Appello barbanente su archeologo comunale soleto

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Forum Ambiente e Salute del Grande Salento rete apartitica

Coordinamento Civico apartitico per la Tutela del Territorio, della Salute e dei Diritti del Cittadino

Lecce, c.a.p. 73100 , Via Vico dei Fieschi – Corte Ventura, n. 2

Maglie LE- Ospedale di Maglie "M.Tamborino"

GRAVISSIMO STATO DI EMERGENZA ARCHEOLOGICOPAESAGGISTICA NELLO SVILUPPO URBANISTICO DI SOLETO NECESSITA’ DI URGENTE SALVIFICO INTERVENTO SOLETO (Le) ANTICA IMPORTANTE CITTA’ MESSAPICA NEL CUORE DEL BASSO SALENTO E DELLA GRECìA SALENTINA

All’ attenzione del Vice Presidente della Regione Puglia Prof. Arch. Angela Barbanente Assessore alla Qualità del Territorio

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31 gennaio 2014 -----------------------------------------------------------All’ attenzione del Vice Presidente della Regione Puglia Angela Barbanente Assessore alla Qualità del Territorio Per conoscenza : Comune di Soleto Soprintendenza ai Beni archeologici e paesaggistici della Puglia e a tutti gli organi di stampa Gentilissimo Vice Presidente della Regione Puglia Angela Barbanente Assessore alla Qualità del Territorio OGGETTO EMERGENZA: richiesta di urgente intervento a tutela delle aree periurbane e rurali di pregio e di altissimo interesse archeologico-paesaggistico-floro-botanico-faunistico e naturale in contrada Ampéli- San Nicola-Martinaci-Lama e necessità di urgente controllo delle aree urbane e del centro storico a fortissimo rischio archeologico e di manomissione di bellezze storico-architettoniche sottoposte a lavori di scavo invasivo e/o lavori edili di improvvido e alienizzante ammodernamento nel territorio di Soleto . Si sottolinea la necessità di assumere lo Studio preliminare di Carta Archeologica quale strumento preventivo nella programmazione urbanistica così come ha più volte indicato anche la Soprintendenza. E da questa lanciare uno studio sistematico per conoscere meglio e in maniera approfondita i rischi archeologici che Soleto già dallo studio preliminare così bene evidenzia. Gentile Vice-Presidente Arch. Prof.ssa Angela Barbanente Premessa Le scriviamo alfine di perorare la causa della contrada nei fatti rurale di Ampeli (San Nicola – Martinaci Lama) (Ampèli termine dal dialetto Grico, il locale dialetto grecanico salentino, che significa proprio vigneto) dell'antichissimo comune di origini messapiche di Soleto (Le). Un'infelice scelta urbanistica vi aveva previsto lì, in un contesto pregevole dal punto di vista paesaggistico, storico e naturalistico una aliena e imponente area artigianale del paese, fortunatamente, a distanza di diversi anni, la previsionata domanda di lotti da parte di aziende locali si è rivelata infondata la città ha così potuto mantenere quell'importante polmone rurale e paesaggio pittoresco che fa da cornice al borgo per chi lo raggiunge da Martano e dalla strada statale Maglie-Lecce. Del resto in direzione completamente opposta al confine con l'area industriale del più grande paese di Galatina il comune di Soleto ha lì disponibile proprio anche per la locazione di eventuali attività artigianali numerosissimi lotti anch'essi inutilizzati di un', anch'essa gigantesca, area industriale per un comune, quello di Soleto, che a tutt'oggi non giunge nemmeno i 6.000 abitanti! Inoltre, la predetta, area artigianale sorge in un'area ad altissimo rischio archeologico così come si può evincere da moltissimi studi e segnalazioni, oltre all'importante e recente contributo di studio e ricerca, Studio Preliminare per una Carta Archeologica di Soleto, redatto dall'archeologo prof. Thierry Van Compernolle, scopritore dell'importantissima “Mappa di Soleto”, un antichissimo ostrakon risalente al V sec. a.C. grande qualche centimetro, e unico al mondo. Si tratta ad oggi della più antica mappa esistente, per lo meno nel mondo occidentale; essa raffigura il perimetro geografico del Salento con su indicati i villaggi esistenti in epoca messapica. Importante e preziosissimo ritrovamento che ha scompaginato, letteralmente alcune conoscenze ritenute assodate su Greci e Messapi; nonché un importante contributo per la nostra Storia regionale, nazionale e mondiale tutta. Proprio su questi suoli si indica la presenza, grazie agli studi 2


dell'archeologo prof. Van Compernolle, di antichissime e straordinariamente estese mura di epoca messapica, VII - V sec. a.C., (la cui estensione perimetrale della cinta muraria esterna risulta lunga ben 3.300 metri!). Inoltre, sia la tradizione su memoria popolare, viva ancora oggi, che come anche fonti documentali testuali menzionano in quei luoghi la presenza di ben due chiese di epoca medioevale, una chiesa dedicata a San Nicola che fu abazia basiliana e, verosimilmente, di un luogo di culto dedicato a San Martino di possibile epoca bizantina, di cui ancora oggi la puntuale toponomastica dei luoghi ne conserva memoria. L'importanza dell'area è data anche dalla presenza di innumerevoli orti storici, urbani e periurbani, tutt'oggi coltivati ben delineati da eleganti muretti a secco straordinariamente ben costruiti e conservati e in alcuni casi con forme monumentali, alcuni di essi presumibilmente riconducibili a centuriazioni operate in epoca romana. Si invita, pertanto, la Regione Puglia ad avviare tutte le procedure atte alla cancellazione della destinazione di un'area artigianale, sconsiderata e deleteria, di contrada Ampèli dai piani di fabbricazione, e di concerto con il Comune avviare le necessarie varianti urbanistiche consone al rispetto-restuaro dei luoghi per il ritorno degli stessi ad area agricola con valenza di parco periurbano data la stretta vicinanza con la bella e storica stazione ferroviaria di fine '800 e la periferia del centro abitato, nella quale realizzare quella 'green belt' – cintura verde intorno alla città – secondo le indicazioni virtuose date oggi agli amministratori locali dal nuovo Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR). Le opere di urbanizzazione minime lì effettuate ben si conciliano anche con questa nuova destinazione di tipo verde ben più consona e connessa alle valenze fisiologiche dell'area, il tutto, poi, anche proprio nel tracciato segnato dalle norme di buona urbanistica e pianificazione che ben prevedono e suggeriscono qualora al variare delle condizioni le previsioni iniziali negli anni non dovessero venire verificate, la cancellazione delle destinazioni previste e il ritorno allo status quo ante. Si invita la Regione a sollecitare il Comune di Soleto a dotarsi dell'importantissima e imprescindibile figura professionale dell'Archeologo Comunale, o di territorio, così come dispone la LEGGE REGIONALE 25 giugno 2013, n. 17 “Disposizioni in materia di beni culturali” della Regione Puglia. Si auspica, pertanto, massimamente che tale figura sia dotata della più integerrima deontologia professionale e, pertanto, scelta e individuata dalla Soprintendenza a cui risponde. Oltremodo in virtù di quell'importante presenza archeologica risalente sin dalle più remote epoche, (come da documentazione indicata e riportata a seguire), e che in epoca messapica ha visto sul suolo di Soleto lo strabiliante fiorire di un villaggio estremamente esteso, ricchissimo e articolato, presenza messapica ampia e diffusa confermata da lunghi anni di ricerche, studi e fruttuosissimi scavi che hanno dimostrato come il sottosuolo di Soleto conservi, ancora oggi, importantissime tracce di una eccezionale e poco conosciuta civiltà che, nonostante un'edilizia selvaggia fortemente da contrastare e scoraggiare, sono coincidenti sia con l'impianto urbanistico attuale, e con le sue aree verdi non ancora edificate, come anche, addirittura, con le stesse aree sconsideratamente previste da imponenti e sovradimensionati piani di espansione urbanistica, oramai obosoleti e superati dai tempi, che pongono questi tesori storico-archologici-paesaggistici unici in un perenne e sciagurato rischio distruzione. La notizia della perseguita intenzione da parte di taluni di aprire dei cantieri edilizi e persino per attività estrattive, come quelle operanti a ridosso di località Violeddra (pag. 344 Appendice Carta Archeologica del territorio di Soleto fig. 21, zona archeologica 2 – Primo Contributo alla carta archeologica di Soleto (Lecce) T. Van Compernolle) , proprio nelle aree maggiormente a rischio vede suggerire massima urgenza nel verso del colmamento della grave lacuna amministrativa qui evidenziata. Nota 1 Si aggiunga inoltre che una tale riconversione pianificatoria di Contrada Ampeli vista la sua immediata vicinanza con l'area cimiteriale di Soleto è auspicabile anche per il dovuto rispetto paesaggistico che si deve ad una zona di così alta importanza religiosa ed emozionale per la comunità e che sconsiglia vivamente l'ubicazione di attività artigianali per loro natura a fisiologico e maggiore impatto acustico nel raggio immediato del cimitero Nota 2 3


Valenze archeologico-paesaggistiche. Proprio l'area Ampeli, l'area indicata quale 'zona artigianale', adiacente alla storica via Soleto-Martano, è ubicata in un ampia area di interesse storico, archeologico, rurale e paesaggistico. Difatti fino a pochi anni orsono, apprezzabile ancora oggi, vi era una notevole presenza di orti storici urbani e periurbani ben delineati da notevoli muretti a secco eleganti e in alcuni casi monumentali alcuni di essi presumibilmente riconducibili a centuriazioni di epoca romana. Durante diversi lavori di scavo sono stati rinvenuti elementi archeologici e addirittura tombe di epoca messapica complete di corredi sacri di altissimo pregio e interesse archeologico. L'importanza dell'area oggi follemente minacciata da possibili alti capannoni emerge anche dai diversi e significativi toponimi che da secoli la caratterizzano (San Nicola, San Martino, Martinaci, Ròsuli, Mendulee, Sciardinieddru, Lama) il riferimento a santi è riconducibile, come riportano svariate testimonianze di studiosi e di tradizione, alla presenza di luoghi di culto affini alla importante presenza basiliano-bizantina se non addirittura, come è giusto supporre, a epoche precedenti, difatti da alcune fonti è menzionata in quei luoghi la presenza di una chiesa dedicata a San Nicola che fu abazia basiliana e, verosimilmente, di un luogo di culto dedicato a San Martino di possibile epoca bizantina. La presenza in questo contesto di suggestivi e importanti promontori di roccia affiorante tali da formare un sistema di rupi di roccia dolomitica tipica di Soleto, inanellando, tra prati rocciosi a piane rurali, un contesto paesaggistico rupicolo, di estremo pregio e suggestivo, ove son riscontrabili diffuse e ricche testimonianze betiliche calate in un contesto agreste ancora incontaminato. La ricchissima presenza di abituri a pianta rettangolare eleganti, nella loro campestre funzione, ingentiliti da bellissimi architravi, e i tipici trulli a doppio tronco di cono con la sommità a lammia mozza fatta in terra battuta e bolo che nei periodi piovosi si inerba abbellendosi con lo spuntare di steli e germogli di graminacee e piante spontanee fanno rivivere da millenni questi luoghi in un tripudio di colori tra foglie nastriformi e fiori. “Soleto è stato un crocevia di arterie fondamentali che mettevano in relazione le più importanti città messapiche. Recenti indagini archeologiche vanno restituendo tracce di un possente circuito murario molto più vasto dell'attuale abitato, secondo una tipologia edificatoria tipicamente messapica; d'altra parte è ben noto come il sottosuolo non sia stato avaro di iscrizioni messapiche. Queste osservazioni giustificano e danno senso a quanto scriveva il Galateo all'inizi del '500 sui relitti di mura sparsi a tratti per la campagna, prova tangibile della sua antichità e grandezza.” (prof. Mario Cazzato) “Soleto sarebbe così il crocevia delle arterie fondamentali che mettevano in relazione le più importanti città messapiche. Recenti indagini archeologiche vanno restituendo tracce di un possente circuito murario molto più vasto dell'attuale abitato, secondo una tipologia fortificatoria tipicamente messapica; da'altra parte è ben noto come il suo sottosuolo non sia stato avaro di iscrizioni messapiche. Queste osservazioni giustificano e danno senso a quanto scriveva il Galateo all'inizio dl '500 sui relitti di mura sparsi a tratti per la campagna, prova tangibile della sua antichità e grandezza. (…) Le ricerche di R. Ruta e di A. Costantini hanno tuttavia dimostrato che la colonizzazione romana interessò corposamente il territorio soletano attraverso la centuriazione che ridefinì in modo nuovo sia il paesaggio agrario che l'organizzazione insediativa e urbanistica dei centri.” Mario Cazzato “Soleto, lineamenti di storia urbanistica” in Guida di Soleto L. Manni a cura di M. Cazzato. L'area è caratterizzata nei tanti orti anche da importanti mandorleti con esemplari addirittura secolari e plurisecolari legati ad un economia storica di cui famosa era ed è la pasta di mandorla, o pasta reale, di Soleto legata a quelle produzioni tipiche dei monasteri delle benedettine e della clarisse dovuta proprio ai generosi frutti di questi patriarchi verdi e proprio la loro presenza grazie alle loro belle e alte chiome hanno abbellito il paesaggio con suggestioni pittoresche in un tripudio di colori e forme date dalle spettacolari e candide fioriture che precorrono e annunciano l'arrivo della primavera! Vi è un esemplare di eccezionale bellezza e longevità plurisecolare che domina tra le rupi tutta una vallata conosciuto come il Grande Mandorlo de' l'Ampeli.

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Le centuriazioni romane Già molti studiosi hanno evidenziato come la presenza dei romani a seguire alla civiltà messapica si mise in atto su tutto il territorio di Soleto un'opera di caratterizzazione che interessò tutto il paesaggio agrario attraverso opere di centuriazioni, a tutt'oggi presenti, che delimitavano l'agro rurale. Ancora oggi si può apprezzare la presenza di tali manufatti storici interpercorsi da suggestivi tratturi presenti nell'area. Proprio la presenza di queste centuriazioni hanno permesso il nascere di un caratteristico dedalo di orti storici che hanno da sempre abbellito questi luoghi e permesso l'approvvigionamento di prodotti dell'orto funzionali alle 5


esigenze della comunità cittadina presente nel borgo di Soleto. E' fortemente da scongiurare il ripetersi e il disastroso perpetuarsi di atteggiamenti negletti e distruttivi verso un territorio così prezioso e delicato sia per il suo patrimonio paesaggistico culturale che dell'importantissimo patrimonio ancora non a pieno conosciuto di quello scrigno che è il suo sottosuolo custode di incommensurabili testimonianze archeologiche di ogni epoca e massimamente ricco di testimonianze di antiche origini messapiche. Si riporta qui un esemplificativo stralcio di alcuni ritrovamenti descrizioni estratte dalla relazione per il Primo contributo per una Carta Archeologica di Soleto redatta dal prof. Thierry Van Compernolle, archeologo di fama internazionale e studioso da oltre 30 anni della Soleto Messapica nonché scopritore dell'eccezionale Mappa di Soleto la più antica descrizione geografica dell'occidente, ad oggi conosciuta. Ritrovamento 16 da Carta Archeologica Soleto. “È stato segnalato il rinvenimento di "almeno un vaso intero" in loc. S. Nicola poco a N. dello sbocco della Strada comunale dell'Ampeli nella Strada comunale dei Martinaci. Le vicine locc. S. Giorgio (poco ad W.) e Ampeli (poco ad E.) hanno dato, tra il 1874 e il 1879, molti manufatti di selce e di ossidiana e alcuni frr. di cer. ad impasto, riferibili a culture neo-eneolitiche e dell'età del Bronzo (v. DE GIORGI, La Provincia, cit., p. 42; IDEM, Descrizione geologica ed idrografica, cit., pp. 439-440; CARDINI, Il paleolitico, cit., p. 225).” (Primo contributo alla carta archeologica di Soleto,Thierry Van Compernolle) Mappa interattiva: https://maps.google.it/maps/ms? msid=201882510262483193254.0004e8454148769b91125&msa=0&ll=40.18866,18.21368&spn=0.009639, 0.013797 (N. B. - Nella mappa interattiva per accedere alle descrizioni didascaliche bisogna cliccare sui segnaposto colorati e sulle linee di demarcazione. Tutte le didascalie sono elencate nella lista presente alla sinistra della mappa)

(segnaposti e linee distintive sul Google Maps interattivo)

Nel corso degli anni, improvvidi lavori hanno causato la perdita di importantissime testimonianze storicoarcheologiche. Qui alcuni esempi citati nelle pubblicazioni del prof. Van Compernolle: Ritrovamento 46 da Carta Archeologica Soleto. “Nel corso di lavori edilizi e di terrazzamento in fondo Fontanella, ad E. di via Machiavelli, un muro in blocchi squadrati fu distrutto ad opera di mezzi meccanici. Furono raccolti frr. e di cerro ad impasto, tardogeometrica e subgeometrica iapigia e messapica, a vern. nera e un fr. di cer. tardoromana (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 K1; v. figg. 2, nrr. 2 e 6; 8, nr. 2).” (Primo contributo alla carta archeologica di Soleto,Thierry Van Compernolle) Mappa interattiva : https://maps.google.it/maps/ms? msid=201882510262483193254.0004e8454148769b91125&msa=0&ll=40.191647,18.207994&spn=0.00111 3,0.00166&iwloc=0004ee73d35ea7fc3c0f7 Ritrovamento 33 da Carta Archeologica Soleto. 6


“Un cospicuo numero di frr. di vasi a vero. nera di età ellenistica furono rinvenuti in occasione di lavori di terrazzamento in via Michelangelo (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 B4). Una o più tombe potrebbero essere state distrutte nel corso di questi lavori.”(Primo contributo alla carta archeologica di Soleto,Thierry Van Compernolle) Mappa interattiva: https://maps.google.it/maps/ms? msid=201882510262483193254.0004e8454148769b91125&msa=0&ll=40.192483,18.207165&spn=0.00111 3,0.00166&iwloc=0004ee73bd58208bfab02 Zona archeologica n. 2 Località Violeddra “L'insediamento in loc. Violeddra, situato a poche centinaie di m. a SW. di Soleto, occupa un ampio pianoro che domina la pianura dell'odierna Galatina. Il pianoro è circondato da un muro a secco il cui andamento curvilineo risulta piuttosto anomalo nel circostante paesaggio. Poco a S. del muro, una depressione carsica conteneva fino a pochi anni fa un nucleo di "pozzelle". Numerosi frr. di cer. ad impasto testimoniano una occupazione del sito sin dall'età del Ferro. Non si sono ancora rinvenuti, tuttavia, frr. ceramici dipinti anteriori al VI sec. a. C. Al sec. successivo risalgono due frr. di crateri a colonnette attici a figg. rosse (Lecce, Lab. Arch. Università, invv. SL 90 VL2 140 e SL 90 Z15b VL l) e un triobolo di argento di Thurioi, della fine del sec. (v. Appendice IIIl. Del corredo di una tomba di età ellenistica messa alla luce nella parte SW. del sito, furono recuperati frr. ceramici (fig. 12) e fibule di ferro (Lecce, Lab. Arch. Università, inv. SL 90 VL l). Circa quindici anni fa, sul muro di recinzione di un campo fu trovato un altare tripartite di calcare con fregio scolpito di dadi ed astragali (figg. 15-16). Di particolare interesse, anche, il rinvenimento di alcuni attrezzi di vasaio (figg. 13; 14, nrr. 7-8) e di un frammento di cippo iscritto (fig. 14, nr. 2). L'insediamento fu abbandonato con la conquista romana. Pochi frr. ceramici testimoniano frequentazioni di età medievale.” ( da PRIMO CONTRIBUTO ALLA CARTA ARCHEOLOGICA DI SOLETO (LECCE) pg. 344) Mappa interattiva: https://maps.google.it/maps/ms? msid=201882510262483193254.0004e8454148769b91125&msa=0&ll=40.180447,18.201663&spn=0.0095 9,0.013797 Tutta l'amarezza e lo scoramento dell'archeologo per una difficile e incomprensibile situazione non favorevole al suo importante impegno di ricerca e studio profuso si evince in questi estratti riportati nello scritto "Dall'insediamento Iapigio alla città Messapica: dieci anni di scavi e ricerche archeologiche a Soleto (Lecce)": “Sembra che, scaduta il 31 dicembre 1995 la convenzione di cooperazione con l'Università di Bruxelles, la nuova Amministrazione Comunale di Soleto si sia considerata affrancata da ogni dovere riguardo alla salvaguardia del proprio patrimonio archeologico: nei primi giorni di gennaio 1996, si dava il via all'edificazione di case popolari in località Bonvino, in una zona di evidente interesse archeologico, in cui, avendo conoscenza dell'auspicata destinazione dell'area, si era sollecitato a diverse riprese sin dal 1991, presso le successive Amministrazioni e presso l'Ufficio Tecnico Comunale, di poter procedere a saggi preventivi. A mia conoscenza, pochissimi furono i dati recuperati nonostante un tempestivo e deciso tentativo di intervento di Francesco D' Andria.” (…) “L'estate successiva si iniziava la prima campagna di scavi dell'Università di Montpellier con la scoperta della presenza nell'area della concessione di una centrale telefonica, ( da questo link si può vedere la cabina telefonica e i luoghi prima della costruzione di nuovi edifici in area a forte rischio archeologico, che si può vedere ruotando la visuale verso sx di Streetview https://maps.google.it/maps? q=soleto&hl=en&ll=40.190988,18.207886&spn=0.004737,0.006899&oe=utf-8&client=firefox7


a&hnear=Soleto,+Province+of+Lecce, +Apulia&t=h&z=17&layer=c&cbll=40.191003,18.20795&panoid=XBSNNOYJaa4ONEhEF2wdBg&cbp=1 2,164.23,,0,11.76 ) edificata a quanto pare senza una qualsiasi indagine preliminare e sicuramente senza che il nuovo o il vecchio concessionario di scavo fosse stato avvisato. Inoltre, per la prima volta sin dal 1991, l'Amministrazione Comunale di Soleto negava qualsiasi contributo finanziario all'attività di scavo. Riprendendo, nonostante queste gravi tensioni, le indagini in Fondo Fontanella, si riuscì a riportare alla luce il paramento interno della cinta muraria messapica in corrispondenza del tratto di paramento esterno evidenziato l'estate precedente. Pochi giorni dopo la ripresa dello scavo, l'Ingegnere Comunale mi presentò il progetto di una nuova caserma dei Carabinieri, da edificare entro pochi mesi proprio nel Fondo Fontanella, pregandomi di procedere allo scavo di tutta la particella di proprietà comunale entro la fine dell'estate. Meno idealista, il Sindaco mi chiese di dimostrare l'interesse archeologico dell'intero fondo con una trincea esplorativa. Con vivo rammarico, decisi di sacrificare una fascia del terreno destinato allo scavo orizzontale in cui emersero, come previsto, strutture di tipo viario e abitativo di età messapica e japigia. Questo intervento ebbe l'unico merito di convincere il Consiglio Comunale, nella seduta del 27 settembre, della necessità di spostare il progetto in modo da consentire l'esplorazione archeologica dell'intera particella di proprietà comunale. Questo non fu possibile nel 1997: gli archeologi erano decisamente persone non grate (ndr 'gradite') e l'attività della missione si limitò ad una sola settimana di ricognizioni topografiche lungo il margine sud-orientale del confine comunale. Altre distruzioni avvennero in particolare nell'area delle case popolari fino all'estate 1998, quando, pressoché compiuto l'ambizioso programma edilizio, non era più indispensabile allontanare gli archeologi.” (pg. 154 e sgg. – Dall'insediamento iapigio alla città messapica: dieci anni di scavi e ricerche archeologiche a Soleto di Thierry Van Compernolle) E si continua riguardo le immediate vicinanze del parco archeologico: “È molto probabile che un contesto archeologico distrutto nel corso di lavori edilizi in contrada Quattrare" abbia avuto funzione di deposito votivo. Si tratta di una profonda buca nel banco roccioso, nella quale furono raccolti circa 1450 frammenti ceramici.” (Primo contributo alla carta archeologica di Soleto,Thierry Van Compernolle). ------------------------------------------Approfondimenti: Primo contributo alla carta archeologica di Soleto – di Thierry Van Compernolle, archeologo http://issuu.com/forumambientesalute/docs/9688 Dall'insediamento Iapigio alla città messapica: dieci anni di scavi e ricerche archeologiche a Soleto - di Thierry Van Compernolle, archeologo http://issuu.com/forumambientesalute/docs/9809 Link delle mappe interattive su Google Maps: Mappa Ritrovamenti Archeologici - Soleto - Cinta messapiche e ritrovamenti arcaici riportati su carta archeologica https://maps.google.it/maps/ms?msid=201882510262483193254.0004e8454148769b91125&msa=0 Potenziale Rischio archeologico Soleto https://maps.google.it/maps/ms? msid=201882510262483193254.0004e845ea9a45ad2ba71&msa=0&ll=40.184382,18.218422&spn=0.07671 9,0.110378 Ulteriori approfondimenti: 8


Il Parco del Mago, il paradiso nella GrecÏa Salentina: un importante patrimonio del Salento da salvare. http://issuu.com/nuova_messapia/docs/il_parco_del_mago_-_allegati_fotografici_low_3/1 Approfondimenti sulla storica pasta reale a Soleto: Il segreto della preparazione dell’autentica pasta di mandorla di Clara Miccoli dal sito di studio e ricerca Fondazione Terra d'Otranto http://www.fondazioneterradotranto.it/2012/09/07/il-segreto-della-preparazione-dellautentica-pasta-dimandorla/ Qui a seguire Alcune Foto

Carta Archeologica Soleto, posizionamento ritrovamenti su mappa interattiva Googlemaps. ( La linea gialla ripercorre le antiche mura messapiche rintracciate dal prof. Van Compernolle di cui la cinta muraria esterna si estende per ben oltre i 3 km, la linea rosa mostra parte delle centuriazioni rilevate dal pri mo contributo alla carta archeologica di Soleto, le linee blu delimitano le aree di particolare interesse archeologico. Per la consultazione completa riprodotta su Googlemaps si può visualizzare tramite il seguente link: https://maps.google.it/maps/ms? msid=201882510262483193254.0004e8454148769b91125&msa=0&ll=40.186218,18.204775&spn=0.0383 59,0.055189 ) 9


Area archeologica Soleto. Scempi edilizi in cantiere!!!!

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Zone archeologiche individuate e segnalate in segnaposti di colore giallo – Posizionamenti da “Primo contributo alla carta archeologica di Soleto” (Link Googlemaps: https://maps.google.it/maps/ms? msid=201882510262483193254.0004e8454148769b91125&msa=0&ll=40.177824,18.203316&spn=0.1534 54,0.220757 )

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Sito archeologico. CriticitĂ . Link mappa interattiva: https://maps.google.it/maps/ms? msid=201882510262483193254.0004e8454148769b91125&msa=0&ll=40.190988,18.207886&spn=0.0022 25,0.003321

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LocalitĂ Ampeli-Lama a rischio. Bucoliche emozioni

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LocalitĂ Ampeli-Lama a rischio. Bucoliche emozioni

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Il Grande Mandorlo in contrada AmpÊli Approfondimenti su pasta reale a Soleto: Il segreto della preparazione dell’autentica pasta di mandorla di Clara Miccoli dal sito di studio e ricerca Fondazione Terra d'Otranto http://www.fondazioneterradotranto.it/2012/09/07/il-segreto-della-preparazione-dellautentica-pasta-dimandorla/

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Cono visuale Serra Lama – Ampeli con l'immancabile e presenza di ulivi e mandorli che si stagliano su un meraviglioso e caratteristico prato roccioso.

-------------------------Qui un interessantissimo resoconto della Storia di Soleto riportata sulla nota enciclopedia multimediale Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Soleto#cite_note-14

Storia di Soleto Storia, più che di un paese, di una comunità con una forte identità culturale che dal neolitico all'età messapica rimase intatta fino al dominio romano dopo la seconda guerra punica. Il territorio, entrato a far parte dell'ager publicus e sfruttato per iniziative private secondo modi e con impianti nuovi, quali la villa rustica di Fondo Paparusso, venne poi inserito nel reticolo catastale della centuriazione di Lupiae fino alla fondazione, in età normanna, di un casale fortificato da cui trae origine l'odierna Soleto. Unico elemento di indubbia continuità è il toponimo, la cui prima attestazione si trova sull'ostrakon detto 'Mappa di Soleto', nella forma abbreviata SOL[1].

Origini Soleto è uno dei siti neolitici più noti del Salento per il ritrovamento di manufatti e un deposito di asce in bronzo (usate per funzioni religiose o come merce di scambio) esposte nel Museo Archeologico Nazionale di Taranto. Le prime tracce di presenza dell'uomo risalgono al paleolitico superiore; infatti, agli inizi del ‘900, lo storico Cosimo De Giorgi, rinvenì un sito con manufatti litici di questo periodo. Il centro abitato vero e proprio risale, però, al periodo Messapico. Grande città con una cinta muraria di 3.300 metri di perimetro, Soleto, situata esattamente nel mezzo del Salento, su un altopiano di circa 90 metri sul livello del mare. 16


Alcune campagne di scavi condotte negli ultimi decenni nelle vicinanze dell'attuale Convento dei Francescani hanno portato alla luce l'antica cinta muraria di età messapica visibile ancora nel Cinquecento e citata dall'erudito Galateo nel De situ Japigiae: "Amplam fuisse hanc urbem vestigia murorum aliquibus in locis ostendunt" (I ruderi delle mura in alcuni tratti mostrano quanto fosse grande questa città) . Molto prima di lui Plinio il Vecchio, nel libro III della "Naturalis Historia", narra di aver trovato, durante il suo viaggio nel Salento nel I secolo d.C., "Soletum desertum".

Dalla capanna alla casa messapica Soleto ,in epoca messapica, fu un ragguardevole nodo viario che metteva in comunicazione i più importanti centri messapici. La strada che da Rudiae portava a Basta (oggi Vaste) e Vereto (oggi scomparsa ed al suo posto Patù) qui incrociava una "via trasversale" che collegava il porto di Thuria Sallentina (oggi Roca Vecchia) sull'Adriatico con il porto Nauna sullo Ionio (l'attuale Santa Maria al Bagno). Le prime abitazioni, di cui sono state messe alla luce le fondamenta nelle campagne di scavo dal 1998 ad oggi, risalgono alla fine dell'VIII sec.a.C. e sono costituite da capanne a forma ovoidale ( 12 x 9,75 metri) sorrette da pali lignei (di cui si sono rinvenute le buche di alloggiamento) e focolare interno addossato ad una parete costituita da mattoni crudi foderati da due muretti in pietra in località Fontanelle.[2]

(Tracciato viario nel Salento messapico http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/b/be/Strade.gif/180px-Strade.gif )

Nel V sec.a.C. le abitazioni sono con più vani, alcuni dedicati all'attività produttiva e con copertura leggera, altri per abitazione con copertura in legno e tegole ed allineati ad un asse stradale. Nel cortile interno è quasi sempre presente una sepoltura di famiglia con cassa in pietra leccese. Il pavimento è costituito da battuto di tufina ed il terreno circostante è terrazzato con muretti in pietra e sabbia di drenaggio. La soglia d'ingresso è costituita da un blocco di pietra leccese con il foro di inserimento del perno ligneo della porta. A differenza della capanna appoggiata sulla roccia affiorante, la casa poggia su un muro di fondamenta costituito da 17


blocchi squadrati di carparo.

Mura e porta urbica settentrionale La base delle vecchie mura risalenti all'VIII-VII secolo a.C. è costituita da un doppio filare di blocchi squadrati di carparo delle dimensioni di m 1,60 x 0,70, quelli esterni disposti di traverso e quelli interni per lungo. Tra le due fila vi è un possente muro a secco dello spessore di circa 3 metri per un totale di oltre 6 metri. Con la siccità dell'anno 2000 una larga spaccatura nel terreno ha fatto intravedere una seconda cinta muraria verso settentrione tra le località "Mega" e Via delle Miniere risalente al IV-III secolo a.C.. Infine nel 2011 nel fondo Paparusso il rinvenimento di un varco nella seconda cinta muraria corrispondente alla porta nord e di una strada interna parallela alle mura stesse.

(Tracciato ipotizzato per la doppia cinta di mura messapiche di Soleto http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/b/b8/Soleto-oldmap.jpg/250px-Soleto-oldmap.jpg )

La mappa di Soleto La cosiddetta mappa di Soleto è un frammento di vaso a sfondo nero con incisa la mappa del salento messapico. L'oggetto è stato scoperto all'interno di un grande edificio messapico il 21 agosto 2003 a Soleto dall'Archeologo belga Thierry Van Compernolle, e testimonia le relazioni esistenti tra gli Iapigi, i Messapi ed i Greci nel V secolo a.C., non sempre approfondite dalla predominante tradizione letteraria greco-romana.

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(Mappa di Soleto V sec. a.C. http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/thumb/d/d9/Mappa_Soleto.jpg/250px-Mappa_Soleto.jpg )

Periodo normanno-svevo: Contea di Soleto La storia più conosciuta di Soleto è, tuttavia, quella medioevale e coincide con la storia della Contea di Soleto con Raimondello Orsini del Balzo, che comprendeva i comuni attuali di Galatina, Zollino, Aradeo, Cutrofiano, Sternatia, Collepasso, Castrignano dei Greci e Sogliano. La Contea di Soleto, assieme a quelle di Nardò e Lecce, nasce nel 1055 con la conquista normanna della Puglia da parte di Roberto il Guiscardo della famiglia Altavilla(duca di Puglia dal 1057) e la creazione del principato di Taranto con il figlio Boemondo I nel 1088. Il Catalogus Baronum (2) del 1168 circa aveva censito nel distretto feudale di Soleto, cinque corpi feudali di collazione regia. Con l'arrivo degli Svevi, Federico II nomina il figlio Manfredi principe di Taranto a cui succederà Filippo I d'Angiò nel 1266 dopo la battaglia di Benevento. I primi conti di Soleto di cui conosciamo il nome sono d'età sveva. Ed anzitutto Glicerio de Persona, figlio del famoso Gervasio (giustiziere di Capitanata nel 1250) partigiano, come il padre, di Manfredi e di Corradino, e catturato alla resa di Gallipoli, l'8 maggio 1269, con tutti i ghibellini della provincia (1). Ebbe, forse, salva la vita; ma i feudi li aveva già persi il 28 gennaio del 1269, quando la città di Mottola da cui la famiglia era originaria, le terre di Ceglie, di Soleto ed il casale di San Pietro in Galatina, tutti suoi, furono concesse ad Anselin de Toucy. (3) Ezzelino de Tuzziaco ebbe per primo, tra il 1271 e il 1272 il titolo di Comes Soleti.

Periodo angioino:Famiglia Orsini Del Balzo Nel 1277 passò al fratello Philippe finché nel 1299 morto l'ultimo erede della famiglia Filippotto De Tuzziaco senza figli, Carlo I d'Angiò cedette la Contea di Soleto ad Ugo del Balzo(Hugues de Baux in Provenza), venuto al suo seguito dalla Francia. Alla morte di Ugo, avvenuta nel 1319, gli succedette il primogenito Raimondo (1303-1375), che la cinse di mura e acquistò i casali di Cutrofiano (che includeva il territorio dell'odierna Collepasso) e di Castrignano de' Greci. Successivamente Nicola Orsini(1331-1399), conte di 19


Nola, la ereditò dallo zio Raimondo del Balzo (fratello della madre Sveva del Balzo) nel 1375 con la promessa di lasciarla a Raimondello e di unire i cognomi delle due famiglie Orsini-Del Balzo. Raimondo Orsini Del Balzo, conosciuto anche come Raimondello, (1361 – 17 gennaio 1406) era il secondogenito di Nicola Orsini. Fu Conte di Soleto (1382), Duca di Benevento (1385-1401), Principe di Taranto (1393-1406), Conte di Lecce (1401-1406), Duca di Bari, Gran Connestabile del Regno di Napoli, Gonfaloniere della Sacra Romana Chiesa. Sposò Maria d'Enghien, (1367-9 maggio 1446), contessa di Lecce, che dopo la morte del marito continuò ad interessarsi concretamente di Soleto,sotto gli aspetti architettonici ed artistici, urbanistici, sociali ed amministrativi. Dopo la morte di Raimondello, Maria completò l'ultimo ordine della Guglia, collaborò per molteplici opere d'arte come la cappella di S. Leonardo e la cappella di S. Lucia (oggi inesistenti) e commissionò diversi affreschi della chiesetta di S. Stefano. Il Principato di Taranto includeva metà del Regno di Napoli ed il Principe Raimondello vi governò quasi indipendentemente dal Re, diventando il signore più ricco del regno e vantandosi di poter andare da Lecce a Napoli "passando sempre sopra le sue terre". Verso la fine del XIV secolo fondò Salice Salentino, e ordinò la costruzione della chiesa di Santa Caterina d'Alessandria a Galatina, un capolavoro di arte francescana. Egli stesso vi è ritratto all'interno insieme con suo figlio Giovanni Antonio ed i due monumenti funebri sono ben visibili nell'abside.

Dal XIV al XV secolo Allo stesso periodo (fine XIV secolo) risalgono i cicli pittorici nella bellissima Chiesetta greco-bizantina di Santo Stefano dove a uno stile giottesco si sovrappone quello delle maestranze presenti a Galatina. Secondo Ch.Diehl (L'art byzantin dans l'Italie meriodionale, Paris 1891) la chiesetta (metri 6,61x3,90) fu edificata nel 1347 (in greco anno 6885 dalla creazione del mondo). Un'altra opera importante da lui voluta e commissionata è la omonima Guglia di Raimondello a Soleto costruita nel 1397. Per ogni soletano lu campanaru è l'elemento più rappresentativo della sua identità storica.

(La Guglia di Raimondello Orsini assieme alla chiesetta di Santo Stefano sono segnalati quali monumenti di interesse nazionale) La Contea di Soleto ed il Principato di Taranto vennero assorbiti dal regno di Napoli dopo la congiura dei Baroni contro il re e la morte in Altamura nel 1463 del figlio di Raimondello e Maria d'Enghien, Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, ultimo principe di Taranto. Delle mura medioevali e delle quattro porte (S.Antonio a nord, S.Vito a est, S.Lorenzo a sud, S.Gaetano a ovest) è visibile oggi solo la porta di S.Vito sormontata da una statua. Lo spessore del muro attuale ci fa ben 20


immaginare come dovevano essere quelle che cingevano il paese probabilmente già nel 1269, anche se ufficialmente si fa risalire la loro costruzione attorno al 1334. “Le mure prime che si fecero in Santo Pietro, furono fatte nel 1334 et nel medesimo anno si murò Galatòna, Solìto, et Sternatìa”.[3]. Una veduta della porta ovest (verso Galatina) è nei dipinti settecenteschi del Des Prez. Il castello, oggi sostituito da una civile abitazione, era situato sul lato sud e fu restaurato per l'ultima volta, come testimonia Cosimo De Giorgi nel 1880, alla fine dell'800. Fu edificato intorno al 1400 per volere di Raimondello Orsini Del Balzo. Nel 1940 versava in pessime condizioni, e nel 1948 venne demolito. Dell'antico castello di Soleto, oggi rimane solo il grande giardino. Saccheggiato dai Turchi nel 1480 dopo la presa d'Otranto, Soleto conserva ancora nel suo centro storico (in greco αγορά - pronuncia in griko la Corà) una ricca collezione di case gentilizie quattro-cinquecentesche, dalla sobria eleganza rinascimentale, accanto a portali e palazzi barocchi.

(Mura nel settecento lato ovest – Des Prez)

Periodo aragonese Tra il 1459 e il 1463, Galatina aveva circa 2.900 abitanti contro i circa 1.100 di Soleto e da questo momento in poi continuò ad espandersi culturalmente ed economicamente fin quando nel 1484 venne scorporata dalla contea di Soleto e dagli Aragonesi elevata a ducato. Nello stesso anno anche Cutrofiano fu ceduta alla famiglia Del Croce-Capece. Nel 1479 viene sottomessa a Lodovico di Campofregoso il cui stemma del castello con tre torri compare sul portale di palazzo Gervasi con le iniziali L.C. La famiglia Castriota Scanderbeg, alla morte di Giorgio[4], ottenne dalla corona aragonese il ducato di San Pietro in Galatina e la contea di Soleto nel 1485. Giovanni, figlio di Scanderbeg, e suo figlio Ferrante furono il primo e secondo duca di Galatina. L'unica figlia legittima del Duca Ferrante, Irene, nata da Andreana Acquaviva d'Aragona dei Duchi di Nardò, portò il ducato di Galatina e la contea di Soleto nella famiglia Sanseverino dopo il suo matrimonio con il principe Pietro Antonio Sanseverino (1539) appartenente ad una nobile famiglia napoletana. A questo periodo risalgono le attuali porte e mura di Galatina. Una rappresentazione pittorica dei Sanseverino, conti di Soleto, si trova nel quadro della Madonna del Rosario presso la Chiesa Matrice dove, probabili committenti dell'opera a Lavinio Zappa nel 1580 dopo la vittoria di Lepanto sui Turchi, sono ben visibili in basso a destra. 21


Dal XVII al XVIII secolo Alla famiglia Sanseverino residente in Calabria (principi di Bisignano,Morano e Corigliano Calabro - CS) seguì Giovan Vincenzo Carafa a cui Niccolò Bernardino, figlio di Pietro Antonio Sanseverino carico di debiti, nel 1590 fu costretto a vendere buona parte del patrimonio. Ai Carafa seguì nel 1613 Brayda Ettore, marchese di Lavello. conte di Alessano e Neviano dal 1571 , nominato da re Filippo IV marchese di Soleto nel 1613 a cui, nel 1615, subentrò il genovese Giovan Battista Spinola. Nel 1669 il duca Spinola è tassato per 829 famiglie di Santo Pietro in Galatina e 396 di Solito[5].Nel 1741 Maria Teresa Spinola sposa il milanese Giovanni Battista Gallarati Scotti ed il loro figlio Carlo è ultimo feudatario di Soleto e nel catasto murattiano del 1816 risulta qui proprietario del castello con 9 stanze e un trappeto. Nel 1601-1609 fu costruita la Chiesa della Madonna delle Grazie (Santuario dal 1953) con annesso convento dei Francescani. Vi si conserva un grazioso affresco quattrocentesco che riproduce la Madonna con in braccio il bimbo Gesù. Secondo una "Cronaca" di padre Bonaventura da Lama nel 1568 il viso della Madre fu sfregiato da colpi d'ascia inferti da un tal Lisandri. Dall'affresco colpito sgorgò del sangue. La "leggenda" nasconde il fatto storico che dopo il Concilio di Trento (1564) a Soleto nel 1598 fu smesso il rito greco con l'ultimo arciprete Arcudi e nel 1602 furono chiamati i Frati Minori per promuovere il rito latino non senza sofferenze per le minoranze religiose. Nel 1688 venne completata l'attuale Chiesa di S.Nicola con annesso Monastero delle Clarisse al posto di una precedente di stile greco-bizantino che, governata da abati, era orientata da est a ovest e nel 1637 era completamente diroccata. La chiesa è attribuibile al coriglianese Francesco Manuli e presenta un notevole prospetto con un portale riccamente intagliato. L’interno è costituito da una sola navata arricchita da tele con storie della vita del santo. Il monastero fu fondato nel 1683 per espresso desiderio testamentario e con i beni del chierico e medico Donatantonio Bifali di Melpignano, sposato con la soletana Raimonda Coletta. Nel 1689 venne aperto grazie al trasferimento di due clarisse provenienti dal monastero di Nardò. Il monastero subì la soppressione napoleonica dal 1810 al 1829. La badessa Geltrude Monosi(1827.1908),acquistò con proprio denaro il monastero per salvarlo dalla soppressione e vi istituì un educandato dedicandovisi per circa trent'anni. Situato nel centro storico, è formato dal primo piano e dal pian terreno ed ha forma rettangolare con chiostro centrale in cui il pozzo seicentesco, in pietra leccese, domina sul verde delle aiuole.Con decreto del Ministro dell’interno in data 25 novembre 2013, è stato approvato il trasferimento della sede del Monastero S. Nicolò da Soleto (Lecce) ad Otranto (Lecce). Attualmente la Chiesa è chiusa. A pochi passi la Chiesetta detta delle Anime con facciata anch'essa di stile seicentesco. La facciata e il sontuoso portale, databile agli anni '70 del sec. XVII, sono da attribuire all'architetto Ambrogio Martinelli e al mecenatismo dell'arcivescovo di Otranto Adarzo de Santander. La chiesa a navata unica absidata, coperta da una psedo cupola - fatto questo abbastanza raro nel Salento - e la presenza dell'abside aggettante all'esterno e orientata verso est, farebbe pensare a una datazione medievale dell'impianto più antico. Nel 1783 venne iniziata la costruzione dell'odierna matrice Chiesa di Maria Santissima Assunta, parrocchiale soletana al posto della vecchia chiesa medioevale che minacciava in parte di crollare dopo il terremoto del 1743. Di quella antica chiesa sopravvive una stilizzata incisione del 1604 sul grande leggio del coro ed era orientata a tramontana, con asse inverso a quello attuale. Come si legge sulla facciata settentrionale del campanile nuovo "Adrianus Preite a Cupert fecit" il costruttore fu l'architetto Adriano Preite da Copertino.

Palazzi - Famiglie - Stemmi Tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento vennero edificati nel centro storico i palazzi delle famiglie più importanti. Alcuni furono poi modificati o ingranditi nei secoli successivi ma dagli stemmi scolpiti in pietra leccese possiamo dedurre il nome della famiglia che ne fu proprietaria e così in ordine alfabetico troviamo: Arcudi - stemma: Orso rampante a sinistra con cinque stelle .Visibile su un documento del 1639 di Francesco Arcudi (1596-1641) ,vescovo di Nusco (AV), ma anche sul leggio del coro nella chiesa parrocchiale di Soleto del 1624. Famiglia di sacertodi bizantini originaria di Corfù tra cui il più noto Antonio Arcudi Corcyrensi Archipresbyter Soletanus (1554-1612). Altro ramo della famiglia a Galatina con Silvio Arcudi (1576-1646) e Alessandro Tommaso Arcudi (1655-1718). 22


Attanasi - stemma: Tripartito con scaccato,onde e tre fortezze come i tre fratelli Attanasi ,uomini d'arme, il più famoso: Niceta Attanasi. Un sacerdote Roberto Attanasi ed un chierico Antonio Attanasi sono i primi di cui si ha documentazione nella visita del vescovo De Morra del 1607. Nel catasto murattiano del 1816 troviamo il canonico don Luigi Attanasi ed il notaio Giuseppe. Altri due notai Attanasi Paolino (1729-1786) e Lazzaro(1800-1842) risultano attivi rispettivamente a Soleto e Cutrofiano. Blanco - stemma: Due delfini legati alla coda. Calò - stemma: Serpente avvinghiato ad albero. Visibile in un palazzo di via Arcudi. Famiglia di origine greco-albanese arrivata al seguito dei Castriota-Scanderbeg duchi di Galatina e Soleto nel 1485. Altri palazzi della famiglia a Cutrofiano, Gallipoli e Corigliano d'Otranto. Carrozzini - stemma: Ruota (abbinata con carrozza con sopra stemmi di famiglie imparentate come i Sergio). Altri rami della famiglia a Galatina, Lecce, Caprarica, Supersano, Carpignano Salentino. Un sacerdote Giacomo Carrozzini ed un chierico Porfirio Carrozzini sono i primi di cui si ha documentazione nella visita del vescovo De Morra del 1607[10]. Da questa famiglia di sacerdoti bizantini con capostipite Francesco, l'abate della vecchia chiesa di S.Nicola, derivarono diversi rami tra cui quello di  Diego Carrozzini (1670-1739) medico e figlio del chierico Vito sposato Manca;[11]  e di frate Serafino (1705-1767) figlio di Nicolò e Teresa Manni.[12]  Nipote di Diego fu Francesco Carrozzini (1750-1837) medico il cui nipote Vitoronzo (1786-1866) giudice municipale sposò Silvia Sergio e fu padre di Carlo.  Dopo il matrimonio Carrozzini-Sergio lo stemma di famiglia divenne la carrozza sormontata dal leone rampante a sinistra. Da Carrozzini Carlo (1809-1859) e Felicita Gentile nacquero Carmela (moglie del duca Ghezzi di Carpignano e madre del beato Michele Ghezzi), i missionari gesuiti Vito e Vincenzo, Maria Grazia (1853-1903) fondatrice dell'Ospedale, i professori Alfonso e Diego e l'onorevole Antonio consigliere provinciale e deputato nel 1896.[13] Nuzzaci Orsini - stemma: Orso rampante a destra. Vedi scudo sull'entrata del palazzo omonimo. Ferrante Ursinus (Orsini) è padrino al battesimo di Diego Carrozzini nel 1670 . Nel catasto murattiano del 1816 troviamo il possidente Oronzio Orsini con palazzo a 9 camere. Sindaco di Soleto Paolo Orsini nel 1905. Rizzo - stemma: Riccio. Numerosi ecclesiastici nella famiglia Rizzo: 1476 Battista Rizzo figlio del prete Antonio. Nella visita vescovile del 1538 nella parrocchiale di Soleto gli altari della S.Croce,S.Candelora e Spirito Santo risultano di patronato dei Rizzo. Nella visita del 1607 ci sono il sacerdote Stefano Rizzo ed il chierico Marco Antonio. Un testamento del 1654 è relativo al lascito alla parrocchiale del sacerdote Crisostomo Rizzo. Il notaio Rizzo Giuseppe Antonio risulta attivo dal 1705 al 1740. Salomi - stemma: Leone rampante a sinistra e colomba a destra. Vedi altare Santa Veneranda della famiglia Salomi nella chiesa parrocchiale. Ramo dei Salomi a Carpignano Salentino (Liborio Salomi). Sergio - stemma: Blasonato dal Montefusco <<All’albero sradicato fondato sulla pianura,sinistrato da un leone rampante>>. Rami della famiglia anche a Martano e Gallipoli. Le iniziali S.C. impresse sullo scudo palesano che appartenesse all’ordine Senatorio. In Roma esisteva la Casa Sergia. Altare e sepolture di famiglia nella chiesa parrocchiale soletana (Altare Madonna dei Chiodi con tela di S.Sergio). Nel 1648 eretto altare a S.Antonio e nel 1755 la famiglia Sergio eredita il patrocinio dell'altare di S.francesco da Paola eretto nel 1706 da Domenico Pace. Giovanni Pietro Sergio arciprete nel 1710 alle nozze Carrozzini-Calò. Pietro Sergio sindaco di Soleto nel 1860. Tafuri - stemma: Albero di quercia con due fulmini che si scagliano contro ma non lo colpiscono. Un'aquila bicipite scolpita sopra fa pensare ad un'origine albanese della famiglia già presente a Soleto nel XIV sec. Lo stemma è visibile sulla casa natale di Matteo Tafuri(1492-1582). Il medico Onofrio Tafuri è padrino al battesimo di Diego Carrozzini nel 1670 ed un altro Agostino Tafuri è testimone alle sue nozze del 1710. Rami della famiglia a Nardò e Gallipoli. 23


Viva - stemma: Fenice .Visibile su angolo del cosiddetto palazzo della zecca, dimora nella seconda metà del '500 degli ultimi protopapi di rito greco. La famiglia, trasferitasi successivamente a Galatina, riporta lo stemma di famiglia nei palazzi in corso Garibaldi e di in via Robertini con la sola aggiunta in alto a sinistra del sole per ricordare le origini soletane.

Toponomastica Cupòne dal latino Caupona osteria. Noto come Largo Osanna era un crocivio stradale appena fuori dalle mura medioevali di Soleto. Qui incrociavano le strade per Galugnano-Lecce, Sternatia, Zollino, Corigliano d'Otranto. Ora luogo di ritrovo e passeggio attrezzato con giardini pubblici, fontana, giochi. Llèvitu in dialetto il territorio a Nord di Soleto coltivato ad uliveto. È una pianura carsica caratterizzata non soltanto dalle suggestioni dei mille e mille ulivi contorti, monumentali, che assumono le sembianze più varie, ma anche da un mosaico di pascoli rocciosi, seminativi, puntellati da numerose masserie e costeggiati da muretti a secco che rimandano indietro nel tempo.[14] Laccu Capraru ossia Lago del Capraro .Depressione carsica scavata nei millenni dalle acque piovane, che tornano a riempirla temporaneamente talvolta anche per più mesi nelle stagioni di maggiore piovosità. Sul fondo del laghetto sono state rinvenute alcune monete di età romana. Segna il confine tra i due comuni, Soleto e Sternatia. Dello stagno è rimasto solo il toponimo, ma durante i mesi invernali il terreno è comunque fangoso, tanto da consentire una folta presenza di piante acquatiche come il Quadrifoglio peloso, la Menta poleggio, la Verbena minore e la Calcatreppola di Barrelier. Laccu Feretru ossia Lago morto. È situato a nord di Soleto, vicino al precedente, a ridosso di una stradina rurale, di fronte a una cava. Si tratta di uno stagno temporaneo di basso fondo raggiunge, infatti, i 25 cm di profondità e ha un'estensione di 1738 mq.[15] Puzzièddhri in dialetto piccoli pozzi. Sono costruiti come i trulli in pietra ma al di sotto del livello stradale. Le ingegnose costruzioni, considerate arcaici serbatoi idrici, sorgevano nei pressi delle depressioni del terreno, dove confluivano naturalmente le acque piovane. Chiàni ovvero località Piani tra Soleto e Sogliano. Così detta perché in pianura cioè ad un livello più basso rispetto a Soleto. Località di villeggiatura per i Galatinesi nonostante la vicinanza del cementificio Colacem. Matàddhru.Località Metallo era una località di villeggiatura dell'Ottocento per Soletani e Galatinesi benestanti che lì avevano vigneti e ville di campagna a circa 3 Km da Cutrofiano in direzione Collepasso. Puzzi te lu Scopianà. Località Scopianà (dal greco σκοπιὰ = posto di vedetta) è a est di Soleto sulla via per Martano dove un avvallamento naturale, dopo il Cimitero, funge da inghiottitoio per le acque piovane che si raccolgono appunto nei suddetti pozzi. Data la scarsità d'acqua, soprattutto in periodo estivo, era necessario calare, nei secoli passati, (prima della messa in funzione di pompe elettromeccaniche) nel pozzo un ragazzo che attingeva a mano il secchio in una profonda caverna sotterranea non raggiungibile direttamente dall'apertura verticale. Questa zona ricca di acqua era così contesa che di notte i proprietari vicini spostavano i muri di cinta per avere accesso ai pozzi [16].

Masserie Funzionali alla gestione del latifondo, le masserie erano allo stesso tempo luogo di produzione, di lavoro e d'immagazzinamento. Costruite come vere e proprie cittadelle autarchiche, con possibilità difensive, laddove vediamo ancor oggi torrette d'avvistamento e possenti mura di cinta. Si trovavano isolate come piccoli villaggi autonomi ed avevano origini e funzioni differenti, come quelle dell'allevamento e dell'agricoltura. Eredi, strutturalmente ed economicamente parlando, della villa romana del basso impero, con una società e una produzione a circolo chiuso, diventeranno poi un intelligente utilizzo del territorio, che finirà per determinare forme abitative, economiche ed anche culturali della vicina città. Quelle di Soleto censite nel catasto murattiano (1816) sono ben 37 tra cui :[17] a ovest  masseria Colaviva (8 camere e mulino) zona industriale Galatina-Lecce 24


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Scalelle (3 camere e cappella) a ovest in direzione Galatina Murrone (2 camere) Domenicani (2 camere e mulino) Morì (3 camere)

a est  La Torre (2 camere) in direzione di Sogliano dove avvenivano le riunioni dei "carbonari" dopo il 1815 (anno del ritorno dei Borboni a Napoli).  Matelica (2 camere)  Spalungano (2 camere)  Cultura (4 camere e cappella) a nord  Pompilio (2 camere) a nord nel bosco dell'Uliveto a sud       

masseria Angelini contrada Fischione (4 camerette) Campanaro (2 camere) Nenu (1 camera) Piccinna (1 camera) Berrine (5 camere) a sud-ovest in direzione Galatina Murica (1 camera) in direzione di Sogliano Cavour Stomei (mulino).

Note 1. ^ Thierry Van Compernolle, Topografia e insediamenti nella Messapia interna Edizioni ETS Pisa 2012 pag 114 2. ^ Thierry Van Compernolle, Topografia e insediamenti nella Messapia interna Edizioni ETS Pisa 2012 pagg.17-39 3. ^ F. Giovannini Vacca, “Un'inedita cronaca galatinese del '500” 4. ^ Edward Gibbon, 1788, History of the Decline and Fall of the Roman Empire, Volume 6, Scanderbeg section 5. ^ Regia Camera della Summaria - Napoli 1669 6. ^ vedi Catasto murattiano di Soleto a cura del prof.Angelo Cagnazzo 7. ^ Bollettino Ufficiale Regione Puglia dell'8/2/2010 con determinazione del 15/1/2010 8. ^ http://www.cadutigrandeguerra.it/Albo_Oro 9. ^ http://www.difesa.it/Ministro/Commissariato_Generale_per_le_Onoranze_ai_Caduti_in_Guerra/Pagi ne/Ricerca_sepolture.aspx 10. ^ Archivio arcivescovile di Otranto - visita De Morra 11 novembre 1607 ed Archivio Parrocchiale di Soleto - elenco sacerdoti defunti 21/4/1617 11. ^ http://www.culturaservizi.it/vrd/files/003_Un%20parente%20e%20condiscepolo %20soletano%20di%20Giorgio%20Baglivi%20il%20medico%20Diego%20Carrozzini.pdf 12. ^ http://emeroteca.provincia.brindisi.it/Archivio%20Storico %20Pugliese/1988/Articoli/FrateSerafino.pdf 13. ^ Stemma Carrozzini e famiglie imparentate - Pagina 2 14. ^ Patriarca verde di Soleto 2 | Flickr - Photo Sharing! 15. ^ Laccu Fèretru - in piena | Flickr - Photo Sharing! 16. ^ [1] 17. ^ http://digilander.libero.it/angelo990/catasto_murattiano.pdf catasto murattiano Soleto 1816 25


Bibliografia (1) Cedula taxationis Justitiaratus Terrae Ydronti 1276, ed. Filomatica Napoli 1926.  (2) Catalogus Baronum Istituto Storico per il Medioevo (a cura di E. Cuozzo), Roma 1984 pag. 54.  (3) Registri della Cancelleria Angioina, Napoli 1963 vol. XIV pag. 230: «Mentio Narzonis de Tucziaco mil.consanguinei et fam. f. Philippi, regni amirati, qui succedit in Motula, Cilia, Soleto, Sancto Petro in Galatina, que bona fuerunt Eligesii de Matino, proditoris nostri...».  Bacca D., Donne del Sud, Lecce 2008.  De Giorgi Cosimo La Provincia di Lecce – Bozzetti di viaggio. Editore Giuseppe Spacciante, Lecce, 1882, (ristampato da Congedo Editore, Galatina, 1975)  Montinari M., Soleto-Una città della Grecìa Salentina, Schena editore, Fasano 1993.  Petrucci A., Cattedrali di Puglia, Roma 1960.  Rossetti Pantaleo (a cura di) Maria SS.ma Assunta Soleto Editrice Salentina Galatina 2011  Thierry Van Compernolle, Topografia e insediamenti nella Messapia interna Edizioni ETS Pisa 2012 ISBN 978-884673022-0  Zacchino V. Berger M., Paesi e figure del vecchio Salento vol. II, Congedo editore Galatina 1980.  Zacchino Vittorio, Lecce e Terra d'Otranto - De situ Iapigiae ISBN 88-88156-25-9 Edipan - Grafiche Panico Galatina (Lecce) 2004. ( Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Soleto#cite_note-14 )

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