Web_Magazine_Komaros_Sub_n.8

Page 1


NEWS Presentazione Libro Miglio del Passetto 1993-2012”

pag.

4

pag.

6

di Donatella Paolozzi

I NOSTRI INCONTRI SUBACQUEI La regina del popolo della sabbia di Federico Betti



PUNTI D’IMMERSIONI AL CONERO La Secca delle “Monache”

pag. 12

di Fabio Fiori

eccoci qui nel pieno della stagione, tra un’immersione e un’altra, sempre alla ricerca di nuove storie da raccontare. Segnaliamo anche questa volta un paio di libri, il primo, non per importanza, ma per affetto, è quello del Komaros sul Miglio Del Passetto a cura di Donatella Paolozzi ed il secondo, di tutt’altro genere e spessore, del Dott. Alessandro De Maddalena e Walter Heim “ Mediterranean Great Withe Sharks”.

IMMERSIONI PARTICOLARI Punta Pizzaco Isola di Procida

pag. 16

di Enzo Maione

EVENTI SUB NELLE MARCHE Giornata Internazionale della Biodiversità Biologica

pag. 20

di Gianfranco Rossi

LE NOSTRE ATTIVITA’ Pulizia dei fondali – Passetto 2012

pag. 24

di Fabio Fiori

A tutti buona lettura…. 

APPUNTI DI VIAGGIO Papua Nuova Guinea, l’isola tra le nuvole

pag. 32

di Sergio Riccardo

WEB-MAGAZINE: KOMAROS SUB ANCONA

Luglio – Settembre 2012

SEZIONE BIOLOGIA Il coralligeno e le sue gorgonie

pag. 42

di Daniele Grech

ANNO 2° numero 8 In copertina: foto di Marco Boncompagni LA REDAZIONE: Francesco Flores, Marco Boncompagni e Federico Betti

ARCHEOLOGIA SUBACQUEA I trasporti marittimi nell’antichità LE ANFORE – seconda parte

pag. 44

di Giuseppe Barbone

SEZIONE APNEA 10° Trofeo Monsub Jesi – Un appuntamento consolidato nel panorama apneistico regionale

pag. 50

di Carlo Brecciaroli

GADGETS KOMAROS

pag. 52

IN QUESTO NUMERO FOTO DI: Francesco Flores, Federico Betti, Marco Boncompagni, Stefano D’Urso, Sergio Riccardo. Foto concesse da Centro Sub Campi Flegrei, da Reef Check Italia Onlus e da Monsub Jesi.

è possibile tenersi informati sulle iniziative del club attraverso il gruppo KOMAROS FACEBOOK

HANNO COLLABORATO: Federico Betti, Marco Boncompagni, Sergio Riccardo Giuseppe Barbone, Gianfranco Rossi, Fabio Fiori, Carlo Brecciaroli, Daniele Grech

A.S.D. Komaros Sub Ancona E’ vietata la riproduzione parziale o integrale dei contenuti e delle immagini presenti nel web-magazine

- Mole Vanvitelliana 60125 Ancona Tel 071/204558 cell 337/640879 -mail info@komaros.it - www.komaros.it



Nella

splendida

cornice

della pineta del Passetto, si è tenuta la presentazione del

libro

Miglio

del

Passetto 1993-2012 “ Un

ringraziamento

particolare va a chi ha reso possibile

tutto

questo,

Donatella Paolozzi, che ha curato

queste

note

con

spirito di cronista attento e partecipato, ha raccolto le diverse testimonianze per dare voce a un racconto corale. Soprattutto, ha avuto il privilegio di attraversare alcune delle epoche descritte e di conoscere molti protagonisti citati in queste pagine.

“Da qualche anno ormai gli amici del Kómaros Sub e il Miglio del Passetto sono entrati nella mia vita ed è con

grande

piacere

che

insieme abbiamo lavorato a questo libro. Spero che con altrettanto

piacere

leggerete anche voi! ”

lo


L’ASD Komaros Sub Ancona organizza da venti anni la gara di nuoto in mare conosciuta come il Miglio del Passetto. Questa è solo una delle molteplici attività che ruotano attorno all’elemento liquido: che sia di mare o in piscina... sopra o sotto la superficie... con o senza bolle... insomma a noi l’acqua non basta mai! Dietro una delle gare più belle inserite da anni nel campionato italiano FIN di mezzofondo in acque libere, il Miglio

del

Passetto

di

Ancona

c’è

un

microcosmo

intimamente connesso alla città che lo ospita e alle sue tradizioni Il libro ripercorre la storia della manifestazione dalle origini legate allo sport popolare nel primo dopoguerra, alla Traversata del Porto e alla Traversata del Passetto, fino alla nascita dell’odierno Miglio del Passetto che celebra quest’anno, nel 2012, la sua ventesima edizione. Divagando sulle vicissitudini del nuoto in mare, incontreremo l’Associazione Sportiva Kómaros Sub Ancona che dal 1993 organizza il Miglio del Passetto e faremo la conoscenza del campo gara, la spiaggia del Passetto con le sue grotte e i suoi caratteristici abitanti, sopra e sotto la superficie del mare. Ripercorreremo insieme le gesta degli atleti e dei personaggi che da vent’anni hanno fatto la storia del Miglio e le fortune della squadra Kómaros Nuoto Masters. Le classifiche generali delle ultime 11 edizioni completano il volume, perché ognuno dei partecipanti possa ritrovarsi e dire con orgoglio “ c’ero anch’io”


LLA AR REEG GIIN NA AD DEELL PPO OPPO OLLO OD DEELLLLA A S SA AB BB BIIA A di Federico Betti

sottoclasse degli oplocaridi, e già a prima

Siamo in immersione da alcuni minuti, ad

crostacei con cui siamo abituati ad avere a

una

che fare; questi, infatti, appartengono tutti

decina

di

metri

di

profondità,

vista appare molto diversa da tutti gli altri e

perlustriamo con attenzione un breve tratto

alla

delle piane sabbiose e fangose antistanti il

comprende

Monte Conero, pochi chilometri a sud di

aragoste, galatee e tutte le specie più note.

Ancona.

La classe a cui appartengono sia gli oplocaridi

Siamo in due, amanti delle cosiddette “muck

che

dives”,

malacostraci.

le

immersioni

svolte

su

fondali

sottoclasse degli eumalacostraci,

gli

granchi,

gamberi,

eumalacostraci

è

che

paguri,

quella

dei

sabbiosi apparentemente privi di attrattive, ma in grado di svelare splendidi tesori a chi cerca l’incontro con animali strani, diversi dalle specie che si incontrano abitualmente in immersione, e ha la pazienza di dedicare a questi ambienti un’osservazione più attenta. Le coste della Riviera del Conero, con la loro commistione fangose,

di

sono

fondali

rocciosi

indubbiamente

e

piane

il

posto

migliore in Italia per dedicarsi a questo tipo di immersioni. Procediamo scorgiamo

pigramente; un

paguro

ogni che

tanto trascina

faticosamente la sua conchiglia, a volte piccole sogliole schizzano rapide sotto di noi. Una traccia nel fango ci permette di scovare una

bellissima

Neverita

josephinia,

un

mollusco gasteropode dal corpo bianco latte e una lucida conchiglia bruna o arancio. Poi ci imbattiamo in due grossi fori circolari, di quattro o cinque centimetri di diametro, posti ad una ventina di centimetri di distanza l’uno dall’altro. Si tratta certamente della

La canocchia, che può raggiungere una taglia

tana della regina del popolo della sabbia,

massima di una ventina di centimetri, ha

Squilla

comunemente

corpo allungato e appiattito, composto da un

canocchia, o pannocchia, o semplicemente

piccolo capo ed un corto torace, riuniti in un

nocchia, ma anche cicala di mare (nome

cefalotorace, cui seguono numerosi segmenti

attribuito

addominali

mantis.

anche

Detta

a

Scyllarides

latus,

la

incernierati

l’uno

all’altro,

e

magnosa), Squilla mantis è un crostaceo,

terminanti nel telson, una coda appiattita e

l’unico rappresentante mediterraneo della

dotata di spine su cui spiccano due falsi occhi di colore violaceo, utilizzati per ingannare i


potenziali predatori. Il corpo è di colore grigio o

chele,

leggermente rosato.

mantis utilizza abitualmente questa seconda

Al di sotto dei segmenti addominali si notano

strategia.

tante

con

Le canocchie sono estremamente voraci ed

respiratoria,

aggressive, anche nei confronti dei loro simili.

appendici

funzione

a

natatoria

forma ma

di

anche

paletta,

portatrici

di

lunghe

spine.

Squilla

poiché agiscono come branchie.

Animali prettamente notturni, escono dalla

Sono poi presenti tre paia di zampe lunghe e

tana durante la notte per andare a caccia di

sottili, che sostengono il corpo.

altri crostacei, come gamberetti, granchi e

La

caratteristica

più

appariscente

della

paguri, di molluschi gasteropodi e anche di

canocchia è la presenza di un paio di strane

piccoli pesci, e in generale di tutto ciò che è nelle loro possibilità. Sono predatori molto efficienti; non a caso, gli

occhi

composti

e

peduncolati

delle

canocchie risultano essere i più complessi fra gli occhi dei crostacei, e l’addome flessuoso permette un’agilità di movimenti superiore a quanto non accada in tutti gli altri crostacei. L’aggressività verso altri organismi è così marcata che ad oggi si conosce una sola specie in grado di convivere pacificamente con Squilla mantis: si tratta del gamberetto Athanas amazone, che vive spesso all’interno delle tane scavate dalla canocchia. Ci affacciamo lentamente ad uno dei due fori; la tana è rappresentata da una galleria a forma di U scavata nella sabbia o nel fango, lunga al massimo una trentina di centimetri; grazie al corpo molto agile, la canocchia riesce a muoversi agevolmente all’interno della tana, addirittura girandosi su sé stessa. Squilla

mantis

vive

spesso

a

grandi

profondità, in genere fra i 40 ed i 200 metri, appendici toraciche chelate, simili agli arti

ma in Alto Adriatico, dove è decisamente

raptatori delle mantidi religiose.

comune, si trova, come è accaduto a noi,

Questi arti sono estremamente forti e robusti, e

anche nei primi dieci metri di profondità.

possono scattare sulla preda con una velocità

Davanti alla costa di Ancona, si trova in

ed una potenza incredibili; in alcuni paesi, il

genere una tana ogni 4-24 m2. Alziamo infatti

nome comune della canocchia suona più o

la testa e vediamo davanti a noi altri buchi,

meno

che si aprono ad intervalli irregolari sul fondo

come

“spaccapollici”.

La

preda

può

essere colpita con violenza durante l’apertura a scatto dell’arto, o bloccata rapidamente fra le

fangoso. Guardiamo nel foro e intravediamo


gli occhi e le antenne della proprietaria della

Si

tana; non vogliamo disturbarla e continuiamo

decisamente di rado, e ci sentiamo piuttosto

la nostra pinneggiata.

fortunati!

Dopo pochi metri siamo premiati: incontriamo un’altra canocchia, questa volta fuori tana. Ci avviciniamo con delicatezza e con sorpresa notiamo che l’esemplare in questione è una femmina, e fra gli arti anteriori protegge

Squilla mantis, infatti, si riproduce a fine primavera; la fecondazione è interna, e la femmina depone centinaia di uova di colore giallastro agglutinate in una massa globosa, che trasporta al di sotto del capo, fra gli arti e

ossigenandola

Non

che

cura

continuamente,

ed

eliminando

eventuali

parassiti. Alla schiusa, dalle uova escono larve che trascorrono alcuni mesi nel plancton, prima di compiere la metamorfosi e tornare al fondo.

di

vogliamo

un

incontro

disturbarla,

che

e

accade

scattiamo

prudentemente solo un paio di foto prima di allontanarci,

visibilmente

emozionati,

lasciando che la futura mamma si prenda cura delle proprie uova. Un’ora

un’enorme ammasso di uova.

raptatori,

tratta

di

immersione

vola

via

così,

lasciandoci negli occhi tante belle immagini e l’emozione che ha suscitato in noi l’incontro con mamma Squilla mantis, la regina del popolo della sabbia. L’aspetto un po’ inquietante, simile a quello di un animale preistorico, l’aggressività e la forza che questa specie dimostra, unita alla delicatezza con cui si prende cura delle proprie

uova,

contribuiscono

a

rendere

l’incontro con questa specie avvincente per tutti i subacquei.





LLA AS SEEC CC CA AD DEELLLLEE ““M MO ON NA AC CH HEE”” di Fabio Fiori Uscendo dal Porto di Ancona, dopo aver superato i cantieri navali, si incontra proprio davanti alla Cattedrale di San Ciriaco la “secca delle Monache”. In realtà si tratta solo di una parte di una secca più estesa che un tempo si estendeva davanti al Colle Guasco a sud degli scogli di San Clemente e della omonima secca. Oggi secca

la

parte

è

cantiere

settentrionale

coperta navale

meridionale

si

dalle e

è

la in

della

mura

del

parte

più

gran

parte

insabbiata.

L’immersione si svolge lungo la parte sopravvissuta

della

secca,

che

è

formata da un lungo costone parallelo alla spiaggia, con profondità variabili tra i tre e gli undici metri. Il punto di inizio immersione è sulla propaggine meridionale della secca, si scende su un fondale roccioso di circa tre metri di profondità coperto di cozze sopra le quali pascolano branchi di bobe e cefali.

L’immersione si svolge risalendo il costone in direzione nord nuotando lungo il bordo esterno che degrada su un fondale di otto / nove metri. Dopo una ventina di metri si incontra una zona frastagliata con alcuni massi franati che formano diverse tane. Qui sono quasi sempre presenti piccola fasciati

molti o

saraghi

di

taglia

sia

media

(Diplodus

vulgaris),

che maggiori (Diplodus sargus sargus) che pizzuti (Diplodus puntazzo), inoltre branchi di occhiate

nuotano

sopra

gli

scogli più alti. Nelle parti più oscure delle tane sono presenti moltissimi © © FFR RAAFFLLO O

gamberetti bianchi e rossi.


Procedendo verso il largo il pendio roccioso scende privo di cozze fino al fondo sabbioso alla profondità di undici metri.

Qui

fermandoci

osservare

che

apparentemente

potremo il

fondale

vuoto

è

in

realtà brulicante di vita. Moltissimi

granchi

nuotatori

acquattati tra la sabbia, triglie che pascolano setacciando il fondo con i loro baffetti alla

© © FFR RAAFFLLO O

ricerca di cibo, Presenti in gran quantità anche i molluschi gasteropodi come i murici di scoglio (Hexaplex trunculus), o il buccino (Buccinulum corneum), sia seminascosti nella sabbia, che intenti a cibarsi di cozze staccate dagli scogli, nel periodo di maggio/giugno li troveremo in grandi concentrazioni intenti a deporre le uova, che assomigliano ad una grossa spugna bianca. Percorso un centinaio di metri in direzione nord, percorrendo la base della secca, potremo ritornare verso la barca percorrendo invece la parte alta della secca che è coperta di cozze tra le quali trovano rifugio piccoli granchi, ofiure, bavose. Guardando verso terra potremo veder nuotare gruppetti di grossi cefali intenti a pascolare nel basso fondale, se siamo fortunati potremo scorgere anche qualche spigola in caccia. L’immersione termina alla boa di partenza.

© © FFR RAAFFLLO O





© © FFR RA AFFLLO O


P Pu un ntta a P Piizzzza acco o IIsso olla a d dii P Prro occiid da a

della parete facile è l’incontro con Cernie,

di Enzo Maione

murene,

Il nome Punta Pizzaco deriva dai saraghi pizzuti

Continuiamo

frequente incontro durante questa immersione.

profondità di 35 mt dove iniziano i primi rami

musdee la

ns

polpi, discesa

aragoste. fino

ad

una

di corallo rosso (Corallium rubrum),

Ci troviamo all’isola di Procida. Alle ns spalle abbiamo come sfondo il suggestivo scenario della corricella, borgo di pescatori dell’isola, famosa in quanto scelta da Massimo Troisi come set cinematografico del film “Il Postino” . Ormeggiamo il gommone in una caletta alla profondità di 6 mt. Qui inizia la ns immersione.

Una volta arrivati sul fondo si nuota con la parete alla ns destra, scendendo fino ad un primo scalino alla profondità di 18 mt. Sotto ad un arco troviamo la statua di una madonna. Dopo pochi metri la parete sprofonda con un

che via via diventano sempre più numerosi, e offrono un bellissimo colpo d’occhio con i loro polipi bianchi candidi estesi. Una cascata di

taglio netto nel blu.

enormi gorgonie rosse con i rami pieni di Continuiamo la ns immersione con la parete a destra aumentando man mano la ns quota fino alla profondità di 27 mt dove la parete è un’eslosione di colori ricca di parazoanthus, spugne

di

vari

colori,

piccoli

e

delicati

nudibranchi dai colori sgargianti…negli anfratti

collane di gialle uova di gattuccio, ci invità a spingerci a maggiori profondità, ma il ns computer

indica

38

mt,

22

minuti

di

immersione, e soli 2 minuti per non uscire fuori curva di sicurezza.


profondità di 18 mt. Alla fine della parete ci fermiamo su un balcone che affaccia nel blu per ammirare le splendide figure effettuate dai branchi di alici e le ricciole che sfrecciano all’interno per guadagnarsi il loro pasto. Dopo 40 minuti è ora di rientrare. Facciamo la ns sosta di sicurezza nella baia su un fondale misto tra sabbia è rocce dove qualche polpo e qualche

seppia

ci

fanno

ammirando

compagnia.

E’ il momento di rientrare. Invertiamo il ns

Riemergiamo

lo

splendido

percorso, e con la parete alla ns sinistra,

scenario di questa cala. Andiamo via con il

diminuiamo lentamente la ns quota fino ad una

ricordo di una delle parei più belle del mediterraneo.

D A T I

I M M E R S I O N E

Difficoltà

Media

Profondità

secondo del livello del brevetto: 18 - 40 - tecnica

Periodo ottimale

tutto l'anno è sempre una bella immersione

Temperatura H2O Visibilità

Organismi

Attrezzatura

14° - 26° ottima parazoanthus, spugne di vari colori, piccoli e delicati nudibranchi dai colori sgargianti…negli anfratti della parete facile è l’incontro con Cernie, murene, musdee polpi, aragoste. Corallo rosso (Corallium rubrum). Torcia – computer e macchina fotografica


Il

G Giioorrnnaattaa IInntteerrnnaazziioonnaallee ddeellllaa D Diivveerrssiittàà B Biioollooggiiccaa di Gianfranco Rossi

prof.

Roberto

Dipartimento

Danovaro,

di

dell'Ambiente

Scienze

Direttore della

(DISVA)

del

Vita

e

dell'Università

I subacquei della società Subtridente Pesaro, i ricercatori scientifici di Reef Check Italia Onlus e le istituzioni pubbliche uniti per la protezione e conservazione della biodiversità dell'ambiente marino costiero del nord Adriatico.

Il

Nord

Adriatico

contribuiscono

a

è

uno

rendere

dei il

mari

che

bacino

del

Mediterraneo, una delle aree del pianeta a maggior

La

tasso

promozione

di

di

questo

biodiversità.

valore

e

il

Prof. Roberto Danovaro

Politecnica

delle

Marche,

ha

riassunto

i

coinvolgimento dei cittadini affinché questo

risultati di oltre dieci anni di ricerche legate al

patrimonio sia conservato e protetto per il

progetto Census of Marine Life. Tali dati

nostro attuale benessere e per quello delle

evidenziano che il numero di specie presenti

generazioni future è un dovere di tutte le

nel bacino del Mediterraneo è all'incirca di

istituzioni dai livelli più elevati fino ai singoli

17.000, ma si tratta certamente di un numero

cittadini. È con queste motivazioni che la

incompleto. La diversità di specie microbiche

Società Subtridente, in collaborazione con la

è di sicuro sottostimata e le aree più profonde

provincia di Pesaro Urbino, il Parco Naturale del

sono ancora poco conosciute.

Monte San Bartolo e l'associazione Reef Check

Complessivamente

Italia Onlus ha organizzato nei giorni 8/9

purtroppo a una diminuzione di biodiversità in

giugno

tutto il bacino. Quasi tutte le principali specie

2012

una

manifestazione

inserita

si

sta

assistendo

nell'ambito delle attività promosse dalle Nazioni

appartenenti

Unite per celebrare la Giornata Mondiale della

maggiormente conosciute dalla popolazione in

Biodiversità. Nel corso delle due giornate si

genere, sono in progressivo declino, mentre

sono susseguite relazioni scientifiche e attività

al contrario cresce costantemente il numero

di monitoraggio in mare che hanno coinvolto un

di specie aliene provenienti, in particolare,

elevato numero di persone.

alla

macrofauna

e


dall'area orientale del bacino. Queste specie

Plinio, passando attraverso Linneo fino ai

rapidamente si stanno espandendo verso ovest

tempi più recenti con le esperienze di J.

a causa del riscaldamento in atto delle acque

Jaques Cousteau. La ricerca ecologica e la

del Mediterraneo e rappresentano una reale

scoperta delle specie della regione adriatica

minaccia

l'area.

sono frutto di studi dettagliati opera di vari

uno

autori a partire dal celebre manuale di R.

sfruttamento eccessivo delle risorse di pesca,

Riedl. Diverse pubblicazioni, in anni recenti,

inquinamento, perdita di habitat e biodiversità,

hanno provato a incentrare l'interesse dei

tutti palesemente riconducibili a impatti di

ricercatori e della popolazione in genere,

origine

cambiamenti

sull'area del Nord Adriatico. Questo impegno

costituiscono le principali

sta portando risultati molto importanti perché

alla

Ovunque

biodiversità

sono

evidenti

antropica.

a

tutta

segnali

Insieme

climatici in atto essi minacce

di

ai

questi

di

ecosistemi

unici.

solo

attraverso

una

conoscenza

più

approfondita della

biodiversità

caratterizzano

e

questo

delle

dinamiche

particolare

tipo

che di

habitat sarà possibile avviare le iniziative più utili per la valorizzazione di un ambiente così prezioso

quanto

misconosciuto

e

sottovalutato.

Nel corso dell'evento è stata allestita una mostra di poster, prodotti da Reef Check italia Onlus, dedicati alla biodiversità marina con la descrizione di habitat e specie marine da proteggere.

Seguendo tali premesse il dott. Carlo Cerrano ricercatore del DISVA e presidente di Reef Check

Italia

Onlus,

ha

quindi

focalizzato

l'attenzione su quello che rappresenta un "hot spot" di biodiversità all'interno dell'"hot spot" principale,

costituito

dall'intero

bacino

mediterraneo: il mare Nord Adriatico, ovvero quella parte di bacino settentrionale racchiusa a nord della congiungente tra le città di Ancona e Zara.

Le conoscenze attuali sulla biodiversità di tutta l'area mediterranea hanno origini lontane, dai tempi dei greci e dei romani, con Aristotele e

Eva Turicchia (Reef Check Italia Onlus) mentre descrive ai partecipanti le modalità di raccolta dati secondo il protocollo MAC.


Secondo questo indirizzo scientifico ha avuto luogo

il

giorno

seguente

l'attività

di

monitoraggio dei fondali marini e della spiaggia antistante al Parco Naturale del Monte San Bartolo. Con il contributo di numerosi volontari subacquei della società Subtridente Pesaro e degli studenti di una classe del liceo scientifico G. Marconi di Pesaro è iniziata la prima attività di monitoraggio dell'ambiente marino costiero, sommerso ed emerso, utilizzando i protocolli dell'associazione Reef Check Italia Onlus.

indispensabili per una corretta gestione di questa parte di territorio marino. Il loro libero accesso per la consultazione nel database di RCI sarà un utile mezzo a disposizione degli enti gestori responsabili della conservazione e protezione delle risorse di quest'area e in definitiva dell'intero Mar Mediterraneo.

Tale attività è servita a disegnare una mappa di quest'area che rappresenterà un'utile base per monitoraggi

futuri.

Ulteriori

e

regolari

monitoraggi in anni successivi ci permetteranno di avere nel corso del tempo un numero di dati a Essi

disposizione, costituiranno

una

sempre

maggiore.

fonte

d'informazioni

Maurizio Tonelli (Presidente Subtridente Pesaro) Tarcisio Porto (Assessore all'Ambiente Prov Pesaro-Urbino) - Stefano De Angelis (Liceo Scientifico G. Marconi Pesaro) - Carlo Cerrano (Presidente Reef Check Italia Onlus) - Domenico Balducci (Presidente Parco San Bartolo) - Gianfranco Rossi (Reef Check Italia Onlus) - Roberto Danovaro (Direttore DISVA UNIVPM Ancona)


M ME ED DIIT TE ER RR RA AN NE EA AN N

LL’’aauuttoorree

G GR RE EA AT TW WH HIIT TE ES SH HA AR RK KS S Alessandro De Maddalena è uno dei maggiori

di Alessandro De Maddalena e Walter Heim

In libro

questo eccezionale

sono

presentati

i

risultati di 16 anni di ricerca

svolta

in

merito alla presenza dello squalo bianco nel

Mare

Mediterraneo

Vi

sono

in

descritte

dettaglio e analizzate circa 600 segnalazioni di squali bianchi ripartite su un lasso di tempo di oltre

tre secoli: una ricerca che non ha

precedenti per specificità e completezza. Nel loro

complesso

preziose

i

dati

raccolti

forniscono

informazioni

sulla

specie,

esperti di squali del mondo. È il curatore della Banca Dati Italiana Squalo Bianco, membro fondatore del Gruppo Mediterraneo di Ricerca sugli Squali e Investigatore Regionale del Global

Shark

Attack

File.

È

autore

di

numerose pubblicazioni sugli squali: 17 libri, oltre 30 articoli di ricerca e oltre 70 articoli divulgativi. E' inoltre illustratore scientifico e fotografo. Ha tenuto numerosi seminari, corsi e conferenze per università, musei di Storia Naturale e circoli subacquei in tutta Italia. Dal 2010 tiene un corso sulla biologia, ecologia ed etologia

degli

squali

organizzato

in

collaborazione con Apex Shark Expeditions di Chris e Monique Fallows a Simon's Town, Sud Africa.

relativamente a molti aspetti, quali dimensioni,

Foto: Alessandro De Maddalena nella gabbia

distribuzione,

antisqualo al largo di Cape Point, Sudafrica

habitat,

comportamento,

riproduzione, dieta, pesca e pericolosità per l'uomo.

Il testo

è accompagnato da rare

fotografie. La presentazione è di Marie Levine. Il prezzo è di 55 dollari USA. Il libro può essere ordinato direttamente dall'editore McFarland: http://www.mcfarlandpub.com/book2.php?id=978-0-7864-5889-9 Per informazioni sugli altri libri sugli squali pubblicati

dal

medesimo

autore:

http://alessandro-demaddalena.webs.com/books.htm Autori: Alessandro De Maddalena–Walter Heim Editore: McFarland DE MADDALENA, A. & W. HEIM (2012): Mediterranean Great White Sharks. A Comprehensive Study Including All Recorded Sightings. McFarland, Jefferson. 254 pp. Softcover, 17 x 25 cm. 87 disegni e fotografie in bianco e nero. ISBN: 978-0-7864-5889-9. Prezzo: 55 dollari USA. Lingua: Inglese.

(© Gaspare Schillaci).



© ©FFR RAAFFLLO O


PPU ULLIIZ ZIIA AD DEEII FFO ON ND DA ALLII -- PPA AS SS SEETTTTO O 22001122 di Fabio Fiori Nella giornata di, sabato 9 giugno i subacquei del Kòmaros Sub Ancona hanno ripulito i fondali del Passetto. Una trentina di subacquei, sia in apnea che con autorespiratori, hanno setacciato i fondali antistanti la spiaggia del Passetto raccogliendo vari quintali di rifiuti. Quella

del

Passetto

è

la

spiaggia

più

© ©FFR RAAFFLLO O

I

anconetana di Ancona. subacquei volontari, sia in apnea che con autorespiratore, sono stati divisi in squadre assistiti dai gommoni del Komaros e dalle barche dei grottaroli. Appena scesi in acqua già

dai

primi

metri

hanno

iniziato

a

raccogliere dai fondali rifiuti di ogni genere ammucchiatisi, sia per l’incuria umana, che per le mareggiate invernali che hanno portato a riva ogni tipo di rifiuto trasportato da venti e correnti. © ©FFR RAAFFLLO O

Trascurato per decenni e con chiari segni di incuria il “Passetto” vuole tornare a nuovo splendore per iniziativa di tutti gli amanti del mare ed in prima fila i subacquei sportivi, i “Grottaroli” e gli imprenditori balneari. Il Kòmaros Sub di Ancona da sempre cura e tutela il mare in generale e quello sotto casa in particolare. E’ in questo spirito che il Kòmaros Sub di Ancona

ha

organizzato

la

manifestazione

“Pulizia dei fondali – Passetto 2012”, una iniziativa cui hanno aderito e dato la loro collaborazione l’Associazione dei “Grottaroli”, la Prima Circoscrizione, l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Ancona, la Capitaneria di Porto di Ancona, la Banca di Credito Cooperativo di Ancona, la ditta Carmar Sub e gli stabilimenti balneari della spiaggia.


Recuperati tra gli altri due grossi cancelli in ferro, un carrello in acciaio per il varo delle imbarcazioni,

vecchi

pneumatici,

reti

ed

attrezzature da pesca incagliate sugli scogli che continuano mesi.Inoltre

a

fare

danni

l’onnipresente

all’ambiente ed

per

indistruttibile

plastica, molte bottiglie, taniche e contenitori vari in materiale plastico, boe sfondate, vecchi stivali. Complessivamente sono stati raccolti oltre 700 chili di rifiuti vari.

La manifestazione vuole essere soprattutto un messaggio

destinato

frequentano

ed

a

amano

tutti il

coloro

mare

a

che non

abbandonare mai nulla sulla riva o nelle acque ed anzi, come da anni fanno i nostri associati, a recuperare i rifiuti che trovano durante la loro attività sportiva o ludica. L’iniziativa di oggi è anche un preludio per la gara di nuoto in mare di livello nazionale “MIGLIO DEL PASSETTO 2012”, giunta alla ventesima edizione e che si svolgerà proprio in queste acque sabato 14 luglio.

© © FFR RAAFFLLO O I mezzi impiegati per la “pulizia dei Fondali “








Tra l’ Indonesia e l’ Australia, sulla linea dell’ Equatore, una terra ricoperta per tre quarti da foresta pluviale e montagne che superano i 4.000 metri. L’ hanno chiamata “l’Isola tra le nuvole”. Perché all’alba e al tramonto, nelle Highlands, tra nubi e nebbie spuntano soltanto cime di montagne ammantate di giungla. Una giungla che nasconde un mondo primitivo, un

paradiso

della

natura

popolato

da

innumerevoli specie di uccelli, farfalle e di fiori che rendono unico l’ambiente della grande isola e dove il cannibalismo è forse ancora praticato e la legge del taglione applicata regolarmente.

Foto Sergio Riccardo

Ma è agli amanti delle immersioni che la Foto Sergio Riccardo

Papua Nuova Guinea riserva delle sorprese

Chi viaggia in Papua Nuova Guinea si immerge

indimenticabili grazie alla bellezza e varietà

in una realtà totalmente diversa da quella

dei suoi fondali di incomparabile bellezza.

quotidiana. Sicuramente verrà ripagato di ogni

Nelle sue acque si possono fare alcune delle

disagio:

immersioni più spettacolari del mondo: su

quali luoghi nel mondo possono offrire insieme

fondali

una natura selvaggia e incontaminata, isole

pinnacoli in mare aperto con pareti ricoperte

coralline da sogno, la vita primitiva dei villaggi,

da alcionari e gorgonie, relitti aereonavali

i colori e i suoni dei sing-sing, una varietà

della II Guerra Mondiale, “pass” dove regnano

incredibile di artigianato. Qui ci sono 769

incontrastati

gruppi etnici diversi che parlano 769 altrettanti

essendo situata nel cuore dell’ Indo Pacifico,

dialetti.

un’incredibile biodiversità che fa la gioia degli

E’ un paese in bilico tra la preistoria ed il terzo

appassionati di macrofotografia.

millennio, con aborigeni vestiti di gonne di

Per

paglia, nasi forati da ossa di animali, volti

abbiamo visitate le aree di maggiore interesse

dipinti e gli abitanti della capitale Port Moresby,

naturalistico subacqueo: La Kimbe Bay e

porta

Kavieng, la Milne Bay e la località di Tufi.

d’ingresso

della

modernità,

oramai

abituati all’utilizzo di tutti i prodotti elettronici.

la

estremamente

i

vari

grandi

realizzazione

che

pelagici

di

questo

alternano

ed

infine,

reportage


LLA AK KIIM MB BE EB BA AY Y

Ed ancora VANESSA REEF caratterizzato dalle sue

gigantesche

spugne

ad

orecchio

di

La Barriera corallina intorno a WALINDI, nel

elefante, ENGLISH SHOAL regno dei pelagici

Mar di Bismarck,

quali

è straordinariamente ricca.

Oltre 400 specie di coralli e 900 specie di pesci

carangidi,

barracuda

e

squali

che

circonda la secca.

sono stati classificati in queste acque. Molto di più della metà delle specie mondiali. Sono quotidiani

gli

incontri

con

carangidi

e

barracuda, tonni e king-fish, aquile di mare e tartarughe, a cui fanno da cornice enormi gorgonie, spugne giganti, alcionari di tutti i colori e crinoidi, tra cui ci si può sbizzarrire alla ricerca degli “ abitanti “ più nascosti : Frogfish, Pesce Foglia, Ghostpipefish.

L’acqua è

generalmente limpida e la corrente non è mai intensa. Condizioni ideali per gli appassionati di Foto Sergio Riccardo

video-fotosub.

Ma non mancano assolutamente luoghi ove gli Diversi

sono

i

punti

d’immersione

amanti

della

macrofotografia

potranno

particolarmente adatti alla foto ambiente:

sbizzarrirsi alla ricerca dei soggetti più rari e

SUSAN ‘S REEF dove tra i 10 e i 20 mt si

difficili da immortalare:

incontrano enormi ventagli di gorgonie, le

lungo la barriera dell’isola di REST ORF, ideale

grandi spugne ed ampi fasci di corallo a frusta,

anche per le notturne, si incontrano numerosi

SOUTH EMMA con i suoi

specie di pesci pagliaccio, gamberetti, gobidi

crescono

splendidi

archi naturali su cui

ventagli

di

gorgonie

che spuntano dalla sabbia insieme a piccoli

ricoperte di crinoidi multicolori e dove ad una

crostacei e i rari ghost-fish. A sud dell’isola,

profondità di cc. 38 mt. si apre una suggestiva

DONNA’S

grotta passante rivestita di alcionari e gorgonie

appassionati della macrofotografia d’interesse

colorate.

biologico.

REEF

luogo

anch’esso

per

gli

K KA AV VIIE EN NG G Leggermente diverse e più impegnative le immersioni della

nell’area

Nuova

di

Irlanda,

KAVIENG, un’isola

località

stretta

e

montagnosa che chiude a nord-est il Mare di Bismarck. Alcune Foto Sergio Riccardo

immersioni

vengono

effettuate

su

secche in mare aperto, altre in vere e proprie “pass”.


La

corrente

è

spesso

impetuosa

e

di

conseguenza tutta la zona di KAVIENG è il regno

incontrastato

dei

grossi

predatori:

Carangidi, barracuda, squali grigi e Silver Tip e gruppi di aquile di mare si lasciano avvicinare e fotografare con una certa facilità. Ma

in

queste

acquee

è

possibile

anche

effettuare interessanti immersioni su relitti, alcuni dei quali risalenti alla II Guerra Mondiale. Tra quelli più interessanti da segnalare quello del peschereccio Taiwanese

DER YANG

che

giace adagiato sul fianco destro a 30 mt. di profondità . Attorno al relitto, lungo cc. 40 mt. nuotano spesso branchi di barracuda e di

Foto Sergio Riccardo

Platax ed il fondale, sebbene in gran parte sabbioso,

si presenta ricco di gorgonie e

LLA AM MIILLN NE EB BA AY Y ee T TU UFFII

formazioni di coralli. Interessante è anche il relitto di un MITSHUBISHI "JAKE": Questo aereo

Giapponese

della

seconda

Guerra

La Milne Bay è localizzata all’estrema punta di sud est della Papua, dove si

Mondiale si trova su di un fondale sabbioso a

mescolano le acque di tre mari ricchissimi

soli 10 mt. di profondità

di vita: Il Mare di Bismarck a nord, il Mare di Solomon e il Mar dei Coralli a sud.

L’incredibile bellezza dei fondali di PLANET CHANNEL è veramente unica:

La parte

occidentale di questo canale è chiamata Eagle Ray

Passage,

per

la

presenza

di branchi

di aquile di mare in periodi di forti correnti. Il canale principale è ricoperto da corallo nero e gorgonie ed è l'habitat di carangidi, barracuda, e squali. ALBATROS CHANNEL è invece uno stretto canale tra due isole dove è possibile trovare pesce pelagico e di reef, ma anche, a secondo

della

corrente,

aquile

di

mare,mante,tonni,barracuda e squali di reef. Ma in quest’immersione non troveremo solo pesci di grandi dimensioni; infatti tra ampi ventagli di gorgonie, corallo nero e spugne, si nascondono piccoli nudibranchi e il cavalluccio marino pigmeo.

La conseguenza è che intorno alle numerose isole che costituiscono la Milne Bay è possibile effettuare bellissime immersioni tra enormi ventagli di gorgonie, alcionari, spugne e numerose specie di pesci. La caratteristica delle immersioni in quest’area è costituita dalle

“MUCK

DIVES”

“immersioni nel letame”.

letteralmente Foto Sergio Riccardo


Tra queste la più spettacolare è sicuramente

pelagico; in particolare a VEALE REEF , ove

quella dei LAUADI, un’insenatura della costa

complice una visibilità quasi sempre superiore

ove la foresta scende dalle ripide montagne ed

ai 30 mt. e l’incontro garantito con squali,

arriva fino alla spiaggia nera.

carangidi, tonni e spesso i martello la rendono

Dal fondale fangoso antistante la spiaggia, a

una dei siti d’immersione più spettacolari.

soli

10

mt.

di

profondità,

fuoriesce

una

moltitudine inverosimile di nudibranchi, piccoli crostacei e pesci inconsueti tra cui il Mandarin fish. A soli pochi minuti di tender dalla spiaggia è possibile effettuare un’altra immersione con caratteristiche completamente diverse: ampi ventagli di gorgonie a soli 10 mt. di profondità dove la luce del sole che filtra attraverso gli alberi

della

giungla

antistante

crea

effetti

surreali. Da non perdere e di notevole impatto è anche l’immersione a GIANTS AT HOME ovvero una stazione di pulizia permanente delle Giant Manta che arrivano in gruppo di 4-5 alla volta e si alternano per diversi minuti nelle vicinanze di un grosso scoglio sommerso a pochi mt. di profondità su di un fondale sabbioso. Scoperto nel ’98, questo sito d’ immersione è subito diventato meta abituale delle più importanti troupe televisive mondiali per la realizzazione di documentari sulla specie. Un vero e proprio “Must” per gli amanti delle Mante. La “Scandinavia dei tropici” potrebbe essere il termine più indicato a descrivere la località di Tufi, localizzata a cc. 250 km. a Nord Est della capitale Port Morseby e della Papua quella meno conosciuta al turismo subacqueo. Si alloggia al Tufi Resort, creato appositamente per favorire lo sviluppo del turismo subacqueo in una delle aree più remote del paese. Dei veri e proprio fiordi, tra mangrovie e foresta, sono infatti la caratteristica principale della località, all’interno dei quali si effettuano le “muck dives” più spettacolari. Ma Tufi ci si immerge anche tra relitti e pesce

Foto Sergio Riccardo

Un

viaggio

in

Papua

Nuova

Guinea

comporterà probabili disagi, elevati costi dei servizi, notevole affaticamento dovuto alle lunghe ore di volo ed ai numerosi spostamenti ma sicuramente lascerà un ricordo indelebile per tutta la vita.




© © FFR RAAFFLLO O


© © FFR RAAFFLLO O

© © FFR RAAFFLLO O

© © FFR RAAFFLLO O


IILL C EE CO OR RA ALLLLIIG GEEN NO O G GO OR RG GO ON NIIEE di Daniele Grech Cosa è

il

coralligeno? Ogni

LLEE

S SU UEE

volta che

andiamo a fare una classica immersione in “parete”, come per esempio qui in Adriatico alle Tremiti, o in Tirreno e Mar Ligure, l’ambiente a cui si fa riferimento è quello che viene chiamato dagli studiosi con il termine di “Coralligeno”. Nelle immersioni da sogno che si programmano in Sardegna,

In realtà questo nome è improprio, in

Liguria, Toscana o Campania, oppure della

quanto

vicina Croazia, spesso siamo estasiati da

occasionalmente in questo ambiente e

forme

non

e

colori

di

gorgonie,

pesci,

il

corallo

è

rappresenta Va

presente

la

detto

solo

componente

echinodermi e molluschi che vivono in

dominante.

invece

questo fondale: un “substrato duro” tipico

frazione che contribuisce maggiormente

del Mediterraneo. Il coralligeno è stato

alla costruzione di

incluso in una direttiva CEE, come habitat

complesso

meritevole di protezione in quanto messo a

innumerevoli anfratti anche per organismi

rischio da varie attività antropiche, tra cui

di interesse commerciale) è costituita

l’inquinamento, la pesca a strascico e

dalla

l’alterazione dei regimi sedimentari, che

corallinacee, un

avviene con le poco lungimiranti costruzioni

struttura estremamente

umane lungo i profili costieri.

crescendo

Il termine coralligeno proviene dalla cultura

contribuiscono a costruire in migliaia e

popolare dei pescatori che in passato,

migliaia

ritirando le reti calate su questi fondali,

biocostruzioni marine che ammiriamo in

rinvenivano spesso pezzi di corallo rosso

ogni immersione. Immergendoci in un

(Corallium rubrum).

ambiente del genere quindi, ricordiamoci

col

di

(che

delle

tempo

offre

alghe

gruppo di

anni

la

questo intricato e

substrato

componente

che,

rosse

alghe

con

calcificata che l’una

quelle

sull’altra,

meravigliose

che una pinneggiata distratta o un colpo con la bombola potrebbe rovinare in pochi secondi

questo

substrato,

la

cui

formazione ha richiesto moltissimi anni di crescita di organismi vegetali e animali, proprio come è vero per le barriere coralline tropicali! Tra le specie bentoniche (cioè di quelle specie che si trovano a contatto con il


fondo) sessili (cioè fisse al substrato) di maggior interesse troviamo sicuramente le gorgonie rosse e gialle, inconfondibili per la loro formazione arborescente dai accesi

e

capaci

di

colori

catalizzare

immediatamente le attenzioni del turismo subacqueo. La gorgonia rossa (Paramuricea clavata) e gialla (Eunicella cavolinii) sono due specie di alcionacei appartenenti al Phylum degli

permettano di evidenziare i cambiamenti

Cnidari.

coloniali

nel corso del tempo. Il progetto M.A.C. ,

sospensivori, con polipi con 8 tentacoli

monitoraggio dell’ambiente costiero, è un

pinnati, ciascuno dotato di ramificazioni

progetto nazionale

laterali dette pinnule e parenti stretti del

subacquei

corallo rosso citato in precedenza.

l'ambiente marino e che vogliono così

Sono

organismi

che

contribuire

rivolto ai

desiderano

alla

sua

raccogliendo importanti breve

corso

volontari conoscere

salvaguardia dati, dopo un

formativo

organizzato

dall’associazione Reef Check Italia onlus . Il progetto è portato avanti dai ricercatori dell’Università Politecnica delle Marche, Università di Bologna e Genova. Ancora

molto

salvaguardare Il Mar Mediterraneo, in particolare quello nord-occidentale è stato colpito nel corso degli ultimi decenni da numerosi e gravi eventi di mortalità massiva, che hanno colpito

molti

invertebrati

bentonici.

In

particolare per il coralligeno, la perdita di gorgonie in numerose aree sta rapidamente cambiando i paesaggi sottomarini, ma gli effetti

sulla struttura e

dinamica delle

comunità sono ancora imprevedibili. In

questo

senso

risulta

fondamentale

sviluppare reti di monitoraggio per avere serie

di

dati

su

lungo

termine,

che

numerosi

studi

c’è quello risulta

da

fare

che essere

per

secondo il

più

importante , ma ancora poco conosciuto, habitat del Mediterraneo. Per maggiori informazioni visita il sito: www.progettomac.it


© ©FFR RAAFFLLO O



D De ecciim mo o T Trro offe eo o M Mo on nssu ub b JJe essii.. U Un n a ap pp pu un ntta am me en ntto o p pa an no orra am ma a

cco on nsso olliid da atto o

ssp po orrttiiv vo o

n ne ell

a ap pn ne eiissttiicco o

rre eg giio on na alle e di Carlo Brecciaroli

Il

primo

aprile

2012

si

è

rinnovato

l’appuntamento jesino dello sport in apnea con il decimo Trofeo Monsub di Apnea Dinamica con e senza attrezzi. La macchina organizzativa del club jesino ha di nuovo messo insieme tutti gli ingredienti che hanno consentito ad atleti sia marchigiani che provenienti da fuori regione di confrontarsi nella massima sicurezza con se

specialità

senza

attrezzi

hanno

partecipato anche atleti provenienti dallo stato di San Marino, recentemente ammessi nelle gare italiane per effetto dell’accordo stipulato tra

la

federazione

attività

subacquee

sanmarinese e la federazione sportiva italiana per le attività subacquee.

ben tredici esordienti, nuovi atleti, che hanno avuto modo di provare per la prima volta l’emozione della gara. Quattro dal Monsub, tre dal Komaros Sub e ben sei da Giùnelblu:

stessi (i propri limiti) e con gli altri. Nella

Tra gli atleti di questa edizione ci sono stati

nella classifica con attrezzi, il primo posto di Polloni Andrea del Komaros con uno scarto di appena 12 centesimi dal tempo dichiarato e il secondo posto di Andrea Conti del Monsub per appena

4

classificato,

centesimi

in

lasciano

ben

prossimo

più

del

sperare

aumento

primo in

un della

qualità del confronto nelle categorie superiori. I

podi

femminili

sono

invece

completo

appannaggio delle atlete del Monsub: al primo posto nell’apnea dinamica con attezzi, Prima Categoria

Femminile,

l’atleta

Menicagli

Raffaella. Nella stessa specialità ma nella categoria Elite Femminile, primo e secondo posto per le atlete Monsub Boccolini AnnaMaria e Perlini Paola.


Da segnalare inoltre l’ottima prestazione dell’ex

Per la realizzazione di questa opportunità

atleta Monsub Soria Sergio che con la bandiera

sportiva, oltre ai partecipanti atleti e pubblico,

di Giunelblu da appena un mese ha raggiunto e

bisogna

gestito i 150 metri.

disponibilità e la professionalità dei soci del

Il pubblico presente e partecipe ha potuto

club che la rendono possibile sia nei fatti che

apprezzare

nei costi sostenibili da un club di appassionati

l’esecuzione

delle

prestazioni

a

partire da quelle degli esordienti per finire a quelle delle categorie massime sia direttamente che dalle immagini subacquee proiettate sullo schermo televisivo. Dopo le premiazioni avvenute in piscina, la manifestazione si è conclusa con la generosa conviviale organizzata presso la sede del club.

ringraziare

ancora

una

come è quello del Monsub di Jesi.

volta

la




“Un Mare di Storia”, è l’evocativo titolo di una iniziativa culturale promossa e organizzata dal Komaros

Sub

Ancona,

con

il

patrocinio

del

Comune di Ancona e l’appoggio dello Yacht Club Ancona:

tre

conversazioni

sul

tema

dell’archeologia marina sui fondali della costa anconitana, a cura di Giuseppe Barbone. Il

relatore,

già

responsabile

del

settore

archeologico del Centro Attività Subacquee e poi del Komaros Sub, associazioni doriche delle quali è stato co-fondatore, ha condotto ricerche e prospezioni,

in

Soprintendenza Marche,

fin

stretto per dal

i

collegamento Beni

1967-68,

con

Archeologici

la

delle

localizzando

e

recuperando (non potendone garantire la sicura conservazione sul fondale) numerosi reperti litici, fittili e metallici relativi a relitti romani ed attrezzature connesse con le attività della navigazione antica e della pesca. I reperti sono in massima parte conservati nel Museo Archeologico Nazionale delle Marche. Le conversazioni si sono tenute nei giorni 6, 12 e 20 Maggio p.v., presso la Sala Riunioni gentilmente messa a disposizione dallo Yacht Club Ancona, a Marina Dorica, e hanno riguardato i temi della navigazione nell’antichità, delle navi e dei porti, con particolare evidenza per il porto di Ancona, delle attrezzature di bordo e dei carichi, specificamente delle forme di ancoraggio, delle anfore da trasporto e della ceramica.


II ttrraassppoorrttii m maarriittttiim mii n neellll’’aan nttiicch hiittàà:: LLee A An nffoorree – – sseeccoonnddaa ppaarrttee di Giuseppe Barbone

Le anfore sono contenitori destinati al trasporto delle merci, pensati essenzialmente per essere stivati nelle navi. Esse contenevano soprattutto prodotti liquidi o semiliquidi: vino, olio, garum (salsa di pesce), ma potevano trasportare anche merci solide: olive frutta, granaglie. Gli elementi costitutivi di un’anfora sono: un corpo, più o meno allungato, che si presti allo stivaggio nelle navi ( le anfore venivano stivate in più file parallele e sovrapposte, con i puntali delle anfore della seconda fila infilati negli spazi vuoti tra le anfore della fila precedente), un’imboccatura abbastanza stretta da essere chiusa da un tappo, una punta (puntale o fittone) all’estremità, che serve da presa supplementare per sollevare l’anfora e svuotarne il contenuto. Le anfore presentano una notevole variabilità tipologica, spesso legata all’evoluzione nel tempo e alla funzione, ossia al tipo di derrata che erano destinate a trasportare. Il corpo delle anfore veniva eseguito al tornio; quindi si aggiungevano il collo, il labbro, le anse e il puntale. L’anfora veniva spesso rivestita all’interno di una sostanza impermeabilizzante, quasi sempre resina. Dopo avervi versato il contenuto l’anfora veniva tappata con un cuneo di sughero o con un disco di terracotta. Su questa chiusura veniva spesso impresso un bollo, probabilmente riferibile al Mercator, che curava la commercializzazione dell’anfora e del suo contenuto. La prima classificazione tipologica delle anfore( con la famosa tabella omonima) si deve allo studioso tedesco Dressel, e il progresso sostanziale delle conoscenze si ebbe con lo studio a Roma del grande deposito del Castro Pretorio e della collina artificiale del Testaccio, formatasi con lo scarico delle anfore rotte e dismesse presso l’Emporium ( il porto sul Tevere presso il Foro Boario) tra I e II sec. d. C, e soprattutto con cocci di anfore olearie provenienti dalla Betica, l’odierna Andalusia, in Spagna. Negli anni 50 Nino Lamboglia ha riclassificato soprattutto le anfore di età repubblicana, Almagro alcune forme di anfore ispaniche, Pelichet le anfore galliche. LE ANFORE VINARIE L’inizio della produzione in Italia è forse legata al boom dell’agricoltura italica dopo le guerre puniche. Tra la fine del III e gli inizi del II sec. a. C. inizia a diffondersi un tipo, detto grecoitalico, in varie aree del Mediterraneo occidentale; queste anfore erano già prodotte in area magno greca fin dal IV secolo a. C.

Sono quasi certamente anfore da vino, dal corpo a trottola più o meno allungato, a breve puntale cilindrico, forse prodotte in Sicilia, senza escludere il Lazio e la Campania tirrenici. Nell’Italia tirrenica, a partire dal II secolo a. C. e per tutto il I sec. a. C., viene prodotto un tipo di anfora denominata Dressel 1, con corpo cilindrico, puntale a bottone, spalla pronunciata, lungo collo troncoconico e anse verticali. Sappiamo che esse erano usate per il trasporto dei vini pregiati dall’Italia centromeridionale, e l’area di produzione è compresa tra Etruria meridionale, Lazio e Campania. In contemporanea alla Dressel 1 è prodotto in Italia un altro tipo di anfora vinaria, la cosiddetta Lamboglia 2, che sembra prodotta in età repubblicana sul versante adriatico, dal Piceno all’Apulia. La Dressel 1 domina i mercati tirrenici e il Mediterraneo occidentale, la Lamboglia 2 i mercati orientali, in particolare nell’Egeo, dove veniva commercializzato il vino apulo. Alla fine del I sec. a. C. spariscono le Dressel 1 e Lamboglia 2, sostituite dalla nuova forma Dressel 2-4 prodotta in Campania e Apulia(Brindisi e Salento). Nell’Italia settentrionale adriatica è localizzata la produzione di un altro tipo di anfora, la Dressel 6, commercializzata fino alla fine del I secolo d. C. LE ANFORE OLEARIE Una produzione di olio su scala industriale è attestata per l’età repubblicana nel Brindisino: Qui viene infatti prodotta, dalla fine del II sec. a. C., un’anfora olearia detta “anfora di Brindisi”, caratterizzata da pancia ovoide, fondo a bottone e anse a bastoncello, e attestata in tutto il Mediterraneo dalla fine del II sec. a. C. all’età augustea. Sono conosciute diverse officine, ad esempio ad Apani e Giancola, lungo il litorale a N di Brindisi. Il successo dell’anfora brindisina sui mercati stranieri ne determinerà l’imitazione. Nella Betica(l’attuale Andalusia) vengono prodotte le Dressel 20, a corpo globulare. L’olio spagnolo raggiunge l’Italia in gran quantità già sotto Augusto, ma il picco massimo si ha intorno alla metà del II secolo d. C. Verso la metà del III sec. d. C. la produzione di olio spagnolo declina e viene sostituita da importazioni dall’Africa Proconsularis (la odierna Tunisia), con conseguente produzione di anfore africane, con due tipi principali, l’africana grande e l’africana piccola, di grandi dimensioni, con corpo cilindrico allungato e breve puntale. Con la conquista araba del Mediterraneo ( metà VII secolo) cessano i commerci a lunga distanza e viene meno la produzione delle anfore.




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.