Le collane Piemonte che il riso trovò subito condizioni ottimali: terreni pianeggianti e disponibilità di numerosi canali d’irrigazione. In particolare, le prime coltivazioni stabili nella penisola italiana sono ascrivibili ai monaci cistercensi nel vercellese e agli Sforza nei territori milanesi, novaresi e vigevanesi, i quali esportarono la coltura anche nel ferrarese allora governato dagli Estensi. La risicoltura prese velocemente piede, tanto da occupare già 5.000 ettari nel 1500. Tuttavia, nel XVII secolo, l’aumento esponenziale dei campi coltivati a risaia favorì l’insorgenza di epidemie malariche e nei paesi dove la coltura del riso si stava espandendo i regnanti promulgarono norme di legge per porvi un limite, e sanzioni severe. Ciononostante tali decreti spesso non vennero rispettati, proprio in virtù degli elevati ricavi che il riso garantiva.
Alle porte dell’Ottocento, i territori coltivati a riso ammontavano a 230.000 ettari solo tra Piemonte e Lombardia. L’importanza di questo cereale era oramai indiscussa: non è un caso che lo stesso Camillo Benso conte di Cavour (allora ministro dell’agricoltura del Regno di Sardegna) abbia considerato fondamentale ottimizzare le risorse idriche destinate alla risicoltura, promuovendo opere come un canale che mise in comunicazione il Po, la Dora Baltea, il Sesia, il Ticino e il Lago Maggiore. Questo canale (denominato Cavour) costituì un comprensorio irriguo di ben 400.000 ettari, ancor oggi al centro della risicoltura italiana.
I numeri del riso oggi • Superficie coltivata a riso in Italia (media degli ultimi 10 anni): 232.147 ettari • Superficie italiana rispetto a quella Europea: 53% • Produzione di riso grezzo all’anno: 1,5 milioni di tonnellate • Oltre metà della produzione europea di riso grezzo proviene dall’Italia • Il 92% della superficie risicola italiana si trova nelle Regioni Piemonte e Lombardia, nelle Province di Pavia, Vercelli e Novara 12
(viene però coltivato in cospicue quantità anche in Veneto, Emilia Romagna e Sardegna). Del riso prodotto in Italia un terzo viene consumato nel nostro Paese, un terzo si esporta in Europa e un terzo nel resto del mondo. Motivo? Le nostre tradizioni alimentari sono più legate alla pasta, ad eccezione delle regioni in cui il riso viene maggiormente coltivato.