Dossier Piemonte 03 10

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OSSIER

PIEMONTE

EDITORIALE

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ECONOMIA E FINANZA

Raffaele Costa

L’INTERVENTO

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Angelino Alfano Claudio Scajola

PRIMO PIANO

L’INDUSTRIA DEGLI AUDIOVISIVI Film Commission Piemonte, Museo del Cinema Lumiq Studios, Anica

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IN COPERTINA Roberto Cota

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TECNOLOGIE Torino Wireless, Rinaldo Ocleppo Cnr

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CONFINDUSTRIA L’impegno degli industriali

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VERSO LE REGIONALI Mercedes Bresso

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IMPIANTI TERMICI Sicurezza e rendimento

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TERMOMETRO ELETTORALE Alessandra Ghisleri

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DISPOSITIVI ELETTRONICI Progettazione

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PATRIMONIO D’ITALIA Sandro Bondi

GESTIONE DELLE RISORSE

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POLITICHE GIOVANILI Michelino Davico Mariagiuseppina Puglisi Federica Toselli

38 MERCATO AUTOMOBILISTICO Progettazione

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ALIMENTARE Prodotti Dop Nuovi mercati

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NOMINE Laura Ravetto IN PRIMA LINEA Gianna Gancia

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LA CULTURA LIBERALE Marcello Pera

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LE ROTTE DELLO SVILUPPO Bartolomeo Giachino, Guido Botto, Interporto, Lannutti Trasporti, Ferrovie dello Stato

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CLASS ACTION Antonio Catricalà, Carlo Rienzi

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RITRATTI Benedetto XVI

FISCO E TRIBUTI Claudio Siciliotti

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NOVITÀ FISCALI Decreto MilleProroghe

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CULTURA DEL LAVORO Etica e deontologia

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CONSULENZA Imprese e professionisti Strategie d’impresa

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FORMAZIONE Il potenziale italiano

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RAPPORTI INTERNAZIONALI

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LAVORO L’apprendistato

126 IL TESSUTO DI CUNEO

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Sommario TERRITORIO DIALOGHI Vittorio Gregotti

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EDILIZIA Paolo Buzzetti Giuseppe Provvisiero Salvatore Parisi Civile e industriale

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RIQUALIFICAZIONE Aree industriali

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SOSTENIBILITÀ

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PROGETTI INGEGNERISTICI Fabrizio Saglietto

208

ANALISI DEI RISCHI

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IL PIEMONTE DA RISCOPRIRE Massimo Giletti

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SANITÀ IUS & LEX MISSIONI ALL’ESTERO Federico D’Apuzzo

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POLITICHE SANITARIE 222 Caterina Ferrero, Eleonora Artesio Francesca Martini, Paolo Santanchè

LA QUESTIONE IRAN Andrea Margelletti

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L’ERRORE MEDICO Nino Marazzita

PROFESSIONE FORENSE Claudio Streri, Maurizio De Tilla

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IL RUOLO DELL’AVVOCATO Responsabilità

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RISARCIRE IL DANNO Carlo Federico Grosso

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IL RUOLO DEL PENALISTA

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IL PUNTO Ugo Ruffolo

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CONCILIAZIONE Modalità operative

152 TRADIZIONI LEGALI Pietro Ichino

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NORMATIVE PER L’IMPRESA

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INSIDIE DEL WEB

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NOTARIATO Roberto Barone Paolo Piccoli Garanzie

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NUOVE TUTELE

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PIEMONTE DI NUOVO PROTAGONISTA Il prossimo dovrà essere

l sì definitivo del Senato al disegno di legge in materia di il governo del federalismo fiscale ha segnato cambiamento e delle una svolta nella storia delle ririforme. In materia di forme del Paese. «Ci sono voluti quasi 150 anni – commenta Ro- federalismo, lavoro, sanità. berto Cota, il candidato presidente È l’impegno di Roberto per la Regione Piemonte presentato Cota, candidato presidente da Lega Nord e Pdl – ma un primo importantissimo risultato è arrivato. della Regione Piemonte È stata sancita la fine del centrali- per il centrodestra smo e della finanza derivata, in cui Francesca Druidi i soldi della gente che paga le tasse venivano prelevati senza sapere dove andassero a finire». Un provvedimento destinato a mutare in maniera radicale le politiche di governance regionali. «Con il federalismo le risorse rimarranno finalmente in Piemonte e tutti gli amministratori locali saranno responsabili di come verranno spese». È un cambiamento di rotta che, secondo l’attuale capogruppo della Lega alla Camera, Cota, attuale capogruppo non potrà che giovare al territorio: Roberto della Lega alla Camera dei Deputati «soprattutto in questi anni di go- e candidato presidente alle prossime verno “vecchio stile” di Mercedes elezioni regionali per il Pdl e Lega Nord Bresso e della sinistra, si è dato più volte l’esempio di come sia semplice buttare i soldi. Emblematico il clamoroso caso del Grinzane Cavour, che ha travolto i fratelli Soria». Ma per Roberto Cota, il cambiamento non si declina esclusivamente in senso federalista. Massima attenzione hanno temi quali lavoro, famiglia, sanità, in-

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Roberto Cota

frastrutture e semplificazione burocratica. Lavoro, federalismo e sanità sono tra i capisaldi del suo programma. Come intende procedere in questi ambiti? «La priorità delle priorità è il lavoro. L’impegno maggiore consisterà nell’utilizzare le risorse regionali per tutelare i posti esistenti, ma soprattutto per crearne di nuovi per i giovani. Dai calcoli del nostro staff, e

memore della mia esperienza di presidente del Consiglio regionale, penso sia possibile liberare fin da subito circa 100 milioni di euro, mediante un taglio netto agli sprechi, da impiegare per sostenere il rilancio delle Pmi che assumono o non delocalizzano. Per dare corpo a questa ripresa, si dovrà comunque puntare molto sulle infrastrutture: una politica del fare opposta alla politica dei no a tutto, messa in

campo negli ultimi cinque anni dal Governo Bresso». Mentre sul fronte del federalismo? «Ora che la prima pietra è stata definitivamente posata, il Piemonte potrà giocarsi una carta in più: il suo nuovo Statuto. La Carta Costituzionale piemontese, scritta nella passata legislatura regionale sotto la spinta della Lega Nord, è pronta ad accogliere il federalismo fiscale, come recitano gli articoli 8 e 64. Lo Statuto piemontese è stato, infatti, pensato proprio per garantire una fiscalità territoriale. L’altro capitolo fondamentale sarà la sanità». Dove, a suo parere, è più urgente intervenire? «A fine gennaio abbiamo presentato, dopo un anno di ascolto di tutti i professionisti e delle categorie del settore, un’idea di piano sanitario regionale 2010-2015. Alla base c’è l’ottimizzazione del lavoro dei medici di famiglia: consorziandoli, si pensa di arrivare ad ambulatori aperti 12 ore e in grado di prenotare velocemente on line le visite specialistiche. Questi poliambulatori costituiranno capillari presidi sanitari di base dove compiere un primo filtro rispetto ai pronto soccorso sempre intasati. Sul piano sociale, si adotteranno iniziative concrete per le categorie deboli, come le cure odontoiatriche per gli anziani o aiuti per l’acquisto dei pannolini. Tanto può e deve essere fatto per rendere i piemontesi e il Piemonte nuovamente protagonisti». Può indicarci tre progetti a breve, medio e lungo termine che mira a realizzare? «Posso dire cosa farò nei primi 60 e nei primi 100 giorni. Nei primi due mesi metteremo a punto un piano straordinario a difesa dell’occupaPIEMONTE 2010 • DOSSIER • 19


IN COPERTINA

zione e per la creazione di nuovi posti di lavoro, oltre alla semplificazione delle procedure amministrative. In secondo luogo, prevediamo la redazione di un cronoprogramma delle opere infrastrutturali, con la rapida realizzazione della Tav e della Genova-Rotterdam. Creeremo, infine, una delega ad hoc per la promozione della regione, per il marketing turistico e culturale, razionalizzando tutti quegli enti che oggi operano singolarmente». Nei primi cento giorni invece? «Si reintrodurrà il buono scuola, di fatto svuotato dalla Giunta Bresso. Porteremo poi avanti il progetto della Città della Salute di Torino, stabilendo di concerto con il sindaco Sergio Chiamparino e il rettore dell’Università Ezio Pellizzetti la sua ubicazione in città. Procederemo poi con un patto per la sicurezza per il Piemonte con il ministro dell’Interno Roberto Maroni, aumentando la presenza delle forze di polizia nelle zone critiche e lavorando alla formazione della polizia locale. Altro capitolo importante sarà quello di una nuova legge regionale sulla casa, che consentirà ai cittadini di usufruire del Piano del governo. A ciò si aggiunge la diffusione della banda larga. Infine, entro i primi cento giorni sarà stilato un piano di compensazione per i territori della Val Susa interessati dalla realizzazione della TorinoLione: benché esista già un piano strategico, mi pare non sia sufficiente». 20 • DOSSIER • PIEMONTE 2010

Come rilanciare il settore dell’automotive? «Ritengo che, con il nuovo management, la Fiat abbia finalmente imboccato la strada giusta: qualità dei prodotti e meno sostegno da parte dello Stato. Ora mi aspetto, come mi pare si sia iniziato a fare, che modelli prodotti all’estero tornino a casa nostra e soprattutto in regione. Penso che Torino e il Piemonte saranno i protagonisti assoluti nei prossimi anni dei veicoli più innovativi sul fronte dei modelli ecologici. Un ambito che potrebbe es-


Roberto Cota

Torino e il Piemonte saranno i protagonisti assoluti nei prossimi anni dei veicoli più innovativi sul fronte dei modelli ecologici. Un ambito che potrebbe essere valorizzato da un nuovo Salone dell’Auto sotto la Mole

sere valorizzato da un nuovo Salone dell’Auto sotto la Mole. Pochi giorni fa, al Salone di Ginevra, in molti hanno espresso parere favorevole circa l’idea di una nuova kermesse automobilistica a Torino basata su hi-tech, design e motori a basso impatto ambientale. La voglia di riscatto che si respirava tra i marchi piemontesi dell’auto, dovrà trovare una regione pronta a soddisfare tutte le esigenze di imprese che si rimettono in gioco sul mercato mondiale». Un altro punto focale del suo

programma è il trasporto locale dei pendolari. Come migliorarlo? «È necessario, per correttezza, promettere che il trasporto ferroviario locale in Piemonte identifica una vicenda spinosa, che però non è stata ben gestita dalla presidente uscente. Sono anni, infatti, che i pendolari piemontesi devono confrontarsi con ritardi inaccettabili e carrozze spesso simili a carri bestiame. Trenitalia ha la sua buona dose di responsabilità sulla questione, ma la presidente Bresso ha la colpa principale di aver aspettato pochi mesi prima delle elezioni per occuparsi del problema, invece di affrontare di petto fin da subito i macroscopici disservizi subiti dai pendolari. Da governatore avrò più elementi di quanti ne abbia ora per

valutare con precisione la possibilità o meno di fermare i bandi, che per ora hanno avuto il solo risultato di peggiorare ulteriormente i rapporti con Trenitalia, oppure se procedere in quella direzione». In che modo secondo lei può essere recuperata la centralità del Piemonte? «In questi anni la regione invece di andare avanti, è andata indietro: abbiamo perso posti di lavoro, eventi, talenti, grandi banche e assicurazioni. Molte aziende hanno chiuso. Non sono state fatte le riforme, tanto che la Regione è diventata un esempio di burocrazia lontana dalla gente. Sarà fondamentale dare un scossa al sistema mediante una lotta senza quartiere alla burocrazia regionale. Dal moPIEMONTE 2010 • DOSSIER • 21


IN COPERTINA

Dal momento che il prossimo dovrà essere il governo regionale del cambiamento e delle riforme, sarà indispensabile dare un taglio netto a tutte le forme di burocrazia interna ed esterna

mento che il prossimo dovrà essere il governo regionale del cambiamento e delle riforme, sarà indispensabile dare un taglio netto a tutte le forme di burocrazia interna ed esterna. La macchina del Consiglio regionale dovrà lavorare in modo più spedito di quanto fatto finora sotto il Governo Bresso. Ho in mente di istituire un assessorato alla sburocratizzazione, che dovrà agire sia all’interno degli uffici regionali, sia all’esterno per quanto riguarda i rapporti tra l’ente e il cittadino. Per avere un Piemonte in salute dal punto di vista finanziario ed economico, dovremmo necessariamente esserlo prima di tutto dal punto di vista politico: cosa che in questi cinque anni non è stata. Da governatore non avrò timore di parlare con alcuno e, se necessario, sono pronto ad andare a Roma per 22 • DOSSIER • PIEMONTE 2010

battere i pugni sul tavolo nell’interesse dei piemontesi». Ha promesso di istituire un assessorato “anti-furbetto”. «Il sistema dei controlli all’interno della Pubblica amministrazione è fondamentale. Chi vuole mettere le mani nella marmellata non deve poter aprire il barattolo e, se lo fa, deve essere scoperto subito e fermato. Per raggiungere la massima trasparenza nella gestione della complessa macchina regionale ho intenzione di istituire un assessorato “anti furbetti”, che metta il naso nei conti di Regione, Asl, Aziende ospedaliere e società partecipate». Lei ha sottoscritto il “Patto per la vita e per la famiglia”. Cosa prevede? «Il Patto, firmato insieme ad Alleanza Cattolica del sociologo Massimo Introvigne e altre associazioni

cattoliche, parte da un mio profondo impegno su alcuni temi fondamentali. Nel Patto si parla di protocolli di applicazione della legge 194 sull’aborto, di pillola RU486, di fine vita, di libertà di educazione, di famiglia, di protezione della donna e dei minori immigrati contro l’imposizione del burqa, di sostegno alle giovani coppie che intendono contrarre matrimonio. Insomma, tanti aspetti concreti di cui la Bresso difficilmente vorrà occuparsi, visto che in cinque anni è andata sistematicamente in direzione opposta. Su questi e altri temi, comunque, tengo a sottolineare che sento il sostegno della maggior parte dei piemontesi. Perciò penso che alla fine di marzo ci potrà essere un nuovo presidente della Regione Piemonte».



VERSO LE REGIONALI

La politica e il talento nel programma elettorale Il Piemonte è una regione che sa costantemente ridisegnare il proprio futuro. E Mercedes Bresso, che alle prossime regionali mira a confermare il proprio mandato di governatrice, vede nell’innovazione, nella tutela del lavoro e nella green economy il futuro della regione Francesca Druidi

alento. Un’espressione solitamente associata agli artisti piuttosto che alla gente “comune”, raramente avvezza a stare sotto i riflettori. Mercedes Bresso, attuale presidente della Regione Piemonte, ha scelto il talento come uno dei capisaldi del suo programma, in vista dell’appuntamento con la consultazione elettorale di fine marzo. «C’è – spiega la governatrice – soprattutto la volontà di spronare i piemontesi a capire le proprie potenzialità, il proprio talento, aiutandoli a svilupparlo». Usando strumenti quali «intelligenza e capacità, fermezza e cuore». Roberto Cota, suo avversario alle prossime elezioni regionali, ha affermato che lei e la sua giunta non avete lavorato bene sul fronte della sanità. «La spesa sanitaria corrente è cresciuta in Piemonte negli anni di go-

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verno della giunta Ghigo: in base ai dati del ministero della Salute, dal 1995 al 99 il rialzo è stato del 38%, dal 2000 al 2004 del 44%, mentre dal 2005 al 2008 l’aumento si è attestato intorno al 13%. In Italia, negli stessi anni, la spesa sanitaria è salita rispettivamente del 30, del 43 e del 18%. Noi siamo nettamente sotto questi dati, mentre entrambe le giunte Ghigo hanno superato la media nazionale. La sanità in Piemonte funziona bene, la regione è quarta in Italia nell’analisi qualitativa compiuta dal ministero. Certamente, spendiamo un po’ di più perché vogliamo fornire migliori prestazioni ai cittadini. Porto un solo esempio: noi integriamo il fondo nazionale, pari a 400 milioni, per l’assistenza agli anziani con 470 milioni perché la riteniamo una nostra priorità. Le liste di attesa restano alte, ma rientrano nella media delle prescrizioni na-


Mercedes Bresso

A fianco, Mercedes Bresso, attuale presidente del Piemonte e candidata alle prossime elezioni regionali. In apertura, interno di Fiat Powertrain Technologies

zionali. Dal 2004 al 2008 è stato, inoltre, quasi azzerato il saldo negativo della spesa per la mobilità sanitaria. Peraltro tutti i nostri sondaggi indicano che la gente è soddisfatta». Non teme che con l’alleanza con l’Udc possano insorgere vedute discordanti su alcuni temi, come ad esempio il nucleare? «È uscita la Federazione della Sinistra dalla maggioranza e sono entrati Udc e Radicali. Si tratta di una “ricalibratura” dell’alleanza verso il centro. Non temo ci saranno scontri, ad esempio sul nucleare. Abbiamo le idee molto chiare. Il Piemonte ha sempre fi-

nanziato la ricerca sulla piccola fusione nucleare che potrebbe diventare la soluzione del futuro, ma siamo anche pronti a esplorare nuove ipotesi. Non siamo d’accordo sul nucleare proposto dal governo perché è costoso e perché non produce ricadute reddituali e occupazionali significative. E l’Udc è d’accordo su questo punto». Lavoro, impresa, famiglia sono i concetti cardine del suo programma. Quali sono i provvedimenti che intende promuovere? «Serve innanzitutto una legge che sostenga la famiglia tutelando in particolare i nuclei numerosi. Poi c’è l’impresa: siamo intervenuti sul sistema di garanzia del credito con azioni forti, che vanno mantenute e rese più fluide, visto il carattere emergenziale dei provvedimenti fino ad ora adottati. È necessario rendere più omogenea la garanzia del credito alle imprese, oltre a incentivare l’innovazione attraverso il coordinamento tra aziende e mondo della ricerca e dell’università». È in questo ambito che entrano in gioco i Poli di innovazione? «Sì, la Regione ha istituito 12 poli che favoriscono una collaborazione stretta sul fronte dell’innovazione tra imprese e mondo della ricerca. Quattro riguardano la green economy e le energie rinnovabili, mentre altri si riferiscono a settori più tradizionali: agroalimentare, tessile, meccanica, automotive, biotecnologie, Ict. Un’altra proposta concerne lo statuto del lavoro autonomo che parte dal presupposto PIEMONTE 2010 • DOSSIER • 25


VERSO LE REGIONALI

Nella pagina a fianco, in basso, una foto del cantiere della Tav Torino-Lione

che il segmento è in realtà costituito in larga percentuale da lavoratori para-dipendenti, i quali necessitano di essere supportati con le dovute garanzie e ammortizzatori». Si può affermare che il lavoro resti il fulcro della sua campagna? «Sì, è la preoccupazione principale dei piemontesi. Si sta registrando una timida ripresa, ma la situazione è ancora piuttosto critica. Al centro del programma c’è soprattutto la volontà di spronare i cittadini della regione a capire le proprie potenzialità, il proprio “talento”, aiutandoli a svilupparlo. E questo obiettivo è rivolto non solo ai giovani che devono completare l’iter formativo e costruirsi un percorso professionale, ma anche ai meno giovani, che necessitano di riqualificarsi, ri-tarando le proprie competenze sulla base di attitudini e patrimonio formativo, aggiornato e adattato all’evoluzione dei mercati. Sarà sempre più determinante mettere in contatto i piemontesi, nello specifico quello che sanno e che vogliono fare, con le opportunità esistenti, affiancandoli con strumenti quali micro-credito e prestiti sull’onore». Può indicarci tre progetti a breve, medio e lungo termine che punta a realizzare? «A breve, ci sono le iniziative sul lavoro, il programma talenti, lo statuto del lavoro autonomo e la razionalizzazione del credito. A medio 26 • DOSSIER • PIEMONTE 2010

La sanità in Piemonte funziona bene, la regione è quarta in Italia nell’analisi qualitativa compiuta dal ministero. Dal 2004 al 2008 è stato quasi azzerato il saldo negativo della spesa per la mobilità sanitaria

termine si collocano i temi dell’efficienza energetica, delle energie rinnovabili e del completamento della banda larga. Sul lungo termine, oltre alle istanze prima citate, va rimarcato il Fondo Futura che dovrebbe aiutare a esplorare traiettorie per lo sviluppo di domani, realizzando quel “Piemonte nuovo

da sempre” che è stato un obiettivo prioritario». Il Piemonte e la sfida sicurezza. Cosa si rende oggi più necessario? «È bene ricordare come questa materia sia di competenza totale del governo nazionale. Noi abbiamo investito 11 milioni di euro sulla sicurezza e in particolare sulla pre-


Mercedes Bresso

venzione, ma siamo pronti ad accettare la sfida: se ci vogliono passare, come accade in molte regioni europee all’interno di nazioni di impianto federale, la competenza in materia di gestione delle politiche migratorie e di sicurezza, le risorse e l’appalto delle forze dell’ordine, noi sapremmo fare meglio del governo centrale. Usando intelligenza e capacità, fermezza e cuore». Cosa si prefigge di ottenere da una possibile intesa con i vertici della Fiat? «È da più di un anno che il Piemonte, con le altre regioni in cui si

trovano i principali stabilimenti automobilistici, ha presentato un piano per la ricerca e sviluppo nell’automotive da almeno 900 milioni di euro, di cui un terzo proveniente dalle regioni, un terzo dallo Stato e un terzo dalle aziende del comparto. Un piano di cui non si è fatto più nulla. A questo punto, siamo disposti ad affrontare la questione con Fiat e le imprese regionali dell’automotive. Se la Fiat si impegna ad aumentare la produzione di auto in regione, noi siamo pronti a finanziare la ricerca affinché l’auto del futuro venga realiz-

zata proprio in Piemonte. Metteremo a disposizione la quota che si prevedeva di investire a livello nazionale, circa 50-60 milioni di euro». La questione Torino-Lione è ancora critica? Quali altri nodi andranno risolti sul fronte delle infrastrutture e dei trasporti? «La Tav è un falso problema: tutte le grandi forze politiche regionali e nazionali sono ormai d’accordo. Certo, sulle grandi opere s’incontra sempre una certa resistenza, ma oggi ci troviamo di fronte solo a piccoli focolai di rivolta sui sondaggi, regolarmente superati. Occorrono fermezza e attenzione da parte delle forze dell’ordine per non infiammare gli animi. È importante iniziare a finanziare l’opera insieme al nodo di Torino, essenziale per la funzionalità del progetto. Per quanto riguarda le altre infrastrutture, abbiamo fatto partire la gara per il collegamento fra Biella e le due autostrade: la Torino-Milano e la Voltri-Sempione. È stato sancito, inoltre, l’accordo con i Comuni per la tangenziale est di Torino. Altri investimenti riguarderanno opere di collegamento verso la Liguria e soprattutto il sistema ferroviario. Abbiamo fatto partire le gare, ma abbiamo chiesto al governo che ci conceda la gestione diretta dei nodi di trasporto, in modo da migliorare la qualità della rete e quindi del servizio». PIEMONTE 2010 • DOSSIER • 27


NOMINE

Laura Ravetto al collegamento tra governo e Parlamento Scuola. Lavoro. Sostegno all’impresa. Sono le priorità che il governo sta affrontando e affronterà nel prossimo futuro per uscire definitivamente dalla crisi. Lo spiega il neo sottosegretario con delega ai Rapporti con il Parlamento Laura Ravetto Francesca Druidi

fresca la nomina di Laura Ravetto a sottosegretario con delega ai Rapporti con il Parlamento. Con lei entrano nella squadra di governo, in qualità di sottosegretari, Guido Viceconte, Andrea Augello e Daniela Santanchè. Due donne, entrambe cuneesi. Una casualità o l’ennesima conferma della cultura del “fare” piemontese? «Sono grata – spiega la politica – di aver ricevuto per vent’anni un’educazione professionale in Lombardia, ma al contempo di possedere la radice valoriale che deriva dalla cultura della mia regione di origine». Fino alla recente nomina, Laura Ravetto ha ricoperto l’incarico di presidente della delegazione italiana presso l’assemblea parlamentare della Cei (Central European Initiative). «Un ruolo incompatibile con la carica attuale, ma che mi porto dentro come un’esperienza importante, che mi ha permesso di essere a contatto con paesi europei dove è forte la pre-

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senza imprenditoriale italiana, potendo così comprendere le esigenze di queste realtà». Con quale approccio si è avvicinata a questa nuova sfida? «Affronto questo nuovo incarico con un elevatissimo senso di responsabilità. Agirò nell’ambito di un Ministero che di fatto rappresenta il punto di collegamento tra il governo e i due rami del Parlamento. Si tratta, quindi, di un ruolo denso di responsabilità e delicatezza istituzionale. Ho, inoltre, la grande fortuna di lavorare con un ministro, Elio Vito, che è stato il mio capogruppo nella precedente legislatura e che è uno dei più preparati in ambito politico e in tema di regolamenti e prassi parlamentari. Questo incarico si traduce per me nell’occasione di operare una crescita sostanziale, affrontando un eccezionale trasferimento di conoscenze. In questi primi giorni di attività, sia in Commissione che in Aula, mi sento in parte avvantaggiata dalla

Laura Ravetto, deputata nel 2006 e nel 2008 nelle fila prima di Forza Italia e poi del Pdl, è stata nominata sottosegretario con delega ai Rapporti con il parlamento


Laura Ravetto

L’obiettivo primario che questo governo persegue è la gestione delle emergenze del Paese e l’attuazione delle riforme di cui necessita. Questo si sta dimostrando il governo dell’agire

mia formazione giuridica». Quali ritiene siano le priorità per la politica italiana? «L’obiettivo primario che questo governo persegue è la gestione delle emergenze del Paese e l’attuazione delle riforme di cui necessita. Questo si sta dimostrando il governo dell’agire. Credo pertanto che si debba continuare su questa strada». Cosa serve al Paese per compiere

un effettivo rilancio, soprattutto in campo economico? «Serviva esattamente ciò che il governo ha fatto. Il governo Berlusconi è riuscito a limitare gli effetti di una crisi che ha devastato l’economia mondiale e inciso in maniera decisamente più violenta in altri paesi. Per fronteggiare tale scenario, ha posto in essere misure necessarie alla tutela sociale, puntando nello specifico a interventi finalizzati alla conservazione del lavoro. Ciò sta consentendo all’Italia di uscire dalla crisi prima e meglio di altri stati europei. Passo importante per una ripresa culturale dell’Italia consiste nel rilancio del merito. È un’espressione che tutti pronunciano, ma io ritengo che la meritocrazia rappresenti concretamente la chiave con cui liberare il Paese da situazioni di ostacolo allo sviluppo e all’accesso al lavoro dei giovani e delle donne». A livello sociale, in quali ambiti secondo lei è oggi più necessario

intervenire? «Le riforme scolastiche, dove sta operando ottimamente il ministro Gelmini. Penso che dalla formazione, dalla scuola, si basi l’organizzazione di un Paese. Da una parte va perorata la cultura del merito, dall’altra la parità di accesso all’istruzione, sostenendo chi ha le qualità ma si trova svantaggiato a causa di ragioni economiche o personali. Aree cruciali restano la tutela sociale, il lavoro e l’attenzione al sistema imprenditoriale, ponendo riguardo sia ai grandi gruppi che alla piccola e media impresa, che tanto ci ha sostenuto e che continua tuttora a sostenerci anche nei periodi economici di difficoltà». Si può parlare ancora di un modello Piemonte nel sistema italiano? «Si può parlare innanzitutto di un modello Italia perché la capacità degli italiani di perseguire i propri obiettivi è unica in tutto il mondo. PIEMONTE 2010 • DOSSIER • 45


NOMINE

La meritocrazia rappresenta la chiave con cui liberare il Paese da situazioni di ostacolo allo sviluppo e all’accesso al lavoro dei giovani e delle donne

Quando gli italiani sono all’estero e piemontesi, che vanno avanti, ragoperano in determinate condizioni, emergono sempre e comunque come delle eccellenze. Se, quindi, si riuscisse a sburocratizzare il Paese, liberandolo da certi lacci, l’imprenditoria, la personalità e la cultura italiane potrebbero imporsi ad alto livello con una certa continuità. Il modello Piemonte, a mio avviso, è incarnato dall’educazione al lavoro silenzioso dei 46 • DOSSIER • PIEMONTE 2010

giungono i propri scopi e non ci tengono che la cosa venga comunicata all’esterno. Lo fanno, come dicono gli anglosassoni, con un estremo low profile. Sono grata di aver ricevuto per vent’anni un’educazione professionale in Lombardia, ma al contempo di possedere la radice valoriale che deriva dalla cultura della mia regione di origine».

Il Pdl sembra puntare molto sulle donne. Crede siano stati fatti passi in avanti verso una più concreta parità dei sessi in politica? «Se si continuerà a coltivare la cultura del merito, non ci sarà più nemmeno bisogno di porsi il problema dell’accesso femminile ai ruoli chiave in politica e nella società. Introducendo il criterio meritocratico, le donne raggiungeranno necessariamente determinati livelli e professioni. Credo che in Italia, grazie anche alle politiche di questo governo, registriamo una situazione in crescita in questo senso. Bisogna però ancora insistere su certi temi: la parità retributiva tra uomini e donne nello stesso livello professionale e la conciliazione tra l’essere madre e lavoratrice. Conta anche l’aspetto culturale, e in questa direzione il presidente dà l’esempio in modo netto. Con l’ingresso mio e di Daniela Santanchè nel governo, il 50% dei sottosegretari è donna. La partita resta, però, quella del merito: le donne arrivano se vengono applicati i criteri meritocratici. Senza creare quote oppure generando resistenze nei confronti dell’universo maschile. E soprattutto senza creare vittimismi».



IN PRIMA LINEA

avoriamo fianco a fianco con il territorio e con le sue grandi risorse che meritano sicuramente di essere valorizzate». Gianna Gancia, a poco più di sei mesi dalla sua elezione a presidente della provincia di Cuneo, scandisce i traguardi raggiunti su investimenti in infrastrutture, razionalizzazione della spesa publica, valorizzazione delle risorse territoriali, lotta agli sprechi. Cosciente del periodo difficile sotto il profilo economico fa proprie le richieste delle imprese «di meno burocrazia» e quelle delle famiglie che chiedono «certezze e politiche che semplifichino la vita quotidiana». E al prossimo governatore regionale chiede «che si rapporti alla Granda come a una realtà importante che non chiede altro che ciò che le spetta». Da quando è diventata presidente della Provincia quali sono i progetti che ha messo in atto? «Ho lavorato nel solco dell’amministrazione prima presieduta dall’onorevole Raffaele Costa: abbiamo cercato di contenere le spese correnti a vantaggio degli investimenti, un atto dovuto in tempi che sono di crisi per le finanze pubbliche e per quelle private. Cercando di eliminare il superfluo e l’inutile, continuando, anche in questo caso, la lotta agli sprechi efficacemente avviata da Costa che aveva già chiuso sei società partecipate. Noi stiamo andando avanti, evitando che inutili carrozzoni pesino sulle tasche dei contribuenti». E quali gli interventi di cui la sua provincia ha bisogno oggi? «Una provincia come quella di Cuneo

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Nel solco di una buona amministrazione ha bisogno di tanto. Ma, prima an- Pragmatismo e attenzione cora, vorrei ricordare che è una terra al territorio. Perchè in tempi che ha dato tanto senza sempre ricevere altrettanto. Abbiamo oltre 3.500 di crisi economica per poter km di strade, 80 edifici per 70 scuole programmare il futuro è superiori. Lascio a lei la valutazione importante partire dalle dei costi della sola manutenzione. Abbiamo, io credo, fatto un piccolo mi- esigenze di imprese e racolo, riuscendo ad approvare un famiglie. È così per piano triennale che prevede opere per Gianna Gancia, presidente circa 80 milioni di euro nel 2010. Personalmente, poi, il mio impegno è della Provincia di Cuneo quotidiano per quelle grandi infra- Concetta S. Gaggiano strutture che ancora mancano: l’autostrada Asti-Cuneo da completare, l’appalto del tunnel di Tenda da portare avanti, tutte opere che la nostra Comunità aspetta da troppo tempo». Vista la particolare congiuntura economica, quali sono le richieste delle imprese? «Le imprese chiedono meno burocrazia e più collegamenti stradali: è una sfida che mi sento di raccogliere. Perfoto Gianna Gancia, presidente ché è non solo giusta, ma sacrosanta». Nella della provincia di Cuneo; nella pagina a fianco, E cosa chiedono le famiglie? il consiglio provinciale di Cuneo


Gianna Gancia

«Le famiglie chiedono certezze e politiche che semplifichino la vita quotidiana, alleggerendo il peso della pubblica amministrazione, avvicinando le istituzioni a quelle che sono le loro reali esigenze. Cerchiamo di essere aperti al dialogo giorno per giorno, concretamente». Promozione territoriale, ambiente e politiche sociali. Quali sono le strategie della Provincia a riguardo? «Lavoriamo fianco a fianco con il territorio e con le sue grandi risorse che meritano sicuramente di essere valorizzate: penso ai comprensori sciistici, a quelli più famosi di Limone Piemonte e del Mondolè, ma anche a quelli minori, così come alle Langhe e al Roero piuttosto che all’enogastronomia. Tutti aspetti vincenti, che ci hanno consentito di registrare flussi turistici in aumento anche nel 2009. Per l’ambiente, abbiamo un territorio che sicuramente va preservato, nel

buon senso: da questo punto di vista, la candidatura delle Langhe e del Roero a patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco può essere una carta vincente. Sulle politiche sociali, molto stiamo facendo in accordo con i sindacati, per esempio, nel consentire l’anticipo della cassa integrazione straordinaria». Viabilità. Quali sono le emergenze da affrontare con urgenza? «Sicuramente il completamento dell’Autostrada Asti-Cuneo: il nostro è uno dei pochi capoluoghi di provincia ancora non collegato alla rete autostradale nazionale. Questo è l’obiettivo numero uno, insieme all’avvio dei lavori per il Tenda bis, un tunnel transfrontaliero che unisce basso Piemonte, Ponente ligure e Costa Azzurra per cui le procedure d’appalto sono in corso». La Granda ha subito una politica fortemente Torinocentrica. Cosa chiederete al prossimo go-

vernatore della Regione? «Che si rapporti alla nostra Provincia Granda non come alla periferia dell’Impero, com’è stato fino a oggi, ma come a una realtà importante, fatta di oltre 200 mila famiglie e 80 mila imprese che non chiedono altro che ciò che spetta loro». Lei ha chiesto che la Provincia di Cuneo diventi una provincia autonoma. Perché questa richiesta e cosa cambierebbe in concreto per i cittadini? «Quella delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome è una condizione di privilegio ingiustificato e antistorico. Non siamo nel secondo Dopoguerra: sono passati quasi settant’anni. Non posso accettare che le aziende e le famiglie della mia provincia godano di una cittadinanza di serie B rispetto alla Valle d’Aosta. È un problema di civiltà. E di pari cittadinanza». PIEMONTE 2010 • DOSSIER • 49





GIANFRANCO CARBONATO

NICOLETTA MIROGLIO

Presidente dell’Unione Industriale di Torino

Presidente di Confindustria Cuneo

CONFINDUSTRIA ASTI

CONFINDUSTRIA BIELLA

Promuovere la cultura della sicurezza

Progetto Navaltex 1.0


CONFINDUSTRIA

Ricerca e formazione avanti con fiducia imprenditoria di Torino e la sua vocazione industriale. Tosm 2010, Expo 2015 come occasioni per valorizzare tutte le eccellenze del territorio del territorio piemontese, creare nuove aree di business e conquistare nuovi mercati. «Le azioni che in concreto possono essere avviate subito riguardano la ricerca e l’innovazione, i percorsi di internazionalizzazione, in particolare sui mercati emergenti, e l’alta formazione manageriale». Gianfranco Carbonato Presidente dell’Unione Industriale di Torino analizza la realtà imprenditoriale torinese, la sua propensione all’export e all’innovazione mantenendo vivo il dialogo con le università e i centri di ricerca. Torino e Milano, capitali dell’industria e della finanza. Quale è l’importanza della sinergia tra queste due aree e quali sono le strategie per potenziarla? «La sinergia fra Milano e Torino è importantissima per entrambe; sono, infatti, due realtà che possiedono elementi comuni, ma che hanno anche significative differenze. Tale circostanza rende possibili sinergie fra i due sistemi. L’Unione Industriale di Torino e Assolombarda, insieme alle locali Camere di Commercio, hanno siglato un’intesa per rafforzare la competitività dei due sistemi economici. Un’operazione ambiziosa che necessita, oltre che della capacità di proposta e di azione degli imprenditori, anche del supporto delle istituzioni locali e del governo». “Lasciare da parte i localismi”. L’Unione industriale di Torino come sostiene le imprese nel loro processo di internazionalizzazione? «La nostra industria possiede una spiccata propensione all’export con circa un terzo del proprio fatturato destinato oltre confine. Oggi oltre il 60% degli attuali flussi si dirige verso il mercato

L’

78 • DOSSIER • PIEMONTE 2010

«L’orientamento all’innovazione è nel Dna della nostra cultura imprenditoriale e, con esso, il dialogo con i soggetti accademici e del mondo della ricerca». Lo sostiene Gianfranco Carbonato, presidente dell’Unione degli industriali di Torino Renata Gualtieri

Gianfranco Carbonato, presidente dell’Unione Industriale di Torino. Nella pagina a fianco, la sede dell’Associazione


L’impegno degli industriali

Per l’industria torinese, con la sua vocazione tecnologica, i rapporti con il mondo scientifico e accademico sono una tradizione che si rinnova sempre

comunitario mentre nei confronti dei BRIC ( Brasile, Russia, India e Cina ) il grado di penetrazione è ancora molto contenuto. Dobbiamo ribaltare tale situazione perché questi Paesi sono il nuovo motore dell’economia mondiale. Cina ed India rappresentano i nuovi indiscussi protagonisti dello sviluppo dell’economia a livello mondiale. Su obiettivi di questa portata la Regione deve svolgere un ruolo di coordinamento, sia nei

confronti degli organismi locali sia di quelli nazionali, in particolare con il Ministero degli Esteri. In concreto servono competenze e risorse per arrivare a proporre un piano operativo di attività, nel quale siano individuati i mercati da “aggredire” e i settori da promuovere, ricordando sempre che più del 90% dell’export è assicurato dall’industria manifatturiera». Qual è il vostro impegno per migliorare le occasioni di scambio tra università e imprese e sostenere lo sviluppo di nuove idee e imprese high-tech? «Il panorama delle azioni è molto ampio e spazia dalle iniziative di orientamento rivolte ai giovani, alle collaborazioni con le imprese e i dipartimenti scientifici dell’Ateneo torinese, soprattutto del Politecnico, le partnership con i poli di innovazione, ove operano anche i centri di ricerca pubblici e privati, per arrivare, più nello specifico, al sostegno

22% ACQUISTI

La spesa delle famiglie dei paesi emergenti Brasile, Russia, India e Cina sul totale mondiale

PIEMONTE 2010 • DOSSIER • 79


CONFINDUSTRIA

Expo 2015 è una vetrina di tutte le eccellenze dei nostri territori nonché evento di grande rilevanza dal punto di vista organizzativo e finanziario

delle attività degli incubatori d’impresa. Per l’industria torinese, con la sua vocazione tecnologica, i rapporti con il mondo scientifico e accademico sono una tradizione che si rinnova costantemente, anche in questi ultimi anni con la Facoltà di ingegneria dell’auto e quella di Design industriale così come con To Wireless, uno spin off del dipartimento di informatica del Politecnico. L’orientamento all’innovazione è nel Dna della nostra cultura imprenditoriale e con esso il dialogo, il confronto, la collaborazione con i soggetti accademici e del mondo della ricerca. E credo questo sia uno dei principali punti di forza della nostra industria e del nostro territorio». TOSM 2010. Come s’inserisce in questo intento di trasferimento tecnologico tra mondo industriale e della ricerca? «Il ruolo dell’Ict, cui il Torino Software Meeting intende dare visibilità, è di supporto alle imprese industriali, manifatturiere, soprattutto di dimensione media e piccola. Le tecnologie informatiche offrono, infatti, strumenti gestionali e di controllo che consentono alle aziende industriali di fare saving, di eliminare cioè errori e sprechi, recuperando competitività. L’impostazione del salone è una conferma in tal senso, perché si rivolge agli operatori economici e privilegia i rapporti commerciali “one to one” puntando a coinvolgere settori ancora poco coinvolti, nuove aree di business e spazi sui mercati più promettenti. Accanto a questa natura prevalente, orientata agli affari, Tosm offre anche uno sguardo sull’attualità e sulle 80 • DOSSIER • PIEMONTE 2010

prospettive delle applicazioni informatiche; dalla green economy, all’infomobilità, al digitale. Tosm intende consolidare il proprio ruolo ponendosi come appuntamento di riferimento a livello italiano, potenziando nel contempo l’attenzione per i mercati esteri». Expo 2015 sarà un’occasione importantissima per tutto il Paese. Come vis tate preparando a questa sfida? «Expo 2015 è una grande opportunità e, in realtà, è anche il primo punto della collaborazione con Milano. L’esposizione internazionale è una vetrina di tutte le eccellenze dei nostri territori nonché evento di grande rilevanza dal punto di vista organizzativo e finanziario, in grado di produrre, se ben gestito, ricadute molto significative. L’indu-


L’impegno degli industriali

PROMUOVERE LA CULTURA DELLA SICUREZZA impegno dell’Unione Industriale di Asti nella promozione della salute fisica e mentale nei luoghi di lavoro delle aziende associate ha portato all’organizzazione di un nuovo percorso formativo rivolto ai datori di lavoro, dirigenti preposti e Rssp. L’Unione ha deciso di puntare decisamente sulla formazione per far crescere le aziende in sicurezza e ha scelto la gratuità dell’iniziativa quale elemento per incentivare al massimo l’adesione e la partecipazione. Grazie a un accordo con l’Asl astigiana, ha preso il via una serie di seminari di studio su varie tematiche relative al nuovo testo unico sulla sicurezza recentemente modificato dal D.Lgs 106/09. La pluriennale esperienza qualificata dei tecnici della Spresal, scelti quali formatori per l’iniziativa avviata, ha consentito all’Unione in collaborazione con il gruppo servizi di mettere in atto un’azione efficace per prevenire infortuni e malattie professionali e diffondere la cultura della sicurezza. Gli incontri hanno riguardato la sicurezza negli appalti e nei cantieri temporanei e mobili all’interno delle aziende, la valutazione economica delle attività lavorative, la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, la protezione dalle sostanze pericolose, le nuove attrezzature di lavoro per utilizzatori e costruttori, la sorveglianza sanitaria e i nuovi compiti del medico competente sull’accertamento di tossicodipendenza e alcol dipendenza, le malattie emergenti e la valutazione del rischio da stress lavorocorrelato.

L’

stria torinese, forte anche della positiva esperienza maturata con le Olimpiadi 2006 è disponibile a dare il proprio contributo, nel quadro di una collaborazione organica tra pubblico e privato attraverso il progetto Piemonte 2015. L’obiettivo è sfruttare al meglio questa preziosa occasione attraverso una valorizzazione di tutti i nostri settori di punta». Quale è la rilevanza della realizzazione della nuova linea ad alta velocità Torino Lione per le imprese locali? «Credo vada innanzitutto detto che l’alta velocità è per l’Italia un’opera di importanza prioritaria. In particolare, la tratta Torino-Lione costituisce un elemento fondamentale per l’integrazione con i grandi assi di mobilità europea. Per il Piemonte

60% EXPORT

La percentuale delle esportazioni che si dirige verso i mercati comunitari

quest’opera assume un rilievo particolare per la modernizzazione delle piattaforme logistiche e delle reti di trasporto. Non vi è dubbio che l’entità dell’opera e la sua durata costituiscano anche un’opportunità economica di rilievo, utile ad accelerare l’uscita dalla crisi. In tal senso va peraltro osservato che in Piemonte la necessità di interventi infrastrutturali grandi e piccoli è ampiamente condivisa da tutte le forze politiche e sociali, ma la loro realizzazione risulta spesso bloccata da lentezze burocratiche, ritardi negli adempimenti, nonché da carenza di risorse finanziarie. Mi riferisco in particolare a interventi localizzati sul territorio regionali immediatamente cantierabili che, se realizzati, potrebbero contribuire, e non poco, a rimettere in moto l’economia e l’occupazione». PIEMONTE 2010 • DOSSIER • 81


CONFINDUSTRIA

Innovazione e nuovi mercati per le imprese cuneesi «L’obiettivo è rafforzare la competitività delle nostre imprese nello scenario internazionale». La presidente di Confindustria Cuneo Nicoletta Miroglio si interroga sul futuro delle imprese del territorio e sulle strategie di sviluppo Renata Gualtieri

a crisi economica ha cambiato gli scenari politici ed economici e il baricentro della crescita si è spostato geograficamente verso Paesi emergenti che offrono la fetta più ampia del Pil globale. L’avanzamento tecnologico e l’ingresso di nuovi concorrenti agguerriti impongono alle aziende di puntare sempre più su cambiamenti di prodotti e processi per rafforzare le quote di mercato. «Ciò richiede un ambiente favorevole sotto molti aspetti: attrarre talenti, riallocare rapidamente le risorse dai settori e dalle imprese spiazzati dalla crisi formare con-

L

82 • DOSSIER • PIEMONTE 2010

tinuamente i lavoratori, stringere la collaborazione tra le imprese e i centri, anche non universitari, che svolgono ricerca». La presidente di Confindustria Cuneo Nicoletta Miroglio illustra le potenzialità delle imprese cuneesi di concretizzare queste opportunità e trasformarle in aumenti di fatturato, posti di lavoro e retribuzioni. Qual è a oggi l’importanza della salvaguardia del made in Italy nelle nuove tendenze di mercato? «La tutela del made in Italy rimane un obiettivo prioritario del governo italiano. Lo stesso ministro Scajola, in un’intervista recente, ha sottolineato come il governo tenterà di difendere con ogni mezzo possibile la nostra industria presso le istituzioni europee e internazionali. La tendenza è di eliminare i dazi in entrata di alcune materie prime fondamentali per garantire alla nostra industria manifatturiera approvvigionamenti a minor costo e di conseguenza poter offrire prodotti a miglior prezzo sui mercati internazionali. L’obiettivo è di rafforzare la competitività delle nostre imprese nello scenario internazionale. Dall’altra parte continua la lotta contro le misure anti-dumping che da sempre penalizzano le nostre eccellenze produttive sui mercati esteri».

A sinistra, Nicoletta Miroglio, presidente di Confindustria Cuneo


L’impegno degli industriali

PROGETTO NAVALTEX 1.0 avaltex è un progetto ambizioso che per la prima volta mette in connessione diretta le imprese del settore tessile con quello navale. Il progetto nasce dalla perfetta sinergia fra l’Unione Industriale Biellese e il Registro italiano navale, che hanno dato vita a una proficua collaborazione fra i due settori. Il gruppo di lavoro ha già sottoposto una prima proposta al ministero per lo Sviluppo economico nell’ambito del bando Nuove tecnologie per il made in Italy del Piano industria 2015. A luglio il progetto è stato ammesso alla fase di valutazione finale, quindi nel dicembre scorso è stato presentato nella stesura definitiva. Come traspare dallo stesso termine Navaltex, il cuore del progetto è l'elaborazione di un’agenda strategica di innovazione comune ai due settori che conta su 12 soggetti aderenti per un investimento di 9,4 milioni di euro. Il progetto è il risultato di un tavolo di lavoro che ha individuato 4 temi in cui l’innovazione nella costruzione navale passa attraverso prodotti high tech del settore tessile: dagli arredi di bordo ai componenti della struttura dello yacht, dagli indumenti di protezione termiche ai tessuti con proprietà ignifughe o di protezione balistica.

N

50% IMPRESE

La percentuale degli associati di Confindustria Cuneo che fanno parte del settore meccanica, agroalimentare ed edile

Strategie di sviluppo e innovazione. Ci sono casi di imprese altamente innovative nella provincia di Cuneo? «L’innovazione e la ricerca sono elementi necessari per garantire la competitività delle imprese sui mercati, e in particolare quelli internazionali. L’innovazione nelle imprese non può essere improvvisata ma va pianificata e costituisce parte integrante dello sviluppo e delle strategie aziendali. Nella nostra provincia, i settori più innovativi sono la meccanica, l’industria agroalimentare e l’edilizia che rappresentano oltre il 50% delle imprese associate a Confindustria Cuneo. Un contributo significativo viene fornito dal settore terziario attraverso l’adozione di servizi e tecnologie evolutive». La Regione Piemonte ha pubblicato il bando transnazionale Manunet 2010 per progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale. Confindustria Cuneo appoggia e promuove questa e altre iniziative a sostegno della ricerca? «La nostra associazione promuove e comunica presso gli associati le opportunità di agevolazione per la ricerca, in eventuale collaborazione con centri di ricerca locali. Inoltre nostro personale in-

terno qualificato accompagna le imprese nelle procedure per la partecipazione a bandi regionali e nazionali. Il nostro obiettivo è aiutare anche le aziende di dimensioni più piccole a districarsi tra le diverse opportunità agevolative». Qual è il rapporto tra istituti di credito e imprese per la crescita dell’economia locale? «Il nostro ruolo è quello di ascoltare le imprese e valutare insieme a loro progetti (in questo momento c’è ne sono molti rivolti alle energie rinnovabili), necessità e anche criticità. Siamo mediatori e promotori delle iniziative che necessitano di sostegno finanziario da parte delle banche». PIEMONTE 2010 • DOSSIER • 83


IMPIANTI TERMICI

Risparmio energetico ad alto rendimento La tecnologia ha fatto enormi passi anche per quanto riguarda gli impianti termici che, a fronte di una maggiore efficienza, rispettano l’ambiente e consentono un risparmio anche dal punto di vista energetico. Mauro Zerlia, direttore generale di Te-Sa. illustra le novità in campo termico Nicola Rossi

a sicurezza di un impianto di riscaldamento o di un impianto termico è di estrema importanza. Vivere o lavorare in un ambiente sano, adeguatamente riscaldato d’inverno e rinfrescato d’estate costituisce la condizione ideale per il benessere di ogni individuo. Nel corso degli anni, anche grazie all’avvento di nuove tecnologie, sono cambiati i sistemi e gli impianti termici per garantire il massimo comfort. Le installazioni, le riparazioni e le modifiche agli impianti devono essere eseguiti obbligatoriamente dal personale tecnico abilitato come disposto dalla legge n. 46 del 1990. Il tecnico infatti deve rilasciare una dichiarazione di conformità che consente di avere la certezza che il proprio impianto sia a norma. Inoltre la legge n. 10 del 1991 regola molti aspetti dell’impianto termico tra cui la compilazione di un libretto di centrale per gli impianti centralizzati e un libretto di impianto per quelli autonomi. «Negli ultimi tre anni abbiamo inserito la contabilizzazione del calore - racconta Mauro Zerlia, direttore generale e responsabile commerciale di Te-Sa Termosanitaria - un sistema tecnologico che, ad esempio nei condomini, grazie a un impianto centra-

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84 • DOSSIER • PIEMONTE 2010

lizzato permette di regolare autonomamente la temperatura di ogni singola unità abitativa per garantire il massimo comfort personalizzato e per suddividere la spesa secondo i reali consumi». Con la contabilizzazione si ottiene un risparmio di combustibile compreso tra il 10% e il 30% all’anno, e si contribuisce alla salvaguardia dell’ambiente, abbattendo in elevata percentuale l’emissione di gas inquinanti. Un altro aspetto di cui tener conto è infatti quello che riguarda la legge sul risparmio energetico. I costruttori di caldaie, per aumentarne il rendimento, hanno dovuto di-

In questa pagina, interno ed esterno di Te-sa Termosanitaria. L’azienda ha sede a Borgomanero. Nella pagina accanto, in alto, Sandra, Mauro e Paola Zerlia proprietari di Te-Sa. In ultima pagina, alcuni impianti della ditta e, sotto, particolare di un prodotto www.te-sa.com


Sicurezza e rendimento

minuire la temperatura di scarico dei fumi. Con la norma UNI-CIG 7129/72, la dimensione dei camini era stata calcolata per temperature dei fumi intorno ai 300-350°C, tipica delle caldaie costruite negli anni '60. Si è quindi reso necessario rivedere le norme per tener conto della diminuita temperatura dei fumi di scarico scesa da 300°C ai 60 160°C delle nuove caldaie a risparmio energetico e ad alto rendimento. Nella nuova norma UNI-CIG 7129/92, si è dovuto ricalcolare la dimensione delle sezioni dei camini, raddoppiandole, per tener conto del minor tiraggio dovuto al salto di temperatura dei fumi di scarico. Le tecnologie innovative sono quindi state improntate per la salvaguardia dell’ambiente cercando di eliminare al minimo le emissioni. «Questo è quanto ci chiede il mercato – prosegue Mauro Zerlia - ed ecco

Un sistema tecnologico permette di regolare autonomamente la temperatura per garantire il massimo comfort e per suddividere la spesa secondo i reali consumi

perché il 70% del nostro fatturato è costituito proprio da articoli ad alta tecnologia, mentre il restante 30% è costituito da valvole termostatiche che governano i tradizionali termosifoni, divenuti nel tempo sempre più oggetto di arredamento prima ancora di essere elemento scaldante. Purtroppo sono questi ultimi articoli a subire maggiormente la concorrenza di produzioni economiche». Il risparmio di energia e il rispetto dell’ambiente quindi sono due fattori strettamente legati a cui le aziende produttrici fanno riferimento sia per rispondere ai parametri fissati dalla legge ma anche per offrire ai propri clienti tecnologie di avanguardia a basso impatto ambientale. Nelle moderne abitazioni si è quasi del tutto abbandonata l’installazione dei tradizionali termosifoni preferendo i più efficienti e meno invasivi pannelli radianti, ovvero sistemi di riscaldamento che utilizzano il calore proveniente da tubazioni collocate dietro le superfici dell'ambiente da riscaldare. Ne esistono di tre tipi: a pavimento, a parete e a soffitto. «La maggior parte dei nostri investimenti in questi ultimi anni è stata quindi indirizzata verso sistemi a pannelli radianti. Non con l’obiettivo di aumentare nu- PIEMONTE 2010 • DOSSIER • 85


IMPIANTI TERMICI

mericamente la produzione, bensì per garan- passato. Ciò non toglie però che la manutire a ogni singolo pezzo una eccellenza qualitativa che le certificazioni internazionali ottenute ci riconoscono». Anche dal punto di vista della sicurezza e della manutenzione i nuovi impianti presentano sicuramente più vantaggi. Le moderne tecnologie consentono una maggiore garanzia e in fatto di manutenzione minori costi di gestione rispetto al

Negli ultimi tre anni abbiamo inserito la contabilizzazione del calore che permette di regolare autonomamente la temperatura di ogni singola unità abitativa

tenzione non va sottovalutata e occorre fare molta attenzione quando si decide di sostituire una vecchia caldaia con una nuova apparentemente intercambiabile. Se i due apparecchi non hanno la stessa temperatura dei fumi di scarico, non sono intercambiabili ed occorre rivedere il camino, oppure sostituirlo con un sistema caldaia, ventilatore, condotto di scarico, rendendo necessario l'intervento di un progettista. A fine marzo ci sarà una importante fiera internazionale a Milano, Mostra Convegno Expocomfort, occasione per presentare alla clientela i traguardi raggiunti in questi ultimi due anni nell’ambito del risparmio energetico. Obiettivo strategico della produzione Te-Sa., proprio guardando al risparmio energetico il laboratorio Ricerca & Sviluppo è impegnato nella progettazione e realizzazione di articoli e sistemi che assicurano il massimo comfort al minimo costo di gestione ed offrono prestazioni eccellenti che rispettano l’ambiente. «Non abbiamo timore di guardare al futuro con ottimismo – conclude Zerlia – perché siamo consapevoli della forza di un prodotto di qualità e di una struttura aziendale in grado di soddisfare anche il cliente più esigente».



RISARCIRE IL DANNO

Crac Parmalat la strada è lunga S

ono oltre 32 mila gli obbligazionisti che dopo il crac di Parmalat si trovarono in mano titoli senza valore. Riuniti nel Comitato Parmalat Bond clienti San Paolo Il processo Parmalat continua Imi, sono rappresentati dall’avvocato Carlo Fesia a Parma, dove gli imputati derico Grosso, che nel processo in corso a Mieccellenti devono rispondere anche lano ha chiesto un risarcimento danni a titolo di di bancarotta fraudolenta, sia a provvisionale di 141 milioni di euro, per un Milano, dove si cerca di ottenere danno complessivo, quantificato dalla parte civile in 352 milioni di euro. Il legale ha chiesto il risarcimento dei risparmiatori. che a rispondere in solido del risarcimento siano L’avvocato Carlo Federico Grosso gli otto imputati tra cui l’ex patron del gruppo illustra le mosse a difesa del comitato Callisto Tanzi e Bank of America. Il danno ai risparmiatori secondo Grosso è stato causato «dalle che rappresenta menzogne continuate e progressive del Gruppo». Nicolò Mulas Marcello Di questo danno l’avvocato ha richiesto una liquidazione a titolo di provvisionale pari al 40%, di cui il 30% per danni morali e il 10% per Nella foto, l’avvocato Carlo Federico Grosso, docente di Diritto penale all’Università di Torino danni patrimoniali. «Le dichiarazioni mendaci della società – continua Grosso – hanno avuto l'effetto di tenerla in vita mentre le obbligazioni perdevano valore e i risparmiatori acquistavano e non vendevano». In primo grado i giudici non avevano accolto la sua richiesta di risarcimento. Per quale motivo? «I giudici hanno sostenuto che non avevano gli strumenti per definire il danno effettivamente subito da ciascuno degli obbligazionisti. Nei motivi di appello io avevo obbiettato che non avevo chiesto la liquidazione integrale del danno, ma una provvisionale che riguardava i danni morali, in una percentuale che avrebbe potuto essere comunque concessa. Vediamo che cosa deciderà fra poche settimane la Corte di Appello di Milano, che sta concludendo il processo di secondo grado». Oltre 31 mila risparmiatori hanno revocato la costituzione di parte civile nei confronti di Bank of America, perché stanno per andare in porto gli accordi di transazione raggiunti con l'istituto di credito statunitense. «La revoca delle costituzioni di parte civile non è stata ancora fatta, ma sta per essere perfezionata

162 • DOSSIER • PIEMONTE 2010


Carlo Federico Grosso

dagli obbligazionisti che hanno accettato la transazione. Secondo gli accordi, infatti, gli obbligazionisti si erano impegnati a revocare la costituzione di parte civile quando fosse stato loro saldato l’importo concordato. I pagamenti sono stati effettuati, e quindi sicuramente prima della chiusura del processo d’appello vi sarà la revoca». Finora quanto hanno recuperato dalle banche coinvolte i risparmiatori? «Non sono in grado di indicare a memoria la cifra complessiva esatta. Si tratta comunque di una cifra elevata. Gli obbligazionisti che io rappresento hanno stipulato transazioni con la società di revisione Deloitte&Touche, nonché con sei banche coinvolte nei diversi filoni di processi Parmalat. Complessivamente con tali transazioni sono riusciti a recuperare oltre il 25% del valore nominale dei titoli acquistati, il cui valore era andato in origine interamente perduto. Si badi che il 25% del valore nominale porta l’ammontare recuperato, mediamente, da ciascun obbligazionista costituito parte civile a livelli ap-

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Quando sono iniziati i processi non avrei mai pensato che i miei clienti sarebbero riusciti a recuperare una cifra così elevata

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In alto, da sinistra, il Tribunale di Parma e il Palazzo di Giustizia di Milano; qui sotto, Callisto Tanzi in aula durante il processo con l’avvocato Filippo sgubbi

2010 PIEMONTE • DOSSIER • 163


RISARCIRE IL DANNO

Sopra, gli stabilimenti della Parmalat a Collecchio (Pr)

prezzabili, poiché occorre considerare che circa il 50% del capitale perduto, quantomeno per i risparmiatori piccoli, era già stato recuperato al momento del concambio delle obbligazioni con azioni Parmalat». Lei ha dichiarato che gli istituti finanziari e gli intermediari che hanno fatto acquistare le obbligazioni ai cittadini possono essere considerati come concausatori del danno, anche se ciò non esclude che causa principale debba essere considerata la condotta distruttiva o fraudolenta del Gruppo Parmalat. È così? «Ho detto una cosa in parte diversa. Alcuni difensori degli imputati, nel corso dell’istruttoria dibattimentale del primo processo milanese per aggiotaggio, avevano ripetutamente sostenuto che una delle cause del danno subito dagli obbligazionisti era individuabile nella circostanza che numerosi istituti bancari avevano convinto i loro clienti ad acquistare le obbligazioni Parmalat. Muovendo da questo rilievo, che non aveva comunque potuto essere valutato nel processo in quanto nessuna banca era stata imputata

164 • DOSSIER • PIEMONTE 2010

per avere indotto i propri clienti ad acquistare le obbligazioni Parmalat, avevo sostenuto che, in ogni caso, anche se si fosse dovuto riconoscere che le banche che avevano piazzato le obbligazioni avevano posto in essere una concausa del danno subito dai loro clienti, ciò non poteva comunque escludere la rilevanza causale delle condotte addebitate agli imputati: le frodi, le mendaci comunicazioni dirette a ingannare il mercato, le distrazioni di denaro». La prescrizione potrebbe essere dietro l’angolo. A Milano c’è il rischio di un nulla di fatto? «Questo è possibile. Poiché i reati di aggiotaggio si prescrivono in sette anni e mezzo, un rischio di prescrizione può esserci. Difficilmente ciò si verificherà con riferimento al primo processo milanese, ormai nella fase conclusiva dell’appello. Più a rischio è il secondo processo, che riguarda le banche, che si trova ancora nella fase del dibattimento di primo grado». Quali saranno le sue prossime mosse a difesa del comitato che rappresenta? «Abbiamo già ottenuto un risultato positivo. Quando sono iniziati i processi non avrei mai pensato che i miei clienti sarebbero riusciti a recuperare una cifra così elevata. Revocate le costituzioni di parte civile nei confronti dei soggetti con i quali sono state stipulate le transazioni, continueremo a sostenere l’accusa privata nei confronti di Tanzi, che è l’imputato principale a Milano e a Parma, e contro gli altri imputati che non hanno transatto». Che cosa devono attendersi secondo lei i risparmiatori dalla giustizia italiana? «I risparmiatori italiani costituiti parte civile nei processi Parmalat, grazie alle transazioni stipulate, sono riusciti a ottenere un risultato economico tutt’altro che disprezzabile, sicuramente migliore di quello finora conseguito in altri fallimenti, come Cirio e bond argentini. In larga misura bisogna dire grazie ai magistrati di Parma e Milano che sono riusciti a condurre le indagini e i processi con efficacia e tempi, date le condizioni, sicuramente apprezzabili».



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