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Fumo e salute: qual è il vero prezzo del tabacco?

Gli ultimi dati sull’uso di tabacco in Italia non sono positivi. Il numero dei fumatori è in salita: dopo anni di calo lento ma costante, si è tornati circa ai livelli del 2009 (24,2 per cento, oltre 12 milioni di persone).

La statistica ci dice che almeno la metà di loro andrà incontro a malattie causate dal fumo e necessiterà di cure, assistenza, controlli.

Il fumo è uno dei primi fattori di rischio evitabili per la salute di uomini, donne e bambini. Per contenere il danno (e compensarlo, almeno in parte) c’è una misura efficace ma ancora poco utilizzata: la leva fiscale.

Il principio è che se le tasse crescono in misura sufficiente portano ad un aumento dei prezzi tale da ridurre i consumi nei fumatori, scoraggiare i nuovi fumatori, incoraggiare chi vuole smettere. E, non ultimo, produrre un aumento del gettito fiscale da trasformare in risorsa per la salute di tutti.

di Donatella Barus

Anche l’Oms, Organizzazione mondiale della Sanità, ricorda che la tassazione del tabacco è il meccanismo più efficace per ridurre i consumi e il danno correlato al fumo, soprattutto nelle fasce più fragili e fra i più giovani.

Nei paesi ad altro reddito come l’Italia si calcola che se le tasse aumentassero e i prezzi salissero del 10% si avrebbe un calo in media del 4% dei consumi di tabacco, soprattutto fra i più giovani e i meno abbienti.

Su questa base si può ipotizzare che se in Italia il costo medio di un pacchetto di sigarette arrivasse a 10€ (come già accade in Francia, ad esempio), avremmo 800 milioni di pacchetti venduti in meno e 5,4 miliardi di euro di entrate fiscali in più.

In Italia il prezzo del tabacco è più basso della media europea. Nel 2022 era al dodicesimo posto in Europa per livello di tassazione,

ACCISE (TASSE) SU UN PACCHETTO

Da 20 Sigarette

Dati luglio 2022

Fonte: Commissione Europea “Taxes in Europe Database”

Media in Europa 3.44€ meno della metà della Francia e un terzo rispetto all’Irlanda.

Per questo nel 2021 Fondazione Veronesi ha presentato una Petizione al Parlamento per chiedere l’aumento delle accise su sigarette, tabacco sciolto e riscaldato. Il documento chiede:

• un aumento significativo del prezzo dei pacchetti di sigarette, del tabacco sciolto, dei dispositivi a tabacco riscaldato, attraverso l’incremento delle accise;

• che parte dei ricavi sia destinata: a programmi di prevenzione e di disassuefazione da fumo, nell’ambito del Ssn; alla rimborsabilità di trattamenti per la disassuefazione attualmente a carico dei pazienti; a programmi per la diagnosi precoce delle malattie fumo-correlate; alla ricerca indipendente sul fumo e i suoi effetti. Le esperienze ci sono, così come i dati inco- raggianti: perché allora non si fa? Le risposte sono tante: si tratta di decisioni lungimiranti ma politicamente impopolari nell’immediato, gravate spesso da interferenze e attività di lobbying da parte delle aziende del tabacco.

Ci sono complessità reali da affrontare, come il tanto temuto boom del mercato nero (ma l’esperienza di altri paesi ha dimostrato che laddove ci sono gli strumenti di controllo e di contrasto alla criminalità il problema resta circoscritto). O ancora la regressività della misura: le tasse più alte “puniscono” i più deboli. Anche in questo caso i dati raccolti finora mostrano che nel medio e lungo periodo a fumare meno, e a stare bene, ci si guadagna sempre.

Il maggior gettito fiscale non è una punizione, ma un’opportunità. E andrebbe destinato ad aiutare chi vuole smettere e chi si ammala, alla prevenzione e alla ricerca indipendente. La vera misura regressiva che i più fragili stanno già scontando, infatti, è l’immobilismo.

Andiamo a parlarne in Europa

Fondazione Umberto Veronesi in collaborazione con European Cancer Organisation (ECO) ha organizzato il 7 giugno a Bruxelles, presso il Parlamento Europeo, l’evento “Le politiche di tassazione del tabacco per un’Europa libera dal fumo”. Sono coinvolte Stella Kyriakides, Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, e le Parlamentari Alessandra Moretti e Dolors Montserrat, Joachim Schüz, direttore della Sezione Ambiente e stili di vita di Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Oms, oltre agli esperti del Comitato scientifico per la lotta al fumo di Fondazione Veronesi, Giulia Veronesi, Ospedale San Raffaele di Milano e Università Vita-Salute, Sabrina Molinaro, Istituto di Fisiologia clinica Cnr di Pisa, Giovanni Fattore, Sda Bocconi School of Management e Università Bocconi, Milano. A guidare l’incontro Mike Morrissey, chief executive di European Cancer Organisation.

con Elena Dogliotti

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