04/2020
Sostenere la ricerca è sostenere la vita
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, LO/MI - Numero 4 - Ottobre 2020
Umberto Veronesi
NEWS IL GIORNALE DI CHI CREDE NELLA RICERCA
RICERCA
Un grazie alla vita La corsa di Marta
RICERCA
IN SALUTE
IN CAMPO PER LE DONNE 39 NOSTRI RICERCATORI
L’INSIDIA DELL’OVAIO UN CANCRO SILENTE
IN PIAZZA I POMODORI PER TE E PER LA RICERCA
A PAGINA 6
A PAGINA 8
A PAGINA 16
NOI & VOI
NEWS 04/2020
L’EDITORIALE
di Paolo Veronesi
IN QUESTO NUMERO
04 06
08 IN SALUTE
L’insidia dell’ovaio, un tumore silenzioso e violento
RICERCA
Sono 39 i nostri ricercatori contro i tumori femminili
RICERCA
La corsa di Marta, un grazie alla vita
Sentiamo le voci di sei degli studiosi impegnati quest’anno sul fronte dei tumori al seno, all’ovaio e all’utero. All’attacco con nuove metodologie
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Una donna entrata nel Pink Running Team dopo l’operazione all’ovaio racconta la sua storia e tutta la positività che ne ha tratto. Anche a favore di quante soffrono ora IN SALUTE
Il tumore al seno nel mondo
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Crescono le diagnosi di cancro alla mammella in tutti i paesi. Ma le donne non hanno le stesse possibilità di guarire. Una mappa delle disparità (e delle soluzioni)
NOI & VOI
Le delegazioni riprendono l’impegno a favore della ricerca A ottobre cerca i pomodori buoni per te e per i bambini malati
SALUTE A TAVOLA
Dal bar al fai-da-te: qual è il giusto pasto? Se si mangia fuori casa, in genere a mezzogiorno, si possono (e debbono) seguire le norme per un’alimentazione sana. E ghiotta
È il cancro ginecologico meno conosciuto. Due terzi delle donne ammalatesi non sapevano di essere a rischio. Il livello di mortalità è pesante. Una Coalizione mondiale indaga. E l’Italia ne esce abbastanza bene NOI & VOI
Ottobre, ecco la Parade di 5 chilometri stavolta diffusa in tutta Italia
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In memoria di Elisa: una mostra d’arte per la ricerca sul tumore al seno
20 Eventi 22 Aziende per la ricerca Presidente Paolo Veronesi Direttore Monica Ramaioli
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SCIENZA E ETICA
Testamento biologico: tanti favorevoli, ma pochi lo fanno Dal 2017 una legge ci autorizza a scrivere le nostre volontà sui trattamenti medici (Dat) nel fine vita, ma in gran parte non ce ne serviamo. Gratis una guida su come si fa
via Solferino 19, 20121 Milano Tel. +39 02 76018187 - Fax +39 02 76406966 info@fondazioneveronesi.it - www.fondazioneveronesi.it
UN OTTOBRE IN ROSA RICCO DI IMPEGNI PER SOSTENERE LA RICERCA. QUI PARLANO 6 RICERCATORI
Cari sostenitori, il numero di questa newsletter è in grande parte incentrato sul mese di ottobre, periodo dell’anno tradizionalmente dedicato alla sensibilizzazione sui tumori femminili. La storia di copertina è dedicata a Marta, una nostra “Pink Ambassador” che dopo un tumore all’ovaio si è rimessa in gioco entrando nel Pink Running Team della Fondazione. All’interno del numero troverete anche tante informazioni per conoscere meglio i tumori del seno e dell’ovaio. Essendo questa newsletter dedicata alle neoplasie dell’universo femminile, nella sezione relativa alla ricerca raccontiamo i progetti che stanno portando avanti i ricercatori da noi sostenuti grazie alla generosità di voi sostenitori e sostenitrici di Fondazione. Nel ricco numero della newsletter non mancano i temi etici: in questa uscita abbiamo deciso di occuparci di testamento biologico, uno strumento molto importante ma ancora ampiamente poco conosciuto al grande pubblico. Infine voglio segnalarvi i due importanti eventi che caratterizzeranno il mese di ottobre. La Pittarosso Pink Parade del 18 ottobre e “Il Pomodoro, buono per te, buono per la ricerca” il 24 e 25 ottobre. Grazie per il vostro sostegno e buon ottobre rosa!
NEWS - Notiziario della Fondazione Umberto Veronesi - Periodicità trimestrale - Aut. Tribunale di Milano N° 265 del 13/04/2004 Fondazione Umberto Veronesi - Piazza Velasca 5, 20122 Milano Direttore responsabile: Serena Zoli - Redazione: Marco Annoni, Daniele Banfi, Donatella Barus, Agnese Collino, Fabio Di Todaro, Elena Dogliotti, Vera Martinella, Chiara Segré - Segreteria di redazione: Cecilia de’ Donato - Foto: Paolo Spadacini, Roberto De Riccardis, Archivio FUV - Progetto grafico: Simone Scarsellini - Stampa: Società Generale dell’Immagine srl - Via Pomaro, 3 - 10136 Torino
Presidente
RICERCA
LA CORSA DI MARTA UN GRAZIE ALLA VITA «U
na diagnosi di tumore ti cambia la vita ma l’errore peggiore che si può fare è darsi per sconfitti in partenza. Il grande insegnamento che ho tratto dalla malattia è stato il cercare di vivere ogni circostanza cercando il positivo, pur all’interno di un percorso tutt’altro che facile. La corsa e il progetto “Pink is Good Running Team” sono stati di grande aiuto». In queste parole di Marta Casiraghi, una delle nostre “Pink Ambassador” 2020, è racchiuso tutto il senso del progetto “Pink is Good” di Fondazione Umberto Veronesi. Corsa e condivisione della propria esperienza per essere di ispirazione alle tante donne che stanno affrontando adesso una malattia oncologica e per sostenere la ricerca scientifica.
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Tutto incomincia nell’estate del 2018. I sintomi sono vaghi e all’inizio Marta, che oggi ha 46 anni, non presta troppa attenzione. Complice la stagione e i tanti impegni quotidiani scanditi tra lavoro e figli, Marta temporeggia un po’. Quando decide di sottoporsi ad ecografia arriva la prima brutta notizia. Il referto non lascia spazio ad interpretazioni: cistoadenoma di 18 centimetri a livello dell’ovaio. «In accordo con i medici - racconta Marta - prendiamo la decisione di rimuovere immediatamente la massa insieme alle ovaie. Una decisione che si è rivelata positiva in quanto alla successiva analisi istologica si è visto che si trattava di un carcinoma al primo stadio». Un percorse breve ma intenso vissuto in tutta la sua drammaticità. La parola tu-
Una donna entrata nel Pink Running Team dopo l’operazione all’ovaio racconta la sua storia e tutta la positività che ne ha tratto. Anche a favore di quante stanno soffrendo ora di Daniele Banfi
more, nella vita di Marta, non era affatto nuova. «Come famiglia, sia con mia madre che prima ha affrontato un tumore alla tiroide e poi uno al seno, sia con alcuni miei parenti, il cancro era un qualcosa che era già nella mia mente, ma mai avrei pensato di ritrovarmi così presto coinvolta per esperienza diretta». Dal momento della diagnosi e per le prime settimane la vita di Marta si capovolge: «Tutto cambia, i primi 10 giorni sono stati di profonda depressione. Poi però ho preso il coraggio a due mani e con il pensiero delle mie due bimbe piccole ho deciso che dovevo venirne fuori». Riuscendo a prendere in tempo la malattia, Marta non ho dovuto sottoporsi a nessun ciclo di chemioterapia, ma soltanto alla terapia ormonale sostitutiva per evitare gli effetti della menopausa precoce dovuta alla rimozione delle ovaie. Una situazione che di fatto ha accelerato il suo pieno recupero fisico. «Il ritornare al lavoro e l’intraprendere l’avventura della corsa con il Running
Team sono stati elementi di rinascita. A gennaio 2019, a soli 5 mesi dall’intervento, ho iniziato a correre - spiega Marta -. Un modo per prendere coscienza del mio corpo, una valvola di sfogo, un momento per me stessa». Un impegno che ad un anno giusto dalla diagnosi si è concretizzato nella partecipazione alla mezza maratona di Monza. Riservata e a volte anche un po’ scontrosa - così si descrive - Marta ha preferito tenere inizialmente questa storia per sé. «Quando ho scoperto l’esistenza delle Pink Ambassador, ho pensato che dovevo assolutamente farne parte. Il progetto mi ha aiutato a metabolizzare quanto avevo vissuto. A trovare il lato positivo anche dalle situazioni negative. E’ un progetto che a mio parere rappresenta il modo perfetto per testimoniare la forza delle donne nel combattere questa malattia. Un soffio di speranza per chi sta vivendo oggi un momento difficile e un aiuto concreto alla ricerca per il futuro di tutte le donne», conclude Marta.
IN 14 CITTÀ DONNE IN GARA PER LA “STAFFETTA PINK”
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all’impegno decennale di Fondazione Veronesi per le neoplasie dell’universo femminile, nel 2014 è nato il progetto “Pink is Good”. Due i grandi obiettivi: educare alla prevenzione e sostenere il lavoro quotidiano dei ricercatori. Tra le tante attività a sostegno del progetto c’è quello del “Pink Running Team”, un gruppo di donne accomunate dall’esperienza della malattia. Quest’anno il progetto ha coinvolto quasi 200 persone sparse in 14 città: Milano, Monza Brianza, Varese, Torino, Verona, Bologna, Firenze, Perugia, Roma, Napoli, Bari, Catania, Palermo, Cagliari. Grazie ad esse abbiamo potuto promuovere l’importanza della prevenzione e raccogliere fondi a favore della ricerca scientifica sui tumori femminili. Quest’anno le nostre Pink Ambassador nel mese di ottobre correranno la “Staffetta Pink”, una staffetta di 2.100 Km in 14 tappe che unirà simbolicamente tutta Italia.
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RICERCA
SONO 39 I NOSTRI RICERCATORI CONTRO I TUMORI FEMMINILI Sentiamo le voci di sei degli studiosi impegnati quest’anno sul fronte dei tumori al seno, all’ovaio e all’utero. All’attacco con nuove metodologie di Fabio Di Todaro
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l tumore al seno è il classico “nemico”, ma dal 2017, nell’ambito del programma di finanziamento della ricerca sulle neoplasie femminili, Fondazione Umberto Veronesi ha esteso il suo impegno ai tumori dell’ovaio e dell’utero (sia del corpo sia della cervice). Un contributo concretizzatosi con il sostegno alle attività di singoli ricercatori e con il finanziamento di progetti di ricerca pluriennali. Nel 2020, sono 39 gli studiosi al lavoro per proteggere la salute delle donne grazie a grant erogati da Fondazione. A sei di loro abbiamo chiesto di raccontare il proprio progetto. Buona lettura.
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GIUSEPPE ACCARDO QUALE RUOLO PER L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NELLA CHIRURGIA DEL TUMORE AL SENO? Giuseppe Accardo, 33 anni, è un medico specializzato in chirurgia generale: «Gli obiettivi della chirurgia oncologica mammaria sono due: garantire l’intervento più conservativo ed evitare una recidiva», spiega lo specialista, che lavora all’Università Federico II di Napoli. La caratterizzazione del tumore passa dall’esame istologico, anche se in alcuni centri oggi si fa già nel corso dell’intervento, con un esame radiologico. Questa opzione non è però applicabile nei casi complessi: da qui il potenziale dell’intelligenza artificiale che, attraverso la valutazione delle immagini pre-operatorie, potrebbe predire l’efficacia dell’intervento conservativo.
ELISABETTA GRILLO VERSO UN NUOVO BERSAGLIO PER LA CURA DEL TUMORE DELL’OVAIO? All’Università di Brescia, Elisabetta Grillo porta avanti un progetto che punta a chiarire perché alcune diagnosi di carcinoma ovarico (quello sieroso di alto grado) siano particolarmente sfavorevoli. Punto di partenza è il ruolo giocato da un recettore per il fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGFR2). «I sottotipi di malattia più aggressivi presentano un’elevata quantità di questa proteina, che regola la crescita e la motilità delle cellule», afferma la ricercatrice (34 anni), originaria di Termini Imerese. «Il mio lavoro vuole chiarire se questo recettore sia coinvolto nel processo di formazione delle metastasi. Se così fosse, potrebbe diventare un bersaglio per la terapia del carcinoma ovarico sieroso».
FRANCESCA BIANCHI
FEDERICA SCALORBI
TUMORE AL SENO TRIPLO NEGATIVO: QUALE RUOLO PER I FARMACI ANTINFIAMMATORI? La chirurgia è il trattamento più efficace per il tumore al seno. Ma il processo di guarigione, poi, determina il rilascio nel sangue di molecole infiammatorie che possono rendere più aggressive le cellule “dormienti”, in particolare nelle donne con un tumore triplo negativo. Ecco perché spesso si ricorre agli antinfiammatori non steroidei (FANS, come l’acido acetilsalicilico) per alleviare il dolore. Attraverso uno studio clinico e l’utilizzo di modelli animali in vivo, Francesca Bianchi (ricercatrice all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano) punta a valutare la capacità dei FANS di diminuire il rischio di metastasi dopo la chirurgia di un triplo negativo, in particolare nelle pazienti sovrappeso (che partono da livelli di infiammazione già elevati).
FEDERICA FUSELLA DARE SCACCO MATTO AI TUMORI AL SENO PIÙ COMPLESSI Nonostante diversi progressi, il tumore al seno triplo negativo è ancora difficile da trattare. Ragion per cui l’identificazione di marcatori predittivi e di terapie innovative specifiche è una necessità urgente. È questo il lavoro che Federica Fusella porta avanti all’Università di Torino, alla ricerca della proteina Morgana. «Questa molecola è presente in elevate quantità nei tumori al seno triplo negativi - spiega la biotecnologa molecolare, nata a Moncalieri nel 1985 -. Più alti sono i suoi livelli, più il tumore è aggressivo, resistente alla chemioterapia e capace di formare metastasi». Inibendo l’azione pro-tumorale di Morgana - è quanto dimostrato da altri studi - è possibile bloccare la crescita e la progressione delle cellule tumorali. La ricercatrice punta a confermare questa ipotesi, per poi valutare l’efficacia terapeutica del blocco di Morgana in combinazione con la chemioterapia e l’immunoterapia.
A CACCIA DEI SEGRETI DEL TUMORE DELLA CERVICE UTERINA Monitorare l’evoluzione del cancro alla cervice uterina grazie a una tecnica di elaborazione delle immagini è lo scopo dello studio di Federica Scalorbi, 35 anni, all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. «Le immagini radiologiche nascondono un enorme patrimonio di dati - afferma la ricercatrice ferrarese -. Ogni immagine è fatta di numeri, che possono essere estratti e analizzati grazie ad algoritmi matematici, per ottenere informazioni sulle caratteristiche dei tessuti tumorali. Questi dati verranno correlati con le informazioni molecolari e cellulari del tumore del collo dell’utero già disponibili, per ottenere indicazioni sull’aggressività della malattia e prevedere la sua evoluzione e l’effetto delle cure».
GIULIA GIROLIMETTI IL RUOLO DEL METABOLISMO NEL TRATTAMENTO DEL CARCINOMA OVARICO Le donne colpite da un tumore dell’ovaio inizialmente rispondono quasi sempre alla chemioterapia. I problemi si manifestano nel tempo, con la comparsa di recidive. A condizionarne la formazione sembra essere l’elevato metabolismo di questa malattia, che favorisce la crescita cellulare grazie alla formazione di nuovi vasi sanguigni (che portano linfa al tumore). Giulia Girolimetti, ricercatrice dell’Università Alma Mater di Bologna, mira a scoprire se, combinando tra loro diversi farmaci, si possa “spegnere” il metabolismo della malattia. «I risultati di questi test preclinici – dichiara - permetteranno di supportare lo sviluppo di nuovi studi clinici sul carcinoma ovarico e di combattere l’insorgenza di recidive tumorali».
Per conoscere chi sono tutti i ricercatori finanziati da Fondazione Umberto Veronesi nel 2020, scarica il Quaderno dei Grant attraverso l’area download del Magazine (https://www.fondazioneveronesi.it/ magazine/tools-della-salute/download/iquaderni-dei-grant) o puntando al QR Code.
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IN SALUTE
È il cancro ginecologico meno conosciuto. Due terzi delle donne ammalatesi non sapevano di essere a rischio. Il livello di mortalità è pesante. Una Coalizione mondiale indaga. E l’Italia ne esce abbastanza bene
L’INSIDIA DELL’OVAIO, UN TUMORE SILENZIOSO E VIOLENTO di Fabio Di Todaro
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Per saperne di più, scarica il quaderno
LA SALUTE DELL’OVAIO dall’area download del Magazine (collana «Libertà di sapere, libertà di scegliere») oppure puntando il QR Code
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eno di due terzi delle donne che si ammalano sanno di essere a rischio. E troppo spesso anche i medici offrono una risposta inadeguata: prova ne è l’attesa superiore a un mese affrontata da molte pazienti prima di giungere alla corretta diagnosi. Sono poco confortanti i risultati di un’indagine condotta dalla Coalizione mondiale contro il tumore dell’ovaio. Interpellando 1.531 donne e 37 specialisti di 16 Paesi, tra cui l’Italia, gli autori hanno infatti avuto la conferma di quella che era l’ipotesi iniziale. Il carcinoma ovarico è una malattia ancora poco conosciuta e questo aspetto contribuisce a renderne più pesante l’impatto (come raccontano i numeri della pagina accanto). A oggi, meno della metà delle donne che riceve una diagnosi di questo tipo è destinata a vivere più di cinque anni, a
partire dal momento in cui scopre di essere ammalata. E 1 su 6, non riconoscendo in tempo la malattia, è condannata a perdere la vita in pochi mesi. Da qui la necessità di guardare negli occhi quello che è considerato il più aggressivo tumore della sfera ginecologica. È quello che hanno fatto gli autori di questa indagine condotta a livello mondiale, che a quasi due anni dalla sua pubblicazione continua a rappresentare la pietra angolare del lavoro da compiere sul tumore dell’ovaio: tanto in chiave di sensibilizzazione quanto di ricerca. L’obiettivo però è unico: costruire una base su cui lavorare per far crescere i tassi di sopravvivenza e migliorare la qualità di vita delle donne, considerando (pure) la ricaduta psicologica che determina la diagnosi e la rimozione chirurgica delle gonadi. «Senza un intervento volto ad aumentare la consapevolezza, difficilmente potremo ridurre il ritardo diagnostico e migliorare gli esiti della
malattia», continuano a ripetere Annwen Jones e Neerja Bhatla, rispettivamente vicepresidente della Coalizione e presidente della Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia. Con valori compresi tra il 50 (Ungheria) e l’84 per cento (Brasile), è possibile affermare che due terzi delle pazienti interpellate (56.5 per cento il dato relativo all’Italia) nel sondaggio non era a conoscenza della possibilità di ricevere una diagnosi di carcinoma ovarico (per cui non esiste una prevenzione primaria specifica). La poca conoscenza della malattia è dunque ancora oggi alla base del ritardo diagnostico, a cui spesso contribuisce anche una ridotta esperienza a riguardo da parte dei primi camici bianchi che vengono interpellati. A confortare (in parte) è soltanto l’istantanea riguardante il nostro Paese. Relativamente a questo punto, dall’Italia sono emersi infatti i risultati migliori. Delle intervistate, quasi 2 italiane su 3 (rispetto a una media del 43 per cento) avevano ricevuto una diagnosi corretta entro un mese dalla comparsa dei sintomi. Ma in 1 caso su 10, c’era stato anche chi aveva dovuto attendere oltre un anno per avere contezza della propria malattia: compromettendo le probabilità di sopravvivenza. Da qui la necessità di battere ancora su questo tasto. E non solo. Poco rassicuranti sono anche le informazioni relative all’accesso al test genetico per valutare eventuali variazioni dei geni Brca (1 e 2), responsabili di una quota compresa tra il 15 e il 25 per cento delle nuove diagnosi di tumore dell’ovaio. L’indagine ha svelato che il test - utile sia nelle indagini condotte sulle parenti delle persone ammalate (per prevenzione e diagnosi precoce) sia sulle stesse pazienti anche dopo la diagnosi (per mettere a punto la strategia terapeutica più opportuna) - risulta offerto a 2 donne su 3 nel
nostro Paese. Ciò vuol dire che quasi 1 paziente su 2 deve rinunciare alle cure più idonee per il proprio tumore ovarico. «In Italia l’accesso al test per le pazienti diagnosticate con tumore ovarico e per le loro parenti di primo grado dovrebbe essere un diritto garantito in tutte le Regioni, ma in molti casi non è ancora così - ammette Sandro Pignata, direttore della Struttura complessa di Oncologia medica uro-ginecologica dell’Istituto Nazionale Tumori, Fondazione Pascale di Napoli -. Le raccomandazioni delle società scientifiche ci sono, ma la gestione regionale della salute impedisce di garantire un’omogeneità nell’assistenza sanitaria. Così si ha una situazione a macchia di leopardo, con Regioni che coprono la spesa per il test genetico e altre che non lo fanno, per carenza di fondi». Tra gli altri aspetti da migliorare, c’è infine quello relativo alla comunicazione della diagnosi: fondamentale, a maggior ragione per una malattia non sempre guaribile. Più della metà delle donne ammalatesi ha riferito di non aver ricevuto tutte le informazioni necessarie dall’oncologo. Spiegazioni comunque spesso sommarie e frettolose, che hanno portato molte pazienti a uscire “scioccate” dal colloquio. Anche in questo caso, però, l’Italia è il Paese venuto fuori meglio dal confronto: con 1 paziente su 3 soddisfatta del colloquio avuto con lo specialista (media dell’indagine inferiore a 1 su 5). Indipendentemente dai numeri dei singoli Paesi, uno scenario di questo tipo rende pressoché obbligato il ricorso al web, per andare a caccia di quelle informazioni su cui gli specialisti avevano sorvolato. Un aspetto su cui riflettere, dal momento che spesso si dice ai pazienti (a tutti, non soltanto a chi s’ammala di tumore ovarico) di non fare troppo riferimento alla Rete, dove ci si può imbattere in informazioni parziali, se non totalmente errate.
IL TUMORE OVARICO SI ACCOMPAGNA A SINTOMI NON SPECIFICI CHE RENDONO DIFFICILE LA DIAGNOSI TEMPESTIVA. È QUINDI MOLTO IMPORTANTE CHE OGNI DONNA IMPARI A RICONOSCERE PER TEMPO I SEGNALI DELLA MALATTIA CHE SONO: 1. SENSAZIONE DI SAZIETÀ ANCHE A STOMACO VUOTO 2. GONFIORE PERSISTENTE ALL’ADDOME 3. FITTE ADDOMINALI
4. BISOGNO FREQUENTE DI URINARE 5. PERDITE EMATICHE VAGINALI 6. STITICHEZZA O DIARREA.
I NUMERI DEL TUMORE DELL’OVAIO (2018)
NUOVE DIAGNOSI
295.000 760.000 184.700 DONNE MALATE
DECESSI
NUOVE DIAGNOSI
67.770 188.070 44.570 DONNE MALATE
DECESSI
NUOVE DIAGNOSI
5.200 50.000 3.260 DONNE DONNE MALATE MALATE
DECESSI DECESSI
Fonte: Globocan, 2018
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IN SALUTE
PROSEGUE IL PROGETTO HERAT PER LE DONNE AFGHANE Fondazione Umberto Veronesi nel 2009 ha avviato un progetto per la diagnosi e la cura del tumore al seno in Afghanistan. Nel 2013 è stato aperto un ambulatorio presso il Maternity Hospital di Herat, in collaborazione con la Rezai Foundation e con il supporto dell’Ambasciata
italiana di Kabul. L’ambulatorio, dotato di mammografo, è guidato dalla dottoressa afghana Farzana Rasaouli, formata in Italia. Nel 2018 Fondazione si è impegnata per dotare il Centro di un laboratorio di anatomia patologica. Il personale sanitario è stato formato a Perugia, in collabo-
razione con l’Ospedale Santa Maria della Misericordia e la Usl 1 Umbria e, grazie all’accordo con il Presidente dell’Associazione Patologi Oltre Frontiera (Apof), è stato avviato un sistema di “telepatologia”. Oggi nel centro lavorano due dottoresse, un biologo, due tecnici di radiologia e un data-manager, interamente sostenuti da Fondazione Umberto Veronesi. Nel 2019 il centro è stato frequentato da 1.080 donne. I prossimi passi? Formare medici alla pratica chirurgica per operare le donne colpite da tumore.
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Le aziende sono partner importanti nell’impegno di Fondazione Veronesi nella lotta contro i tumori e nel sostenere i nostri ricercatori. Sentiamo le motivazioni di un’azienda, accanto a noi in “Pink is Good”, la Balocco Spa, tramite il Direttore marketing Alessandra Balocco.
IL TUMORE AL SENO NEL MONDO Crescono le diagnosi di cancro alla mammella in tutti i paesi. Ma le donne non hanno le stesse possibilità di guarire. Una mappa delle disparità (e delle soluzioni) di Donatella Barus
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l tumore del seno è la più diffusa patologia oncologica fra le donne in tutto il globo. I casi diagnosticati aumentano a tutte le latitudini, con profonde disparità: nelle regioni più povere ci si ammala di meno, ma si muore di più. A misurare il peso del tumore al seno nel mondo è una ricerca apparsa nel mese di agosto sulla rivista The Lancet Global Health. Ecco qualche dato. Nel 2018 sono state circa 2,1 milioni le diagnosi di tumore al seno nel mondo, per i tre quarti in Europa, America del nord, Australia e Nuova Zelanda, e per un quarto in paesi a reddito medio-basso. Perché questo gap fra paesi più e meno ricchi? Certamente pesano gli screening e i fattori di rischio. Si è stimato infatti che un quinto dei decessi per cancro al seno sia attribuibile a uso di alcol,
sovrappeso, obesità e inattività fisica. Come ricorda l’Oms, contano la dieta e le abitudini riproduttive (le donne in un contesto industrializzato fanno meno figli, in età più avanzata e allattano al seno per meno tempo, tutti fattori legati a un certo aumento del rischio). Di fronte alla malattia, però, le donne nel mondo non hanno le stesse chance. Nei paesi a reddito medio-basso, infatti, si verifica il 25 per cento dei casi ma si registra il 38 per cento delle vittime. In Europa, per i tumori in premenopausa, i decessi sono meno del 10 per cento dei casi diagnosticati, in Africa centrale sono quasi il 53 per cento. Cinque volte tanto. La ragione? Il mancato accesso ai progressi che hanno permesso di migliorare la speranza di vita in Europa, come la diagnosi precoce, gli screening, le cure
BALOCCO: «LA PREVENZIONE È ANCHE IL NOSTRO MESTIERE»
efficaci. Qualche esempio? In meno della metà dei paesi africani si trovano apparecchiature per radioterapia, scrivono gli autori dello studio. In India il 50-70 per cento dei nuovi tumori viene scoperto in fase avanzata (in Canada invece succede nel 20 per cento dei casi). Riassumendo: i tumori del seno stanno aumentando in tutte le fasce d’età così come le disparità nelle possibilità di cura. È necessario investire in ricerca di qualità, in diagnosi precoce e accesso a terapie efficaci. Ma, avvisano gli esperti, è importante non dimenticarsi della prevenzione primaria, rimboccandosi le maniche per promuovere una vita fisicamente attiva, contrastare l’obesità e il consumo di alcol, facilitare l’allattamento al seno. Da questi sforzi congiunti dipenderà l’orizzonte futuro di milioni di donne.
Cosa unisce un’azienda come Balocco all’impegno per la salute delle donne? Dal 2018 sosteniamo il progetto “Pink is Good” di Fondazione Umberto Veronesi perché crediamo fortemente che prevenzione e ricerca siano le armi migliori per combattere il tumore e altre patologie. Noi operiamo nel settore alimentare e siamo consapevoli che una corretta alimentazione ed un corretto stile di vita siano fattori determinanti per la prevenzione. Una sana alimentazione inizia anche dalla prima colazione: negli ultimi anni, per questo, abbiamo concentrato tutta la nostra attenzione sullo sviluppo di biscotti frollini sempre più “healthy”. Qual è il ruolo delle imprese nel promuovere l’innovazione e della ricerca? È un ruolo di grande responsabilità
sociale. Ricerca e prevenzione sono gli strumenti più potenti di cui la medicina disponga. La scoperta di nuove cure migliora la qualità e la prospettiva di vita di tutti noi Il 2020 è stato segnato dalla pandemia. Come reagire? Il Covid-19 ha radicalmente cambiato le abitudini di tutti noi. Nonostante l’emergenza abbia inevitabilmente concentrato l’attenzione sul modo migliore per fronteggiare la pandemia, è fondamentale ora più che mai non abbassare la guardia e continuare, nonostante tutto, con la prevenzione e con la ricerca.
Alessandra Balocco, Direttore Marketing Balocco Spa
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A cura di ELENA DOGLIOTTI, biologa nutrizionista, supervisore scientifico per Fondazione Umberto Veronesi
DAL BAR AL FAI-DA-TE: QUAL È IL GIUSTO PASTO?
NON SOLO CIBO: 5 CONSIGLI PER LA PAUSA PERFETTA
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Mangiare in un luogo confortevole. Il pasto è anche convivialità, pausa, piacere.
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Dedicare almeno 15 minuti al consumo del pasto, masticando lentamente e assaporando i cibi, più altri 15 a un momento di svago, una camminata, il relax con la musica...
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Apprezzare ciò che mangiamo: le scelte salutari devono conciliarsi col gusto!
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Organizzare il menu settimanale: ci permette di risparmiare tempo, evitare gli sprechi (pianificando la spesa) e bilanciare meglio la dieta.
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Sfruttare l’amico freezer, cucinando quando abbiamo tempo e congelando, già in porzioni, per quando invece siamo di fretta, ad esempio il pane fatto in casa, le polpettine vegetali, la pasta fresca, le zuppe, il pesce o il pollo cotti. Usare gli appositi contenitori e segnare la data di congelamento. Nessuna paura: la perdita del valore nutrizionale degli alimenti congelati è minima.
CROCCANTI POLPETTE CON BROCCOLI E IL COUSCOUS
Se si mangia fuori casa, in genere a mezzogiorno, si possono e si devono seguire le norme per un’alimentazione sana. E ghiotta
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empre più persone consumano almeno un pasto fuori casa. Scegliere bene può condizionare l’efficienza fisica e mentale per tutta la giornata. Le nostre abitudini quotidiane, scandite dai ritmi lavorativi, spesso mal si conciliano con scelte alimentari corrette. Il pasto maggiormente consumato fuori casa è sicuramente il pranzo e le nostre scelte in questa “pausa nutrizionale” possono fare la differenza, nel bene e nel male. Ci sono infatti consigli utili da tenere a mente, sia che ci rechiamo in un locale pubblico o mensa sia che portiamo il nostro pasto da casa. AL BAR Nel caso la scelta sia di un bar o ristorante informiamoci preventivamente sulle opzioni che propone e assicuriamoci che siano presenti alternative di verdura di stagione e cereali preferibilmente integrali. Evitiamo i condimenti elaborati, non aggiungiamo sale alle pietanze, rimaniamo moderati scegliendo assieme al contorno di verdura o un primo o un secondo, beviamo esclusi-
vamente acqua ed evitiamo il dolce passando direttamente al caffè. LA “FORMULA” PER IL PIATTO UNICO Nel caso di mensa o self service, per ridurre il rischio di errori possiamo comporre un unico grande piatto “sano” che deve essere costituito per il 50% da verdure e una porzione di frutta, rispettando la stagionalità e variando i colori, per il 25% da cereali preferibilmente integrali sotto forma di pasta, pane o cereali in chicchi, il 25% da alimenti prevalentemente proteici evitando le carni conservate e limitando quelle rosse: di preferenza, dunque, pesce e legumi, ma anche formaggi freschi, uova, carni bianche. Olio extravergine a crudo come condimento e spezie ed erbe aromatiche al posto del sale aggiunto. UN PANINO DA CASA: PERCHÉ NO? Anche da casa il piatto unico è una buona idea, che si può alternare ai panini, anch’essi validi, purché… si sia disposti ad abbandonare il classico imbottito con affettati. Partiamo però dal pane. Che sia comprato dal panettiere, confezionato
o - meglio ancora - che ci cimentiamo a panificare, le caratteristiche preferenziali sono: farina integrale o semi-integrale, cereali diversi dal frumento e semi; niente grassi animali e olio di palma che apporta grassi saturi, poco sale (comunque meno di 1 - 1,2g/100g). Il ripieno può variare con fantasia, abbinando sempre delle verdure ad un alimento prevalentemente proteico. Due esempi? Un panino ai cereali e semi di lino con melanzane, zucchine e hummus di ceci o un pane di segale con songino, formaggio fresco di capra e pomodori secchi. LE SEMPREVERDI INSALATE Per chi è amante delle insalate miste attenzione che non siano né troppo ricche
né troppo povere. Nel primo caso l’errore è associare contemporaneamente formaggio, carne o pesce, würstel o prosciutto e uova assieme a poca verdura, in insalate sbilanciate a favore di grassi animali e proteine, e “pesanti” da digerire. Nel secondo caso scarseggia la componente proteica e il rischio è sentirsi affamati, “pasticciare” a metà pomeriggio o consumare più tardi cene abbondanti. Ricordiamo anche per le insalate la regola delle percentuali del piatto sano e ricorriamo a semi e frutta secca per aumentare il nostro apporto di grassi buoni, fibra, proteine e sali minerali. Infine, soprattutto se pranziamo tardi, la frutta secca è uno spuntino ottimo e pratico, per tenere a bada il senso di fame.
TRE RICETTE D’AUTORE PER COMINCIARE Vi mancano le idee per prepararvi cose buone da mangiare fuori casa? Ecco qua i QR di tre ricette “golose” da cui trarre, poi, altre idee vostre. L’autore è Marco Bianchi. BURGER DI LENTICCHIE CON SALSA DI YOGURT E ZAFFERANO
FALAFEL
BURGER DI QUINOA E LENTICCHIE
Ingredienti • 2 broccoli • 150 g di cous cous integrale di riso • 5 cucchiai di olio EVO • 1 cucchiaino di paprika affumicata • sale • pane integrale di grano saraceno grattugiato Facoltativo: • 5 cucchiai di grana grattugiato • 1/2 cucchiaino di aglio in polvere Come si prepara Mondate i broccoli, separate le cimette e tagliate i gambi a cubetti. Sbollentate il tutto in acqua leggermente salata. Quando i broccoli saranno cotti, estraeteli con una schiumarola, tenendo da parte l’acqua di cottura: la sfrutterete per cuocere il cous cous, seguendo le istruzioni riportate sulla confezione. Quando sarà pronto, riunite broccoli, cous cous, olio Evo, paprika affumicata e un pizzico di sale nel bicchiere di un robot da cucina e frullate. Se vi piacciono, inserite l’aglio e il grana. Otterrete un composto morbido, con il quale formerete delle polpettine. Rotolatele nel pane integrale di grano saraceno grattugiato, quindi disponetele su una placca foderata con carta da forno. Una spruzzata di olio e non resta che infornare per 40 minuti a 200 gradi. Ricetta di Marco Bianchi
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NOI & VOI
OTTOBRE, ECCO LA PARADE DI 5 CHILOMETRI STAVOLTA DIFFUSA IN TUTTA ITALIA Marcello Pace, AD di PittaRosso: «Online, ma dobbiamo esserci tutti. L’impegno di ciascuno di voi e della nostra azienda non può mollare dinanzi alla ricerca scientifica»
Io credo che ogni azienda, oltre alla propria mission istituzionale, debba avere un ruolo e una responsabilità anche in termini sociali. Noi abbiamo scelto di sostenere la ricerca scientifica sui tumori femminili per un’affinità verso il nostro principale target. È necessario impegnarsi per contribuire al miglioramento della società non solo come individui, ma anche come organizzazioni che possono sfruttare risorse e visibilità in modo da generare una ricaduta positiva sull’ambiente che ci circonda.
di Donatella Barus
A
ottobre, mese internazionale per la prevenzione del tumore al seno, non poteva non tornare la PittaRosso Pink Parade dedicata alla prevenzione e cura dei tumori femminili. Il Covid-19 ha cambiato molte cose, ma non lo spirito dell’evento, nato nel 2014 dall’incontro fra Fondazione Umberto Veronesi e l’azienda leader nella vendita di calzature e accessori. Quest’anno però non ci si può assembrare, ed ecco la soluzione: il 18 ottobre una camminata diffusa in tutta Italia. Vale a dire l’impegno a muoversi, camminare, correre dove ci si trova, casa o luogo di vacanza, uniti dallo stesso ideale di sostenere “Pink is Good”. Avanti tutta! Intanto sentiamo l’opinione sull’evento di Marcello Pace, amministratore delegato di PittaRosso (nella foto).
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L’EDIZIONE 2020 DELLA PITTAROSSO PINK PARADE È UNA SFIDA SPECIALE. COME SARÀ? Sarà un’edizione unica che vedrà integrate l’esperienza fisica individuale e la sua condivisione in modalità digitale; un’edizione che ci vedrà distanti ma uniti da un unico grande obiettivo. Domenica 18 ottobre, quindi, ogni iscritto potrà partecipare da dove vuole, potrà correre o camminare e fare il percorso che preferisce. Quello che chiediamo è di iscriversi e di condividere l’esperienza sui canali social utilizzando l’hashtag ufficiale #PPP2020 o di partecipare alla diretta radiofonica di R101. COSA LEGA UN’AZIENDA COME PITTAROSSO AL MONDO DELLA RICERCA E DELLA PREVENZIONE?
PERCHÉ PARTECIPARE? UN MESSAGGIO A CHI CI SEGUE Iscriviamoci alla PittaRosso Pink Parade per sostenere la ricerca scientifica e Fondazione Umberto Veronesi, una delle nostre eccellenze nazionali. Mai come in questo periodo tutti noi abbiamo compreso quanto il progresso in ambito scientifico sia importante. Quindi non dobbiamo mollare. Vi aspettiamo tutti online domenica 18 ottobre.
IN MEMORIA DI ELISA: UNA MOSTRA D’ARTE PER LA RICERCA SUL TUMORE AL SENO
E
lisa era una donna piena di vita, solare, sorridente e - soprattutto - generosa. Quando si trattava di dare una mano a una persona in difficoltà, non si tirava mai indietro. «Aveva un cuore enorme: nel momento del bisogno, sapevi sempre di poter contare su di lei - la ricorda l’amico Jacopo -. Considerava donare un po’ di sé agli altri una forma di arricchimento, un modo per conoscere meglio chi le stava intorno. E anche se stessa». Come spesso accade, però, le persone migliori vanno via troppo presto. Analoga è stata la sorte con Elisa, venuta a mancare a 37 anni l’anno scorso a causa di un tumore al seno molto aggressivo, che l’ha portata via al marito e alla figlia. Oltre che a un gruppo di amici molto affiatato: gli stessi che a pochi mesi dalla sua scomparsa hanno organizzato un evento dedicato alla sua memoria e legato alla sua passione: l’arte. Così è nata «LovEly», una mostra di
l’evento nel migliore dei modi e per assicurarsi che si concludesse con un successo», raccontano i suoi amici, impegnatisi in prima persona per fare in modo che la rassegna (svoltasi il novembre scorso a Milano) avesse un risvolto solidale. «Conoscendo Elisa, non ci sarebbe stata occasione migliore per trascorrere una bella serata dedicata a lei». La missione è andata a buon fine. Centinaia di persone vicine ad Elisa hanno infatti seguito l’esempio di generosità e di vita di Elisa, partecipando alla mostra e acquistando tutte le opere realizzate. È stato così possibile raccogliere oltre cinquemila euro, destinati a Fondazione Umberto Veronesi con un obiettivo: finanziare la ricerca sul tumore al seno, che in Italia rappresenta la malattia oncologica più diffusa e la prima causa di morte per cancro tra le donne. Grazie Elisa, per quello che hai fatto e per quello che farai ancora per tutte le malate di tumore al seno.
Gli amici di una ragazza solare e amante del bello, scomparsa a 37 anni, si sono uniti per una manifestazione d’arte che finanzia la ricerca di Fabio Di Todaro pezzi unici realizzati da artisti che Elisa stimava e di cui era diventata amica. Le opere sono state compiute pensando a quello che era Elisa e a cosa le sarebbe piaciuto. «Se ci fosse stata ancora, si sarebbe fatta in quattro per organizzare
COME EFFETTUARE UNA DONAZIONE IN MEMORIA:
Molto più di un ricordo Per saperne di più: pittarossopinkparade.it
Con una donazione in memoria potrai ricordare una persona cara. Se lo desideri, Fondazione Umberto Veronesi invierà una lettera che comunica il tuo gesto ai famigliari della persona che hai voluto ricordare. Per saperne di più: Visita il sito https://www.fondazioneveronesi.it/ come-aiutarci/privati/donazione-in-memoria Chiama l’Ufficio Donatori privati (02.76018187) Scrivi a donazioni@fondazioneveronesi.it
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NOI & VOI
Anna Maria Ressa Camerino (quarta da sinistra) con alcuni membri della Delegazione di Teramo
LE DELEGAZIONI RIPRENDONO L’IMPEGNO A FAVORE DELLA RICERCA Subito dopo la quarantena, le Delegazioni della Fondazione si sono attivate con iniziative di raccolta fondi. Da Roma l’idea più creativa, con la proposta di ceramiche tipiche pugliesi di Serena Zoli
Per saperne di più, si consiglia di consultare il sito di Fondazione, dove è possibile effettuare la donazione e ordinare le pigne. Oppure rivolgersi a: Arianna Fumagalli (arianna. fumagalli@fondazioneveronesi.it) e Francesca Muscella (francesca.muscella@fondazioneveronesi.it), tel. 02 76018187
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A partire da sinistra: Paola Pomante, Mita Dusconi, Gabriella Gallucci, Carla Coletta e Cinzia Polci di Pescara
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uest’estate, passata la fase più limitante delle restrizioni per il coronavirus, tante delegazioni si sono messe subito in azione con le proprie attività. Le primissime sono state le delegazioni abruzzesi. La Delegazione di Teramo, guidata da Anna Maria Ressa Camerino, ha riunito i propri sostenitori in due occasioni: il 3 luglio presso il Café Des Artistes a Teramo e il 26 agosto presso lo Chalet Oasi di Tortoreto Lido. Sempre il 3 luglio, la Delegazione di Pescara, guidata da Gabriella Gallucci, ha organizzato una serata presso Maisonuances Interiors a Pescara. I fondi raccolti grazie a queste iniziative contribuiranno al sostegno del lavoro di due ricercatori abruzzesi. Si tratta solo delle prime iniziative realizzate dalle delegazioni della Fondazione, a cui ne sono seguite diverse su tutto il territorio. Di diverso genere l’iniziativa lanciata da una delegata di Roma: proporre “pumi” portafortuna. Si tratta di ceramiche tipiche pugliesi realizzate da Benegiamo Ceramiche Srl. L’offerta è partita a maggio: a fronte di una donazione di 30 euro ciascuna, le persone, in tutta Italia, hanno potuto avere uno o più “pumi” pugliesi nei colori bianco, avorio, turchese e tortora. I fondi raccolti sono stati destinati alla ricerca di terapie e sistemi diagnostici per il coronavirus. Dato il successo dell’iniziativa, la delegazione ha voluto proporne una simile per Natale, facendo realizzare le pigne in ceramica in tre diversi colori: bianco, rosso e verde. A fronte di una donazione di 40 euro, sarà possibile ordinare la propria pigna e riceverla direttamente a casa. Anche in questa occasione, i fondi raccolti saranno destinati alla ricerca di terapie e sistemi diagnostici per il coronavirus.
A OTTOBRE CERCA I POMODORI BUONI PER TE E PER I BAMBINI MALATI In 250 piazze italiane nel weekend del 24-25 torna l’offerta del rosso frutto che domina la nostra cucina e che è un ottimo alimento. Tre barattoli di pregiato pomodoro italiano per sostenere la ricerca d’avanguardia contro i tumori pediatrici di Serena Zoli
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ovevamo scendere in piazza il 14 e 15 marzo scorsi, ma la pandemia ci ha costretti a spostare la data a sabato 24 e domenica 25 ottobre e nonostante questo i volontari non ci hanno fatto mancare il loro appoggio. Ecco allora che la Fondazione Umberto Veronesi torna nelle piazze di tutta Italia con la terza edizione de “Il Pomodoro. Buono per te, buono per la ricerca”, un’iniziativa ideata per raccogliere fondi per finanziare la ricerca e la cura in ambito pediatrico. Il ricavato della raccolta fondi permetterà di sostenere terapie sulle leucemie, in particolare un protocollo per la leucemia linfoblastica acuta (Lla) che rappresenta il 75 per cento dei casi di leucemia infantile e in Italia colpisce circa 350-
400 bambini ogni anno, con un picco tra i 2 e i 5 anni di età. In totale ogni anno in Italia si ammalano di cancro circa 1.400 bambini di età compresa tra 0 e 14 anni e circa 800 adolescenti tra 15 e 19 anni. Grazie agli enormi passi avanti fatti dalla ricerca scientifica, oggi il 70% di questi tumori infantili guarisce, con punte dell’8090% nel caso di leucemie e linfomi. Nonostante questo, le neoplasie rappresentano ancora la prima causa di morte per malattia nei più piccoli Con i fondi raccolti col “Pomodoro” bambini e adolescenti malati potranno ricevere terapie all’avanguardia. Infatti, seppure il tasso di sopravvivenza a lungo termine sia passato da meno del 10% nei primi anni ’60 all’attuale 80%-90%,
studi recenti dimostrano che è assai difficile migliorare ancora questi risultati mediante la sola chemioterapia. È necessario quindi mettere a punto nuove combinazioni utilizzando anche farmaci e trattamenti non chemioterapici più mirati, secondo la logica della “medicina di precisione”. Fondamentale sarà il contributo dei volontari della Fondazione, che per un intero weekend saranno impegnati in 250 piazze: a fronte di una donazione minima di 10 euro, distribuiranno una confezione con tre lattine di pomodori, nelle versioni pelati, polpa e pomodorini. L’iniziativa è resa possibile grazie alla preziosa collaborazione e sostegno di Anicav (Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali) e Ricrea (Consorzio Nazionale Riciclo e Recupero Imballaggi Acciaio). Da sempre il pomodoro rappresenta un ingrediente fondamentale nella dieta mediterranea: ecco perché è “buono per te” e può aiutare la ricerca. «Durante la scorsa edizione di questa iniziativa abbiamo raccolto quasi 300.000 euro grazie a donatori, volontari, Anicav e Ricrea, preziosi ed indispensabili partner di questo progetto. Quest’anno vogliamo fare ancora di più, per finanziare la ricerca di altissimo profilo per gli oltre 2.000 minori che ogni anno si ammalano di tumore», spiega Monica Ramaioli, Direttore generale di Fondazione Umberto Veronesi.
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SCIENZA E ETICA
TESTAMENTO BIOLOGICO: TANTI FAVOREVOLI, MA PO CHI LO FANNO Dal 2017 una legge ci autorizza a scrivere le nostre volontà sui trattamenti medici (Dat) nel fine vita, ma in gran parte non ce ne serviamo. Gratis una guida su come si fa
ca pubblicata sul Journal of Pain and Symptom Management da un gruppo di esperti dell’Azienda sanitaria locale di Reggio Emilia aiuta a fare il punto della situazione. Coinvolgendo oltre duemi-
ne si sono dichiarate consapevoli di tutti i nuovi diritti previsti dalla legge. Nello specifico, il più conosciuto è risultato essere quello di “essere informati circa il proprio stato di salute” (95.4 per cento).
to alla questione etica più controversa che riguarda l’applicazione della legge 219/2017: il dovere del medico di rispettare le volontà del paziente anche quando la richiesta è di non somministrare o di sospendere cure salva-vita. In modo piuttosto consistente, oltre l’80 per cento ha asserito di considerare giusto rispettare le volontà dei pazienti, anche in questi scenari limite. Infine, dato anche questo confortante, oltre l’87 per cento degli intervistati ha dichiarato di considerare la legge 219/2017 “piuttosto” o “molto” utile e importante. A fronte di questi dati rassicuranti, a ogni modo, bisogna rilevare che esiste ancora una grande discrepanza tra chi dichiara di considerare importante redigere le proprie Disposizioni Anticipate di Trattamento e quanti, fino a oggi, le hanno effettivamente depositate.
questa differenza è dovuta al fatto che molte persone non sono ancora propriamente informate sui passaggi necessari per registrare le proprie Dat in modo che esse siano effettivamente valide. Pertanto, è «cruciale promuovere iniziative pubbliche e l’uso di risorse online» per incrementare le informazioni sul tema. É proprio per raggiungere questo obbiettivo che Fondazione Umberto Veronesi ha da tempo messo a disposizione di tutti una serie di strumenti utili, tra cui una guida semplice e gratuita per capire la nuova legge e come compilare le proprie Dat; un modulo pre-compilato che può essere scaricato e adattato alle proprie esigenze e, infine, la possibilità di contattare direttamente un esperto in materia inviando semplicemente una email a testamentobiologico@fondazioneveronesi.it.
di Marco Annoni
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l 22 dicembre 2017 è stata approvata la legge 219/2017 in materia di «Consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento». La legge ha segnato una svolta importante, sancendo nuovi diritti per tutti i cittadini, tra cui quello di redigere le proprie Disposizioni Anticipate di Trattamento (o Dat) - cioè il proprio testamento biologico - indicando “ora per allora” quali trattamenti si desiderano accettare o rifiutare qualora non si possa più decidere per sé. Adesso, a più di due anni dall’approvazione della legge 219/2017, una ricer-
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la persone, gli studiosi hanno messo a punto un questionario per indagare sul livello di consapevolezza, le opinioni e le attitudini dei cittadini italiani rispetto alla legge 219/2017. I risultati emersi sono molto interessanti. Ben il 70 per cento degli intervistati ha dichiarato di essere a conoscenza della nuova legge. Inoltre, 1.430 perso-
Tra i meno conosciuti sono stati citati il diritto a “ricevere la sedazione palliativa profonda e continua” (68.5 per cento), il diritto di “sospendere le cure in corso” (72.9 per cento) e quello a “interrompere la nutrizione e l’idratazione artificiale” (75.4 per cento). I ricercatori hanno inoltre chiesto a tutti i partecipanti di esprimersi rispet-
Secondo gli ultimi dati del Ministero della Salute, a maggio del 2019 erano state depositate 63.030 Dat: un numero pari allo 0.12 per cento della popolazione. Esiste quindi uno scarto ancora molto ampio tra chi ha sentito parlare della legge sul biotestamento e dichiara di voler redigere le proprie Dat e chi effettivamente lo fa. Come rilevano anche gli autori dello studio,
Per compilare le Disposizioni Anticipate di Trattamento, scarica il modulo pre-complilato di Fondazione Umberto Veronesi attraverso il QR Code oppure accedendo all’area download del Magazine
«A SCUOLA DI SCIENZA ED ETICA» UN CORSO PER RAGAZZE E RAGAZZI Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha compiuto progressi straordinari. Dall’intelligenza artificiale fino alle biotecnologie capaci di modificare il Dna, il futuro che attende l’umanità si prospetta ricco di opportunità. Ma anche di sfide complesse. Per questo motivo, è essenziale preparare oggi le ragazze e i ragazzi che saranno i cittadini di domani, fornendo loro i migliori strumenti per sviluppare sia un pensiero critico sia un’adeguata sensibilità etica. Con questo obbiettivo, Fondazione Umberto Veronesi ha deciso di ampliare la sua offerta formativa per l’anno 2020-21 con un nuovo corso di approfondimento rivolto agli studenti delle scuole secondarie di II grado. Il progetto, dal titolo A scuola di scienza ed etica, sarà curato da Marco Annoni, bioeticista e coordinatore del Comitato Etico di Fondazione Veronesi. Il corso sarà interamente online e sarà articolato in due appuntamenti. Nel primo, attraverso una serie di esempi e giochi interattivi, sarà introdotta la storia della bioetica e le sue domande principali. Il secondo incontro sarà dedicato invece all’analisi di alcuni “casi”: dalla possibilità di “tagliare e cucire” il genoma di un essere vivente a quella di creare dei nuovi cibi in laboratorio. Il tema da approfondire sarà identificato di volta in volta in base agli interessi dei partecipanti alla prima sessione. Le date dei vari cicli del corso saranno definite e comunicate nel corso dell’anno scolastico. Per ulteriori informazioni è possibile visitare la parte del sito dedicata ai progetti di Fondazione Veronesi per la scuola (https://www. fondazioneveronesi.it/progetti/ progetti-per-la-scuola) o inviare un’email all’indirizzo: scuola@fondazioneveronesi.it.
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EVENTI
IL PROGRAMMA DI OGNI GIORNO Lunedì 9 novembre h18-19,30
LIBERTÀ E CONTROLLO Che cos’è l’intelligenza artificiale? E cosa si può fare perché divenga strumento di libertà e non di controllo? Martedì 10 novembre h18-19,30
UN AUTUNNO DI FESTIVAL PER VIVERE SECONDO SCIENZA Dall’online a Mantova e a Genova incontri e laboratori per imparare a mangiar sano e battere l’inquinamento. Molte iniziative per i bambini
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o vivo sano. A tavola con il Dna è il laboratorio digitale che Fondazione Umberto Veronesi porta al Cicap Fest, che si tiene in versione digitale dal 25 settembre al 18 ottobre 2020. Il laboratorio, rivolto ai ragazzi dai 9 ai 13 anni, è incentrato sui principi
della prevenzione primaria della sana alimentazione e del movimento, con uno sguardo alle più recenti scoperte scientifiche nell’ambito della nutrigenetica e nutrigenomica. Al Food & Science Festival, online e in presenza a Mantova (2 - 4 ottobre), la Fondazione propone due incontri: “Il futuro del cibo ovvero come ci nutriremo tra scienza, etica e sostenibilità” con Elena Dogliotti e Marco Annoni, e “Aperitivo con processo”. Infine, al Festival della Scienza di Genova (22 ottobre - 1 novembre), sarà presentata Io vivo sano - Inquinamento e salute, per esplorare come l’inquinamento atmosferico influenzi la nostra salute. L’attività, consigliata dai 6 anni in su, ci porterà a scoprire le sostanze inquinanti presenti nell’aria e come preservare la nostra salute.
GLOSSARIO NUTRIGENETICA È la disciplina che studia come la nostra diversità genetica influisce sul metabolismo dei nutrienti e dei composti che mangiamo. NUTRIGENOMICA È la disciplina che studia come gli alimenti e i nutrienti introdotti nella dieta possono avere impatto sul nostro genoma, influenzando l’attività dei geni.
Rendi ancora più speciale ogni tua occasione. Crea una raccolta fondi a favore della ricerca scientifica invitando amici e parenti a fare una donazione!
Insieme per la ricerca 20
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Scopri di più su insieme.fondazioneveronesi.it
VERTIGINI SCIENTIFICHE DAL GENE EDITING ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE Dal 9 al 14 novembre la Conferenza Mondiale “Science for Peace ad Health” affronterà questi temi avveniristici. Vi aspettiamo tutti online
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ertigini scientifiche si intitola l’edizione di quest’anno del progetto “Science For Peace” e la promessa del titolo si spiega con i temi di avanguardia e futuribili che verranno affrontati: “Dal gene editing all’intelligenza artificiale”. L’edizione sarà – per via del Covid-19 - online e si terrà dal 9 al 14 novembre prossimi. “Science for Peace” è nato su iniziativa di Umberto Veronesi nel 2009, per affermare che la scienza può e deve contribuire con azioni concrete al raggiungimento della pace. Da quest’anno il progetto è stato ribattezzato in “Science for Peace and Health”, la scienza per la pace e per la salute, per sottolineare l’importanza della scienza nella prevenzione, nella cura e più in generale nella salute degli esseri umani e dell’ambiente che li circonda. Quello che sembrava un progetto utopistico, riunire i migliori scienziati per discutere e proporre soluzioni re-
ali ai grandi problemi dell’umanità, è da dieci anni una realtà concreta, in Italia e nel mondo. Questa dodicesima edizione sarà dedicata a due tecnologie che potrebbero cambiare in maniera significativa il mondo in cui viviamo: l’intelligenza artificiale e il gene editing. Oltre a indagare in modo chiaro e diretto che cosa sono e a quali campi possono essere applicate, la Conferenza ne approfondirà le implicazioni etiche e pratiche, cercando di capire quali vantaggi potrebbero portare all’umanità e quali sono i rischi da evitare.
PER INFORMAZIONI www.fondazioneveronesi.it La conferenza prevede anche sessioni dedicate alle scuole che avranno luogo in orario scolastico dal 10 al 14 novembre. Per informazioni e iscrizioni: scuola@fondazioneveronesi.it
SOCIETÀ E LAVORO Quali conseguenze potrebbe avere l’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro e per la società nel suo complesso? In particolare sul lavoro intellettuale e creativo che fino ad ora era stato meno toccato dall’avvento dell’automazione. Mercoledì 11 novembre h18-19,30
RISORSE E SOSTENIBILITÀ Temi dell’energia e dell’ambiente. I relatori metteranno in luce le nuove opportunità offerte dall’intelligenza artificiale per la gestione dei rifiuti, per contrastare il cambiamento climatico, per gestire le città in maniera sempre più “smart and green”. Giovedì 12 novembre h18-19,30
DNA E VIRUS Virus e gene editing: le nuove tecniche di precisione che consentono la correzione mirata di una sequenza di DNA (tra queste, la più utilizzata è chiamata CRISPR/Cas9). Venerdì 13 novembre h18-19,30
PROGRESSO E ETICA Verranno illustrate le implicazioni delle tecniche di gene editing per l’uomo. La possibilità di modificare il genoma umano in modo economico e preciso solleva importanti questioni di etica e di regolamentazione. Sabato 14 novembre h10,30-12
IMPEGNO E RICERCA Figure istituzionali, artisti e scienziati di fama internazionale tratteranno temi legati alla gestione della pandemia, alla salute e al valore della ricerca scientifica. Verrà consegnato il premio “Art for Peace Award” ad un artista segnalatosi per il suo impegno a favore del dialogo e della pace.
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AZIENDE PER LA RICERCA
SOSTIENI FONDAZIONE UMBERTO VERONESI
1 EFFETTUA UNA DONAZIONE
BOLLETTINO POSTALE Intestato a Fondazione Umberto Veronesi Conto Corrente Postale numero: 46950507
CON SELLA SGR FONDI PER LA QUALITÀ DELLA VITA
COLVIN DÀ PROFUMO ALLA RICERCA
U
n bouquet di fiori per la ricerca. Non solo delicata frivolezza, ma un sostegno concreto: per ogni bouquet acquistato 3 euro vanno al progetto “Pink is Good” di Fondazione Umberto Veronesi. L’iniziativa è stata rinnovata a ottobre da Colvin, una startup spagnola che ha rivoluzionato il mercato della vendita online di fiori: semplificando la filiera e puntando sul floral design, porta in poche ore nelle case di tutta Italia mazzi esclusivi, con il massimo della qualità al miglior prezzo. In ottobre è stato riattivato anche il sistema “dona e ricevi” che per ogni donazione sul sito della Fondazione dava diritto ad un codice sconto spendibile sul sito Colvin.com. L’arrivo del box con i fiori è accompagnato da materiale informativo sul progetto di Fondazione Umberto Veronesi “Pink is Good” e sulla prevenzione contro i tumori femminili.
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Nasce il nuovo fondo di investimento Top Funds Selection iCARE, realizzato da Sella Sgr con l’obiettivo di coniugare finanza e ricerca scientifica in collaborazione con Fondazione Umberto Veronesi. L’obiettivo del fondo è quello di promuovere investimenti socialmente responsabili in aziende che operano per lo sviluppo di condizioni di vita migliori delle persone. Il portafoglio di TFS iCARE è composto da fondi tematici accuratamente selezionati dal team di gestione di Sella Sgr fra i principali Asset Manager internazionali, specializzati nella ricerca di società che promuovano l’Innovazione nella Cura, l’Ambiente, la Ricerca e l’Etica (da cui l’acronimo “iCARE”, che, preso come parola inglese, significa “io mi prendo cura”). Il nuovo fondo, in collocamento dal 16 giugno scorso, sarà distribuito da Banca Patrimoni Sella & C. e da Banca Sella. La raccolta realizzata attraverso la sottoscrizione del fondo, nella misura pari allo 0,3% annuo del patrimonio complessivo, finanzierà progetti di ricerca specifici proposti da Fondazione Umberto Veronesi.
DA FEDERFARMA LOMBARDA IL PORTA-MASCHERINA Per il secondo anno consecutivo i Farmacisti di Federfarma Lombarda aderiscono alla campagna di supporto al progetto “Pink is Good” della Fondazione Umberto Veronesi con il progetto “La prevenzione comincia dalla tua farmacia”. Nelle farmacie della Lombardia nel corso del mese di ottobre vengono distribuiti a un costo di 3 euro dei porta mascherine col logo della Fondazione insieme con materiale informativo sull’importanza di sostenere la ricerca scientifica per la cura e la prevenzione del tumore al seno. Oltre a contribuire ad una larga comunicazione nelle farmacie, Federfarma Lombarda sostiene la Pittarosso Pink Parade, quest’anno in forma diffusa cade il 18 ottobre, incoraggiando la sua clientela e tutti i farmacisti e le farmaciste a iscriversi e a parteciparvi.
2 DESTINA IL TUO 5XMILLE
È facile e non ti costa nulla: basta inserire il codice fiscale di Fondazione Umberto Veronesi 97298700150 e apponi la tua firma nella casella “Finanziamento della ricerca scientifica e dell’università” nella tua dichiarazione dei redditi.
BONIFICO BANCARIO Intestato a: Fondazione Umberto Veronesi IBAN: IT52M0569601600000012810X39 causale 2735 ON LINE CON CARTA DI CREDITO Sul sito www.fondazioneveronesi.it
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ATTRAVERSO UNA DONAZIONE IN MEMORIA Con una donazione in memoria potrai ricordare una persona cara. Se lo desideri, Fondazione Umberto Veronesi invierà una lettera che comunica il tuo gesto ai famigliari della persona che hai voluto ricordare. È anche possibile istituire una borsa in memoria di una persona cara coprendo l’intero importo della borsa. Per saperne di più: Visita il sito https://www.fondazioneveronesi.it/ come-aiutarci/privati/donazione-in-memoria Chiama l’Ufficio Donatori privati (02.76018187) Scrivi a donazioni@fondazioneveronesi.it
DEDUCIBILITÀ FISCALE Lo sai che le donazioni a Fondazione Umberto Veronesi ti permettono un risparmio fiscale? Effettua la tua donazione con uno dei sistemi di pagamento consentiti: versamento postale • bonifico bancario • carta di credito Inserisci l’importo nello spazio apposito sulla tua dichiarazione dei redditi allegando la ricevuta di versamento, oppure consegna quest’ultima al tuo commercialista o al CAF più vicino. Per le persone fisiche. La donazione è deducibile nel limite del 10% del reddito dichiarato e comunque nella misura massima di 70.000,00 euro annui. Art. 14 D.L. 35/2005 convertito in Legge n. 80/2005 (DPCM08\05\07 Ente n.61). Per le persone giuridiche. La donazione è INTERAMENTE DEDUCIBILE ai sensi e per gli effetti delle vigenti norme fiscali di cui all’art.1, comma 353 della legge 23 dicembre 2005, numero 266 (DPCM 08\05\07 Ente n. 77.
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CON UN LASCITO TESTAMENTARIO Disporre un lascito testamentario a favore di Fondazione Umberto Veronesi significa garantire ai migliori ricercatori italiani i fondi necessari per portare avanti i loro importanti studi, regalando un futuro di speranza a chi domani avrà bisogno di cure e sostegno. Per saperne di più: visita il sito lasciti.fondazioneveronesi.it e scarica la guida sui lasciti testamentari chiama il nostro Responsabile Lasciti Ferdinando Ricci (02.76018187) scrivi a lasciti@fondazioneveronesi.it
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PiÚ forti del tumore. Insieme. Marta e Federica sono unite dalla ricerca. Marta, grazie ai progressi della scienza, ha combattuto contro il tumore e ora corre come Pink Ambassador. Federica ha fatto della ricerca sui tumori una scelta di vita e lavora ogni giorno per salvare altre donne. Ottobre è il mese dedicato ai tumori femminili: per combatterli la ricerca ha bisogno di te.
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