Palazzo Lombardia

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Palazzo Lombardia a cura di Paolo Caputo


Progetto editoriale Forma Edizioni srl Firenze, Italia redazione@formaedizioni.it www.formaedizioni.it Direzione editoriale Laura Andreini Consulenza editoriale Riccardo Bruscagli Redazione Maria Giulia Caliri Livia D’Aliasi Valentina Muscedra Progetto grafico e impaginazione Archea Associati, Firenze Elisa Balducci Isabella Peruzzi Mauro Sampaolesi Alessandra Smiderle Progetti speciali Anna Mainoli Traduzioni Katy Hannan Anna Albano per NTL Firenze Fotolitografia LAB di Gallotti Giuseppe Fulvio Firenze, Italia

© 2017 Forma Edizioni srl, Firenze, Italia L’editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali fonti iconografiche non individuate. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore, fatti salvi gli obblighi di legge previsti dall’art.68, commi 3, 4, 5 e 6 della legge 22 aprile 1941 n. 633. Prima edizione italiana: dicembre 2017

Testi © gli autori Fotografie © Fernando Guerra | FG+SG: cover, 12, 16, 22-23, 25, 28, 36-37, 38-39, 42-43, 48-49, 55, 58, 60-61, 67, 68-69, 70, 74-75, 77, 78-79, 80, 88-89, 94-95, 116-117, 129, 148, 152-153, 157, 162, 164-165, 186-187, 190-191 © Piero Mollica: 15, 63, 64-65, 76 in alto, 83, 91, 93, 96, 98-99, 100, 101, 103, 105, 107, 108, 115, 118, 121, 122, 124-125, 126, 127, 132-133, 135, 138, 139

© Giovanna Longhi: 84, 85 in basso a sinistra, 85 in basso a destra © Pierandrea Monni: 45, 47, 51, 52-53, 56-57, 62, 112-113, 141, 142-143, 144, 146-147, 155, 156, 158-159 © Marco Peverelli: 85 in alto a sinistra, 85 in alto a destra © Luca Rubino: 18-19, 20, 21, 32-33, 72-73, 81, 102, 110-111, 119 © Stefania Sarri: 76 in basso, 77 Schizzi di progetto © Kelly Wilson: 30-31, 34, 35


Introduzione 008

Un palazzo in forma di città Paolo Caputo

Progetto 024

Palazzo Lombardia Henry N. Cobb

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Il progetto e il contesto urbano Alessandro Finozzi

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Il progetto degli spazi aperti Franco Giorgetta

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Palazzo Lombardia: dal concept alla costruzione, un viaggio lungo sette anni José Bruguera - Matteo Milani

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Il muro climatico di Palazzo Lombardia Michael D. Flynn

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L’ingegneria strutturale Stephen Szycher

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L’ingegnerizzazione degli impianti e dell’ambiente Mahadev Raman

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L’ingegneria dal progetto alla realizzazione Massimo Giuliani

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Organizzazione e disegno degli interni Tatiana Milone

Postfazione 160

Palazzo Lombardia. Il primo edificio italiano di Pei Cobb Freed & Partners George H. Miller

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Biografie

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Ringraziamenti

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English texts

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Crediti di progetto


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Un palazzo in forma di cittĂ Paolo Caputo

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Pubblicare un libro su Palazzo Lombardia, a otto anni dalla sua inaugurazione, non è un atto “tardivo” e “riparatorio”, volto a colmare un vuoto documentale su una realizzazione architettonica di rilievo nel campo dello sviluppo della cultura del progetto alla scala dell’Architettura e della Città, al contrario la considero una opportunità per collocare la realizzazione dello stesso nella corretta prospettiva dello sviluppo di Milano in questo primo scorcio di secolo. Palazzo Lombardia, della cui architettura è per me un piacere e un orgoglio essere autore insieme a Henry Cobb e, naturalmente, ai nostri Team, è stato e ha rappresentato infatti un punto di svolta nella recente storia architettonica milanese e italiana. Lo si può infatti ritenere il Primo Intervento della Nuova Milano a chiusura di un decennio denso di progettualità, preparato dalla “crescita cittadina” degli anni precedenti, in cui era definitivamente maturata in termini culturali, sociali, istituzionali e amministrativi, la consapevolezza di una città post-industriale, proiettata verso l’innovazione, il terziario avanzato, l’eccellenza nei servizi relativi al settore dell’alta formazione, della ricerca, della sanità, del commercio, della cultura e della comunicazione. Un decennio che sancisce il ripensamento di interi quartieri – Santa Giulia, Porta Nuova, City Life, insieme alla Bicocca, alla Bovisa e al Portello, e ad altri contesti “liberati” dalla cessazione di cospicue attività industriali desuete e/o ormai incongrue per allocazione – e che è accompagnato da importanti decisioni e conseguenti fatti urbani: la realizzazione della Fiera di Fuksas, del nuovo Quartier Generale della Pirelli di Gregotti, del Teatro alla Scala riplasmato da Botta, e di molteplici microinterventi protesi verso il ripensamento di strutture e sistemi esistenti verso nuovi significati e modelli d’uso della città: il distretto di via Tortona costituisce a riguardo l’esempio più evidente. Palazzo Lombardia incarna, sul piano architettonico, e nell’immaginario collettivo, il cambio di passo tra città del presente e città del futuro, opera una trasformazione (e metabolizzazione collettiva) del linguaggio architettonico, del paesaggio urbano e della cultura dello spazio della città. Con la realizzazione dello stesso si chiude lo stantio dibattito “grattacieli sì - grattacieli no”, sul mimetico e ingessato rapporto tra “vecchio” e “nuovo”, su Milano città europea e quindi orizzontale, sul “grattacielo” quale simbolo superato della modernità, sviluppatosi tra incontri accademici e interventi sui media a Milano e non solo. Palazzo Lombardia ha diversi “pregi” in quanto motore ed esempio di innovazione. È stato il primo edificio Istituzionale, sede di Governo, costruito in Italia dopo decenni in cui le istituzioni governative non avevano avvertito la necessità e opportunità di rappresentarsi in termini diversi e aggiornati rispetto al passato. E di ciò il merito è tutto di Regione Lombardia.

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È stato il primo complesso di nuova generazione sul piano del risparmio energetico. È stato infatti concepito con soluzioni congiunte di tipo tecnico-architettonico e di natura tecnologica tali da comportare la realizzazione di un edificio con significativi risparmi rispetto a quelli della generazione immediatamente precedente. È stato, nella storia recente, il primo edificio italiano a ricevere riconoscimenti internazionali in quanto a “Bellezza”: nel 2012 è stato riconosciuto quale “Miglior Edificio Alto d’Europa”; eletto dal Council of Tall Buildings and Urban Habitats di Chicago, prestigiosa istituzione mondiale. Il Progetto di Palazzo Lombardia è stato inoltre un antesignano nei confronti del tema della biodiversità, rappresentato dal disegno del Giardino lineare previsto su via Restelli attraverso una selezione e “allegoria” dei biotipi della Lombardia fondati sull’acqua: esemplificativi del paesaggio lombardo dalle montagne fino alla pianura irrigua. A Palazzo Lombardia, primo tassello del Grande Progetto di trasformazione urbana dell’“Area Garibaldi-Repubblica”, negli anni immediatamente successivi seguirà l’attuazione del Progetto Porta Nuova con le Torri Unicredit di Pelli, con la Torre Diamante di KPF, con le residenze verticali di Arquitectonica (Solaria) e Caputo Partnership (Solea), con il Bosco Verticale di Boeri Studio, e le innumerevoli ulteriori architetture che lo connotano qualificandolo come lo spazio a più alto tasso di innovazione della città. D’altra parte City Life tra il 2015 e il 2017 completa la realizzazione della Torre Allianz di Hisozaki, di Torre Generali di Zaha Hadid e di significativa parte delle residenze a firma Hadid e Libeskind. Milano tra il 2013 e il 2015 sviluppa il Quartiere Expo e molteplici ulteriori realizzazioni (dal Mudec di Chipperfield alla Fondazione Prada di OMA, da Parco Vittoria di Canali alla Fondazione Feltrinelli di Herzog & de Meuron) che mutano radicalmente il Paesaggio urbano, la “scala” di sua rappresentazione, la percezione dall’interno e dall’esterno della città, sempre più riconosciuta tra le capitali mondiali; insieme alla mutazione degli stili di vita e dei modelli d’uso che ne decretano la sua proiettiva contemporaneità e l’attrattività presso le più giovani generazioni in termini socio-culturali e, sul piano economico, per i flussi finanziari internazionali. La rivoluzione copernicana della città ha, senza dubbio, in Palazzo Lombardia la sua epifanica reificazione. Il volume che qui introduco non narra questa fenomenologia economica, culturale e urbana, che ho sinteticamente ricordato, ma si incentra sulla storia del progetto e della realizzazione di Palazzo Lombardia attraverso brevi scritti dei suoi autori e progettisti e, soprattutto, un ricco e articolato apparato grafico e fotografico. Pur nella estrema sintesi consentita dal format della collana e del volume, l’insieme

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A sinistra: schizzi di studio sulla dialettica morfologica tra orizzontale e verticale nella composizione urbana e architettonica del Palazzo A destra: viste dal modello di studio In basso: planimetria generale di Palazzo Lombardia del giardino lineare nel contesto urbano di appartenenza

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La Torre e i corpi bassi visti da nord, via Pola

dei testi e la documentazione a essi integrata fa emergere i temi centrali e le questioni di molteplice natura (urbana, compositiva, linguistica, funzionale, tecnologica) affrontati prima nella progettazione, poi nella realizzazione del Complesso. Ne evidenzio alcuni. –– La matrice morfologica che struttura l’Architettura del Palazzo è stata desunta dall’ampliamento del campo ermeneutico che sostanzia i contenuti del progetto. La lettura e l’interpretazione estesa del contesto urbano e del paesaggio esterno fa sì che la complessità urbana coniugata a una lettura di alcuni macro segni territoriali generi la matrice morfologica generale del Palazzo e degli spazi di sua pertinenza. Il segno organico dell’insieme degli edifici sinusoidali nel loro reciproco rapportarsi è mediato, integrato e interrelato dalla matrice cartesiana generata dalla verticale della Torre e dalla orizzontale del Giardino lineare. –– La ricerca spaziale e figurativa volta a evitare processi mimetici ma anche, all’inverso, soluzioni stranianti, è stata informata dal principio di “congruità” praticato attraverso interrelazioni multiple con l’intorno. –– La ricerca progettuale finalizzata alla creazione non solo di uno spazio urbano e architettonico, aderente e corrispondente al brief della committenza, ma di un “luogo”, di un tempo “lontano e vicino” (lontano nella dimensione regionale, vicino nella dimensione urbana), è stata risolta nella relazione Torre-Piazza. Piazza nel senso metaforico conferito a tale tipologia spaziale dalla storia della città europea. –– Il Palazzo è stato immaginato quale ibrido tipologico. Sintesi antologica di diversificati e distinti spazi e volumi: l’edificio in linea, l’edificio a Torre, la piazza, la galleria, il lombardo e storico “broletto”, la corte giardino, il giardino, i giardini pensili. –– L’architettura del Giardino è stata alimentata dalla cultura del paesaggio extraurbano traducendolo in una allegoria: la centralità economica, politica, amministrativa di Milano è stata interpretata anche come centralità idrogeologica e geografica tra monti e pianura, luogo di dissolvenza di un sistema nell’altro, in quanto città costruita sulla linea delle risorgive. –– Il Palazzo quale “Altra Sede della Regione Lombardia” ha assunto la Sede del Governo regionale, il Grattacielo Pirelli, quale “Altro architettonico” a cui riferirsi per complementarietà e contrappunto salvo che per la analoga classicità compositiva e linguistica. Il primo è semplice e iconico. Palazzo Lombardia è complesso e poli-iconico: la sua ineludibile complessità e multidiversità è specchio della nostra contemporaneità.

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Pianta generale del piano terra

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30 m

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Palazzo Lombardia nel paesaggio urbano e tra gli assi viabilistici di via Melchiorre Gioia e via Sassetti

Gli uffici amministrativi sono organizzati all’interno dei corpi di fabbrica curvilinei (profondi 14 metri per tutto il loro sviluppo) seguendo una regola costante: stanze per uffici individuali lungo i lati concavi e uffici per gruppi di lavoro in open-space lungo quelli convessi. A ogni punto di inflessione, cioè di transizione tra una curvatura e l’altra, in pianta trovano posto atrii contenenti scale circolari per facilitare la comunicazione tra i piani; ai quattro punti di intersezione tra i fabbricati trovano invece naturale collocazione i nuclei principali di circolazione verticale (gruppi ascensori) e di servizio. Oltre a identificare chiaramente i punti di accesso per lo staff di Regione Lombardia e per i visitatori, la posizione in pianta di tali elementi (i quattro nodi del sistema) consente anche una flessibilità quasi illimitata nel riorganizzare i layout degli spazi operativi nel corso del ciclo di vita del complesso. Lo sviluppo sinusoidale dei corpi di fabbrica vetrati degli uffici genera una serie di spazi aperti sempre diversi e si arresta all’incontro con la maglia urbana, incontro che viene celebrato e drammatizzato dalle grandi pareti in Ceppo Lombardo. Tra i tanti elementi di sostenibilità ambientale il più significativo, in termini di influenza sull’architettura, di Palazzo Lombardia, è senza dubbio il “muro climatico” che caratterizza tutte le facciate curvilinee del complesso (Torre e podio). Racchiusa dai due strati di vetro, la cavità profonda un metro ospita i frangisole verticali, in lamiera perforata, orientabili e retrattili, che assicurano la protezione dalle radiazioni solari dirette degli spazi di lavoro e al contempo la massima trasparenza dell’involucro architettonico. Tramite gli impianti meccanici al suo interno viene fatta ricircolare l’aria viziata degli uffici integrandola con aria fresca dall’esterno: un sistema, questo, che assicura condizioni micro-climatiche di assoluto comfort per gli ambienti interni, in modo efficiente ed estremamente vantaggioso dal punto di vista del risparmio energetico in tutte le stagioni dell’anno.

Esemplare per l’attenzione al consumo di energia, Palazzo Lombardia materializza però non solo l’impegno di Regione Lombardia per la sostenibilità ambientale, ma anche per quella sociale negli ambienti urbani contemporanei. Per soddisfare pienamente questa vocazione, al centro fisico e simbolico dell’intero complesso trova posto uno spazio pubblico, Piazza Città di Lombardia: protetta da una copertura trasparente in EFTE in modo da essere abitabile e utilizzabile in tutte le stagioni, questo spazio di incontro e di ritrovo della collettività è reso memorabile dai muri curvilinei che la racchiudono e si apre verso la città, in tutte le direzioni, invitando il pubblico a entrarvi, attraverso gli spazi aperti alberati e gli ampi passaggi porticati. Il piano terra del complesso è inoltre reso vivo dalla presenza di negozi, ristoranti, spazi per l’arte e da un grande auditorium con lo scopo di creare un brano di città abitato, attraversato, visitato e fruito al di là della funzione istituzionale ospitata dal complesso al suo interno. La Piazza, aperta 24 ore al giorno, ha infatti già ospitato una moltitudine di attività: celebrative, cerimoniali, sportive, promozionali, culturali o di puro intrattenimento. Possiamo ora guardare al piano terra di Palazzo Lombardia e inserirlo nel contesto urbano più esteso: si può apprezzare come il sistema architettonico creato dall’intrecciarsi dei quattro edifici sinuosi ha garantito una transizione coerente tra Torre e podio e generato quella sequenza di spazi aperti a livello strada che fondono la Piazza centrale alla città circostante in un continuum urbano senza cesure. La trasfigurazione così raggiunta, da un presenza oggettuale ed emblematica nello skyline (la Torre) a uno spazio pubblico altrettanto emblematico a livello stradale (la piazza), è a mio avviso il più importante contributo offerto da Palazzo Lombardia al pensiero critico disciplinare sul tema del grattacielo in rapporto alla città.

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Schizzo di progetto relativi alla fase concorsuale: la Piazza Giardino e il prospetto ovest del Palazzo

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ComplessitĂ e plasticitĂ nelle relazioni volumetriche del Palazzo

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ATTENZIONE risoluzione bassa 221 dpi


Questo volume è stato stampato nel mese di dicembre 2017 da Tap Grafiche, Italia



ISBN 978-88-99534-52-3

euro 64,00


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