Report Repol Lecce 2020 Comunicato stampa

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DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE Viale Don Minzoni, 8 (4° Piano) – tel. 0832-215193 – Fax 0832-215389 73100 - Lecce e-mail: dipprev@ausl.le.it

Comunicato Stampa Presentazione Report Ambiente e Salute in provincia di LECCE Auditorium Museo “S. Castromediano” - Viale Gallipoli – Lecce Mercoledì 26 febbraio ore 09:00 Si svolge domani mercoledì 26 febbraio alle ore 9:00 presso l'Auditorium del Museo "S.Castromediano" a Lecce la presentazione del secondo Report Ambiente e Salute in provincia di Lecce, che sarà introdotto dal Direttore Generale Asl Lecce Dr Rodolfo Rollo, dal Direttore Dipartimento di Prevenzione Dr Giovanni De Filippis e dal Direttore Generale ARPA Avv Vito Bruno, alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni: gli Assessori Regionali Salvatore Ruggeri, Gaetano Stea e Loredana Capone, il Presidente della Provincia di Lecce Stefano Minerva e i sindaci salentini, tra cui Carlo Salvemini (sindaco del capoluogo) oltre al referente provinciale ANCI Puglia Gianni Stefano (Sindaco di Casarano). Presenti all’incontro anche il Magnifico Rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice, il Presidente dell’Ordine dei Medici Donato De Giorgi e la Procuratrice Elsa Valeria Mignone. Previsto l’intervento del Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Alla parte scientifica seguirà un confronto con le amministrazioni comunali grazie ad interventi programmati dei sindaci di Maglie, Ugento, Martano, Melpignano, Melendugno, Corigliano d’Otranto e Taurisano, con successivi interventi liberi dei sindaci e consiglieri comunali presenti in sala. Una sezione speciale, infine, dedicata a Luigi Russo, per anni presidente del Csv Salento, vedrà il coinvolgimento della cittadinanza attiva. L’evento cade in un momento in cui il Sistema Sanitario Nazionale – che vede in prima linea i Dipartimento i Dipartimenti di Prevenzione – sono messi a dura prova da un’epidemia in parte virale e in parte comunicativa. In tal senso, nonostante la forzata assenza delle scolaresche che sarebbero intervenute a corollario dell’attività di formazione svolta dal Dipartimenti di Prevenzione sulle problematiche Ambiente-Salute, si è deciso insieme ad ARPA Puglia di confermare l’evento anche per sottolineare che le normali misure igienicosanitarie da adottare in questo frangente non possono sfociare in comportamenti isterici che danneggiano certamente la comunità a fronte di un ipotetico pericolo per la salute ascrivibile al coronavirus. A quattro anni di distanza dalla realizzazione del primo rapporto, la Repol (Rete per la Prevenzione Oncologica Leccese) presenta il secondo Report che riunisce tutti i dati sanitari e ambientali in possesso dei vari enti pubblici e di ricerca. Una raccolta puntuale di tutti i determinanti che influiscono sulle condizioni di salute della popolazione salentina. Un lavoro che, nato su iniziativa del Dipartimento di Prevenzione della Asl Lecce, in sinergia con il Registro Tumori ASL Lecce ed in stretta collaborazione con ARPA Puglia e tutti gli altri enti che fanno parte della Rete per la Prevenzione Oncologica, costituisce la premessa indispensabile per individuare utili approfondimenti e dare inizio a eventuali azioni di prevenzione che coinvolgano le varie matrici ambientali. La presentazione dell’aggiornamento del Report Ambiente Salute testimonia gli sforzi messi in campo dalla ASL Lecce per una lettura sanitaria dei dati ambientali, che non possono essere valutati unicamente sulla base della loro rispondenza ai limiti stabiliti dalla legge, dovendosi prendere in considerazione sia le evidenze circa gli effetti sulla salute umana, condivise dalla comunità scientifica internazionale, come le Linee Guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sia le criticità di salute evidenti in determinati territori oggetto dei monitoraggi ambientali”. Il Report segnala la maggior incidenza di tumori polmonari maschili e tumori della vescica in entrambi i sessi, nonché l’aumentata mortalità per patologie respiratorie, come risulta dai dati del Registro Tumori ASL Lecce (aggiornati al 2012 per l’incidenza di neoplasie e al 2016 per la mortalità per tutte le cause), con particolare riferimento ancora ai Comuni dell’area del Salento centro-adriatico per il tumore polmonare maschile (già precedentemente identificati come area cluster per patologie neoplastiche polmonari dall’Istituto Superiore di Sanità sulla base di dati riferiti al periodo 2003-2007). Sulla base dei dati del Registro Tumori aggiornati al 2012, si conferma inoltre un eccesso di tumori polmonari anche nelle donne limitatamente alla città di Lecce (cluster di incidenza per neoplasie polmonari femminili già identificato nella suddetta analisi dell’Istituto Superiore di Sanità su dati 2003-2007), oltre che un eccesso di malattie dell’apparato respiratorio nel sesso femminile distribuito in tutto il territorio provinciale. SEDE LEGALE E DIREZIONE GENERALE via Miglietta, 5 - 73100 Lecce - C.F e P.IVA 04008300750 - www.asl.lecce.it


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I risultato dello Studio PROTOS confermano la persistenza di un’area cluster per tumori polmonari maschili nel Salento centro-adriatico corrispondente ai Comuni di: Galatina, Galatone, Maglie, Soleto, Sternatia, Zollino, Corigliano d’Otranto, Cutrofiano, Soleto, Cursi, Neviano, Collepasso, Seclì, Melpignano, Castrignano dei Greci, Sogliano Cavour. Dalle analisi si evidenzia che solo il 2% dei soggetti di sesso maschile malati di tumore polmonare arruolati nello studio erano non fumatori (8 su 351) e la percentuale sia di fumatori che ex fumatori è significativamente più elevata tra i casi (così come il numero medio di pacchetti/anno di sigarette fumate); il rischio di tumore aumenta del 3 % all’aumento unitario dei pacchetti anno di sigaretta. gli uomini con tumore polmonare presentavano anche livelli di istruzione significativamente più bassi rispetto ai soggetti di controllo (il rischio di tumore polmonare è del 39% in meno per chi ha conseguito la licenza di scuola media inferiore rispetto a chi ha la licenza elementare o nessun titolo e del 52% in meno per chi ha conseguito la licenza di scuola media superiore rispetto a chi ha la licenza elementare o nessun titolo), una maggiore propensione al consumo di alcolici (il rischio di tumore polmonare è del 19 % in più per chi consuma eccessivamente alcol rispetto a chi non ne abusa), una familiarità di base per malattie neoplastiche (il rischio di tumore polmonare è del 29 % in più per i soggetti con familiarità per tumori rispetto a chi non ha riferito familiarità). Oltre che per i suddetti fattori di rischio, negli uomini è stata evidenziata un’associazione statisticamente significativa (con aumento del rischio del 424%) tra tumore polmonare ed utilizzo di pesticidi in agricoltura senza dispositivi di protezione individuale. Per quanto riguarda le donne, sebbene la percentuale di fumatori ed ex fumatori sia significativamente più elevata tra i casi (così come il numero medio di pacchetti/anno di sigarette fumate), si registrava un 34% di non fumatrici tra i casi di tumore polmonare (31 su 91) e la percentuale di donne esposte a fumo passivo risultava al contempo significativamente più elevata tra i casi rispetto ai controlli. Al contrario che negli uomini – e in evidente relazione con l’abitudine al fumo (il rischio di tumore polmonare aumenta del 6% per ogni aumento unitario di pacchetti-anno di sigarette) – nel sesso femminile si evidenziava tra i casi di tumore polmonare una scolarità significativamente più elevata rispetto ai controlli: Le donne con tumore polmonare, inoltre, mostravano anche una maggiore propensione al consumo di alcolici (il rischio è del 329 % in più per chi consuma eccessivamente alcol rispetto a chi non ne abusa) ed una familiarità di base per malattie neoplastiche (71 % in più per i soggetti con familiarità per tumori rispetto a chi non ha riferito familiarità). Va considerato che il fumo di sigaretta agisce da moltiplicatore esponenziale del rischio in caso di esposizione ad altri fattori cancerogeni e che le diagnosi istologiche esaminate per i casi arruolati nello Studio PROTOS hanno confermato anche in Salento l’adenocarcinoma come tipo istologico di tumore polmonare più frequente rispetto ai tumori a cellule squamose (tipicamente associati al fumo di sigaretta). Tenuto conto, quindi, che per alcune neoplasie si assiste ad un effetto moltiplicatore per esposizione a più fattori cancerogeni ed in considerazione del fatto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene gli inquinanti atmosferici (indoor e outdoor) responsabili di un terzo dei tumori polmonari, lo studio PROTOS ha valutato anche potenziali esposizioni ambientali come quelle derivanti dal Gas Radon (che sembra mostrare in Salento livelli naturali tendenzialmente più elevati rispetto ad altre aree della Puglia e d’Italia) e dalle emissioni di grandi camini industriali di impianti sottoposti ad AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale). A tal fine, sono stati prodotti da ARPA Puglia appositi modelli diffusionali riguardanti la centrale termo-elettrica di Cerano e l’area industriale di Galatina-Soleto. Le elaborazioni condotte nell’ambito dello studio PROTOS hanno evidenziato solo per i residenti nell’area di maggiore esposizione ai livelli di SO2 utilizzato come tracciante di inquinanti emessi dall’area industriale di Galatina un rischio significativamente più elevato rispetto agli abitanti della delle aree con minore esposizione. Non è stato ancora possibile stabilire eventuali associazioni tra la maggiore incidenza di tumori polmonari nella cosiddetta area cluster e esposizioni alla radio-attività naturale da gas Radon (per i numeri di dosimetri posizionati, pur significativi ma ancora non abbastanza cospicui). Per tali motivi, così come suggerito dal CNR-IFC, s’intende incrementare il numero di misurazioni delle concentrazioni di Radon nelle abitazioni di malati di tumore polmonare e soggetti di controllo almeno per la cosiddetta “area cluster” centro-salentina e l’ASL Lecce ritiene opportuno proporre - a valle di un’intesa con le amministrazioni locali e le stesse aziende - l’esecuzione di una Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) che prenda in esame tutte le emissioni (anche quelle di impianti non soggetti ad AIA) delle aree industriali di Galatina-Soleto e dell’area industriale del comprensorio di Maglie.

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La ASL continuerà a tenere elevata la vigilanza di competenza per situazioni molto attenzionate per l’elevato potenziale inquinante come la discarica di Burgesi, quella di Cavallino e l’impianto di trattamento di rifiuti liquidi industriali di Presicce. Per la ASL Lecce, le azioni di prevenzione primaria possono incidere su numerosi fattori causali e concausali del tumore al polmone, tra cui quelli ambientali, modificabili al pari delle abitudini individuali attraverso lo stretto controllo - fin dalla fase autorizzativa - degli insediamenti produttivi con controlli stringenti sull’entità delle emissioni, i cui esiti sono da valutarsi non solo rispetto ai limiti di legge ma anche con l’imposizione di criteri più restrittivi ove lo richieda lo specifico stato di salute delle popolazioni. Il risultato di tali attività, unitamente ad azioni di prevenzione primaria di carattere generale (es. l’introduzione del divieto di fumo nei luoghi di lavoro o aperti al pubblico) può trovare oggettivo riscontro (in questo caso positivo) dalla lettura dei dati epidemiologici, che mostrano infatti per la provincia di Lecce un iniziale trend in discesa dell’incidenza e mortalità del tumore polmonare nei maschi negli ultimi anni disponibili per consultazione, seppure purtroppo controbilanciato dall’opposta tendenza della stessa neoplasia nelle donne (per quanto ancora al di sotto della media nazionale). A cura di ARPA Puglia la presentazione dei dati più aggiornati sulla qualità dell’aria salentina. A riguardo, la ASL Lecce ha presentato apposite osservazioni finalizzate alla ridefinizione del Piano regionale di monitoraggio della qualità dell’aria, con particolare riferimento alla necessità di aumentare il numero dei punti di monitoraggio/campionamento essendo oggi il Sud Salento di fatto sprovvisto di centraline fisse, nonché l’aggiunta di un maggior numero di parametri (almeno PM10 e PM 2.5 in tutte le centraline) e la caratterizzazione/speciazione chimica del particolato atmosferico in alcune zone della provincia di Lecce in cui insistono impianti potenzialmente inquinanti, anche non sottoposti ad AIA. In relazione alle criticità sanitarie già illustrate, essendo le soglie sanitarie raccomandate dalle Linee Guida OMS del 2005 per le polveri sottili pari alla metà delle concentrazioni limite definite dalla vigente normativa ed al fine di avviare una riduzione generale della pressione ambientale e del conseguente potenziale impatto sulla salute della popolazione salentina, si raccomanda alla Regione Puglia ed alla Provincia di Lecce: (a) di subordinare l’autorizzazione di nuove industrie insalubri nel territorio leccese ad una valutazione del quadro emissivo cumulativo preesistente nel territorio di riferimento prima del rilascio delle stesse, nonché della reale situazione sanitaria dell’area in esame; (b) sottoporre a periodica revisione le prescrizioni imposte alle industrie già autorizzate sulla base di criteri più restrittivi laddove emergano specifiche criticità sanitarie a livello locale. Saranno presentati sempre domani i risultati delle prime due fasi del Progetto MINORE (Monitoraggi Idrici Non Obbligatori a livello Regionale) con le analisi condotte da ARPA Puglia ed ARPA Veneto. Sono rassicuranti i risultati dell’Obiettivo I del Progetto MINORE, nell’ambito del quale sono stati sottoposti a controlli analitici ulteriori rispetto a quelli previsti dalla vigente normativa tutti i 104 pozzi utilizzati dall’AQP e le fontanine terminali di distribuzione in ogni Comune salentino, senza che sia emersa nessuna criticità. Anche i risultati delle analisi eseguite sui pozzi autorizzati per usi diversi dal consumo umano dell’Obiettivo II del Progetto MINORE non consentono di individuare situazioni di inquinamento dell’acqua di falda freatica, fatta eccezione per i cloruri (espressione del processo di salinizzazione in atto), nitrati e sporadici riscontri di tracce di contaminanti chimici o pesticidi. Ciò conferma la buona qualità dell’acqua potabile fornita ai residenti in provincia di Lecce, regolarmente controllata dalla ASL Lecce ed AQP, suggerendo che la falda salentina risulta ancora adeguatamente protetta dalle contaminazioni provenienti dalla superficie. In relazione al processo in atto di progressiva salinizzazione delle acque della falda profonda del Salento, si raccomanda alla Provincia di Lecce e alla Regione Puglia di: (a) adoperarsi per ridurre drasticamente l’emungimento di acqua di falda in tutto il territorio provinciale, rendendo disponibili acque reflue depurate o affinate per tutti gli usi industriali e per gli usi agricoli (da depuratori AQP e dai depuratori dei Consorzi di Bonifica), di cui costituisce un primo esempio concreto lo studio di fattibilità appena presentato da Colacem alla Provincia di Lecce (con risparmio stimato in circa un milione di litri d’acqua ogni anno, attualmente emunti dalla già sovra-utilizzata falda profonda salentina); (b) restringere drasticamente il numero di autorizzazioni rilasciate per nuovi pozzi da parte della Provincia di Lecce.

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Saranno prospettati anche gli sviluppi immediati del Progetto MINORE che estenderà i propri monitoraggi anche alle matrici alimentari vegetali ed animali (col coinvolgimento dei servizi veterinari), passando poi ad eseguire diffusi campionamenti dei suoli sulla base di rigorosi protocolli validati, per l’individuazione di aree omogenee (es. esclusivamente aree verdi, per cui sono prescritti livelli soglia molto più bassi rispetto alle aree industriali) e prelievi non superficiali (profondità di almeno 50 cm). La ASL chiederà alle amministrazioni comunali di svolgere un ruolo più attivo per il controllo delle autorizzazioni all’emungimento da pozzi privati ed allo smaltimenti di reflui in pozzi neri a tenuta stagna (fosse settiche) attraverso la verifica dei rinnovi che la legge prescrive su base quadriennale e in merito alla congruità dei conferimenti ai depuratori dei reflui stessi. Particolare attenzione va posta, infatti, dalle autorità amministrative locali alla verifica della correttezza formale e sostanziale delle autocertificazioni prodotte dai privati in merito a pozzi trivellati e fosse settiche, che devono sempre riportare gli estremi dell’atto autorizzativo ed essere congrue rispetto ai consumi facilmente accertabili da parte di AQP. In relazione alle criticità già illustrate con riferimento alla vulnerabilità della risorsa idrica salentina, la AS Lecce raccomanda alla Regione Puglia di valutare con estrema cautela la localizzazione dell'insediamento di nuove discariche, nel rispetto delle aree di protezione speciale idrogeologica individuate dal Piano Regionale di tutela delle acque, ponendo particolare cautela alla concessione di deroghe e prevedendo l’adozione di criteri di rischio basati sulla caratterizzazione idrogeologica. Infatti, l’attuale delimitazione delle zone di rispetto avviene ancora in base al mero criterio geometrico (200 metri) e non in base al criterio idrogeologico pur da tempo auspicato dal legislatore (Art. 94 D.lgs. 152/2006). Sempre a tutela della falda, si raccomanda alla Regione Puglia di procedere alla bonifica dei siti già individuati nel 2001 e presenti nell'elenco pubblicato sul BURP n° 124 del 09/08/2011 e di limitare le autorizzazioni di pozzi privati, l’ampliamento delle cave o peggio nuove realizzazioni. A fronte di questo importante lavoro e degli impegni crescenti determinati dai nuovi LEA, non si può sottacere che il Dipartimento di Prevenzione può contare solo su un finanziamento pari al 3,4% dell’intera dotazione finanziaria della ASL Lecce, quota che è comprensiva anche dei costosi screening oncologici; pertanto, alla prevenzione primaria resta un finanziamento inferiore al 2% contro il 5% previsto dalla normativa nazionale. Inoltre, al 1 Gennaio 2007 si contavano 532 unità di personale afferenti al Dipartimento, numero che al 31 dicembre 2019 scendeva a 356 unità. Nonostante 54 assunzioni effettuate dal 2007 ad oggi, il Dipartimento di Prevenzione registra quindi un saldo negativo di 170 dipendenti (-32%). A tal proposito, il Dipartimento di Prevenzione della ASL Lecce ha formulato alla Consulta Regionale dei Direttori di Dipartimento di Prevenzione – ed al Dipartimento Regionale per la Promozione della Salute, Benessere e Sport – una specifica proposta che include anche la previsione di nuove professionalità in pianta organica (laureati in Scienze Ambientali, Biologia ed altre discipline) che rafforzino le competenze già presenti nei Servizi dei Dipartimenti di Prevenzione sui determinanti ambientali della salute, anche ai fini di una sempre migliore capacità di interlocuzione tecnica tra ASL e ARPA. Nel frattempo, per potenziare a costo zero la propria capacità di relazionarsi con questa molteplicità di enti e garantire sempre meglio i Livelli Essenziali di Assistenza in quest’ambito, il Dipartimento di Prevenzione annuncerà proprio domani la costituzione di un Gruppo di Lavoro Permanente Ambiente Salute che coinvolge tutti i 12 servizi dipartimentali.

Per info: Segreteria Re.P.O.L. Rete per la Prevenzione Oncologica Leccese repol@ausl.le.it Dott. Prisco Piscitelli tel. +39 347 483 6743 Dott.ssa Anna Maria Raho tel. +39 328 0067936

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