NEWS - APRILE 2022

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Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, LO/MI - Numero 2 - Aprile 2022

Il giornale di chi crede nella ricerca

APRILE | N. 2 ANNO 2022

Gabriella, il suo ricordo in un fiore RICERCA

IN SALUTE

SALUTE A TAVOLA

Consegna di 114 borse di ricerca il 12 maggio più 18 progetti

Lasciare il fumo migliora le terapie anti-tumorali

Chi ha paura delle solanacee? Cosa sono in bene e male


Sostieni la ricerca. Sostieni la vita.

Fai felice la tua mamma con un dono che sostiene la ricerca sui tumori.

Anche il più piccolo atto di gentilezza, come un dono amorevole per la mamma, può cambiare una vita. Scopri tutti i regali che sostengono la ricerca scientifica di Fondazione Umberto Veronesi. Il tuo gesto aiuterà tante persone che devono affrontare un tumore a ricevere cure sempre migliori.

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News

La scienza è lo strumento più potente di cui l’umanità dispone per migliorare la qualità e la prospettiva di vita delle persone. Umberto Veronesi

Fondazione Umberto Veronesi | 1


In questo numero

News

APRILE N° 2 ANNO 2022

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SCIENZA ED ETICA con Marco Annoni

I perché del “no” al referendum sull’eutanasia

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SALUTE A TAVOLA con Elena Dogliotti

Chi ha paura delle solanacee? Ma che cosa sono?

RICERCA

La speranza che rinasce. Con la forza di un fiore «Per Gabriella, per dare un senso alla scomparsa di una donna meravigliosa». Una dedica d’amore, un’asta di disegni bellissimi e il sostegno alla ricerca sui tumori

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19 anni di ricerca targata “Fondazione Umberto Veronesi” Il 12 maggio la consegna dei Grant nell’Aula Magna dell’Università di Milano 2 | Fondazione Umberto Veronesi


News

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Se “Io vivo sano” lo devo anche ai vaccini

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EVENTI

NOI & VOI

AZIENDE PER LA RICERCA

Escape Smoke: il nuovo progetto contro il fumo

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6 Delegazioni per 6 ricercatori E altre tre impegnate per avviare il Protocollo internazionale sul neuroblastoma ad alto rischio che colpisce i minori

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Tumori: dalla ricerca terapie sempre più mirate Crescono i sopravvissuti

IN SALUTE

Smettere di fumare aiuta anche chi è già malato

Le cure per il tumore al polmone sono più efficaci se il paziente lascia il tabacco. La sopravvivenza aumenta del 29 per cento. La “smoking cessation” è ora ritenuta parte essenziale della terapia

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Fondazione Umberto Veronesi | 3


Presidente Paolo Veronesi | Direttore Monica Ramaioli Presidente Paolo Veronesi | Direttore Monica Ramaioli

COME CONTATTARCI COME CONTATTARCI Fondazione Umberto Veronesi Fondazione Umberto Veronesi via Solferino 19, 20121 Milano via Solferino 19, 20121 Milano www.fondazioneveronesi.it www.fondazioneveronesi.it info@fondazioneveronesi.it info@fondazioneveronesi.it +39 02 76018187 +39 02 76018187 Fondazione Umberto Veronesi (sede di Roma) Fondazione Umberto Veronesi (sede di Roma) info.roma@fondazioneveronesi.it info.roma@fondazioneveronesi.it 06 42272010 06 42272010 Redazione Redazione redazione@fondazioneveronesi.it redazione@fondazioneveronesi.it Ufficio UfficioStampa Stampa Elisa ElisaInvernizzi Invernizzi

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NEWS NEWS Notiziario della Fondazione Notiziario della Fondazione Umberto Veronesi Umberto Veronesi APRILE | N°2 ANNO 2022 APRILE | N°2 ANNO 2022 Periodicità trimestrale - Aut. Tribunale Periodicità trimestrale - Aut. Tribunale di diMilano Milano N° N° 265 265 -- del del 13/04/2004 13/04/2004 Fondazione Umberto Fondazione - Umberto Veronesi Veronesi Via ViaSolferino Solferino 19, 19, 20121 20121 Milano Milano Direttore Direttore responsabile responsabile Serena SerenaZoli Zoli Redazione Redazione Marco MarcoAnnoni Annoni Daniele Daniele Banfi Banfi Donatella Donatella Barus Barus Elena ElenaDogliotti Dogliotti Alessandro AlessandroVitale Vitale Segreteria Segreteria di di redazione redazione Cecilia de’ Donato Cecilia de’ Donato Art Artdirection direction Eva EvaScaini Scaini Foto Foto Marco MarcoLorenzo Lorenzo Curatolo, Curatolo, Archivio Archivio FUV FUV Stampa Stampa Società Società Generale Generale dell’Immagine dell’Immagine s.r.l. Via Pomaro, 3 10136 Via Pomaro, 3 - 10136 Torino Torino

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L’editoriale

DI PAOLO VERONESI

Oncologia e stili di vita i nostri obiettivi dell’anno Cari amici, per migliorare la qualità e la prospettiva di vita delle persone la scienza è lo strumento più potente a nostra disposizione. Come Fondazione da sempre ci impegniamo nel promuovere il progresso della scienza lavorando in due grandi direzioni: la promozione di una cultura scientifica e il sostegno alla ricerca. In 19 anni di attività i numeri sono cresciuti in maniera importante grazie alla vostra generosità. Questo numero della newsletter vuole testimoniare il nostro impegno in favore della ricerca scientifica. All’interno troverete 4 pagine speciali di presentazione dei nostri 114 ricercatori sostenuti nel 2022. Quest’anno finanzieremo principalmente la ricerca nel settore dell’oncologia, un campo che negli ultimi anni ha subito grandi cambiamenti. I dati lo testimoniano: sono circa 3,6 milioni le persone vive dopo la diagnosi. Un numero importante, il 37% in più rispetto a 10 anni fa. Questi risultati sono il frutto di un duplice approccio: da un lato c’è l’alto livello nella gestione delle cure da parte dei nostri centri oncologici, dall’altro

l’arrivo di farmaci sempre più innovativi. Pensiamo ad esempio ai farmaci immunoterapici, molecole capaci di stimolare il sistema immunitario a combattere le cellule cancerose. Risultati possibili innanzitutto grazie alla ricerca scientifica degli ultimi decenni. Se possiamo disporre di terapie sempre più mirate è perché negli anni si è investito nel cercare di decifrare quei meccanismi che il tumore mette in atto per crescere. Accanto al sostegno alla ricerca contro i tumori, quest’anno abbiamo deciso di investire anche nella ricerca sulla prevenzione attraverso gli stili di vita avendo come principale obiettivo la personalizzazione delle cure. Questi due anni appena trascorsi sono stati difficili, pieni di paura e incertezza. La pandemia di Covid-19 ci ha però anche insegnato molto. Da un lato ci ha ricordato quanto sia prezioso il diritto alla salute, dall’altro ci ha mostrato alcune fragilità del nostro sistema sanitario nel garantire la possibilità di accesso alle cure a tutti. Abbiamo capito che per difendere la salute e migliorare la qualità della nostra vita è necessario continuare a investire in ricerca scientifica. Per questa ragione, oltre ai tradizionali progetti nei campi sopracitati, continueremo ad investire parte delle risorse in progetti legati a Covid-19. Tutto ciò è stato ed è possibile grazie al contributo di tanti donatori che traducono in gesti spesso silenziosi e anonimi la voglia di poter fare la propria parte a sostegno della ricerca. Grazie a tutti

Se possiamo disporre di terapie sempre più mirate è perché nel tempo si è investito

Fondazione Umberto Veronesi | 5


RICERCA

«Per Gabriella, per dare un senso alla scomparsa di una donna meravigliosa». Una dedica d’amore, un’asta di disegni bellissimi e il sostegno alla ricerca sui tumori di Donatella Barus

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L

RICERCA

moglie, storico dell’arte e guida turistica, a chiedermi perché non mi decidevo a pubblicare i miei disegni. Era sempre stato un grande desiderio di Gabriella, ma non avevo mai trovato lo spirito giusto. La sera dopo il suo funerale pensai che avrei

ha reso tutto ancora più difficile: «Lei ha dovuto gestire il primo periodo, le visite, gli appuntamenti in ospedale, praticamente da sola». Nonostante le tremende difficoltà la famiglia si stringe attorno al sorriso di Gabriella e continua a guardare avan-

dovuto cogliere questa occasione». Proprio intorno a quei tratti e a quei colori, Carlo e le figlie decidono di allestire un’asta di raccolta fondi e di destinare il ricavato alla ricerca scientifica sul cancro.

ti: «Perché lei era così - spiega ancora Viola -. Era forte, testarda, vedeva sempre il bicchiere mezzo pieno. Ha affrontato questa situazione un passo alla volta. A gennaio sembrava tutto risolto poi, in pochi mesi, si è ribaltato tutto». Il tumore, purtroppo, si ripresenta in modo molto aggressivo e le figlie ricordano la forza della madre: «”Adesso devi correre” le dissero i medici. E lei: “D’accordo, io corro”». Le terapie però non danno gli esiti sperati. «Gli ultimi giorni abbiamo potuto starle vicino. Ci diceva: “Ehi, ma voi dovete andare a studiare, ci penso io a me”. Ci spronava sempre ad andare avanti». Il 14 novembre Gabriella se n’è andata, per un tumore del colon-retto. Intorno al vuoto che ha lasciato e nel tentativo di darvi un senso, inizia a germogliare l’idea di Carlo, che tira

a speranza che rinasce. Con la forza di un fiore

«G

abriella è mia moglie e la madre delle nostre figlie Viola e Margherita». Carlo Boanini apre così, con una frase semplice, la presentazione del suo sito web e della sua storia. Accanto alle immagini di una donna dal sorriso luminoso, ci sono disegni bellissimi e pieni di colore, a china e acquarello. Maria Gabriella Avanzati, sua moglie, è scomparsa per un tumore nel mese di novembre 2021. Era una guida turistica e amava l’arte. Il sorriso è il suo. I disegni, invece, sono opera di Carlo, che insieme a Viola, 23 anni, e a Margherita, 20 anni, accetta di raccontare come da tanto dolore siano riusciti a dare vita ad un progetto pieno d’amore e di bellezza. «Volevamo trarre qualcosa di buono da questa sofferenza», ricorda Carlo Boanini. «Fu un collega di mia

... Volevamo trarre qualcosa di buono da questa sofferenza La malattia era entrata nelle loro vite nel marzo 2020. «Un fulmine a ciel sereno», rammenta Viola. Quando viene scoperto, il tumore è già in uno stadio avanzato e Gabriella ha solo 59 anni. La pandemia, prosegue Carlo,

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UN MONDO DI DISEGNI DA DONARE Da quando ero piccolo ho sempre disegnato, ovunque, su fogli di recupero, tovaglioli. È un mio bisogno. Non è il mio lavoro ma è la mia espressione, un meccanismo istintivo, spesso legato all’esperienza del momento; non c’è preparazione, il colore e il tratto vanno subito sul foglio

Questo disegno era uno dei preferiti di Gabriella

I disegni di Carlo Boanini sono per lo più eseguiti con chine colorate e/o acquarelli su carte pregiate, la maggior parte nella misura 50x70 cm. Sul sito carloboanini.it è possibile visionare le sue opere e contribuire alla raccolta fondi per la ricerca sul cancro. 8 | Fondazione Umberto Veronesi

fuori dal cassetto i suoi disegni. «Uno dei desideri di mia moglie era che io mi mostrassi e li condividessi con gli altri. Ma per me il disegno è qualcosa di molto intimo. Ciò che è accaduto invece mi ha dato la forza di pubblicarli. Può sembrare banale, ma non lo è». Nel giro di un mese Carlo realizza le foto e il sito. «Io non sono un fotografo e scattare immagini di disegni non è affatto facile; ma mi sono attrezzato, ho allestito un vecchio studio, ho preso le lampade adatte. Il risultato non è da professionista, ma è di buon livello». Poi, ci voleva un luogo per raccogliere e promuovere le immagini, un sito internet. «Con l’aiuto dei miei collaboratori sono riuscito a essere on line in poco più di tre settimane». Ad essere a conoscenza del progetto non erano in molti, amici e conoscenti, i colleghi di Gabriella, i collaboratori di Carlo. Ma la risposta è stata di quelle che non ti aspetti. L’asta è stata aperta un mese, in molti hanno donato, anche chi non la conosceva perso-

nalmente e, riflette Viola, «forse si è riconosciuto nella nostra situazione e ha apprezzato l’iniziativa». Alla fine, racconta Carlo: «Abbiamo raccolto una somma importante e questo mi ha dato tanta emozione, tanta energia. Per noi è stato anche un modo per aiutarci a superare questo momento di difficoltà, per darci uno scopo. Abbiamo pensato a Fondazione Umberto Veronesi perché Gabriella aveva sempre apprezzato il pensiero e l’operato del professor Veronesi, e ci è sembrata una scelta naturale». Fra i molti, bellissimi, disegni ce n’è uno particolarmente caro a Viola e Margherita? Sorridono, e ne descrivono uno che non è fra quelli selezionati per l’asta, ma è nella camera dei loro genitori, in una cornice rossa. «Sembra un fiore e a noi piace molto». «È un iris», conferma Carlo. Fiori, tanti fiori nella loro vita, tanto da ispirare i nomi delle loro ragazze. «Anche quando mia moglie era in ospedale, io le portavo dei fiorellini particolari. Tutti nostri».

Il contributo alla ricerca L’iniziativa della famiglia Boanini in memoria di Gabriella ha permesso di raccogliere un generoso contributo. Una prima erogazione di 13.105 euro a favore di Fondazione Umberto Veronesi è stata destinata a sostenere parte della borsa di ricerca annuale di un ricercatore impegnato nello studio dei tumori. Si tratta del dottor Oscar Illescas Pomposo: nato nel 1984 in Messico, biologo, presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano studia nuove strategie farmacologiche per bloccare la crescita delle metastasi del cancro del colon-retto.


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Il colon-retto, parte terminale del lungo tubo dell’intestino, può ospitare un tumore pericoloso, ma si può anche prevenire con dieta sana e tanta attività fisica di Serena Zoli

L’

intestino è un organo strano. È simile a un tubo lungo ben 7 metri, è tutto arrotolato e suddiviso in vari settori a seconda delle funzioni. Ecco l’intestino tenue, o piccolo intestino, a sua volta ripartito in duodeno, digiuno e ileo, ed ecco l’intestino crasso o grosso intestino. Quest’ultima parte composta da cieco, colon e retto.

Quel tumore che detiene il primo posto Nella prima porzione dell’intestino continuano i processi digestivi cominciati nella bocca e nello stomaco più l’assorbimento delle sostanze nutritive. Arrivati al colon la funzione principale è riassorbire acqua e sali minerali e permettere l’accumulo degli scarti alimentari che non possono essere digeriti. In effetti quando le fibre non digerite raggiungono il colon, insieme a muco, batteri e cellule di sfaldamento della mucosa formano le feci che vengono spinte verso il retto per poi essere espulse attraverso l’ano. È in queste porzioni dell’intestino (il colon e il retto) che si concentra il numero più elevato di tumori. Secondo il Rapporto Aiom-Airtum, quello al colon-retto è stato il più frequente nel 2017, con 53.000 nuovi casi. I CONTROLLI I test utilizzati per la diagnosi precoce del tumore del colon-retto sono la ricerca di sangue occulto nelle feci e due esami endoscopici: la rettosigmoidoscopia e la colonscopia, che si sono dimostrati in grado di ridurre la mortalità tra il 10 e il 30 per cento.

513.500

LE PERSONE VIVENTI IN ITALIA DOPO UNA DIAGNOSI DI TUMORE AL COLON-RETTO

-22% +18% I CASI DI TUMORE COLON-RETTO TRA I VEGETARIANI

50 ANNI

RICERCA

L’AUMENTO DEL RISCHIO SE SI FUMA

I POLIPI SONO COMUNI SOPRA QUESTA ETÀ, SPESSO BENIGNI

LE TERAPIE ll tumore al colon-retto è curato prima di tutto attraverso la chirurgia. Viene impiegata la radioterapia anche prima dell’intervento per ridurre la massa tumorale. La chemioterapia può venire usata anch’essa prima della chirurgia. Le terapie a bersaglio molecolare o terapie biologiche: la loro azione si basa sulla capacità di legarsi ai bersagli molecolari identificati esclusivamente nelle cellule tumorali. Questo ne rende particolarmente selettiva l’azione, risparmiando le cellule sane.

Glossario RETTOSIGMOIDOSCOPIA Una tecnica che permette di guardare nel retto e nel sigma per vedere se esiste qualche lesione. COLONSCOPIA Oltre ad esplorare il retto e il sigma, studia anche i restanti segmenti del colon.

43.700 65% LE NUOVE DIAGNOSI NEL 2020

50%

66%

SOPRAVVIVENZA NETTA DOPO 5 ANNI DALLA DIAGNOSI I TUMORI DEL COLON-RETTO EVITABILI CON UNA DIETA CORRETTA E ATTIVITÀ FISICA

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FONDAZIONE UMBERTO VERONESI AWARD: premiate le tre migliori ricerche del 2021 Per valorizzare il talento, la professionalità e la passione dei nostri ricercatori, dal 2018 la Fondazione ha istituito il “Fondazione Umberto Veronesi Award” per premiare le tre migliori ricerche di scienziati sostenuti da Fondazione e pubblicati nel 2021. Il Comitato scientifico della Fondazione ha valutato gli articoli sulla base di diversi fattori, tra cui l’Impact Factor delle riviste di pubblicazione e il potenziale traslazionale della ricerca, vale a dire la “vicinanza” temporale tra la scoperta in laboratorio e l’applicazione al letto del paziente. 10 | Fondazione Umberto Veronesi

Francesca Reggiani (Irccs Azienda Unità Sanitaria Locale di Reggio Emilia) La sua ricerca ha dimostrato che Egln1, una proteina espressa dalle cellule tumorali, può essere utilizzata come bersaglio molecolare per future terapie in alcuni tipi di cancro del polmone, quello che presenta la mutazione Kras. Il lavoro è stato pubblicato dalla rivista Molecular Cancer.


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RICERCA

19anni di ricerca

SPECIALE GRANT

targata “Fondazione Umberto Veronesi”

Il 12 maggio la consegna dei Grant all’Università di Milano. Sono 114 le borse di ricerca nonostante i tempi difficili, e 18 i progetti di ricerca all’avanguardia

P

er migliorare la qualità e la prospettiva di vita delle persone abbiamo a disposizione lo strumento più potente: la scienza. La sua funzione non investe soltanto l’esistenza degli individui, ma quella dell’intera collettività e contribuisce a consolidarne il grado di civiltà. Allargare gli orizzonti della conoscenza è un’opportunità e al tempo stesso un dovere dell’essere umano. Per questo la Fondazione lavora in due grandi direzioni: la promozione di una cultura scientifica e il sostegno a tanti giovani ricercatori. Quest’ultimo punto rappresenta il cuore delle nostre attività. In questi 19 anni abbiamo finanziato molte centinaia di ricercatori. Il prossimo 12 maggio, durante la tradizionale cerimonia di consegna dei “Grant” che si svolgerà presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano, pre-

Silvia Pomella (Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma) La sua ricerca ha dimostrato il ruolo di alcune particolari proteine tumorali, come SnaiI2 e Myod, nello sviluppo del rabdomiosarcoma, un tumore pediatrico dei tessuti molli. Aver decodificato il meccanismo sarà importante per lo sviluppo di future terapie. Il lavoro è pubblicato su Nature Communications.

mieremo tutti quelli sostenuti nel 2022. Nonostante le difficoltà dovute ai due lunghi anni di pandemia, sono 114 le borse di ricerca a singoli ricercatori post-dottorato che abbiamo messo a disposizione in tutta Italia, oltre al sostegno della Scuola Europea di Medicina Molecolare (Semm), a 18 progetti di ricerca all’avanguardia e a 4 protocolli di cura nell’ambito dell’oncologia pediatrica. A guidarci nella scelta dei vincitori è stato il concetto di eccellenza e di “medicina traslazionale”, quel modo di fare ricerca che porta i risultati presto al letto del malato. Come Fondazione crediamo nel sostegno e nella crescita di una nuova generazione di scienziati capaci di pensare e agire contemporaneamente da clinici e da ricercatori. La grande sfida per gli scienziati di domani è parlare la lingua della medicina del futuro, una medicina molecolare, preventiva e personalizzata. Quest’anno sono due le grandi aree che abbiamo deciso di finanziare: la ricerca contro i tumori e la ricerca sugli stili di vita e sulla prevenzione. Tutto ciò è stato possibile grazie alla vostra generosità.

Tania Velletri (Istituto Europeo di Oncologia) La sua ricerca ha portato allo sviluppo di un nuovo metodo di isolamento delle cellule tumorali di carcinoma ovarico sieroso di alto grado. Grazie ad esso è possibile analizzare in maniera dettagliata la malattia e stabilire la migliore terapia in base alle caratteristiche genetiche del tumore. Il lavoro è pubblicato su Cell Death and Differentiation.

Fondazione Umberto Veronesi | 11


I numeri del 2022 Progetto Pink is Good sui tumori femminili (seno, utero, ovaie)

Area nutrigenomica e stili di vita

22 38 114 RICERCATORI FINANZIATI 27 6 Oncologia generale di cui: 3 tumori al colon 3 tumori al polmone 3 tumori cerebrali 4 tumori della pelle 4 tumori al pancreas

21

Progetto Sam Salute Al Maschile sui tumori tipicamente maschili (prostata, testicolo, vescica)

Progetto Gold for Kids sui tumori di bambini e adolescenti (ematologici, del sistema nervoso, sarcomi)

15%

67,8%

78 RICERCATRICI

32,2%

15% STRANIERI

85%

78 su 114 ricercatori sono donne (il 67,8%) e l’età media (totale, di donne e uomini) è 36,3 anni 12 | Fondazione Umberto Veronesi

Il 15% è composto da stranieri provenienti da: Austria, India, Indonesia, Libano, Messico, Polonia, Russia, Spagna, Svezia, Tunisia

In tutta Italia sono 43 i centri di ricerca 23 Università (54%) e 20 Istituti di ricerca (46%) in 27 città da Nord a Sud: Ancona, Bologna, Brescia, Camerino (Mc), Chieti, Catania, Ferrara, Firenze, Genova, L’Aquila, Milano, Napoli, Orbassano (To), Padova, Palermo, Perugia, Pisa, Pozzilli (Is), Reggio Emilia, Roma, Rozzano (Mi), Salerno, Siena, Torino, Trento, Trieste, Verona


News

Tumori: dalla ricerca terapie sempre più mirate Crescono i sopravvissuti di Daniele Banfi

Le persone viventi dopo la diagnosi di cancro sono cresciuti del 37 per cento in 10 anni. L’immunoterapia diventa a misura di malato con le Car-T

U

no dei settori nel quale la Fondazione investe maggiormente è quello della lotta al cancro. Negli ultimi anni l’oncologia è cambiata radicalmente. I dati lo testimoniano: sono circa 3,6 milioni le persone vive dopo la diagnosi, il 37% in più rispetto a 10 anni fa. Questi risultati sono il frutto di un duplice approccio: da un lato c’è l’alto livello nella gestione delle cure da parte dei nostri centri oncologici, dall’altro l’arrivo di farmaci sempre più innovativi. Pensiamo ad esempio ai farmaci immunoterapici, molecole capaci di stimolare il sistema immunitario a combattere le cellule cancerose. Risultati possibili innanzitutto grazie alla ricerca scientifica degli ultimi decenni. Così è stato possibile creare “terapie personalizzate” che utilizzano le nostre cellule di difesa. Un’evoluzione della

RICERCA

SPECIALE GRANT

classica immunoterapia che prende il nome di Car-T. Anche quest’anno abbiamo voluto continuare a sostenere la ricerca in oncologia con una particolare attenzione sia allo studio dei meccanismi alla base dello sviluppo della malattia sia a quelli che portano a una riduzione dell’efficacia delle terapie. Non solo, tra i tanti ricercatori finanziati abbiamo deciso di investire anche sul miglioramento della diagnostica attraverso innovativi studi sulla biopsia liquida. Attraverso di essa infatti è possibile seguire nel tempo l’evoluzione della malattia e verificare se le cure stanno funzionando. Una ricerca dunque sempre più a misu-

ra di paziente. Ciò che ci differenzia però non è la sola ricerca sulle malattie oncologiche. Da sempre la Fondazione crede fermamente nell’importanza della prevenzione ed in particolare di quella relativa alle malattie croniche legate agli stili di vita. Ed è per questa ragione che accanto all’impegno contro il cancro abbiamo scelto di sostenere la ricerca sugli “stili di vita”. I ricercatori finanziati quest’anno studieranno, ad esempio, i meccanismi attraverso cui i fitonutrienti possano contrastare l’infiammazione, i tumori e lo stress metabolico anche attraverso la modulazione del microbiota intestinale e tenendo conto delle differenze di sesso e genere in vari regimi dietetici. Studi recenti hanno infatti messo in luce il ruolo centrale del microbiota nella prevenzione delle malattie croniche. Altri valuteranno invece l’impatto di interventi nutrizionali per la prevenzione di malattie neurodegenerative e cardiovascolari. Non solo, tra le ricerche sostenute c’è anche lo studio di come fumo, inquinamento acustico o atmosferico influenzino la salute e il rischio di sviluppare patologie. Perché la scienza, come ripeteva sempre il nostro fondatore Umberto Veronesi, “è lo strumento più potente di cui l’umanità dispone per migliorare la qualità e la prospettiva di vita delle persone”.

... Risultati sempre più a misura di paziente

LA RICERCA DI ECCELLENZA Negli ultimi undici anni, tra il 2009 e il 2021, i ricercatori sostenuti da Fondazione Umberto Veronesi hanno prodotto: 1.774 pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali peer-reviewed, di cui 1.423 con impact factor disponibile; 1.221 sono articoli originali di cui il 91,1% sono stati a loro volta citati in altri articoli e ricerche, per un impact factor medio di 6,79. Si tratta di risultati ampiamente sopra la media, a testimonianza del valore della ricerca finanziata da Fondazione Umberto Veronesi, se si considera che l’impact factor medio di tutte le pubblicazioni dei 49 Irccs italiani è di 4,36. Fondazione Umberto Veronesi | 13


I

Sono uscite le motivazioni della Corte Costituzionale. Da un lato il quesito referendario sfociava nell’omicidio del consenziente, dall’altro lasciava spazi vuoti. Occorre una legge

14 | Fondazione Umberto Veronesi

SCIENZA ED ETICA

con Marco Annoni

perché del “no” al referendum sull’eutanasia

I

l 15 febbraio 2022 la Corte Costituzionale ha giudicato inammissibile il referendum sull’eutanasia. La decisione della Corte ha suscitato un’ondata di comprensibile delusione in quanti credevano che il referendum fosse la strada giusta per riconoscere anche in Italia un pieno diritto al fine vita. Dopo due settimane di polemiche, il 2 marzo la Corte ha finalmente pubblicato le motivazioni della propria decisione. Senza entrare troppo nei dettagli, i motivi del rifiuto sono sostanzialmente tre. Il primo riguarda l’eccessiva estensione del quesito referendario che è stato presentato. Per come era formulato il quesito, secondo la Corte, il referendum avrebbe legalizzato non tanto “l’eutanasia”, ma “l’omicidio del consenziente”, e cioè il procurare la morte a chi lo chiede. Per la Corte, però, questo avrebbe portato a legalizzare comportamenti molto al di là del solo aiuto prestato alle persone che sono malate in modo irreversibile e che giudicano le proprie sofferenze non più sopportabili. Inoltre, spiega la Corte, essendo il referendum di iniziativa popolare uno strumento solo abrogrativo, nel caso in cui l’iniziativa referendaria avesse avuto successo si sarebbero create

delle zone grigie. Questo perché un referendum abrogativo non può aggiungere o specificare nulla, ma solo cancellare un articolo di legge o parti di esso. Secondo la Corte, questo avrebbe lasciato indefinite alcune questioni fondamentali su come procedere anche nel caso specifico dell’eutanasia, tra cui: “chi” può aiutare qualcuno a morire, “come” tale richiesta vada accolta e “quali” mezzi sarebbe lecito utilizzare. Infine, secondo la Corte, su una questione delicata come il fine vita lo strumento del referendum abrogativo risulta inadatto anche per una questione di bilanciamento tra principii fondamentali. Da una parte, infatti, la Costituzione prevede implicitamente “il diritto alla vita” e la sua indisponibilità; dall’altra, però, oramai la giurisprudenza riconosce anche il diritto di ciascuno ad autodeterminarsi su questioni simili, come già previsto nel caso del rifiuto di cure anche salva-vita. A giudizio della Corte, in questi casi un referendum abrogativo non è sufficiente, perché occorre invece una legge. Uscito di scena il referendum, dunque, i tempi sembrano maturi per arrivare finalmente a discutere una legge sul fine vita in Italia, possibil-


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SCIENZA ED ETICA

Marco Annoni Coordinatore del Comitato Etico di Fondazione Umberto Veronesi

mente a partire da quella che è già in discussione in Parlamento. Questo non solo nel rispetto della volontà di quasi un milione e mezzo di persone che hanno firmato a favore del referendum, ma anche e soprattutto nel rispetto di tutte quelle persone per cui una legge sull’eutanasia potrebbe rappresentare l’unica via di uscita per smettere davvero di soffrire.

È da poco disponibile sul sito di Fondazione Umberto Veronesi la nuova guida “Donarsi alla scienza: una scelta etica per il bene di tutti” (sezione download). La guida, di facile lettura e completamente gratuita, è stata pensata per informare tutti coloro che lo desiderano in merito alla possibilità

Donare il corpo alla scienza: arriva la guida di Fondazione Umberto Veronesi di donare il proprio corpo post-mortem per fini di studio e ricerca scientifica. Grazie alla legge 10/2020, infatti, anche in Italia è oggi possibile redigere e depositare la propria “Dichiarazione di consenso alla donazione post-mortem”, aiutando così la formazione dei

Inquadra il QRcode e scarica la guida “Donarsi alla scienza, una scelta etica per il bene di tutti”. È gratis, basta registrarsi.

medici e la ricerca scientifica in molteplici campi di studio (dalla genomica alle malattie rare). La legge è già entrata in vigore, e presto dovrebbero arrivare i decreti attuativi che serviranno a chiarire in modo definitivo alcuni punti che riguardano le procedure da seguire per effettuare la donazione. In questo contesto, la guida spiega in modo semplice quali novità ha introdotto la legge, come depositare la propria “Dichiarazione di consenso” e le risposte a tutte le domande più frequenti sulla donazione post-mortem. Oltre alla guida, Fondazione Umberto Veronesi mette a disposizione anche un modulo pre-compilato per esprimere la propria “Dichiarazione”, la possibilità di contattare un esperto per chiarire eventuale dubbi e una serie di altri materiali divulgativi che saranno promossi sui social e su altri canali comunicativi.

Fondazione Umberto Veronesi | 15


S

IN SALUTE

mettere di fumare aiuta anche chi è già malato

A

bitualmente si pensa: tanto ormai… Se si è malati e se si è stati anche operati di tumore al polmone, perché smettere di fumare? Tanto ormai… E invece no, rinunciare al tabacco può ancora fare la differenza. Migliora la sopravvivenza del malato tanto che si considera la smoking cessation parte delle terapie. Purtroppo anche molti medici non lo sanno. È una ricerca italiana a riaprire l’argomento. Gli esperti dell’Istituto per

lo studio, la prevenzione e la rete oncologica (Ispro) di Firenze hanno riesaminato 21 studi su oltre diecimila pazienti complessivi. Il risultato è che i malati che smettono di fumare dopo la diagnosi hanno un aumento del 29 per cento nella sopravvivenza generale rispetto ai pazienti che continuano ad usare tabacco. «Il nostro studio suggerisce che i medici curanti dovrebbero spiegare ai loro pazienti con carcinoma dei polmoni i benefici dello smettere di fumare anche dopo

la diagnosi, e fornire loro il supporto necessario», ha commentato Saverio Caini, primo autore della revisione. Almeno un quarto dei pazienti fuma al momento della diagnosi. L’addio alle sigarette a quel punto come li può aiutare? Le evidenze scientifiche mostrano che il fumo di tabacco compromette l’efficacia e la tollerabilità delle terapie con farmaci chemioterapici, con farmaci immunologici e biologici, con radioterapia; compromette la riuscita della chirurgia stessa, poi-

È stata una scoperta dolorosa, scrive una madre come tanti altri genitori. Una psicologa impegnata nella lotta al tabagismo nei minori si racconta e consiglia come reagire

«Mia figlia adesso fuma: cosa faccio perché smetta?» 16 | Fondazione Umberto Veronesi

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na sostenitrice di Fondazione Veronesi ci ha mandato una richiesta di aiuto da sottoporre a un esperto, una richiesta che riassume quella di tanti altri genitori: mia figlia/o ha cominciato a fumare. «Spinta dagli amici di scuola, lo so. Io non ho mai fumato – prosegue la signora di Bologna - e da quando ho scoperto di mia figlia sto molto male. Ne ho parlato anche col medico di famiglia, ma la cosa non

sembra avere un peso (per questa nostra società). Grazie per un vostro eventuale riscontro». Per il “riscontro” abbiamo messo a disposizione della nostra sostenitrice e lettrice Elena Munarini (nella foto), psicologa e psicoterapeuta presso il Centro antifumo Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, membro del Comitato scientifico per la lotta al fumo di Fondazione Umberto Veronesi.


News

Le cure per il tumore al polmone sono più efficaci se il paziente lascia il tabacco. La sopravvivenza aumenta del 29 per cento. La “smoking cessation” è ora ritenuta parte essenziale della terapia di Donatella Barus

«La prevenzione del tabagismo tra i più giovani ci sta molto a cuore – esordisce la dottoressa Munarini – ed è un nostro impegno, difficile e spesso frustrante. Ha ragione a porre l’accento sui medici e in generale sulla società perché è proprio lì che nasce e si perpetua il problema del fumo. Sembra che solo ad un certo punto ci si preoccupi per un fumatore, di solito è quando si presentano dei problemi di salute, spesso seri, causati dal fumo. «Quando andiamo nelle scuole per fare prevenzione con i ragazzi dei primi anni delle superiori raccontiamo tutto questo, delle industrie che sottostanno a questo mercato di un

prodotto tanto dannoso eppure tuttora legale; mostriamo le nuove versioni di sigarette, ovvero quelle elettroniche, di ingannevole innocuità, pensate per “sedurre” i più giovani e legarli al fumo. «Ci pare che i ragazzi recepiscano – continua Elena Munarini - sono curiosi, si raccontano e passiamo delle mattinate bellissime a dialogare su questo e altro, come l’idea che la sigaretta possa lenire alcuni disagi legati a questo momento della loro vita. Poi arriva la doccia fredda: tanti ragazzi comunque iniziano a fumare. Perché? Perché sono in un mondo in cui tutto attorno si fuma. «Mi rendo conto che la prospettiva che

IN SALUTE

ché aumenta i rischi di complicanze post-intervento. Interferisce, infine, con la terapia del dolore e con le terapie di supporto (ad esempio, l’eparina, utile a ridurre i rischi trombotici dopo un intervento, è meno efficace nei fumatori). Roberto Boffi, pneumologo e responsabile della Pneumologia e del Centro antifumo dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, da tempo si occupa dell’argomento. «Il sostegno alla cessazione deve essere considerato una vera terapia, una parte integrante del percorso di cura per il malato», spiega. Il dottor Boffi insieme alla farmacologa Chiara Veronese coordina un progetto che coinvolge 15 centri oncologici in tutta Italia, per formare 400 medici e preparare materiale informativo per i pazienti. Si tratta di una rete di intervento ideata dall’Istituto Nazionale del Tumori di Milano e dall’associazione Salute Donna onlus, e finanziata da Fondazione Umberto Veronesi.

le ho fornito fin qui, gentile signora, non è certo ottimistica – sottolinea Elena Munarini - ma se credo in tutto ciò che ho scritto sopra, credo anche che il lavoro di informare i giovani in modo autorevole e sincero sia qualcosa che arriva a dare dei frutti, soprattutto nel momento in cui i ragazzi si siano rassicurati su chi sono e su cosa davvero desiderano per la loro vita. Il suggerimento che quindi do a lei e agli altri genitori con lo stesso problema, è di portare (senza però costringerla) sua figlia ad un incontro in un centro antifumo per informarsi: vedrà che prima o poi farà buon uso dell’esperienza». Fondazione Umberto Veronesi | 17


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SALUTE IN TAVOLA

con Elena Dogliotti

hi ha paura delle solanacee?

Ma che cosa

Peperoni, melanzane, pomodori, patate: c’è chi li guarda con sospetto. Ma anche gli ortaggi, talvolta, cascano nel pentolone delle fake news. Facciamo chiarezza

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elanzane, peperoni, pomodori e patate: cos’hanno in comune? Sono ottimi ingredienti della tavola mediterranea. E appartengono a una stessa famiglia di piante, le solanacee. Queste piante comprendono ortaggi di cui consumiamo i frutti (pomodori, melanzane, peperoni) o la porzione tuberosa del fusto sotterraneo (patate), ma sono anche una serie di vegetali i cui estratti un tempo erano utilizzati come veleni ed oggi, a dosaggi titolati, come farmaci. IL POTERE FARMACOLOGICO Il loro potere farmacologico e velenoso è dato dal contenuto di sostanze chiamate alcaloidi, tra cui è famosa l’atropina della belladonna, utilizzata per

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esempio per aumentare la frequenza cardiaca e per dilatare la pupilla negli esami oculistici, o la scopolamina per rilassare la muscolatura intestinale in caso di coliche e spasmi. SOLANINA SOTTO ESAME Anche le piante commestibili di questa famiglia producono alcaloidi e lo fanno allo stesso scopo delle loro parenti velenose, ovvero difendersi dai parassiti e dagli insetti. Tutti contengono l’alcaloide solanina, in quantità variabili, maggiori nei frutti acerbi e nelle patate in fase di germogliazione: per questo motivo questi vegetali vengono spesso guardati con sospetto e accusati di favorire infiammazioni, problemi digestivi e intolleranze. Ma che cosa dice la scienza al propsito?

TIMORI SPESSO INFONDATI Non ci sono ricerche che traggano conclusioni certe sulla correlazione tra il consumo di solanacee e maggior rischio di infiammazione. Riguardo a dolori articolari, disturbi digestivi e arrossamento della pelle attribuiti al consumo di questi alimenti, si tratta di segni e sintomi riferiti aneddoticamente, che andrebbero verificati da specialisti, magari con diete di esclusione controllate, in modo da evitare di eliminare a priori alimenti senza essere certi che siano davvero la causa dei disturbi. Per la maggior parte delle persone, mangiare vegetali colorati e di stagione, comprese le solanacee, rientra nei principi di un’alimentazione sana e varia. Perché rinunciarvi?


News Elena Dogliotti Biologa nutrizionista, supervisore scientifico per Fondazione Umberto Veronesi

PATATE: I VIZI E LE VIRTÙ Della patata mangiamo la parte tuberosa del fusto sotterraneo, che è ricchissima di amido. Per questo motivo la patata viene considerata come fonte di carboidrati, alla stregua dei cereali più che come verdura. Ma ha alcuni importanti vantaggi, perché apporta: • poche calorie • acqua • sali minerali (potassio soprattutto) • carotenoidi • antocianine (nelle qualità a buccia e/o a polpa viola). Come consumare le patate? L’ideale è al vapore, lessate con la buccia, stufate o al forno, limitando i fritti o peggio la versione chips in busta. Controlliamole bene ed evitiamo di consumarle se la buccia è grinzosa (possono essere vecchie), verde o con germogli (possono contenere una maggior quantità di solanina e creare disturbi intestinali).

sono? NUTRIENTI PREZIOSI Le solanacee, infatti, sono ricche di vitamine, minerali, antiossidanti, fibre e composti antinfiammatori. I peperoni, per esempio, sono fonte di vitamina C, potente antiossidante e utile per assorbire il ferro dai vegetali. Quelli piccanti contengono capsaicina, un composto dalle proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche. I pomodori, oltre che per la vitamina C, sono noti per il carotenoide licopene, un antiossidante studiato anche come potenziale antitumorale. Le melanzane e le patate viola prendono il colore dalle antocianine, composti molto interessanti per la ricerca sulla prevenzione del cancro e delle malattie cardiovascolari, sulla salute del cervello e sul microbiota intestinale. Tutte queste verdure contengono poi fibre alimentari, in particolare se vengono consumate con la buccia, importanti per la salute dell’intestino, per la regolazione del colesterolo e per l’effetto di sazietà (e quindi il contenimento dell’assunzione di cibo).

SALUTE IN TAVOLA

Vuoi saperne di più? Inquadra il QRcode e scarica il quaderno “Il pomodoro protagonista della dieta mediterranea”. È gratis, basta registrarsi.

Prova questa ricettina!

Focaccia di curcuma con melanzane alla scapece RICETTA DELLO CHEF GENNARINO ESPOSITO TRATTA DAL LEAFLET “IL POMODORO PER LA RICERCA” EDIZIONE 2021 INGREDIENTI Per la focaccia 400g di farina 00” 350g di acqua 100g di farina di segale 50g di olio 30g di curcuma 15g di sale 10g di lievito di birra 5g di zucchero

Per il condimento e le melanzane 800g di melanzane 1 barattolo di pomodoro (500g) 30g di olio 30g di vino bianco 15g di prezzemolo e 15g di origano 10g di aglio 5g di cipolla sale, aceto e menta q.b PREPARAZIONE

Per la focaccia: in una planetaria, inserire lievito, acqua, zucchero ed infine l’olio. Aggiungere le farine setacciate e la curcuma. Azionare la planetaria e iniziare a lavorare. A impasto quasi ultimato, aggiungere il sale e continuare a lavorare per qualche minuto. Estrarre l’impasto e far lievitare per circa 2 ore. Successivamente, stendere l’impasto in una teglia da forno e far lievitare nuovamente. Cuocere la focaccia in forno a 180° per circa 35/40 minuti. Per il condimento alla marinara e le melanzane alla scapece: tritare cipolla aglio e far imbiondire in una padella con l’olio. Aggiungere il prezzemolo tritato, l’origano e sfumare con vino bianco. Unire il pomodoro e far cuocere a fiamma bassa per circa 15-20 minuti. Nel frattempo, pulire le melanzane e tagliare a filangè. Trasferire le melanzane su una teglia da forno e cuocere a 160° per circa 30 min. Successivamente, condire con aceto, menta, peperoncini verdi tagliati a julienne e uno spicchio d’aglio per insaporire. Condire la focaccia con la salsa alla marinara e le melanzane alla scapece. Fondazione Umberto Veronesi | 19


NOI & VOI

Entra nella stanza dei bottoni, combatti la pandemia e cambia il destino del mondo! pandemia.fondazioneveronesi.it

Se “Io vivo sano” lo devo anche ai vaccini “I

Un programma per le scuole di Fondazione Veronesi mira a educare sulla grande importanza della prevenzione, anche al di là del Covid-19. E c’è un webgame coinvolgente chiamato “Pandemia”

di Serena Zoli

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o Vivo Sano” è il nome del programma educativo di Fondazione Umberto Veronesi per promuovere l’educazione alla salute per le scuole di ogni ordine e grado: da marzo a maggio 2022 il progetto che portiamo nelle scuole è “Io Vivo Sano - Prevenzione e Vaccini”, tema non legato solo al Covid-19, ma al più vasto tema delle vaccinazioni, uno dei traguardi scientifici più importanti nella storia dell’umanità. Il progetto “Io Vivo Sano - Prevenzione e Vaccini” nel secondo quadrimestre dell’anno scolastico 2021-22 ha coinvolto più di 5.000 studenti in 8 regioni italiane che hanno preso parte a due diversi laboratori con la guida di un divulgatore scientifico: il primo focalizzato sul sistema immunitario

e sul funzionamento dei vaccini e il secondo dedicato alla salute pubblica, grazie al webgame “Pandemia – Scrivi la tua storia”, ideato da Fondazione a maggio 2021 per esplorare la complessità della gestione sanitaria durante una pandemia, sottolineare l’importanza dei vaccini per preservare la salute del singolo e della collettività e ribadire l’importanza della corretta comunicazione istituzioni-pubblico in materia di salute. Oltre al laboratorio per gli studenti, è previsto un webinar formativo per i docenti per dare loro gli strumenti necessari a parlare di temi sulla salute pubblica con chiarezza e consapevolezza. Per saperne di più: scuola@fondazioneveronesi.it


News

NOI & VOI

Escape Smoke: il nuovo progetto contro il fumo di Alessandro Vitale

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isvegliarsi in una stanza chiusa e sconosciuta. Una compagna di prigionia senza volto. E ancora tanti, tanti indizi, con un unico obiettivo: fuggire il prima possibile! Questi gli elementi di Escape Smoke, il nuovo laboratorio didattico interattivo per le scuole di Fondazione Umberto Veronesi dedicato ai più giovani (13-16 anni) e sviluppato per raccontare il fumo di sigaretta come mai visto prima. Escape smoke è a tutti gli effetti una escape room digitale esplorabile in 3D: l’obiettivo sarà cercare le informazioni utili alla fuga, muovendosi da una stanza all’altra entro un tempo limite! Ogni ambien-

te è composto da pannelli, exhibit virtuali, rompicapi e quiz da risolvere: saranno proprio gli studenti, con la loro abilità, a dover scappare dalla “trappola” del fumo e della nicotina. L’esperienza viene guidata da un divulgatore scientifico, che avrà il compito di condurre gli studenti all’interno dell’ambiente virtuale e approfondire le informazioni scientifiche presenti. I temi toccati sono molti: si passa dai danni socioeconomici del fumo a quelli sugli organi, dai nuovi device del tabacco (come e-cig e riscaldatori) fino al marketing occulto. Pronti a scappare?

Il gioco? È una cosa serissima A.V.

La “grande fuga” dalla sigaretta è ancora possibile fino a maggio S.Z.

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al Rapporto 2018 dell’Istituto Superiore di Sanità emerge che oltre il 47% dei giovanissimi fuma o “svapa” di tanto in tanto, mentre 1 minorenne su 10 è un fumatore abituale. Sono dati preoccupanti di un fenomeno diffuso che vede ragazze e ragazzi adottare un’abitudine altamente dannosa sulla quale è fondamentale sensibilizzare grazie a un’esperienza di forte impatto e fornire gli strumenti e le conoscenze per scegliere con consapevolezza. Una “escape room” è un gioco di fuga

dal vivo basato sulla logica: un’esperienza d’interazione innovativa che stimola l’elasticità mentale e il lavoro di gruppo. I laboratori “Escape Smoke” si sono svolti dal 21 febbraio al 1° aprile 2022 coinvolgendo circa 2.400 studenti delle scuole secondarie di secondo grado di Cuneo e provincia, grazie ad un bando di Fondazione Crc. Dal 23 al 31 maggio (Giornata mondiale senza tabacco) i laboratori si terranno in tutta Italia grazie al sostegno di Autostrade per l’Italia e altri enti.

L’intersezione tra gioco e apprendimento non è nuova, e Fondazione Umberto Veronesi ha sempre puntato sulla componente ludica: dal “mercato” per la sana e corretta alimentazione fino alle rappresentazioni “teatrali” per l’immunità di gruppo dei vaccini. Le esigenze della DaD (didattica a distanza), tuttavia, ci hanno spinto verso lo sviluppo di offerte formative completamente digitali, dei veri e propri giochi interattivi, per coniugare rigore scientifico e divertimento. Facciamo allora nostre le parole dello scrittore e pedagogista Jean Paul: «Il gioco è una cosa seria. Anzi, tremendamente seria!». Buon gioco a tutti! Fondazione Umberto Veronesi | 21


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Delegazioni per 6 ricercatori

Marta Ripamonti DELEGAZIONE DI BERGAMO Nata a Ponte San Pietro (Bg). Laureata in Biologia Molecolare e Genetica presso l’Università di Pavia, PhD in Biomedicina presso l’Università di Genova. Lavora all’Ospedale San Raffaele di Milano. Titolo del progetto: La migrazione cellulare: bersaglio nei tumori al seno metastatici. Obiettivo: identificare bersagli molecolari per lo sviluppo di nuove terapie efficaci contro la progressione del tumore al seno triplo negativo, il più difficile da trattare.

Sei delle nostre Delegazioni hanno scelto di destinare fondi a una borsa di ricerca della durata di un anno per uno studioso impegnato nel campo oncologico Ecco i nomi e i loro programmi

Marika Franzago DELEGAZIONE DI TERAMO Nata a Lanciano (Ch). Laurea in Biotecnologia presso l’Università de L’Aquila (Aq). Lavora presso PhD in Neuroscienze e Genetica Molecolare dell’Università degli Studi “Gabriele D’Annunzio” di Chieti e Pescara. Titolo del progetto: Obesità e diabete gestazionale: studio di varianti nutrigenetiche. Obiettivo: valutare assetto genetico, stile di vita e fattori clinici in gravidanza con obesità e diabete gestazionale, condizioni che in gravidanza possono comportare complicanze a breve e lungo termine.

Alessia Soldano DELEGAZIONE DI NOVARA

Biancamaria Ricci DELEGAZIONE DI DOMODOSSOLA

Nata a Novara (No). Laurea in Biotecnologia presso l’Università di Trieste, PhD in Science Biomediche presso l’Università di KuLeuven. Lavora all’Università di Trento.

Nata ad Anzio (Rm). Laureata in Genetica e Biologia Molecolare e PhD in Immunologia e Immunopatologia presso l’Università La Sapienza di Roma. Lavora all’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma.

Titolo del progetto: Studio delle proteine Yth nello sviluppo del glioblastoma. Obiettivo: comprendere il ruolo della metilazione dell’Rna nello sviluppo del glioblastoma, il tumore del cervello che risulta più frequente negli adulti.

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Titolo del progetto: Precursori linfoidi infiammatori con attività antitumorale. Obiettivo: studiare le caratteristiche e l’attività anti-tumorale dei precursori linfocitari infiammatori e delle loro progenie in tumori solidi. Valentina Cianfanelli DELEGAZIONE DI ROMA

Francesco Antonica DELEGAZIONE DI LECCE

Nata ad Albano Laziale (Rm). Laurea in Biologia Molecolare e PhD in Biologia Molecolare presso Università Tor Vergata di Roma. Lavora all’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma.

Nato a Galatina(Le). Laureato in Biotecnologie Industriali presso l’Università Bicocca di Milano, PhD in Scienze Biomediche e Farmaceutiche presso l’Università del Belgio. Lavora all’Università di Trento.

Titolo del progetto: Riattivazione di protein-fosfatasi nella Leucemia Mieloide Acuta. Obiettivo: valutare la rilevanza terapeutica della riattivazione della protein-fosfatasi Pp2a nel trattamento della leucemia mieloide acuta (Lma).

Titolo del progetto: Ruolo delle cellule quiescenti nei gliomi di alto grado. Obiettivo: studiare le cellule quiescenti con un nuovo modello di tumore artificiale che sarà un ulteriore passo avanti per contrastare i gliomi di alto grado.


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News

NOI & VOI

e per un protocollo di cure pediatriche Una parte dei nostri delegati sul territorio A

ha optato per finanziare speciali terapie per i bambini malati di tumore Le Delegazioni si occupano di diffondere la mission di Fondazione Veronesi a livello locale, organizzando e promuovendo iniziative di raccolta fondi e campagne di sensibilizzazione sui temi della salute.

Inquadra il QR code e scopri dove sono attive

ltre Delegazioni hanno scelto di dedicare il loro impegno alla ricerca scientifica sui tumori pediatrici. Si tratta delle Delegazioni di Como, Torino e Pesaro-Urbino: grazie alle iniziative di raccolta fondi messe in campo nel corso del pur difficile 2021, contribuiscono all’avviamento del Protocollo internazionale sul neuroblastoma ad alto rischio. È la terza neoplasia per frequenza in età pediatrica, dopo le leucemie e i tumori cerebrali. Un protocollo di cura, specifico per una determinata patologia, indica le linee guida per la diagnosi, presa in carico, terapia e follow-up del paziente, offrendo un approccio uniforme e standard che rappresenti, secondo gli esperti, la migliore pratica possibile secondo le evidenze disponibili. Tra le finalità dei protocolli c’è quella di migliorare l’assistenza sanitaria, assicurare interventi basati sui più recenti dati scientifici e uniformare gli interventi assistenziali, per garantire ai pazienti di essere seguiti nella maniera più efficace a prescindere dalla struttura a cui si rivolgano.

#FATTIVEDERE e difendi la tua salute Coinvolti 5.000 studenti delle superiori È un’educazione a regole preventive Fondazione Umberto Veronesi, in collaborazione con la Commissione adolescenti dell’Aieop (Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica) ha deciso di organizzare nel 2022 l’ottava edizione

del progetto #FATTIVEDERE: un ciclo di 5 incontri online, tra marzo e aprile 2022, rivolto agli studenti del triennio delle scuole secondarie di secondo grado. Grazie all’impegno delle delegazioni di Fondazione, anche quest’anno il progetto ha riscosso un importante successo e abbiamo coinvolto oltre 5.000 studenti di moltissimi istituti d’Italia. In occasione di que-

sti incontri vengono chiamati a partecipare i divulgatori scientifici di Fondazione Umberto Veronesi e gli specialisti oncologi e psico-oncologi pediatrici. Con loro viene affrontato il tema della diagnosi precoce in ambito oncologico e viene discussa l’importanza di adottare stili di vita sani fin da giovani, per mantenersi in salute anche in futuro. Fondazione Umberto Veronesi | 23


L’erogazione delle borse di ricerca di Fondazione Veronesi è possibile grazie alle vostre donazioni e attraverso il 5xMille, uno strumento che in questi anni ci ha permesso di sostenere oltre 2.000 ricercatori

Sostieni la ricerca grazie al tuo 5xMille CHE COS’È IL 5xMILLE? Il 5xMille è la misura fiscale, introdotta nel 2006, che offre al contribuente la possibilità di destinare lo 0,5% delle imposte sul reddito delle persone fisiche (imponibile Irpef) a sostegno di organizzazioni che svolgano attività socialmente rilevanti. IL 5xMILLE È UNA DONAZIONE? Spesso si sente parlare di “donare” il 5xMille, ma non si tratta di una vera e propria donazione in quanto non comporta una spesa. Il 5xMille rappresenta una quota dell’Irpef, un’imposta che viene comunque versata dal cittadino allo Stato e che varia in base al reddito. CHI PUÒ DESTINARE IL 5xMILLE? Il 5xMille può essere devoluto da tutti i cittadini che presentano la propria dichiarazione dei redditi tramite modello 730, il Modello Redditi (ex modello Unico per le Persone Fisiche) e il Modello di Certificazione (ex Cud). 24 | Fondazione Umberto Veronesi

Ti basta ricopiare questo numero CODICE FISCALE Da inserire nella casella dedicata al “Finanziamento della ricerca scientifica e dell’università”

COME DESTINARLO A FONDAZIONE UMBERTO VERONESI? Se presenti la dichiarazione dei redditi, firma nel riquadro dedicato al “Finanziamento della ricerca scientifica e dell’università” e inserisci il codice fiscale di Fondazione Umberto Veronesi (97298700150). Se non sei tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi puoi comunque destinare il 5xMille a Fondazione Umberto Veronesi così: 1) compila la scheda dedicata fornita

insieme al Cu, firmando nel riquadro dedicato al “Finanziamento della ricerca scientifica e dell’università” e indicando il codice fiscale della Fondazione 97298700150; 2) inserisci la scheda in busta chiusa; 3) scrivi sulla busta “Destinazione del 5x1000 dell’Irpef” insieme al tuo nome, cognome e codice fiscale; 4) consegna la busta a un ufficio postale, a uno sportello bancario, al Caf o al commercialista che si occuperanno di inviarlo all’Agenzia delle entrate.

Per maggiori informazioni: www.5xmille.fondazioneveronesi.it


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NOI & VOI

Tutti in piazza per Il pomodoro Pelati, polpa, pomodorini. Acquistando i barattoli a un banchetto il 23 e 24 aprile sosterrai la ricerca di Fondazione per cure d’avanguardia contro i tumori infantili Da rosso a “verde”

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nche quest’anno Fondazione Veronesi sarà nelle principali piazze italiane con l’iniziativa “Il Pomodoro per la ricerca. Buono per te, buono per l’ambiente”. L’appuntamento è fissato per sabato 23 e domenica 24 aprile. La Fondazione distribuirà il suo prodotto solidale per eccellenza: il pomodoro in barattoli d’acciaio dedicato al sostegno della ricerca e cura sui tumori infantili. Stesso scopo, stesso entusiasmo, anche se abbiamo un po’ cambiato il titolo della manifestazione per affermare la necessità di mettere in pratica comportamenti virtuosi non solo in tema di prevenzione e corretti stili di vita, ma anche per quanto riguarda il

riciclo dei contenitori alimentari a beneficio del nostro pianeta (v. box). Fondamentale sarà il contributo dei nostri volontari che per un intero weekend saranno impegnati in più di 400 punti di distribuzione fra piazze, attività commerciali, scuole, aziende. Saranno loro, a fronte di una donazione minima di 10 euro, a distribuire una confezione con tre barattoli di pomodori, nelle versioni pelati, polpa e pomodorini: un’iniziativa resa possibile grazie alla preziosa e rinnovata collaborazione e sostegno di Anicav (Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali) e Ricrea (Consorzio Nazionale Riciclo e Recupero Imballaggi Acciaio).

“Il pomodoro per la ricerca” è diventato quest’anno anche pro-ambiente, vogliamo infatti sottolineare l’importante del riciclo degli imballaggi usati per la conservazione del prodotto. Perché? Perché l’acciaio è un metallo che si ricicla al 100% e all’infinito! Salute & ambiente sono un duo indivisibile. E il pomodoro rosso così si fa un po’ green!

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Paypal, donare online più facile Perché PayPal ha deciso di sostenere la Fondazione Umberto Veronesi? Agevolare il lavoro degli enti benefici e di chi vuole donare tramite gli strumenti di pagamento online, in Italia come nel resto del mondo, è il nostro contributo concreto e una parte importante della nostra mission. La Fondazione Umberto Veronesi è PayPal è la piattaforma in prima linea nella rivoluzione stata tra i primi partner in Italia per la nuova dei pagamenti digitali da più di 20 anni. Da tempo è partner funzionalità di “Give at Checkout”. Una scelta di Fondazione Veronesi che ci rende orgoglioper la ricerca. Intervistiamo si e che ci consente di Maria Teresa Minotti, Country supportare ogni giorno, Director Italy (nella foto) anche se indirettamente, la vostra causa. La funzionalità “Give at Checkout” permette ai vostri utenti di sostenere direttamente Fondazione Veronesi e altre charities in maniera semplice e immediata. Ce ne vuole parlare? L’opzione “Give at Checkout” offre ai consumatori

la possibilità di fare una donazione di 1 euro, durante i propri acquisti online con PayPal. Queste microdonazioni sono un modo semplice e immediato per fare del bene. I consumatori possono anche impostare il loro ente di beneficienza preferito nel proprio account PayPal o direttamente dall’app PayPal, così ad ogni checkout avranno la possibilità di donare 1 euro per sostenerlo. PayPal ha deciso di supportare in maniera importante la ricerca scientifica in Italia e non solo: cosa significa per lei e per PayPal la ricerca scientifica? Riuscireste ad immaginare un mondo senza progresso o sviluppi in ambito medico o tecnologico? La ricerca è la connessione tra il passato, il presente e un futuro in cui la salute e il benessere siano condizioni accessibili a tutti, ovunque nel mondo. Questa è la mia personale motivazione e quella di un’azienda globale come PayPal, un’organizzazione composta da culture diverse che condividono la stessa visione, quella di un mondo in cui la ricerca pone le basi per l’avvenire.

A tutta prevenzione in azienda “Vivere in salute - Sport Edition” è il nuovo progetto di Fondazione Umberto Veronesi che apre ai partner aziendali l’opportunità di informare i dipendenti verso i corretti stili di vita. Un programma per promuovere il benessere e la prevenzione in azienda, tramite due modalità: • una prima parte di incontri divulgativi (seminari o webinar), con esperti selezionati dalla Fondazione per approfondire i grandi temi della prevenzione, alimentazione e corretti stili di vita e fornire gli strumenti per mettere in pratica comportamenti corretti (anche durante l’orario di lavoro); • la seconda parte prevede un vero e proprio percorso sportivo tramite RÉFÉRENCES COULEUR

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due app sviluppate da un partner tecnico specializzato. Engie, multinazionale dell’energia rinnovata, ha scelto di offrire ai suoi circa 600 dipendenti il programma “Vivere in salute - Sport Edition” di Fondazione Veronesi e di sostenere 6 mesi di ricerca di un borsista impegnato nel progetto Pink is Good. Da ottobre 2021 i dipendenti di Engie hanno seguito 4 sessioni di

incontri sulla salute e la prevenzione a cura della supervisione scientifica della Fondazione e 3 di orientamento allo sport della corsa a cura di personal trainer su diversi livelli di allenamento. Nell’ottobre del 2022 “Vivere in salute - Sport Edition” per Engie si concluderà con la partecipazione alla Pink Parade di una ricca e numerosa squadra Engie costituita dai dipendenti. Chiuderanno così in bellezza un anno di attività educative e formative mirate al benessere secondo quelli che sono i risultati della ricerca scientifica.


News

AZIENDE

Con Costa una “crociera” lunga 7 anni Sette anni insieme. Una partnership, quella tra la Fondazione Umberto Veronesi e Costa Crociere, che testimonia l’importante impegno e supporto per la ricerca scientifica nell’ambito del progetto Pink is Good. Pink, il colore rosa, che nella Fondazione indica prevenzione, ricerca e sensibilizzazione. Temi che vengono sostenuti e sottolineati, in particolare, nel mese di ottobre dedicato a livello internazionale alla lotta ai tumori femminili. E proprio ad ottobre Costa Crociere ha finora dedicato una settimana a bordo delle proprie navi presenti nel Mediterraneo per promuovere attività di dialogo e comunicazione per sensibilizzare gli ospiti, e in

particolare le ospiti, sui temi di prevenzione primaria e salute attraverso la distribuzione di materiale informativo. «Siamo orgogliosi di poter utilizzare le nostre navi per veicolare importanti messaggi sociali ai nostri ospiti e

ai nostri collaboratori; supportare la ricerca scientifica e prestare particolare attenzione al welfare aziendale sono tra gli impegni della nostra azienda in linea con il percorso di sostenibilità», ha dichiarato Davide Triacca, Sustainability Director.

Quando alla banca importa la scienza Il gruppo Sella ha avviato nel giugno 2020 un progetto in collaborazione con la Fondazione Umberto Veronesi per sostenere la ricerca scientifica mediante investimenti socialmente responsabili dedicati al tema della salute, sotto tutti i punti di vista: dalla prevenzione alla cura, ai corretti stili di vita. Già da diversi anni infatti, attraverso la società di gestione del risparmio Sella Sgr, il gruppo Sella è fautore di un approccio sostenibile ed etico all’investimento, convinto che la natura globale dei mercati finanziari insieme al progresso scientifico possano offrire l’opportunità di contribuire al cambiamento per migliorare la qualità della vita e la salute di tutti. Il progetto si è concretizzato con il lancio di un fondo di investimento tematico, Tfs iCare, che seleziona fra

i principali Asset Manager internazionali soluzioni specializzate nella ricerca di società volte a promuovere l’innovazione per la Cura, l’Ambiente, la Ricerca e l’Etica (iCare), contribuendo al contempo alle attività della Fondazione Veronesi attraverso una devoluzione annua (nella misura pari allo 0,3% annuo del patrimonio complessivo). Nel 2022 iCare con la quota raccolta per la ricerca sosterrà altri due progetti di ricerca molto importanti per la cura e la prevenzione dei tumori alla prostata e dei tumori al seno dei dottori Pece e Decobelli presso lo Ieo e finirà di sostenere l’importante progetto sulla immunologia di genere del dottor Conforti. Da notare che l’acronimo I Care tradotto dall’inglese alla lettera significa: mi importa, me ne curo. Fondazione Umberto Veronesi | 27


Tanti modi per aiutare in concreto la ricerca scientifica. Ecco cosa puoi fare Donazione ricorrente

Tramite: • DOMICILIAZIONE BANCARIA richiedendo il modulo a donazioni@fondazioneveronesi.it • CARTA DI CREDITO o BONIFICO ONLINE su www.fondazioneveronesi.it

Donazione singola

Tramite: • BOLLETTINO POSTALE Intestato a Fondazione Umberto Veronesi Conto Corrente Postale numero: 46950507 • BONIFICO BANCARIO Intestato a: Fondazione Umberto Veronesi IBAN: IT52M0569601600000012810X39 causale 2797 • ON LINE Sul sito www.fondazioneveronesi.it

Donazione in memoria

Per saperne di più: • Chiama l’Ufficio Donatori privati 02.76018187 • Scrivi a: donazioni@fondazioneveronesi.it • Inquadra il QR CODE e visita il sito dedicato

Personal fundraising

Crea una campagna di raccolta fondi e invita amici e parenti a fare una donazione. • Inquadra il QR CODE e visita il sito dedicato

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Lo sai che le donazioni a Fondazione Umberto Veronesi ti permettono un risparmio fiscale? Ecco come fare: 1

Effettua la tua donazione con uno dei sistemi di pagamento consentiti: • versamento postale • bonifico bancario • carta di credito • assegno bancario o circolare

2

Prodotti solidali

Scopri le nostre bomboniere e tutti i prodotti solidali. • Inquadra il QR CODE e visita il sito dedicato

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Lascito testamentario

Per saperne di più: • richiedi la nostra Guida Informativa, scrivi a: lasciti@fondazioneveronesi.it • chiama il nostro Responsabile Lasciti Ferdinando Ricci - 02.76018187 • inquadra il QR CODE e visita il sito dedicato

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Inserisci l’importo nello spazio apposito sulla tua dichiarazione dei redditi allegando la quietanza di versamento, oppure consegna quest’ultima al tuo commercialista o al CAF

Per le persone fisiche

La donazione è deducibile nel limite del 10% del reddito dichiarato e comunque nella misura massima di 70.000,00 euro annui. Art. 14 D.L. 35/2005 convertito in Legge n. 80/2005 (DPCM08\05\07 Ente n.61).

Per le persone giuridiche

La donazione è INTERAMENTE DEDUCIBILE ai sensi e per gli effetti delle vigenti norme fiscali di cui all’art.1, comma 353 della legge 23 dicembre 2005, numero 266 (DPCM 08\05\07 Ente n. 77.

5xMille

Nella dichiarazione dei redditi, apponi la tua firma nella casella dedicata al “Finanziamento della ricerca scientifica e dell’università” e inserisci il codice fiscale di Fondazione Umberto Veronesi 97298700150 Inquadra il QR CODE e visita il sito dedicato 5xmille.fondazioneveronesi.it

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Grazie!


Sostieni la ricerca. Sostieni la vita.

È il tuo giorno speciale: sostieni la ricerca e rendilo indimenticabile.

Con le bomboniere solidali di Fondazione Umberto Veronesi puoi celebrare tutti i momenti più importanti per te e farli diventare un’occasione per sostenere la ricerca scientifica sui tumori. Per un matrimonio, un battesimo o una prima comunione, un compleanno o una laurea, puoi scegliere tra inviti, scatole porta confetti e biglietti personalizzabili con il nome e il messaggio che preferisci.

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5xMille alla ricerca sui tumori

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Silvana convive con un tumore dal 2013 e ha scelto di sostenere Fondazione Umberto Veronesi per arrivare a risultati concreti nella lotta al tumore.

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