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IL PROGETTO MINORE Il 1° Report Ambiente-Salute, presentato il 15 febbraio del 2016 dalla Re.P.O.L. (Rete per la Prevenzione Oncologica Leccese) aveva messo in evidenza alcune lacune conoscitive riguardo allo stato delle acque sotterranee. In particolare, risultavano praticamente assenti i dati relativi ai monitoraggi sulla eventuale presenza di residui di pesticidi nella falda profonda, così come messo in evidenza dal “Progetto Tiziano” che ha rappresentato il primo atto messo in campo dalla Regione Puglia per colmare le conoscenze sulle acque sotterranee, in attuazione del Piano di Tutela delle Acque relativo al periodo 2008-2014. A queste considerazioni si aggiunge il fatto che la Puglia è al terzo posto in Italia per consumo di prodotti fitosanitari, con la provincia di Lecce che risulta terza a livello regionale (elaborazioni ARPA su dati ISTAT 2012). Anche il “Progetto Maggiore” avviato nel 2015 dalla Regione Puglia, con circa 50 punti di campionamento in provincia di Lecce, presenta dei limiti – legati alla quantità e alla tipologia di parametri esaminati e al numero di pozzi di falda profonda a cui è stato realmente possibile accedere per i prelievi – che rendono necessari ulteriori approfondimenti per giungere a più complete conoscenze sullo stato di salute dell’acquifero salentino. La falda profonda ha rappresentato nell’ultimo secolo la risorsa principale per il consumo umano e per i settori agricolo e zootecnico in Salento e ancor oggi l’80% dell’acqua potabile fornita ai cittadini della Provincia di Lecce proviene dalla nostra falda che è tuttavia soggetta ad un’intensa ed incontrollata attività estrattiva per esigenze industriali o agricole, talora anche in forma abusiva (con trivellazione di decine di migliaia di pozzi per uso irriguo non autorizzati dalla provincia di Lecce). L’eccessivo emungimento dalla falda è responsabile nel tempo della riduzione di spessore della lente di acqua dolce e del conseguente incremento della concentrazione salina delle acque di falda; inoltre, la natura carsica del sottosuolo, la rende potenzialmente vulnerabile agli inquinanti presenti in superficie in quanto viene meno il potere auto depurativo svolto dal suolo. L’equilibrio è legato agli apporti meteorici che alimentano le falde idriche sotterranee e ai prelievi che si effettuano dai pozzi, il cui numero è andato sempre crescendo nel tempo (oggi si contano quasi 1000 autorizzazioni rilasciate ogni anno). Nell’ultimo cinquantennio si è registrata una diminuzione della piovosità media annua, anche se, per fortuna, all’alimentazione dell’acquifero profondo salentino, oltre alle precipitazioni, contribuisce una discreta quantità di acque sotterranee provenienti dal contiguo acquifero murgiano. Attualmente sono stimati 25.000 pozzi privati autorizzati, ai quali se ne devono aggiungere verosimilmente almeno il triplo realizzati abusivamente e in parte utilizzati per usi impropri (e potenzialmente pericolosi per la salute), persino domestici, sulla base di semplici analisi microbiologiche in quanto non è obbligatorio valutare la presenza di metalli pesanti e altri eventuali contaminanti inorganici. Potenziali minacce per la falda salentina, così preziosa e insostituibile, possono derivare dall’esistenza (in un recente passato) di impianti di dealogenazione dei PCB sul territorio salentino e di numerosi siti non ancora bonificati o sospettati di essere stati utilizzati per interramenti illegali di sostanze tossiche (oggetto d’inchiesta da parte della Magistratura) oltre a circa 90.000 pozzi trivellati (così diffusi da aver reso impossibile lo spargimento dei fanghi dei depuratori di reflui urbani AQP per le stringenti distanze previste dalla nuova normativa).
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Va anche sottolineato che negli ultimi anni sono stati messi in atto sforzi notevoli da parte degli Enti preposti, anche in sede di rinnovo delle Autorizzazioni Integrate Ambientali (AIA) di alcuni grandi aziende salentine, per creare le condizioni per l’utilizzo di acque reflue depurate o affinate per uso industriale. Dal punto di vista epidemiologico, i dati di mortalità per neoplasia vescicale pubblicati annualmente dall’Istituto Superiore di Sanità e quelli di incidenza elaborati dal Registro Tumori Puglia, hanno messo in evidenza una situazione anomala in provincia di Lecce, anche rispetto alle vicine province di Brindisi e Taranto sicuramente più soggette ad impattati ambientali, considerando i grandi poli industriali che ospitano.
Il Progetto M.I.N.O.RE. (Monitoraggi Idrici Non Obbligatori a livello REgionale) è dunque il frutto di tutte queste valutazioni e si basa su di una richiesta sottoscritta esattamente un anno dopo la pubblicazione del primo Report Ambiente-Salute da tutti i 97 Sindaci della Provincia di Lecce, che richiedevano al Dipartimento di Prevenzione della ASL di Lecce, nell’ambito delle attività della Re.P.O.L., un preciso impegno a mettere in campo tutte le risorse a disposizione per migliorare le conoscenze sullo stato della falda acquifera salentina. Il Protocollo operativo del Progetto M.I.N.O.RE. è stato approvato con deliberazione della Giunta Regionale del 02 agosto 2017 n. 1316 in quanto gli obiettivi di Sanità Pubblica del M.I.N.O.RE. “nell’ambito delle attività previste dal Piano Regionale di Prevenzione (PRP) 2014-2018 rientrano nel Macro Obiettivo 3.2 dedicato al tema Salute ed Ambiente. In particolare, le attività previste dall’Azione 2: Migliorare le capacità di valutazione dell’esposizione agli inquinanti ambientali e rafforzare la sorveglianza epidemiologica ambiente e salute” e “richiedono inderogabilmente uno studio approfondito sulla contaminazione del suolo e della falda acquifera causata principalmente dall’uso di fitofarmaci in agricoltura”. Il Progetto M.I.N.O.RE. ha come scopo quello di completare le conoscenze sull’attuale stato qualitativo della falda acquifera salentina, nel quadro di una più ampia cornice di attività che la ASL Lecce sta conducendo in tema di Ambiente e Salute, a maggior tutela della salute pubblica. Gli obiettivi specifici del progetto sono i seguenti: Obiettivo I: Ampliamento quali-quantitativo dei monitoraggi delle acque destinate al consumo umano. Questo obiettivo prevede l’incremento degli analiti previsti dalla normativa che regola le acque destinate al consumo umano (Legge 31/2001). Nello specifico sono stati aggiunti alcuni metalli pesanti, le ammine aromatiche, PCB, Diossine e Furani, Glifosate e AMPA (questi ultimi da ricercare c/o i laboratori di ARPA Veneto che è tra i pochi in Italia attrezzati per questo tipo di analisi), radon e amianto. Sono stati campionati tutti i 104 pozzi AQP e 119 fontanine terminali di distribuzione in ogni comune salentino, in aggiunta ai campionamenti annualmente già programmati dal SIAN (Servizio Igiene degli Alimenti e Nutrizione) nell’ambito dell’attività istituzionale svolta. Obiettivo II: approfondimenti su acque ad uso irriguo e di abbeveraggio degli animali e su matrici alimentari di origine animale e vegetale. Sono stati ricercati numerosi analiti attualmente non previsti dalla normativa vigente sui controlli (metalli pesanti, IPA, PCB, Diossine e Furani, Prodotti Fitosanitari tra cui il Glifosate ed il suo metabolita AMPA, ecc) su acqua di falda profonda in circa 90 pozzi di privati, aziende o allevamenti (pozzi diversi da quelli gestiti da AQP). Tali pozzi sono stati individuati sulla base di uno studio delle pressioni ambientali sul SEDE LEGALE E DIREZIONE GENERALE via Miglietta, 5 - 73100 Lecce - C.F e P.IVA 04008300750 - www.asl.lecce.it
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territorio salentino eseguito dal gruppo di lavoro congiunto Progetto M.I.N.O.Re. ASL-ARPA (metodologia in corso di pubblicazione su International Journal of Environmental Research and Public Health). Nello specifico, la Provincia di Lecce è stata preliminarmente suddivisa in 32 maglie della dimensione di 10km per 10km e sono state considerate 12 tipologie di pressioni ambientali a ciascuna delle quali è stato attribuito un peso sulla base della gravità dell’impatto esercitato sul suolo e sulla falda. Ciò ha permesso di assegnare a ciascuna maglia un punteggio al fine di stabilire il numero di pozzi da campionare in ogni maglia (più pozzi nelle maglie con maggiore pressione ambientale) e le aree in cui individuare i punti di prelievo.
Mappa delle maglie e delle pressioni ambientali
Pozzi campionati: pozzi AQP - Obiettivo I (triangoli) e altri pozzi di falda profonda - Obiettivo II (cerchi)
Per quanto attiene il prosieguo dell’Obiettivo II del Progetto MINORE, nel corso del 2020 è previsto l’avvio dei campionamenti su matrici vegetali e animali in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata, nonché la realizzazione di approfondimenti sulla matrice suolo (la cui necessità era già richiamata nella delibera regionale 1316/2017 istitutiva del Progetto M.I.N.O.RE.) in quanto le informazioni oggi disponibili per la sua caratterizzazione risultano inadeguate perlomeno su scala provinciale e comunale. A tal fine, perché i riscontri ottenuti possano essere espressione di ricadute di inquinanti sversati sul suolo o depositati dall’inquinamento di aria ed acqua, si procederà a campionamenti da eseguirsi attenendosi ad un rigoroso protocollo di studio per l’individuazione di aree omogenee (es. esclusivamente aree verdi, per cui sono prescritti livelli soglia molto più bassi rispetto alle aree industriali) e prelievi non superficiali (profondità di almeno 50 cm). SEDE LEGALE E DIREZIONE GENERALE via Miglietta, 5 - 73100 Lecce - C.F e P.IVA 04008300750 - www.asl.lecce.it
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Obiettivo III: Valutazione Integrata del Rischio Sanitario in Acque di falda (VIRSA) Obiettivo IV: attività di sorveglianza epidemiologica. Ricerca attiva delle neoplasie di possibile origine professionale avviata nell’ambito delle azioni delegate agli Spesal dal PRP 2014-2018 (attività di cui al punto 3.4.2 - piano regionale cancerogeni). Obiettivo V: Aggiornamento del Report Ambiente e Salute in Provincia di Lecce. Obiettivo VI: Azioni di informazione della popolazione sul corretto utilizzo della risorsa idrica. Nell’ambito dell’Obiettivo VI del Progetto MINORE è stata condotta una campagna nelle scuole per la promozione del corretto utilizzo della risorsa idrica nell’ambito delle attività del catalogo regionale dei corsi di educazione alla salute, raggiungendo oltre 2000 allievi di scuole primarie e secondarie, distribuiti su 89 classi in 20 comuni salentini. Tale campagna è in corso di replicazione nel 2020. Per la comunicazione alla popolazione, sono, invece, stati realizzati con l’Università del Salento un mini-documentario trasmesso su Rai Tre e nei Festival estivi patrocinati da Apulia Film Commission, e un mini-spot televisivo in onda sulle TV locali.
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