PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMA ASSE E – Capacità Istituzionale – Obiettivo Specifico 5.1
CAMPANIA Linea A.2 – PROGETTARE Miglioramento dei programmi, dei progetti e della performance
Linea A.2 – PROGETTARE
Miglioramento dei programmi, dei progetti e della performance
REPORT WORKSHOP
“Europa 2020: strategia, organizzazione, metodi e strumenti” Le Politiche “per i luoghi” della Regione Campania Palazzo Armieri - Via Marina 19/c Napoli 14-15 novembre 2012 - ore 9.00 - 17.00
INDICE INTRODUZIONE ……………………………………………………………………………………..2 1.1 La programmazione 2014-2020 e il contesto della Regione Campania ........................... 4 1.2 L’obiettivo del Workshop ...................................................................................................5 1.3 I Partecipanti ......................................................................................................................5 1.4 La metodologia di lavoro ....................................................................................................5 2. Lo sviluppo del Workshop: I giornata – 14 novembre 2012 .............................................. 6 2.1 Introduzione ai lavori ........................................................................................................ 6 2.2 La strategia Europa 2020 e il Piano Territoriale Regionale: dimensione europea e dimensione regionale della programmazione ........................................................................ 6 2.3 Le strategie di sviluppo territoriale partecipativo: quali questioni aperte?..................... 8 3. Lo sviluppo del Workshop: II giornata – 15 novembre 2012 ............................................ 17 3.1 L’approccio del Project Cycle Management (PCM) ......................................................... 17 4. Conclusioni ......................................................................................................................... 18 5. Allegati ................................................................................................................................ 18 Allegato 1 – Programma del Workshop...................................................................... 18 Allegato 2 – Elenco dei partecipanti ........................................................................... 18 Programma ............................................................................................................................. 19 14 novembre 2012 .................................................................................................................. 19 Programma ............................................................................................................................. 20 15 novembre 2012................................................................................................................... 20
INTRODUZIONE Il Workshop “Europa 2020: strategia, organizzazione, metodi e strumenti”- Le Politiche “per i luoghi”, svolto a Napoli il 14 e 15 novembre 2012, è stato promosso da FormezPA in collaborazione con la Regione Campania nell’ambito del Progetto Capacity SUD, finanziato dal Programma Operativo Nazionale "Governance e Azioni di Sistema" (PON GAS) finalizzato ad accrescere l’innovazione, l’efficacia e la trasparenza delle amministrazioni delle Regioni dell’Obiettivo Convergenza. In particolare, la Linea A.2 di Capacity SUD, denominata PROGETTARE ha l’obiettivo di sviluppare le competenze di programmazione delle politiche, di progettazione degli interventi dei PO e di miglioramento organizzativo delle amministrazioni, attraverso un approccio che valorizzi il raccordo coi territori, l’integrazione delle politiche e degli attori e l’innovazione gestionale, con uno sguardo attento agli orientamenti nazionali ed europei. Il concetto di progettazione partecipata che viene promosso da questa linea progettuale si articola in due dimensioni: da un lato intende sostenere la partecipazione e la collaborazione di dirigenti e funzionari della Regione e, dall’altro vuole realizzare anche il coinvolgimento degli attori-chiave. La linea progettuale è integrata anche per le molteplici metodologie di lavoro che adotta: focus group, workshop, laboratori di progettazione con l’utilizzo del PCM/GOPP, eventi di ascolto più allargati, attività desk di affiancamento. E’ inoltre prevista, dopo una fase di lavoro iniziale sulle politiche, una fase di affiancamento e di progettazione sullo sviluppo organizzativo. Il progetto si muove pertanto in contemporanea sui due fronti delle politiche e delle organizzazioni con l’obiettivo di sostenere un miglioramento della programmazione (soprattutto in vista della nuova programmazione) e della progettazione degli interventi attraverso l’utilizzo di metodologie consolidate a livello europeo (come il Project Cycle Management - PCM). Il Workshop, che costituisce il primo passo di un percorso laboratoriale da realizzare con l’Assessorato al Personale ed alle Autonomie Locali, finalizzato a promuovere all’interno dello stesso la cultura della progettazione partecipata in particolare nell’utilizzo dei fondi comunitari, è stato organizzato con il Settore 05 "Rapporti con Province, Comuni, Comunità Montane, Sicurezza delle città", Servizio 02 "Promozione delle Politiche Istituzionali e Attività di Comunicazione a favore degli EE.LL. - Conferenza Permanente Regione Autonomie Locali della Campania" (Area 01 "Gabinetto Presidente Giunta Regionale). Il Settore svolge attività di indirizzo, affiancamento ed assistenza a favore degli Enti locali al fine di innalzare la capacità di programmazione, progettazione, monitoraggio e valutazione degli interventi di sviluppo locale. Il percorso di progettazione del WS è iniziato nel corso del Seminario di presentazione del PON GAS Capacity SUD (Napoli, 12 giugno 2012) e più precisamente del tavolo di lavoro in cui i partecipanti, attraverso una discussione guidata, hanno individuato ambiti di intervento delle politiche regionali su cui sarebbe stato interessante realizzare laboratori di progettazione, coerentemente con lo spirito e gli obiettivi della Linea PROGETTARE di Capacity SUD. In quella sede era emerso, tra gli altri, l’interesse dell’Assessorato al Personale ed alle Autonomie Locali e specificamente il Settore “Rapporti con province, comuni, comunità montane e consorzi ” della Regione Campania, di rafforzare, attraverso le opportunità offerte dal progetto, le competenze proprie e degli attori locali, nell’ambito della programmazione e progettazione dei futuri interventi. A seguito di alcuni incontri di condivisione tra lo staff di Progetto, i dirigenti e i funzionari dell’Assessorato, è stata condivisa l’idea di avviare, attraverso il Workshop, una riflessione sul disegno dei Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS), arrivando ad attivare un confronto sulla dimensione territoriale dello sviluppo e a condividere con gli attori coinvolti gli strumenti per una progettazione di qualità.
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Il presente report sintetizza i lavori del Workshop e ripercorre il lavoro svolto dal gruppo di partecipanti attraverso la condivisione e la partecipazione alla discussione condotta dal facilitatore FormezPA. L’attività realizzata è stata organizzata in tre sessioni di lavoro auto consistenti ma fortemente interrelate. La prima parte dei lavori, ha previsto una sessione sulla Strategia Europa 2020 in cui l’esperto FormezPA ha presentato le novità della nuova programmazione, le logiche alla base delle nuove scelte, le opportunità offerte e gli adempimenti richiesti. Nella seconda sessione si è svolto un laboratorio partecipativo, facilitato con la metodologia Metaplan (che ha previsto che i partecipanti facessero un’analisi dei problemi da loro ritenuti significativi, un’analisi degli attori e portatori di interessi afferenti alla tematica oggetto del lavoro, sul tema delle politiche “per i luoghi” della Regione Campania. La terza sessione è stata dedicata ad illustrare l’approccio PCM, promosso dall’Unione Europea per una progettazione di qualità, e alla sperimentazione di un processo di progettazione partecipata con gli attori locali.
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1. Il contesto locale e l’obiettivo del Workshop 1.1 La programmazione 2014-2020 e il contesto della Regione Campania L’Unione Europea pur delineando un nuovo scenario e nuove regole per la programmazione 20142020 ha ribadito l’importanza della territorializzazione delle politiche di coesione e sviluppo. Del resto, negli anni più recenti sono sempre maggiori le domande, da parte dei cittadini, delle imprese e dei sistemi territoriali organizzati, per orientare l'insieme delle istituzioni pubbliche ed il loro intervento verso obiettivi di sviluppo dei territori, che siano realmente capaci di accrescere la ricchezza economica ed il benessere sociale, rispondendo a bisogni collettivi largamente insoddisfatti. Il principio della diversità dei contesti e delle necessità di declinare in maniera differente le politiche sulla base delle peculiarità dei territori da un lato, e la necessità di creare aggregazioni territoriali minime che rendano più efficienti economicamente e più efficaci in termini di risultati la gestione dei servizi è stato ancora stressato nella nuova programmazione. Di fatto la territorializzazione è stata una linea direttrice dei programmi regionali in corso di attuazione (2007-2013) e di quelli precedenti, in coerenza con gli Orientamenti Strategici Comunitari e con il QSN. Con la riprogrammazione si sta operando una verifica del funzionamento dei programmi attuati e in corso di attuazione per un riorientamento delle azioni poste in essere, sempre in riferimento alle politiche di sviluppo territoriale. Questa rimane una linea da riproporre anche nel prossimo ciclo di programmazione regionale in linea con gli orientamenti e le proposte regolamentari della Commissione Europea per il 2014-2020. Su questo terreno, in Campania e nelle altre Regioni del Mezzogiorno, non si parte da zero: sistemi produttivi locali, sistemi turistici locali, distretti produttivi, distretti rurali, distretti tecnologici, costituiscono un ricco tessuto di aggregazioni territoriali, di progettualità e di specializzazione territoriale. Nel corso dei diversi cicli di programmazione di politiche pubbliche sono stati attivati numerosi strumenti volti ad incentivare l'aggregazione dei soggetti e l'integrazione dei sistemi produttivi (Progetti Integrati Territoriali, Patti territoriali, Accordi di reciprocità, ecc…). Purtroppo valutazioni specifiche sul funzionamento dei suddetti strumenti hanno evidenziato risultati non sempre positivi, ma nonostante le loro criticità interne ed esterne e gli evidenti fattori ostativi non va dimenticata la portata dei processi messi in campo e sono da ricordare anche i risultati, pur parziali, conseguiti. Proprio a partire dalla valutazione critica di quanto già avviato, ci sono numerose indicazioni che vanno nella direzione del rilancio di un approccio territoriale riproposto a livello europeo, e che trova una precisa legittimazione nel fatto che la coesione territoriale è specificatamente inserita nel nuovo Trattato. Quindi anche la politica regionale europea per il 2014-2020 individua nell'approccio local based un elemento centrale e prevede l'attivazione ed il finanziamento di strategie integrate di sviluppo locale, di sviluppo rurale e di sviluppo urbano sostenibile. Il sostegno comunitario allo sviluppo locale avverrà attraverso un più sostanziale coordinamento dei Fondi Strutturali, che consentirà di evitare la dispersione e la frammentazione che il mancato coordinamento dei Fondi ha finora prodotto. L’Assessorato al Personale ed alle Autonomie Locali con il Settore “Rapporti con Province, Comuni, Comunità Montane, Sicurezza delle città” della Regione Campania in linea con gli indirizzi dell’UE e alla luce del nuovo ordinamento regionale, già da tempo ha come obiettivo strategico la territorializzazione delle politiche regionali di coesione e sviluppo, allo scopo di costruire una strategia operativa condivisa nel sistema pubblico regionale, per azioni convergenti ed efficaci sulla sfida dell’adeguamento delle Autonomie Locali. A tale scopo sta lavorando alla riorganizzazione del
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sistema delle Autonomie locali, sia sul versante della riprogrammazione 2007-2013, che su quello degli obiettivi 2020. In particolare, il contesto di riferimento dell’Assessorato sono i 45 Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS) individuati dal Piano Territoriale Regionale (PTR) per aree omogenee e per vocazione prevalente, a rendere più efficiente un sistema territoriale di gestione dei servizi che aggrega un assetto istituzionale che alla luce delle nuove indicazioni politico-economiche appare troppo frammentato (551 Comuni, 5 Province, 117 enti territoriali, 30 società partecipate). L’appartenenza alle partizioni territoriali è finalizzata ad incrementare l’efficienza e l’efficacia delle politiche realizzate. Il PTR è indicato, quindi, come la cornice ordinatoria a cui devono riferirsi le istituzioni locali nelle scelte di associazionismo comunale che verranno fatte. L’obiettivo dell’Amministrazione è quello di disegnare una architettura istituzionale omogenea, in grado di svolgere al meglio le funzioni pubbliche, e soprattutto di fare scelte di sviluppo idonee a ricevere i finanziamenti europei, attraverso programmi di investimenti territoriali integrati. Pertanto, l’Assessorato mira alla costituzione di Partenariati locali, all'interno dei 45 Sistemi Territoriali di Sviluppo, con l'obiettivo di predisporre strategie di sviluppo locale per investimenti territoriali integrati. Tutto ciò richiede azioni di sistema che, da un lato agiscano sulla capacità istituzionale delle amministrazioni e, dall’altro forniscano agli attori territoriali le competenze e gli strumenti necessari per una progettazione di qualità.
1.2 L’obiettivo del Workshop Il Workshop, articolato in due giornate di attività ha inteso presentare il nuovo scenario della Programmazione 2014-2020 con particolare riferimento alla territorializzazione delle politiche per poi riflettere, con l’utilizzo di strumenti metodologici di programmazione/progettazione partecipata e attraverso l’intervento degli attori del territorio, sulla condivisione di metodi e strumenti di lavoro.
1.3 I Partecipanti Complessivamente alle due giornate hanno partecipato circa 90 persone, in prevalenza soggetti istituzionali (dirigenti e funzionari di Amministrazioni centrali, Regione e Enti Locali) e in parte provenienti dal privato sociale. Nell’allegato 2 l’elenco completo dei partecipanti.
1.4 La metodologia di lavoro Il lavoro è stato svolto in maniera partecipata, lasciando ampio spazio al dibattito e all’intervento dei partecipanti in tutte le fasi. Nella prima parte l’interazione con l’uditorio è stata realizzata attraverso domande di approfondimento e chiarimento che hanno sollecitato la discussione sugli elementi di novità della strategia di Europa 2020. Nelle fasi successive l’attività è stata condotta e coordinata da un facilitatore consulente di FormezPA attraverso la metodologia Metaplan: una tecnica di discussione utilizzata per la facilitazione dei workshop basata sulla visualizzazione, utile per affrontare e risolvere in forma condivisa specifici problemi. Il metodo, infatti, consente di gestire una discussione di gruppo e raccogliere, selezionare e omogeneizzare i diversi contenuti espressi dai partecipanti (esperienze, opinioni, soluzioni, domande, risposte). L’obiettivo della metodologia è evidenziare i punti di vista di un gruppo di individui su un determinato tema, per arrivare ad un’analisi che consideri le affermazioni di tutti e mantenga la ricchezza delle proposte individuali portando il gruppo verso un risultato operativo Attraverso la metodologia Metaplan i diversi momenti della discussione sono stati funzionali al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
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aprire un confronto tra diversi punti di vista; riflettere sul confronto tra la situazione auspicata e la situazione reale; cercare una sintesi e delle possibili direttrici d’azione.
2. Lo sviluppo del Workshop: I giornata – 14 novembre 2012 2.1 Introduzione ai lavori I lavori sono stati introdotti dall’Assessore al Personale ed alle Autonomie Locali della Regione Campania, Pasquale Sommese, che ha sottolineato l’importanza e l’utilità del Workshop in vista del nuovo ruolo a cui sono chiamati i Comuni nell’ambito della strategia Europa 2020. La Responsabile del Progetto Capacity, SUD Linea A.2 – PROGETTARE, Elena Tropeano, ha illustrato le caratteristiche principali del Progetto, che ha come obiettivo la realizzazione di interventi di capacity building rivolti alle amministrazioni pubbliche. Ha avviato i lavori Anna Pina Cuccurullo, Responsabile della Task Force Campania, presentando gli obiettivi del Workshop e la struttura delle giornate.
2.2 La strategia Europa 2020 e il Piano Territoriale Regionale: dimensione europea e dimensione regionale della programmazione L’intervento è stato condotto da Raffaele Colaizzo, esperto di politiche di sviluppo locale del FormezPA, che ha presentato e commentato le priorità di Europa 2020. In sintesi:
Crescita intelligente: migliorare le prestazioni dell'UE nei campi dell'istruzione, della ricerca e innovazione, della società digitale; Crescita sostenibile: creare un'economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e competitiva, attraverso la riduzione delle emissioni, lo sviluppo di nuove tecnologie e metodi di produzione, ecc.; Crescita solidale: costruire un'economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione economica, sociale e territoriale, anche attraverso l'investimento in competenze e formazione, la modernizzazione dei mercati del lavoro e i sistemi previdenziali.
Si è poi evidenziato l’approccio comune per la coesione e lo sviluppo secondo cui è necessario che vi sia una forte integrazione delle politiche di coesione. Le politiche per la coesione (basate su FESR, FSE e FC), lo sviluppo rurale (FEASR) e la politica marittima e della pesca (FEAMP) condividono un Quadro Strategico Comune orientato ai risultati, alla verifica dei progressi e all'armonizzazione delle disposizioni di esecuzione e degli obblighi in materia di controllo. Altro elemento cui si è fatto riferimento è agli obiettivi di Europa 2020 in materia di occupazione, R&S/innovazione, cambiamenti climatici ed energia, istruzione, povertà ed emarginazione. Oobiettivi che devono essere coordinati, misurabili e definiti con un alto grado di dettaglio. La proposta di bilancio Europeo per il 2014 -2020 evidenzia l’orientamento dell’Unione o la spinta di alcuni Stati a ridurre le risorse. La relazione si sposta poi sulla proposta di Regolamento Recante Disposizioni Comuni (RRDC) e sulle disposizioni comuni ai diversi Fondi Strutturali che definiscono le modalità omogenee di programmazione strategica e su quelle specifiche relative all’attuazione dei due principali fondi che devono avere un piano di azione comune in relazione ai risultati.
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Si è fatto cenno poi, ai documenti chiave della nuova programmazione che sono il Quadro Strategico Comune, i Contratti di Partenariato ed il Programma ed agli obiettivi tematici con un affondo sull’Obiettivo n. 7 relativo alle azioni del FESR. Il Quadro Strategico Comune definisce dagli obiettivi comuni alle azioni chiave ai vincoli. I contratti di partenariato sono una declinazione di Quadro Strategico a livello nazionale con le modalità di attuazione e vengono stipulati tra Stato Membro e UE a seguito di una concertazione multilivello con i territori mentre i programmi contengono gli obiettivi, le strategie e le azioni chiave e la dotazione finanziaria oltre che il cofinanziamento nazionale. Si passa poi ad illustrare gli obiettivi tematici che sono 11 e come gli stessi siano trasversali a più politiche. I contenuti dei Programmi: Strategia per il contributo del programma operativo al raggiungimento della strategia complessiva dell’Unione per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva; Individuazione per ogni asse di obiettivi, indicatori, azioni, gruppi di destinatari e territori specifici, azioni da realizzare, categorie di intervento; Approccio integrato allo sviluppo territoriale anche per rispondere alle esigenze delle aree geografiche più deboli; Modalità per garantire una esecuzione efficace, che specifichi il quadro dei risultati attesi, l'adempimento delle condizionalità ex ante, le azioni intraprese per associare i partner ed efficiente, attraverso le azioni su capacity building e oneri amministrativi, l'elenco dei grandi progetti; Piano finanziario e modalità di attuazione. L’approfondimento sull’obiettivo tematico n 7 relativo alle infrastrutture evidenzia la necessità di un approccio integrato tra investimenti ed una coerenza tra piani nazionali, comunitari e regionali. Le azioni finanziate nell’ambito di questo obiettivo devono essere finalizzate e complementare al Connecting Europe Facility. Ulteriore tema evidenziato è stato quello dell’integrazione e territorio nella nuova programmazione, in particolare dell’approccio pluridimensionale ed integrato con i territori delle politiche e degli strumenti per meglio raggiungere gli obiettivi di coesione territoriale tenendo conto delle caratteristiche locali. In tal senso vengono individuati nel RRDC alcuni strumenti quali lo Sviluppo Locale Partecipativo, che valorizza l’approccio Leader e lo sviluppo dal basso e gli Investimenti Territoriali Integrati che favoriscono una integrazione dall’alto verso il basso verso l’alto e viceversa e che vedono il coinvolgimento di più Fondi per la loro attuazione. Detti strumenti vengono dettagliati per come sono stati identificati e per il loro ruolo che avranno nella futura programmazione. Le città nella Politica di Europa 2020 avranno un ruolo chiave perché nei PO sarà promosso uno sviluppo urbano sostenibile e perché il 5% delle risorse saranno gestite direttamente dalle città capoluogo. Gli aspetti innovativi del RRDC riguardano gli strumenti finanziari, gli interventi generatori di entrate, i programmi operativi, il Piano di Azione Comune e l’accreditamento. Ulteriore elemento nevralgico sono le condizionalità ex ante ed ex post che diventano sempre più stringenti per valutare le attuazioni dei programmi e la costituzione di un partenariato multilivello che possa verificare l’attuazione dei programmi. L’attuazione ed i tempi di realizzazione degli interventi sono stati oggetto di uno specifico approfondimento effettuando un collegamento con “Visto” il portale che ha realizzato uno studio sui tempi di realizzazione degli interventi pubblici tenendo conto della normativa sugli appalti.
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Si conclude con la presentazione delle milestones della programmazione e con il cronoprogramma delle attività di programmazione nelle quali si evidenziano i tempi stretti a disposizione delle Regioni e degli Stati Membri. Alla presentazione è seguito l’intervento di un esperto di progettazione integrata territoriale, Osvaldo Cammarota, consulente FormezPA e della Regione Campania su diversi progetti relativi ai PIT, che ha sottolineato l’importanza del territorio nelle sue diverse e articolate vocazioni e aspirazioni di sviluppo. Ha inoltre, evidenziato che il territorio è una risorsa complessa, in continua trasformazione, ma non settorializzabile e che la competitività di un territorio è data dall'armonica combinazione della pluralità di risorse che un territorio è in grado di offrire. Di conseguenza tutti gli elementi e i fattori che possono aumentare la coesione, la competitività e l'attrattività di un territorio sono tra loro interconnessi e spesso interdipendenti. Di fatto quest’idea fatta propria dalla struttura delle diverse programmazioni europee che si sono succedute nei periodi passati hanno prodotto risultati ancora limitati nel momento dell’attuazione delle politiche e delle conseguenti azioni poste in essere perché l’organizzazione non ha corrisposto in maniera adeguata ai programmi. L’analisi delle criticità riscontrate costituisce comunque una lezione per il futuro. Questa presentazione è stata coniugata alla proiezione della cartografia della Regione Campania organizzata in STS secondo le indicazioni del PTR, con il contributo tecnico di Antonio di Nitto, funzionario regionale.
2.3 Le strategie di sviluppo territoriale partecipativo: quali questioni aperte? (Discussione facilitata) Serenella Paci, facilitatrice di FormezPA, apre uno spazio partecipativo di confronto e discussione con i partecipanti al Workshop. L’obiettivo è di analizzare le politiche territoriali avviate nella Programmazione 2000-2006 e 2007-2013 e gli strumenti previsti nella Strategia Europa 2020, nonché individuare soluzioni, adeguate e sostenibili, ai problemi evidenziati e potenziali azioni di accompagnamento agli attori locali. Il metodo di lavoro prevede l’utilizzo di pannelli mobili per la visualizzazione sui quali posizionare i cartoncini con le considerazioni e le opinioni di rilievo dei partecipanti rispetto a 4 domande di discussione poste dalla facilitatrice.
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La prima domanda sulla quale è stata avviata la discussione è:“Quali nuove opportunità si aprono con la Strategia Europa 2020 per la territorializzazione delle politiche?” (vedi cartellone 1). Dalla discussione emerge che un tema strategico per lo sviluppo del territorio è quello della “territorialità” delle politiche, che richiede necessariamente un approccio integrato delle politiche e quindi dei fondi strutturali, necessario per rispondere alla multisettorialità del territorio. Come già sottolineato, la strategia Europa 2020 offre importanti opportunità per uno sviluppo “local based” e in tal senso nel RRDC individua alcuni strumenti quali lo Sviluppo Locale Partecipativo e gli Investimenti Territoriali Integrati, che vedono il coinvolgimento di più Fondi per la loro attuazione e favoriscono il processo di decentramento amministrativo già in corso. Rispetto a tali strumenti, dalla discussione è emerso che:
Lo SLOP (Sviluppo Locale Partecipativo) valorizza l’approccio già presente nei programmi Leader e basato su uno sviluppo dal basso (bottom up) e lo estende potenzialmente anche ai Fondi FESR e FSE. Si tratta, certamente, di un ottimo strumento ma è ancora necessario approfondirne le modalità di attuazione, per sfruttarne al meglio le potenzialità.
Gli ITI (Investimenti Territoriali Integrati) favoriscono un’integrazione dall’alto verso il basso e viceversa; ricalcano i Progetti Territoriali Integrati (PIT), previsti dalla Programmazione 20002006 rispetto ai quali non ci sono stati grandi modifiche, piuttosto il problema sarà nella loro attuazione, in quanto sconteranno le stesse resistenze al cambiamento e all’integrazione incontrate dai PIT.
Per sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla programmazione 2014-2020 è necessario accompagnare il territorio e l’Amministrazione con un’azione di formazione che miri, non solo a far conoscere tali opportunità, ma soprattutto, a diffondere la “cultura” dell’integrazione, intesa non solo in senso finanziario, ma come progetto di sviluppo del territorio nella sua complessità e diversità. Di seguito si riportano nel testo – nella loro versione finale – i cartelloni sui quali sono state raccolte e visualizzate le risposte e i commenti dei partecipanti in relazione alla domanda del facilitatore.
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CARTELLONE 1
Quali nuove opportunità si aprono con la Strategia Europa 2020 per la territorializzazione delle politiche?
Tema strategico “territorialità”
Approccio integrato per lo sviluppo territoriale
Strumenti di integrazione Sviluppo Locale Partecipativo (SLOP)
Investimenti Territoriali Integrati (ITI)
Approccio LEADER per tutti i fondi oltre il FEASR
= Progetti Integrati Territoriali
“Bottom up”
Top down o bottom up
Multisettorialità dello sviluppo locale Integrazione tra i fondi
C’è molta resistenza al cambiamento
Ancora molta fatica nel far funzionare le opportunità che abbiamo
Forte decentramento amministrativo
Occorre formazione
Lo strumento è ottimo bisogna capire come si usa Occorre far funzionare meglio le opportunità
Non ci sono stati cambiamenti Il problema sarà la nuova attuazione
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La seconda domanda “guida” è stata: “Quali politiche territoriali sono state avviate in Campania nella Programmazione 2007-2013 e 2000-2006”? (vedi cartellone 2). Dalle risposte e dalle osservazioni raccolte in platea sono emerse un numero significativo di osservazioni. Nel corso dei due cicli di programmazione precedenti sono stati attivati numerosi strumenti volti ad incentivare l'aggregazione dei soggetti e l'integrazione dei sistemi produttivi. In particolare, sono state ricordate le esperienze di programmazione integrata, rispetto alle quali sono state evidenziate le principali criticità riscontrate nel tentativo, non sempre riuscito, di attuazione. 1) Gli Accordi di Reciprocità (AdR), previsti dalla programmazione 2007-13, avevano l’obiettivo di valorizzare e razionalizzare gli strumenti già consolidatisi sul territorio. Una delle criticità sollevata è stata la copertura finanziaria e l’integrazione dei fondi che è apparsa non perfettamente corrispondente alle necessità e alle aspettative; 2) I PIU EUROPA (Programmi Integrati Urbani), previsti dalla programmazione 2007-13, hanno perseguito l’obiettivo della rivitalizzazione socio economica sostenibile e la qualità urbana energetica ed ambientale degli ambiti di intervento, al fine di rafforzare l’attrattività e la competitività delle città medie campane e per questo rappresentare lo strumento principe dal punto di vista dell’integrazione dei fondi. Spesso però i Piani di riqualificazione urbana realizzati hanno utilizzato solo fondi FESR, quindi non è stato completamente attuato il processo di integrazione delle risorse. Ciò spesso perché ci sono state una serie di indicazioni a livello nazionale che hanno spinto verso progetti monotematici. 3) I PIT, hanno rappresentato uno dei principali strumenti della programmazione 2000-2006, e ad essi sono state destinate circa il 40% delle risorse complessive del POR Campania. Avevano l’obiettivo di finanziare lo sviluppo di determinati territori o di filiere specializzate, coinvolgendo, nella progettazione e nella gestione, tutti i soggetti, del mondo istituzionale, economico e sociale, impegnati nello sviluppo locale. Ci sono state alcune criticità nella realizzazione sul territorio. Le azioni avviate con i PIT, con la programmazione 2000-2006, non hanno avuto copertura finanziaria con la successiva programmazione. Dalla discussione sono emersi inoltre, altri elementi di criticità relativamente alle modalità di integrazione dei fondi. In particolare, è emersa la necessità di programmazione delle politiche di investimento a partire dai progetti di sviluppo del territorio. Alcuni partecipanti hanno rimarcato che vera integrazione si realizzerebbe solo se fosse realmente il partenariato locale a predisporre il progetto di sviluppo del proprio territorio avendo a riferimento i reali bisogni e condividendo le azioni da porre in essere con tutti gli attori territoriali. In questa logica la Regione, in un momento successivo, potrebbe individuare le modalità e la tipologia di risorse da utilizzare per i diversi interventi previsti. Un’altra criticità emersa riguarda il fatto che spesso la Regione non valorizza sufficientemente le risorse umane disponibili, seppur qualificate ricorrendo troppo spesso all’esterno in qualche caso perché le risorse umane che potrebbero essere strategiche su alcune operazioni sono di fatto dedicate ad altre mansioni senza che se ne conosca il reale potenziale (inefficace allocazione delle risorse umane).
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CARTELLONE 2
2007-2013 PIU EUROPA (evoluzione degli URBAN)
Risorse concentrate sulle città medie
Non si è riusciti ad integrare più fondi
Quali politiche territoriali sono state avviate in Campania nella Programmazione 2007-2013 e 2000-2006
2006-2013 PIT (Progetti Integrati Territoriali)
2007-2013 Accordi di reciprocità
Funzionano a “macchia di leopardo”
Gli strumenti che richiedono integrazione faticano ad essere attuati
Non c’è stata copertura finanziaria
Non c’è stata attuazione FONDI FAS Partecipazione di più strumenti verso un solo obiettivo di sviluppo
Solo riqualificazione urbana, solo FESR, no interventi sul sociale
2000-2006
PZS Piani Sociali di Zona
Progetti monotematici e poca partecipazione
PZS coincidenti con l’ASL
Quali criticità possiamo evidenziare? C’ è qualcosa di sbagliato nel meccanismo di elargizione delle risorse ai territori
Risorse poco integrate
Fallimento della politica europea di investimento sul territorio
Che cos’è “integrazione”?
Il POR Campania 20072013 non ha previsto risorse per attuare il 20002006 (es. PIT)
NET WORKING chiuso /pilotato “spartitorio”
È saltato il linguaggio di interlocuzione
Si dovrebbe passare da una integrazione di natura ammin.fin. ad una integrazione territoriale
FEASR non integrato con gli altri fondi
Non si valorizzano le risorse disponibili
Competenze professionali qualificate non utilizzate
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La terza domanda di discussione è stata: “Quali sono le condizioni per la fattibilità dei Sistemi Territoriali di Sviluppo – STS?”(vedi cartellone 3) I partecipanti hanno riflettuto sulla situazione attuale degli STS sottolineando come la zonizzazione sia stata ed è ancora un processo lungo e faticoso, già avviato dal 2001. Ad oggi, la situazione nei 45 STS è differenziata, infatti solo in alcuni (circa 10 STS) è maturata la consapevolezza di essere parte di un sistema omogeneo, mentre, nella maggior parte, è ancora necessario ragionare sull’organizzazione del sistema territoriale. E’ opinione condivisa, rispetto al quadro delineato, che gli STS, in quanto forme di aggregazione per aree omogenee, potrebbero rappresentare delle unità minime di programmazione utili a definire sistemi di governance e government del territorio efficaci. Tuttavia, la divisione del territorio in STS non deve essere una sperimetrazione rigida, ma solo una griglia di riferimento su cui poter apportare, una volta a regime, eventuali modifiche. Inoltre, è stata evidenziata l’importanza degli STS per rendere efficiente la risposta alle esigenze dei territori, in quanto rappresentano un punto di partenza per una gestione migliore del territorio, manca ancora però un reale riconoscimento della necessità di appartenenza e di funzionalità effettiva degli stessi. L’apparato organizzativo per il funzionamento non ha trovato ancora una sua forma cogente. Probabilmente le Unioni di Comuni, in quanto strutture già esistenti, avrebbero potuto essere utilizzate come strumento organizzativo degli STS, tuttavia in realtà esse stesse non hanno mai decollato per i costi elevati da sostenere per il loro funzionamento al punto che di fatto le stanno sciogliendo.
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CARTELLONE 3 Quali sono le condizioni per la fattibilità dei Sistemi Territoriali di Sviluppo - STS? PTR 45 STS Zonizzazione processo lungo e faticoso dal 2001
Possibilità di utilizzare fonti finanziarie integrabili Bisogna ragionare sull’organizzazione del sistema territoriale
STS come unità minima di programmazione
Quali forme di governance e governament?
PTR è un piano strategico di indirizzi
L’unione dei comuni potrebbe dare strumenti agli STS
“C’è bisogno di partire” Ci sono 10 STS pronti
La situazione è differenziata nei 45 STS Il territorio cambia nel tempo La divisione in STS deve essere una griglia di riferimento non rigida
Una criticità è che le stanno sciogliendo
Le “sovrastrutture” fanno aumentare i costi
Per i PZS 3 strumenti: convenzione, consorzio e unione dei comuni
Bisogna pensare ad una pluralità di strumenti
L’accorpamento dei comuni potrebbe essere uno strumento valido Forme associate dei comuni
Gli STS utili per efficientare le esigenze dei territori Sono un punto di partenza per una gestione migliore del territorio
Forse il territorio è più preparato della regione
Dimensionamento delle politiche sul territorio campano La dimensione ideale è quella “mediana”?
Integrazione tra politiche è necessaria Così si da senso concreto all’integrazione Abbiamo bisogno di un linguaggio nuovo di condivisione dei saperi
Utilizzare nuovi strumenti teconologici programmazione
“Facciamo una mappa insieme"
ITI per attuare sviluppo locale
Potrebbe essere una agenzia di sviluppo?
Il compito è fare una piano di area vasta
L’obiettivo della programmazione 2014-20 è attuare un piano di sviluppo locale
Il soggetto giuridico dovrà avere capacità di intervento in tute le fasi
Quale forma giuridica può dare un carattere di affidabilità?
La riorganizzazione deve essere funzionale agli obiettivi e alle funzioni Dell’Unione Europea ma anche alla riorganizzazione degli Enti
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L’ultima domanda oggetto di discussione è stata: “Quali azioni concrete per attuare una politica di territorializzazione (attraverso gli STS)?”(vedi cartellone 4) Questo è stato il momento in cui i partecipanti sono stati sollecitati a ragionare su proposte da rinviare ai laboratori di approfondimento. La discussione partecipata e i lavori dell’intera giornata hanno fatto sì che emergessero proposte di azioni concrete da mettere in campo per avviare il processo di territorializzazione delle politiche, utilizzando come modello di riferimento i Sistemi Territoriali di Sviluppo. Queste, in sintesi, le proposte emerse:
“Strutturazione dell’ascolto e della partecipazione”;
Uno strumento efficace di ascolto e valorizzazione delle istanze provenienti dal territorio è rappresentato dal Tavolo di Concertazione. A tal proposito sarebbe auspicabile organizzare, in un STS da individuare, dei tavoli di concertazione che riuniscano soggetti pubblici e privati rappresentativi di specifici interessi e finalizzati alla proposta di progetti di sviluppo territoriale condivisi.
“Formazione e accompagnamento”;
È emersa l’esigenza di affiancare l’amministrazione e i territori con un’azione di formazione che miri, da un lato, ad accrescere le conoscenze sulle opportunità offerte dalla nuova programmazione 2014-2020 e dall’altro accompagni il territorio nella attività di progettazione di piani di sviluppo territoriale attraverso metodi di progettazione partecipata.
“Animazione dei territori (STS) sui casi concreti”.
L’idea è quello di avviare un percorso sperimentale per definire un modello “funzionale organizzativo” di STS. In particolare, è necessario organizzare strutture di governance e government capaci di conferire ai "Sistemi Territoriali di Sviluppo" i necessari caratteri di coesione, competitività e affidabilità amministrativa. Tale sperimentazione potrebbe essere avviata su un STS più “consapevole e maturo”, in modo da delineare un modello ideal tipico da poter poi applicare anche agli altri STS. Tuttavia il mancato riconoscimento giuridico dell’STS rappresenta un forte fattore di criticità in quanto non esiste l’obbligo alla gestione dei servizi in forma associata.
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CARTELLONE 4 Quali azioni concrete per attuare una politica di territorializzazione (attraverso gli STS)
Azioni di sistema Strutturazione di un ascolto “reale” Animazione territoriale Strumenti di strutturazione della partecipazione Preparare concertazione attraverso partecip. dei diversi attori territoriali
Accompagnare i processi (es. incontro con i sindaci) Per raggiungere un livello di sperimentazione più ampio
Mettere in atto un meccanismo serio per vincolare (Atto di indirizzo polit.reg)
Forme di premialità
Il problema riguarda la programmazione a monte delle risorse Programmare le risorse sulla base degli STS
Integraz. delle risorse ed il disegno di riordino istituzionale
Un percorso per individuare quale forma di organizzazione
Ci deve essere un soggetto che abbia i requisiti massimi di affidabilità Per l’UE es. requisiti degli Organismi Intermedi
Su una reale progettazione (formazione) Creare un raccordo utile e solido con il partenariato regionale
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3. Lo sviluppo del Workshop: II giornata – 15 novembre 2012 3.1 L’approccio del Project Cycle Management (PCM) La seconda giornata di lavori, condotta dalla facilitatrice, è stata interamente dedicata alla progettazione partecipata ed all’analisi e alla descrizione dei suoi principali strumenti, adottati a livello europeo: PCM (Project Cycle Management) e GOPP in primo luogo, che permettono di discutere di problemi e obiettivi concreti nonché di definire un quadro logico delle azioni in modo condiviso e con opinioni “esperte”, per migliorare i processi decisionali di programmazione e progettazione, innalzando la qualità dei progetti. Il Project Cycle Management - PCM è volto a garantire una maggiore efficacia dei progetti e dei programmi. L’idea di fondo è che sia opportuno predisporre sin dall’inizio proposte che includano le vere esigenze (i problemi) dei destinatari degli interventi, riconoscendo il peso dei beneficiari reali, per ritrovare il giusto baricentro che regola i rapporti decisionali fra politici, esperti e stakeholders, nel triangolo della programmazione e della progettazione. La sequenza delle fasi di preparazione e realizzazione dei progetti è definita “Ciclo del Progetto”. Il ciclo del progetto comincia con l’identificazione di una idea da sviluppare all’interno di un piano di lavoro che possa essere realizzato e valutato. Il ciclo del progetto fornisce una struttura che assicura che tutti gli attori coinvolti nel processo siano consultati e tutte le informazioni pertinenti siano rese disponibili. Le fasi del ciclo del progetto sono sei: la Programmazione, l’Identificazione, la Progettazione, il Finanziamento, la Realizzazione e la Valutazione. La facilitatrice approfondisce ciascuna fase con particolare attenzione a quella della identificazione, momento-chiave in cui è stata dimostrata l’utilità della metodologia “GOPP” (Goal Oriented Project Planning). Programmazione
Valutazione
Identificazione
Realizzazione
Progettazione
Finanziamento
Il metodo GOPP è nato dall’esigenza di garantire che programmi e progetti siano in grado di incidere con efficacia sulla realtà sulla quale intervengono, contribuendo in modo significativo a risolvere il problema oggetto dell’intervento. Per perseguire tale obiettivo la metodologia GOPP si avvale del constante contributo in tutte le fasi del ciclo progettuale, degli attori-chiave e soprattutto dei beneficiari finali.
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Il metodo GOPP, così come gli altri approcci o strumenti ispirati al Quadro Logico, nasce a partire dagli anni ’60 da un insieme di tecniche e di strumenti elaborati nel quadro delle attività di progettazione di enti e agenzie dedite alla cooperazione e allo sviluppo. L’obiettivo finale della metodologia di identificazione di un progetto è definire uno schema progettuale strutturato e completo. Questo schema si presenta nella forma di una matrice nota come Quadro Logico. Nel Quadro Logico sono riportati tutti gli elementi fondamentali dell’idea progettuale (obiettivi generali, obiettivo specifico, risultati, attività), gli indicatori e anche le condizioni esterne che concorrono a raggiungere gli obiettivi del progetto. Per giungere a definire il Quadro Logico di un progetto, la metodologia GOPP prevede due fasi ben distinte, a loro volta articolate in sottofasi: l’analisi dei problemi e l’analisi degli obiettivi. L’ultima parte della giornata è stata dedicata alla sperimentazione della metodologia GOPP di progettazione partecipata per obiettivi, su alcuni temi condivisi con i partecipanti. In particolare, hanno sperimentato, divisi in gruppi, il lavoro sull’analisi dei problemi (albero dei problemi) e sull’analisi degli obiettivi (albero degli obiettivi) su tematiche specifiche da loro scelte.
4. Conclusioni Il Workshop ha avuto un esito positivo in termini di partecipazione ed interesse ed i presenti hanno manifestato la loro soddisfazione rispetto all’andamento dei lavori, apprezzando la metodologia utilizzata. In particolare, molti sono rimasti favorevolmente colpiti dalla modalità di lavoro, che ha permesso a tutti di esprimere la propria opinione e di lavorare in maniera partecipativa. A tal proposito, è emersa la proposta di ripetere sul territorio workshop di questo tipo, con l’obiettivo di far conoscere l’approccio PCM e la metodologia GOPP, quali strumenti per la definizione di progetti di sviluppo locale. Un elemento di criticità è stata sicuramente la scarsa e discontinua presenza degli attori territoriali, che non ha permesso di arricchire la discussione e non ha reso possibile un approfondimento sulla dimensione territoriale dello sviluppo e sull’integrazione con altre politiche.
5. Allegati
Allegato 1 – Programma del Workshop
Allegato 2 – Elenco dei partecipanti
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Allegato 1 - Programma del Workshop PON GOVERNANCE E AZIONI DI SISTEMA ASSE E – Capacità Istituzionale – Obiettivo Specifico 5.1
Capacity SUD CAMPANIA
Linea A.2 – PROGETTARE Miglioramento dei programmi, dei progetti e della performance
WORKSHOP
“Europa 2020: strategia, organizzazione, metodi e strumenti” Le Politiche “per i luoghi” della Regione Campania Palazzo Armieri – Via Marina 19/c Napoli 14-15 novembre 2012 – ore 9.00 – 17.00 Il Progetto Capacity SUD ha l’obiettivo di sviluppare competenze di programmazione delle politiche, di progettazione degli interventi dei PO e di miglioramento organizzativo delle amministrazioni attraverso un approccio che valorizzi il raccordo coi territori, l’integrazione delle politiche e degli attori, l’innovazione gestionale, con uno sguardo attento agli orientamenti nazionali ed europei.
L’obiettivo del Workshop è quello di presentare il nuovo scenario della Programmazione 2014 – 2020 con particolare riferimento al Piano Territoriale Regionale (PTR) e al disegno dei Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS) arrivando ad attivare una riflessione sulla dimensione territoriale dello sviluppo e a condividere con gli attori coinvolti gli strumenti per una progettazione di qualità. La metodologia di lavoro sarà quindi quella della progettazione partecipata e dei suoi strumenti, adottati a livello europeo, PCM (Project Cycle Management) e GOPP in primo luogo, che permettono di discutere di problemi e obiettivi concreti nonché di definire un quadro logico delle azioni in modo condiviso e con opinioni “esperte”, con l’obiettivo di migliorare i processi decisionali di programmazione/progettazione e innalzare la qualità dei progetti. Programma 14 novembre 2012 9.00 – 9.15 9.15 – 09.45
Registrazione dei partecipanti Saluto e introduzione ai lavori Pasquale Sommese – Assessore al Personale ed alle Autonomie Locali della Regione Campania Elena Tropeano – FormezPA
09.45 – 12.15
La strategia Europa 2020 e il Piano Territoriale Regionale: dimensione europea e dimensione regionale della programmazione Raffaele Colaizzo – FormezPA Osvaldo Cammarota – FormezPA
12.15 – 13.15
Le strategie di sviluppo territoriale partecipativo: quali questioni aperte? Discussione facilitata Serenella Paci – FormezPA Light Lunch
13.15 – 14.15
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14.15 – 15.15
L’approccio del Project Cycle Management (PCM), promosso dall’Unione Europea per una programmazione e progettazione di qualità.
15.15 – 17.00
Workshop di analisi e identificazione Illustrazione in plenaria, e sperimentazione in gruppi di lavoro su tematiche di interesse dei partecipanti, di un percorso di progettazione partecipata con la metodologia GOPP (Goal Oriented Project Planning) prevista nel PCM per la costruzione del Quadro Logico Serenella Paci – FormezPA
Programma 15 novembre 2012
9.00 – 15.30
13.30 – 14.30 15.30– 17.00
Workshop di progettazione Illustrazione in plenaria e sperimentazione in gruppi di lavoro su tematiche di interesse dei partecipanti: percorso di progettazione partecipata con la metodologia GOPP – Goal Oriented Project Planning – prevista nel PCM per la costruzione del Quadro Logico Serenella Paci – FormezPA Light Lunch Le strategie di sviluppo territoriale partecipativo: quali possibili azioni di accompagnamento? Discussione facilitata Serenella Paci – FormezPA
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Allegato 2 - Elenco dei partecipanti
COGNOME
NOME
ENTE DI APPARTENENZA
RUOLO
ACANFORA
FELICIA
STUDENTE UNIVERSITARIO
ACOCELLA
ALBERTO
REGIONE CAMPANIA
DIRIGENTE
ALBOLINO
ORNELLA
UNIVERSITA’ L’ORIENTALE
RICERCATORE
ARFUA
GIOVANNA
COMUNE DI NAPOLI
SEGRETERIA
ARIANI
GIULIA
BISCEGLIA
ROSARIA
ILS LEDA
BUONOCORE
FRANCESCA
LEGAUTONOMIE CAMPANIA
CAFASSO
LUCIA
PUBBLICA ISTRUZIONE
INSEGNANTE
CALIO’
SALVATORE
THEMIS
CONSULENTE
CAMMAROTA
OSVALDO
FORMEZPA
CONSULENTE
CANNEVA
PAOLA
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
CARISTO
MARIA
REGIONE CAMPANIA
DIRIGENTE
CERINO CONTE
NUNZIA
THEMIS
CONSULENTE
CIMMINO
MICHELE
REGIONE CAMPANIA
DIRIGENTE
FACILITATORE ENTI LOCALI
COMMUNICATION ASDVISOR
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COGNOME
NOME
ENTE DI APPARTENENZA
RUOLO
COGLIANO
VINCENZO
PROVINCIA DI AVELLINO
CONSULENTE
COLAIZZO
RAFFAELE
FORMEZPA
CONSULENTE
CORBO
DARIA
FORMEZPA
TASK FORCE CAMPANIA
COSENZA
RAFFAELE
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
CUCCURULLO
ANNAPINA
FORMEZPA
RESPONSABILE TASK FORCE CAMPANIA
DALUISO
EMMANUELE
EURO IDEES
VICEPRESIDENTE
DE FELICE
FRANCESCA
ITER SRL
ASSISTENTE DIREZIONE
DE GENNARO
VALERIA
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
DE LUCIA
EMANUELE
JULIE ITALIA
GIORNALISTA
DE PAOLA
SALVATORE
GAL VALLO DI DIANO
SEGRETARIO AMM.
DELLA CORTE
DOMENICO
TAVOLO DI PARTENARIATO
CONSULENTE
DI MARTINO
MICHELE
CIDA
CONSIGLIERE
DI SOMMA
DAVIDE
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
DI STEFANO
GABRIELE
UNDP/ILSEDA
TECNICAL ADVISOR
DINETTI
ANTONIO
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
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COGNOME
NOME
ENTE DI APPARTENENZA
RUOLO
DONATO
ANTONIO
LEGA AUTONOMIE
DIRETTORE
D'URSO
MARIA ANTONIETTA
REGIONE CAMPANIA
DIRIGENTE
ESCALONA
FRANCESCO
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
FAZIO
IRENE
YOUTH PRESS ITALIA
CONSULENTE
FERRILLO
GENNARO
PROVINCIA DI NAPOLI
FUNZIONARIO
FETTA
LUIGI
PARCO REGIONALE DEL MATESE
FUNZIONARIO
FIORILLO
IOLANDA
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
FIUME
CLAUDIO
7GOLD
GIORNALISTA
FLORA
ACHILLE
SECONDA UNIVERSITA’ DI NAPOLI
DOCENTE
FRANCESCONI
FABIA
FORMEZ PA
TASK FORCE CAMPANIA
GALLINARO
PAOLO
STUDENTE UNIV.
GALLINARO
LUCA
STUDENTE UNIV
GARGIULO
GERARDO
PAADUICE SPA
A.T. PIU EUROPA
GRAZIOLI
MADDALENA
TAVOLO DI PARTENARIATO
FUNZIONARIO
FEDERAZ. AICCRE CAMPANIA
SEGRETARIO REGIONALE
GUARDABASCIO GIOVANNI
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COGNOME
NOME
ENTE DI APPARTENENZA
RUOLO
GUARINO
VINCENZA
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
GUZZI
MARIA FRANCESCA
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
IAZZETTA
MARIA CRISTINA
CITTA’ DEL FARE SCPA
RESP. AREA PIANIFIC. URBANISTICA
IULIANO
BARBARA
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
LA MURA
AMATO
CITTA’ DI POMPEI
ASSESSORE
LAVORGNA
IMMACOLATA
GAL TITERNO
CONSULENTE
LEMBO
ILARIA
FORMEZ PA
TASK FORCE CAMPANIA
LEONE
NUNZIA
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
MALFETTONE
VINCENZO
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
MANERA
ARTURO
ANPCI
VICEPRESIDENTE
MAPOLE
MICHELE
COMUNE SANT’ARSENIO
UFF. LEGALE
MARCHIELLO
ANTONIO
REGIONE CAMPANIA
COORDINATORE D’AREA
MARTINIELLO
ANTONIO
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
MASOLE
ANGELICA
REGIONE CAMPANIA
A.T. FSE
MASTRANGELO
ANTONIO
PUBBLICA ISTRUZIONE
DOCENTE
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COGNOME
NOME
ENTE DI APPARTENENZA
RUOLO
MERCALDO
GIACOMO
COMUNE DI GINESTRA DEGLI CHIAVONI
STAFF SINDACO
NATALE
GASPARE
REGIONE CAMPANIA
DIRIGENTE
NECCO
MARIA LUISA
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
NICOLETTI
MARIA TERESA
SECONDA UNIVERSITA’ DI NAPOLI
DOCENTE
ODIERNA
MICHELE
THEMIS
CONSULENTE
PACI
SERENELLA
FORMEZPA
CONSULENTE FACILITATRICE
PADOVANO
MASSIMO
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
PALERMO
MICHELE
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
PALUMBO
ROSANNA
REGIONE CAMPANIA
DIRIGENTE
PANDOLFO
DOMENICO
C.M. BUSSENTO LAMBRO E MINGARDO
RESP .UFF. TURISMO
PAOLANTONIO
GIOVANNA
REGIONE CAMPANIA
DIRIGENTE
PARENTE
ANTONIO
MIBAC
IMPIEGATO
PARENTE
GIUSEPPE
ATO SELE
PRESIDENTE
PILI
CIRO
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
PIRONE
CLAUDIO
COMUNE DI AVERSA
DIRIGENTE
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COGNOME
NOME
ENTE DI APPARTENENZA
RUOLO
POLLICE
RAFFAELLO
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
QUINTERNO
CLAUDIO
REGIONE CAMPANIA
DIRIGENTE
ROMANO
GENNARO
MIBAC
IMPIEGATO
ROMANO
CIRO
CNR
RICERCATORE
RUBERTELLI
BARBARA
ACEN
ARCHITETTO
RUSSO
PIETRO
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
RUSSO
MAURIZIO
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
SACCO
ELVIRA
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
SANNINO
PATRIZIA
PROVINCIA DI NAPOLI
CONSIGLIERE
SAPORITO
GAETANO
LEGA AUTONOMIE
DIRETTORE
SAVARESE
ANNA
LEGAMBIENTE
VICE PRESIDENTE
SCHIFONE
LUCIANO
TAVOLO DI PARTENARIATO
PRESIDENTE
SCHIPANI
COSIMO DAMIANO COMUNE DI AVERSA
CONSULENTE
SENATORE
NICOLA
COMUNE DI S.ARSENIO
UFF. DI PRESIDENZA
SIRIGNANO
GIUSEPPINA
REGIONE CAMPANIA
SEGRETERIA ASSESSORE
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COGNOME
NOME
ENTE DI APPARTENENZA
RUOLO
SOMMESE
PASQUALE
REGIONE CAMPANIA
ASSESSORE
TARALLO
ALBA
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
TARTAGLIONE
FRANCESCO
STUDIO IFC
PROJECT MANAGER
TOLINO
GIUSEPPE
GAL TABURNO
ASSISTENTE SVILUPPO E INNOVAZIONE
TROPEANO
ELENA
FORMEZPA
REEP. DI PROGETTO
VALENTE
ALESSANDRO
GAL TABURNO
RESP. SVILUPPO E INNOVAZIONE
VESCE
LUIGI
REGIONE CAMPANIA
FUNZIONARIO
ZEULI
BEATRICE
REGIONE CAMPANIA
DIRIGENTE
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Progetto Capacity SUD - Linea A.2 PROGETTARE Referenti del Progetto Elena Tropeano Donatella Spiga Task Force Campania Anna Pina Cuccurullo Daria Corbo Ilaria Lembo Fabia Francesconi Consulenti FormezPA Raffaele Colaizzo Serenella Paci Osvaldo Cammarota
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