Maria: “Felice di essere un’ambasciatrice in rosa” Il giornale di chi crede nella ricerca OTTOBRE | N. 4 ANNO 2022 Poste Italiane S.p.A.Spedizione in abbonamento postaleD.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, LO/MINumero 4Ottobre 2022 Triplo negativo al seno: una scommessa da vincere RICERCA A PAGINA 10 La medicina si coniuga secondo il genere RICERCA A PAGINA 12 “SONO, SEI, È” conferenza mondiale su sesso e identità EVENTI A PAGINA 18
Ho sempre amato le donne e con amore ho sempre portato avanti la mia passione per la medicina.
Ricordo tante delle mie pazienti, ne ricordo il nome, lo sguardo e la storia.
Può essere semplice togliere un nodulo dal seno di una donna, ma è molto più difficile estirparlo dalla sua mente.
Umberto Veronesi
LA RICERCA MI HA SALVATO LA VITA. Sosteniamola insieme. Facciamolo per tutte le donne.
Gabriella, ambasciatrice di Fondazione Umberto Veronesi, è diventata mamma dopo un tumore al seno grazie ai risultati raggiunti dalla ricerca negli ultimi anni. Ma sono migliaia le donne che ancora oggi lottano contro questa malattia e hanno bisogno di cure sempre più efficaci e mirate. Sostieni la ricerca sui tumori femminili. Dona ora su fondazioneveronesi.it
Umberto Veronesi ha dedicato la vita alla ricerca medica e alla cura dei pazienti malati di cancro; nel 2003 ha creato e presieduto la Fondazione che porta il suo nome e che oggi persegue gli stessi obiettivi, per un futuro di salute per tutti.
Fondazione Umberto Veronesi
1 News
Sostieni la ricerca.
Sostieni la vita.
questo numero
Storia di Maria, ambasciatrice in rosa
Maria Rosignuolo, che anni fa ha affrontato un tumore all’ovaio, ora è entusiasta di partecipare alle corse per diffondere i valori della ricerca sulle neoplasie femminili.
Tumore al seno triplo negativo: la cura raddoppia
Per una neoplasia aggressiva e difficile da trattare, ora può aggiungersi l’immunoterapia alla cura classica con la chemio. E un nuovo farmaco avanza
2022
ETICA
Donare il sangue, un dono universale o raro
La medicina è bisex? A ciascun genere la sua
Specie negli esperimenti, i test si fanno su uomini, ma le donne non sono fotocopie dei maschi. Hanno sintomi, risposte ai farmaci e agli esami diversi per cui le terapie vanno modellate su di loro
La dieta giusta: su misura o buona per tutti?
mondiale su sesso
identità
genere
Aborto: in Italia tasso tra i più bassi al mondo
Nel 2020 le interruzioni volontarie di gravidanza sono calate del 9,3 %. Quali sono le cause e cosa possiamo fare per ridurne ulteriormente il numero?
Fondazione Umberto Veronesi
32 Fondazione Umberto Veronesi
IN SALUTE
NOI E VOI
DELEGAZIONI
IN
MEMORIA
N ews OTTOBRE N° 4 ANNO
In
12 16 18 20 22
SALUTE IN TAVOLA
con
Elena Dogliotti
18
SCIENZA ED
con Marco Annoni 24 AZIENDE 26 News La Conferenza
e
di
RICERCA
6 10
Presidente Paolo Veronesi | Direttore Monica Ramaioli
COME CONTATTARCI
Fondazione Umberto Veronesi ETS* via Solferino 19, 20121 Milano www.fondazioneveronesi.it info@fondazioneveronesi.it +39 02 76018187
Fondazione Umberto Veronesi (sede di Roma) info.roma@fondazioneveronesi.it 06 42272010
Redazione redazione@fondazioneveronesi.it
Ufficio Stampa Elisa Invernizzi ufficiostampa@fondazioneveronesi.it
Ufficio Donatori Privati donazioni@fondazioneveronesi.it
Collaborazioni speciali con le aziende aziende@fondazioneveronesi.it 02 76018187
Ufficio Volontari volontari@fondazioneveronesi.it
Lasciti testamentari lasciti.fondazioneveronesi.it Ferdinando Ricci lasciti@fondazioneveronesi.it 346 0679025
Progetti per le Scuole scuola@fondazioneveronesi.it
SEGUICI
www.fondazioneveronesi.it/magazine
L’editoriale
News
Il giornale di chi crede nella ricerca OTTOBRE | N°4 ANNO 2022
Periodicità trimestrale - Aut. Tribunale di Milano N° 265 - del 13/04/2004
Fondazione Umberto Veronesi ETS Via Solferino 19, 20121 Milano
Direttore responsabile Serena Zoli
Redazione
Marco Annoni Daniele Banfi Donatella Barus Elena Dogliotti Caterina Fazion
Segreteria di redazione Cecilia de’ Donato
Art direction e impaginazione Eva Scaini, Bianca Milani
Foto
Marco Lorenzo Curatolo, Nanni Fontana, Archivio FUV
Stampa
Società Generale dell’Immagine s.r.l. Via Pomaro, 3 - 10136 Torino
Cari sostenitori, il numero di questa newsletter è in gran parte incen trato sul mese di ottobre, periodo dell’anno tradizio nalmente dedicato alla sensibilizzazione sui tumori femminili. La storia di copertina è dedicata a Ma ria, nostra “ambasciatrice in rosa” che dopo un tumore all’ovaio si è rimessa in gio co diventando Pink Ambas sador della Fondazione. All’interno del numero tro verete anche tante informa zioni per conoscere meglio la malattia che ha coinvolto Maria e un interessante ap profondimento sul tumore al seno triplo negativo, la neoplasia della mammella più difficile da affron tare. Se negli ultimi anni queste patologie possono essere contrastate con maggior successo lo si deve alla ricerca. Quella ricerca che ha consentito di de codificare i meccanismi che il tumore mette in atto per crescere, premessa fondamentale per lo sviluppo
delle nuove terapie oggi disponibili. Nel ricco nu mero della newsletter non mancano poi i temi di ricerca e i temi etici: in questa uscita abbiamo deci so di occuparci di medicina di genere e ricerca. Lo abbiamo fatto approfondendo un aspetto spesso tra scurato: nella ricerca clinica e pre-clinica gli espe rimenti coinvolgono quasi esclusivamente il sesso maschile. Ma le donne non sono fotocopie dei ma schi. Hanno sintomi, risposte ai farmaci e agli esami diversi per cui le terapie vanno modellate su di loro. Tra i temi etici, invece, segnalo l’approfondimen to sulle donazioni di sangue, un gesto di altruismo che consente ogni giorno di salvare la vita a tante persone.
Infine voglio segnalarvi un importante evento che si terrà il prossimo 11 novembre. La conferenza “Science for Peace and Health”, dal titolo “Sono, sei, è”, si occuperà di sesso e identità di gene re. Quest’anno torneremo finalmente in presenza nell’Aula magna presso l’Università Bocconi di Milano. La giornata si aprirà ospitando l’interven to di Nadia Murad, attivista irachena per i diritti umani e Premio Nobel per la Pace 2018, sull’importanza delle diversità, della lotta globale alle discriminazioni e alle violenze di genere, e sul ruolo necessario che la so cietà civile riveste in questa battaglia.
Tutte le informazioni per partecipare in presenza o seguire la conferenza online le trovate nelle pagine interne della newsletter.
Fondazione Umberto Veronesi
| 54
Fondazione Umberto Veronesi
IL MAGAZINE ONLINE: NOTIZIE SEMPRE NUOVE DA SEGUIRE PER AVER CURA DELLA PROPRIA SALUTE
Ottobre è tutto in rosa: continuiamo la lotta ai tumori femminili, anche al temibile triplo negativo. E scopriamo che pure la medicina ha un genere color rosa
DI PAOLO VERONESI
Buon ottobre rosa!
L’11 novembre tutti alla Bocconi per discutere di sesso e di identità, presente la Premio Nobel irachena Nadia Murad
News *Nel 2022 Fondazione Umberto Veronesi ha acquisito la qualifica giuridica di Ente del Terzo Settore (ETS) a seguito dell’iscrizione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) ovvero il registro telematico istituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in attuazione degli artt. 45 e segg. del Codice del Terzo Settore (Decreto Legislativo 3 luglio 2017, n. 117), per assicurare la piena trasparenza degli Enti del Terzo settore (ETS)
S
toria di Maria, ambasciatrice in rosa
La malattia è lontana 20 anni (ne aveva 25 allora), ma è ancora ben presente nel suo complesso svolgimento pur in assenza di recrimi nazioni. Anzi, sembra quasi che Ma ria Rosignuolo nutra un sentimento di gratitudine: per averle “tirato fuori il vero sé” e permetterle, oggi, di essere una Pink Ambassador della Fondazio ne Umberto Veronesi, ruolo cui tiene tantissimo (vedi box).
«Era il 2002 e mi fu trovato un car cinoma ovarico borderline, una forma rara allora – racconta. – Ero tornata
dalle vacanze di Pasqua e mi sentivo stanchissima. Ebbi anche alcune per dite che però, prendendo io la pillola, non furono ritenute strane. Il vero sin tomo, eclatante, venne dopo 15 gior ni: mi ero riempita la pancia di liqui do. Parevo incinta».
Dagli esami esce l’immagine come di “una serie di grappoli d’uva nella tua pancia fino al diaframma”, dicono i medici. «Il concetto che pareva emer gere era quello di metastasi partite da un ovaio all’altro – racconta Maria.
– Ero giovane, mi sono spaventata,
Fondazione Umberto Veronesi
76 Fondazione Umberto Veronesi
Maria Rosignuolo, che anni fa ha affrontato un tumore all’ovaio, ora è entusiasta di partecipare alle corse per diffondere i valori della ricerca sulle neoplasie femminili. «Nel gruppo ho trovato le amiche che aspettavo da sempre» di Serena Zoli
News RICERCA RICERCA
però lì ho capito che ero forte. I miei parenti piangevano e io, con la legge rezza dell’età, li consolavo: vedrete che è come un’influenza più forte, si risolve… Era forse meglio che non mi telefonassero con quelle paure...».
La diagnosi non era facile. «I primi esami danno esiti discordanti, al mio fidanzato qualcuno lasciò capire che mi restavano pochi mesi di vita - rac conta Maria. - Finché un ginecologo, un raro medico non pieno di sé, mi consigliò di andare a curarmi in un grande centro ospedaliero con questo onesto ragionamento: noi qui di questi casi ne avremo visti 2, là ne hanno vi sti 50, dunque ne sanno di più».
Così dal Modenese dove vive e lavora da educatrice in un asilo nido, Maria approda a Milano. Nel grande ospe dale affrontano il tumore ovarico con due cicli di chemioterapia per ridurne le dimensioni. «Ma intanto io conti nuavo a produrre siero: me ne hanno tolti 3 litri e mezzo con una laparo scopia e da maggio a fine luglio altri 3 litri e mezzo. A fine luglio mi ope rano. Un taglio dal pube all’ombelico.
Come tanti grappoli di uva dentro la pancia
Ed eccolo il regalo “tardivo” di quel la lontana malattia: dall’anno scorso è diventata una delle esuberanti Pink Ambassador della Fondazione che sono donne che hanno avuto un tumo re femminile e si allenano a correre per dire che si può risorgere, racco gliendo anche fondi per la ricerca. «Oggi faccio parte del team Mode na-Reggio Emilia, corro con le mie compagne del gruppo e con loro si è creato un legame profondo – racconta la Rosignuolo. - Ma il primo impatto,
davvero magico, è stato l’anno pri ma, il 2021, con un team di cinque, me compresa, a Bologna (il cambia mento è stato dovuto al Covid). Bene, con quelle quattro compagne è stato subito amore e comprensione a prima vista, anche adesso le ho nel cuore, ma in un modo tale... Lo capii da sola il perché, mi dissi: sono le amiche che aspettavo da 19 anni».
La prima corsa ufficiale di Maria sarà una mezza maratona a Ravenna il 23 novembre prossimo.
Pink Ambassador è il progetto di Fondazione Umberto Veronesi che coinvolge donne che hanno affrontato un tumore femminile e che accettano una nuova sfida: allenarsi per correre una mezza maratona. Correndo testimoniano e divulgano l’importanza della prevenzione e del sostegno alla ricerca scientifica. Nel 2022 le Pink Ambassador sono in 20 città diffuse su tutto il territorio italiano.
Mi hanno lasciato le ovaie anche se rimpicciolite».
Ma ecco l’effetto non previsto dell’in tervento: Maria rompe il fidanzamen to che durava da tre anni, «litigavamo sempre, forse ero io che ero cambiata. Lui mi era stato molto vicino, ma an dai da una psicologa che mi disse: non può starci insieme per gratitudine».
Così il distacco, seguito da un attac camento simbiotico con la madre, per poi riprendere l’autonomia. «Non posso certo ringraziare la malattia, però ha tirato fuori tutta la mia forza, il mio vero io».
I controlli sono continuati, sono sta te necessarie alcune laparoscopie per “ripulire” da piccole formazioni che si ricreavano sulle ovaie, ma da allo ra Maria Rosignuolo, di orgogliosi 45 anni oggi, è stata bene.
APPROFONDIMENTO
TUMORE DELL’OVAIO
Ogni anno nel nostro Paese sono oltre 5 mila le diagnosi di tumore dell’o vaio. Più frequente in menopausa nelle donne tra i 50 e i 65 anni di età - anche se può colpire pure in età più giovane -, in Italia è la quarta causa di morte per tumore nelle donne sotto i 50 anni, e la quinta in quelle tra i 50 e i 69 anni.
Si tratta purtroppo di un tumore particolarmente subdolo poiché, in genere, si sviluppa sulla superficie delle ovaie. Questa caratteristica fa in modo che, già nei primi stadi di sviluppo, la malattia porti facilmente alla formazione di metastasi che possono diffondersi a tutto l’addome. Questi accumuli, detti im pianti, sono così piccoli che non danno sintomi. Quando diventano rilevabili, il tumore è spesso già molto diffuso e le possibilità di cura ridotte.
Oltre 5.000 le diagnosi in Italia ogni anno
43%
la sopravvivenza a 5 anni
Un primo fattore di rischio è rappre sentato dall’età, in quanto il picco di incidenza della malattia si registra tra i 50 e i 60 anni, dunque nelle donne in età peri o postmenopausale. Tuttavia alcuni tipi possono presentarsi in età più giovani. Il 15-25% dei tumori all’ovaio ha come principale fattore di rischio la familiarità. Donne con madre (o sorel la o figlia) affetta da un tumore dell’o vaio, della mammella o dell’utero hanno maggiori probabilità di contrar re la neoplasia. Le alterazioni dei geni Brca 1 e Brca 2 di origine ereditaria possono portare a una predisposizione più o meno importante.
A causa dei sintomi spesso vaghi, la diagnosi avviene molte volte a ma lattia avanzata. La sopravvivenza a 5 anni, secondo i dati dell’Associazione
È la 4a causa di morte per tumore nelle donne sotto i 50 anni
circa l’80% delle donne scopre la malattia in fase avanzata
Italiana di Oncologia Medica, è pari al 43% anche perché troppe donne, circa l’80%, scoprono la malattia in fase avanzata. Inoltre, in questa pato logia, mancano efficaci strumenti di screening.
Oggi tuttavia vi sono terapie mirate. In presenza di specifiche mutazioni genetiche, questa neoplasia può esse re trattata con una terapia mirata - i Parp inibitori - in grado di tenere sotto controllo la malattia e di cambiare la pratica clinica. I dati aggiornati di due studi su olaparib, la molecola capo stipite dei Parp inibitori, presentati al recente congresso dell’European So ciety for Medical Oncology svoltosi in settembre a Parigi, lasciano poco spazio alle interpretazioni: due pa zienti su tre sono vive a 5 anni dalla diagnosi. Un risultato che era impen sabile sino al decennio scorso.
Fondazione Umberto Veronesi
98 Fondazione Umberto Veronesi
News RICERCA
Le Pink Ambassador si stanno allenando grazie al contributo di
di Daniele Banfi Un caso difficile, ma siamo di fronte a una svolta. Una nuova terapia mirata si sta rivelando di notevole efficacia
Tumore al seno triplo negativo: la cura raddoppia
Per una neoplasia aggressiva e difficile da trattare, ora può aggiungersi l’immunoterapia alla cura classica con la chemio. E un nuovo farmaco avanza
di Daniele Banfi
Il tumore al seno triplo negativo è la forma di cancro al seno più dif ficile da trattare. Particolarmente diffuso al di sotto dei 50 anni e in chi presenta mutazioni nel gene Brca1, questa forma tumorale rappresenta circa il 15-20 per cento di tutte le ne oplasie della mammella. Ma mentre le altre forme possono essere curate con buoni risultati, il triplo negativo è particolarmente aggressivo e pre senta una sopravvivenza media dalla diagnosi nettamente inferiore rispetto alle altre forme.
Il nome triplo negativo deriva dal fatto che in questo specifico tipo di tumore al seno, a differenza di altri
tumori mammari, le cellule non pos siedono sulla loro superficie tre prin cipali bersagli terapeutici: il recettore degli estrogeni, quello dei progestini ci e l’iperespressione di Her2. L’as senza di questi target rende, dunque, questa neoplasia particolarmente dif ficile da trattare. Per questa ragione la chemioterapia rimane lo standard di trattamento da diversi decenni. Tuttavia una delle possibili strategie per affrontare la malattia è rappresen tata dall’immunoterapia. Sperimenta ta con successo in diversi tipi di tumo re, sono sempre più numerosi gli studi clinici sull’utilizzo di questo approc cio nel triplo negativo metastatico.
Nello scorso mese di luglio, uno stu dio pubblicato sulle pagine del New England Journal of Medicine ha va lutato l’efficacia dell’utilizzo di un immunoterapico (pembrolizumab) in aggiunta alla terapia standard rappre sentata dalla chemioterapia. I risultati ottenuti nel corso del tempo hanno indotto l’Fda - già nel novembre del Rappresenta il 15-20% di tutte le neoplasie alla mammella
Nel 2023 finanziamenti per 141 ricercatori
Anche quest’anno Fondazione Umberto Veronesi sosterrà la ricerca scientifica grazie al bando Post-Doctoral Fellowship.
Per il 2023 saranno stanziati finanziamenti per 141 borse di ricerca annuali nelle aree dell’oncologia e degli stili di vita per la prevenzione delle malattie.
La maggior parte delle risorse destinate al bando pubblico, nel segno della continuità con l’attività di Umberto Veronesi, saranno rivolte all’oncologia, ma ci sarà spazio anche per chi fa attività di ricerca nell’ambito degli stili di vita (ruolo delle patologie fumo-correlato, impatto della dieta, dell’attività fisi ca e dell’inquinamento sulla salute).
I risultati con i nomi dei vincitori saranno pubblicati sul sito della Fondazione il 16 dicembre 2022.
2020 - ad approvarne l’utilizzo in prima li nea. La combinazione, i cui risultati sono stati pubblicati questa estate, si è dimostrata estrema mente efficace, rispetto alla sola chemioterapia, nel prolungare la so pravvivenza globale alla malattia. Per quanto riguarda lo studio da poco pubblicato, i dati positivi si sono ot tenuti in quelle pazienti con un Cps (Combined Positive Score, un indi catore per quantificare la risposta del farmaco) superiore a 10. Le pazienti con queste caratteristiche rappresen
tano circa il 40 percento di tutte le dia gnosi di tumore al seno triplo negati vo. Ecco perché si tratta di un risultato in grado già di cambiare le prospettive di cura di molte donne.
In generale, con l’aggiunta dell’immu noterapia, la speranza è quella di otte nere risposte durevoli nel lungo perio
do, che difficilmente si possono ottenere con la sola chemioterapia. Ma la ricerca è tutt’altro che ferma: complice il recente successo degli anticorpi coniugati (far maci capace di traspor tare selettivamente la chemioterapia all’interno delle cellule malate), la ricerca si sta indirizzando nel tentare di cambiare le combinazio ni di farmaci utilizzati.
Non è affatto impensabile che in un prossimo futuro questi possano so stituire la chemioterapia da abbinare all’immunoterapia.
Fondazione Umberto Veronesi | 1110 | Fondazione Umberto Veronesi
News RICERCA
L a medicina
è bisex?
A ciascun genere la sua
Specie negli esperimenti, i test si fanno su uomini, ma le donne non sono fotocopie dei maschi.
Hanno sintomi, risposte ai farmaci e agli esami diversi per cui le terapie vanno modellate su di loro
di Donatella Barus
C’è una particolarità genetica che contraddistingue la metà delle persone al mondo e che eppure è stata a lungo poco considerata. Parliamo del genotipo XX, ovvero dell’appar tenere al genere femminile (quello maschile è XY).
Ci si ammala nello stesso modo?
Va detto che ormai sappiamo che la genetica non basta a definire l’identità sessuale di un individuo e certamente c’è ancora molto da capire, ma gli studi degli ultimi decenni hanno svelato impor tanti differenze basate sul genere, che attraversano la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie. È quella che chiamiamo “me dicina di genere”: maschi e femmine devono essere curati con le stesse medicine, seguiti con gli stessi controlli, preoccuparsi per gli stessi sintomi o fattori di rischio? E sul piano della ricerca, i risul tati delle sperimentazioni possono adattarsi ugualmente a donne e uomini? No, non sempre.
Da dove arrivano le diversità?
Dietro le diversità gioca un ruolo un insieme di fattori molto più complesso della cruda formula cromosomica XX o XY. La geneti
ca c’entra senz’altro, ma intervengono anche l’epigenetica, i fattori ormonali, l’ambiente e le abitudini.
Medicina talvolta distratta Le grandi conquiste della medicina nell’ultimo mezzo secolo derivano da studi condotti prevalentemente su ma schi. Fanno eccezione alcune malattie come la depressione e l’osteoporosi, che si studiano soprattutto sulle donne, oltre naturalmente alla ginecologia e alla medicina della riproduzione. Per ché? I motivi sono molti e spaziano dalla sociologia alla clinica. Ad esem pio, le malattie cardiache nelle don ne compaiono mediamente più tardi rispetto agli uomini e si è cominciato a considerarle meglio oggi che l’aspet tativa di vita si è allungata e le donne condividono fattori di rischio un tempo tipicamente maschili (come il fumo).
L’esperienza del Covid Anche la risposta immunitaria risente delle differenze di genere, legate a
Un po’ di storia
Tutto ebbe inizio nel 1991, quando Bernardine Healy, cardiologa e pri ma donna a capo dei National Institutes of Health (nella foto sotto, accanto al Presidente George H. W. Bush), pubblicò sul New England Journal of Medicine l’articolo “La sindrome di Yentl”.
Ispirato al racconto di Isaac B. Singer su una ragazza che si finge uomo per poter studiare, l’articolo diede il via agli studi sulla medicina di genere.
variabili anagrafiche, ormonali, cro mosomiche, ambientali, psicologiche e sociali. Nelle malattie infettive come il Covid-19 si è visto ad esempio che gli effetti acuti della malattia sono più severi negli uomini, ma le reazioni au toimmuni sono più frequenti nel sesso femminile e questo può spiegare la prevalenza di sintomi del long Covid. Fino ai 60 anni, i sintomi debilitanti e durevoli nel tempo sembrano due vol te più frequenti nelle donne rispetto agli uomini.
La ricerca si fa al maschile E dove si fa ricerca, che cosa accade? Le donne sono poche negli esperi menti clinici (circa il 20 per cento, e così anche in laboratorio dove si usano meno gli animali femmine), anche perché presentano importanti variabilità biologiche, soprattutto di tipo ormonale, rispetto ai maschi. Ma l’obiettivo è migliorare le cure dispo nibili per tutti, quindi si sta cercando di correggere il tiro per “promuovere l’appropriatezza e la personalizzazio ne delle cure generando un circolo
virtuoso”, come raccomanda l’Istituto superiore di sanità che dal 2017 ha istituito il primo Centro di riferimento in Europa per la Medicina di Genere.
Nelle donne invece…
• I primi sintomi dell’infarto sono più spesso difficoltà di respiro, do lore a schiena e spalla, collo o ma scella; nausea, sudorazione fredda e vomito; affaticamento o vertigini; il tipico (per i maschi) dolore al petto spesso compare tardi.
• Alcuni esami sono meno efficaci: il cicloergometro o test da sforzo, ad esempio, ha una sensibilità del 60%, negli uomini dell’87-90%. Idem per alcuni farmaci, come l’aspirinetta.
• L’ictus giovanile colpisce di più.
• L’Alzheimer è due volte più frequente.
• Il tumore del colon compare in media 4 o 5 anni dopo gli uomini.
• La chemioterapia dà risposte diverse, anche sul piano della tossicità.
• Il tumore del polmone ha localizzazioni differenti e le donne sembrano più sensibili ai danni del fumo.
Fondazione Umberto Veronesi | 1312 | Fondazione Umberto Veronesi
News RICERCA
NIH History Office
di Caterina Fazion
Aborto: in Italia tasso tra i più bassi al mondo
Obiettori di coscienza in calo
La percentuale di obiettori di coscienza, se pur lievemente in calo resta elevata, special mente tra i ginecologi, con una forte variabili tà tra le diverse Regioni. Nel 2020 si parla del 64,6% rispetto al 67,0% dell’anno preceden te. Tra gli anestesisti la percentuale di obiet tori è più bassa, con un valore nazionale pari a 44,6%. Ancora inferiore, rispetto a medici e anestesisti, è la percentuale di personale non medico che ha presentato obiezione nel 2020: il 36,2% (37,6% nel 2019).
Uno degli obiettivi della legge 194 è quello di garantire l’accesso al servizio di Ivg a tutte le donne che ne facciano richiesta, a prescin dere dalla percentuale di personale sanitario obiettore di coscienza.
Aborti farmacologici in aumento
Va inoltre considerato un consistente au mento degli aborti effettuati con metodica farmacologica che nel 2020 sono stati il 35,1% di tutti gli interventi di interruzione volontaria di gravidanza, rispetto agli abor ti chirurgici.
Con l’utilizzo della metodica farmacologi ca l’intervento medico richiesto è minore di quello necessario in sala operatoria che vede invece impiegati chirurghi, aneste sisti e personale infermieristico. Laddove possibile, si utilizza la pillola abortiva Ru 486 che induce contrazioni uterine e dopo 48/72 ore viene somministrata una pillola a base di misoprostolo che porta all’espul sione del materiale abortivo.
Prima della promulgazione nel 1978 della legge 194 le pratiche abor tive clandestine, proseguite si stima fino agli anni ‘80, provocavano spesso gravi emorragie o setticemie a causa di resti abortivi presen ti nell’utero. Queste interruzioni di gravidanza, spesso casalinghe, potevano essere effettuate con un ferro da calza con il quale si per forava il collo dell’utero o con decotti di prezzemolo, che si riteneva avesse proprietà abortive, ma in realtà produceva effetti tossici per l’intero organismo, in particolare per i reni.
strate 66.413 interruzioni volontarie di gravidanza (Ivg), confermando il continuo calo del fenomeno. Rispet to al 2019, si parla del 9,3 per cento di aborti in meno e il nostro rimane uno dei paesi con i più bassi livelli di ricorso alle Ivg.
«L’aborto
è un male, ma l’aborto clandestino è un male ancora peg giore». È questa la convinzione che ha spinto Umberto Veronesi a votare e difendere la legge 194 che, dal 1978, depenalizza e disciplina le modalità di accesso all’aborto.
Questa legge pare funzionare nel suo intento di fornire maggiori diritti alle donne e, allo stesso tempo, diminuire gli aborti, clandestini e non, aumen tando la cultura della prevenzione e della contraccezione. Nel corso del 2020, infatti, in Italia sono state regi
Il calo degli aborti, ormai costante dal 1983, anno in cui si è riscontrato il va lore più alto in Italia con 234.801 casi, non può essere imputato alla pande mia di Covid-19. Queste prestazioni, infatti, sono sempre state considerate indifferibili in ambito ginecologico. Dove vanno ricercate, allora, le cause del calo consistente del numero di aborti nel nostro Paese?
In Italia, questo calo costante, anche relativo a donne con precedente espe rienza abortiva, è da attribuire a una maggiore consapevolezza sull’impor tanza della contraccezione. Il territo rio, attraverso i consultori familiari, dotati di un apposito spazio per i gio vani, si impegna proprio a diffondere la cultura degli anticoncezionali, pro muovendo molti incontri, anche nelle scuole.
Inoltre, la riduzione delle Ivg può es sere in parte riconducibile all’aumen to delle vendite dei contraccettivi di emergenza a seguito dell’eliminazio ne dell’obbligo di prescrizione medica da parte dell’Aifa, l’agenzia italiana
del farmaco: dell’ulipristal acetato (EllaOne), conosciuta come “pillola dei cinque giorni dopo” nel 2015 (dal 2020 anche per le minorenni), e del levonorgestrel (Norlevo), nota come “pillola del giorno dopo” dal 2016. La legge 194 ha determinato una gros
sa riduzione anche degli aborti clan destini e continua a funzionare per limitare, ove possibile, le interruzioni in generale, ma il tempo di rallentare gli sforzi in termini di contraccezio ne e scelte consapevoli non è ancora arrivato.
Aborti clandestini
Secondo l’ultima analisi eseguita nel 2012, il numero di aborti clande stini per le donne italiane è stimato essere compreso tra 12.000 e 15.000; per le donne straniere, tra 3.000 e 5.000.
La situazione, fortunatamente, è molto cambiata rispetto al passato e al giorno d’oggi nella maggior parte dei casi gli aborti clandestini sono effettuati in strutture private da me dici esperti che applicano procedure del tutto in linea con quelle legali. Si parla di aborto chirurgico tramite aspirazio ne del contenuto dell’utero attraverso una cannula e tramite raschiamento per ripulire la cavità uterina da frammenti di endometrio, oppure di aborto farmacologico.
Fondazione Umberto Veronesi 1514 | Fondazione Umberto Veronesi
News IN SALUTE
La contraccezione sempre più seguita
Le pillole “di uno o più giorni dopo”
Prima della Legge 194
Nel 2020 le interruzioni volontarie di gravidanza sono calate del 9,3 %. Quali sono le cause e cosa possiamo fare per ridurne ulteriormente il numero?
La dieta giusta: su misura o buona per tutti?
Nell’era della medicina di precisione, a che punto siamo con la dieta personalizzata?
I nuovi orizzonti della ricerca
La “dieta mediterranea” è stata identificata come uno dei regimi alimentari più sani. La formula è semplice: frutta, verdura in abbon danza, legumi e cereali integrali, con l’aggiunta di alcune proteine animali, provenienti soprattutto da pesce e latticini, poca carne e derivati, olio extraver gine d’oliva, spezie ed erbe aromatiche usati come condimento.
Ovviamente la dieta mediterranea non è l’unica che fa bene, nel mondo ve ne sono altre con le stesse caratteristiche di base e che possono soddisfare le esigenze di persone diverse in contesti differenti.
Col “piatto sano” vai lontano
La Harvard School of Public Health ha elaborato un modello di “piat to sano”: 1/2 verdura e frutta (in rapporto 2 a 1), 1/4 cereali integra li, 1/4 proteine “sane” (quindi più frequentemente legumi e pesce), olio extravergine (o altri oli vegetali in Paesi non mediterranei) come condimento, acqua come bevanda. Secondo il World Cancer Research
Fund (Wcfr) se ci atteniamo quo tidianamente al “piatto sano” – o alla dieta mediterranea o ad altre con gli stessi principi – possiamo prevenire almeno il 30 per cento dei tumori e una quota importante dei casi di diabete, ipertensione e problemi cardiovascolari, ma anche osteoporosi e patologie neurodege nerative come alcune demenze.
La grande sfida è riuscire a scoprire che cosa do vremmo mangiare in base alle nostre caratteristiche individuali. Dunque, non più “siamo ciò che man giamo” ma “mangiamo per come siamo”. Facciamo parte di una stessa specie, ma abbiamo caratteristiche individuali, legate a piccole ma fon damentali differenze nel Dna, corrispondenti a non più dello 0,1 per cento di tutto il genoma. Inoltre, siamo abitati da popolazioni di batteri, a loro volta diversi per tipologia e per funzione. Dalla necessità di studiare queste differenze sono nati nuovi filoni di ricerca:
LA NUTRIGENETICA: studia le risposte dell’or ganismo alla dieta (ad esempio, la tendenza a in grassare, ad avere colesterolo in eccesso, glicemia o pressione alte, intolleranza al lattosio o celiachia);
LA NUTRIGENOMICA : si occupa di capire in che modo alcune molecole contenute nel cibo pos sano interagire con i nostri geni;
L’EPIGENETICA studia i fattori che possono modificare il modo in cui il nostro Dna viene letto: ambiente, stress, attività fisica e anche il cibo (ad esempio, la carenza di acido folico, coinvolto anche nella sintesi di Dna all’inizio della gravidanza);
LA METABOLOMICA studia i metaboliti, le piccole molecole prodotte durante il metabolismo dalle cellule e dai tessuti, ma anche dai batteri che ospitiamo;
LA MICROBIOMICA si occupa del nostro micro biota, un filone di ricerca che sta entusiasmando gli scienziati di tutto il mondo. Lo studio delle nostre piccole diversità genetiche e della varietà delle nostre popolazioni intestinali potrebbe essere la chiave per trovare la migliore dieta preventiva per ognuno di noi, purtroppo siamo ancora lontani da risultati soddisfacenti.
Due o tre suggerimenti intanto...
L’applicazione pratica della genomica nutriziona le alle malattie croniche complesse è una scienza emergente, e i test nutrigenetici per fornire consigli alimentari non sono pronti per la dietetica di rou tine. Serviranno ancora molte ricerche prima che un’alimentazione personalizzata possa offrire reali benefici.
Fino ad allora la dieta mediterranea, o se preferite il “piatto sano”, è la migliore scelta preventiva per tutti, magari con l’aiuto di esperti della nutrizione che sappiano consigliare in base alle caratteristiche di ciascuno: stato di salute, stile di vita e gusti personali.
Glossario
MICROBIOTA INTESTINALE
È l’insieme dei microrganismi (circa mille miliar di di batteri, ma anche virus e funghi) che “colo nizzano” il nostro intestino, senza danneggiar lo, ma anzi svolgendo funzioni fondamentali.
Fondazione
Umberto Veronesi | 1716 | Fondazione Umberto Veronesi
con Elena Dogliotti
News
Elena Dogliotti Biologa nutrizionista, supervisore scientifico per Fondazione Umberto Veronesi
SALUTE IN TAVOLA SALUTE IN TAVOLA
Prospettive della scienza su sesso, genere e identità.
SONO,SEI,È
La Conferenza mondiale su identità di genere e sesso
La Conferenza si misurerà con le principali questioni scientifiche e so ciali di questo tema, a partire dall’o rigine del sesso, dalla sfida della medicina di genere, dalla lotta alle discriminazioni e dall’approccio alla diversità nelle aziende.
di Caterina Fazion
Giunta alla sua quattordicesima edizione, la Conferenza Mon diale Science for Peace and Health continua ad affrontare i gran di temi della scienza che si intreccia no con quelli della società, in conti nua evoluzione. Anche quest’anno, come in ogni edizione, si riuniranno scienziati e scienziate, uomini e don ne di cultura, membri della società civile e delle varie istituzioni nella comune ricerca di risposte alle gran di questioni contemporanee, per il conseguimento della pace.
L’appuntamento è per il giorno 11 novembre 2022, in formato phygital, presso l’Aula Magna dell’Univer sità Bocconi e trasmessa in diretta sui canali della Fondazione. L’invito
è rivolto anche quest’anno alle stu dentesse e studenti delle scuole supe riori, alla società civile e al mondo scientifico e accademico.
La delicata e affascinante cornice tematica di quest’anno, “SONO, SEI, È – Prospettive della scienza su ses so, genere e identità”, approfondirà i temi delle differenze e diseguaglian ze di genere, nell’interdisciplinari tà che contraddistingue da sempre Science for Peace and Health.
Oltre i linguaggi diversi della scien za anche l’espressione artistica, con la tradizionale consegna dell’Art for Peace Award, può aiutare a offrire su questo argomento, così ampio e sfac cettato, spunti inediti e una sensibili tà unica, specie nel raccontare le dif ferenze e la ricerca di sé. Il Premio verrà assegnato alla registra francese Céline Sciamma.
L’edizione di quest’anno di Science for Peace and Health avrà l’onore di ospitare, in apertura, l’intervento del la irachena Nadia Murad, attivista per i diritti umani e Premio Nobel per la Pace 2018, sull’importanza delle di versità, della lotta globale alle discri minazioni e alle violenze di genere, e sul ruolo necessario che la società civile riveste in questa battaglia.
Golf, e non solo, a sostegno della ricerca per i bambini
partecipare
Una sessione online per la scuola
Inoltre, il 14 novembre (ore 10–12) si terrà una speciale sessione online per le scuole con la partecipazione di quattro relatori d’ecce zione intervistati da Giulia Innocenzi.
Per le scuole primarie e secondarie di I e II grado, in collaborazione con Anteo Palazzo del Cinema di Milano, sono previsti tre incontri in presenza, il 15, 16 e 17 novembre 2022. A seguito della visione di un film in linea con il tema centrale della conferenza, si terrà un dibattito di approfondimento con sociologi, psicologi e scienziati.
Iscrivi la tua classe sul sito scuola.fondazioneveronesi.it
Sul fronte degli eventi sportivi, nel 2022, è sicuramente il golf a fare da padrone.
Fondazione Veronesi, infatti, oltre ad avere confermato la collaborazione per il terzo anno di fila con il Mario Mele & Partners Golf Tour, a lu glio ha organizzato con il Golf Club Courmayeur una gara di putting green con raccolta fondi.
Il 10 e 11 settembre, invece, è stata organizzata da un grande amico della ricerca, Giorgio Boiani, una gara presso il Bormio Golf durante la quale, anche grazie a una lotteria ricca di premi e una suggestiva cena sotto le stelle, sono stati raccolti fondi volti al completo finanziamento di una bor sa di ricerca. Per tutto il 2023 verrà sostenuto, in un ospedale o in un centro di ricerca su territorio lombardo, il lavoro di un ricercatore impegnato nello studio di tumori pediatrici e degli adolescen ti per migliorarne diagnosi e cura, entro il proget to Gold for Kids della Fondazione Veronesi.
Il Golf, però, non è l’unico sport a sostegno della ricerca. Fondazione Veronesi è stata nuo vamente scelta come charity partner della Babbo Running, la più grande e divertente corsa d’Ita lia svolta indossando gli abiti di Santa Claus a sostegno del progetto Gold for Kids, per la ri cerca sui tumori pediatrici. L’appuntamento è in dicembre.
Fondazione Umberto Veronesi | 1918 | Fondazione Umberto Veronesi
14 a CONFERENZA MONDIALE Science for Peace and Health 11 NOVEMBRE 2022 In presenza presso l’Università Bocconi di Milano e in streaming online Per
è necessaria la registrazione su science.fondazioneveronesi.it
L’11 novembre Science for Peace and Health affronterà uno dei temi più attuali, sotto il titolo: “SONO, SEI, È”. Partecipano scienziati, studenti e la premio Nobel Nadia Murad
NOI E VOINews
EVENTI
Da Courmayeur a Bormio, di “buca” in “buca” avanza il sostegno a Gold for Kids. Una raccolta fondi cui si unirà la divertente corsa vestiti da Babbo Natale
L’importanza di diversità e discriminazioni
di Caterina Fazion
Con cene, musica, corretta informazione i nostri gruppi territoriali finanziano il progresso della scienza contro il tumore e diffondono consapevolezza sulla prevenzione
elegazioni: le forze motrici della lotta ai tumori
Passati i mesi caldi dell’estate, le Delegazioni della Fondazione Umberto Veronesi si sono rimesse al lavoro organizzando eventi musicali, cene, dibattiti per seguire i loro due compiti fondamentali: divulgare l’infor mazione scientifica e le regole prime della prevenzione da un lato e, dall’altro, raccogliere fondi per sostenere la ricerca. Abbiamo dovuto registrare anche un lieto evento: la nascita di un nuovo gruppo territoriale a Padova.
Le Delegazioni si occupano di diffondere la mission di Fondazione Veronesi a livello locale, organizzando e promuovendo iniziative di raccolta fondi e campagne di sensibilizzazione sui temi della salute. Inquadra il QR code e scopri dove sono attive
Venerdì 2 settembre: la responsabile della neonata Delegazione di Pado va di Fondazione Umberto Veronesi, Elisa Drago, ha mostrato subito il suo grande impegno nei confronti della ricerca scientifica, organizzando la prima cena di raccolta fondi e di pre sentazione alla cittadinanza. Luogo dell’evento il Golf Club Pa dova a Galzignano Terme. Molte le
Delegazione di Lecce: musica, maestro!
Sabato 24 settembre si è svolta una se rata di raccolta fondi con l’intervento del musicista Beppe Vessicchio, noto volto televisivo e sanremese, presso la Masseria Provenzani a Lecce.
I fondi raccolti nella serata contribui ranno al finanziamento di un ricerca tore locale impegnato negli studi indi rizzati a trovare nuove cure contro le patologie oncologiche.
Delegazione di Brescia e i centenari
Martedì 27 settembre si è tenuto l’in contro di divulgazione “Longevità e corretti stili di vita” presso il Salone Vanvitelliano all’interno del Palazzo della Loggia. Hanno illustrato i modi in cui quotidianamente si “sceglie” la via della salute Chiara Segrè, biologa molecolare, ed Elena Dogliotti, biologa
nutrizionista, che fanno parte della Su pervisione scientifica della Fondazione Veronesi. Segrè è autrice, con Agnese Collino, del volume I segreti dei cente nari, la Dogliotti di Una dieta per ogni età, editi da Sperling&Kupfer.
L’incontro è stato patrocinato dal Co mune di Brescia.
autorità locali presenti, accanto al professor Paolo Veronesi, presidente della Fondazione (v. foto).
I fondi raccolti contribuiranno al fi nanziamento di un ricercato re locale impegnato a trovare nuove cure contro le patologie on cologiche.
Delegazione di Avellino in concerto
Giovedì 29 settembre si è svolto l’E vento musicale di solidarietà, un con certo di raccolta fondi in collabora zione con il Conservatorio statale di musica Domenico Cimarosa, presso l’Auditorium Polo Giovani di Avelli no. Si sono esibiti gli artisti: Giovanni Masi alla chitarra e Simone Gilberti al violino.
I fondi raccolti contribuiranno al fi nanziamento di un ricercatore locale impegnato negli studi contro le neo plasie.
Da ottobre a dicembre si terranno numerosi eventi organizzati dalle delegazioni, ci si può tenere aggiornati seguendo la pagina del sito dedicato www.fondazioneveronesi.it/la-fondazione/le-delegazioni
A Venezia in mostra 44 donne impegnate per la ricerca
Il progetto fotografico “Noi DONNE per la Ricerca”, ideato da Fondazione Umberto Veronesi e realizzato dal fotografo Paolo Spadacini, è stato presentato alla 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ospitato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo dal 31 agosto al 10 settembre 2022.
Questo progetto nasce nel 2019 e raccoglie 44 volti di donne straordinarie, che credono nel valore della ricerca scientifica e nel lavoro di chi ogni giorno cerca nuove soluzioni per prevenire e curare i tumori. Donne che operano in campi diversi e che hanno scelto di farsi ambasciatrici di Fondazione, per diffonde re questo importante messaggio attraverso la propria immagine. Quello che le accomuna è il fatto di riconoscersi nelle parole con cui il professor Umberto Veronesi ha creato la Fondazione: «La scienza è lo strumento più potente di cui l’umanità dispone per migliorare la qualità e la prospettiva di vita delle persone».
Sultana Razon Veronesi, Maria Pierdicchi, Adele Artom, Maria Luti, Daniela Ferolla, Claudia Dwek, Arabella Lanfranchi, Daniela Missaglia, Titty D’Attoma & Flavia Alfano, Nicoletta Polla-Mattiot, Monica Mosca, Irene Camerini Lange, Filippa Lagerbäck, Laura Morino Teso, Laura Sartori Rimini, Valentina Cavagna e Giulia Pittini, Annalisa Monfreda, Francesca Ruffini Stoppani, Maria Elena Viola, Cristina Gnugnoli, Sarah Varetto, Giulia Innocenzi, Silvia Profeta, Clara Catelli, Marica Pellegrinelli, Karla Otto, Raffaella Drago, Elena Braggiotti, Cristina De Pin, Giada Tronchetti Provera, Cristina Parodi, Melania Rizzoli, Veronica Tufano, Marcella Drago, Alessandra Grillo, Matilde Bocca Salvo, Fiammetta Cicogna, Alessandra Balocco, Anna Scavuzzo, Jasmine Lipovsek, Maria Possenti Castelli, Federica Panicucci, Roberta Zanotti Lunelli e Marianna Palella.
Fondazione Umberto Veronesi | 2120 | Fondazione Umberto Veronesi NOI E VOINews
È nata la delegazione di Padova
Le donne protagoniste del progetto Noi DONNE per la ricerca sono:
DELEGAZIONI
Un ricordo che vale una vita
Donazioni in memoria
È possibile scegliere:
• quale area di ricerca sostenere
• per quale importo
• con quale modalità
• con quale frequenza (donazione singola o mensile)
Fondazione Umberto Veronesi invierà ai familiari della persona che si è voluto ricordare una let tera o una e-mail personalizza ta, a firma del nostro Presidente Paolo Veronesi, per comunicare il gesto in segno di vicinanza e partecipazione.
Raccolta in memoria
Ricordare una persona impor tante insieme alle persone che le hanno voluto bene. Come?
Creando una campagna di rac colta fondi in sua memoria e invitando gli amici a fare una donazione per ricordarla.
Finanziamento di una borsa di ricerca È anche possibile istituire una borsa di ricerca in memoria di una persona cara, legando il suo nome a quello di un ricerca tore impegnato a trovare nuove cure in ambito oncologico.
In memoria di Elia e Marta, quanta vita
A 3 e 10 anni fermati da un cuore che cede. Ma una zia e una mamma li fanno rivivere per dare speranza ad altri bambini: con una raccolta fondi cui possiamo partecipare tutti
Un arresto cardiaco ha ferma to le corse e i giochi di due bambini, Marta di 10 anni ed Elia di 3 anni e 3 mesi. La prima a Palermo in classe, prima media, nel novembre 2020. Il secondo a Savi gliano (Cuneo) all’ospedale nel 2019.
A unire questi sfortunati e vivacissimi (secondo quanto raccontano) bambini l’incontro tra la zia materna Daniela della prima e la mamma, Evelina, del secondo. Che abitano ambedue nel paese piemontese e che sono state fat te incontrare da una comune amicizia.
Tel: 02 76018187
Puoi partecipare subito alla campagna in memoria di Marta ed Elia
«Questi bambini non possono morire.
Troppo luminosi, da vivi, troppo dol ci e carichi di entusiasmo. Dobbiamo prolungare la loro esistenza», questo il pensiero che le due donne coltiva vano ciascuna nel cuore, animando progetti. Daniela Di Giovanni l’anno scorso ha creato il sito “L’abbraccio di Marta” con una raccolta fondi che si è tradotta nella fornitura di defibrillato ri nelle scuole. Il progetto è di farne un’associazione «per essere più effi caci» e indire ogni anno una raccolta
Per parte sua, Evelina Piovano ave va scritto una favola per aiutare la figliola Agata di un anno e mezzo a elaborare il lutto per la scomparsa di Elia, che lei aveva visto sparire a bordo dell’elicottero dei soccorsi.
Titolo: Elia nanetto pilota piccolet to. «Elia sta guidando l’elicottero, è molto bravo, spiegavo a mia figlia.
Poi non tornava perché incontrava degli angeli, tutta una fantasia che mi è stata proprio dettata da mio figlio, ne sono certa, col cuore non razionale dei bimbi», racconta mamma Evelina.
Hanno scelto come mezzo la piatta forma “Insieme” della Fondazione a cui si possono aggregare, donando, quanti condividono il loro progetto di amore per i più piccoli in difficoltà. Che il loro incontro fosse “program mato” là dove si puote Evelina e Da
fondi a favore di vari enti dedicati alle malattie dei bambini. Aggiungendo, se possibile, l’assistenza di volontari nei reparti pediatrici. «Ogni anima ha bisogno di “cocco le”», c’è scritto sul sito e Marta è lì pronta con il suo “Abbraccio”.
Per lei la favola finiva lì in famiglia, invece una lettura all’asilo di Elia ha scatenato richieste da ogni parte, tanto da far fruttare ben 12 mila euro che sono stati devoluti alla neurochirurgia dell’ospedale pediatrico Regina Mar gherita di Torino.
L’amore che con Daniela ora intende portare avanti si esprime nel raccoglie re fondi per la ricerca a favore dell’on cologia pediatrica: «Purché l’aiuto vada ai bambini malati, non importa la patologia», spiega la zia di Marta.
niela l’hanno dedotto dal nome Agata: «Si chiama così la mamma di Marta – spiega Daniela – ma a Palermo è un nome consueto; si chiama però Aga ta anche la sorella di Elia, nome per nulla piemontese. L’abbiamo inter pretato come un segno».
Fondazione Umberto
Veronesi 2322 Fondazione Umberto Veronesi
NOI E VOINews
“Ogni anima ha bisogno di coccole”
Un elicottero col la croce rossa tra gli angeli
Per informazioni: Ufficio Donatori Privati
Si può ricordare una persona cara che non c’è più con un gesto concreto che contribuirà alla ricerca scientifica e alla scoperta di nuove cure
Inquadra il QR code
Ogni giorno i trenta trilioni, ov vero trenta miliardi di miliardi, di globuli rossi nel nostro san gue compiono più giri completi del nostro corpo, coprendo una distanza pari a circa 1.900 kilometri: la stessa che separa Milano da Helsinki.
Lungo questo percorso, il sangue svolge una serie di funzioni vitali: trasporta l’ossigeno a organi e tessuti, ma anche il calore e gli ormoni, i se gnali che regolano le nostre funzioni, l’energia il sonno, l’umore. Elimina i nostri scarti, l’anidride carbonica e altri materiali indesiderati. Si coagula quando è necessario. Combatte le in fezioni e respinge gli invasori esterni.
con Marco Annoni
Se lo conosci, poi non smetti più: succede a chi fa una prima donazione. La fedeltà nel regalare gocce di un nostro liquido vitale contrassegna un milione e mezzo di persone in Italia. C’è il tipo zero negativo che si può trasfondere a tutti e c’è chi ha un tipo prezioso che si confà anche a una persona soltanto
Donare
il sangue, un dono universale o raro
È un tessuto e un organo allo stesso tempo. E, naturalmente, il sangue può diventare anche una cura salvavita.
Ogni tre secondi, nel mondo, qualcu no, riceve il sangue da qualcun altro. Il sangue che viene raccolto è essen ziale per trattare traumi e malattie cro niche. Per chi ha un tumore. Per chi soffre di anemia. Per chi partorisce.
Nel 2021, solo nel nostro Paese, sono
state effettuate 3 milioni di donazioni di sangue, 1 ogni 10 secondi. Servono tutte. Sempre nello stesso anno, infat ti, sono state effettuate quasi 2.9 mi lioni di trasfusioni, poco meno di una ogni 10 secondi, Di queste trasfusioni hanno beneficiato oltre 650 mila pa zienti, ma le persone aiutate dalle do nazioni sono state molto di più. Una parte del sangue donato, infatti, vie ne inviato a industrie accreditate per la produzione di farmaci salvavita, come i plasmaderivati, tra cui ci sono i fattori di coagulazione, le immuno globine, e l’albumina. I farmaci così prodotti tornano poi al sistema sanita rio e a chi ne ha bisogno.
Marco Annoni Coordinatore del Comitato Etico di Fondazione Umberto Veronesi
A differenza di altri Paesi, il sistema sangue in Italia si basa interamente su donazioni volontarie. Cosa interes sante, chi dona una volta spesso dona poi per tutta la vita. Dei 1,6 milioni di donatori e donatrici, infatti, ben 1,38 milioni sono donatori periodici, e cioè persone che donano in modo ricor rente da molti anni. Ma cosa spinge milioni di persone a donare il proprio sangue ripetutamente a persone che non conosceranno mai?
La prima ragione è, naturalmente, al truistica. La donazione volontaria di sangue è l’unico modo per prestare cure salvavita a centinaia di miglia ia di persone. Senza le donazioni di sangue non si potrebbero eseguire i trapianti, curare le persone in caso di
emergenza o di malattie croniche. Do nare il sangue è un gesto di altruismo bello e importante, che dà valore a sé e agli altri.
Donare il sangue ha, inoltre, il vantag gio di permettere di scoprire qualcosa di importante su di sé. Chi dona riceve esami gratuiti e approfonditi sul pro prio stato di salute e questo può essere utile per “tenersi sotto controllo”.
Meno noto è il fatto che donare il san gue permette anche di scoprire lati
Chi dona riceve esami ematici controlla-salute
della propria identità biologica di cui spesso non sospettiamo l’esistenza.
Si può scoprire, ad esempio, di ave re un tipo di sangue 0- (zero negati vo), che è “universale”, perché può essere trasfuso a chiunque. Senza le donazioni di 0- sarebbe impossibile assistere le persone in situazioni di emergenza, rendendo questo sangue molto prezioso.
Di contro, ci sono poi molti altri fat tori che possono rendere il proprio sangue “raro” e far sì che la propria donazione possa invece essere dedi cata a una specifica popolazione di persone, o, addirittura a una persona singola che, magari, non può riceve re il sangue di cui ha bisogno da nes sun altro per via di una qualche pa tologia. Grazie alla prima donazione si può quindi “scoprire” di avere un sangue speciale, magari universale o tanto raro da essere dedicato a qual cuno, e questo può aggiungere una motivazione particolarmente forte a continuare a donare con regolarità. Infine, donare il sangue è importante perché una piccola parte può esse re destinata – previo consenso del la persona donatrice – alla ricerca scientifica, e quindi a beneficio della conoscenza, della società e delle ge nerazioni future.
Esiste dunque una serie di ottime ra gioni per donare il proprio sangue. La domanda che dovremmo porci, quindi, non è tanto “Perché dovrem mo donare?”, ma semplicemente “Perché no?”.
Fondazione Umberto Veronesi
2524 | Fondazione Umberto Veronesi
News SCIENZA ED ETICA
650.000 i
malati soccorsi ogni anno
SCIENZA ED ETICA
NEL 2021 IN ITALIA
3 Milioni di donazioni di sangue
2,9
Milioni di trasfusioni
1 ogni 10 secondi Circa 1 ogni 10 secondi
Quasi
Oltre 650 Mila pazienti ne hanno beneficiato
Pure quest’anno Fondazione Umberto Veronesi può contare sul sostegno di ghd Italia per la lotta ai tumori femminili. Come evo luzione della campagna di successo
dello scorso anno, ghd Italia, anche con la collezione 2022, presenta il Take Control Now (controllati ora) sugli strumenti di styling in edizione limitata, con l’obiettivo di ricordare
alle donne di tutto il mondo di dedica re un po’ di tempo al loro seno davanti allo specchio effettuando l’autopalpa zione ogni mese. Ghd ricorda che l’au toesame del seno non può sostituire la visita con lo specialista o gli esami strumentali (ecografia e mammogra fia), ma è un momento fondamentale per ogni donna per imparare a cono scere il proprio corpo rivolgendosi al medico per ogni dubbio.
Per ogni vendita della collezione in edizione limitata ghd pink, ghd italia donerà fino a €10 al progetto Pink is Good di Fondazione Veronesi per so stenere la ricerca sui tumori femminili. Dal 2005 ghd Italia finanzia non solo la ricerca d’eccellenza contro i tumo ri al seno, utero e ovaio, ma ha anche riqualificato aree di diagnostica di al cuni ospedali come quello di Carpi, dissestato dal terremoto, e lo Ieo.
L’acqua più leggera d’Europa ha una “etichetta parlante” che insegna la prevenzione
Anche quest’anno Lauretana, l’acqua più leggera d’Euro pa, sostiene il progetto Pink is Good della Fondazione Umberto Vero nesi, nato per educare alla prevenzio ne e sostenere il lavoro quotidiano dei ricercatori impegnati contro i tumori femminili.
Fino al 31 ottobre 2022 bere acqua Lauretana sarà un’ulteriore occasione di benessere, non solo per se stessi, ma anche per gli altri. Acquistando le confezioni di acqua Lauretana con l’etichetta rosa Pink is Good i clienti potranno offrire un contributo concre to a Fondazione, supportando la sua preziosa e intensa attività di ricerca scientifica e prevenzione dei tumori ti picamente femminili, ossia seno, utero e ovaio. Come per le scorse edizioni,
saranno le etichette delle bottiglie in Pet (100% riciclabile) da 1500 ml na turale a tingersi del “rosa che fa bene”.
E sarà una “etichetta parlante” perché
dotata di un Qr-Code che, inquadrato, vi rivelerà “Dieci passi verso il benes sere”. Idee guida per la prevenzione. Bevendo, è il caso di dire: alla salute!
Due nuovi progetti più uno pubblicato sulla rivista “Nature”
Sella Sgr attraverso la raccolta del fondo Tfs iCare – nato nel 2020 con l’obiettivo di coniugare fi nanza e ricerca scientifica – sostiene la Fondazione Umberto Veronesi an che quest’anno con due nuovi progetti di ricerca. Precisamente sulle nuove terapie per il tumore metastatico della mammella e sulle alterazioni genomi che delle cellule staminali nel tumore prostatico.
Questi due nuovi progetti si aggiun gono allo studio che Sella Sgr sta già finanziando dal 2021, dedicato all’im
munoterapia di genere per alcune ne oplasie specifiche come il melanoma. Quindi da un progetto di ricerca an nuale Sella Sgr è passata a tre progetti biennali tra i quali uno già pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature
Il portafoglio di Tfs iCare è composto da fondi che promuovono soluzioni per l’Innovazione nella Cura, l’Am biente, la Ricerca e l’Etica (da cui l’a cronimo “iCare”).
Attraverso la raccolta del fondo ver rà devoluto alla Fondazione Umber to Veronesi un contributo annuo pari
allo 0,3 per cento del patrimonio complessivo. «Siamo orgogliosi di poter sostenere anche quest’anno la Fondazione Veronesi con due nuo vi progetti di ricerca sulle neoplasie con diverse reazioni alle cure negli uomini e nelle donne. Un orgoglio che si unisce alla soddisfazione per il progetto del 2021, che ha già otte nuto risultati così importanti da poter contribuire a migliorare le cure di ne oplasie specifiche», ha commentato Alessandro Marchesin, amministra tore delegato di Sella Sgr.
Dalla parte dei bambini e delle donne
Cortilia è la spesa online di qualità direttamen te dal produttore, che porta sulle nostre tavole freschezza, stagionalità, italianità e sostenibi lità. Fin dalle sue origini, nel 2011, connette consu matori consapevoli a produttori locali ed eccellenze nazionali attraverso un servizio di spesa online effi ciente basato sulla qualità e il rispetto del territorio. Società Benefit da dicembre 2020 e con certificazio ne B Corp da fine aprile 2022, dimostra di rispettare e di impegnarsi a perseguire alti standard di impatto ambientale e sociale positivo.
Per due anni consecutivi, durante il mese di dicem bre, Cortilia ha collaborato con Fondazione Verone si con un progetto dal duplice obiettivo, sostenere il progetto Gold for Kids nella lotta ai tumori infantili e promuovere la sana e corretta alimentazione con contenuti forniti da Fondazione e veicolati attraver so i propri canali social.
Quest’anno, oltre al consueto appuntamento di di cembre, Cortilia è stata al fianco di Fondazione Um berto Veronesi nell’iniziativa dedicata alla lotta ai tumori femminili, partecipando come Top Sponsor alla Pittarosso Pink Parade il 16 ottobre a Milano con uno stand che rappresenta il suo mondo.
Fondazione Umberto Veronesi 2726 | Fondazione Umberto Veronesi
Oggetti di styling per la ricerca e per conoscere se stesse
News AZIENDE
Alessandro Marchesin, AD Sella SGR
Donazione ricorrente
Tramite:
• DOMICILIAZIONE BANCARIA richiedendo il modulo a donazioni@fondazioneveronesi.it
• CARTA DI CREDITO o BONIFICO ONLINE su www.fondazioneveronesi.it
Personal fundraising
Crea una campagna di raccolta fondi e in vita amici e parenti a fare una donazione.
• Inquadra il QR CODE e visita il sito dedicato
Donazione singola
Tramite:
• BOLLETTINO POSTALE
Intestato a Fondazione Umberto Veronesi Conto Corrente Postale numero: 46950507
• BONIFICO BANCARIO Intestato a: Fondazione Umberto Veronesi IBAN: IT52M0569601600000012810X39 causale 2799
• ON LINE Sul sito www.fondazioneveronesi.it
Donazione in memoria
Per saperne di più:
• Chiama l’Ufficio Donatori privati 02.76018187
• Scrivi a: donazioni@fondazioneveronesi.it
• Inquadra il QR CODE e visita il sito dedicato www.fondazioneveronesi.it
5xMille
insieme.fondazioneveronesi.it
Lo sai che le donazioni a Fondazione Umberto Veronesi ti permettono un risparmio fiscale?
Ecco come:
1. Effettua la tua donazione con uno dei sistemi di pagamento consentiti: versamento postale, bonifico bancario, carta di credito, assegno bancario o circolare
Prodotti solidali
Scopri le nostre bomboniere e tutti i pro dotti solidali.
• Inquadra il QR CODE e visita il sito dedicato
www.fondazioneveronesi.shop
2. Inserisci l’importo nello spazio apposito sulla tua dichiarazione dei redditi allegando la quietanza di versamento, oppure consegna quest’ultima al commercialista o al CAF
Per le persone fisiche
Sostieni
Scegli il nostro Panettone. È buono e sostiene la ricerca per i bambini malati di tumore.
Lascito testamentario
Per saperne di più:
• richiedi la nostra Guida Informativa, scrivi a: lasciti@fondazioneveronesi.it
• chiama il nostro Responsabile Lasciti Ferdinando Ricci - 02.76018187
• inquadra il QR CODE e visita il sito dedicato
La donazione è deducibile nel limite del 10% del reddito dichiarato e comunque nella misura massima di 70.000,00 euro annui. Art. 14 D.L. 35/2005 convertito in Legge n. 80/2005 (DPCM08\05\07 Ente n.61).
Per le persone giuridiche
Nella dichiarazione dei redditi, apponi la tua firma nella ca sella dedicata
lasciti.fondazioneveronesi.it
La donazione è INTERAMENTE DEDUCIBILE ai sensi e per gli effetti delle vigenti norme fiscali di cui all’art.1, comma 353 della legge 23 dicembre 2005, numero 266 (DPCM 08\05\07 Ente n. 77.
28 | Fondazione Umberto Veronesi
al “Finanziamento della ricerca scientifica e dell’università” e inserisci il codice fiscale di Fondazione Umberto Veronesi 97298700150 Inquadra il QR CODE e visita il sito dedicato 5xmille.fondazioneveronesi.it Grazie! Tanti modi per aiutare in concreto la ricerca scientifica. Ecco cosa puoi fare: Puoi ordinare già da oggi Il panettone per la ricerca su fondazioneveronesi.shop
la ricerca. Sostieni la vita.
Ottobre è il mese rosa. Grazie a tutti i donatori e alle aziende al nostro fi anco nella lotta ai tumori femminili.