LA SERIE E IL PARADIGMA. FRANCO PURINI E L’ARTE DEL DISEGNO PRESSO I MODERNI
LA SERIE E IL PARADIGMA FRANCO PURINI E L’ARTE DEL DISEGNO PRESSO I MODERNI
“Credo che non ci sia la possibilità di fare qualcosa che ci rappresenti per davvero senza un certo grado di ossessività. Sono anche stato sempre convinto che con il disegno, il progetto e la costruzione l’architetto non possa risolvere le contraddizioni che la realtà ci rivela continuamente, ma penso, in accordo con la lezione di Manfredo Tafuri, che si debba rappresentarle. Ritengo inoltre che non abbia molto senso fare un mestiere come quello dell’architetto senza avere un tema da approfondire per tutta la vita. Il mio tema è il contrasto tra una spazialità costrittiva, quasi reclusoria e l’aspirazione a una libertà totale. Un tema che trova un’eco nella convivenza in me, come ho già detto, della ragione nel suo lato solare con il suo lato in ombra. Il tutto con una certa preferenza per l’ermetismo. Il disegno è infine il crogiolo nel quale l’insieme di queste motivazioni viene portato a quella temperatura di fusione che le unifica in una sostanza nello stesso tempo corporea e immateriale.”
ISBN 978-88-96780-74-9
Franco Purini
9 788896 780749
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POLITECNICO DI MILANO
ACCADEMIA ADRIANEA
copertina: Franco Purini, Il muro rosso, 1995 © 2014 Franco Purini © 2015 Forma Edizioni srl, Firenze, Italia Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore. Prima edizione: dicembre 2014 ISBN: 978-88-96780-74-9
LA SERIE E IL PARADIGMA FRANCO PURINI E L’ARTE DEL DISEGNO PRESSO I MODERNI
A CURA DI PIER FEDERICO CALIARI CAROLA GENTILINI
COLOPHON MOSTRA E CATALOGO
Politecnico di Milano 19 Gennaio - 6 Febbraio 2015
Curatela, organizzazione, coordinamento e progetto grafico della mostra e del catalogo Pier Federico Caliari e Carola Gentilini In collaborazione con Alessandro Crispino Iannello e Studio Bellotti 3D Print
Casa dell’Architettura di Roma 30 Marzo - 17 Aprile 2015
Si ringraziano Laura Thermes per i preziosi consigli.
Triennale di Milano 16 - 18 Gennaio 2015
Politecnico di Milano Dipartimento di Architettura e Studi Urbani Il Direttore, Gabriele Pasqui Scuola di Architettura e Società Il Preside, Ilaria Valente Dottorato in Progettazione Architettonica, Urbana e degli Interni Il Coordinatore, Luca Basso Peressut Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Roma e provincia Il Presidente, Livio Sacchi Comitato Tecnico Scientifico Casa dell’Architettura di Roma Il Presidente, Alfonso Giancotti Triennale di Milano Il Presidente, Claudio De Albertis Accademia Adrianea di Architettura e Archeologia di Roma Il Presidente, Romolo Martemucci Comitato scientifico Luca Basso Peressut, Alberto Ferlenga Romolo Martemucci, Francesco Moschini Livio Sacchi, Ilaria Valente
Lo Studio Purini - Thermes per il prestito delle opere. Teresa Ianni e Letizia Guerra per la collaborazione e il supporto ai curatori. Efisia Cipolloni - Responsabile Spazio Mostre “Guido Nardi”, Politecnico di Milano Violante Spinelli Barrile - Settore Iniziative della Triennale di Milano Marco Panunzi - Responsabile Spazi Espositivi della Casa dell’Architettura di Roma La Segreteria dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Roma e provincia Maria Patti - Responsabile Amministrativo Accademia Adrianea di Roma Laura Andreini - Direttore Scientifico Forma Edizioni
Referenze fotografiche Pag. 109 - Rodolfo Fiorenza Sponsors tecnici Roberto Catania - Tecnological Forniture (BS) Riva 1920, Cantù (CO)
INDICE
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Il disegno come ricerca Luca Basso Peressut
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La lezione di Franco Purini Livio Sacchi
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Il tempo della mano e le sue costruzioni. Franco Purini, fra segni, testi e contesti Gianni Contessi
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La Serie e il Paradigma. Franco Purini e l’arte del disegno presso i moderni Pier Federico Caliari
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Disegni d’invenzione Archivio Purini - Thermes
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Dieci Architetture Franco Purini
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Disegni d’invenzione Collezione privata
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Nota biografica
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IL DISEGNO COME RICERCA Luca Basso Peressut
Alla ricerca istituzionalizzata vengono oggi sempre più chieste risposte concrete e risultati spendibili nel mercato dell’economia, trascurando la componente fondamentale di una ricerca esplorativa, che pone questioni prima ancora che fornire soluzioni e che si interroga su temi che appartengono a una prospettiva di più ampia problematicità. Ci si chiede allora quale deve essere e come deve operare la ricerca nei luoghi in cui questo aspetto deve essere centrale, cioè la ricerca universitaria, in particolare entro i Dipartimenti e nei Dottorati in cui si formano i futuri ricercatori. Nel campo dell’architettura il problema esiste da lunga data tanto che i Dottorati di progettazione (o di composizione) architettonica sono andati scemando di numero dalla loro attivazione, a partire dal primo fondato presso lo IUAV di Venezia ormai trent’anni or sono, per scivolare in parte nel cono d’ombra di ambiti tecnico-specialistici che ne hanno ridimensionata l’originaria ricchezza di riflessione tematica e scalare. Parto con questa considerazione, parlando della mostra di Franco Purini “La serie e il paradigma”, perché, dal mio punto di vista, l’opera teorica di Purini svolta attraverso la forma grafica ci sollecita (possiamo dire ci insegna?) a continuare a considerare il disegno come fondamentale campo d’azione per la ricerca sull’architettura e il suo progetto. Disegno inteso non solo come strumento di rappresentazione “geometrica” di ciò che esiste o di ciò che sarà, ma soprattutto come dispositivo di indagine e di investigazione che si muove mettendo in gioco componenti che non sono immediatamente correlate alla realizzabilità di un progetto, ma appartengono a sentieri plurimi da percorrere, affrontando nodi e temi che appartengono allo svilupparsi nel tempo del pensiero architettonico. Parliamo qui di disegno manuale (quello che vediamo nelle opere in mostra), autografo, eseguito con artigianalità, con disciplinato e severo controllo del gesto che appone segni significanti su un quaderno d’appunti, su un semplice foglio di carta o su un cartoncino Schoeller. Si tratta di un disegno inteso come scrittura e testo, i cui elementi sono parole di un discorso che è compiuto in forma diversa da quella alfabetica. Sappiamo che le parole sono parte integrante della storia e della cultura architettonica e fanno da contraltare all’universo costruito dell’uomo e degli oggetti materiali che lo affollano. Le parole, come anche i disegni – siano essi di studio, di progetto o teorici – sono specchio di questa realtà così come possono essere il riflesso di idee e progetti mai concretizzati, di visioni, di possibilità. Parole e disegni sono entrambe facce della stessa medaglia: la realtà dell’architettura, la sua vicenda, i suoi valori, le sue espressioni d’arte. Logos e ichnos, da sempre paradigmi socio-culturali, sezionano sottili frammenti di mondo per analizzarlo, ma hanno anche autorità connotativa, misurando la distanza fra il reale e l’immaginato, tra l’esistente e il possibile, pro-gettando con la forza di quell’immaginazione che Gaston Bachelard definisce “potenza maggiore della natura umana” perchè “ci distacca allo stesso tempo dal passato e dalla realtà, apre nella direzione dell’avvenire”.
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LA LEZIONE DI FRANCO PURINI Livio Sacchi
Sulla scena architettonica italiana, Franco Purini occupa un posto molto speciale: di architetto, docente, intellettuale, critico, curatore e disegnatore. Partiamo da quest’ultimo ruolo, quello di eccellente disegnatore d’architettura: è ciò che lo ha inizialmente imposto all’attenzione della critica e che lo ha sempre accompagnato nella sua lunga e sfaccettata carriera. Un ruolo che è coinciso, negli anni Settanta e Ottanta, con la grande stagione dell’architettura disegnata, che portò l’Italia all’attenzione internazionale, ma che ha continuato e continua a occupare un posto importante sul suo tavolo e nella sua vita, fino a oggi. Dagli anni Novanta in poi il disegno degli architetti, com’è noto, smise gradualmente di costituire uno strumento di riflessione sul progetto d’architettura, di approfondimento critico, di scoperta o riscoperta della vita delle forme architettoniche. Sull’onda della prima rivoluzione digitale, esso si trasformò a mano a mano in strumento di comunicazione, mediatizzazione e spettacolarizzazone dell’architettura, in molti casi in autonomia rispetto alla stessa creatività del progettista; quest’ultimo solo raramente appariva in grado di controllare i processi rappresentativi rispetto alla realtà concreta che ne sarebbe eventualmente derivata con la successiva realizzazione. Purini ha invece continuato, in controtendenza e nonostante tutto, a servirsi sistematicamente del disegno nel modo più giusto: come mezzo per indagare e ricercare le ragioni interne del progetto, preconfigurando il tramonto della stagione delle star e degli eccessi formali di edifici che hanno finito col non stupire più nessuno, ma registrando invece da una parte una precisa volontà di ritorno agli elementi fondamentali costitutivi dell’architettura, dall’altra lavorando con le tecnologie più appropriate, piuttosto che nuove. Come nessun altro, Purini ha anche svolto il ruolo, centrale, di lucida coscienza critica dell’architettura italiana in questi ultimi cinquant’anni: come curatore di alcune mostre importanti, dalla XVII Triennale di Milano al primo padiglione italiano alla Biennale di Venezia; come critico informatissimo e sempre aggiornato sulla migliore produzione nazionale, da quella dei suoi maestri prima (da Ludovico Quaroni e Maurizio Sacripanti fino a Vittorio Gregotti), a quella dei progettisti della sua stessa generazione, fino a quella dei talenti più giovani. Forte di un punto di vista che ha spaziato da Roma – la città in cui ha vissuto, insegnato e dove ha sempre avuto studio – al nord – dove ha lavorato, in particolare a Milano, e insegnato, a Venezia – e al sud – dove ha insegnato, in particolare a Reggio Calabria, contribuendo significativamente alla fondazione di una vera e propria scuola – Purini è entrato direttamente in contatto con le diverse realtà professionali, scientifiche e didattiche del nostro Paese, con tutte le loro differenze e le loro disuguaglianze, arricchendole con le sue ricerche e arricchedosene al tempo stesso, sul piano del proprio personale mondo culturale e creativo. Purini ha così avuto infinite occasioni di scrivere e parlare moltissimo di architettura, dalle sedi più auliche e qualificate fino alle riviste anche meno note e ai dibattiti anche meno blasonati, magari su invito di giovanissimi cultori delle nostre discipline, mostrando in tal senso grande apertura e rara generosità intellettuale verso tutti. Il suo ruolo docente è stato sempre accompagnato da straordinario successo, la riconoscibilità della sua ricerca
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LA SERIE E IL PARADIGMA. FRANCO PURINI E L’ARTE DEL DISEGNO PRESSO I MODERNI Pier Federico Caliari
Il titolo della mostra, parafrasando Johann Joachim Winckelmann, ci porta immediatamente nella dimensione classica dell’arte e dell’architettura, intesa come mondo figurativo di riferimento. Ma, se il grande storico dell’arte tedesco indagava l’antichità classica restituendola come momento apicale di tutta l’arte in assoluto, il classico per i moderni costituisce il banco di prova per il dispiegamento di una ulteriore tensione estetica e linguistica verso la rarefazione, l’astrazione, la stratificazione e la strutturazione sintattica. Franco Purini, agli occhi dei curatori della mostra, significa soprattutto questo. Un punto di riferimento di un modo di fare scuola e di considerare l’architettura come un’arte figurativa sorretta da convenzioni e regole proprie, sostanzialmente indipendenti dagli eventi, e quindi permanenti nel modo di concepirla. L’Arte come disciplina. Le opere presentate in questo catalogo si riferiscono al Purini artista, anche se nell’arte di Purini l’architettura non è separabile da tutto il resto, dal segno e dal disegno, dal pensiero e dalle parole. Tuttavia, indipendentemente da questa particolare e personale declinazione, l’oggetto della selezione è programmaticamente l’opera d’arte. Non figurano infatti in questo quadro i disegni, anche celebri, che sono associati alle vicende di progetti più o meno noti e al loro divenire. L’interesse si è concentrato solo nella dimensione artistica di rappresentazioni nate per essere immagini grafiche, figurazioni in quanto tali. Arte per l’arte, prima di essere arte per l’architettura. Sono quindi presenti solo i disegni d’invenzione, opere d’arte riconducibili ad un corpus consolidato nel tempo e reso unitario dal formato sempre costante. I taccuini, autentica radiografia del pensiero grafico e letterario dell’autore, e gli schizzi delle architetture di Gibellina – selezionati in quanto esemplari per la loro sistematicità – trovano invece la loro collocazione nella mostra con l’obbiettivo di considerare e mettere a confronto le diverse declinazioni del segno di Purini. Si tratta di una scelta radicale, così come radicale è quella del principio selettivo, che incrocia l’atteggiamento purovisibilista dei curatori con quello tassonomico dell’archivio, unendo il massimo della individualità estetico-percettiva con il massimo della spersonalizzazione classificatoria. Gli schemi visivi e i simboli formali sono stati considerati come la modalità principale del nostro modo di percepire le opere di Franco Purini evitando in assoluto di assegnare significazioni o interpretazioni narrative che non fossero quelle derivanti dal titolo stesso dell’opera, sempre laconicamente presente. A questa modalità si affianca quella – suggerita se non imposta dalla caratteristica principale dell’esperienza artistica di Purini tutta imperniata sulla ripetizione tipologica e allo stesso tempo sulla variazione dell’identità – della preesistente organizzazione d’archivio dei disegni d’invenzione per famiglie di forme, per serie sperimentali. Da qui l’idea di selezionare non singole opere, ma famiglie di opere, capaci di trasmettere l’idea della continua ed ossessiva elaborazione e quella della sistematica declinazione in varianti formali interne ad un paradigma figurativo. Questo è quello che ci interessava mettere in evidenza: appunto, la serie e il paradigma.
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AROUND THE SHADOW LINE 1984 China su cartoncino schoeller 70x50 cm Le condizioni dell’apprendimento
31 Around the shadow line
Il muro non finito
32 Around the shadow line
Ricordando mio padre
33 Around the shadow line
Il balletto ebbro
84
COME SI AGISCE DENTRO L’ARCHITETTURA 1993 China su cartoncino schoeller 70x50 cm
Sovrapporre
85 Come si agisce dentro l’architettura
Limitare
100 Disegni vari a colori
CittĂ e discontinuitĂ
101 Disegni vari a colori
Il pianeta improvvisato
FRANCO PURINI
Nato ad Isola del Liri il 9 novembre 1941, Franco Purini ha frequentato la Facoltà di Architettura di Roma negli anni ’60, segnati dall’insegnamento di Bruno Zevi e Ludovico Quaroni, con il quale si è laureato nel 1971, lavorando nel contempo dal 1964 al 1968 nello studio di Maurizio Sacripanti e dal 1968 al 1973 con Vittorio Gregotti. Professore ordinario dal 1981, la sua attività didattica lo ha visto impegnato dal 1977 nell’insegnamento del Disegno e della Composizione architettonica in diverse università italiane (a Reggio Calabria, a La Sapienza di Roma, al Politecnico di Milano, ad Ascoli Piceno, all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia e, infine di nuovo, a Roma). Dal 1985 è professore onorario del CAYC (Centro de Arte y Comunicaciòn) di Buenos Aires, dal 1989 membro dell’Accademia Nazionale di San Luca e dal 2000 dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Nel 1983 ha ricevuto la Targa d’Argento dell’Unione Italiana per il Disegno, nel 1984 il Premio dell’Associazione Critici d’Arte Argentini, nel 1985 il Leone di Pietra della Biennale di Venezia, nel 2003 il Premio Grotta di Tiberio per l’architettura, nel 2008 a Napoli il Premio Sebetia per l’architettura. Franco Purini ha presentato le sue idee sull’architettura in cicli di conferenze e seminari in molte università nazionali e straniere. Ha coordinato workshop progettuali oltre che in Italia a Syracuse, La Plata, Hannover. Attraverso i suoi numerosi scritti – Luogo e Progetto, 1976; Alcune forme della casa, 1979; L’architettura didattica, 1980, un volume che raccoglie le lezioni tenute a Reggio Calabria dal 1977 al 1979 che è stato tradotto in più lingue; Sette paesaggi, 1989; Nel disegno, 1992; la raccolta di scritti teorici Dal progetto, 1992; Esercizi di composizione, 1993; Una lezione sul disegno,1996; Comporre l’architettura, 2000, un libro che comprende le lezioni tenute a Venezia dal 1994 al 1999 di recente tradotto e pubblicato in Corea del Sud e in Portogallo; Franco Purini. Le opere, gli scritti, la critica, 2000, a cura di Gianfranco Neri; il Quaderno di Anfione-Zeto La città uguale, 2005, un volume che raccoglie le sue ricerche urbane e architettoniche dagli anni sessanta a oggi; La misura italiana dell’architettura italiana, 2008 (e i suoi disegni esemplari, che giustificano la sua collocazione fra i maggiori protagonisti della cosiddetta architettura disegnata) alcune sue tavole sono conservate presso l’Archivio Progetti dello IUAV, il Museo di Architettura di Francoforte, il Museo di Belle Arti di Buenos Aires, il Centre Pompidou di Parigi, l’Archivio AAM di Roma e alcune collezioni private, tra le quali la collezione Della Costanza-Turner di Atlanta – ha notevolmente influenzato l’ambiente internazionale sviluppando con chiarezza esemplare le questioni teoriche e figurative del dibattito disciplinare. Tra le altre numerose mostre personali di Franco Purini, si ricordano quelle alla Syracuse University di Syracuse (NY) e alla Columbia University di New York del 1978; all’Architectural Association di Londra nel 1984 in occasione della quale è stato pubblicato il catalogo Around the shadow line: beyond urban architecture,1984; al CAYC di Buenos Aires del 1985; all’Accademia Americana di Roma nel 1985; al Museo di Belle Arti di Caracas del 1986; al Trevi Flash Art Museum of Contemporany Art di Trevi; al Centro de Arquitectura y Urbanismo di Rio de Janeiro del 1998, in occasione della quale è stato pubblicato il catalogo O que està feito està por fazer. Anonimato, fragmento, descontinuidade, alla Galleria Comunale di Cesena nel 2003, alla Galleria AAM di Roma, che ha ospitato con continuità dal 1979 progetti e disegni. Nel 1966 Franco Purini ha aperto uno studio a Roma con Laura Thermes dando origine a un lungo e produttivo sodalizio segnato da un’intensa attività progettuale fortemente votata alla sperimentalità sui temi del progetto in rapporto alla rappresentazione, alla città e al paesaggio.
LA SERIE E IL PARADIGMA. FRANCO PURINI E L’ARTE DEL DISEGNO PRESSO I MODERNI
LA SERIE E IL PARADIGMA FRANCO PURINI E L’ARTE DEL DISEGNO PRESSO I MODERNI
“Credo che non ci sia la possibilità di fare qualcosa che ci rappresenti per davvero senza un certo grado di ossessività. Sono anche stato sempre convinto che con il disegno, il progetto e la costruzione l’architetto non possa risolvere le contraddizioni che la realtà ci rivela continuamente, ma penso, in accordo con la lezione di Manfredo Tafuri, che si debba rappresentarle. Ritengo inoltre che non abbia molto senso fare un mestiere come quello dell’architetto senza avere un tema da approfondire per tutta la vita. Il mio tema è il contrasto tra una spazialità costrittiva, quasi reclusoria e l’aspirazione a una libertà totale. Un tema che trova un’eco nella convivenza in me, come ho già detto, della ragione nel suo lato solare con il suo lato in ombra. Il tutto con una certa preferenza per l’ermetismo. Il disegno è infine il crogiolo nel quale l’insieme di queste motivazioni viene portato a quella temperatura di fusione che le unifica in una sostanza nello stesso tempo corporea e immateriale.”
ISBN 978-88-96780-74-9
Franco Purini
9 788896 780749
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