Report Summer School - 03-04-05/07/13

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SUMMER SCHOOL “Affrontare il cambiamento” Esigenze attuative, implicazioni organizzative, governance e competenze nella programmazione europea 2014-2020”

3/4/5 luglio 2013 - Salerno


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SOMMARIO PREMESSA ............................................................................................................................................4 1. ARTICOLAZIONE DEI LAVORI .......................................................................................................5 2. I PRINCIPALI INTERVENTI ............................................................................................................6

I sessione - LE ESIGENZE ATTUATIVE DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONE: SCENARI ED IMPATTI ATTESI .........................................................................................6 II sessione – ORGANIZZAZIONE E COMPETENZE PER LA NUOVA PROGRAMMAZIONE..........................................................................................................9 III sessione – UN POSSIBILE PROFILO DI CAPACITÀ AMMINISTRATIVA ED ISTITUZIONALE PER LE REGIONI DEL MEZZOGIORNO ........................................... 12 Tavola rotonda ................................................................................................................... 13 3. VALUTAZIONE FINALE................................................................................................................. 17

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PREMESSA La Summer School “Affrontare il cambiamento. Esigenze attuative, implicazioni organizzative, governance e competenze nella programmazione europea 2014-2020” è stata organizzata dal progetto Capacity SUD - Programmazione, progettazione, sviluppo organizzativo e networking di idee e persone per accrescere l’efficacia dei Programmi Operativi regionali. Il progetto Capacity SUD è realizzato da Formez PA su incarico del Dipartimento della Funzione Pubblica (DFP) nell’ambito delle iniziative finalizzate ad accrescere la capacità amministrativa e istituzionale della Pubblica Amministrazione nelle quattro Regioni dell’Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), in attuazione dell’Asse E Capacità Istituzionale (Obiettivo Specifico 5.1) del Programma Operativo Nazionale Governance e azioni di sistema (PON GAS). Con l’obiettivo di realizzare interventi di capacity building utili per la chiusura efficace della programmazione in corso e la preparazione degli interventi del ciclo di programmazione 2014-2020 nel quadro della strategia Europa 2020, Capacity SUD è impegnato nel consolidamento di strutture e competenze del personale regionale e degli altri attori coinvolti nei Programmi Operativi Regionali FSE e FESR, rafforzamento e promozione di reti di collaborazione istituzionale e capitalizzazione e trasferimento di esperienze, prassi e innovazioni nell’attuazione degli interventi strutturali. La Summer School - Affrontare il cambiamento, tenutasi a Salerno dal 3 al 5 luglio 2013, è nata con la finalità di rispondere all’esigenza di confronto e dibattito sugli scenari che si prospettano a breve termine per le regioni del Mezzogiorno, anche alla luce dei profili di novità della programmazione dei Fondi strutturali 2014-2020 e ha proposto un percorso di analisi, discussione e confronto, articolato in sessioni di lavoro (in plenaria e in gruppi) volte all’approfondimento di alcuni dei temi chiave della nuova programmazione. L’evento, che ha coinvolto dirigenti e funzionari delle amministrazioni regionali delle regioni Obiettivo Convergenza impegnati nella programmazione e attuazione degli interventi strutturali FSE e FESR, è stato occasione di approfondimento dei temi affrontati in occasione del I Incontro nazionale (Roma, 30 maggio 2013). Il confronto avviato tra i partecipanti troverà occasione di ulteriore approfondimento e sviluppo nel corso dei prossimi eventi del progetto Capacity SUD.

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1. ARTICOLAZIONE DEI LAVORI La Summer School è stata preceduta da un’attività online di preparazione all’evento e promozione attraverso il portale della Capacità istituzionale. Il programma dei lavori in presenza è stato articolato in tre sessioni, una per ciascuna giornata, con interventi in plenaria di esperti di contenuto e rappresentanti istituzionali per l’analisi e l’approfondimento dei temi, sessioni di discussione, elaborazione e confronto in piccoli gruppi gestiti da facilitatori, e una Tavola rotonda conclusiva. Nello specifico, la prima sessione - Le esigenze attuative della nuova programmazione: scenari ed impatti attesi è stata dedicata alla ricostruzione della situazione economica del Mezzogiorno, alla presentazione delle innovazioni delle proposte di Regolamento dei Fondi strutturali, delle nuove logiche di programmazione e attuazione degli interventi strutturali e alla presentazione dello stato dell’arte della definizione della programmazione 2014-2020. La seconda sessione - Organizzazione e competenze per la nuova programmazione è stata incentrata sugli impatti organizzativi della nuova stagione dei Fondi strutturali e sulle competenze chiave per un’efficace programmazione, anche alla luce di esperienze della programmazione in corso presentate dalle Regioni Piemonte, Basilicata e Puglia. La seconda sessione si è conclusa con i lavori di gruppo dedicati a tre importanti aspetti della programmazione 2014-2020: il processo di partenariato (risultati attesi, indicatori e verifica dell’effettività), la dimensione territoriale e i riflessi organizzativi. La terza e ultima sessione - Un possibile profilo di capacità amministrativa ed istituzionale per le Regioni del Mezzogiorno ha visto la restituzione dei risultati dei lavori di gruppo e il confronto aperto tra referenti istituzionali e partecipanti su punti di attenzione e ambiti di miglioramento.

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2. I PRINCIPALI INTERVENTI I sessione - LE ESIGENZE ATTUATIVE DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONE: SCENARI ED IMPATTI ATTESI 3 luglio 2013 – ore 14,30 – 18,30 I lavori sono iniziati con una riflessione di Anna Gammaldi, Dirigente delle Politiche di Sviluppo e Fondi Strutturali del Formez PA e responsabile del Progetto Capacity SUD, sulle motivazioni e le finalità della Summer School e sull’evoluzione del concetto di capacità istituzionale nel corso delle diverse programmazioni dei Fondi strutturali, evidenziando punti di forza e debolezza delle esperienze realizzate dal Formez PA in questo ambito. In particolare: •

nel ciclo 1994-1999 il programma PASS Pubbliche Amministrazioni per lo Sviluppo del Sud, nato con l’obiettivo di migliorare la capacità di utilizzo dei Fondi Strutturali da parte delle Pubbliche Amministrazioni delle Regioni rientranti nell’Obiettivo 1, apportò l’intuizione di metodo secondo cui lo sviluppo di capacità e competenze può essere utilmente perseguito attraverso lo scambio con e tra i diversi territori di intervento. Un’esperienza complessivamente positiva nonostante si sia corso qualche rischio di “autoreferenzialità”;

il periodo 2000-2006, con una specifica misura del PON Azioni di Sistema dedicata alla crescita delle pubbliche amministrazioni, e con progetti quali Traguardi, Olos, Gymnasium, ChORUS, ha introdotto un approccio sperimentale alla diffusione di innovazioni nelle strutture amministrative locali. Elemento di debolezza, in questa fase, la difficoltà di estendere trasversalmente e di portare a sistema, nei diversi territori, le acquisizioni e le innovazioni sviluppate sperimentalmente in punti particolarmente avanzati delle amministrazioni pubbliche;

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nella fase di programmazione in corso, periodo 2007-2013, i diversi territori hanno avuto difficoltà a procedere autonomamente, in mancanza di “stringenti” attività di accompagnamento, alla realizzazione di interventi funzionali allo sviluppo della Capacità Istituzionale e ciò ha comportato un ritardo nell’attuazione di azioni ed interventi finalizzati e coerenti.

Concludendo, Anna Gammaldi ha evidenziato come per le amministrazioni centrali e locali sia arrivato il momento di dare un nuovo slancio alle azioni per l’innovazione, il cambiamento, lo sviluppo della Pubblica Amministrazione, alla luce delle esperienze realizzate e di una rinnovata “visione” della Capacità Istituzionale, quale volano per lo sviluppo territoriale, in coerenza con il quadro strategico e regolativo dettato dal nuovo periodo di programmazione 2014-2020. La I sessione dei lavori, “Le esigenze attuative della nuova programmazione: scenari ed impatti attesi”, è stata moderata da Tiziana Arista, esperta in politiche regionali di sviluppo e di coesione e attualmente coordinatrice della Task Force Sicilia istituita all’inizio del 2012 dal Dipartimento Politiche di Sviluppo, che ha evidenziato l’incidenza negativa della crisi politica sull’attuale programmazione e la necessità di individuare e lavorare su progetti innovativi. La prima relazione tematica, “Che cosa succede nel Mezzogiorno, guardando alla nuova programmazione”, è stata presentata da Francesco Pigliaru, economista e professore ordinario di Economia Politica presso l'Università di Cagliari, che si è soffermato sulla situazione del Mezzogiorno e sul persistente divario, in termini di tassi di crescita, fra regioni del Nord e regioni del Sud d’Italia, con un affondo finale sulle caratteristiche delle politiche pubbliche orientate a favorire lo sviluppo del Mezzogiorno e i rischi connessi con l’implementazione di politiche che non tengano nella debita considerazione le ipotesi teoriche e le evidenze empiriche finora disponibili. Secondo Francesco Pigliaru, in estrema sintesi, le politiche “innovate” ed “innovative” per il Mezzogiorno, dovrebbero: favorire nel Mezzogiorno lo sviluppo di relazioni fiduciarie, orientate alla cooperazione, fra soggetti pubblici e privati, allo scopo di incrementare la dotazione di capitale sociale delle comunità locali; essere specificamente mirate in funzione della persistenza di fattori locali che ostacolano lo sviluppo, forse non sempre ben conosciuti ed approfonditi; essere sottoposte ad una rigorosa valutazione di impatto, in coerenza con quanto prefigurato dai principi strategici e dai contenuti regolativi della nuova programmazione 2014-2020. La seconda relazione tematica della I sessione, “Innovazioni dei Regolamenti, logiche di programmazione ed attuazione degli interventi: alcuni punti chiave” è stata presentata da Marco Ruffino, sociologo nel campo del policy e decision making che si occupa da anni di ricerca e consulenza di direzione negli ambiti delle politiche pubbliche, delle strategie aziendali e dei processi di cambiamento organizzativo ad esse conseguenti. Partendo dalla mappa concettuale ideata e realizzata dal relatore, l’attenzione è stata concentrata in particolare sulle novità della programmazione 20142020 e sugli effetti sui processi decisionali a monte delle decisioni programmatorie: il principio di integrazione tra fondi e quello di concentrazione delle risorse, il coordinamento dei fondi definito tramite una struttura “a matrice”, rispetto agli 11 obiettivi tematici della strategia Europa 2020, il ruolo del Quadro Strategico Comune e l’importanza chiave del territorio.

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Un ulteriore passaggio approfondito dal relatore ha riguardato la necessità di adeguamento “strutturale” delle organizzazioni e delle istituzioni dedicate, a fronte di una mutata strategia (diversi obiettivi, diverse modalità per il loro raggiungimento), al cui scopo è volto l’obiettivo tematico 11 - Capacità istituzionale che ha ora una rilevanza eccezionale nel rapporto tra la strategia e il cambiamento della struttura. Il relatore ha proseguito nel suo intervento evidenziando come le esigenze di “evoluzione strutturale delle politiche strutturali”, ai diversi livelli, europeo, nazionale e regionale, debbano essere messe in relazione sia con alcuni elementi di criticità “storici”, che perdurano nel tempo, sia con alcune nuove aree di problematicità, emerse più di recente. Le innovazioni delle proposte dei regolamenti 2014-2020, dunque, possono essere lette come tentativi di soluzione dei diversi tipi di criticità riscontrati nei cicli di programmazione precedenti. Le innovazioni delineate dal nuovo quadro regolativo di riferimento per l’impiego dei Fondi dell’Unione Europea implicano anche la generazione di specifici effetti sui processi decisionali che producono le scelte di programmazione. In sintesi: • • • • • •

maggiori vincoli ed indirizzi cogenti, a monte, di cui tenere conto a livello locale; possibile aumento dei costi di assunzione delle decisioni; incremento del numero di attori che partecipano al processo decisionale (in presenza di schemi di integrazione, affollamento del set decisionale interno alle Regioni); afforzamento degli schemi partenariali multilivello, anche in vista dell’attuazione; attenzione all’equilibrio fra azioni “interne” ed “esterne”; attenzione al trade-off fra qualità/innovazione e sostenibilità della programmazione integrata (esigenze di bilanciamento fra orientamenti diversi).

L’intervento conclusivo della I sessione è stato affidato a Federica Busillo, dirigente presso il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione economica del Ministero dello Sviluppo Economico, che ha relazionato sullo “Stato dell’arte della definizione della programmazione 2014-2020”. La relatrice ha aperto il suo intervento riprendendo alcune delle innovazioni introdotte con il nuovo ciclo di programmazione, e illustrando gli elementi che si rendono necessari ai fini di un efficace utilizzo dei Fondi europei per il periodo 2014-2020. L’intervento è poi proseguito con la presentazione dei criteri metodologici adottati per l’impostazione dei documenti relativi alla nuova programmazione, con un affondo specifico sull’Accordo di partenariato, e le successive attività e fasi del confronto con la Commissione Europea.

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II sessione – ORGANIZZAZIONE E COMPETENZE PER LA NUOVA PROGRAMMAZIONE 4 luglio 2013 – ore 9,00- 13,00 / 14,00 – 18,00 La II sessione della Summer School, “Organizzazione e competenze per la nuova programmazione”, è stata moderata da Ludovico Albert, esperto di politiche di istruzione, formazione e lavoro, che ha aperto i lavori riprendendo gli spunti emersi nel corso della I sessione e sottolineando, innanzitutto, l’importanza per gli addetti ai lavori delle implicazioni organizzative nell’ambito di una programmazione che pone degli obiettivi predeterminati e che, in virtù della logica top down sottesa, lascia meno spazio alla politica. Il moderatore si è soffermato poi su alcuni fondamentali concetti che nella prossima programmazione avranno nuovi significati, come: •

valutazione - con meccanismi e senso differenti. Rimane la questione della spesa ma acquisisce senso nuovo, si parla di indicatori di efficienza, risultato e impatto da preimpostare;

competenze - chi gestisce Programmi Operativi deve sapere anche di contenuto nel merito; non è più sufficiente solo la competenza amministrativa, perché i valutatori diventano anche supporto alla programmazione;

certificazione - attenzione a interregionalità e definizione di costi standard.

Nel chiudere l’intervento introduttivo della sessione e passare la parola a Marco Ruffino, Ludovico Albert, ha invitato i partecipanti a riflettere sull’opportunità di fare rete per adeguare i sistemi vigenti alle nuove esigenze a garanzia di una efficace programmazione 2014-2020. L’intervento “ponte” di Marco Ruffino, in apertura dei lavori della II sessione, oltre a richiamare il tema delle innovazioni presenti nelle proposte di regolamenti 2014-2020, ha 9


delineato le principali esigenze di adeguamento e sviluppo organizzativo collegate alla nuova programmazione e gli elementi guida di questa transizione. Come tutto questo si traduce in una nuova organizzazione? Ne ha parlato Raffaele Sibilio, esperto di sviluppo organizzativo e processi formativi, nel suo intervento “I riflessi organizzativi della nuova programmazione”, ponendo l’accento su come la nuova programmazione, partendo da obiettivi tematici, guidi le strutture verso una più spinta integrazione tra aree organizzative. Nell’organizzazione “per funzioni” non c’è comunicazione e il focus è sul compito, mentre un approccio “per processi” sposta l’attenzione sull’attività e crea valore in quanto cambia il modo di lavorare puntando sull’esito dell’agire. La logica dei processi, nel suo porre l’accento sulla valorizzazione delle risorse umane, introduce anche il tema delle “competenze”, affrontato da Carlo Penati, esperto di sviluppo organizzativo, nella relazione “Le competenze per la programmazione 20142020”. Penati ha posto subito una questione delicata e al tempo stesso prioritaria: quali competenze sono necessarie per favorire lo sviluppo dei territori attraverso il nuovo ciclo di programmazione? Partendo dal repertorio di competenze elaborato nell’ambito delle attività della Linea A.1 del progetto Capacity SUD il relatore ha evidenziato le competenze “chiave” per affrontare efficacemente la nuova programmazione: competenze caratteristiche della gestione dei fondi strutturali; capacità gestionali; capacità di programmazione e di governo e capacità settoriali specialistiche. La tipologia di competenze più critiche, in quanto meno consolidate e diffuse e nello stesso tempo indispensabili per rispondere ai principi chiave della nuova programmazione, sono quelle di programmazione e di governo. Le tematiche affrontate dagli esperti coinvolti nelle plenarie della I e II giornata di lavoro della Summer School sono state contestualizzate dalla condivisione di esperienze della programmazione in corso da valorizzare nel periodo 2014-2020. La prima esperienza è stata quella della Regione Basilicata, presentata da Donato Del Corso, Dirigente dell’Ufficio Organizzazione, Amministrazione e Sviluppo delle Risorse Umane della Presidenza della Giunta della Regione Basilicata. Nell’intervento dal titolo “Miglioramento della performance”, il relatore ha descritto il processo di sviluppo degli assetti organizzativi, delle modalità operative e delle competenze dei soggetti istituzionali coinvolti per la Regione Basilicata nella programmazione e attuazione degli interventi cofinanziati dai Fondi strutturali. L’intervento, che ha implicato un confronto capillare tra risorse umane provenienti da ambiti diversi dell’amministrazione, è stato progettato e realizzato partendo dall’assunto che la nuova programmazione dei Fondi Strutturali pone in primo piano la necessità di produrre maggior valore ad invarianza o decrescita delle risorse e che ciò richiede una maggiore capacità della PA di definire e attuare strategie basate su una forte integrazione tra obiettivi, risorse e strumenti soprattutto su scala territoriale. Di “Sistemi informativi a supporto della gestione degli interventi” ha parlato invece Giuliana Fenu, responsabile del Settore Lavoro della Regione Piemonte, che presentando l’esperienza della sua amministrazione, basata su una lettura integrata dei dati relativi al mercato del lavoro, ha evidenziato l’importanza di disporre di dati in tempo reale nel momento in cui si imposta una programmazione orientata ai risultati.

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La Regione Piemonte è la prima in Italia a contare su un sistema informativo statistico del mercato del lavoro (Sis Mdl) che partendo dai dati delle comunicazioni obbligatorie (avviamenti, cessazioni, proroghe, ecc.) riesce ad elaborare le dinamiche occupazionali offrendo una vera e propria fotografia con mappe georeferenziate capaci di scendere nei minimi dettagli, giungendo anche a dei focus sulle singole professioni. Il Sis Mdl è frutto della collaborazione tra l’assessorato al Lavoro e Formazione professionale, l’Osservatorio regionale del mercato del lavoro, il CSI-Piemonte e il Crisp, Centro di ricerca interuniversitario per i servizi di pubblica utilità con sede presso l’Università di Milano Bicocca. Si tratta di uno strumento assolutamente innovativo che permetterà alla politica di programmare in modo efficace le proprie azioni di governo soprattutto in vista della programmazione dei Fondi strutturali 2014-2020 fortemente orientata ai risultati. L’ultimo intervento prima del dibattito è stato quello di Claudia Germano, responsabile della posizione organizzativa “Trasparenza e Innovazione” del Servizio Ricerca industriale e Innovazione della Regione Puglia, che con la presentazione “Verso la Smart Puglia” ha illustrato il processo di definizione della strategia regionale di innovazione della sua amministrazione, realizzato in collaborazione con la linea Progettare di Capacity SUD. Si è trattato di un complesso percorso laboratoriale e di autovalutazione finalizzato a disegnare in modo efficace la nuova programmazione secondo i criteri della Smart Specialisation prevista nel nuovo ciclo 2014-2020. Al termine di questa prima parte della II sessione di lavoro si è aperto un dibattito in cui sono stati ripresi i temi affrontati, tra questi la necessità di passare dall’organizzazione per funzione a quella per processi, la centralità della capacity building, il ruolo delle assistenze tecniche e sono emersi spunti utili alla riflessione del pomeriggio nell’ambito dei lavori di gruppo. I gruppi di lavoro sono stati organizzati dallo staff di progetto suddividendo i partecipanti in base alla Regione di provenienza e ai ruoli ricoperti nella programmazione e gestione dei Fondi (FESR, FSE), in modo da garantire un confronto e uno scambio, interregionale e inter – fondo, che fosse il più proficuo possibile per la creazione di reti professionali. Il lavoro di ciascun gruppo è stato articolato in quattro momenti differenti: •

approfondimento dei temi da parte degli esperti, con particolare attenzione alle innovazioni della programmazione 2014-2020;

dibattito gestito dai facilitatori con l’uso di una metodologia di visualizzazione per l’attivazione di una riflessione tra i partecipanti relativamente all’organizzazione, alle risorse umane/competenze e agli strumenti necessari per affrontare i cambiamenti derivanti dalle innovazioni della nuova programmazione partendo dalla domanda “Che cosa è necessario all’amministrazione per affrontare il cambiamento nella programmazione 2014-2020?”;

redazione collettiva di un report sintetico per la restituzione dei risultati del lavoro di gruppo nella plenaria della III sessione della Summer School.

I temi oggetto di approfondimento e discussione hanno riguardato: risultati attesi, indicatori, verifica dell’effettività del processo di partenariato (Gruppo A); dimensione territoriale della programmazione 2014 – 2020 (Gruppo B); i riflessi organizzativi della nuova programmazione 2014-2020 (Gruppo C).

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III sessione – UN POSSIBILE PROFILO DI CAPACITÀ AMMINISTRATIVA ED ISTITUZIONALE PER LE REGIONI DEL MEZZOGIORNO 5 luglio 2013 – ore 9,00 – 13,00 La III sessione della Summer School è stata aperta dall’intervento di Pietro Tagliatesta, responsabile del dossier “EU 2020” per la stesura delle raccomandazioni, che, introdotti i lavori della mattina, ha lasciato la parola a Fedele Congedo e al suo racconto della Summer School attraverso il Muro nomade1. Partendo dagli spunti offerti dal Muro nomade, Pietro Tagliatesta ha ripercorso i temi affrontati nelle precedenti sessioni di lavoro e richiamato l’attenzione sulle principali novità del periodo di programmazione 2014 – 2020. La parola è passata quindi ai portavoce dei gruppi di lavoro che hanno condiviso, attraverso presentazioni sintetiche, i principali esiti del confronto sui temi: •

risultati attesi, indicatori, verifica effettività del processo di partenariato (Gruppo A);

dimensione territoriale della programmazione 2014-2020 (Gruppo B);

i riflessi organizzativi della nuova programmazione 2014-2020 (Gruppo C).

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Il Muro Nomade è uno strumento per il racconto dei discorsi collettivi, una mappa scritta in tempo reale accanto alle persone narranti per incrementare e fissare la consapevolezza comunitaria di un flusso di contenuti. Raccoglie tutti gli interventi. Le questioni sono correlate istantaneamente su un foglio di grande formato, potenzialmente non-finito mediante codifiche cromatiche che individuano concetti chiave e distinti livelli di lettura. La scrittura che evolve e permane aiuta ad essere sempre dentro l'articolato degli argomenti. Il percorso di scrittura, quando volge al termine, genera il muro.

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Tavola rotonda Alla restituzione dei lavori di gruppo, è seguita la tavola rotonda introdotta e moderata da Marco Villani, Direttore Generale del Formez PA, che ha aperto con una riflessione sull’importanza del lavoro svolto nell’ambito della Summer School, dove hanno iniziato a circolare parole “nuove” che sono il segno di un importante cambiamento culturale in atto. Villani ha poi presentato i relatori e passato la parola a Maria Grazia Falciatore, Autorità di Audit della Regione Campania, che ha avviato la sua riflessione sugli spunti emersi nel corso delle sessioni di lavoro rilevando l’importanza di ragionare sulla capacity building, legandola alla cultura e alla storia organizzativa dei diversi contesti di lavoro. Per offrire un esempio concreto, la Falciatore ha ripercorso le tappe del suo percorso professionale in Regione Campania, che le ha consentito di guardare la programmazione europea nelle sue diverse fasi e prospettive. Del periodo di programmazione 2000-2006 ha ricordato la sperimentazione di azioni di accompagnamento, realizzate con risorse europee, rivolte alle istituzioni locali campane per la realizzazione di un sistema integrato d’interventi e servizi sociali e rileggendo le esperienze relative al controllo dei programmi ha ricordato come queste, fossero allora carenti, sia dal punto di vista organizzativo che regolamentare. Del periodo 2007-2013, a proposito di integrazione fra risorse e programmi, ha citato l’esperienza di costituzione di una cabina di regia quale “spazio istituzionale di confronto " fra la programmazione della politica ordinaria e quella europea, fra i diversi programmi europei e nazionali (FESR, FSE; FAS); la realizzazione di un sito di comunicazione istituzionale integrata; l’utilizzo degli “obiettivi di servizio” come d’indicatori di risultato trasversali ai diversi fondi. Rimarcando l’ottica della trasversalità nella lettura dei processi e l’importanza di intendere il cambiamento istituzionale come risultato della storia e cultura organizzativa, la Falciatore è passata ad analizzare la situazione corrente dell’Autorità di Audit della Regione Campania per la quale è impegnata, dopo aver superato le forti criticità sollevate dell’UE, in un lavoro complesso teso a garantire affidabilità e continuità ai cambiamenti intrapresi nel sistema di gestione e controllo della Regione. Riferendosi alla nuova programmazione ha sottolineato come alcuni principi di riferimento teorici (integrazione, concentrazione, rilevanza della dimensione territoriale, ecc.) impattino fortemente sul lavoro dell’Autorità di Audit e spingano quindi ad una riflessione sulla necessità di ripensare e perfezionare il lavoro delle strutture dedicate. Si

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tratta, da una parte, di valorizzare il patrimonio acquisito di competenze e conoscenze (la pianificazione del controllo, la professionalizzazione degli auditor, l’adozione di strumenti, standardizzati, riconoscibili e misurabili ecc.), dall’altra, di interrogarsi su cosa rischia di sfuggire al controllo. In relazione al rilievo della dimensione territoriale nella nuova programmazione, Maria Grazia Falciatore si è interrogata su quale metodologia debba accompagnare i processi di valutazione dei programmi territoriali. Come leggere le performance dei territori? Come s’inseriscono nell’esercizio del controllo previsto dai regolamenti europei? Già in questa programmazione in Regione Campania il rapporto con le città medie, in qualità di organismi intermedi, ha messo in discussione la strategia dell’Autorità di Audit e dell’Autorità di Gestione, portando a ripensare alcuni aspetti dell’esercizio del controllo (ruoli e compiti delle diverse autorità, l’esercizio della delega, l’esercizio di controllo di primo e secondo livello, gli strumenti ecc.). Come organizzare tempi, strumenti, ruoli rispetto alle esigenze di organismi intermedi, che soprattutto quando si tratta di città, rispondono alle logiche specifiche della programmazione decentrata? Come si adatta il sistema di gestione e controllo e i loro i manuali e strategie rispetto alle esigenza delle istituzioni locali delegate a gestire un’importante parte della programmazione territoriale? L’Autorità di Audit e forse tutto il sistema di gestione e controllo così come regolato dalla programmazione 2007/2013, non è del tutto preparato a questo tipo di valutazione che guarda alle performance dei progetti con una complessiva attenzione ai risultati e al sistema territoriale. Allora, come e cosa modificare in previsione della nuova programmazione? Il compito per l’Autorità di Audit è garantire efficacia ed efficienza dei programmi, ma come coniugare questa esigenza con una prospettiva flessibile, multidimensionale, attenta anche ai processi e ai sistemi? Si tratta di definire, oltre che culturalmente anche dal punto di vista organizzativo, il maggior presidio nell’allocazione e uso delle risorse richiesto dalla nuova programmazione che, almeno idealmente, pone alcuni punti fermi e definisce obiettivi di metodo oltre che di merito. Ritornando alle relazioni introduttive della Summer School, la Falciatore, in chiusura di intervento, ha insistito sull’urgenza del cambiamento, nella consapevolezza che ragionare in questa prospettiva sulla programmazione è complicato. Claudio Spadon, rappresentante della Commissione Europea, DG occupazione, Affari Sociali e Inclusione, ha chiarito la posizione della Commissione sulla finalità degli interventi di capacità istituzionale che devono assicurare il miglioramento complessivo della pubblica amministrazione e non solo delle strutture direttamente coinvolte nella programmazione e attuazione dei Fondi strutturali. Ha inoltre richiamato l’attenzione dei partecipanti sullo scarso utilizzo in Italia, nella programmazione in corso, delle risorse dell’Asse Capacità istituzionale nonostante queste fossero destinate alle Regioni cosiddette in ritardo di sviluppo e caratterizzate da una più debole capacità amministrativa e da una amministrazione pubblica non sempre efficiente. Nella programmazione 2014-2020 la Commissione, partendo dall’assunto che un’amministrazione pubblica che funziona è di fondamentale importanza per garantire che gli investimenti producano risultati efficienti in termini di occupazione e crescita a livello nazionale e regionale, ripropone questa priorità di finanziamento estendendola a tutto il territorio nazionale. E’ quindi importante rilanciare la riflessione sul mancato utilizzo delle risorse 2007-2014 da parte delle Regioni Convergenza e invertire la tendenza.

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Sull’importanza di adottare il punto di vista delle imprese sul tema della capacità istituzionale è intervenuto poi Massimo Sabatini, Direttore dell’Area Mezzogiorno per Confindustria, spiegando come, in un contesto di crisi con dati e trend preoccupanti, per favorire la competitività delle imprese siano più che mai necessari interventi di miglioramento della capacità istituzionale realizzati in una logica integrata e non come risposte a esigenze puntuali. Ha sottolineato l’importanza di effettuare una valutazione onesta dei colli di bottiglia che rallentano l’attuazione dei programmi e di migliorare gli indicatori di valutazione dell’efficienza della Pubblica Amministrazione, della necessità, per il futuro, di affiancare ogni Programma Operativo con un programma di potenziamento della capacità istituzionale di quel settore, del principio di concentrazione delle risorse che inevitabilmente obbliga a ricercare un equilibrio più avanzato tra spesa e investimento e della necessità di un forte coinvolgimento del partenariato e di una programmazione effettivamente partecipata, con un confronto tra amministrazione e parti portatrici di interesse.

Dopo l’intervento di Sabatini è stata la volta di Francesco Pigliaru, economista e professore ordinario di Economia Politica presso l'Università di Cagliari, che, partendo da un rapido excursus di storia economica a partire dagli anni 60 in merito al fallimento del mercato, ha rimarcato l’assenza di parole chiave per affrontare il “fallimento della comunità” e la necessità di lavorare sulla semplificazione, dando autorevolezza al sistema pubblico. La metodologia della programmazione diventa quindi cruciale insieme al contenuto delle politiche, soprattutto per il Mezzogiorno. Concludendo il suo intervento, Francesco Pigliaru ha lanciato una proposta, chiedendo al Formez PA di realizzare un secondo appuntamento relativo ai contenuti e invitando alla realizzazione di un catalogo su “ciò che funziona” sull’esempio del portale what works Clearinghouse, catalogo degli USA. Riagganciandosi all’intervento di Massimo Sabatini sull’importanza del coinvolgimento del partenariato in una programmazione partecipata, è intervenuto Germano Cipolletta, esperto di miglioramento organizzativo e innovazione delle amministrazioni pubbliche, la cui riflessione si è sviluppata mettendo in evidenza due priorità emerse durante i lavori: la necessità di rafforzare il ruolo del partenariato, con un invito ai partecipanti a riflettere sui possibili rischi di fallimento del funzionamento dei partenariati, e quella di promuovere la qualità e il miglioramento continuo nelle organizzazioni pubbliche, puntando sulla centralità dell’innovazione tecnologica e degli approcci per qualità sia nelle singole organizzazioni e sia nelle reti di organizzazioni coinvolte nella gestione dei programmi cofinanziati..

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A proposito del primo punto, Cipolletta ha invitato i partecipanti a riflettere sui possibili rischi di fallimento del funzionamento dei partenariati. Tali rischi possono essere prevenuti adottando strumenti di autovalutazione e miglioramento continuo da applicare in itinere ai processi partenariali. Allo scopo, possono essere utili strumenti come il CAF (Common Assessment Framework), il Barometro della trasparenza e altri modelli di selfassessment sviluppati ad hoc. Cipolletta ha anche evidenziato l’importanza di promuovere la valutazione civica degli interventi, che non va confusa con la customer satisfaction, ma che si configura come una valutazione tecnica realizzata direttamente dagli attori destinatari degli interventi. L’esperto ha concluso il suo intervento rimarcando la centralità dell’innovazione tecnologica e degli approcci per qualità, sia nelle singole organizzazioni sia nelle reti di organizzazioni coinvolte nella gestione dei programmi cofinanziati, con un focus su leadership, processi di lavoro e performance. Ha chiuso la Tavola rotonda Carlo Notarmuzi, responsabile dell’Ufficio Formazione dei Dipendenti PA della Presidenza del Consiglio dei Ministri DFP, che ha rilanciato i temi centrali della semplificazione, innovazione e trasparenza. Interrogandosi sul perché si sia speso così poco rispetto a quanto programmato, Notarmuzi ha posto l’accento sull’integrazione tra FSE e FESR prevista nei nuovi Fondi, che diventa fondamentale, così come l’azione di capacity building sul Fondo Sociale Europeo in interazione sinergica con il FESR. In riferimento alla formazione, ha specificato poi che l’Unione Europea non vuole formazione ma accompagnamento, facendo l’esempio del progetto “Appalto Sicuro”. L’intervento è terminato con un affondo sull’importanza fondamentale del concetto, e soprattutto della messa in pratica, del “fare rete” per una realizzazione efficace della programmazione 2014-2020. I lavori della Summer School si sono chiusi con i saluti e i ringraziamenti del Direttore Generale del Formez PA Marco Villani e del gruppo di lavoro del progetto Capacity SUD. Il confronto portato avanti in questa tre giorni salernitana di Capacity SUD, iniziato lo scorso 30 maggio con il I Incontro nazionale al Forum PA di Roma, troverà occasione di ulteriore approfondimento e sviluppo online, nella community Competenze in Rete per Capacity SUD, e in presenza, nel corso degli altri incontri regionali e interregionali che saranno organizzati nel biennio 2013-2014 nell’ambito del progetto Capacity SUD.

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3. VALUTAZIONE FINALE Al termine di ciascuna sessione della Summer School è stato distribuito un questionario di gradimento contenente 8 domande a scelta multipla con una scala che va da 1 (= poco) a 5 (= molto) e una domanda aperta per la raccolta dei suggerimenti. Come si ricava dall’elaborazione dei questionari, i risultati della valutazione effettuata dai partecipanti sono, complessivamente, significativamente positivi. L'assoluta maggioranza dei giudizi espressi, infatti, converge sui livelli più alti della scala di valutazione utilizzata (Min. 1= poco; Max 5 = molto), con una prevalenza del valore 4 (abbastanza) per ciò che riguarda il “livello di raggiungimento degli obiettivi”, le “tematiche affrontate”, l'”articolazione ed il tempo dedicato alle attività”, le “metodologie di lavoro adottate”, la “sede, la logistica e i servizi”. La prevalenza del valore 5 (molto), invece, si osserva con riferimento alle dimensioni di valutazione riguardanti l'”assistenza organizzativa”, il “contributo degli esperti”, il “livello complessivo di soddisfazione per la partecipazione all'evento”. Tali osservazioni valgono per tutte e tre le sessioni di lavoro realizzate nell'ambito della Summer School. In altri termini, l'analisi dei dati evidenzia che, con riferimento a tutte e tre le sessioni di lavoro, in media, le percentuali dei partecipanti che si dichiarano abbastanza o molto soddisfatti in relazione alle diverse dimensioni di valutazione, sono le seguenti: • • • • • • • •

raggiungimento degli obiettivi (93%); tematiche affrontate (88%); articolazione e tempo dedicato alle attività (82%); metodologie di lavoro adottate (83%); sede, logistica e servizi (75%); assistenza organizzativa (94%); contributo degli esperti (87%); livello complessivo di soddisfazione (85%).

Una qualche divergenza nei giudizi espressi dai partecipanti riguarda l'”articolazione ed il tempo dedicato alle attività” oltre che la “sede, logistica e servizi”. Con riferimento a queste

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due dimensioni, infatti, si osservano alcuni giudizi posizionati sui livelli più bassi della scala di valutazione utilizzata. Riguardo al primo aspetto (“articolazione e tempo dedicato alle attività”), nello specifico, due partecipanti hanno dichiarato che avrebbero preferito non avviare i lavori nel pomeriggio della prima giornata, dopo lunghi trasferimenti da altre regioni, ma iniziare in mattinata, anticipando i trasferimenti al giorno precedente. Con riferimento al secondo aspetto (“sede, logistica e servizi”) sono state formulate le seguenti osservazioni: un partecipante ha segnalato l'esigenza di una sede più facilmente raggiungibile, di un setting che facilitasse maggiormente gli scambi interattivi (es. tavola rotonda, invece che sedie in fila), di servizi di bar-ristorazione all'arrivo più adeguati e meno costosi; due partecipanti avrebbero avuto necessità di sedie più funzionali allo scopo di prendere appunti, un partecipante ha lamentato l'elevata temperatura degli ambienti di lavoro, un partecipante la climatizzazione artificiale degli ambienti di lavoro. Dal punto di vista delle “metodologie” adottate, infine, secondo il punto di vista di due partecipanti alcune slide (presentazioni) utilizzate si sono rivelate poco adeguate allo scambio informativo, di difficile consultazione: avrebbero preferito il ricorso ad un'altra modalità informativa, oppure avere la disponibilità dei materiali preventivamente alla loro presentazione. Esplicitamente molto apprezzato (3 partecipanti) il Muro Nomade. Un partecipante ha manifestato l'interesse ad una sua costruzione "collettiva" (invece che delegata solo all'esperto). Un partecipante, infine, ha espresso l'esigenza di maggiore tempo a disposizione per il lavoro di gruppo, per valorizzare idee e punti di vista espressi da ciascun partecipante.

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