Glenn Brown_Piaceri Sconosciuti

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GLENN BROWN Piaceri Sconosciuti



GLENN BROWN. Piaceri Sconosciuti Museo Stefano Bardini, Firenze 10 giugno – 23 ottobre 2017




Catalogo a cura di Sergio Risaliti Progetto e realizzazione editoriale Forma Edizioni srl, Firenze, Italia redazione@formaedizioni.it www.formaedizioni.it Direttore editoriale Laura Andreini Supervisione redazionale Riccardo Bruscagli Redazione Valentina Muscedra Maria Giulia Caliri Beatrice Pupucci Ilaria Rondina Gagosian Elena Pinchiurri Grafica Silvia Agozzino Elisa Balducci Vitoria Muzi Isabella Peruzzi Mauro Sampaolesi Fotolitografia LAB di Gallotti Giuseppe Fulvio Firenze, Italia Stampa Lito Terrazzi Firenze, Italia Traduzioni Ilaria Ciccioni

GLENN BROWN. Piaceri Sconosciuti Museo Stefano Bardini, Firenze 10 giugno – 23 ottobre 2017 Ente promotore Comune di Firenze A cura di Antonella Nesi e Sergio Risaliti Supervisione del progetto Pepi Marchetti Franchi Hannah Freedberg Partner Gagosian Main Sponsor Faliero Sarti Coordinamento del progetto MUS.E Roberta Masucci Mita Papi Barbara Rapaccini Davide Serufilli Gagosian Manuela Cuccuru Catherine Hibbert Antonello Martella Roxane Perineau Progetto grafico Mallet Studio Movimentazione e installazione opere Arterìa

Crediti fotografici

Catalogo Forma Edizioni

© Musei Civici Fiorentini pp. 20, 23, 24, 25

Ufficio Stampa

© Serge Domingie pp. 6, 8-9, 12-13, 17, 76-77, 80-81 Per le sue opere © Glenn Brown Foto: Peter White p. 29 Foto: def image p. 31 Foto: Mike Bruce pp. 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 40-41, 43, 44, 45, 46-47, 48, 49, 50, 51, 52, 53, 5455, 57, 58, 59, 61, 62, 63, 64, 65, 66, 67, 68, 69, 70, 71

Opera Laboratori Fiorentini – Gruppo Civita Salvatore La Spina, Barbara Izzo, Arianna Diana Comune di Firenze Elisa Di Lupo MUS.E Daniele Pasquini Gagosian Matilde Marozzi

© Will Corry p. 82

Testi © Gli autori L’editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. © 2017 Forma Edizioni srl, Firenze, Italia Nesssuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore.

p. 6 Giovanni Francesco Barbieri detto Guercino Atlante, 1646 Olio su tela (dettaglio)

Prima edizione: giugno 2017

pp. 8-9 Museo Stefano Bardini Salone dei dipinti (dettaglio)

ISBN: 978-88-99534-38-7

I curatori desiderano esprimere un ringraziamento particolare a Glenn Brown Edgar Laguinia Dario Nardella, Sindaco di Firenze Matteo Spanò, Presidente MUS.E Larry Gagosian Melissa Lazarov Pepi Marchetti Franchi Hannah Freedberg Gary Waterston Monica Sarti Si ringrazia inoltre Il personale del Comune di Firenze e in particolare per la Direzione Ufficio del Sindaco: Francesca Santoro, Manuele Braghero, Rita Corsini, Carmela Valdevies, Tommaso Sacchi, Antonella Chiti; per la Direzione Cultura: Gabriella Farsi, Silvia Penna, Emanuele Crocetti, Silvia Gozzi, Claudia Bardelloni, Maria Francesca Granelli, Cristina Poggi, Laura Visentin e tutto il personale del Servizio Musei Comunali Il personale MUS.E Elena Arsenio, Andrea Batistini, Andrea Bianchi, Paolo Borghigiani, Daniela Carboni, Giovanni Carta, Monica Consoli, Valentina Gensini, Cecilia Pappaianni, Pier Luigi Ricciardelli, Chiara Romei, Francesca Santoro, Lorenzo Valloriani, Valentina Zucchi Silvia Agozzino, Laura Andreini, Riccardo Bruscagli, Maria Giulia Caliri, Marco Casamonti, Serge Domingie, Fulvio Giuseppe Gallotti, Sylvie Garcia Bonas, Mara Martini, Valentina Muscedra, Antonella Nicola, Irene Nigi, Beatrice Papucci, Isabella Peruzzi, Ilaria Rondina, Elvis Shkambi, Elisa Stefanini


INDICE

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Presentazione Dario Nardella

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Glenn Brown. Ammirazione, ebbrezza, libertà Sergio Risaliti

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Tiepoletto, lo scorrere del tempo e il segno del genio di Rembrandt, lezioni di gusto e di moda da Parigi a Firenze allo scadere del XIX secolo Antonella Nesi

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Opere in mostra

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Glenn Brown. L’eretico dell’arte Cesare Cunaccia

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Biografia


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Il cosmopolitismo culturale di Firenze si manifesta durante le stagioni prolifiche dell’Umanesimo e del Rinascimento e si riafferma ogni qualvolta la città si apre alle diverse esperienze culturali e artistiche, stimolo di scambi e aggiornamenti di cui le società hanno necessità, fosse solo per sviluppare un senso sempre maggiore di tolleranza e di curiosità verso il nuovo, il diverso, lo sconosciuto. In questi ultimi anni, il diretto confronto con quanto di nuovo viene prodotto nei diversi ambiti artistici e creativi ha reso Firenze una città nuova e nuovamente attrattiva anche per quanti s’interessano ai linguaggi contemporanei. Firenze non vuole essere una vetrina di lusso, la culla intoccabile di una museificata stagione, ma un laboratorio creativo e sociale, dove riconsiderare i modelli di innovazione e di consumo culturale. Piazza della Signoria, Palazzo Vecchio, Forte di Belvedere sono diventati luoghi ospitali per gli artisti contemporanei. A dimostrazione che dell’Umanesimo e del Rinascimento esiste una storia diversa, incompiuta, e che quel tempo rifiorisce nell’arte e nel pensiero di oggi liberandoci da una visione idealizzata che danneggia la memoria. Tante volte si è detto che l’arte è tutta contemporanea. A Firenze lo stiamo riconoscendo. Assieme all’aggiornamento c’è poi necessità di approfondimento. Il Museo Novecento offre l’opportunità di scandagliare scientificamente la storia dei linguaggi contemporanei, con un programma di mediazione culturale di grande interesse e successo. Altre istituzioni in città organizzano mostre ed eventi contemporanei con l’obiettivo di allargare il fronte delle conoscenze e delle esperienze. Firenze sta provando che la simultaneità di presente e passato, il confronto immediato tra pittori e scultori di ieri e di oggi, la dialettica tra forme e concetti, immagini e segni è la dimensione giusta in cui immergersi e riconoscersi positivamente nell’avanguardia. Siamo lieti, allora, di poter ospitare i dipinti, le sculture e i disegni di Glenn Brown, uno dei più significativi artefici del nostro tempo. Le sue opere trovano adesso una perfetta collocazione nelle sale suggestive del Museo Stefano Bardini. Visitando la mostra scopriamo che la storia dell’arte è ancora in movimento, che l’ispirazione segue itinerari diversi, e che vi trovano posto ancora la maestria, il talento, così come l’ironia e l’emulazione. Nelle sue opere riconosciamo tracce evidenti, e forse rassicuranti, di un’arte figurativa passata. Tuttavia lo stile dell’artista britannico impone di superare noi stessi, le nostre certezze visive, gettandoci nel presente, davanti a una riformulazione della bellezza tutta diversa e del tutto personale. L’arte è sempre molto generosa con noi, ci invita alla curiosità e all’apertura intellettuale. Confezionando emozionanti sorprese e incontri spiazzanti ci libera da pregiudizi e preclusioni. Vogliamo continuare in questa direzione culturale auspicando sempre nuovi e alti confronti. Ringrazio l’artista e i suoi assistenti, i curatori, i dirigenti e gli uffici dell’amministrazione impegnati nel progetto, lo staff di MUS.E per aver coordinato e organizzato l’evento in stretta collaborazione con la galleria Gagosian. Ringrazio, inoltre, gli sponsor e quanti ci hanno sostenuto con il loro impegno.

Dario Nardella Sindaco di Firenze

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Glenn Brown. Ammirazione, ebbrezza, libertĂ Sergio Risaliti

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“L’arte si produce attraverso una successione di individui che si esprimono: non è questione di progresso.” M. Duchamp “Il colore non è nulla, se non si confà al soggetto, e se non accresce l’effetto del quadro agendo sull’immaginazione. Dipingano pure i Boucher e i van Loo toni leggeri e gradevoli all’occhio…” E. Delacroix L’odierna mostra di Glenn Brown (nato nel 1966 a Hexham, Northumberland) conferma la posizione di rilievo conquistata dalla città di Firenze nella promozione e valorizzazione del linguaggio artistico contemporaneo. Per la seconda volta1, sarà protagonista una pittura sperimentale ma di matrice figurativa, messa a confronto con le collezioni di arte e con il design del Museo Stefano Bardini, conosciuto nel mondo per la sua messa in scena della collezione antiquaria appartenuta al grande mercante e collezionista fiorentino tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Uno spirito eclettico, di gran gusto, domina gli ambienti, così pieni di fascino, dove gli oggetti di valore vivono in una ricostruzione storicistica che contempla un variato insieme di arti maggiori e minori, di antico, Medioevo e Rinascimento. Il Museo allinea alcuni capolavori di epoche diverse, quali la Carità di Tino da Camaino e la Madonna dei Cordai di Donatello, oltre a dipinti di straordinaria qualità come il monumentale Crocifisso dipinto di Bernardo Daddi, il San Michele Arcangelo del Pollaiolo, La Notte con l’Aurora e un amorino di Giovanni da San Giovanni, l’Atlante di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino. Fanno parte di questo tesoro una serie di disegni di Giambattista e Lorenzo Tiepolo, di Giovanni Battista Piazzetta, sublimi figurazioni in terracotta policroma, alcune rare “Robbiane” e una notevole raccolta di tappeti persiani e armi. Una galleria che seduce gli artisti più raffinati e colti del nostro tempo. Soprattutto quelli che attraverso lo studio e l’ammirazione della grande arte sanno reinterpretare immagini e tecniche con audacia sperimentale, facendosi interpreti di una diversa idea di avanguardia, distante anni luce da sterili e malinconici manierismi accademici. Glenn Brown, è un artista felicemente dotato di mezzi straordinari e di una sofisticata preparazione storico-artistica. In due decenni si è dimostrato capace di reinventare il rapporto tra antichi e moderni, tra generi e stili, limitandosi all’uso magistrale del pennello e agli strumenti del disegno. Brown ha deciso di competere con i grandi artisti del passato, in modo da consegnare al nostro tempo un genere di disegno consono per la nostra sensibilità, ma altrettanto significativo e convincente in rapporto alle epoche precedenti: “Sto cercando di fare un ‘disegno’ del XX secolo”. In questa dichiarazione si legge una grande ambizione. Così s’impegna in confronti grafici con i maggiori artefici del passato – Rembrandt, Jordaens, Murillo, Boucher, Greuze, Delacroix, FantinLatour – esasperando la trama figurativa fino a produrre una sorta di grottesco groviglio, in cui si cela l’originale soggetto che sia un volto, un gruppo di figure, un paesaggio. Anche in questo caso impone delle metamorfosi al soggetto,

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The Shallow End 2011 Olio su pannello (ovale) 128 Ă— 96 cm

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Die Mutter des KĂźnstlers 2016 Olio su pannello 200 Ă— 162 cm

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Poor Art 2016 Olio su pannello 108,5 × 74 cm

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Unknown Pleasures 2016 Olio su pannello 164 × 105,5 cm

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Nostalgia 2016 Inchiostro di china e acrilico su pannello 84 Ă— 60 cm

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Poor Moon 2016 Inchiostro di china e acrilico su pannello 92 Ă— 73,5 cm

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Let me ferry you out to sea To see who you could have been When the time comes to row back in You’ll be in the place you should have been 2017 Pittura a olio e acrilico su bronzo 84 × 74 × 66 cm

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Glenn Brown, foto Will Corry

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BIOGRAFIA

Glenn Brown è un artista britannico, noto per l’utilizzo di riferimenti storici all’interno delle proprie opere. Partendo da una riproduzione di un quadro di un altro autore, Brown trasforma l’immagine radicalmente mutandone il colore, la posizione, le dimensioni. Le figure create, grottesche e al tempo stesso affascinanti, sembrano dipinte con la tecnica ad impasto, sono in realtà realizzate ricorrendo a un turbinio di sottili pennellate che creano l’illusione di una superficie fotografica e piatta. L’effetto ottenuto è di grande impatto, spesso inquietante, il linguaggio artistico che ne deriva trascende il tempo e le convenzioni pittoriche. L’artista vede nell’atto di appropriarsi e di opporsi la chiave di lettura stessa del suo approccio. Centrale nell’opera di Brown è anche la scultura, che l’artista realizza sovrapponendo spessi strati di pittura ad olio su strutture o calchi in bronzo. Le sue sculture sottolineano deliberatamente e con enfasi la tridimensionalità delle pennellate ad olio e si pongono in netto contrasto con la superficie piatta dei quadri. Le forme delle sculture dell’artista, così come le combinazioni di colori utilizzate, richiamano le opere pittoriche e scultoree di altri artisti. Negli ultimi anni, Brown si è dedicato profusamente al disegno. Rimanendo fedele, a livello concettuale, ai riferimenti storici, l’artista espande, unisce, distorce e sovrappone strati di immagini per creare disegni discreti e nel contempo complessi. Glenn Brown è stato protagonista di numerose personali organizzate, tra le altre, presso la Rembrandt House ad Amsterdam (2017); il Des Moines Art Center, il Contemporary Art Center, Cincinnati (2016); la Fondation Vincent van Gogh di Arles (2016); la Rennie Collection a Vancouver (2013); il Frans Hals Museum di Haarlem, Olanda (2013); la Tate Liverpool, Inghilterra (2009), la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino e il Ludwig Múzeum, Budapest; ha esposto presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna (2008); la Serpentine Gallery a Londra (2004); il Domaine de Kerguéhennec, Centre d’Art Contemporain, Francia (2000). Le sue opere sono altresì state esposte, insieme a quelle di altri artisti, presso il Centre Georges Pompidou a Malaga (2015); il Museo Guggenheim di Bilbao, Spagna (2013); la Galerie Rudolfinium a Praga (2012); la Kunsthalle di Vienna (2011); la Gwangju Bienalle, in Korea (2010); il Museum of Contemporary Art di Los Angeles (2005); il Padiglione italiano presso la Biennale di Venezia (2003); il Centre Georges Pompidou (2002, 2013) e The Saatchi Gallery (1995, 2014). Nato nel 1966 ad Hexham, Northumberland, Inghilterra; l’artista vive e lavora a Londra e nella contea inglese del Suffolk.

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ITA

ISBN 978-88-99534-19-6


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