan. Vogliamo condividere con voi la storia di un progetto importante e le ragioni di un impegno che resta vivo più che mai

06 RICERCA

Quanti regali ho avuto dopo la malattia Giulia Cirelli, una Pink Ambassador piena di umanità e grinta: è uscita da una travagliata cura di un tumore al seno più forte di prima. «Io correrò a New York», ha deciso

IN SALUTE

La prevenzione al femminile e la ricerca che non si accontenta

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Ogni anno 55.000 donne in Italia si ammalano di tumore al seno e 12.300 ne muoiono. Il dato di sopravvivenza è fra i migliori al mondo (87%). Cosa si può fare di più? Molto, a partire da una medicina integrata e di precisione

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Portiamo in tavola la sostenibilità Non solo sano, ma anche sostenibile: così dovrà essere il cibo del futuro, per dare sollievo a un pianeta sovrappopolato. Si parla di dieta “flexitariana”. Un’utopia o un progetto possibile?

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NOI & VOI

Inaugurate tre Delegazioni in tre nuove città Serate e visite d’arte a sostegno di ricercatori e cure d’avanguardia

SCIENZA E ETICA

Donarsi alla scienza: una scelta che fa bene a tutti Per una legge del 2020 oggi è possibile lasciare il proprio corpo alla ricerca scientifica o per la formazione di nuovi chirurghi. Dopo un anno la restituzione per la sepoltura


L’EDITORIALE di Paolo Veronesi

RICERCA

Conosciamo i ricercatori: identikit di 5 di loro

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Sono 32 quelli impegnati a lottare contro i tumori femminili col sostegno della Fondazione. Dal tumore all’ovaio al cancro al seno triplo negativo, stanno in prima linea. I profili di tutti nel Quaderno dei Grant NOI & VOI

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Tutti “Insieme” appassionatamente Un libro, e il ricordo di Gianluca diventa speranza per tanti

20 Eventi 22 Aziende per la ricerca Presidente Paolo Veronesi Direttore Monica Ramaioli

via Solferino 19, 20121 Milano Tel. +39 02 76018187 - Fax +39 02 76406966 info@fondazioneveronesi.it - www.fondazioneveronesi.it NEWS - Notiziario della Fondazione Umberto Veronesi - Periodicità trimestrale - Aut. Tribunale di Milano N° 265 del 13/04/2004 Fondazione Umberto Veronesi - Piazza Velasca 5, 20122 Milano Direttore responsabile: Serena Zoli - Redazione: Marco Annoni, Daniele Banfi, Donatella Barus, Agnese Collino, Elena Dogliotti, Vera Martinella, Chiara Segré - Segreteria di redazione: Cecilia de’ Donato - Foto: Marco Lorenzo Curatolo, Nanni Fontana, Archivio FUV - Progetto grafico: Simone Scarsellini - Stampa: Società Generale dell’Immagine srl - Via Pomaro, 3 - 10136 Torino

LA SPERANZA CONTRO IL TUMORE AL SENO PORTATA AD HERAT E STRAPPATA

Cari amici, il mese di ottobre è tradizionalmente dedicato alla salute al femminile. Nelle prossime pagine troverete tante informazioni utili sulla prevenzione dei tumori dell’universo femminile e la ricerca che stiamo portando avanti per rendere queste patologie sempre più curabili. Complice gli sviluppi a livello internazionale avvenuti in estate con la crisi in Afghanistan, abbiamo deciso però di dedicare il cuore di questo numero della newsletter al racconto di quello che è stato il nostro impegno per le donne di Herat. Dal 2013 ad oggi, grazie al vostro sostegno, abbiamo potuto sviluppare un progetto con cui abbiamo dato vita ad un vero e proprio centro ambulatoriale. Il Centro per la diagnosi del tumore al seno di Herat era una piccola grande storia di speranza. In un Paese come l’Afghanistan, i casi di tumore sono difficili anche da contare. Non esistono registri nazionali, le diagnosi arrivano in modo sporadico e quasi sempre tardivo, una fetta prevalente di popolazione non accede ad ambulatori e a ospedali, non ha informazioni sui sintomi. Il centro, dove in questi 8 anni sono transitate oltre 9 mila donne, rappresentava un seme di speranza. Da agosto tutto questo non c’è più. Parlare di prevenzione in queste terre può sembrare utopico. Tutti noi però possiamo fare qualcosa. Questo progetto, nato grazie ad un’intuizione di mio padre e portato avanti con entusiasmo da Fondazione Veronesi, si prefiggeva proprio questo: una scienza al servizio della pace. Capace, con piccoli gesti quotidiani, di cambiare la realtà in questi paesi martoriati. Nelle prossime pagine troverete un resoconto dettagliato del nostro impegno e di quanto accaduto nelle ultime settimane. Buona lettura!

Presidente


LA STORIA DEL NOSTRO CENTRO A HERAT Cari amici, Cari sostenitori, In questi mesi si è parlato molto della drammatica crisi afghana e anche del nostro Centro per la diagnosi del tumore al seno di Herat. Ad agosto siamo stati costretti a chiuderlo perché non era più possibile garantire la sicurezza delle pazienti e delle operatrici sanitarie che poi hanno trovato rifugio in Italia. Questo piccolo centro, però, ha una storia che vogliamo raccontarvi, perché è una parte importante della nostra Fondazione. Come in tutte le storie, bisogna partire da quando tutto è iniziato. Nel 2009 il professor Umberto Veronesi annunciò che la sua Fondazione avrebbe creato un progetto nuovo e coraggioso.

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NEWS

Fondazione Umberto Veronesi

L’obiettivo era mettere la scienza al servizio della pace, perché il metodo scientifico era il linguaggio universale per esaminare le cause dei conflitti e proporre delle soluzioni condivise. Così, nel mese di novembre di quell’anno si aprì la prima Conferenza mondiale Science for Peace. Fu un successo e in quegli stessi giorni Umberto Veronesi entrò in contatto con la tormentata situazione afghana. Fu un senologo afghano, da anni residente in Germania, a chiamarlo e a proporre di fare qualcosa di concreto per la pace nel suo paese. La sua famiglia aveva da poco donato alla città di Herat un ospedale materno infantile, nelle cui adiacenze c’era un immobile di alcune centinaia di metri quadrati in disuso da

tempo. Lì – auspicava – sarebbe potuto sorgere un centro per la prevenzione e la diagnosi dei tumori femminili. Ecco da qui è partita la storia del Centro per le donne di Herat. Nel 2011 Fondazione Umberto Veronesi si mise all’opera per ristrutturare quegli spazi abbandonati, c’erano muri scrostati e pavimenti polverosi, nulla più. Nacquero stanze per l’accoglienza delle donne, lo studio per le visite, quello per le ecografie e quello per le mammografie. L’ambulatorio aprì i battenti nel 2013 e l’ultima conquista è stata l’aggiunta di un laboratorio di citologia. Le attrezzature medicali arrivarono grazie a Fondazione Bnl e al contributo logistico del nostro esercito.


RICERCA

Ad agosto abbiamo dovuto chiudere il Centro per la diagnosi del tumore al seno di Herat, in Afghanistan. Vogliamo condividere con voi la storia di un progetto importante e le ragioni di un impegno che resta vivo più che mai

E il personale? Con l’aiuto della Cooperazione italiana, all’ambasciata italiana a Kabul si iniziò a selezionare i medici per il centro: un po’ alla volta, da una dottoressa si è arrivati a un team di otto persone fra medici, tecnici di radiologia, tecnici di laboratorio e segreteria. Preparate e capaci, grazie a ospedali italiani e all’Associazione patologi oltre frontiera (Apof) hanno potuto acquisire una formazione specifica. Tutte donne afghane che offrivano assistenza alle donne. In quelle stanze, sono state visitate e assistite 9.300 pazienti in otto anni. In quel piccolo spazio della sala d’attesa le donne si incontravano, parlavano fra loro. Accompagnate dai mariti che le aspettavano fuori, entravano con i bambini che si mettevano a giocare. Erano tutte lì per una stessa ragione: parlare di salute, fare prevenzione. Un dialogo sotto le ali della scienza. Esattamente quello che il Professore voleva. Non possiamo sapere cosa accadrà al Centro per le donne di Herat. Le opera-

RINGRAZIAMENTI L’intera operazione di salvataggio e accoglienza è stata resa possibile grazie alla collaborazione di: Governo italiano: Presidente Mario Draghi Ministro Luigi Di Maio Ministro Lorenzo Guerini Dottor Antonio Funiciello Ambasciatrice Elisabetta Belloni Ministro Stefano Verrecchia Console Tomaso Claudi Maggiore Mirko Romani

trici sanitarie e le loro famiglie, grazie al Governo italiano, al Comune di Milano e ad associazioni instancabili, hanno superano la prima fase del loro viaggio, quella più drammatica verso la salvezza. Ora hanno bisogno di tutto, anche di un lavoro dignitoso. Sono professioniste che possono dare un contributo importante, hanno bambini piccoli a cui vogliono dare un futuro, fatto di cose belle. Ci sono già molte idee, nuovi programmi per la salute delle donne che speriamo possano avere in breve tempo le gambe per andare avanti. Intanto, noi di Fondazione Umberto Veronesi vogliamo ringraziarvi per la vicinanza manifestata nei mesi scorsi. Anche con la consapevolezza di non essere mai soli, continuiamo nella nostra missione di sempre: sostenere la ricerca scientifica per migliorare la vita di tutti. Monica Ramaioli Direttore generale Fondazione Umberto Veronesi

Città di Milano: Prefetto Renato Sacconi Vicesindaco Anna Scavuzzo Questore Giuseppe Petronzi Ass. Comunale Gabriele Rabaiotti Vice Prefetto AlessandraTripodi Dott.ssa Silva Zywicki (Questura di Milano) Direttore Walter Bergamaschi (ATS Milano Città Metropolitana) Dott.ssa Rossana Angela Giove (ATS Milano Città Metropolitana) Dott.ssa Alessandra Kustermann (Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico) Presidente Luciano Gualzetti (Caritas Ambrosiana) Si ringrazia la Fondazione Progetto Arca nelle persone del Presidente Alberto Sinigallia, del Direttore dei Servizi Costantina Regazzo e di Soraya Mohamed Ahmed Moustafà, Assistente Direzione Servizi.

IN AFGHANISTAN LA POPOLAZIONE

38 milioni 65 anni l’aspettativa di vita alla nascita <20% donne adulte alfabetizzate I TUMORI DEL SENO

3.000 diagnosi l’anno 2.300 vittime l’anno SANITÀ

2,7 medici e 5 posti letto in ospedale ogni 10.000 cittadini

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QUANTI REGALI HO AVUTO DOPO LA MALATTIA Giulia Cirelli, una M Pink Ambassador di Serena Zoli

piena di umanità e grinta: è uscita da una travagliata cura di un tumore al seno più forte di prima. «Io correrò a New York», ha deciso

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a quanti grazie dice questa ragazza, che compie 40 anni adesso, avendole peraltro chiesto di raccontare non proprio una bella esperienza? Eppure Giulia Cirelli ti investe di questi ringraziamenti al destino con una voce straripante di entusiasmo. Sì, è ovvio, non avrebbe mai e poi mai nella vita desiderato (né pensato) che le capitasse un tumore al seno, ma una volta che questa sventura le si è abbattuta addosso, fin da subito ha pensato di volgerla in positivo. Di farne il proprio giro di boa nella vita e ritrovarsi “accresciuta”. E così è stato, con una serie di avvenimenti a cascata che le hanno fatto incontrare un’esistenza prima neanche immaginata così ricca.

Partiamo dall’anagrafe? È sposata da 15 anni, ha due figli, Giacomo di 17 anni e Pietro di poco più di 13, abita a Bergamo e lavora nell’ufficio di famiglia col padre tenendo l’amministrazione di condomini. Questo, si può dire, il “lavoro di partenza”. Un po’ grigio, si può dire anche questo? Bene, lei se ne è inventato un secondo coloratissimo fatto di braccialetti e collane. E da dove è partita nell’ottobre scorso una volta concluse operazioni e cure? «Dall’idea di un braccialetto rosa dedicato alla ricerca sul cancro femminile – spiega Giulia. – Mentre ancora facevo le chemio avevo visto online la Fondazione Veronesi, le sue iniziative e ho chiesto


RICERCA

il permesso di intitolare i miei gioielli alla sua ricerca. Tuttora, dal gennaio ’21, verso una parte del mio ricavato alla Fondazione. Avevo voglia di bello, di colori, mi piace il cornino portafortuna rosa che c’è nei miei braccialetti ed ho avuto un bel riscontro». Il tumore si affaccia nel 2017 come una pallina sotto le dita mentre si infila, a Natale, un bel reggiseno che le ha regalato la mamma. Niente panico. Dopo le feste, controllo medico, ecografia, la conferma. «Avevo 36 anni, non rientravo così giovane negli screening pubblici. Il senologo parla dell’intervento e mi tranquillizza, ma io ero già tranquilla». Segno evidente che la struttura forte e ragionevole di Giulia Cirelli faceva già parte del suo carattere originario. Perché poi, essendo così giovane e con seni molto piccoli, le è stata prospettata – racconta – la mastectomia bilaterale (con immediata ricostruzione durante lo stesso intervento). Ma da un lato si crea un ematoma, ri-operare. Riassumendo: ben 7 interventi del chirurgo plastico per continue infezioni fino al 2019. Ce n’è per stendere anche la più ottimista delle ragazze? Giulia no. Si fa anche due cicli di chemio ed eccola comparire all’orizzonte della Fondazione con i suoi braccialetti solidali. Ma non basta. «Io sono uscita da tutte le cure con una spinta in più, come se in me si fosse messo in moto un moltiplicatore per due, ho voglia di fare moltissime cose, e subito», racconta. Intanto ha

descritto sui social il suo travaglio per aiutare altre donne nella sua situazione e tante ne ha rincuorate: «La mia testimonianza aiuta». Poi legge online che ci sono le Pink Ambassador e che ci sarà una staffetta tra di loro. Telefona in Fondazione: «E a Bergamo non si fa niente?». La risposta è che finora non si è trovato un gruppo di donne disponibili. Ah sì? Ci penso io. Eccole in 11 che corrono due giorni a settimana con l’allenatore. L’incontro di tutte con la psicologa (a distanza) poi «è spettacolare. Quanto abbiamo riso tutte insieme. Un regalo questo gruppo di nuove amiche: tra noi non dobbiamo spiegarci, sappiamo il passato l’una dell’altra, lo stesso per ciascuna». Questa ragazza di 40 anni ha trovato un “regalo” perfino la perdita dei capelli (“ciao, crapa pelada” la apostrofava sportivamente il figlio piccolo) perché una volta fatta la doccia l’asciugarsi era rapidissimo. «E dopo mi sono cresciuti dei capelli così folti e così ricci che li tengo lunghi: meritano. Un altro regalo». Infine il futuro. Golosa di novità e di avventure da correre dopo il rinascimento dalla malattia Giulia Cirelli si è guardata tutti i video dall’origine delle Pink nel 2014. «Mi sono commossa, commossa, che gioia profonda ho provato. Ho deciso: se ci porta la Fondazione bene, altrimenti ci vado da sola. A novembre 2022 io correrò alla Maratona di New York».

IN 18 CITTÀ DONNE IN GARA PER LA “STAFFETTA PINK” Dall’impegno decennale di Fondazione Veronesi per le neoplasie dell’universo femminile, nel 2014 è nato il progetto “Pink is Good”. Due i grandi obiettivi: educare alla prevenzione e sostenere il lavoro quotidiano dei ricercatori. Tra le tante attività a favore del progetto c’è quello delle Pink Ambassador, un gruppo di donne accomunate dall’esperienza della malattia. Quest’anno il progetto ha coinvolto più di 160 persone sparse in 18 città: Milano, Monza Brianza, Varese, Como, Bergamo, Torino, Verona, Venezia, Trento, Bologna, Firenze, Perugia, Roma, Napoli, Bari, Catania, Palermo, Cagliari. Grazie ad esse abbiamo potuto promuovere in modo ampio l’importanza della prevenzione e raccogliere fondi a favore della ricerca scientifica sui tumori femminili. Quest’anno le nostre Pink Ambassador nel mese di ottobre correranno la “Staffetta Pink”, una staffetta di 2.100 Km divisa in 18 tappe che unirà simbolicamente tutta l’Italia.

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CONOSCIAMO I RICERCATO Sono 32 quelli impegnati a lottare contro i tumori femminili col sostegno della Fondazione. Dal tumore all’ovaio al cancro al seno triplo negativo, stanno in prima linea. I profili di tutti nel Quaderno dei Grant di Daniele Banfi

I VOLTI DELLA RICERCA

Per conoscere chi sono tutti i ricercatori finanziati da Fondazione Umberto Veronesi nel 2021 scarica il Quaderno dei Grant attraverso l’area download del Magazine (https://www. fondazioneveronesi.it/ magazine/tools-della-salute/ download/iquaderni-deigrant) o puntando al QR Code

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CONCETTA DI NATALE 33 anni, è biotecnologa presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Il suo studio si concentra sul tumore al seno triplo negativo che rappresenta circa il 15% di tutte le neoplasie mammarie ed è il più difficile da curare. La comunità scientifica tende allo sviluppo di nuovi trattamenti contro questo tumore, come gli approcci di immunoterapia. Nonostante i risultati preliminari positivi, l’immunoterapia mostra però alcuni limiti come la difficoltà ad agire nel cuore del tumore. L’obiettivo del progetto della dottoressa Di Natale è sviluppare un nuovo sistema di somministrazione farmacologica composto da un cerotto di microaghi in grado di aumentare la stabilità dei farmaci e la loro penetrazione nel sito tumorale. I tal modo si migliora il potere terapeutico e si riducono gli effetti collaterali.

MARIANNA ROSSETTI 37 anni, è chimica presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. La sua ricerca si concentra sulla diagnosi precoce e il monitoraggio della risposta alle terapie nel decorso di un tumore al seno. Nel 2020 è stato sviluppato un dispositivo rapido, accurato, portatile, facile da usare e a basso costo che consente il rilevamento di anticorpi nel sangue. Questo dispositivo si è dimostrato promettente per il monitoraggio degli anticorpi nei trattamenti immunoterapici, ma necessita di essere potenziato per la rilevazione diretta di auto-anticorpi nel sangue (cioè anticorpi diretti contro alcune cellule del proprio corpo) specifici per il cancro al seno. Potenziamento al quale la dottoressa Rossetti lavorerà per tutto il 2021 con il sostegno della Fondazione.


RICERCA

RI: IDENTIKIT DI 5 DI LORO

GIACOMO BIAGIOTTI 33 anni, è chimico presso l’Università degli Studi di Firenze. Da anni si occupa di radio-sensibilizzanti, composti capaci di aumentare la sensibilità del tumore alla radioterapia: interagiscono con le radiazioni, accelerando i danni al Dna delle cellule tumorali e rallentandone i processi di auto-guarigione. Obiettivo del progetto è sperimentare l’uso di un nanomateriale, la cellulosa nanocristallina, opportunamente modificato per veicolare e rilasciare in modo mirato dei radiosensibilizzanti nei tumori mammari triplo negativi. Una volta raggiunta la massa tumorale, la cellulosa agirà da “cavallo di Troia” veicolando una quantità significativa di radiosensibilizzante sulle cellule tumorali. Lo scopo finale è orientare la radiotossicità specificamente sulla massa tumorale e, di conseguenza, ridurre la dose di radiazioni da somministrare.

RAFFAELLA PETRUZZELLI 41 anni, è biotecnologa presso il Telethon Institute of Genetics and Medicine (Tigem) di Napoli. Petruzzelli si occupa di tumori ovarici, tra le neoplasie ginecologiche più aggressive, per di più un’elevata percentuale di pazienti sviluppa resistenza alla chemioterapia con cisplatino. Resistenza che spesso si genera a causa della proteina Atp7b, capace di pompare l’eccesso di platino fuori dalla cellula attraverso delle strutture chiamate lisosomi. Recentemente è stato dimostrato che la proteina Tfeb è in grado di attivare Atp7b, promuovendo la detossicazione (cioè l’eliminazione) del cisplatino attraverso i lisosomi. Obbiettivo del progetto finanziato quest’anno è trovare molecole terapeutiche che blocchino le proteine lisosomiali allo scopo di sviluppare protocolli terapeutici più efficaci.

PAOLO CONTESSOTTO 33 anni, è biotecnologo presso l’Università di Padova. La sua ricerca si concentra sulle metastasi ai polmoni, una delle cause più significative di mortalità legata ai tumori al seno. Ii meccanismi che regolano la proliferazione e la migrazione delle cellule tumorali verso i siti preferenziali di metastasi non sono del tutto chiari. Alcuni studi provano ad approfondire l’interazione tra il tumore e il suo microambiente (e in particolare gli stimoli meccanici da esso derivanti, come le diverse rigidità dei tessuti): questo legame, infatti, sembra essere fondamentale nel determinare la capacità proliferativa e metastatizzante delle cellule cancerose. Obiettivo del progetto del dottor Contessotto è valutare le caratteristiche distintive del microambiente in cui si trovano le cellule di tumore primario rispetto al corrispettivo metastatico.

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LA PREVENZIONE AL FEMMINILE E LA RICERCA CHE NON SI ACCONTENTA di Donatella Barus

Ogni anno 55.000 donne in Italia si ammalano di tumore al seno e 12.300 ne muoiono. Il dato di sopravvivenza è fra i migliori al mondo (87%). Cosa si può fare di più? Molto, a partire da una medicina integrata e di precisione 10

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l tumore al seno è il più diffuso fra le donne. Ogni anno in Italia sono 55.000 le nuove diagnosi e le prospettive di sopravvivenza sono fra le più alte al mondo (87% a cinque anni) grazie agli screening e a terapie efficaci. Ma su una patologia così diffusa anche le percentuali che appaiono piccole si traducono in un impatto devastante: sono 12.300 le vittime ogni anno, il 16% di tutte le morti per cause oncologiche fra le donne. A fare la differenza è ancora, nella gran parte dei casi, la diagnosi precoce. Ecco che allora è urgente arrivare prima, per curare meglio se necessario. Come? Ottimizzare i percorsi di prevenzione secondaria ricorrendo agli strumenti più efficaci che la ricerca e un approccio integrato di medicina di precisione possono offrire. In quest’ottica Fondazione Umberto Veronesi sostiene lo studio P.I.N.K. (Prevention, Imaging, Network and Knowledge), che verifica le miglio-

ri forme di diagnostica per il tumore al seno (mammografia, ecografia, tomosintesi o una loro combinazione) personalizzandole in base alle caratteristiche di ogni donna, al suo profilo di rischio, tenendo conto dei parametri clinici, della familiarità e dello stile di vita. Lo studio, promosso dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Ifc) e sostenuto da Fondazione Umberto Veronesi, è stato avviato nel 2018 e quest’anno verrà ampliato con un’indagine nutrizionale (per valutare nuove correlazioni tra stile di vita e rischio di specifiche forme di tumore). Verrà creata una biobanca di imaging per la ricerca epidemiologica e clinica, e con un’analisi delle radiazioni impiegate, per una valutazione costi/ benefici di eventuali danni da radiazioni rispetto a maggiore precisione e tempestività diagnostica. «Diagnosticare tempestivamente i tumori permette di curarli in modo meno


IN SALUTE

GLOSSARIO ECOGRAFIA Metodo di indagine diagnostica che utilizza gli ultrasuoni MAMMOGRAFIA Esame diagnostico della mammella che utilizza i raggi X TOMOSINTESI Tecnica mammografica che permette uno studio tridimensionale della mammella SOVRADIAGNOSI Si ha quando a un individuo viene diagnosticata una malattia che esiste, ma che ha notevole probabilità di non provocare in futuro né sintomi, né il decesso, ma che viene trattata peggiorando la qualità di vita del soggetto

invasivo e meno costoso, e di ridurre la mortalità», dichiara Paolo Veronesi, presidente di Fondazione Umberto Veronesi. «Studiare a fondo gli strumenti straordinari della medicina odierna e calibrarli nel modo migliore su ogni donna ci aiuterà a minimizzare il rischio di sovradiagnosi e di costi inutili per la donna e per la collettività». Ma nel 2021 e in tempo di pandemia, l’urgenza è anche ricordare alle donne l’importanza di sottoporsi ai controlli, di tornare con fiducia negli ambulatori medici. «Le statistiche indicano nel nostro paese dati di sopravvivenza alti rispetto alla media europea e, se ciò accade, è anche perché gli screening danno a noi medici la possibilità di trattare malattie curabili – prosegue il professor Veronesi -. È urgente riattivare pienamente i servizi di prevenzione, recuperare i ritardi e rinnovare il rapporto di fiducia con i cittadini. Non possiamo permetterci che la prevenzione resti indietro».

Per partecipare al progetto e conoscere i centri visita il sito dedicato: www.pinkstudy.it

I NUMERI DELLO STUDIO P.I.N.K.

15 50.000

donne in 5 anni: l’obiettivo di reclutamento

26.500 176 +33,5%

i centri coinvolti in Italia

le donne esaminate a giugno 2021

i tumori identificati (primi dati parziali su 22.848 pazienti)

l’aumento di accuratezza diagnostica con i test integrati

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A cura di ELENA DOGLIOTTI, biologa nutrizionista, supervisore scientifico per Fondazione Umberto Veronesi

PORTIAMO IN TAVOLA LA SOSTENIBILITÀ

S GLOSSARIO CARNE SINTETICA Carne prodotta in vitro grazie a tecniche di “agricoltura cellulare”, che permettono di far crescere e moltiplicare cellule prelevate da un animale vivo. Si può così evitare di allevare e uccidere animali, riducendo le risorse impiegate e le emissioni negative prodotte rispetto agli allevamenti intensivi.

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NEWS

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i stima che la popolazione mondiale raggiungerà i 10 miliardi entro il 2050. Fare in modo che tutti nel mondo si alimentino adeguatamente e allo stesso tempo salvaguardare il pianeta è una doppia sfida. Nel 2019 la commissione Eat-Lancet ha proposto una dieta “flexitariana”, ideale per la salute umana e per quella del pianeta, in cui gli alimenti vegetali costituiscono la base (vedasi box). È però difficile ipotizzare uno schema di dieta globale, valido per tutti. La maggior parte della popolazione mondiale potrebbe permettersi di mangiare meglio (ma non lo fa), tuttavia la povertà rimane una barriera cruciale. In certe aree, una quota di fonti alimentari animali (compresi gli insetti) potrebbe fare la differenza per elevare la qualità nutrizionale dei pasti, mentre nei Paesi sviluppati, dove la carne ha

un importante significato culturale e tradizionale, potrebbe avere senso in futuro ricorrere alla cosiddetta “carne sintetica” che già da diversi anni è in sperimentazione. STILI DI VITA PIÙ CONSAPEVOLI Le strategie globali per nutrire tutti e risparmiare risorse sono complesse e variegate. Eccole in sintesi: • Applicare la sostenibilità già a livello domestico e nel quotidiano. Ciò può voler dire pianificare meglio il “menù” della settimana e di conseguenza la spesa, attenendosi a una lista e scegliendo più prodotti locali; utilizzare correttamente il frigorifero e il freezer per la conservazione degli alimenti; limitare la produzione di scarti in cucina durante la preparazione dei cibi o utilizzarli in altro modo, per insaporire, concimare le


SALUTE IN TAVOLA

Non solo sano, ma anche sostenibile: così dovrà essere il cibo del futuro, per dare sollievo a un pianeta sovrappopolato. Si parla di dieta “flexitariana”. Un’utopia o un progetto possibile? piante, come snack (nel caso delle bucce di vegetali al forno); non sprecare l’acqua; riciclare correttamente i rifiuti; usare di meno l’auto (la spesa grossa una volta a settimana) e così via. • Essere consapevoli dell’impatto del nostro stile di vita: nel cibo che mangiamo, nel modo in cui utilizziamo i mezzi di trasporto e in cui viviamo nelle nostre case in termini di consumo di energia e materiali. • Spingere, attraverso i comportamenti individuali, verso cambiamenti di più larga scala come quelli aziendali o di comunità. Farsi dunque parte attiva di un motore di riforma. SCALARE LA NOSTRA “IMPRONTA” La ”impronta materiale” è uno strumento per misurare e gestire o ottimizzare il nostro consumo di risorse. A livello

LA DIETA CHE SALVA SALUTE E PIANETA Ecco la dieta “flexitariana” proposta dalla commissione EatLancet: al giorno: 300 g di verdura, 200 g di frutta, circa 230 g di cereali integrali e 125 g di alimenti ricchi di proteine vegetali, come lenticchie, noci e fagioli secchi alla settimana: 5 porzioni di proteine animali, di cui circa 200 g di pesce e 200 g di carne bianca, ma solo 100 g circa di carne rossa. Si tratta di molto meno dei circa 700 g di carne rossa consumati ogni settimana in Nord America e in alcune parti d’Europa, ma molto più della quantità normalmente consumata nei paesi che sono a basso reddito.

europeo è stata stimata un’impronta materiale (comprendente prodotti per la casa, cibo e bevande, mobilità quotidiana, turismo, elettricità, riscaldamento e alloggio) pro-capite media di 31.000 kg. Secondo recenti analisi, per essere considerata sostenibile, tale impronta dovrebbe scendere ad 8.000 kg. La composizione dell’impronta non è simile per tutti, ma può variare in base ai valori, alle esigenze e alle aspirazioni dello stile di vita tipico di ogni persona. Per esempio, alcuni possono aumentare il valore della loro impronta attraverso la mobilità, mentre altri viaggiano di meno, ma magari hanno un’abitazione più grande e energeticamente non efficiente. Non tutti hanno bisogno di vivere allo stesso modo, ma è una realtà che tutti viviamo sullo stesso pianeta e possiamo fare qualcosa per preservarlo.

BURGER DI CECI E FETA A CUBETTI Ingredienti • 300 g di ceci lessati • 2 zucchine • 3 pomodori secchi sott’olio • 200 g di feta • sale • pane integrale grattugiato Come si prepara Se avete ceci in scatola, risciacquateli sotto l’acqua corrente. Lavate e tagliate le zucchine a pezzettini; riducete la feta a cubetti. Frullate quindi i legumi con le zucchine e i pomodori secchi. A questo composto unirete la feta, il sale e pane integrale grattugiato quanto basta per ottenere la consistenza dei burger (di solito bastano 3 cucchiai). Dividete l’impasto in 6 parti e con ciascuna formate un burger. Man mano che sono pronti, disponeteli su una teglia rivestita con carta da forno. Infornate per circa 20 minuti a 200 gradi, o fino a quanto i burger non saranno belli dorati. Tratta da “Io mi voglio bene”, di Marco Bianchi, ed. Mondadori

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TUTTI “INSIEME” APPASSIONATAMENTE Donare in gruppo, aggiungendosi a un gruppo: si può “fare rete” grazie alla speciale piattaforma creata dalla Fondazione. Campagne di raccolta fondi col vostro nome

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a scienza è lo strumento più potente di cui l’umanità dispone per migliorare la qualità e la prospettiva di vita delle persone. Dal 2003 - anno di nascita della Fondazione - ad oggi abbiamo sostenuto la ricerca scientifica attraverso l’erogazione di borse di ricerca per medici e ricercatori e finanziato progetti di altissimo profilo con l’obbiettivo di raggiungere nuove conoscenze e cure per le malattie più gravi. Un obbiettivo reso possibile dai tanti donatori che negli anni ci continuano a sostenere. E sempre di più le persone hanno voluto “fare rete” e dedicare la propria donazione in favore di preciso progetto. Così la Fondazione ha creato la piattaforma web “Insieme”: chiunque vi può promuovere una campagna di raccolta fondi legata a un particolare evento: compleanno, matrimonio, battesimo e donazione in memoria. Sul sito www.insieme. fondazioneveronesi.it potrete donare direttamente ad una delle aree di sosteIN MEMORIA DI CRISTINA gno indicate da Fondazione (ricerca per i «Cristina, una sorella che mi ha intumori maschili e femminili, quelli degli segnato tanto, una figlia che ha ceradolescenti, il tumore al pancreas e quello cato di non far ricadere il peso della al polmone) o avviare una vostra campamalattia su genitori e famigliari, ma gna di raccolta fondi. Farlo è semplicissoprattutto una mamma e moglie simo: crea la tua campagna di raccolta sempre forte, solare». È da queste parole di Maila e Alessandro, cognafondi personalizzata e dona più valore ai ta e fratello di Cristina, che nasce la tuoi momenti (compleanno, matrimonio, campagna “In memoria di Cristina”. battesimo e donazione in memoria); infi«Donare in suo ricordo per la ricerne condividi sui social e whatsapp la tua ca sui tumori femminili sarebbe stapagina. Il gioco è fatto. Segui l’esempio to per lei motivo di orgoglio». di Silvia, Lodovica e Maila!

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LODO30 Lodovica compie 30 anni. Nell’occasione ha deciso di devolvere l’intero ricavato di quelli che sarebbero stati i suoi regali in favore della ricerca in oncologia pediatrica. La ragione? «Un gruppo di persone che condivide un obiettivo comune può raggiungere l’impossibile!».

EVERESTINGSILVIA Silvia ha 45 anni e dopo la malattia oncologica che l’ha colpita ha un grande progetto: sostenere la ricerca e dare una speranza a migliaia di malati di tumore. Sulla piattaforma “Insieme” ha dato vita a #everestingsilvia. Una sfida in cui Silvia tenterà di coprire in bicicletta un dislivello pari a quello dell’altezza del Monte Everest. Ogni cifra donata le darà la carica per spingersi sempre più in alto!


NOI & VOI

UN LIBRO, E IL RICORDO DI GIANLUCA DIVENTA SPERANZA PER TANTI La lotta contro un linfoma aggressivo, la memoria raccolta nelle pagine “Solo amore tra noi”. Così una famiglia conserva un’eredità preziosa, mettendola a sostegno alla ricerca

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ispondere al dolore con la speranza. È la storia di Gianluca e della sua famiglia, che da tre anni ha trasformato il lutto per la scomparsa di un giovane uomo, figlio e fratello amatissimo, in uno strumento di vita, di coesione e di partecipazione. Come? Attraverso un libro, che raccoglie i ricordi di persone che lo hanno amato e conosciuto, e che promuove il sostegno alla ricerca scientifica per aiutare chi sta combattendo quella medesima lotta. Maria e sua figlia Clara raccontano le ragioni del loro impegno tenace. «Gianluca è scomparso nel 2015, l’anno successivo abbiamo iniziato a lavorare

al libro», spiega Clara. Maria esprime tutta la meraviglia e la gratitudine di quell’impresa: «Tantissimi contributi, di familiari, amici, persone che hanno incrociato Gianluca nell’arco della sua vita, da quando era un bambino a quando era ormai un giovane uomo. Quasi cento persone: vuol dire che, a 27 anni appena, mio figlio ha lasciato qualcosa di speciale dietro di sé». Ci sono voluti più di due anni di lavoro, poi il libro è stato affidato a un editore di Palermo, la famiglia si è fatta carico delle spese iniziali. «Abbiamo voluto rendere omaggio a mio fratello nel modo che gli sarebbe piaciuto di più: rendendoci utili», spiega Clara. Il libro e il volto sorridente di Gianluca sono diventati l’occasione per informare e sensibilizzare sulla donazione di midollo osseo e per racco-

gliere fondi per la ricerca scientifica in oncologia. Poi è arrivata la pandemia. «Non abbiamo più la possibilità di organizzare eventi, ma continuiamo a incontrare le persone una ad una, o a piccoli gruppi», raccontano madre e figlia e poi, ridendo, aggiungono: «Non è stato semplice, abbiamo dovuto imparare a chiedere, ma siamo diventate brave e tenaci, perché abbiamo un obiettivo importante». Perché la scelta di destinare il ricavato a Fondazione Umberto Veronesi? «Ci siamo guardate intorno con attenzione, e Fondazione Umberto Veronesi ci è sembrata una realtà strutturata, che ci ha risposto con grande serietà. Ci è parso di poter avviare un progetto avendo la sensazione che i nostri sforzi, e gli sforzi di mio fratello, siano serviti a qualcosa».

L’AMORE RESTA E RESISTE

Solo amore tra di noi è il libro in ricordo di Gianluca Montalbano, scomparso a 27 anni a causa di un linfoma di Hodgkin. Il libro, realizzato a cura della mamma Maria D’Alessandro e della sorella Clara Montalbano, raccoglie pensieri, ricordi, riflessioni e immagini grazie al contributo di decine di persone. Il ricavato della vendita è stato destinato al sostegno della ricerca sui linfomi e le malattie ematologiche. Chi desiderasse ordinare una copia del libro può rivolgersi a Maria, mamma di Gianluca o a Clara, sua sorella, scrivendo a: soloamoretradinoi@gmail.com

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INAUGURATE TRE DELEGAZIONI IN TRE NUOVE CITTÀ Foggia, Lecce, Brescia ora hanno una sede della Fondazione Veronesi. Le cerimonie di apertura hanno avuto la presenza del nostro Presidente, il professor Paolo Veronesi

Giovedì 30 settembre si è svolta la cerimonia di inaugurazione della Delegazione di Brescia, guidata da Raffaella Franzoni. Finalmente, si può dire. Perché la delegazione era in attesa di essere inaugurata da inizio 2020 poi, date le chiusure imposte dalla pandemia, tutto è stato rimandato. La cerimonia si è svolta presso la Sala della Provincia alla presenza delle autorità del territorio. A seguire si è tenuto un rinfresco. DELEGAZIONE DI

BRESCIA

Venerdì 24 settembre si è tenuta la cerimonia di inaugurazione della Delegazione di Foggia, guidata da Rosalba Perricone. La cerimonia si è svolta presso il Chiostro Santa Chiara alla presenza delle autorità del territorio. A chiudere l’incontro un rinfresco. DELEGAZIONE DI

FOGGIA

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rescono le nuove Delegazioni, i presidi sul territorio della Fondazione Umberto Veronesi: sono fondamentali per raccogliere i fondi, che hanno lo scopo primario di sostenere la ricerca e, al tempo stesso, assumono un altro importantissimo ruolo, ovvero quello di diffondere la cultura della ricerca, della sua importanza, del suo bisogno di consapevolezza e del sostegno di tutti. Il Presidente della Fondazione, Paolo Veronesi, ha preso parte alle tre cerimonie di inaugurazione delle nuove Delegazioni. Le Delegazioni si occupano di diffondere la mission di Fondazione Umberto Veronesi a livello locale, organizzando e promuovendo iniziative di raccolta fondi e campagne di sensibilizzazione sui temi della salute. Inquadra il QR code e scopri dove sono attive.

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DELEGAZIONE DI

LECCE Sabato 25 settembre si è tenuta la cerimonia di inaugurazione della Delegazione di Lecce, guidata da Francesca Romana Melfi. Erano presenti le istituzioni del territorio e si è finito con un rinfresco. La cerimonia si è tenuta presso il Salone Maria d’Enghien del Castello Carlo V di età normanna a Lecce in via XXV Luglio.


NOI & VOI

SERATE E VISITE D’ARTE A SOSTEGNO DI RICERCATORI E CURE D’AVANGUARDIA

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ei mesi estivi le delegazioni hanno finalmente potuto riprendere il loro impegno a sostegno della ricerca scientifica, dopo i mesi di inattività a cui siamo stati costretti a causa della pandemia, e hanno organizzato diverse iniziative di raccolta fondi che hanno riscosso un notevole successo. DELEGAZIONE DI

DELEGAZIONE DI

PESCARA

TERAMO

A fronte di una donazione di 20 euro, dal 12 luglio al 31 ottobre, è possibile visitare le bellissime collezioni permanenti (“Impressionisti Scandinavi” e “Artisti figurativi del 900’”) e la mostra temporanea (“Andy Warhol e Mario Schifano tra Pop Art e Classicismo”) ospitate presso l’Imago Museum di Pescara e sostenere al contempo la ricerca scientifica, grazie ad una collaborazione tra la nostra delegazione e la Fondazione Pescarabruzzo. I fondi raccolti contribuiscono al finanziamento di un ricercatore abruzzese impegnato nello studio contro le patologie oncologiche.

Dopo il grande successo riscosso in occasione della serata organizzata lo scorso 24 giugno, la delegazione teramana ha organizzato una nuova serata di raccolta fondi che si è svolta martedì 3 agosto presso il Lido Oasi-Fuego di Tortoreto Lido. I fondi raccolti contribuiranno a sostenere gli studi di un ricercatore abruzzese impegnato a trovare nuove cure contro le patologie oncologiche.

La serata di raccolti fondi a Tortoreto Lido

DELEGAZIONE DI

TORINO

Imago Museum di Pescara

DELEGAZIONE DI

NOVARA La delegazione di Novara è ripartita con un’iniziativa di raccolta fondi, occasione per ritrovarsi dopo la pausa estiva, che si è tenuta mercoledì 22 settembre. Durante la serata c’è stato un momento musicale seguito da un rinfresco, presso i bellissimi spazi del Quadripartito della Canonica del Duomo di Novara. I fondi raccolti contribuiranno a sostenere gli studi di un ricercatore novarese impegnato a trovare nuove cure contro le patologie oncologiche.

La delegazione di Torino ha organizzato una nuova iniziativa che si è svolta la sera di giovedì 23 settembre presso il Centro Congressi dell’Unione Industriale con una cena all’aperto. I fondi raccolti contribuiranno al finanziamento del protocollo di cura per il neuroblastoma ad alto rischio, per permettere a tutti i bambini colpiti da questa patologia di ricevere le migliori cure d’avanguardia.

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DONARSI ALLA SCIEN SCELTA CHE FA BEN A cura di MARCO ANNONI, coordinatore del Comitato Etico di Fondazione Umberto Veronesi

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pesso tendiamo a pensare che la morte coincida con la fine della nostra capacità di rendere il mondo un posto migliore. In realtà, non è affatto così. Pensiamo, per esempio, alla donazione di organi per fini di trapianto o alla decisione di impegnare un lascito testamentario a favore della ricerca. Queste scelte sono di certo rivolte al futuro, ma in realtà hanno già valore nel presente. Recentemente si è aggiunta una nuova possibilità: la donazione del proprio corpo o dei tessuti post mortem per fini di studio e di ricerca scientifica. Grazie

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all’approvazione della legge n.10 del 10 febbraio 2020, finalmente anche in Italia chi desidera “donarsi alla scienza” potrà farlo avendo chiaro quale percorso dovrà seguire e quali garanzie potrà avere che le sue volontà vengano davvero rispettate. Perché dovremmo valutare questa possibilità? Ebbene, esistono diverse ragioni, tutte valide. La prima è di contribuire alla formazione dei medici e dei chirurghi. In questo modo si aiutano i pazienti futuri, perché si dà la possibilità ai medici e ai chirurghi di studiare meglio l’anatomia umana e di esercitar-

si nelle tecniche di intervento prima di provarle sui pazienti in sala operatoria. Il secondo motivo è che la donazione del corpo e dei tessuti post mortem può essere importantissima per la ricerca scientifica. La quale fa bene a tutti ed è lo strumento migliore a nostra disposizione per combattere le malattie, comprendere il mondo e noi stessi. Una terza ragione, poi, è che la donazione del corpo è compatibile con la donazione di organi, tessuti e cellule per ragioni di trapianto. Nel caso una persona avesse espresso la volontà di essere favorevole a entrambi i tipi di donazione,


SCIENZA E ETICA

NZA: UNA NE A TUTTI Per una legge del 2020 oggi è possibile lasciare il proprio corpo alla ricerca scientifica o per la formazione di nuovi chirurghi. Dopo un anno la restituzione per la sepoltura

la priorità sarà data ai fini di trapianto, lasciando il resto del corpo alla ricerca scientifica. Come stabilisce la legge, tutto il processo che porta alla donazione è strettamente garantito e posto sotto la responsabilità di un centro territoriale competente, il quale avrà il compito di dare seguito alle volontà del donatore, di assicurarsi che il corpo e i tessuti siano utilizzati solo per ricerche etiche. Lo stesso centro poi provvederà entro e non oltre dodici mesi a restituire la salma per la cremazione o tumulazione, coprendone interamente i costi.

SEMPRE PIÙ INIZIATIVE SOCIAL PER DIFFONDERE UNA COSCIENZA ETICA Una delle missioni fondamentali di Fondazione Umberto Veronesi è quella di promuovere una buona cultura della scienza attraverso attività di divulgazione rivolte alle scuole e a tutti i cittadini. Da sempre, seguendo il pensiero di Umberto Veronesi, questa attività include anche approfondimenti dedicati ai temi dell’etica, della bioetica e delle libertà civili, nella convinzione che non possa esistere una buona scienza che non sia accompagnata da una consapevolezza etica. Negli ultimi anni questo impegno si è rafforzato e oggi può contare su diverse attività che accanto alle tradizionali modalità “in presenza” hanno affiancato nuovi modi di comunicare online. Durante la pandemia abbiamo infatti compreso che la rete può essere un’arma a doppio taglio, perché può contribuire a diffondere informazioni false e paure infondate. Allo stesso modo, però, essa rappresenta anche un’opportunità per compiere un’opera di divulgazione scientifica ed etica su temi centrali quali le frontiere delle nuove scienze, oppure i temi dei diritti civili, dal testamento biologico fino alla donazione del corpo post mortem o la fecondazione assistita. Per questo motivo negli ultimi mesi abbiamo deciso di moltiplicare le iniziative di comunicazione sui canali social di Fondazione come Facebook, Instagram e Youtube con una serie di approfondimenti mirati sui temi dell’etica e dei diritti civili. Nel mezzo del “rumore” della rete, il tentativo è quello di portare una voce indipendente e autorevole che permetta a tutti di avvicinarsi ai risultati della scienza e alle sue implicazioni, per essere tutti “liberi di sapere, liberi di scegliere”.

Come si può esprimere il proprio consenso alla donazione post mortem? Ricorrendo alle stesse modalità con cui si può oggi registrare il proprio testamento biologico, ovvero le proprie dichiarazioni anticipate di trattamento (o Dat), con due differenze. La prima: oltre che presso il proprio Comune o un notaio, la dichiarazione di consenso alla donazione deve essere inoltrata anche all’azienda sanitaria territoriale competente. La seconda: per effettuare la donazione post mortem è necessario indicare un fiduciario, cioè una persona di cui ci fidiamo e a cui saranno affidate possibili

decisioni da prendere quando noi non ci saremo più. Per aiutare chiunque voglia divenire un donatore del proprio corpo, Fondazione Umberto Veronesi ha realizzato una facile guida, unitamente a un modulo apposito pre-impostato. Per ulteriori informazioni, è possibile scrivere direttamente alla casella di posta elettronica dedicata: testamentobiologico@ fondazioneveronesi.it

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“Ricercatori in classe” con i ragazzi del Liceo Scientifico Antonelli di Novara

RITORNIAMO A SCUOLA CON VOI PORTANDO LA SCIENZA DA VIVERE Abbiamo già coinvolto 240 mila studenti e continueremo a presentare le ultime novità della ricerca per una vita sana e consapevole. Accanto al “Ricercatore in classe”, nuovi format per capire meglio il proprio corpo

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no dei principali obbiettivi di Fondazione Umberto Veronesi - insieme al sostegno alla ricerca - è la promozione della cultura scientifica a partire dalle scuole. Quest’anno festeggiamo 15 anni di attività per studenti di istituti di ogni ordine e grado e per i loro docenti.

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Un impegno descritto da numeri importanti che alimentano lo slancio per nuovi progetti educativi per diffondere sani e corretti stili di vita: 240.000 studenti coinvolti dal 2006, di cui 50.000 raggiunti solo nel 2020. L’ultimo anno e mezzo è stato un anno importante non solo in termini di risultati raggiunti, ma anche di rinnovamento dell’offerta educativa, che ha portato alla sperimentazione di nuovi format per l’accesso ad attività educative complementari ai programmi scolastici, anche nella sospensione delle lezioni in presenza. Per l’anno 2021 – 2022 i temi saranno tanti, approfonditi con sistemi innovativi per restituire al meglio l’argomento trattato e garantire agli studenti una piena fruizione dei contenuti mutuati dalle più recenti ricerche scientifiche. La relazione tra inquinamento atmosferico e salute, la dipendenza da fumo, il ruolo indispensabile dei vaccini per proteggere la salute di tutti sono argomenti che si sono imposti all’attenzione dell’opinione pubblica e sui quali

vogliamo concentrarci nel prossimo anno scolastico. Continueremo a portare la ricerca nelle classi, raccontando, attraverso la voce dei ricercatori, le più recenti scoperte e le ricadute concrete sul benessere della società nel progetto “Ricercatori in classe”; continueranno anche le attività di sensibilizzazione sulle malattie oncologiche che possono insorgere in età giovanile con il progetto #fattivedere; sarà proposta la seconda edizione del corso sulla bioetica, per capire meglio il nesso tra scienza e società. Non ultimo, data la centralità da sempre riconosciuta loro in qualità di mediatori e promotori di una corretta educazione scientifica, non mancheranno attività di formazione e aggiornamento per i docenti così da dare loro competenze per esercitare al meglio il loro importantissimo ruolo. Fondazione Veronesi esce anche dai muri delle classi, continuando a partecipare ai numerosi festival di divulgazione scientifica in tutta Italia grazie al proprio team di ricercatori e divulgatori.


EVENTI

La Conferenza mondiale su Salute e Pace a novembre affronterà sotto i profili pubblici e privati, su larga scala e locale, che cosa ci ha portato il Covid-19. E che luce apre sul futuro

OBIETTIVO SULLA PANDEMIA: LEZIONI APPRESE E TRAGUARDI INASPETTATI

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l 2020 sarà ricordato come l’anno della pandemia. Covid-19 è stata ed è tuttora una emergenza sanitaria di portata globale che ha sconvolto abitudini e azioni quotidiane, ma anche relazioni e processi decisionali dal livello internazionale a quello locale e personale. Cosa imparare da quanto vissuto? A questa domanda proveremo a rispondere durante la tredicesima edizione della “Conferenza Internazionale Science for Peace and Health”, dal titolo “Next - Attualità e prospettive: ripensiamo al domani dopo la pandemia” organizzata con l’Università Bocconi. L’appuntamento, in formato digitale, sarà dal 15 al 18 novembre 2021. Nella prima giornata discuteremo su come i sistemi di governo e sanitari di livello sovranazionale e nazionale abbiano reagito alla pandemia per analizzare come le misure messe in campo possano consolidarsi in futuro in un’ottica di migliore coordinamento. Nella seconda parleremo del processo di ricerca, sviluppo e distribuzione dei

vaccini anti-Covid19, della loro straordinarietà e della possibilità di replicarla in altri settori. La terza giornata sarà caratterizzata dalla discussione sulla pandemia da un punto di vista socio-economico per immaginare soluzioni per modelli di sviluppo sociale che siano equi e inclusivi, a partire dalle storture che la pandemia ha esacerbato e portato all’attenzione di tutti. L’ultima giornata sarà dedicata alla trattazione di quella che è definita da più parti la “questione ecologica” che la pandemia ha ulteriormente sottolineato. A chiudere l’evento, come tutti gli anni, sarà il conferimento del premio “Art for Peace Award”, quest’anno assegnato alla Federazione Italiana Fotografi (Fiaf) per il valore indiscusso della fotografia che ha saputo rappresentare la pandemia in modo corale e allo stesso tempo intimo, grazie agli scatti di tanti cittadini che, pur non essendo fotografi professionisti, hanno condiviso immagini iconiche di un periodo sconvolgente e senza precedenti.

LE 4 GIORNATE DELLA CONFERENZA CANALE PER CANALE L’appuntamento virtuale con “Science for Peace and Health” sarà alle 18.30 da lunedì 15 novembre a giovedì 18, su: • Canale youtube di Fondazione Umberto Veronesi, rilanciato sul sito istituzionale di Fondazione Veronesi e su tutte le pagine del Magazine • Canale dedicato all’interno del portale di StartUpItalia • Canali social di StartUpItalia

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AZIENDE PER LA RICERCA

FACCIO SHOPPING E MI DIVERTO CON QVC E SOSTENGO LA LOTTA AI TUMORI FEMMINILI

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al 2015 Qvc Italia, il retailer multimediale dello shopping e dell’intrattenimento (canale tv 32 del Digitale terrestre) sostiene Fondazione Umberto Veronesi e il progetto Pink is Good arrivando a finanziare il lavoro di ben 17 ricercatrici impegnate nella lotta ai tumori femminili. Come? Nell’ambito del format “Shopping4Good” mette in campo iniziative differenti per raccogliere fondi da destinare alla ricerca scientifica sui tumori femminili. Partecipano alla campagna 2021 i seguenti brand in vendita su Qvc: Nomination, Elizabeth Grant, Extesa, Dipinto di Blu, Hairmed, Magniflex, Alpha H, KitchenAid, Doll10, Sbc, Midnight, Altromercato. «Siamo lieti di continuare ad offrire, grazie al supporto dei nostri vendor e la solidarietà della community Qvc, un sostegno concreto a Fondazione Paolo Penati, Ceo di QVC Italia Umberto Veronesi e al progetto Pink is Good per finanziare la ricerca scientifica sui tumori femminili», dice Paolo Penati, Inquadra il QR Code ceo di Qvc Italia. «L’obiettivo di quest’anno è arrivare per partecipare alla campagna a finanziare 3 nuovi ricercatori! L’intero ricavato dei di Qvc Italia prodotti venduti verrà devoluto alla lotta ai tumori femminili tramite il progetto Pink is Good». Inoltre i format di intrattenimento “Qvc Beyond e Qvc After Show” promuovono la cultura della prevenzione attraverso le testimonianze dei divulgatori scientifici della Fondazione Umberto Veronesi. Da quest’anno, inoltre, Qvc ha scelto di essere sponsor del team delle Pink Ambassador di Fondazione Umberto Veronesi.

A ottobre le Noci per la ricerca si vestono di rosa. E sostengono la ricerca sui tumori femminili. Scopri i punti vendita aderenti su fondazioneveronesi.it

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ANCHE LA MEDICINA ESTETICA È IMPEGNATA PER LA RICERCA

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gorà, società italiana di medicina ad indirizzo estetico, sosterrà nel corso del 2022 una borsa di ricerca del progetto Pink is Good della fondazione Veronesi. Nel corso del Congresso Internazionale di Medicina estetica, nei giorni 14 -15 -16 ottobre presso il centro congressi MICo di Milano, viene presentato il sostegno alla Fondazione Veronesi e consegnato al presidente, professor Paolo Veronesi, l’assegno destinato al borsista del progetto. Da sempre accanto alle donne, Agorà ha scelto di sostenere Fondazione Veronesi attraverso il progetto Pink is Good per fornire un supporto concreto a tutte quelle donne che si trovano ad affrontare una grave problematica. «Superando i confini della Medicina estetica – dicono i responsabili di Agorà - ci prefiggiamo l’obiettivo di supportare e di mostrare quanto la Medicina estetica sia una medicina a sfondo sociale: sia come efficace supporto divulgativo in termini di prevenzione, sia come medicina “restitutiva” per la conseguente miglior qualità di vita dopo la malattia». Agorà, Società italiana di Medicina ad indirizzo estetico, è una Società scientifica che fin dal 1986 ha codificato, mediante la sua Scuola post-universitaria, la Medicina estetica con valutazioni, procedure e linee guida grazie alla visione innovativa e pionieristica del professor Alberto Massirone, fondatore e presidente di Agorà

Per ogni confezione venduta 0,50€ sono devoluti alla ricerca.

Un progetto in esclusiva con


SOSTIENI FONDAZIONE UMBERTO VERONESI UNA DONAZIONE 1 EFFETTUA SINGOLA

UN LASCITO 4 CON TESTAMENTARIO Disporre un lascito testamentario a favore di Fondazione Umberto Veronesi significa regalare un futuro di speranza a chi domani avrà bisogno di cure e sostegno. Per saperne di più, richiedi la nostra Guida Informativa: scrivi a lasciti@fondazioneveronesi.it chiama il nostro Responsabile Lasciti Ferdinando Ricci (02.76018187) Inquadra il QR CODE e visita il sito dedicato

BOLLETTINO POSTALE Intestato a Fondazione Umberto Veronesi Conto Corrente Postale numero: 46950507 BONIFICO BANCARIO Intestato a: Fondazione Umberto Veronesi IBAN: IT52M0569601600000012810X39 causale 2769 ON LINE CON CARTA DI CREDITO, PAYPAL, SATISPAY, MASTERPASS Sul sito www.fondazioneveronesi.it

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ATTRAVERSO UNA DONAZIONE IN MEMORIA Con una donazione in memoria potrai ricordare una persona cara. Se lo desideri, Fondazione Umberto Veronesi invierà una lettera che comunica il tuo gesto ai famigliari della persona che hai voluto ricordare. Per saperne di più: Chiama l’Ufficio Donatori privati (02.76018187) Scrivi a donazioni@fondazioneveronesi.it Inquadra il QR CODE e visita il sito dedicato

Un compleanno, un battesimo, un matrimonio o un evento sportivo: ogni occasione è buona per creare una campagna di raccolta fondi e invitare amici e parenti a fare una donazione. Inquadra il QR CODE e visita il sito dedicato

DEDUCIBILITÀ FISCALE Lo sai che le donazioni a Fondazione Umberto Veronesi ti permettono un risparmio fiscale? Effettua la tua donazione con uno dei sistemi di pagamento consentiti: • versamento postale • bonifico bancario • carta di credito Inserisci l’importo nello spazio apposito sulla tua dichiarazione dei redditi allegando la ricevuta di versamento, oppure consegna quest’ultima al tuo commercialista o al CAF più vicino. Per le persone fisiche. La donazione è deducibile nel limite del 10% del reddito dichiarato e comunque nella misura massima di 70.000,00 euro annui. Art. 14 D.L. 35/2005 convertito in Legge n. 80/2005 (DPCM08\05\07 Ente n.61). Per le persone giuridiche. La donazione è INTERAMENTE DEDUCIBILE ai sensi e per gli effetti delle vigenti norme fiscali di cui all’art.1, comma 353 della legge 23 dicembre 2005, numero 266 (DPCM 08\05\07 Ente n. 77.

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