Ivano Gianola
LAC Lugano Arte e Cultura Il nuovo centro culturale della CittĂ di Lugano
Ivano Gianola
LAC Lugano Arte e Cultura Il nuovo centro culturale della CittĂ di Lugano
a cura di Caterina Frisone fotografie di Alessandra Chemollo
Progetto editoriale Forma Edizioni srl, Firenze, Italia redazione@formaedizioni.it www.formaedizioni.it Realizzazione editoriale Archea Associati Coordinamento editoriale e redazionale Laura Andreini Redazione Valentina Muscedra Maria Giulia Caliri Beatrice Papucci Elena Ronchi Progetto grafico Mauro Sampaolesi Elisa Balducci Sara Castelluccio Vitoria Muzi Fotolito Art & Pixel, Firenze, Italia Stampa Cartografica Toscana, Pistoia, Italia Traduzioni Kathleen Hannan Susan Martin Testi © gli autori Tutte le fotografie sono di Alessandra Chemollo ove non diversamente specificato: © Isabella Balena pp. 156-157 © Manolo Gallo p. 27 © Guido Harari pp. 124-125 © Lapix pp. 190-191 © Renato Quadroni pp. 27, 122-123 © Studio Pandakovic p. 174 © Studiopagi pp. 174, 176-177 © Ufficio federale di topografia swisstopo pp. 14-15 Disegni © Arch. Ivano Gianola
© 2015 Forma Edizioni srl, Firenze, Italy Nessuna parte di questo libro può essere prodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore Prima edizione: settembre 2015 ISBN: 978-88-96780-11-4
Presentazione 10
LAC Lugano Arte e Cultura: il nuovo cuore pulsante della città Michel Gagnon
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Il LAC: un edificio per la città, un libro per un edificio Marco Casamonti Progetto
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Lugano e la storia del Grand Hôtel Palace
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Il concorso per l’Ex-Palace. Le tre fasi e Gianola vincitore
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Lo sviluppo del progetto. Dallo schizzo alla costruzione
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LAC, storia di un cantiere sostenibile Opera
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Spazi pubblici. La Piazza e le corti ritrovate
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La Hall. Il centro della croce
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Il Museo al LAC: una casa per l’arte
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Il Teatro del LAC. Lo spazio in movimento
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La Sala Concerti del LAC
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Sull’armonia, dell’acustica, nell’architettura
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Parco LAC. Spazi verdi commentano l’architettura Apparati
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Crediti di progetto
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Biografie / Referenze bibliografiche
Lugano e la storia del Grand Hôtel Palace Caterina Frisone
Per meglio capire la storia del Grand Hôtel Palace – nato sulle mura del convento dei Frati Francescani minori – e il suo rapporto con Lugano e il Lago Ceresio, è indispensabile conoscere la trasformazione morfologica urbana. La localizzazione della chiesa di S.Maria degli Angioli (1515) e del convento, situati alle porte sud della città, non era casuale: la pianificazione generale conventuale prevedeva, infatti, il posizionamento degli edifici sacri ai vertici di un triangolo che, passando per la Cattedrale, racchiudesse la città antica, oggi centro storico. Lo sviluppo urbano di Lugano ha avuto sei stadi: il primo, tra il IX e il XII secolo, che ha visto la formazione del borgo urbano originale lungo l’asse di collegamento tra le strade provenienti da sud (Melide-Carona) e sud-ovest (Sorengo-Loreto) e la strada proveniente da nord (Monteceneri). Lungo quest’asse presero forma le tre contrade – o quartieri – principali: Nassa, a sud, addossata a Sassello; Cioccaro, a nord, con le case di via Pessina; Verla, a nord-est, che si estende dalla collina di San Lorenzo verso est. Il secondo stadio, tra il XIII e XIV secolo, è consistito nel riempimento degli spazi vuoti lungo l’asse del borgo, soprattutto a est con la formazione della quarta contrada, quella di Canova (delle “case nuove”) e con la costruzione del Palazzo Vescovile (XIV sec.) e del Pretorio Comunale (XV sec.) che diedero forma a Piazza Grande, dal 1830 denominata Piazza Riforma. I primi due stadi di sviluppo segnarono la fisionomia morfologica originaria di Lugano, che rimase quasi immutata nel terzo stadio, 1600-1798, anno in cui Lugano conquistava la sua indipendenza. Gli ultimi tre stadi vedono le grandi trasformazioni di Lugano legate allo sviluppo della città pre-industriale ottocentesca (4° stadio), della ferrovia e dei trasporti che hanno permesso il passaggio da semplice cittadina a città moderna e centro turistico (5° stadio) e, infine, del periodo postbellico quando Lugano è diventata città degli affari
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(6° stadio). Lo sviluppo industriale novecentesco, e le conseguenti ripercussioni demografiche e sociali, hanno portato a un’espansione urbanistica quasi incontrollata sulle colline circostanti, a sud, sopra Paradiso, a nord, verso Molino Nuovo e Cornaredo e a est, sopra Cassarate. A metà Ottocento, con l’apertura della galleria del San Gottardo e una politica di miglioramento delle strade, il Canton Ticino diventava un polo di attrazione per i turisti dell’Europa settentrionale, richiamati soprattutto dal clima favorevole della regione. Il perito cantonale ing.Daldini, che era stato incaricato di stimare gli edifici religiosi soppressi, suggeriva di trasformare il convento dei Frati Minori in un moderno albergo. Dopo essere rimasto a lungo invenduto all’asta, nel 1850 veniva acquistato da Giacomo Ciani (1776–1868) che, fiducioso nel rapido sviluppo turistico di Lugano, incaricava l’arch. Chierichetti (1798–1876) di trasformare il convento in albergo. Mantenendo la maggior parte delle strutture del convento, Chierichetti conservava i due chiostri, ma ne eliminava il diaframma centrale unendoli in una sola corte; inoltre, sopralzava il corpo di fabbrica verso il lago fino a tre piani cioè fino all’altezza dell’antico torrione che un tempo occupava l’angolo sud-est del convento. L’Hôtel Du Parc rappresenta l’unico caso a Lugano di trasformazione di un convento in un albergo. Le strutture del convento vennero in massima parte conservate e integrate nel nuovo imponente edificio caratterizzato da due monumentali facciate neoclassiche poste a L, una verso il lago e l’altra verso il parco. Le decorazioni della facciata verso il lago – quattro colossi che sostengono il grande balcone e le balaustre – vennero scolpite da Luigi Marchesi di Viggiù in pietra di Saltrio. La facciata verso il parco era invece articolata come una residenza palladiana, con un grande timpano centrale e due corpi più alti e superficie bugnata ai lati. La differente composizione di facciata dava la sensazione di villa urbana
In alto a sinistra Convento dei Frati Francescani Minori. Vista di inizio 1800 In alto a destra Veduta dell’Hôtel Du Parc (1855) caratterizzato da 2 fronti diversi, uno urbano verso il lago e l’altro di stampo palladiano verso il parco In basso Pianta di Lugano, 1856. Sono visibili l’Hôtel Du Parc nato sulle mura del Convento dei Frati Minori (XV sec.) e la futura Piazza Riforma con il Palazzo Vescovile (XIV sec.) e il Pretorio Comunale (XV sec.)
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Spazi pubblici. La Piazza e le corti ritrovate Caterina Frisone
La vasta area adibita agli spazi pubblici del LAC è composta dalla grande piazza, dalle corti del chiostro, dalla corte con teatrino all’aperto retrostante l’edificio e da diversi passaggi di collegamento. L’idea di spazio pubblico di Ivano Gianola è quella di non avere una separazione fisica tra le vie della città e l’edificio. Come la strada e la piazza, anche il piano terreno deve essere accessibile dall’uomo: gli interni devono essere come i negozi di una via urbana, dove il piano terra è pubblico. Per raggiungere questo obiettivo è necessario creare nei passanti la sensazione di non essere fermati; nel limite del possibile, bisogna fare in modo che la soglia interno-esterno non esista. Gianola aveva già applicato con successo questo principio nel progetto per due isolati nel centro di Monaco: era importante permettere alla gente di camminare all’interno dell’edificio trasversalmente come se fosse un’ordinaria via di passaggio. La Piazza del LAC è rettangolare, con una superficie perfettamente orizzontale, costituita da lastre di pietra naturale quadrate. Se paragonata a Piazza Riforma compresa di portici, la nuova piazza ha addirittura una superficie maggiore. Inoltre, ha illustri riferimenti nella storia, avendo proporzioni simili ed essendo sovrapponibile alla Piazzetta S. Marco a Venezia o alla piazza del Duomo di Como. Oltre a costituire un luogo di attraversamento e collegamento, la piazza del LAC è un punto d’incontro e Gianola l’ha concepita come un palco sul lago: nonostante sia delimitata su tre lati – dall’Ex-Palace, dalla Hall e dall’ala del Museo – grazie al fatto che il Museo non poggia a terra e la piazza è rialzata dal livello della strada, da essa è sempre possibile vedere il lago, senza interferenze, con una panoramica a 180°. Nella parte del progetto realizzata dai committenti privati, che corrisponde all’Ex-Palace, al pianterreno
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sono stati creati nuovi passaggi che permettono l’accesso al chiostro dell’ex convento e alla seconda piazza interna. Il progetto di restauro dell’ex-Convento è stato un importante tassello necessario al completamento della trasformazione urbanistica di questa parte di città. L’edificio, tutelato a livello cantonale, presentava criticità statiche e un degrado accentuato dalla compenetrazione con l’Ex-Palace e dall’esecuzione delle paratie necessarie al progetto. A seguito dei delicati lavori di consolidamento e rinforzo – atti a salvaguardare in particolare la Chiesa e il prezioso affresco di Bernardino Luini – l’edificio restaurato contribuisce a definire i nuovi spazi esterni. L’antico chiostro è stato simbolicamente completato dai portici previsti dall’edificazione privata, mentre a ovest l’edificio, insieme al volume del teatro, crea una nuova corte. Sulle volte a vela del portico cinquecentesco sono state rinvenute diverse decorazioni ad affresco, come orifiammi di San Bernardino, stelle rosse con otto raggi eseguite a stampino sulle volte. Tutti gli ambienti recuperati e restaurati del convento entrano a far parte del complesso del LAC, accogliendone gli uffici amministrativi al piano superiore. Gli antichi spazi, (convento, chiesa, ex chiostro) hanno ripreso vita: sono dei percorsi che hanno nel nuovo centro culturale il proprio punto di snodo e che si immettono in un grande progetto di arredo urbano e del verde.
Piazza e Ex-Palace visti da sotto la “punta” del Museo Nelle pagine successive La Piazza sopraelevata delimitata da Museo, Hall e Ex-Palace
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Sezione trasversale attraverso il Teatro e locali di servizio, la nuova corte, l’antico chiostro e l’Ex-Palace
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L’interno della Hall con il suo sistema di scale. Lo spazio è il centro della croce che collega il Parco con la Piazza e il Museo con il Teatro Nelle pagine successive L’ingresso e lo spazio della Hall visto dal Parco. Attraverso le due grandi vetrate è possibile collegare il Parco con la Piazza permettendo la vista panoramica verso il lago
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Nelle pagine precedenti Vista del Museo dalla via laterale. Sotto il portico si intravedono la Piazza e l’Ex-Palace, oltre al lago di Lugano
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Prospetto sud del Museo Nelle pagine successive Vista dall’alto dell’ala del Museo e della Piazza
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Vista interna della sala situata nella “punta� del Museo al secondo piano e della grande finestra che incornicia il paesaggio
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Dettagli costruttivi del parapetto della balconata e della poltrona Nelle pagine successive La sala teatrale in fase di cantiere durante l’allestimento della conchiglia acustica
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1. Corrimano parapetto Ø 50mm. Balconata in tubo di ottone rivestito in cuoio o gomma 2. Piatto in acciaio inox 50×10, finitura spazzolato 3. Massello in curva, raggiato antinfortunistico 4. Centinatura in curva, strutturata con traversi in tubolare 40×20×2 5. Pannello a settori diritti in multistrati placcati alisier 6. Fazzoletti in lamiera 30/10 saldati per ancoraggio struttura a C.A. 7. Lamiera piegata di fissaggio centinatura 30/10 8. Isolante acustico minerale 50mm 9. Rivestimento parapetto esterno multi 30mm placcato alisier 25kg/mq 10. Illuminazione 11. Soffitto tipo 2, pannelli a settori cielino sotto balconata, multi 30mm placcato alisier 20kg/mq 12. Staffa di aggancio 13. profilo metallico 40×60×4 mm 14. TH 4mm 15. Lamiera pressopiegata 30/10 16. Soletta in C.A. 17. Multistrati 52mm 18. Parquet di wengè 22mm 19. 60×60×3 mm ferro a formazione telaio strutturale 20. Isolante acustico 50mm 21. Rivestimento parapetto interno, multi 21mm placcato alisier 15kg/mq 22. Staffa di aggancio
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Crediti di progetto
Luogo Lugano, Svizzera Programma Nuovo Centro Culturale Costo circa 200.000.000 CHF Superficie costruita circa 9.125 mq Volume complessivo circa 185.900 mc Cronologia 2000 Concorso 1a fase 2001 Concorso 2a fase 2002 Concorso 3a fase 2006 Inizio cantiere opere preliminari 2009 Inizio cantiere strutture in elevazione 2015 Fine lavori e inaugurazione Committente Città di Lugano Progetto architettonico Arch. Ivano Gianola, Mendrisio (I. Gianola, S. Rizzi, M. Scuffi, M. Baldo, G. Battaglia, P. Stoppa, M. Guidicelli, G. Gennaio, R. Toscanelli, F. De Dominicis, O. Medici, G. Desigis, S. Rondina, C. Brunori) Responsabile Arch. Ivano Gianola, Mendrisio Ingegneria Civile Balmelli & Partner Ingegneria, Lugano (Ing. Balmelli) Ingegneria Elettrotecnica Elettroconsulenze Solcà, Mendrisio (Ing. Menaballi) Ingegneria Meccanica Tami-Cometta & Associati, Lugano (Ing. Cometta) Opere preliminari Ing. Gianfranco Dazio, Cadenazzo-Lugano (Ing. Dazio / capoprogetto OP) Ingg. Borlini & Zanini, Lugano (Ing. Zanini / infrastrutture e strade) Ingg. Leoni-Gysi-Sartori, Sorengo (Ing. Leoni / geotecnica) Ingegneria Civile Museo, Hall, Autorimessa Balmelli & Partner Ingegneria, Lugano Studio ingegneria Sciarini, Vira Gambarogno Teatro Passera e Pedretti Consulting, Grancia AR & PA Enginreering, Pregassona
Ingegneria Elettrotecnica Museo, Hall, Autorimessa Elettroconsulenze Solcà, Mendrisio Alpiq, Lugano Teatro Scherler, Lugano Alpiq, Lugano Ingegneria Meccanica Museo, Hall, Autorimessa Tami-Cometta & Associati, Lugano Alpiq, Lugano Teatro Visani Rusconi Talleri (VRT), Lugano Alpiq, Lugano Acustica Müller-BBM, D-Planegg Scenotecnica Kunkel Consulting, D-Bür Scenografia Peter Bissegger, Intragna Fisica della costruzione IFEC Consulenze, Rivera Antincendio-sicurezza Istituto di Sicurezza/Swissi, Massagno Circolazione Brugnoli e Gottardi Ingegneri Consulenti, Massagno Illuminotecnica Consuline Architetti Associati, I-Milano Facciate in vetro-metallo / pietra Renato Conti / Sergio Hofer, Lugano Segnaletica CCRZ, Balerna Paesaggistica Pandakovic e Associati, I-Como Deposito a lago Ing. Urs Luechinger, Pregassona Passera e Pedretti Consulting, Grancia GRAIA, I-Varano Borghi Impresa Generale COMSA, Barcellona (Project Manager Ing. F. Ricci)
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Biografie
Ivano Gianola fa parte del gruppo di architetti della Scuola Ticinese, nata a metà degli anni ’70 in contrasto con la crescente distruzione ambientale del paesaggio ticinese provocata dalla cementificazione indiscriminata. Dopo la scuola di disegnatore a Zurigo, Gianola comincia la sua pratica d’architetto in Ticino, “autoeducandosi” con passione e determinazione, attraverso lo studio dei Maestri del Movimento Moderno, da loro assorbendo in breve tempo anche lo spirito e la volontà di raggiungere una preparazione culturale completa. Attraverso la ricerca del “bello”, si avvicina all’architettura classica e alle interpretazioni più moderne dei tracciati regolatori di Le Corbusier, dei ritmi musicali di Mies Van Der Rohe, delle linee pittoriche di Paul Klee. Le regole geometriche dettate in modo preciso e consapevole costituiscono la struttura dei suoi progetti, semplici e limitati di mezzi ma sofisticati e ricchi nei dettagli e nello strettissimo rapporto con la natura. È in questo frangente che Gianola si distacca dalla Scuola Ticinese, praticando una “politica dei piccoli passi”, anche accettando commesse minori con la sfida di ottenere il massimo del risultato con il minimo dei mezzi, ricercando il valore sia nell’aulicità delle forme che nell’utilizzo colto di tecniche costruttive tradizionali. All’uomo – sempre al primo posto nei progetti di Gianola – l’architetto assoggetta
la natura catturandone la luce, utilizzandone i colori e i materiali e selezionando orientamenti e vedute stabilendo un forte e decisivo rapporto con l’orizzonte. Caratteristica del suo lavoro è la componente ripetitiva, “artigianale” dei suoi lavori. Nel 1997-2000, la ricca esperienza di Gianola trova finalmente una appropriata applicazione nei progetti tedeschi di Stoccarda e Monaco, dove, il confronto riuscito con la città, svela l’avvenuto salto di scala che oggi trova la sua definitiva conferma nella realizzazione del LAC. Caterina Frisone si laurea in Architettura, presso il Politecnico di Milano, nel 1986. Nel 1987, ottiene il Master Arch II in Urban Design presso la Syracuse University. Dopo due anni di pratica a Mendrisio (CH) presso lo studio dell’architetto Ivano Gianola, si stabilisce a Venezia, dove, nel 1992, inizia la sia collaborazione presso lo IUAV, con il Prof. Francesco Venezia, che durerà fino al 2007. Ha scritto per le maggiori riviste di architettura italiane e curato numerose pubblicazioni. Dal 1990 lavora come libero professionista e insegna presso diverse università americane, mantenendo la sua attività professionale a Venezia e quella didattica e di ricerca presso l’Università Iuav di Venezia.
Referenze bibliografiche 1. Trasformazione urbanistica nella storia di Lugano dal Medioevo all’età moderna (sec. IX-XX) tratto da: AA.VV. Relazione tecnica, in: Piano Regolatore, sezione di Lugano, città di Lugano, Lugano 1983. 2. Hôtel Du Parc e villa nel parco: dall’esule all’ospite d’albergo tratto da: Andreas Hauser, Analisi dell’insediamento, in:
Inventario Svizzero di Architettura 1850-1920, vol. VI Lugano, Società di Storia dell’Arte in Svizzera, Berna 1991, pp. 243-246. 3. Luini, Bernardino, Piazza tratto da: Andreas Hauser, Inventario fotografico, in: Inventario Svizzero di Architettura 1850-1920, vol. VI Lugano, Società di Storia dell’Arte in Svizzera, Berna 1991, pp. 318-319.
4. R. Bergossi, Il primo grande albergo: l’Hôtel Du Parc (Palace) e il vecchio albergo Du Parc trasformato in Gran Hôtel Palace tratto da: A. Gili, Nascita e sviluppi storici del settore turistico alberghiero a Lugano, in Lugano Hotels (Alberghi-Storia-Architetture), Edizioni città di Lugano, Lugano 1998, p. 18 e p. 25. 5. Du Parc (1855) e Belvedere del Parco (1855)
tratto da P. Costantini e A. Gili, Schede degli alberghi d’epoca a Lugano (1800-1930 ca), in A. Gili, Lugano Hotels (Alberghi-StoriaArchitetture), Edizioni città di Lugano, Lugano 1998, p. 76 e p. 81.
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Questo volume è stato stampato nel mese di settembre 2015 da Forma Edizioni, Italia
Il LAC Lugano Arte e Cultura, sorto alle porte della città sul sito dell’Ex-Hotel Palace, è l’opera pubblica più importante realizzata in Svizzera nel primo ventennio del secolo. L’area, localizzata a sud di Lugano, è particolarmente pregiata per la storica presenza della Chiesa di Santa Maria degli Angioli (1449-1515) e del chiostro cinquecentesco dei Frati Minori, parte del quale fu demolito a metà Ottocento per far posto all’Hôtel Du Parc che, nel 1904, dopo un ampliamento, prese il nome di Grand Hôtel Palace. Il progetto di Gianola è un progetto per la città: i nuovi interventi s’incarnano nel luogo riportando in vita lo spirito delle precedenti attività urbane che per secoli hanno caratterizzato quest’area, quella religiosa e quella alberghiera. Il Genius Loci, già presente nello splendore del Grand Hôtel Palace – luogo carismatico in città per oltre un secolo – riemerge nel LAC, recuperando il ruolo di nodo urbano e crocevia di scambio culturale. Il LAC diviene, dunque, l’elemento generatore che rimette in moto e ridà energia a questo pezzo di città che giaceva inattivo dal 1969, anno di chiusura del Palace. Alla base del progetto c’è l’idea che il LAC – composto da un teatro per 1000 persone, un museo di arte moderna, abitazioni, uffici, parcheggi coperti, un parco cittadino – sia localizzato al centro di una croce. Al LAC convergono e ripartono le forze di attrazione che raggiungono la scala urbana e, grazie ai suoi contenuti, raggiungeranno anche quella nazionale e quella europea.
ISBN 978-88-96780-11-4
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