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PROGETTO EDITORIALE / EDITORIAL PROJECT Forma Edizioni srl, Firenze, Italy redazione@formaedizioni.it www.formaedizioni.it REALIZZAZIONE EDITORIALE/ EDITORIAL PRODUCTION Archea Associati COORDINAMENTO EDITORIALE E REDAZIONALE / PUBLISHING AND EDITORIAL COORDINATION Laura Andreini REDAZIONE / EDITORIAL STAFF Valentina Muscedra Maria Giulia Caliri Beatrice Papucci Elena Ronchi PROGETTO GRAFICO / GRAPHIC DESIGN Silvia Agozzino Elisa Balducci Sara Castelluccio Vitoria Muzi Mauro Sampaolesi impaginazione / Page layout Niccolò Mazzoni

saggi / essays © 2014 Lara-Vinca Masini © 2014 Marco Casamonti testi / texts © 2014 Cecilia Barbieri

FOTOLITO / PHOTOLITHOGRAPHY Art & Pixel, Firenze, Italy

foto / photos © 2014 Pietro Savorelli

stampa / PRINTING Forma Edizioni srl, Firenze, Italy

per / for Ermanno Scervino: © 2014 Stefano Guindani Photo per / for Patrizia Pepe: © 2014 Patrizia Pepe per / for Bulgari: © 2014 Barbieri & Partners

TRADUZIONI / TRANSLATIONS Miriam Hurley

disegni / drawings © 2014 Barbieri & Partners

© 2014 Forma Edizioni srl, Firenze, Italy Nessuna parte di questo libro può essere prodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore / All rights reserved, no part of this publication may be reproduced in any form or by any means without the prior permission in writing of the publisher. Prima edizione: dicembre 2014 First edition: December 2014 ISBN: 978-88-96780-72-5


INDICE CONTENTS

4

Il salto di scala nella continuità dimensionale Shifting between scales within a single dimension Marco Casamonti

8

Lo sguardo rivolto al futuro, ricco della lezione di una pratica fondata sulla storia Looking to the future while drawing on a history-rooted practice Lara-Vinca Masini

14

Emilio Pucci / Milano

34

Nero Giardini / Milano

44

Ermanno Scervino / Roma

52

Gucci / Roma

64

Windsor / Roma

76

Aïshti / beirut

88

Femme / avellino

96

Fantàsia / FIRENZE

104

Toy G / avellino

114

Tullio / massa

122

Chiarini / FIRENZe

128

Patrizia Pepe / milano

138

Berchielli / bologna

148

Bulgari / worldwide

154

Biografia Biography

156

Aziende Fornitrici Suppliers


Lo sguardo rivolto al futuro, ricco della lezione di una pratica fondata sulla storia Lara-Vinca Masini

8

Prima di parlare di Antonio Barbieri, architetto e, in particolare, della sua attività relativa alla creazione di spazi di rappresentazione dell’Universo produttivo della Moda, sempre più globalizzato e in costante crescita e trasformazione al quale questo libro è dedicato, vorrei anticipare alcune considerazioni che riguardano la sua preparazione culturale e pratica. Ma vorrei anche premettere alcune mie impressioni sul sistema Moda oggi. Un lungo rapporto di amicizia mi legava a Renzo Barbieri, zio di Antonio, dalla metà degli anni cinquanta. Con una compagna di liceo lo avevamo seguito nella sua formazione scolastica, noi appena all’Università, Renzo liceale. L’amicizia si allargava di seguito a tutta la famiglia Barbieri: Renzo, allievo di Ricci e Savioli, si trasformava in uno tra gli architetti più interessanti della seconda generazione, a Firenze, dopo la Scuola di Michelucci (Ricci, Savioli, Detti, Gori), scuola di architettura, ma anche di etica sociale. Renzo accompagnava la sua educazione universitaria ad una “pratica” che già in famiglia gli derivava dalla collaborazione con il fratello Italo, padre di Antonio, espertissimo e appassionato del suo lavoro di artigiano del legno, del quale è stato anche perito. Pratica manuale, passione, esperienza, che Renzo fece anche sue. Purtroppo veniva a mancare quando la sua qualità di architetto, teso a realizzare un ulteriore passo verso una nuova via dell’architettura a Firenze, con una pratica continua in cantiere assieme agli operai, stava acquistando notorietà. Antonio è cresciuto in questo clima, acquisendo un suo particolare uso della pratica architettonica, aperta ad un linguaggio ormai internazionale, ma arricchito di un capitale fatto di esperienza, di operatività, di curiosità continua nei confronti di tutti i materiali che sa trattare e trasformare a sua scelta, sia quando crea elementi di design come arredo dei suoi spazi architettonici, sia come elementi da mutare secondo le loro molte possibilità di uso; contando anche sulla garanzia offerta dall’abilità e dall’eccellenza delle maestranze e del lavoro artigianale italiani, di cui si serve anche per le sue creazioni fuori d’Italia. Accenno qui alla sua scoperta di una piccola ditta artigiana vicina a Firenze (Plissetteria Milady) che ancora realizza plissés, con una varietà straordinaria di forme (rombi, quadrati, incroci vari, arrivando a realizzare delle vere sculture d’aria) e che ha lavorato per Capucci, lo stilista che ha portato la moda a livello di arte pura. Quante di queste meraviglie del nostro artigianato si sono perse definitivamente in questo mondo globalizzato e con la condizione di crisi che coinvolge tutto l’Occidente? Cosa si può fare per salvare questo patrimonio insostituibile? Antonio Barbieri è l’esempio di un tentativo che dovrebbe essere seguito da tutti. Con un telo bianco plissettato da Milady, egli progettava infatti, nel 2012, una vetrina di Bulgari per concorso, avvolgendo in alto il telo su se stesso e lasciandolo allargarsi a ventaglio sul fondo, creando una delicata immagine femminile come di una danzatrice. Anche durante i suoi studi Antonio lavorava col padre e, appena laureato, iniziava partecipando a concorsi, spesso vinti. Dal ‘96 al ‘98 era Project Assistant presso Nardi Associates. Claudio Nardi è uno tra gli architetti più interessanti che, come succede quasi sempre a Firenze, trova maggior successo lavorando all’estero. Cito il suo Museo d’Arte contemporanea realizzato a Cracovia trasformando in un complesso di grande vitalità e attualità, pur mantenendone la triste memoria, l’Officina Schindler. Nel ‘99 Antonio veniva chiamato da Gucci come Project Manager e iniziava la lunga serie di lavori in tutta Europa e fuori (boutiques, punti vendita, showroom, tra i più raffinati, sontuosi, nel panorama di questo settore) fino al 2006. Era la sua consacrazione che lo portava in questo settore a lavorare per molte altre grandi firme. Va ancora notato come egli sia sempre stato capace di realizzare lavori in questo stesso settore anche con mezzi ridotti e ridottissimi. Tra questi un negozio di abbigliamento per bambini (Fantàsia) nella periferia di Firenze, del 2002 realizzato usando mobili di recupero (un armadietto a vetri, sedie, piani d’appoggio) e unificato dal colore, un arancio vivo, che copre pareti, soffitto, pavimento, l’arredo tutto, creando uno spazio spaesante continuo, anche un po’ alienante... L’altra esperienza di questo genere, realizzata come provvisoria (in realtà ancora funzionante dopo 7 anni) è una boutique (Chiarini Temporary store, a Firenze) che presenta borse e borsette alla moda. I supporti, i piani d’appoggio, i sedili, si compongono di elementi parallelepipedi regolari e modulari (la linea retta continua è caratteristica della composizione degli elementi nei lavori dell’architetto) formati da cartoni da pacchi pressati e assemblati a mezzo


Looking to the future while drawing on a history-rooted practice Lara-Vinca Masini

Fantàsia, Firenze 2007 Fantàsia, Florence 2007

Before talking about Antonio Barbieri as an architect and specifically about this book’s focus – his work designing show spaces for the increasingly globalized, constantly changing fashion universe – I would like to start with some thoughts on his cultural and practical preparation. I would also like to offer some of my impressions of today’s fashion system. I had a long friendship with Antonio’s uncle, Renzo Barbieri, starting in the mid 1950s. A high school friend of mine and I supported him in his studies. We had just started university and Renzo was in high school. The friendship later expanded to include the entire Barbieri family. Renzo – a student of Ricci and Savioli – became one of the most interesting architects in Florence in the generation that followed the Michelucci school (Ricci, Savioli, Detti, Gori), both as a school of architecture and one of social ethics. Renzo joined his university education with a practical application that he had in his family in a partnership with his brother Italo (Antonio’s father), who was a highly skilled and dedicated expert wood craftsman. He had manual expertise, passion and experience that Renzo made his own. Sadly, Renzo passed away just as he was gaining acclaim for his quality as an architect, as he was ready to take another step in blazing a new trail for architecture in Florence, through his steadfast practice on the sites with the workers. This was the atmosphere in which Antonio grew up, as he acquired a particular use of an architectural practice, open to a language that has become international, enriched by his heritage of experience, practical skill, and unending curiosity about materials, which he is skilled in handling and transforming to his ends. He does so when he is creating design pieces and furnishing for his architectural spaces, taking them as elements to adapt to their many possible uses. He draws on the certain quality brought by relying on the skill and excellence of Italian artisans and their work, which he uses for his projects outside of Italy as well. Here I would like to mention his discovery of a small craft-based company near Florence (Plissetteria Milady) that still makes pleats in an extraordinary variety of forms (diamonds, squares, and various crosses, creating full-fledged sculpture of air), and worked for Roberto Capucci, a designer who brought fashion to the level of pure art. How many of these marvels of Italian craftsmanship have been lost forever in this globalized world and the crisis affecting the entire Western world? What can be done to save this irreplaceable heritage? Antonio Barbieri offers an example that ought to be followed by all. With a white cloth pleated by Milady, in 2012, he submitted a design to a competition for a showcase for Bulgari, wrapping the fabric on top around itself and letting it expand like a fan on the bottom, creating a delicate feminine form, like a dancer. Antonio already worked with his father during his studies. As soon as he graduated, he started to take part in competitions and won many of them. From 1996 to 1998, he was Project Assistant at Nardi Associates. Claudio Nardi is one of Florence’s most significant architects who – as almost always happens here – finds the most success working abroad. An excellent example is his Museum of Contemporary Art in Krakow that turns Schindler’s factory into a highly modern complex full of vitality while maintaining its sorrowful memory. In 1999, Gucci hired Antonio as Project Manager and from that point until 2006, he began a long series of projects throughout Europe and elsewhere (boutiques, retail outlets and showrooms, among the most sophisticated and grandest in the industry). This position was his coming of age, leading him to work for many other major fashion labels. We should remember that he has always been able to create these works even when using modest – even extremely limited – means. For example, In 2002, the children’s clothing shop (Fantàsia) in Florence’s outskirts that he designed using recycled furniture (a glass cabinet, chairs and counters), tied together by a vivid orange covering walls, ceiling, floors and all the furnishings to create a space that is endlessly surprising, and a bit disturbing. The other example was a store made to be temporary (though it is, in fact, still open seven years later), a boutique selling fashion handbags (Chiarini Temporary Store in Florence). Bases, shelves, and chairs are made of regular, modular rectangular parts (the continuous straight line is a recurring feature in his work), made of cardboard from pressed packaging, tied with red buckled straps (ties from truck tarpaulins), creating surfaces for displaying the wares. In the fashion industry at large, we can see how there is a growing trend of adapting and cross-pollinating with other products and market segments, such as food,

9


EMILIO PUCCI MILANO

euro / m2

1.000

3.000

6.000

10.000 +10.000

PROGRAMMA / PROGRAM Showroom e uffici commerciali / Showroom and commercial offices LUOGO / LOCATION Palazzo Recalcati, Milano COMMITTENTE / CLIENT Emilio Pucci srl

14

SUPERFICIE / AREA OF PLOT 1000 m2 PROGETTAZIONE / PLAN Giu 2010 / Jun 2010 REALIZZAZIONE / CONSTRUCTION Set - Gen 2011 / Sep - Jan 2011

L’immobile situato nel cuore di Milano trova spazio in uno dei palazzi di origine cinquecentesca più importanti della città, Palazzo Recalcati. È nel concept Emilio Pucci l’intento di richiamare le origini storiche della maison fiorentina mediante la riproduzione di ambienti cinquecenteschi come quelli di Palazzo Pucci a Firenze. Lo showroom, che insieme agli uffici si estende su una superficie totale di circa 1000 mq, si trova al piano nobile di questo palazzo e si sviluppa in pianta su due lati della grande corte interna che occupa la parte centrale del piano terra. La ristrutturazione ha necessitato di molteplici interventi quali il restauro delle storiche boiserie che incorniciano gli specchi antichi, quello degli affreschi dei soffitti, e la posa di un nuovo pavimento realizzato in legno antico e posato su disegno originale. Per gli arredi dedicati all’esposizione delle collezioni è stato scelto l’ottone, lasciato naturale, in modo che si possa ossidare con l’uso e con il tempo così da dialogare con gli stucchi in oro antico delle decorazioni delle pareti. Ogni stanza è dominata dalla forte presenza di antichi camini, realizzati con marmi e pietre pregiate fedelmente restaurati insieme alle grandi ed originarie specchiere con cornice a foglia oro. Capitolo a parte l’illuminazione, per la quale è stato scelto un sistema ad americane di tipo teatrale che, nonostante la sua imponenza, lascia quasi inalterata la visuale sulle grandi volte affrescate mantenendo al tempo stesso massima flessibilità di regolazione della luce sul prodotto.

The showroom in the heart of Milan is located in one of the city’s most important sixteenth-century buildings, Palazzo Recalcati. The Emilio Pucci concept strives to evoke the Florentine fashion house’s historic origins by recreating sixteenth-century spaces similar to those in Palazzo Pucci in Florence. The showroom and the offices cover a total area of about 1,000 sq. m. on the building’s first floor – the piano nobile – and continues on both sides of the large internal courtyard on the ground floor’s central part. The remodeling work included restoring the historic paneling in antique mirrors, restoring the historic ceiling frescoes and laying a new floor of antique wood following the original pattern. Brass was chosen for the furnishing to display the fashion collections; the brass was left unfinished so that it can oxidize with use over time to forge a dialogue with the antique gold stuccoes of the wall decorations. The dominant feature in every room is a majestic antique fireplace of marble and fine stone, restored meticulously along with the large, original mirrors with gold leaf frames. The lighting design is a story of its own; an American theater-type system was chosen, powerful while leaving the sight of the large frescoed vaults almost entirely unchanged, while keeping optimal flexibility for adjusting the lights on the products.


15


Pianta dello showroom Plan of the showroom

AGGIA

RN EI CO

VIA D

1. Ingresso 2. Reception 3. Sala vendite 4. Lounge bar 5. Sala modelli 6. Sala vendite e riunioni 7. Ufficio 8. Sala della seta 9. Ingresso secondario 10. Sala riunioni

B 9

10

3

8

CORTE / COURT

2

3

GIARDINO / GARDEN

A

A

1

3

7

4

6

5

VICOLO S. FERMO

B

0

18

1

5m

1. Entrance 2. Reception 3. Sales room 4. Lounge bar 5. Models room 6. Sales and meeting room 7. Office 8. Silk room 9. Secondary entrance 10. Meeting room


Sezione AA Section AA

0

1

5m

EMILIO PUCCI MILANO

19


Ermanno scervino Roma

euro / m2

1.000

3.000

6.000

10.000 +10.000

PROGRAMMA / PROGRAM Flagship store LUOGO / LOCATION Via del Babuino, Roma COMMITTENTE / CLIENT Dernamaria srl (Ermanno Scervino) e Sermoneta Luxury Group

44

SUPERFICIE / AREA OF PLOT 335 m2 PROGETTAZIONE / PLAN Feb 2013 / Feb 2013 REALIZZAZIONE / CONSTRUCTION Mag 2013 - Giu 2013 / May 2013 - Jun 2011

In via del Babuino a Roma Ermanno Scervino ha aperto nel luglio 2013 il nuovo flagship store del brand fiorentino raddoppiando lo spazio della precedente boutique. Il negozio è stato concepito con la volontà di mantenere vive le linee del luxury shopping, caratteristica del marchio. Lo spazio, che si estende su un unico piano, ospita le collezioni donna, uomo e accessori della maison. Il concept richiama le gallerie d’arte: un ampio corridoio collega un percorso di stanze consecutive, culminante nel salone principale, dove dall’ampio lucernario uno scenografico lampadario in vetro di Murano rosso diventa suggestivo elemento d’arredo. L’allestimento rispecchia il mondo Ermanno Scervino, con elementi essenziali di alta artigianalità e materiali ricercati ad hoc. Pareti di vetro fumé, arredi in vetro extra-chiaro, che lasciano intravedere venature di cipresso, ferro e acciaio, accostati a finiture in pelle, legno e pizzo. Ma anche specchio neutro, pelle chiara, acciaio lucido, palissandro tinto noce, poltrone in pelle rossa. Il pavimento in wengé conferisce calore all’ambiente, mentre il progetto illuminotecnico è stato studiato appositamente, in un gioco intrigante di gradazioni cromatiche.

In July 2013, Ermanno Scervino opened its new flagship store in Via del Babuino in Rome, doubling the space of its earlier boutique. The shop was designed with the intent to keep alive the brand’s distinguishing luxury shopping orientation. The space covers a single floor and includes its womenswear, menswear and accessory collections. Its concept suggests an art gallery with a wide corridor connecting a succession of consecutive rooms, culminating in the main space where a dramatic red Murano glass chandelier hangs from a large skylight. The design reflects the world of Ermanno Scervino, featuring clean-lined elements with high level craftsmanship and materials chosen specifically for this project. Tinted glass walls and extra-clear glass furnishings gives glimpses of the veins of cypress wood, iron and steel, combined with leather, wood and lace finishes; plus there are neutral mirrors, light-colored leather, polished steel, walnut stained rosewood and red leather armchairs. The wenge floor adds warmth to the space, and its lighting design was carefully devised in a fascinating play of color gradations.


45

Š Stefano Guindani Photo


GUCCI Roma

euro / m2

1.000

3.000

6.000

10.000 +10.000

PROGRAMMA / PROGRAM Flagship store LUOGO / LOCATION Via Condotti 6/8, Roma COMMITTENTE / CLIENT Gucci

52

SUPERFICIE / AREA OF PLOT 1600 m2 (680 m2 area vendita) / 1600 m2 (680 m2 sales area) PROGETTAZIONE / PLAN Gen 2007 - Feb 2008 / Jan 2007 - Feb 2008 REALIZZAZIONE / CONSTRUCTION Mar 2008 / Mar 2008

Il progetto della nuova boutique romana della storica griffe fiorentina Gucci, realizzato nel 2008 da Antonio Barbieri in qualità di project manager, interpreta le idee e il gusto della creative director del brand Frida Giannini. Il negozio Gucci si trova ancora oggi ai piedi della famosa scalinata di Piazza di Spagna, in via Condotti, esattamente dove nel 1938 fu inaugurata originariamente la prima boutique Gucci di Roma. Oggi lo spazio fonde un nuovo design contemporaneo, con gli aspetti originali del negozio, accuratamente mantenuti e restaurati. Il nuovo ingresso ricorda ancora la famosa entrata dei tempi della Dolce Vita, quando le star internazionali del cinema e i reali di tutto il mondo venivano immortalati dai paparazzi proprio lì davanti. All’interno, lampade déco in vetro e dettagli dorati, ispirati agli arredi originali, sono stati riprodotti da abili maestri artigiani, mentre al piano terra è stato riscoperto il soffitto a volta del XVIII secolo. Il tutto a creare spazi assolutamente eleganti e curati in ogni singolo dettaglio, in una composizione di accostamenti pregiati e di soluzioni prospettiche che tendono a creare delle vere e proprie scoperte all’interno del negozio. Un luogo veramente esclusivo, che attraverso un disegno ricercato, superfici lucide e patinate, materiali estremamente ricchi, consegna al visitatore uno spettacolo continuo e un’esperienza unica.

The 2008 design of the new Roman shop of the historic Florentine fashion label Gucci, by Antonio Barbieri as project manager, expresses the ideas and style of Gucci’s creative director, Frida Giannini. The Gucci shop is, to this day, at the bottom of Rome’s famed Spanish Steps in the exact place on Via Condotti where it was opened as the first Gucci shop in Rome in 1938 The present-day space merges a new contemporary design while maintaining some original features from the shop, carefully maintained and restored. The new entrance still suggests its entrance famed in the Dolce Vita era as the point where paparazzi often immortalized international movie stars and royalty from around the world. Inside, glass deco lamps with golden details, inspired by their original furnishings, were reproduced by skilled craftsman. On the ground floor an eighteenth-century vaulted ceiling was uncovered. The overall effect is that of intensely elegant spaces, refined in every detail, in a composition of magnificent combinations with perspectives that create a sense of discovery within the shop. The sophisticated design of this absolutely exclusive location features glossy, polished surfaces and sumptuous materials, presenting visitors with a sight to behold and an experience unlike others.


53


Pianta piano terra Ground floor plan 1. Gioielleria 2. Ready to wear uomo 3. Accessori donna 4. Area cassa 1. Jewelry 2. Men’s ready-to-wear 3. Women’s accessories 4. Check-out area

4

3

2

1

VIA CONDOTTI

0

56

1

2m


57


AÏSHTI BEIRUT

euro / m2

1.000

3.000

6.000

10.000 +10.000

PROGRAMMA / PROGRAM Department store LUOGO / LOCATION Beirut COMMITTENTE / CLIENT Aïshti Solidere Beirut (Lebanon)

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SUPERFICIE / AREA OF PLOT 730 m2 PROGETTAZIONE / PLAN Giu 2004 - Gen 2005 / Jun 2004 - Jan 2005 REALIZZAZIONE / CONSTRUCTION Feb 2005 / Feb 2005

Nel quartiere Solidere, nel cuore della vecchia Beirut, al settimo piano del Department Store Aïshti, nel 2004 Antonio Barbieri realizza, attraverso l’uso di un semplice colore, un concept fresco e funzionale. Il progetto recupera uno spazio di circa mille metri quadrati, tra store, lounge bar e bar-ristorante. L’esigenza era quella di rivitalizzare gli spazi del lounge bar e del bar-ristorante già esistenti, ma rimasti isolati rispetto al resto dell’edificio. Il settore del ready to wear trendy, dedicato ai più giovani, viene quindi trasferito all'ultimo piano con l'idea di renderlo più omogeneo con le zone di incontro e ristorazione. Il collegamento con il quinto e sesto piano viene realizzato inglobando il corpo scale in una grande scatola di plexiglass di colore verde fluorescente, che diventa un segno verticale forte e ben visibile, con lo scopo di creare un flusso continuo di persone attraverso i tre piani. In questo modo il settimo piano è collegato al resto dello store e diventa uno spazio giovane e vivace, pensato per chi durante lo shopping vuole concedersi una piacevole pausa. Ciò che lega materialmente tutte queste attività diverse è un percorso caratterizzato dal colore verde fluo, che accompagna il visitatore, cambiando forma e funzione a seconda della zona che attraversa. Il colore così diventa prima appenderie, poi pavimento e poi senza mai interrompersi va a formare i banconi espositori, infine “esplode” dando forma a mille frammenti, che pendono dal soffitto del lounge bar. Il bicromatismo verde-bianco dei materiali sintetici dalle forme moderne e minimali diventa quindi il tema dominante, che lega la zona shop e il lounge bar. Nella zona ristoro-relax, che è posta ai margini dello spazio su una terrazza panoramica, si cambia tendenza. Qui i materiali sono organici, dai colori naturali e neutri, come la pelle invecchiata dei divani, il bambù delle sedute e il tavolo in massello di rovere. L’aria che si respira è quella di un ambiente elegante, accogliente e molto rilassante. Il contrasto tra i due ambienti non è solo estetico, ma anche dei materiali diversi che creano diverse atmosfere.

In 2004, in the Solidere district in the heart of old Beirut, on the seventh floor of the Aïshti Department Store, Antonio Barbieri created a fresh, practical concept through the use of a basic color. The project renovates a total space of about a thousand square meters, including the store, lounge bar and restaurant-bar. The request was to revitalize the existing lounge bar and restaurant bar spaces that had been isolated from the rest of the building. The ready-to-wear fashion department, targeted at young people, was moved to the top floor, with the intent to make it more consistent with the meeting and dining areas. The connection with the fifth and sixth floor was made by enclosing the stairwell in a large fluorescent green Plexiglas box – a powerful, salient visual – with the goal of creating a constant flow of people between the three floors. This connects the seventh floor to the rest of the store and becomes a young, vibrant space, made for those who want to enjoy a nice break while shopping. The different functions are connected physically by a trajectory of neon green that takes visitors along the route, changing form and function depending on the area they are moving through. The green first becomes racks, then the floor and then the display counters and finally “explodes” to form countless fragments hanging from the lounge bar’s ceiling. The design’s dominant theme becomes the synthetic materials’ two tones of green and white in modern, minimalist forms connecting the shop area and the lounge bar. The trend changes in the restaurant/relaxation area, set on the edge of the space on a scenic terrace. The materials here are organic, natural and neutral colors: the sofas’ aged leather, bamboo on the chairs and the solid oak table. The atmosphere is elegant, inviting and very relaxing. The contrast between the two spaces is more than visual as the different materials make for different atmospheres.


77


TULLIO Massa

euro / m2

1.000

3.000

6.000

10.000 +10.000

PROGRAMMA / PROGRAM Multibrand store LUOGO / LOCATION Massa COMMITTENTE / CLIENT Nutarelli Federica & C.

114

SUPERFICIE / AREA OF PLOT 110 m2 PROGETTAZIONE / PLAN Feb 2009 / Feb 2009 REALIZZAZIONE / CONSTRUCTION Mar 2009 / Mar 2009

Il negozio di calzature Tullio, posto nel centro storico di Massa, è scandito da un elemento centrale in marmo locale bianco Bardiglio, tagliato a macchia aperta, che conferisce una connotazione di luminosità e solidità a tutto lo spazio. La pietra naturale crea una fascia levigata e lucida sul pavimento che già da solo costituisce un ricco elemento d’arredo. Gli altri materiali usati per il completamento di questo spazio sono il ferro calamina, il cementino (pasta di cemento) e il legno di teak per le pareti divisorie tra il negozio e gli spazi delle vetrine, che completano il lavoro in una totale armonia di colori naturali. Un'illuminazione semplice ma efficace rende gli ambienti ricchi, insieme agli specchi, posizionati in modo strategico con la funzione di raddoppiare gli spazi. La disposizione delle nicchie e dei mobili espositori dei prodotti è studiata per garantire il massimo utilizzo degli ingombri, in modo da lasciare l’area centrale totalmente libera. Unico elemento più elaborato è il banco cassa, che unisce diversi materiali, il marmo, il legno naturale e verniciato nero, attraverso un disegno dalle linee semplici e minimali.

Tullio shoe store in Massa’s historic center is organized around a central white piece in local Bardiglio marble, made with book-matched marble that gives the entire space a sense of light and solidity. Natural stone creates a honed, polished band on the floor, which on its own is a beautiful decor element. The other materials used to complete this space are hot-rolled black iron, cement paste and teak wood for the dividing walls between the shop and the display window spaces, which complete the project in the complete harmony of natural colors. Simple, effective lighting makes the spaces sumptuous, working with the strategically placed mirrors to make the spaces appear twice as large. The arrangement of niches and product display units was designed to maximize the use of the space and leave the central area completely free. The only more elaborate element is the check-out counter that brings together the various materials – marble, natural wood and black painted wood – with a clean-lined, minimalist design.


115


Chiarini FIRENZE

euro / m2

1.000

3.000

6.000

10.000 +10.000

PROGRAMMA / PROGRAM Temporary store LUOGO / LOCATION via delle Vigna Nuova 52/r, Firenze COMMITTENTE / CLIENT Gianni Chiarini - Contemporary Bags & Accessories srl

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SUPERFICIE / AREA OF PLOT 40 m2 PROGETTAZIONE / PLAN Ago 2002 / Aug 2002 REALIZZAZIONE / CONSTRUCTION Ago 2002 / Aug 2002

Il concept Temporary store nasce quasi per caso. Gianni Chiarini è un giovane imprenditore fiorentino di talento, che produce accessori e borse. Pensando a un primo punto vendita monomarca sceglie via della Vigna Nuova, nel cuore della città. Il negozio, è stato interpretato come una grande vetrina, mantenendo ben fermo il concetto della dinamicità della giovane azienda. Il progetto è costituito da espositori modulari di cartone componibili (40x60 cm e 40x120 cm), tenuti insieme da cinghie rosse, facilmente trasformabili ed estremamente economici, inseriti in un spazio neutro, di un antico locale, in cui il soffitto ligneo decorato è stato lasciato intatto. All’interno dello spazio grandi scritte di un rosso acceso, Temporary store, inneggiano alla temporaneità e alla contemporaneità dell’allestimento. Il primo progetto pensato per questo negozio, in realtà, era un progetto tradizionale, curato in ogni dettaglio, da realizzare in quattro mesi, ma questo venne elegantemente glissato con una sola esplicita richiesta: l’inderogabile necessità dell’apertura del punto vendita quasi immediata. Proprio questo ha portato alla creazione di un concept provvisorio, veloce nella realizzazione e che avesse dei costi minimi, un allestimento temporaneo; poi in un secondo momento, si sarebbe realizzato il progetto definitivo. Non si era previsto però che il Temporary store avesse un successo eccezionale fin dal primo momento, tanto che il cliente non ha più voluto cambiarlo, non solo per il record straordinario di vendite, ma anche per le folle di curiosi che tuttora vanno a visitarlo.

The “Temporary Store” concept came about rather by chance. Gianni Chiarini is a talented young Florentine businessman whose company makes accessories and bags. When choosing his first single-brand retail outlet, he opted for Via della Vigna Nuova in Florence’s center. The shop was conceived as a large showcase, keeping true to the dynamic concept of the young company. The design features modular displays of cardboard (40x60 cm and 40x120 cm), held together with red straps – easily changed and very inexpensive – set in a neutral space, a historic establishment whose decorative wood ceiling was left as is. “Temporary Store” is written in large bright letters inside the space, extolling the display’s temporary, contemporary nature. The first design conceived for this shop was actually more traditional, meticulous in its detail, to be made in four months, but this design was summarily done away with a single specific request: that it must absolutely allow the store to be opened almost immediately. This is what led to the temporary concept, fast to make and with minimal costs. The plan was to make the final design at a later date. But the Temporary Store unexpectedly had enormous success from the very start. So much so that the client didn’t want to change it, both for the extraordinary record sales it had and for the crowd of curious people who still go to see it.


123


PATRIZIA PEPE MILANO

euro / m2

1.000

3.000

6.000

10.000 +10.000

PROGRAMMA / PROGRAM Showroom LUOGO / LOCATION Palazzo Aporti, Milano COMMITTENTE / CLIENT Tessilform spa - Patrizia Pepe

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SUPERFICIE / AREA OF PLOT 900 m2 PROGETTAZIONE / PLAN Mag 2012 / May 2012 REALIZZAZIONE / CONSTRUCTION Giu 2012 - Set 2012 / Jun 2012 - Sep 2012

Palazzo Aporti, uno dei più importanti edifici milanesi per il suo valore storico artistico, che sorge in un’area strategica per accessibilità ed intensità di flussi, è stato scelto per ospitare il nuovo showroom del marchio Patrizia Pepe. L’immobile, situato nel cuore di Milano, adiacente alla stazione ferroviaria centrale e sede fino al 2002 delle Regie Poste, fu progettato dall’architetto Ulisse Stacchini e costruito tra il 1926 e il 1931, replicando i caratteri monumentali della Stazione Centrale. Lo spazio Patrizia Pepe ha sede all’ultimo piano del palazzo, realizzato successivamente su progetto di Antonio Citterio. Lo showroom, un open-space al piano attico di 900 metri quadrati, si affaccia sul panorama di Milano attraverso una superficie vetrata che circonda tutto lo spazio e accoglie, oltre alle aree vendita del marchio Patrizia Pepe, un piccolo press office, una lounge area, ma anche spazi dove sono esposte opere d’arte di artisti emergenti e affermati. Gli interventi architettonici sono stati minimi, essendo l’immobile di recente ristrutturazione, mentre l’allestimento è il vero protagonista del progetto. L’obiettivo è stato quello di organizzare e suddividere in modo flessibile le aree funzionali all’attività aziendale, mantenendo però la caratteristica di continuità fra gli spazi che sono assolutamente dinamici e adattabili a diversi tipi di evento. Linee pulite e stile essenziale in uno spazio in cui predomina il total white, contrastato soltanto da alcuni tagli di colori accesi e da opere d’arte contemporanea. Il primo evento è stato per il ventennale dell’apertura della griffe, 1993-2013, che ricorreva per l’inaugurazione dello spazio.

Palazzo Aporti – one of Milan’s most important buildings for its historic and artistic value, is in a strategic area for its ease of access and heavy foot traffic – was chosen to hold the new Patrizia Pepe showroom. The building is in the center of Milan near the central railway station. Since 2002 it has been the headquarters of the Post Office. It was designed by architect Ulisse Stacchini and built between 1926 and 1931, replicating the Central Station’s monumental quality. Patrizia Pepe’s showroom is on the building’s top floor, which was built later on the design of Antonio Citterio. The showroom – an open space on the 900-square-meter top floor – affords a spectacular view of Milan through the window surrounding the entire space. In addition to holding the Patrizia Pepe sales space, it has a small press office, a lounge area and spaces displaying works of art by both established and emerging artists. The architectural intervention was minimal because it was a recently remodeled property. The interior design is the true star. The goal was to organize and flexibly divide the areas for the business activities, while keeping continuity between the spaces, which are highly dynamic and can be adapted to different event types. The space is dominated by total white, featuring clean lines and sleek style, in contrast to only a few touches of bright color and the contemporary art works. The first event was the fashion label’s twentieth anniversary (1993-2013) corresponding with the space’s opening.


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BIOGRAFIA BIOGRAPHY

Antonio Barbieri (Firenze 1965) si è laureato in architettura a Firenze nel 1995. Nel triennio 1996-98 collabora con lo studio Claudio Nardi di Firenze, per il quale ha seguito numerosi progetti e concorsi, diventando associato nel 1997. Dal 1998 svolge attività professionale indipendente a Firenze progettando e realizzando interni di negozi e residenze e collaborando con diverse imprese per la definizione del design, del packaging e del merchandising di vari prodotti. Dal 1999 è consulente di Gucci per la progettazione di negozi, uffici e spazi espositivi. Lo Studio Antonio Barbieri, attivo a Firenze dal 1999, ha incentrato la propria ricerca sulla progettazione architettonica urbana, il product e l’interior design facendone la vera missione del suo fare architettura in Italia e all’estero. La filosofia perseguita considera l’architettura come reale e potente strumento di comunicazione, il cui scopo è giocare con i cinque sensi trasformando sensazioni e visioni in ambienti abitati. In quest’ottica, tanto l’architettura su grande scala, come lo spazio domestico o commerciale, tanto l’area espositiva, quanto l’oggetto di design, mantengono uguale importanza e accompagnano l’osservatore attraverso una continua e vivida esperienza sensoriale. All’attività principale in ambito progettuale e alla realizzazione di architetture a diversa scala di intervento – dall’oggetto, all’edificio, al progetto urbano, alla realizzazione di interni, attraverso un attento e quotidiano lavoro di studio – viene affiancata una vivace attività di ricerca, in cui s’intende mantenere fermo il rapporto con la funzionalità dei luoghi e degli oggetti, cercando di trovare un equilibrio attraente e limpido, tra realtà e sperimentazione, tra funzionalità e forma, tra vivibilità soggettiva ed estetica oggettiva, con una costante attenzione all’innovazione tecnologica dei materiali e delle tecniche costruttive. In ogni lavoro sono stati affrontati più volte i temi della trasformazione, del rapporto tra sistemi innovativi e contesti sedimentati, tra forma e funzione, tra prodotto e comunicazione, attuando ogni volta un approfondimento mai esclusivamente specialistico. Ogni progetto, anche d’interni, è principalmente tessuto attraverso l’utilizzo sapiente della luce, di materiali sensibili e di sintetiche combinazioni di delicate superfici, di volumi, di pieni e di vuoti in reciproca relazione. Un linguaggio innovativo ed elegante, che affonda le proprie radici nella cultura mediterranea e nel razionalismo italiano, integra – utilizzando nuovi termini attinti dall’ambito della sperimentazione tecnologica, dell’ideazione d’ispirazione sensoriale e dell’innovazione dei materiali – campi nuovi, luoghi moderni ed antichi, temi e funzioni in continua evoluzione, affrontando il delicato e assai contemporaneo tema della trasformazione e del recupero edilizio, del rapporto flessibile, ma a volte difficile, tra innovazione e preesistenze storiche. Non mancano intense sperimentazioni interdisciplinari, che abbracciano campi d’interesse e regole contemporanee: dall’arte alla moda, dal design al cinema, dalla filosofia alla letteratura, per conoscere e divulgare attraverso interpretazioni spesso all’avanguardia, esperienze e realtà estetiche sempre più moderne e cosmopolite. La mission principale dello Studio si sintetizza in una forte ed altamente moderna capacità di creare atmosfere pure e particolari, quali impalpabili sensazioni emotive dell’individuo e al tempo stesso reali e tangibili percezioni dell’oggetto costruito.

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Antonio Barbieri (Florence, 1965) graduated in architecture from the University of Florence in 1995. Between 1996 and 1998, he worked with the Claudio Nardi studio in Florence, for which he created designs and participated in competitions, becoming an associate in 1997. In 1998 he started working independently in Florence, designing and implementing interiors for stores and homes and working with a variety of companies to develop the design, packaging and merchandising of diverse products. In 1999 he started consulting for Gucci for the design of their shops, offices and display spaces. Studio Antonio Barbieri opened in Florence and focused on innovating urban architectural design, product design and interior design, which became the mission of how it makes architecture in Italy and abroad. The studio’s ethos considers architecture as a powerful, practical tool of communication, whose goal is to work with the five senses to make our sensations and perceptions into the spaces we inhabit. With this perspective, equal importance is given to architecture on a large scale – such as home or retail spaces and display areas – and to design objects, bringing observers through a continuous, vivid sensory experience. The studio’s main focus is designing and implementing architecture on various scales – including objects, buildings, urban planning, and interiors – through ongoing, in-depth study. This work is joined by dynamic, innovative work in which it seeks to maintain a strong relationship between the functionality of places and objects, seeking a clean, appealing balance between reality and experimentation, form and function, subjective livability and objective aesthetics, with unflagging attention to technological innovation in materials and building techniques. Each project returns repeatedly to the themes of transformation, the relationship between innovative systems and established contexts, form and function, and product and communication. In each case, a thorough study is performed, not only of the technical details. Each project, including interior designs, is constituted primarily through the attentive use of light, sensitive materials and precise combinations of delicate surfaces, volumes, and solids and voids set in a mutual relationship. The roots of this elegant, innovative vocabulary are in Mediterranean culture and Italian Rationalism, using new terms borrowed from the realms of technological experimentation, conceived based on sensory experience and material innovation. This language combines new fields, modern and old places, and ever-evolving themes and functions, addressing the sensitive and quite contemporary theme of transformation, building conversions, and the flexible – often difficult – relationship between innovation and pre-existing historic contexts. The studio also pursues intense experiments between disciplines, embracing many areas of interest and approaches – art, fashion, design, film, philosophy and literature – with the goal of knowing and spreading increasingly modern, cosmopolitan aesthetic realities, often through cutting-edge approaches. The studio’s primary mission is embodied in a powerful, highly modern ability to create special, pure atmospheres, both in the sense of the impalpable emotional impressions of people, and in the actual, tangible perceptions of the built object.

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