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Privato e dintorni

Ufficialmente, sfogliando le pagine dellamonografiaThePolaroidDiaries, diLindaMcCartney, che presentiamo illustrandola in quanto tale (monografia), e non con immagini estrapolate, incontriamo fotografie private: scorcio pre-socialnellavitadi unafamigliatutt’altro che ordinaria. Ma, allo stesso tempo, la raccolta celebra l’eredità di una fotografa ardentemente motivata, anche (anche?) con la magia dello sviluppo immediato polaroid. Annota Paul McCartney, in introduzione: «Non ci sono solo istanti di vita. Linda era fotografa. Nessuna delle sue fotografie è solo uno scatto casuale. Bisognasaperriconoscere quando staaccadendo unabellafotografiadi fronte asé. E, poi, bisognascattare esattamente nel momento giusto» PRIVATO E DINTORNI

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di Angelo Galantini

Discussione legittima. Dibattito possibile e plausibile, avviato nell’autunno Duemilasei, all’inaugurazione della mostra APhotographer’s Life, 1990-2005, di Annie Leibovitz, al prestigioso e autorevole Brooklyn Museum, di NewYork, dal venti ottobre al successivo ventuno gennaio: in allestimento scenico, duecento fotografie, raccolte anche in volume-catalogo omonimo, pubblicato per l’occasione da Random House (472 pagine 26,6x35,1cm; riedizione più recente, 2010). In mostra e in monografia, unaconsistente quantitàe qualitàdi immagini private della celebre e celebrata autrice.

Dacui, ladiscussione e il dibattito: ovviamente, rivolto alladivulgazione pubblicadi intimitàe confidenze germogliate in ambito interiore, che -improvvisamentevengono proposte pubblicamente, alla luce di valori sociali acquisiti. Nello specifico, la fama, reputazione e considerazione delle due protagoniste dichiarate: l’autriceAnnie Leibovitz, fotografadi alto casato, e Susan Sontag (inequivocabilmente, in copertina), scrittrice, filosofae storicastatunitense, protagonistadellascena culturale, mancata il precedente dicembre 2004, a settantuno anni [FOTOgraphia, febbraio 2005].

Da e con Annie Leibovitz, a proposito della raccolta A Photographer’s Life, 1 990-2005 , nella quale sono riunite fotografie private scattate neiquindici anni vissuti con la compagna Susan Sontag: «La mia è una vita sola: il lavoro svolto su commissione e le fotografie personali ne fanno parte allo stesso modo».

Linda McCartney. The Polaroid Diaries; a cura di Reuel Golden, MaryMcCartney e Sarah H. Brown; testi di Ekow Eshun e Chrissie Hynde; progetto grafico di Andy Disl; Taschen Verlag, 2019; edizione multilingue inglese, francese e tedesco; 232 pagine 26x26cm, cartonato con sovraccoperta; 40,00 euro.

❯ Linda McCartney. The Polaroid Diaries /Art Edition: i volumi e le stampe

sono firmate da Paul McCartney.

● Sessantadue esemplari da 1 a 62; con stampa a colori 50x50cm C-Type Gloss,

da portfolio, Location unknown, 1 970s; 3500,00 euro (edizione esaurita).

● Sessantadueesemplarida 63 a 124; con stampa a colori50x50cm C-TypeGloss,

da portfolio, Sussex, England, 1 980s; 3500,00 euro.

❯ Linda McCartney. The Polaroid Diaries /Collector’s Edition:

trecentosettantasei esemplari (376), numerati da 125 a 500, firmati da Paul McCartney; in cofanetto in vetro acrilico riciclato al cento percento; 236pagine 33x33cm; 1500,00 euro.

Anni fa, nell’autunno 2002, in occasione d i un allestimento a Milano della serie fotografica Una notte con Marilyn, di Douglas Kirkland, qualcuno osservò che -di fatto- si trattava di una sola fotografia: vero! Anche raccolta i n monografia omonima (24Ore Cultura, 2001), la serie propone t uttigli scatti realizzati dal celebre fotografo, il 17 novembre 1961, su incaricodi Look Magazine, tra iquali se ne sarebbe dovuto scegliere uno. «Ma, se non fosse Marilyn Monroe, e se non fosse morta in maniera misteriosa, di lìa breve[5agosto 1962], queste fotografie non avrebbero interesse». Ma! Ma: è Marilyn Monroe, ed è morta nel modo spettacolare che conosciamo. Valore attuale, che non può essere ignorato: è Linda McCartney (nata Eastman), è la moglie del Beatle Paul McCartney [in questa doppia pagina, in due occasioni di clamorosa presentazione pubblica della monografia Linda McCartney. The Polaroid Diaries]. Eventuale dibattito concluso.

« Non vivo due vite», annota e afferma Annie Leibovitz, in introduzione a questa intensa raccolta di sue fotografie realizzate nell’arco di tempo sotteso tra il 1990 e il 2005, dichiarato nel titolo. «La mia è una vita sola: il lavoro svolto su commissione e le fotografie personali ne fanno parte allo stesso modo»... dibattito concluso, dunque?

La genesi della monografia (e mostra) di Annie Leibovitz, cheoggi equi richiamiamoin avviamentodovuto al soggetto inteso, al quale stiamo perapprodare (l’edizione standard di The Polaroid Diaries, di Linda McCartney), è sintomatica di un percorso di un cammino, di un tragitto personale... verso il “pubblico”.

Nei giorni successivi allamorte di Susan Sontag, avvenuta il 28 dicembre 2004, Annie Leibovitz iniziò a cercare e raccogliere fotografie perun piccolo libro da consegnare al serviziocommemorativo. Hainiziatocon le fotografie realizzate da altri, poi si è rivolta verso la proprie, scattate durante i quindici anni trascorsi insieme. Quell’esercizio si è trasformato in quello che ha descritto come uno scavo archeologico: dissotterramentoesetacciaturadi un decennioemezzodi lavoro, amore, vitafamiliare, malattia, morti e nascite. Fino ad approdare al «mio [suo] lavoro più importante», come harivelatonel corsodi un’intervistarilasciatanell’ottobre 2006, nei giorni precedenti l’inaugurazione al Brooklyn Museum: «Sono i momenti più intimi, raccontano la mia storia migliore, ed è questo che mi interessa».

Ancora... dibattito concluso, dunque?

ALLORA, NEL PRIVATO!

Se la discussione non ha più diritto di ospitalità, se il dibattito eventuale è risolto, come ci pare che sia, si può affrontare con mente sgombra e cuore leggero

l a raccolta fotografica ThePolaroidDiaries, di Linda McCartney, che l’encomiabileTaschen Verlag ha appena pubblicato in edizione standard, a un prezzo di vendita/acquisto confortevole, aseguito delle originarie Collector’sEdition e ArtEdition a tiratura numerata [Benedikt Taschen: LucieVisionaryAward2013].

Perquantolaraccoltaconosciuta(eapprezzata) Linda McCartney. LifeinPhotographs[FOTOgraphia, luglio 2011] abbiagiàriferitoesottolineatoil passofotografico dell’eccellente autrice, nata Linda Eastman, oggi avviciniamo un’altra cadenza, per l’appunto privata.

Aintegrazione e supplemento, ThePolaroidDiaries rivelano un lato intimo e molto personale della fotografia di Linda McCartney. La selezione/collezione si concentra in modo distintivo sul suo modo di vedere il mondo e la propria famiglia: affascinanti e stravaganti ritratti del marito Paul McCartney, sposato nella primavera 1969, e dei loro quattro figli [se serve rivelarlo, ma ormai serve sempre di più ripetere, in quest’epoca di superficialità socialcosì diffuse e invadenti, Paul McCartney è uno dei quattro Beatles, insieme con John Lennon, George Harrison e Ringo Starr, ed è l’autore di motivi che hanno influito sulla storia della musica e, soprattutto, della società, dagli anni Sessanta del Novecento].

Sfogliando le pagine della monografia, che oggi e qui presentiamo illustrandola in quanto tale (monografia), e non con immagini estrapolate, li vediamo nella vita quotidiana in comune: giochi, travestimenti, svaghi, passatempi nella fattoria di residenza, nel sud dell’Inghilterra. Oltre a “passaggi” di amici, molti dei quali personaggi pubblici. In definitiva, altra considerazione: scorcio pre-socialnella vita di una famiglia tutt’altro che ordinaria. Ma, soprattutto, celebrazione

Privato e contorni: divulgazione pubblica di intimità e confidenze interiori, che -improvvisamentevengono proposte pubblicamente, alla luce di valori sociali acquisiti. Ancora una volta, d a e con Annie Leibovitz e la sua monografia/mostra A Photographer’s Life, 1 990-2005, con la quale esordisce l’attuale intervento redazionale, e la relativa prima didascalia di avvio (a pagina 35), c he l’autorevole autrice newyorkese considera il «mio [suo] lavoro p iù importante»: «Sono i momentipiù intimi, raccontano la mia storia migliore, ed èquesto che mi interessa». Annota Paul McCartney, in commento alla raccolta Linda McCartney. The Polaroid Diaries : «Non ci sono solo istanti di vita. Linda era fotografa. Nessuna delle sue fotografie è solo uno scatto casuale. Bisogna saper riconoscere quando sta accadendo una fotografia di fronte a sé. E, poi, bisogna scattare esattamente nel momento giusto. Lei ha fatto così tante diquelle volte, da lasciarmi sempre stupito».

«Una buona fotografia per me è... qualcosa che ti farà reagire, fermare e guardare e pensare davvero... una fotografia vale [effettivamente] più di mille parole» [perquanto, come spesso annotiamo, ci siano parole irraggiungibili dalla Fotografia]. Tra pensieri noti e consolidati e riflessioni individuali, è il testamento che Linda McCartney ha lasciato, in accompagnamento a un eccezionale archivio di immaginipiù che affascinanti. Una consistente selezione è stata raccolta epubblicata nella monografia Linda McCartney: Life in Photographs, che l’intraprendente Taschen Verlag ha proposto in raffinata edizione libraria [ FOTOgraphia, luglio 2011].

Linda McCartney: Life in Photographs; a cura Alison Castle; testi di Paul McCartney, Mary McCartney, Stella McCartney, Annie Leibovitz e Martin Harrison; Taschen Verlag, 2011; 280pagine 26,5x37,4cm, cartonato con sovraccoperta; 30,00 euro.

❯ Collector’s Edition:

settecentocinquanta esemplari(750), numerati; in cofanetto; 268pagine 31,2x44cm; 2500,00 euro.

dell’eredità di Linda McCartney come fotografa ardentemente motivata, anche (anche?) con la magia dello sviluppo immediato polaroid.

Annota Paul McCartney, in commento doveroso e opportuno: «Non ci sono solo istanti di vita. Linda era fotografa [è mancata nel 1998, vinta da una lunga malattia, primadi compiere cinquantasette anni]. Nessuna delle sue fotografie è solo uno scatto casuale. Bisognasaperriconoscere quandostaaccadendouna bella fotografia di fronte a sé. E, poi, bisogna scattare esattamente nel momento giusto. Lei ha fatto così tante di quelle volte, da lasciarmi sempre stupito».

ThePolaroidDiariescontiene oltre duecento di questi momenti “giusti”, dai primi anni Settanta fino a metà dei Novanta. Le fotografie sono chiarite da testi di Chrissie Hynde e del critico d’arte Ekow Eshun.

Tanto altro, ancora. Ma! ❖

Catalogo illustrato Apparecchi ed Accessori F otografia Emilio Resti - Agosto 1 900 (Milano): 116pagine 17x24cm.

Catalogo Ambrosio Apparecchi fotografici (1909?/Società anonima, Torino): 120pagine 14,5x21cm, con intrigante presenza di un Apparecchio francobollo, «per fotografie dirette e per riproduzioni».

Dal Catalogo Ing. Ippolito Cattaneo 1 929-1 930 : a pagina quarantasette, in chiusura di facciata, compare, per la prima volta, la Leica! Testuale: «Il piùpiccolo apparecchio con otturatore a tendina da 1/20 a 1/500 di secondo. Tutto in metallo leggero». d i Maurizio Rebuzzini

Riprendiamodallariflessione/osservazione di mFranti, dallo scorso numero di novembre, quandoedoveèstatariferitaal reperimento di unaquantitàequalitàdi francobolli emessi in occasione del centocinquantenario della Fotografia, in considerazione sull’ancoraper poco attuale centottantesimo [speriamo si sia notata l’assenzavolontariaeconsapevoledi accrediti “Archivio

FOTOgraphia”, perché il lororitrovamentoe lalorocustodia sono dati per scontati]. Comunque, testuale:

«Cerca e ricerca. Scopri e archivia. Accantona e costruisci. Questi, e altri ancora, sono i concetti (ideali?) che ispirano ladocumentazione storicadegli elementi che compongono il vasto contenitore della socialità e del costume fotografico, ulteriore e parallelo allalunga e nobile vicenda della affascinante evoluzione del linguaggioestetico, dell’espressionedellacomunicazione visiva e della tecnologia applicata... anche».

Già, unavoltaancora(questa): «Cercaericerca. Scopri e archivia. Accantona e costruisci»... ma non solo.

Perché, in qualchecircostanza, anchesenza“cercare”, ci sonooggetti chevengonospontaneamenteincontro: bastasolosaperli riconoscere, saperandareoltrei valori superficiali, perrintracciare non solo ciò che effettivamente sono, ma ciò che rappresentano.

Sentite questa.Allafine delloscorsoottobre, insieme con gli amici Marco Saielli eVincenzo Silvestri (proprio lui), domenicaventisei, siamo stati aLuccapervisitare l’entusiasmante mostraBernardoBellotto1740.ViaggioinToscana, allaprestigiosae autorevole Fondazione

CentroStudi sull’Arte Liciae CarloLudovicoRagghianti [percerti versi, ne abbiamoanticipato, in FOTOgraphia, dellostessoottobre].Amargine, le solite visite aindirizzi selezionati nel tempo: bancarelle di libri e fumetti usati, in Corte del Biancone, nei pressi della indispensabile piazza san Michele; Libreria Antiquaria e Studio Bibliografico Pera, nellastessaarea, e, ancora, l’irrinunciabile Daris Libri e Stampe, al civico nove di via del

Gallo, sempre in pieno dentro le mura.

Proprio da Daris Libri e Stampe -indirizzo più che consigliato (0583-440563)-, tra tanto e tanto nobile passato dell’editorianazionale (comprese due apprezzate prime edizioni, rispettivamente del 1954 e 1955, di poesie di Rocco Scotellaro), un incontro inaspettato, proprio imprevedibile, consideratal’autorevolezzadelle sale e delle proposte lì esposte. Nientemeno (pernoi) che il CatalogoGeneraleOnceas- 1969-1970.

Certo, c’è stato bisogno di riconoscerlo, in reminescenza dal nostro passato individuale nel mondo del commercio italiano della fotografia, in virtù di una memoriasollecitatae richiamatadallacopertinain grafica dai toni accesi, interpretativadi condizioni “fotografiche”: scomposizionedei colori, schemaotticodi segnaleinequivocabileesimulazionedi unalentedi ingrandimento, estesa alla sfasatura del logotipo di attribuzione.

Ok... Onceas, ai tempi distributoredi verticesul mercato,non fossealtrocheperi marchi di richiamoFuji/Fujica(oggi, Fujifilm) eMinolta(reflex35mm ecompatte), oltre quanto tanto di sostanzialmente redditizio. Ma... attenzione, colpo casuale, ma colpo di fortuna, se int endiamo leggerla anche così: le date di attinenza registranoun attualecinquantenario(anchequesto!), nell’imminentepassaggiodal 2019al prossimo2020, alle porte. Dacui epercui, occasioneprelibataestuzzicante perrifletteresu... quandoc’eranoicataloghi, perquanto ci riguarda direttamente, in Fotografia.

ONCEAS 1969-1970

Partiamo proprio da qui, dal CatalogoGeneraleOnceas-1969-1970,perquantonon intendiamofermarci qui. Dallaforma(inevitabile) al contenuto(fondamentale): in accuratarilegatura17x23,5cm a“rubrica” (184pagine), con richiami fustellati ai singoli marchi, le linee fotografiche in distribuzione sono presentate in conveniente sequenza a scalare di propria redditività di impresa: Fuji (soprattutto, il passoridottocinematografico Single 8), Minolta, Hanimex, ColumbiaPictures, Kowa, Regula, Stein,Articoli di corredo(illuminatori, flash, moviole, visori, treppiedi, album, borse e schermi), Registratori, Grandi occasioni (oggi, offerte, promozioni?) e Novità dal Foto Expo di NewYork 1969, ai tempi riferimento fieristico di alto valore tecnico-commerciale.

Capitolodopocapitolo, paginadopopagina, presentazioni accurateedettagliate: tantoquantonon losono -rileviamolo- quellecompilateperl’attualeveicolazione in Rete, làdoveequandomancanoesecutori capaci di comunicare. Provatevi voi, oggi, acercare informazioni certe, diligenti e complete, arrancando in siti che non hanno la minima idea di come debba essere stilata e redattaunainformazionetecnica,in risvoltocommerciale (non soltantoperquantoriguardalafotografia,siachiaro). Ovvero, annaspandoin indirizzi webchenon rispondono aun solomandato, quelloinformativo, madebbonoassolvere anche la comunicazione pubblicitaria e la promozione temporale di offerte estemporanee.

TEMPI MODERNI

Questo galvanizzante CatalogoGeneraleOnceas- 1969-1970-ben compilato, ottimamenteconfezionato (in relazione aregole comunicative mai scritte, maendemiche nel ciclo di trasmissione di informazioni certe e inequivocabili)- ci hariportati aunTempoe Modi che abbiamo apprezzato e ancora ammiriamo (soltanto, Galateo, forse niente di più; ma, fatti i conti, oggi, ci basterebbe, e rimpiangiamo Eleganze ormai dimenticate). La mente è tornata a quegli anni, e dintorni.

Così, tra ricordi (tanti e profondi), memoria (poca) e «Cerca e ricerca. Scopri e archivia. Accantona e costruisci», abbiamo attinto al nostro Archivio, selezionando altri istanti di quel Tempo, durante il quale, sia specificato, cominciavamo amuovere i nostri primi timidi passi nel mondodellafotografiaitaliana, giàscomponendoci garbatamente tratecnica/commercio e linguaggio espressivo. Maqui, stiamo in solacompagnia dellacomponente tecnicae mercantile, rievocandone Tempo e Modi di intensa personalità applicata.

Che fantastici e meravigliosi re-incontri!, sopiti nella Mente, ma sempre palpitanti nel Sentimento, anche attraverso «ciò che rappresentano».

In ordine occasionale e fortuito, così come sono tornati tra le nostre mani, sono tornati protagonisti, per questa clamorosa occasione:

QUANDO C’ERANO I CATALOGHI «Cerca e ricerca. Scopri e archivia. Accantona e costruisci». Apartire dal ritrovamento (casuale? invitato? favorito?) del CatalogoGeneraleOnceas- 1969-1970, nel cinquantenario tondo 2019-2020, richiamiamo un tempo del commercio italiano della fotografia per riflettere su una comunicazione al pubblico basata ed edificata su presentazioni accurate e dettagliate: tanto quanto non lo sono -rileviamolo- quelle compilate perl’attuale veicolazione in Rete, là dove e quando mancano esecutori capaci di comunicare. Fosse solo questo...

❯ ancora Onceas1972, in dossier 25,5x25cm ad anelli (148 pagine), ma sempre con allestimento a rubrica fustellata e analoga successione, con arrivo dei telaini porta diapositiva Gepe; ❯ Bigagli1970, altrettanto ad anelli, con fogli mobili 22x28cm (74 pagine, più listini sciolti perogni rappresentanza): in proiezione professionale, a partire dalle proposte statunitensi Calumet, dal banco ottico al trattamento in camera oscura; e, poi, ancora, ingranditori Beseler(una leggenda), obiettivi grande formato Congo [nel corso della nostra vita, ne abbiamo avuto uno, se non ricordiamo male il Commercial 300mm f/5,6], illuminatori Hedlere flash elettronici monotorcia e a generatore Courtenay; ❯ Fowa1974, a rubrica, con copertina in plastica16,5x21cm (188 pagine), preHasselblad; dunque, sequenza“storica” e originaria, zoccolo duro di una personalità commerciale che si è imposta e radicata nel mercato italiano: Yashica, Minox, Nizo, Braun, Metz, Exakta, Hähnel (moviole), Omnica (raffinate borse in cuoio, con sagomature interne dedicate); ❯ Ercaluglio1972, gennaio 1975, aprile1975, con curiose date di edizione, perfino serrate, testimonianzadi momenti di cambiamenti anche repentini (sarebbe da valutare, nel dettaglio): rispettivamente, 204 pagine 20x20,7cm e 144 e 160 pagine 19x20,3cm (le due edizioni 1975), con distinzione nel colore di copertina; altrettanti marchi storici, in rigoroso alfabetico, dal quale estrapoliamo richiami di vertice assoluto e inviolabile: Rollei-Werke / Franke &Heidecke(Rolleiflex), Durst, Bolex, MechanischeWeberei (schermi),CreazioniWaltDisney(film passoridotto); ❯ Mafer, in data non precisata, ma presumiamo a metà degli anni Sessanta; opuscoletto di 28 pagine 15x22,3cm, più sei facciate di aggiornamento Arca Swiss, il cui valore attuale, estraneo alla consistenza dei cataloghi dal passatopresi in considerazione, risiede

Catalogo Generale Onceas - 1 969-1 970 (cinquanta anni fa!), da cui siamo partitiper...

Guida Fotografica Vasari, autorevole fotonegoziante romano: qui, edizioni 1960, del centenario, e 1961; rispettivamente, di 404pagine 12x16,7cm e 352 pagine 13x18,5cm.

Catalogo Generale G. Conte 1 960-1 961, di Napoli: 428pagine 17,5x24,5cm.

Sixta 1 962: 184pagine 16,5x23,3cm; il cavallo di battaglia era il sistema grande formato Linhof.

p roprio nel casellario del sistemagrande formatoArca Swiss, in aggiornamentoal tempodi riferimento: banco ottico 4x5 pollici (10,2x12,7cm) / 9x12cm, 142.000 lire; Arca Swiss Reflex (!) fino al 6x9cm, 176.000 lire. ❯ Mafer1985, nel proprio venticinquesimo 1960- 1985, in corposofascicolodi 84pagine 22,5x19,5cm; lasostanzadellapersonalitàrivoltaallafotografiaprofessionale (Sinar, Broncolor, Rodenstock, Fidelity, Safer e Deville) si accompagnaal mercato consumer(Braun e Paterson); danotare, ancora, che Maferè statal’ultimaaziendafotograficaaprodurre un propriocatalogo annuale: buon ricordo (nostro); ❯ Sixta1962, «nel quarto anno del Mercato Comune Europeo/daquattordici anni al serviziodellafotografia e cinematografia», con datascandita, in copertina, all’internodi un sistemaotticoaquattrolenti (due biconvesse, una biconcava e una concava/convessa), in rilegaturadi 184pagine16,5x23,3cm; altradistribuzione “storica”, cheruota(va) attornoil grandeformatoLinhof; presentazione percategorie tecnico-commerciali, proprio a partire dalle folding Linhof, introdotte da considerazioni e valutazioni sull’impiego e finalità dei corpi mobili, peril controllodellaprospettivaelafinalizzazione della messa a fuoco [tante e ripetute le nostre analisi al proposito, le più recenti delle quali declinate in suggerimento di Ritornoalgrandeformato... oggi]; ❯ LeicaCatalogoGenerale1960/Ippolito Cattaneo (sessanta anni fa): prezioso fascicolo di 130 pagine 16x22cm, autenticocasellariodel celebratoeautorevole sistemafotografico, allora-comeoggi, ancora- ai vertici dei desideri edell’immaginariocollettivodellaFotografia; da sottolineare, la qualità, efficacia ed efficienza delle illustrazioni disegnate, al tratto, assai più performanti di quanto non possaesserlo lafotografia(e questo varilevato, in onestàintellettuale); con Listinoprezzi dell’agosto 1961 (di venti pagine, più altre dodici di Estratto delCatalogoGeneraleLeitz/Foto-Cine): corpo Leica M3, 169.000 lire; corpo Leica M2, 144.900 lire; diaproiettore Prado 150, 37.000 lire; ❯Leitz(Leica)/GesamtkatalogfürdenFachandel, sowieSpezialprogram,Ausgabe1. Oktober1976 (Catalogogeneraleperil commerciospecializzato, nonché programma speciale, edizione...); ancora, validità e utilitàdi illustrazioni disegnate, provenienti dallacasa madre, in tempi nei quali eranoarrivate anche le reflex (alladata, LeicaflexSL2 e R3 Electronic), e il telemetro registrava le configurazioni M5 e M4-2; comunque, perlaforma, fascicoloafogli mobili 12,5x21cm rilegati in spirale (178 pagine), ma completi di forature per eventuali, ulteriori conservazioni in dossier ad anelli.

Ripetiamo: chere-incontri!, chemarchi!, cheprodotti! È Storia. Anche parte della nostra Storia personale.

PER COLLEGAMENTO

Dal passato remoto, che incontriamo più avanti, lungo questonostroattuale camminoindirizzatoversoQuandoc’eranoicataloghi, al passato prossimo, che abbiamo appenaattraversato, fanno daponte le pubblicazioni annuali della GuidaFotograficaVasari, autorevole negozio romano che negli anni CinquantaSessanta era guidato e gestito dal titolare commendatorTommaso Vasari, insieme con il figlio Giorgio.

] P H I A F O T O G R A O I V I H C R A A D [ I N O D R O B O I N T O N A

Trai tanti esemplari custoditi e conservati nel nostro (capace?) Archivio, isoliamo due edizioni, per proprio motivoevidenteadeguateal nostroattualepasso: quella del 1960, nel centenario dell’azienda (FotoVasari/ 1860-1960/...unsecolod’artefotografica), elasuccessiva, del 1961 (centenariodellaRepubblica, sepropriovogliamo, ecifrapalindroma, perqualcuno, perché se-scrittain unaparticolarebase-, rappresentalostesso valore nella lettura da destra e da sinistra; più correttamente, cifrastrobogrammatica, perché-seruotata di centottanta gradi lungo un asse perpendicolare al foglio- non cambia). [Da cui e per cui, anche le date del 1839, di origine della Fotografia, l’anno prossimo sarannopalindrome e strobogrammatiche: nel proprio centottantunesimo (181), sette gennaio di annuncio, diciannove agosto di presentazione, dodici novembre di Relazionedi Macedonio Melloni (FOTOgraphia, novembre 2019, nel centottantesimo)].

Non ignoriamo che le presentazioni fotografiche sulle pagine di queste Guide(404 pagine 12x16,7cm, nel 1960, e 352 pagine 13x18,7cm, nel 1961) sono state concordate e negoziate con le singole case produttrici e distributrici, ma non ci interessa. Quello che invece oggi vale oro è l’informazione implicita sui prezzi di vendita dei singoli prodotti: dai riferimenti alti -Leica, sopra tutti- al quotidiano della fotografia di massa, quella che nessuna Storia degli apparecchi fotografici ha mai raccontato, privilegiando soltanto quella altisonante -ancora, Leica sopra tutti-.

Così che, oltre la consistenza dei testi a commento dell’esercizio della fotografia, distribuiti sulle pagine di ogni GuidaFotograficaVasari, tutti datenere in grande considerazione, una volta di più richiamiamo il senso emeritodellaNouvelleHistoire[anchequi, comealtrove (SulfilodellaMemoria, dapaginadieci), dae con Lello Piazza, su questo numero, dapaginaventisei]. Dall’edizione 1960, del centenario, in ordine sparso e alternato:VoigtländerVito C, 23.000 lire; KodakRetinaII C, 68.000 lire; LeicaM2 (solocorpo), 145.500 lire; Leica

P H I A F O T O G R A O I V I H C R A

Apartire da una ispirazione dichiarata, il testo centrale diquesto attuale intervento redazionale si limita al solo riferimento fotografico, di nostro interesse e (probabilmente) competenza. Aintegrazione, richiamiamo, quindi, un altro esempio basilare dell’aspetto formale della comunicazione i n propria interpretazione grafica. Il General Catalog Number 155 / agosto 1929, della Loose Leaf (Books and Forms) , di Kansas City, Missouri, Usa, èesemplare. Presenta prodottiper la registrazione amministrativa di dati e relativa archiviazione: avvincente fascicolo di 288pagine 13,5x19,5cm a rubrica fustellata, con foro nell’angolo alto, a sinistra, per essere appeso a un filo. Ora, riuscendo a farlo, lasciamo perdere le facilitazioni sulla composizione e gestione di testi, oggi alla portata diprogrammi di impaginazione di uso semplificato. Torniamo alla composizione in caratteri dipiombo, mobili o impacchettati, e immaginiamoci l’abilità che -novant’anni faoccorreva per sistemare tabelle esplicative in misura adeguata. Pensiamo al lavoro necessario per stilare le sintesi... e valutiamo le pagine in essere, apprezzandole, fino ad amarle ( da parte nostra, alla luce della componente di “trasformazione”grafica del nostro comunicare). Ancora, eper completare: rilegatura a rubrica fustellata, con efficaci epratiche divisioni tematiche. Se vogliamo, un campione esemplare. Se non che, algiorno d’oggi, non si frequenta più l’acquisizione di conoscenze, e capacità conseguenti, attraverso l’apprendimento di esperienze (precedenti) altrui. Per certi versi, da e con l’ Editoriale diquesto stesso numero, da pagina sette. Noi siamoqui a dire cose che “portiamo dentro”: in una traduzione di My Way, a pagina cinquantuno.

M2 (con Leitz Elmar 50mm f/2,8), 175.000 lire; Canonflex, 145.000 lire; Zeiss Contarex (con Carl Zeiss Planar 50mm f/2), 295.000 lire; GaMi 16, 130.000 lire; Eura Ferrania [FOTOgraphia, settembre 1998], 2650 lire (in borsakit, 4500 lire); biotticaFerraniaElioflex, 13.000 lire; ZeissSuperIkontaIV, 72.000 lire; Polaroid 80A, 78.000 lire; Hasselblad 500C (con Carl Zeiss Planar 80mm f/2,8), 360.000 lire; Hasselblad SWC, 290.700 lire; Rolleiflex 3,5F, 160.000 lire.

Stessodiscorsoperil CatalogoGeneraleG. Conte 1960-1961(casagrossista, aNapoli; “G.” in senso di Giacinto, come capitan Facchetti), di ben 428 pagine 17,5x24,5cm: casellario e certificazione di valori economici del tempo.Ancheperquesto, eancora, qualche cifra, non primadi aversottolineatoche, in introduzione, si avverte che (testuale): «Alla fiera internazionale di Colonia [Photokina del 1960, svoltasi dal ventiquattro settembre al due ottobre, le cui novità sono peraltro raccolteachiusuradi catalogo, dapagina399apagina 416], alcune case ci hannocomunicatodelle variazioni di prezzo, quandogiàil Catalogoerastatoultimato[...]. È consigliabile, dunque, prima di effettuare una commissione, consultare attentamente questa parte del Catalogo, in modo da evitare inutili perdite di tempo».

Comunque, in rapidità: camera da studio Lupa 13x18cm aunacolonna, 75.000 lire; cameraquadrata Mascoli 13x18cm, in legno, 43.000 lire; cavalletto [non treppiedi] dastudio, in legnonoce lucidato, adoppia colonna, 27.000 lire; stessa descrizione, ma in noce di prima scelta finemente lavorato, 50.000 lire; ingranditoreDurst609(6x9cm), 57.000 lire[fu il nostro primo ingranditore “serio”, che dipingemmo tutto di rosso]; ingranditore DurstL138 (13x18cm), 390.000 lire [che diventarono oltre cinque milioni di lire, nel 1969 dei nostri tempi scolastici, in configurazione evoluta Laborator 138S, nella dotazione completa di tre obiettivi a torretta e parco completo di condensatori a cassetto; nel 1965, i miei genitori comprarono il loro appartamentodi trelocali perpocopiù di cinquemilioni di lire... risparmi di tutta una vita / oggi, un Laborator 138S, completamente accessoriato, sta nella nostra cucina di casa, come complemento d’arredamento: l’abbiamoriscattatopercinquantaeurodaunacamera oscura in dismissione di un editore di spicco].

Attenzione aqueste cifre e allaloro redditivitàdi impresa, lungo tutta la filiera dalla produzione all’utilizzatore finale: in quei tempi, i margini di guadagno, a ogni passaggio, erano sostanziali e non stentati, come lo sono oggi. In ogni modo, in argomento valore dei soldi, ipotizzo che mio padre Natale, operaio in pastificio, nel Sessanta percepisse uno stipendio che non arrivavaatrentamilalire, e con questo mantenevauna famigliadi cinque persone; sono certo che miasorella Nella, al suo primo impiego, dal 4 luglio 1957, abbia percepito uno stipendio di tredicimila lire.

Industria Fototecnica Firenze - Produzione 1 947 (negli anni a seguire, Iff). Linea fotografica alle proprie origini; affascinante fascicolo di 24pagine 32x22cm, con -in copertinadotazione Pasquini in illuminazione... fiorentina.

TEMPI ANTICHI

Le nostre osservazioni e riflessioni sull’efficaciae pertinenza della comunicazione/informazione tecnicocommerciale dei cataloghi del passatoprossimosi fermaproprioal passatoprossimo. Infatti, siain Fotografia, nostro territorio di frequentazione e valutazione, sia in generale, approfondire nel passatoremoto, come stiamocomunqueperfare, significaavvicinareeaffrontare altre considerazioni, che hanno debiti di riconoscenza più con lanostalgiael’antiquariato(anchecommerciale) che altro. Insomma, per quanto si possano ipotizzare influenze del passatoprossimosul presente e, magari, futuro immediato, non si può declinare nello stesso modo quando il punto di partenza affonda le proprie radici più indietro e indietro e indietro nel Tempo.

Ciò detto, la conclusione fotografica che stiamo per affrontare siaintesasoltanto, e non giàsoprattutto, per il senso aneddotico delle esplorazioni e analisi: ripetiamolo, antiquariee(probabilmente) fini asestesse. Ma!

Sempre dal nostroArchivio, qualche esempio quantomeno “affascinante” e coinvolgente, perquanto soltanto in direzione del Cuore e non verso la Mente.

) 6 ( P H I A F O T O G R A O I V I H C R A

Campionario fondi fotografici Cattaneo (anni Venti del Novecento?). Tredici cartoncini 21,5x14,3cm sulle cui doppie facciate sono incollate ventisei stampe, che visualizzano fondali dipinti per sala diposa ancien.

Tutti insieme (appassionatamente?), i cataloghi fotografici “antichi” menzionati nel corpo centrale diquesto intervento redazionale, ispirato dal ritrovamento (casuale?invitato?favorito?) del Catalogo Generale Onceas - 1 969-1 970. Nella doppia pagina precedente, i cataloghi “moderni”... in analoga considerazione odierna.

P H I A F O T O G R A O I V I H C R A

Chiusura intima, nel ricordo partecipe di Lorenzo Cattaneo (1936-2017 [ FOTOgraphia, novembre 2017]), al quale dobbiamo questo e altri documenti storici conservati nel nostro Archivio. Catalogo Ing. Ippolito Cattaneo 1 91 3-1 91 4 : 290pagine 16x24cm. Di fatto, racconto erede di una Storia radicata nel secolo precedente.

] P H I A F O T O G R A O I V I H C R A A D [ I N O D R O B O I N T O N A

Passerellad’onore perdue edizioni successive e distanti del CatalogoCattaneo, di Genova, separate tra loro datempi estremamente differenti dellatecnologia fotografica. Il CatalogoIng. IppolitoCattaneo1913- 1914è palesemente erede di una Storia precedente, radicatanel secoloimmediatamente precedente. Nulla di quanto è qui sintetizzato ha punti rintracciabili nell’attualitàdellaFotografia, evoluzioneversol’acquisizione digitale delle immagini inclusa. Macchine fotografiche, obiettivi, attrezzature di trattamento e da laboratorio, accessori complementari, tutti insieme, rimandano indietro nel Tempo, rimandano areminescenze che appartengonosoltantoacoloroi quali conosconoi termini e contenuti della Fotografia dell’Ottocento, qui in sua proiezione ideale sul primo decennio del Novecento.

Ovviamente, per costoro (noi, tra questi), l’incontro con parole e illustrazioni (di manifattura eccelsa, tutte inevitabilmente al tratto, con apprezzati inserimenti di stampe fotografiche su carta originaria) è più che appagante, addiritturaappassionante. Enon stiamoaffatto scherzando. Formalmente, 290 pagine 16x24cm.

Acompleta differenza, in un salto temporale apparentemente contenuto, masostanzialmente influente, nel successivo Catalogo Ing. Ippolito Cattaneo 1929-1930compaiono testimonianze di una consistente trasformazione tecnologica.Tanto perquantificare, il tutto legno precedente è sostituito daconfigurazioni fotografiche in metallo di altra efficienza (ammettiamolo, accantonando perun attimo i Sentimenti): folding popolari 6x9cm e 6,5x11cm, apparecchi pieghevoli professionali dal 6x9cm al 9x1 2cm e 10x15cm, fantastiche stereoHeidoscope (45x107mm e 6x13cm) e Rolleidoscope, in medesimi formati.

Ma, soprattutto, attenzione attenzione, apaginaquarantasette, in chiusuradi facciata, compare, perlaprimavolta, laLeica! Testuale: «Il più piccolo apparecchio con otturatore atendinada1/20 a1/500 di secondo. Tutto in metallo leggero. [...] Si caricacon rotoli di film di m. 1,60 per36 fotografie di m/m 24x36 ed anche c on film di minor lunghezza. L’obbiettivo è un anastigmatico Leitz“Elmar” 1:3,5 f. cm. 5 e dàimmagini di grande nitidezza. [...]».

A seguire, e senza ulteriori approfondimenti e aggiunte, perché ormai dovremmoesserci capiti, sempre e ancora dal nostro Archivio (degno di considerazioni museali, nesiamopiù checonvinti): Catalogogenerale Kodak1910(Marca di fabbrica depositata / Società anonima, Milano- Napoli), di 108pagine13,3x15,3cm; CatalogoillustratoApparecchiedAccessoriFotografiaEmilioResti-Agosto1900(Milano), di 116 pagine 17x24cm; Catalogo generale Ambrosio 1909(Societàanonima,Torino), senzaapparecchi fotografici (più avanti?), ma «Accessori per fotografia - Ingrandimenti - Proiezioni /Ottica- Geodesia», di 146 pagine14x20cm; CatalogogeneralePhotoIca1910 (Societàanonima/Aktiengeselischaft, Dresda), di 208 pagine 15,3x23,3cm; CatalogogeneraleLamperti eGarbagnati1905-1906(Costruzioni e forniture fotografiche, Milano), il primo in impaginazione arubrica fustellata, su 226 pagine 17x24cm; CatalogoAmbrosioApparecchifotografici[ancora 1909?, è più che probabile; 120 pagine 14,5x21cm] (Societàanonima,Torino), con intrigantepresenzadi unApparecchio francobollo, «per fotografie dirette e per riproduzioni» a nove obiettivi multipli, in tre file da tre ciascuna.

Chiusurain doppio, con altre motivazioni che quelle oggi prefisse e perseguite. Anzitutto, Industria FototecnicaFirenze-Produzione1947(aziendache, a seguire, avremmo conosciuto nell’acronimo diffuso di Iff). Lalineafotograficaè alle proprie origini, esordite anche in abbinamento con esigenze e necessità dell’AeronauticaMilitare -lo sappiamo percerto-, apartire dalladotazione Pasquini, ideatae progettatadal commendatorTito Pasquini, di Bologna, peringrandimento e riproduzione fino a negativi 18x24cm.

Notazione storica (sempre che queste Storie siano da considerare, e lo sono, sia chiaro!), è già presente l’ingranditore 24x36mm amessaafuoco automatica Aureg (poi, Auregon: dal fondatoreAurelio Reggiani), realizzato su base Leitz Focomat Ic (altrove, 1c). Fascicolo di 24 pagine 32x22cm.

Comunque, postilla parallela, ma per noi fondante ed edificante, in copertina, grafica con il duomo di Firenze (cattedrale di SantaMariadel Fiore), e il collegato battistero di San Giovanni Battista illuminati, proprio, dal dispositivo Pasquini, appena evocato, in funzione di emissione di luce (illuminatore, per l’appunto).

Fine, in ulteriore trasversalità: singolare, raro ed eccezionale Campionariofondifotografici, della ditta Ing. Ippolito Cattaneo, di Genova (già incontrata nel nostropercorso), databileagli anniVenti del Novecento. Tredici cartoncini 21,5x14,3cm sullecui doppiefacciate sonoincollateventisei stampebianconeroin dimensioni diverse -da 11,2x12cm a 15,8x10,2cm e dintorni-, che, come anticipato e promesso, visualizzano fondali dipinti, persaladi posaancien. In certificazione, «Questo campionariovienespeditoin assegnodi L. 25.- [oppure, “20.-“: lacancellazionesull’esemplarein nostroArchivio è totalmente coprente], rimborsabili non appenaritornato». Francamente: una perla!

Quando c’erano i cataloghi. ❖

Altro

di Antonio Bordoni

Catalogo

FUORI DALL’ORDINARIO

AAintegrazionedi quanto rilevato eosdenti con quelle delle edizioni annuali “Bernardi”) sono presentati oltre otservato nelle pagine qui immediataprecedenti (perle quali, testimoniamo tomila accessori e componenti per mente precedenti, da pagina 40, solsul corrente2019, altrettanto in nostro bicicletta: sono stati tutti fotografati, lecitato eguidato dal reperimento (capossesso), riassumono il quanto/tanto uno a uno, e scontornati per la suale?) del Catalogo GeneraleOnceas possibile attorno il soggetto bicicletta, messain pagina; l’impagina- 1969-1970, in attualecinquantenario senza peraltro presentarne una in zione è (insolitamente) (anche, ma non solo), riferiamo di un quanto tale: BRN srl, via Maestri del chiara, esplicitaed eviCatalogo cartaceo odierno assolutaLavoro d’Italia 100, 47034 Forlimpodente: è facile da mente fuori dall’ordinario, siain richiapoli FC (0543-741423 [non ignorate consultare e immo ai tempi attuali -di altracomunicail telefonico: le risposte sono estremamediata da zione (?)-, sia in riferimento esplicito a mente cortesi, a differenza di quanto comprense stesso, alla sua produzione e alla ormai dobbiamo subire, anchenel nodere. suasuperbaconfezione. Èdisponibile stro solo circuito fotografico]; www. anche dalla Rete (https://www.brn.it/ brn.it, info@brn.it). [Aproposito di que

BRN-Catalogo-Online-ITA.html): cinsto indirizzo di BRN, “via Maestri del quecentoquarantuno/541 doppiepaLavoro d’Italia”, rimandiamo a gine (!) scaricabili in formato Pdf... ma quanto osservato da mFranti non èaffattolostesso, senon altroper -in pseudonimo-, a comquanto stiamo per rilevare. plemento del cinquan

Infatti, quantomeno dal nostro punto di vista, altrimenti indirizzato (coinvolgimenti privati a parte), rimaniamo sullaforma, lasciando leconsiderazioni sul contenuto (più cheottimo, più che garantito, più che autorevole) ad altri, in proprie sedi preposte. Le milleottantapagine(1080!) 25x34cm del Catalogo BRN Bike Parts 2020, coinci- tenario 1969-2019, in riquadro a pagina 12, su questo stesso numero]. Aggiuntivo alla presenza in Rete dell’azienda, con un sito di facileorientamento (chi di dovere, ne faccia lezione di comunicazione e rapporto civile/etico/concreto con i propri interlocutori e clienti), nel Catalogo BRN Bike Parts (Brn, dal codice fiscale di

Perquanto, la maggiorparte dell’offerta commerciale si ripeta, anno dopo anno, il lavoro fotografico è immane, tanto quanto (ormai) inconsueto. La produzione del Catalogo è interna all’azienda: impegnacinque persone, tre creativi (Paolo, Massimiliano e Filippo), un digital &social (Filippo) e un

Altro Catalogo

photo &social (David); nello specifico, grafica di Paolo Banzola e fotografie di David Bertolaso. La tiratura di duemil a cinquecento copie

mai!-, curata e soccorsa da Marco Pupillo, della Bottega del Ciclo, in via Farini 78 /02-66803205, altro telefonico di garbo, cortesia ed efficienza), s appiamo cheil rapporto commerciale rispecchialaqualitàdellapresentazione in Catalogo: dunque, se proprio dobbiamo dirlatutta, formaperil contenuto, contenuto dalla forma. Dunque, il Catalogo BRN Bike Parts 2020 è conforto nella propria

Catalogo BRN Byke Parts 2020 ; 1080pagine 25x34cm; 5,854kg.

Una considerazione sopra tutte, almeno una, c’è ancora.

Per quanto serva rimarcarlo, oltre a rappresentare l’autentica bibbia del p roprio settore (dal 1 998, di prima edizione; l’azienda è nata all’inizio degli anni Quaranta del Novecento), quello delle integrazioni alla e per la bicicletta, questo Catalogo “fuori dall’ordinario” ci conforta nel pensiero che non tutto siaandato perduto, che non tutto sia stato sacrificato al (terribile) altare della superficialità diffusa.

Consapevoli comesiamo cheil presente, in qualsiasi modo si manifesti, vada accettato per quello che è, non tradiamo certo la nostra opinione, spesso ribadita, secondo la quale il Tempo va comunque avanti, con o senza di noi. Però, in supplemento, quando incontriamo chi sa evitare i semplicismi che diventano consequenziali ed endemici (ed è questo il caso!), non possiamo che esultare e pensarecheperil Sapiens, forse, non

A N T O N I O B O R D O N I in italiano si doppia con altre duemila cinquecento in inglese; l’invio è riservato aoperatori mercantili, chequi trovano tutto quanto possa loro servire nel rapporto con i rispettivi clienti, sia in acquisto/vendita, sia in assistenza. Per testimonianza diretta (ci muoviamo per Milano con una bicicletta -a pedalata assistita, sia chiaro e or

messa in pagina, ed è più che eccezionale in confezione: doppio indice arubricafustellata, perlo scorrimento agevole sulle mille pagine abbondanti di offerta merceologica (per quasi sei chilogrammi di peso [5,854kg], va rivelato!). Dacui, lanostraammirazione, successivaalle considerazioni precedenti, su Quando c’erano icataloghi. tutto è perduto. Da e con il fotografo ed educatoresvedeseChristerStrömholm (1 91 8-2002), spesso evocato sulleedallenostrepagine, mai asproposito, ancoraunavolta: «Sono i pesci morti che seguono le correnti».

Eccezionalità del normale.

O, di quello che dovrebbe esserlo. Quantomeno, sempre... forse. ❖

1839-2019:

di Angelo Galantini

centottant’anni

I MAGNIFICI SETTE

RRitornoadieci anni fa. Lacopertinadel I dagherrotipi saggio 1839-2009. Dalla Relazione di sono immaginisu sottili Macedonio Melloni alla svolta di Akio e delicate lastre Morita, pubblicato dalla nostra casa d’argento: oggetti editrice nel 2009, t’anni di Fotografi un dagherrotipo: su settefotografati per i centosettana, visualizza anche uno è stato scelto, (dal nostroArchivio). affascinanti, oltre che preziosi, sia dal punto di vista storico, sia perse stessi. Sono completi Due considerazioni simultanee e codipropria custodia, incidenti. Prima di tutto, l’avvincente di manifattura raffinata. capacità fotografica di realizzazione, chehadatovitaerisaltoaun soggetto eccezionalmentedifficiledafotografare Per la copertina (un oggetto, sia detto per inciso, che di 1 839-2009. sta all’origine stessa della Fotografia: Dalla Relazione curiositàdellaVita). In subordine, lacrodi Macedonio Melloni naca di un percorso editoriale. alla svolta Eccellente interpretazione dello still di Akio Morita life. Non di quegli still life appariscenti (soltanto appariscenti), che fanno urlare la vista, soprattutto grazie abili allestimenti scenici, creati da staffspecializzati, mastill life di eccezionale difsono stati valutati sette possibili dagherrotipi: quattro in questa doppia pagina e tre nella pagina ficoltà, che si impone soltanto agli ocseguente. chi di coloro i quali conoscono i disagi el’improbabilitàdi renderein fotografia un oggetto che staalle sue stesse origini: il dagherrotipo. Perlacopertinadi 1839-2009. Dalla

Relazione di Macedonio Melloni alla completa della Relazione, ma un suo svolta di Akio Morita, che -fatte salve dettaglio fortementeingrandito: niente riserve personali- è ancora di stretta da fare, testo e ritratto accostati non attualità, soprattutto in occasionedelstavano affatto bene assieme. l’attualecentottantesimo (1839-2019), Così, elaborando tra loro il titolo, sono stateipotizzatediversesoluzioni. 1839-2009. Dalla Relazione diMace

Vale la pena raccontarle, per arrivare donio Mellonialla svolta diAkio Morita, poi al succo dellaquestione: gli eccelcon il sottotitoloesplicativo, pureriporlenti still life di illustrazione. 1 839-2009. tato in copertina, Come dire, dal da

La prima idea, lo riveliamo subito, haabbinato laRelazionedi Macedonio Melloni alla figura di Akio Morita, in visioni accostate. La prima soluzione Dalla Relazione di Macedonio Melloni alla svo di Akio Morita , di Maurizio lta gherrotipoall’acquisizionedigitalediimmagini. Econsecuzioni, si èpensato a unanuovacombinazionetral’elemento finaledel titoloesplicito, Lasvolta diAkio della coppia di immagini esemplificaRebuzzini: Morita, con quelloinizialedel sottotitolo, tive del titolo, e a questo introduttive, Come dire, Daldagherrotipo, in ordineinvertito, fecon a sinistra la prima pagina della dal dagherrotipo dele allasuccessione temporale, dalle stessa Relazione [FOTOgraphia, noall’acquisizione origini, ufficialmente datate al 1839, ai vembre 2019] e a destra il ritratto di digitale giorni nostri, conteggiati dall’annuncio

Akio Morita, è stata presto bocciata di immagini. della fotografia digitale, del 1981. Da da tutti, a partire da Giuliana Scimé, autorevole voce della Storia della Fotografia, coinvoltacon unaprefazione di contenuto eccezionale, oltre che E consecuzioni ; prefazione di Giuliana Scimé; FOTOgraphiaLIBRI, 2009; 160pagine cui, eccoci, la soluzione DAGHERROTIPI I dagherrotipi sono imm realizzata. agini su sottili valore inestimabile. Così come non è 15x21cm; edelicatelastred’argento. Sonooggetti stato affatto gradito il successivo tencon 263 illustrazioni; affascinanti, oltre che preziosi, sia dal tativo di riproporrenon lapaginainiziale 24,00 euro. puntodi vistastorico, siapersestessi,

1839-2019: centottant’anni

siaperquantorappresentanoin termini economici (anchequesto). Sonocompleti di propria custodia protettiva, solitamente di manifattura raffinata.

Subito si impone unaprecisazione: tutta la Fotografia dell’Ottocento, e moltadi quellasuccessiva, si manifesta anche, oforsesoprattutto, con lasquisitezzadelleproprielavorazioni formali. Per questo, lo rileviamo subito, nella docenzaacontratto di StoriadellaFotografia del nostro direttore Maurizio Rebuzzini (peraltro, autore del saggio qui in passerella), finoaquandoèstato possibile, si sono mostrati “originali”, rafforzati da una visita programmata al Museo Nazionale Alinari dellaFotografia(Mnaf), di Firenze, lacui esposizionepermanentehascandito unaincessantesequenzadi immagini, apropriavolta“originali”, chesillabano i termini di tuttalaprogressioneespressiva della Fotografia, dalle origini. Per dirla achiare lettere, questo faladifferenza con le riproduzioni sui libri di Storia e su monografie, ovviamente allineate tra loro (e appiattite) nella propria trasformazionelitograficaomogenea, indipendentemente dalle ricercatezze originarie (forma del contenuto).

Tra tanto, tra stampe all’albumina, collotipieealtri preziosi manufatti, il dagherrotipoèaddiritturaqualcosadi più. Non èunaraffigurazionesu carta, ma, ribadiamo, una immagine su sottile e delicata lastra d’argento, che va osservatacon attenzioni particolari, affinchélalucechelacolpisceriveli lapreziosità dell’immagine, ricca di sfumaturelievi. Raresonoleriproduzioni convincenti di dagherrotipi, spesso privati dellapropriaconfezionecaratteristica. STILL LIFE ESEMPLARI Lasfida, chédi questopropriosi ètrattato, ha abilmente evitato di appiattire il tutto. Al contrario, econ capacitàfotograficafuori dall’ordinario, harestituito l’anima del dagherrotipo, facendolo brillare e vivere di luce propria.

L’equilibriorappresentativo, non soltanto raffigurativo, è stato raggiunto

Dal solo punto di vista esteriore, che tiene conto della forma, sono sicuramente affascinantiqueste eleganti finiture. Però, per le finalità della copertina da illustrare, ha prevalso il ritratto della coppia di ragazzi (pagina precedente), che non si sovrappone visivamente al ritratto di Akio Morita.

(pagina seguente) Tre austeri gentiluomini americani di metà Ottocento: siamo sinceri, non adattialla copertina di 1 839-2009. Dalla Relazione di Macedonio Melloni alla svolta di Akio Morita . Accettando come prima fotografia italiana, in forma di dagherrotipo(processo originario), la raffigurazione della Gran Madre di Dio, a Torino, oggi conservata nell’archivio storico della Gam (Galleria Civica d’Arte Moderna, di Torino), attribuita a Enrico Federico Jeste realizzata l’8 ottobre 1839, all’alba della Fotografia (annunciata il sette gennaio e presentata il diciannove agosto), estromettiamo ogni altro argomento al proposito.

Sappiamo bene di altre opinioni alproposito -nessuna dellequali solidamente verificata-, ma, allo stesso momento, conosciamo anche lo stato dello studio storico della Fotografia, in Italia, mortificato da condizioni istituzionali e accademiche quantomeno incerte e grottesche.

Per cui, consideriamo appropriata l’accoglienza di un dato certo, perquanto probabilmente non rispondente all’attribuzione accreditata. Così agendo, lontani da invadenze che appartengono ad altripercorsi, rimaniamo fedeli a princìpi di onestà intellettuale per noi inderogabili.

senzasacrificarealcuno degli elementi caratteristici dello stesso dagherrotipo: la sua immagine, prima di tutto, e la suaconfezione, in un allineamentoche mai si era visto in precedenza.

Dopo di che, fotografati sette soggetti, dalla nostra Collezione personale, si è trattato di scegliere quello adatto ad accostare il ritratto di Akio Morita. Dei sette prescelti, individuati in un fondo di quaranta possibili, alcuni si sono presto rivelati esteticamente più affascinanti di altri: per la raffinatezza della confezione e la lavorazione della cornice di contenimento. Allafine, oltregli aspetti formali, ha poi prevalso la coppia di ragazzi, effettivamente utilizzatanellacopertina di 1839-2009. Dalla Relazione diMacedonio Mellonialla svolta diAkio Morita, e ribadita in apertura del capitolo di partenza 1839. Dal sette gennaio aldodicinovembre, perché gli altri ritratti si sarebbero sovrapposti visivamente a quello di Akio Morita. Qui, li presentiamo comunque tutti.

Arrivati a fine Duemiladiciannove, concludiamo qui la differenziata serie di nostri interventi redazionali declinati sul centottantesimo anniversario dalle origini della Fotografia: 1839-2019. Ce ne siamo occupati tra la consueta indifferenza generale e assoluta (e colpevole!, addirittura)assenza/mancanza delle istituzioni che dovrebbero essere preposte a promozione e sollecitazione della stessa Fotografia, magari anche in legittima proiezione commerciale.

A dieci anni dalla propria cronaca, questapasserellaèfinalizzataallasot- tolineaturadell’abilitàfotograficacon la quale si è restituita l’essenza del da- gherrotipo: perfettamenteidentificabile nellasuaimmagineeaffascinantemen- te completo della propria confezione. Con un’abile collocazione delle luci e uno strategico punto di vistamodera- tamentealzato, si èdatoefficacerisalto e valore a due condizioni solitamente avverse tra loro: l’opacità della confe- zione e la brillantezza dell’immagine.

Dal punto di vista prospettico, se- condo antiche lezioni di fotografia, è stataben finalizzatalacomplicitàdi un obiettivo decentrabile e basculabile (PC-E Micro Nikkor 85mm f/2,8D, su reflex Nikon D700 full frame).

Dal puntodi vistaespressivo, hafatto la differenza l’abilità interpretativa, gui- data da un cuore che pulsa al ritmo della convinzione che la Fotografia sia una rappresentazione visiva costruita su elementi di autentica saggezza.

Sicuramente. ❖

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