03/2013 – N. 16
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Tecnologie e protagonisti dell’ICT
Scegliere la carta giusta per un progetto non è una decisione banale, è una scelta che nasce dal bisogno di comunicare qualcosa in più, qualcosa che lasci un segno distintivo ben preciso. E così come la creatività non ha limiti, la carta non può essere un limite ma una risorsa dalla quale attingere quotidianamente. MONNALISA con la sua superficie naturale con finitura liscia e il suo elevato grado di bianco, vuole essere sempre più vicina alle esigenze dei creativi. Ed è per questo che MONNALISA è una carta certificata FSC®, per meglio rispondere all’esigenza di un messaggio creativo che sia anche sensibile alla salvaguardia dell’ambiente.
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EDITORIALE
La fotografia è forse il linguaggio più universale insieme alla musica, che spesso però usa anche le parole. Non servono commenti per trasmettere la bellezza di un tramonto, la forza di un viso. In un mondo globalizzato, in cui le culture si incontrano nella grande Rete, è toccato alla fotografia il ruolo dell’Esperanto, di quella lingua che tutti capiscono senza nemmeno bisogno di averla studiata. Per questo i social network basati sulle immagini, da Instagram a Flickr, hanno avuto tanto successo e non solo. Gran parte dei contenuti condivisi sul gigante dei social, ovvero Facebook, sono in realtà immagini, foto. Tutto questo è stato possibile grazie alla tecnologia che ha diffuso in ogni tasca una macchina fotografica, sotto forma di telefonino. Le conseguenze di questo fenomeno impattano molti ambiti: la quantità dei file prodotti, la loro dimensione, che ha poi portato all’esplosione del cloud (sotto varie forme). Tutte queste possibilità di fare e condividere immagini ha condotto molti, che prima non fotografavano, a farlo e altri, che già lo facevano, a migliorarsi e a cercare prodotti (come le reflex) con i quali seguire la propria inclinazione artistica. Non solo la tecnologia è stata
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Francesco Marino Direttore Responsabile Digitalic francesco@digitalic.it
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coinvolta dal fenomeno, ma sono cambiati la centralità delle immagini nella comunicazione, la percezione della qualità, della familiarità. Tanto che i più grandi brand del mondo hanno adeguato la loro comunicazione seguendo i trend
“IN UN MONDO GLOBALIZZATO, IN CUI LE CULTURE SI INCONTRANO NELLA GRANDE RETE, È TOCCATO ALLA FOTOGRAFIA IL RUOLO DELL’ESPERANTO, LA LINGUA CHE TUTTI CAPISCONO SENZA NEMMENO AVERLA STUDIATA” estetici di Instagram, entrando nei social network per vedere, capire, inseguire i nuovi gusti delle persone in fatto in foto. È un ambito vasto, articolato che ogni giorno migliora la propria capacità di rappresentare il mondo. Con la nostra copertina iperrealistica e multi-sensoriale abbiamo voluto rappresentare proprio la capacità delle immagini di entrare con forza nella nostra vita, di avvolgerci e di evocare atmosfere, sensazioni, emozioni. Il mondo delle immagini viene affrontato in questo numero sotto molti aspetti: potete vedere i nuovi prodotti e quelli che hanno caratterizzato il passato, ascoltare la voce dei fotografi e osservare le foto fatte dai nostri lettori. Un viaggio appassionate nelle molte luci della fotografia.
SOMMARIO
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Anno 2‚ numero 16‚ marzo 2013 www.digitalic.it Registrazione Tribunale di Milano n. 409 del 21/07/2011 ROC n. 21424 del 3/08/2011 Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica per il periodo 1/1/2012-31/12/2012
42 TECNOLOGIA Gadget Autographer: la fotografia senza il fotografo
58 AVVIO Photo #MondoDigitalic
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Bloguru I dettagli della fotografia
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White Paper Un mondo di stupore
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MERCATO Evoluzioni L’immagine della storia… e la storia delle immagini
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Italians La rivoluzione semplice di Computer Gross
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Trend Se telefonando…
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Creative Park L’insostenibile creatività del meeting
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Achab - Avira 33 Agile Telecom/ DigiTel 5 Alias 11 Avm 19 Charme & Relax 77 - 79 CommVault Systems Italia Ins. 37 - 38 - 71 Computer Gross - J.Soft - Microsoft Ins. 3 - 4 Druckfarben 59 Enolitech 61 Evolution 29 Fortinet 21 - 35 Fujifilm 15 Fujitsu Technologies Solutions 7 Grafitalia 55
DGReport - La natura delle immagini - Immagini e parole - Una promessa e un riflesso - Racconta tutto, anche a tua insaputa - Condividere emozioni Punto G La prospettiva della balena: se l’ecologia non ha etica
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46 52 54 56 58 72
WEB SOCIAL CLUB Marketing Side Come uscire dall’informatica e rimanerne fuori
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Retrò 82 La più grande rivoluzione della fotografia… prima del digitale
Periodicità: 11 numeri Tiratura media:15.009 copie Diffusione media:14.575 copie Certificato CSST n. 2012/2334 del 27/02/2013 Società di Revisione: REFIMI Direttore Responsabile: Francesco Marino - francesco@digitalic.it Caporedattore: Marco Lorusso - marco@digitalic.it Responsabile di Produzione: Raffaella Navarra - produzione@mmedia.info Hanno collaborato: Mauro Baldacci, Amir Baldissera, Luca Bastia, Barbara Bonaventura, Girl in the Cloud, Matteo Ranzi, Valerio Rosano, Daniela Schicchi, Barbara Silbe, Monica Silva, Antonella Tagliabue, Elena Veronesi, Mario Zanaria. Immagini offerte da: iStockphoto e Thinkstock (Gruppo Getty Images) Progetto grafico e impaginazione: Davide Spagnuolo/BluLapis s.n.c. Pubblicità e Pubblicità Web Ufficio Traffico: adv@mmedia.info Ufficio Abbonamenti: abbonamenti@mmedia.info Una copia euro 3,90 - Arretrato euro 7,80 Abbonamento annuale (11 numeri) Italia euro 33,00 - Estero euro 66,00 http://www.digitalic.it/wp/abbonati Stampa: Italgrafica srl Via Verbano n. 146 - 28100 Novara Cellophanatura: NUOVA EFFEA s.r.l. v.le Lombardia, 51/53 - 20861 Brugherio Mi
SHUTDOWN Girly Tech Il brivido della foto condivisa
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Mad4It Meno è meglio…
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Gruppo Cordenons iStockphoto Lenovo Litover Luxoro Marabu Italia Microsoft Photoshow 4words by Sanmarco Informatica Tech Data Thinkstock Tipografia Valdostana Viscom - Reed Exhibitions Italia Zucchetti
II cop 49 31 57 22 44 IV cop 51 24 - 25 Ins. in IVa cop 53 III cop 65 9
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Viviamo in un mondo digitale, sotto molti aspetti, ma quando pensiamo alla fotografia immaginiamo di solito paesaggi, ritratti, animali. Eppure gli elementi digitali hanno cambiato e cambieranno sempre di più la nostra vita. Abbiamo chiesto agli appassionati di fotografia su Instagram di fotografare il “Mondo Digitale”. Bastava scattare una foto e aggiungere il tag #mondodigitalic. Queste che vedete sono le nove foto che abbiamo scelto. Grazie a tutti coloro che si sono cimentati nella sfida di ritrarre il nostro mondo digitale.
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BLOGURU IL SUO MESTIERE E’ IL CONSULENTE INFORMATICO, MA HA MESSO AL SERVIZIO DELLA FOTOGRAFIA LA SUA CURA PER I DETTAGLI. MAURIZIO PICHI HA INIZIATO LA SUA CARRIERA SUL WEB, GRAZIE A FLICKR, E ORA METTE IN MOSTRA LA SUA ARTE.
i dettagli
della fotografia
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Barbara Silbe
I suoi soggetti preferiti sono le cose di uso quotidiano, piccoli oggetti consumati e abbandonati su tavoli o marciapiedi, o le persone che incontra per strada e che lasciano tracce di emozioni nel suo sentire. È alla sua terza mostra, Maurizio Pichi, fotografo aretino che di mestiere farebbe il consulente informatico, se non fosse che ormai la sua arte lo sta portando più lontano di quel che aveva previsto. Maneggia macchine fotografiche da quando era ragazzino, seguendo la passione della nonna materna Iva e dello zio Amedeo, che esercitava la professione e aveva uno studio proprio ad Arezzo.
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racconta –. Partii con una serie scattata e postprodotta esclusivamente con iPhone e con App dedicate. L’esposizione, dal titolo Tracce imperfette, fu ospitata dalle Librerie Feltrinelli di Arezzo: ventidue scatti, rigorosamente in formato quadrato 30x30, di frammenti usati e apparentemente insignificanti che raccontano invece molto su chi li ha lasciati». Un bicchiere di carta, che l’autore usa anche come avatar per i suoi profili social, acini d’uva, una piuma, copertoni di auto accatastati, frutti sbucciati, piatti vuoti, un giornale, un ramo che si staglia in mezzo alle nubi, per una galleria che si compone di dettagli emozionali. Mischia colore, bianco e nero di continuo, a seconda di cosa inquadra e di come decide di proseguire durante il fotoritocco di ogni scatto.
La street photography «Sono convinto – ci dice – che la fotografia sia prima di tutto un mezzo per raccogliere e trasmettere emozioni attraverso le immagini, raccontando storie in un linguaggio universale compreso da tutti. La fotografia genera emozioni, come la musica o la scrittura, ma in questi altri casi serve un retaggio culturale che nell’arte di scrivere con la luce non è nemmeno necessario. È tutto più immediato: io propongo a chi osserva e, se ti do un’immagine, tu puoi restare indifferente o dire che è bella o brutta, ma prenderai sempre una posizione guidato dall’emozione».
La tecnica conta «Questa parte del lavoro è solo questione di volontà – prosegue –, basta applicarsi
Tutto inizia dal Web Nel 2011 Maurizio Pichi si decide ad abbattere il muro della sua stessa timidezza e carica alcuni scatti su Flickr.com, noto sito di condivisione di immagini di proprietà del gruppo Yahoo. Pichi si mette a fare una sorta di test e, viste le preferenze e i commenti positivi che arrivano da molti degli utenti iscritti, si rende conto delle potenzialità dei suoi scatti. «Fu questo a convincermi di poter proporre le foto per una mostra nella mia città – ci
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BLOGURU
e seguire certi schemi, mentre il vedere e il sentire è qualcosa che non si impara. Durante i miei corsi spiego che fotografare significa raccogliere immagini attraverso la luce, insegno come vederle e come sentire le vibrazioni». Le mostre successive sono invece virtuosismi di street photography degne di qualunque confronto con quelle dei più bravi maestri dell’obiettivo, dove l’empatia con i soggetti diventa il filo conduttore di tutto il percorso. Prima Parigi, poi Venezia, prima assegna titoli e poi più nulla. «Ho smesso di titolarle
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perché penso che le foto possano parlare senza didascalie – ci dice – e le lascio alla libera interpretazione degli altri. Inoltre compio sempre l’azione creativa in solitudine, giro per strada da solo, e questo è forse un altro modo per entrare in empatia con ciò che mi circonda, per percepire un avvenimento e fissarlo per sempre. Se mi si domanda che genere di foto faccio, mi viene spesso da dire che sono empatigrafi, sono immagini consapevoli. Sa – dice in toscano – gli ignavi Dante manco all’inferno li voleva».
Le foto mancate Spreme colore e materia da ogni sua istantanea. Quando gli chiediamo se sono più le foto che ha raccolto o perduto, la sua evidente riservatezza si illumina, lui sorride ed esclama: «Oh, sono molte di più le foto mancate! Sapesse quante volte ho inchiodato con l’auto in mezzo alla strada perché ho visto qualcosa che mi ha colpito e poi non sono riuscito a scattare perché l’istante era passato, si era dissolto. Ho rischiato tamponamenti, perfino. Tantissime cose mi scappano: espressioni della gente, gesti, tonalità
del cielo, momenti che avrei voluto fermare. A volte invece prevedo le situazioni mentre stanno per accadere, così mi apposto e clic… riesco a raccontare un pezzo di vita di qualcuno, di me». Immagini come confidenti? «Sì – afferma –, tutte le foto hanno una storia. Quando le guardi, per forza pensi al prima e al dopo quel preciso momento. Di molte ho una sequenza e poi scelgo la migliore, quella che esprime di più. Posso dirle che le mie immagini sono tutte figlie mie? A ognuna voglio bene e fatico a separarmene. Di ognuna so la ragione per cui l’ho prodotta e cosa volevo dire». Maurizio Pichi, con la sua solita cifra misurata, conclude parlandoci dei progetti futuri. Una galleria d’arte gli ha chiesto di misurarsi con ritratti di artisti contemporanei. Poi un’ampia retrospettiva sempre in uno spazio della sua città, dove saranno raccolti i suoi lavori prodotti fin qui. Per avere altre info consultate il sito www.mauriziopichi.it, spazio biografico dove i suoi lavori sono anche acquistabili.
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UN MONDO DI STUPORE Francesco Marino
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Siamo andati oltre la fotografia, oltre la natura. Per la copertina del numero 16 di Digitalic, dedicato al mondo delle immagini, abbiamo voluto creare un intero mondo iper-realistico che non esiste nella realtà (è un’elaborazione computerizzata in 3D), ma che appare più vero del vero con luce, brillantezza, sensazioni tattili e addirittura olfattive. Un mondo virtuale che entra prepotentemente nella realtà.
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Un mondo complesso Questa natura in 3D è stata creata da Imagem, studio di progettazione in grado di generare al computer mondi fotorealistici unendo l’arte alla potenza computazionale. L’immagine di copertina è costituita da 3.370.000 poligoni, 8.000 ciuffi d’erba, 400 alberi per il bosco, migliaia di sassi adagiati sul fondo del lago a forma di “D” di Digitalic… Ricreare la natura al computer è stata un’impresa titanica in cui Carlo Magrì di Imagem ha dovuto utilizzare tutta la sua esperienza e il meglio della tecnologia oggi disponibile.
GRUPPO CORDENONS Gruppo Cordenons è un’azienda italiana produttrice di carte che offre al mercato internazionale oltre 2.500 prodotti specializzati. Accanto alle più avanzate tecnologie, l’azienda mantiene intatta la vocazione a creare carte preziose, che evocano l’eleganza e il fascino delle carte fatte a mano. Gruppo Cordenons ha sviluppato un portafoglio prodotti molto ampio che include carte classiche marcate, vergate e goffrate, carte più moderne metallizzate e iridescenti e carte innovative con effetti particolari che richiamano le sensazioni tattili e visive della plastica o dei tessuti alla moda. www.gruppocordenons.com
IMAGEM
Imagem è costituita da un team di architetti, ingegneri, grafici, fotografi e compositori, in grado di seguire con le giuste competenze tutte le fasi di un prodotto multimediale, dalla sua ideazione alla sua modellazione, dall’animazione sino alla colonna sonora originale. Grazie a questo particolare approccio multi-disciplinare, tutto il team può spaziare nelle varie aree della comunicazione e del marketing, garantendo risultati originali e mai convenzionali. Carlo Magrì, in particolare, architetto e musicista, si occupa da più di quindici anni di comunicazione, computer grafica, modellazione tridimensionale e visualizzazione fotorealistica nell’ambito dell’architettura e del design. Collabora con varie testate giornalistiche nazionali e con software house italiane ed internazionali per le fasi di sviluppo e testing di programmi. Insieme a Paola Samoggia ha dato vita nel 2007 ad Imagem srl. www.imagem.it
Luxoro ha scelto la via della qualità e delle tecnologie più innovative nel settore delle foglie per stampare a caldo. Luxoro è partner esclusivo del gruppo Kurz in Italia dal 1968, leader sul mercato internazionale. I prodotti sono divisi per settore: industria grafica, decorazione della plastica, industria del legno e del mobile, settore moda, nastri per trasferimento termico, codifica, protezione del marchio, card, biglietteria e macchine per la stampa a caldo. www.luxoro.it
TIPOGRAFIA VALDOSTANA Tipografia Valdostana è un punto di riferimento assoluto nella stampa offset e a freddo. È stata fondata nel 1896 e nel 1996 è stata rilevata dalla famiglia Perrin che oggi la guida con Paolo Perrin. Convinta da sempre dell’importanza fondamentale dell’innovazione tecnica al servizio della stampa, Tipografia Valdostana si avvale oggi di tecnologie d’avanguardia in costante e rapido aggiornamento, per soddisfare al meglio le esigenze della propria clientela. www.tipografiavaldostana.com
La luce è stata l’altra grande sfida: un’alba dai toni rosati la cui brillantezza attraversa le foglie, i fili d’erba. Tutto è traslucido, proprietà difficilissima da riprodurre.
Brillanti riflessi Per rendere al meglio la brillantezza della luce, i riflessi dell’alba e la vivacità delle ali della farfalla è stata utilizzata la tecnica del foil a freddo. Grazie alle lamine Luxoro si possono ottenere effetti di grande impatto. La stampa a freddo è una tecnologia emergente di nobilitazione di particolare
versatilità. L’applicazione avviene generalmente in linea su macchine offset e flexo. Si possono ottenere effetti impossibili anche con la stampa a caldo.
Cura valdostana Ci voleva uno dei massimi esperti in stampa con foil a freddo come Tipografia Valdostana per ottenere un risultato così stupefacente. Nell’ambiente è soprannominata “L’Ospedale della Stampa” perché il suo laboratorio è di un bianco impeccabile e perché riesci a trovare la cura giusta per ogni sfida
impossibile di stampa. Tipografia Valdostana ha stampato in quadricromia l’immagine con una definizione altissima e colori impeccabili, ma non solo. Le competenze vanno oltre e presso “L’Ospedale della Stampa” sono intervenuti anche graficamente sul file per ottimizzarlo e creare le maschere per la posa del foil. Oltre alla stampa offset, infatti, Tipografia Valdostana ha stampato a freddo con precisione incredibile, inserendo la lamina metallizzata sulla testata, i fili d’erba, l’albero in primo piano e la farfalla.
Carta d’arte Per raggiungere i risultati di definizione e brillantezza che potete ammirare, ci voleva una carta dalle caratteristiche straordinarie come la Monnalisa di Gruppo Cordenons (da 280 gr), realizzata con fibre di pura cellulosa vergine proveniente da fonti gestite in maniera responsabile. È una carta patinata con un altissimo grado di bianco. La superficie ha una speciale patinatura matt che permette di ottenere immagini brillanti, di forte dettaglio e contrasto. Anche l’interno di questo numero dedicato alla fotografia è realizzato con una carta straordinaria del Gruppo Cordenons: Icelite gr 100. La resa dei colori e la sensazione al tatto fanno di questa edizione un numero davvero speciale, da guardare, leggere e conservare.
RISORSE
LUXORO
La tecnologia del vino Il vino unisce antiche tradizioni, design e anche tecnologia. A Verona si svolge una delle più importanti manifestazioni dedicate al mondo del vino: il Vinitaly, dal 7 al 10 aprile. E ci sarà anche Digitalic con uno dei suoi village nell’area Enolitech, dedicata all’innovazione per la filiera del vino e dell’olio. Insieme a Digitalic esporranno le aziende all’avanguardia nella tecnologia e nel design per portare al settore vinicolo le migliori innovazioni dal software alla connettività, ma anche le carte più innovative per realizzare packaging ed etichette.
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RISORSE
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Energia di stampa Per il 46% delle piccole e medie imprese europee il consumo energetico è una delle principali preoccupazioni connesse alla stampa. È quanto emerge dalla ricerca “Valutazione degli investimenti delle PMI per una stampa più intelligente” realizzata da IDC e sponsorizzata da OKI. La ricerca completa è disponibile online all’indirizzo: http://tinyurl.com/a6gejh9
Bellezza in fiera Cosmoprof Worldwide Bologna, la manifestazione leader rivolta agli operatori professionali del settore “Bellezza”, si tiene dal 7 al 10 marzo, nel quartiere fieristico di Bologna. Cosmoprof 2013, giunta alla quarantaseiesima edizione, è tutta nuova: nuovo layout espositivo, pensato per assecondare i trend di mercato e permettere una migliore fruizione. Nuova anche la sistemazione per il settore del packaging. Proprio in quest’area è presente Digitalic con un suo stand (pad. 15, stand D29) per essere vicino all’innovazione che riguarda la carta, la stampa e il design.
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Nata nel 1971, Druckfarben ha clienti oltre che sul mercato italiano, in Europa, Asia, Usa e collabora con i maggiori gruppi internazionali per lo sviluppo di nuovi prodotti atti a soddisfare le esigenze della clientela più esigente. Da alcuni anni ha sviluppato la tecnologia definita “microincapsulazione” per la realizzazione di prodotti speciali utilizzati nelle arti grafiche, nella produzione di ammorbidenti di ultima generazione e nel trattamento di tessuti. www.druckfarben.it
Liscio e ruvido L’idea alla base della cover era quella di creare non solo un mondo realistico ma iper-realistico, per questo sono state utilizzate le vernici serigrafiche di Marabu Italia. Il lucido è andato a impreziosire le aree interne delle ali della farfalla e tutta la superficie traslucida del lago. L’incredibile brillantezza che potete osservare è merito di queste vernici. La montagna rocciosa è stata invece nobilitata con una vernice ruvida, per dare – anche a livello tattile – una forte presenza alla materia.
MARABU Con oltre 150 anni di attività, il gruppo Marabu sviluppa e produce inchiostri di alta qualità per applicazioni grafiche e industriali. L’azienda, la cui sede centrale si trova in Germania, è presente in tutto il mondo con filiali e partners di distribuzione. Nata nell’autunno del 2008, la filiale italiana del gruppo – Marabu Italia – ha sede a Locate Triulzi (Milano) e opera su tutto il territorio nazionale, offrendo un portfolio di innumerevoli
prodotti e soluzioni per la stampa serigrafica, tampografica e digitale, grazie alle esclusive rappresentanze estere garantite. www.marabu-italia.it
LITOVER Litover offre tutte le lavorazioni accessorie nel campo della carta stampata. Da sempre le aziende che utilizzano il prodotto cartaceo hanno il desiderio di risaltare tra i numerosi concorrenti e chiedono che il loro marchio sia unico e accattivante, riconoscibile tra mille. Da qui l’importanza della verniciatura in macchina, fuori macchina, a fondo pieno o con riserva e, ancora, la particolarità della plastificazione, delle serigrafie lucide e opache, la ricercatezza della stampa a caldo, dei giochi di spessore degli sbalzi e dei rilievi o i
Profumo di bosco Vista, tatto e – per la prima volta sulla nostra copertina – anche olfatto. Grazie a ben 26 kg di profumo potete sentire l’odore del bosco: basta strofinare i due filari di alberi in secondo piano. La magia è resa possibile dalle vernici Druckfarben in cui è incapsulata l’essenza profumata di legno. Il profumo viene inserito in microcapsule del diametro da 1 a 10 micron. In questo modo l’essenza si diffonde quando i “gusci” vengono rotti nello sfregamento, durando molto a lungo nel tempo.
prodigi dei gratta e vinci, dei gratta e profuma, del glitter degli inchiostri fluorescenti e di quelli sensibili al calore. Il tutto all’insegna della “qualità totale” del servizio per la massima soddisfazione del cliente. www.litover.com
Precisione in tre passaggi La stampa in serigrafia è stata realizzata da Litover, azienda fra i massimi esperti in questo settore, che ha dovuto effettuare tre passaggi, uno per ogni tipo di lavorazione: lucido, ruvido e profumo. Proprio grazie alla sua grande esperienza, è stata in grado di realizzare i telai perfetti per ciascun tipo di passaggio, che ha richiesto un’estrema precisione. Le zone serigrafate sono infatti molto ricche di dettagli e di tratti fini in cui la maestria di Litover è stata esaltata.
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NEWS
Il ProPartner Program Emea di Veeam Software si rinnova per offrire un livello di protezione e un ROI più elevati aumentando anche le competenze tecniche e di vendita in ambito virtualizzazione. Il nuovo programma delinea i punti di ingresso dei provider Enterprise Management Services. Grazie a tali evoluzioni, i partner Veeam non devono far altro che concentrarsi nell’offrire il miglior servizio possibile ai clienti e massimizzare i propri margini. Tra le novità introdotte anche la prima specializzazione Veeam Enterprise Management Specialist (EMS) che consentirà ai primi classificati, nella loro categoria all’interno del ProPartner Program, di diventare Veeam ProPartner Silver, Gold o Platinum. Inoltre un programma di registrazione dei deal protegge ancora meglio i margini dei partner e incrementa la profittabilità nella vendita di soluzioni Veeam grazie all’aumento dei livelli di scontistica per i ProPartner Gold e Silver e al riconoscimento di margini addizionali per la vendita.
«Yahoo’s search deal with Microsoft is underperforming». Non usa giri di parole la super manager passata lo scorso anno proprio da Big G alla cabina di regia di Yahoo. Parole chiare pronunciate da Marissa Mayer nel corso della Goldman Sachs Technology and Internet Conference di San Francisco. La manager ha messo sul piatto una impietosa analisi sull’andamento dello storico accordo su base decennale che, non più tardi di circa quattro anni fa, fu firmato da Yahoo e Microsoft in nome dell’advertising online, dei motori di ricerca… «L’accordo non ci ha portato le quote di mercato che speravamo», ha infatti aggiunto la Mayer. I numeri in questo senso sembrano darle ragione visto che a distanza di quattro anni, Google mantiene una fetta di mercato vicina al 66,7% Usa dei motori di ricerca (dicembre 2012), più o meno la stessa di due anni fa, quando si parlava del 66,6% (dati ComScore). Seguono proprio Microsoft con il 16,3% di mercato e Yahoo con il 12,2%.
«Siamo forse un po’ una anomalia sul canale italiano, perché abbiamo scelto fin dall’inizio di essere specializzati nell’area della comunicazione e di non essere un distributore generico». Idee chiare e una storia di grande successo alle spalle, Doriano Guerrieri – presidente del Gruppo Pico – è un manager che conosce a fondo anche gli angoli più nascosti del canale indiretto. Un manager che ora si appresta ad affrontare il nuovo anno forte di una specializzazione e di scelte molto precise. «Rivenditori, var, system integrator, software house ed e-tailers sono i clienti cui offriamo da anni prodotti specializzati e servizi personalizzati con una particolare attenzione dedicata ai settori education ed enterprise – afferma Guerrieri –. In questi anni Pico ha supportato e promosso la crescita dei partners, mettendo a disposizione dell’ecosistema competenze e servizi, investendo quotidianamente in
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conoscenza e risorse umane, affinando le competenze sulle tecnologie e sviluppando anche applicazioni che permettessero di rispondere alle richieste provenienti dal mercato. Oggi Pico rappresenta un’alternativa di alto profilo all’interno della distribuzione italiana. Sono circa 2.500 i rivenditori che operano costantemente con noi. Fenomeni come il cloud li stiamo osservando e studiando con molta attenzione: non è detto che siano una minaccia per il canale. Se si ha la forza di porsi a un livello superiore con competenze e servizi a valore molto efficaci, può essere davvero una grossa opportunità, ma ancora ci vuole tempo per capire bene».
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MERCATO
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INSTAGRAM, FACEBOOK, FLICKR, IL WEB, LA TV STESSA… L’IMMAGINE NELLA SOCIETA’ DI OGGI E’ TUTTO, O QUASI. UNA FRASE FATTA CHE SPESSO SENTIAMO RIPETERE QUASI STANCAMENTE. UN CONTO E’ DIRLO, UN CONTO E’ PERÒ GUARDARE IN FACCIA AI NUMERI DAVVERO IMPRESSIONANTI DI UNA PROGRESSIONE CHE NELLA STORIA NON HA FORSE PARAGONI. «Ho messo il mio apparecchio sulla finestra aperta della stanza dove lavoro, dirigendolo verso la piccionaia…». Ci troviamo nel lontano 1826 e Joseph Nicéphore Niépce realizza quella che viene considerata la prima fotografia della storia. Il titolo dell’immagine, non a caso, si chiama appunto “View from the Window at Le Gras”.
Siamo intorno al 1900 e sul mercato debutta la prima macchina fotografica “commerciale”: si tratta della Kodak Brownie. Fino a quel momento erano stati realizzati solo pochi milioni di scatti fotografici, ma nel 1930 si arriverà ad una cifra vicina a un miliardo. Dopo altri trent’anni, nel 1960, le foto saranno circa 3 miliardi in 12 mesi.
Prima di tutto i bambini: dalle stime dei principali esperti di mercato, nel 1960 il 55% delle foto fu dedicato proprio ai più piccoli.
Nel 1970 le foto scattate sono oltre 10 miliardi… 57 miliardi nel 1990… 86 miliardi sono le foto scattate invece nel solo anno 2000!
Nel 2002 la società canadese Ludicorp inventa Flickr, sito per la condivisione di immagini e video. Nel 2004 Mark Zuckerberg fa debuttare online Facebook.
I dati relativi al 2012 parlano di circa 380 milioni di fotografie scattate nell’arco dei 12 mesi e di circa 300 milioni di immagini caricate su Facebook quotidianamente.
Circa 1 miliardo: questo il numero stimato delle foto pubblicate a oggi su Instagram, il nuovo social network dedicato alla condivisione delle fotografie digitali.
Si calcola che a oggi siano state generate circa 3.8 triliardi di immagini. Il 10% di queste foto è stato scattato negli ultimi 12 mesi. Per archiviarle non basterebbero 145 miliardi di iPhone…
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Digitalic per Sanmarco Informatica
EVOLUZIONI DI SUCCESSO
4WORDS, UNA DIGITAL AGENCY CON 30 ANNI DI ESPERIENZA
Nata all’interno di Sanmarco Informatica, la nuova realtà unisce le competenze lato business acquisite negli anni con nuove figure professionali, per offrire alle imprese soluzioni innovative basate sulle più recenti tecnologie digitali in grado di trasformare il web in uno strumento propulsore dell’intero business
Sanmarco Informatica, società con 30 anni di attività in ambito gestionale e 300 dipendenti, circa due anni fa ha lanciato un progetto che aveva come focus l’identificare in che modo le nuove tecnologie e l’utilizzo del Web potessero impattare sul business delle imprese, valutando se valesse la pena dare vita a una digital agency dedicata al mondo business. Da qui è nato il progetto 4words che ha portato al lancio, nel gennaio del 2013, di questo nuovo brand. 4words significa competenza, metodologia, tecnologia, innovazione: quattro parole per una strate-
gia vincente, fondata su soluzioni rapide ed efficaci calibrate per trasformare il Web in uno strumento propulsore dell’intero business. «Negli ultimi due anni come Sanmarco Informatica – racconta Attilio Salvaro, direttore commerciale di 4words – abbiamo fatto degli approfondimenti sui vari temi sui quali volevamo focalizzarci, abbiamo assunto persone, oggi 25, e realizzato un business plan per il lancio del nuovo brand. A gennaio siamo partiti con una forte identificazione che slega questo marchio dalla casa madre dandogli un’identità ben specifica, ponendosi trasversalmente sul mercato e non solo verso chi ha i prodotti gestionali Sanmarco. Partiti in Veneto, dove ha sede la casa madre, il passo dei prossimi sei mesi sarà quello di ampliare la copertura tecnica anche alle altre filiali di Sanmarco Informatica a Vimercate, in provincia di Monza-Brianza, a Udine e a Reggio Emilia». 4words realizza siti web, applicazioni e-commerce B2B e B2C, app innovative, consulenza web marketing, sistemi per ordini online degli agenti. «Rispetto alle web agency tradizionali – spiega Salvaro – 4words si differenzia per i numerosi applicativi sviluppati che possono essere utilizzati nella piccola e media industria; abbiamo realizzato software web e app specifiche per la raccolta degli ordini, per la presentazione di cataloghi di prodotti che possono essere online o offline su piattaforme Apple, Android e ora anche in ambiente Windows 8». La presentazione dei cataloghi
è al momento orientata principalmente all’iPad «ma stiamo monitorando quello che succederà anche su Windows 8, visto anche il recente annuncio dei tablet Surface di Microsoft». «Inoltre – aggiunge il direttore commerciale di 4words – spesso incontriamo aziende che si sono scontrate con web agency tradizionali. Realtà che non erano in grado di inserire in modo efficiente all’interno del sito realizzato un’area privata da utilizzare per il customer service che si interfacciasse correttamente con il loro gestionale per rappresentare i dati e i flussi che sono necessari per relazionarsi con un agente o con un utente finale. Noi, al contrario, disponiamo di tutte le competenze ed esperienze necessarie per fondere la fruibilità del Web con le attività tipiche del front-office». 4words propone degli applicativi che supportano molto bene l’attività commerciale frontoffice per l’industria, portali Web per la raccolta degli ordini che possono essere utilizzati da distributori e clienti finali, «prodotti raffinati estremamente funzionali che scaturiscono dalla decennale esperienza in abito gestionale, in ambienti metalmeccanico, alimentare o lavorazione su commessa. Sfruttiamo il Web come piattaforma di comunicazione per tutte le tipologie commerciali, migliorando la comunicazione con il parco clienti, applicazioni che possono essere utilizzate su pc come su tablet». Le competenze «4words – spiega Salvaro – ha dovuto acquisire delle competenze specifiche rispetto a quelle presenti in Sanmarco Informatica; ha dovuto affinare le competenze per lo sviluppo di applicazioni sulle diverse piattaforme, così come completare gli skill necessari a soddisfare le imprese che vogliono aprire negozi online, sia per trattazioni B2B che B2C. Sono poi state ampliate le competenze per la realizzazione di portali online con il supporto di un team che si occupa di grafica Web e
VENDERE CON IPAD Pulitalia, una società vicentina che ha una struttura di 140 agenti che distribuiscono detergenti industriali e con 600 articoli a catalogo, ha fornito tutti i funzionari di vendita di un iPad con cui, grazie a un’app realizzata da 4words, presentano i prodotti e inoltrano gli
ordini in azienda. Questa operazione ha portato un ritorno sull’investimento dopo solo un mese e mezzo, con un abbattimento dei costi di customer service considerevole dovuto alla possibilità di proporre più efficacemente i prodotti e inserire gli ordini corretti in tempo reale.
MENU DIGITALE Un’app realizzata da 4words che consente ai ristoranti che vogliono distinguersi differenziando il servizio proposto dal locale, di proporre i menu con presentazione di immagini e video. I clienti potranno ordinare guardando i piatti sul tablet fornito dal ristorante, con la
possibilità di abbinamento piatto/vino. Ma non solo, perché accanto a ogni portata ci sarà la composizione della ricetta (direttamente scaricabile nei device dei commensali) e alcuni video in cui si vedranno i cuochi del locale preparare le pietanze ordinate.
CATALOGO PRODOTTI A VINITALY In occasione di Vinitaly, 4words presenterà una soluzione specifica per aziende vinicole. Forte dell’esperienza accumulata in anni di progettazione di software applicativi gestionali per le piccole e medie imprese vitivinicole, ha realizzato per queste aziende il catalogo prodotti su iPad, consentendo di guidare le attività di vendita con foto, schede tecniche e video e di disporre di un catalogo sempre allineato
con consulenti di web marketing. Pensiamo di avere competenze e applicativi vincenti per la rappresentazione e la digitalizzazione di qualsiasi struttura commerciale con qualsiasi livello di complessità. 4words attualmente conta su 25 persone, ma siamo in espansione perché in questo settore c’è molto da fare poiché le competenze all’interno delle Pmi per operare sul canale Web in ambito commerciale non sono molto sviluppate in quanto si tratta di aziende prevalentemente orientate al mercato B2B tradizionale, per cui dobbiamo fare anche alfabetizzazione digitale. Tempi di introduzione rapidi La realizzazione di questi progetti e la loro messa in eserci-
con il gestionale e facilmente aggiornabile. Il catalogo è dotato di un menù per la navigazione tra le categorie di prodotti, mentre una griglia scorrevole mostra tutti gli articoli presenti nella categoria selezionata, richiama per ogni prodotto una scheda di dettaglio con immagini e documenti correlati, crea un legame tra gli articoli con anche la possibilità di inviare la scheda via e-mail.
zio richiede mediamente poche settimane: «Per esempio – aggiunge Salvaro – abbiamo stipulato un contratto all’inizio di gennaio e già il 14 febbraio lo abbiamo presentato a tutta la forza vendita, rendendolo operativo in un solo mese e mezzo».
Contatti 4WORDS by SANMARCO INFORMATICA Via Vittorio Veneto, 153 36040 Grisignano di Zocco (VI) Tel. +39 0444.414964 Fax +39 0444.419300 commerciale@4words.it www.4words.it
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Cronaca di un giorno di ordinaria innovazione. Nel silenzio di una delle più belle valli toscane sta nascendo un vero polo tecnologico che ha il cloud nel motore e la voglia di chiamare a sé le migliori idee, competenze, professionalità. La rivoluzione semplice delle nuvole made in Italy ha il volto sicuro, concreto e deciso di Paolo Castellacci, icona storica dell’informatica. «Qui sorgeranno i nuovi uffici, poi uniremo questi due edifici e qui invece faremo una bella mensa, capiente, perché alla fine dovrà avere la capacità di servire oltre 1.000 tra dipendenti, giovani, imprenditori… qui invece c’è il data center…». Tono controllato, parole semplici e la cultura concreta, umile di chi ha costruito il suo presente e il
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Paolo Castellacci, guida di Computer Gross fin dalla sua fondazione nel 1994
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futuro di centinaia di persone contando sulle proprie forze, idee, competenze. Ha il passo spedito Paolo Castellacci e il linguaggio immediato che quasi ti coglie di sorpresa quando ti accorgi che, nel giro di pochi gesti nell’aria e qualche frase attentamente calibrata, ha già disegnato quello che sarà, a breve, un vero e proprio quartiere dell’innovazione, che ospiterà un fitto e unico reticolato di aziende, imprenditori, tecnologie. Un incredibile polmone, un ponte, che dal cuore della Toscana, il meglio del tessuto industriale ed economico intende costruirsi verso il futuro. Per farlo è sceso in campo chi la storia di questa terra e del mercato IT italiano l’ha fatta e continua a farla dalla cabina di regia di Computer Gross, distributore a valore nato nel 1994 in quel di Empoli, in seno a un peculiarissimo
gruppo di aziende specializzate nell’integrazione di tecnologie e soluzioni. Un mix irripetibile di competenza e coraggio che ha portato oggi questa società ad avere uno staff di 300 persone impegnate a servire oltre 7.000 rivenditori. «Non siamo maghi, non siamo fenomeni – ama ripetere Castellacci – siamo persone che conoscono bene il loro mestiere e che, soprattutto, sono dotate di buon senso, quello che serve in momenti come questo». Idee chiare e concretezza alla mano, Castellacci e il suo gruppo hanno accettato la sfida di un mercato che cambia alla velocità della luce avviando lo scorso anno un progetto e una serie di investimenti destinati non solo ad aprire nuovi scenari di business per Computer Gross e per il gruppo di cui fa parte, ma anche ad avviare una nuova importante fase evolutiva per il territorio. Un data center proprietario attraverso il quale fornire servizi cloud, nuove strutture, nuovi programmi per i rivenditori, nuovi spazi al servizio di start-up, giovani imprenditori alla ricerca di supporto e organizzazioni in grado di ascoltarli, capire e di veicolare al meglio sul mercato i loro messaggi. «Il cloud, le start-up… bisogna che ci sia qualcuno capace di interpretare al meglio questi incredibili cambiamenti – ci spiega Castellacci conducendoci fra le strade sterrate in fermento che congiungono la sede di Computer Gross ai nuovi capannoni e allo spazio all’interno del quale è stato alloggiato il data
uffici saluta dipendenti e collaboratori soffermandosi, scambiando battute, chiedendo informazioni –. Siamo un gruppo composto da oltre 1.000 persone con la quali abbiamo rapporti fortissimi di lavoro, amicizia, intesa. Ora stiamo affrontando una fase di profondo cambiamento e il nostro dovere è essere attenti, fare bene i conti ma farci trovare pronti e con una strada precisa in testa».
L’Arcipelago dell’innovazione
Gianluca Guasti, marketing manager di Computer Gross Italia
center –. Ci sono grandi opportunità che vanno colte. Sul territorio, nelle università nascono e si sviluppano idee imprenditoriali molto innovative: bisogna che ci sia qualcuno che aiuti questi ragazzi a svilupparsi e capire come e dove veicolare i propri messaggi. Per noi si tratta di una ricchezza enorme e della possibilità di confrontarci direttamente con i migliori talenti che il nostro territorio è in grado di esprimere in ambito tecnologico». Tradotto in termini concreti vuol dire un rapporto sempre più stretto con le università, Firenze su tutte, sviluppare grandi attività di scouting e dare vita a un vero incubatore che permetterà ai migliori talenti del territorio di avviare con più facilità la propria idea di impresa. «Abbiamo una responsabilità molto grande – spiega ancora il manager mentre passando per gli
Giusto il tempo di guardare lo stabile in costruzione all’interno del quale tra pochi mesi nascerà la mensa che servirà l’intero polo e poi Castellacci, accompagnato dai suoi più stretti e giovani collaboratori di sempre, Gianluca Guasti (marketing manager di Computer Gross Italia), Silvia Restelli (marketing manager di J.Soft, Business Unit di Computer Gross) e Fulvio Cresti (cloud solution specialist di Computer Gross) ci “scorta” all’interno di quello che è il vero fiore all’occhiello, il motore forse più potente e innovativo sul quale il gruppo scommette forte per avviare una nuova fase di sviluppo. «Siamo da sempre concentrati sul nostro Dna – spiega Castellacci – ovvero fornire ai rivenditori le migliori soluzioni sul mercato attraverso le strategie più innovative ed efficaci. Il cloud è sicuramente il trend chiave di oggi e del prossimo futuro. Un nuovo modo di accedere ai servizi IT, che offre al canale la preziosa opportunità di gestire
flessibilmente più clienti ma anche di ritagliarsi ruoli nuovi, consulenti, integratori, sviluppatori. Il tutto però a patto che si abbia la risposta giusta alle esigenze del mercato. Una risposta che abbiamo cercato di mettere su strada attraverso l’investimento importante in un data center proprietario, qui vicino alla nostra sede e nella nostra terra, dove clienti e rivenditori possono vederlo, visitarlo, toccarlo con mano». Semplice, non banale, il cloud si fa dunque ancora più concreto e offre alle aziende la garanzia di sapere che le loro informazioni non vengono “sparate” su server e data center in giro per il mondo, ma sono a portata di auto, è possibile vedere fisicamente la struttura che li ospita, li gestisce. «Un elemento molto importante – racconta Fulvio Cresti –. Il cloud diventa così veramente made in Italy e viene messo nelle mani dei nostri dealer attraverso un programma ad hoc, lanciato lo scorso anno, e che prende il nome di Arcipelago.net by Computer Gross. Si tratta di un progetto che permetterà ai Cloud Partners di utilizzare il nostro data center e di offrire soluzioni Taylor-Made che meglio rispondono alle esigenze dei loro clienti, nell’importante e indispensabile processo di innovazione e modernizzazione».
Innovazione a tempo di record Mentre si parla, attraversiamo uffici nuovissimi, sale server… i lavori per lo sviluppo
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dell’intera struttura stanno continuando a ritmo spedito, ma le infrastrutture tecnologiche sono già pronte e a pieno regime. «Abbiamo steso chilometri di cavi – continua Cresti – secondo i migliori standard di efficienza e sicurezza e attivato tutte le infrastrutture storage, server, gruppi elettrogeni esterni da 2,50 megawatt, sistema antincendio a gas inerte, condizionamento a corridoi caldi e freddi, riserve di acqua per la refrigerazione, gruppi di continuità… Il data center è stato realizzato in tempi record, ma progettato con una assoluta attenzione verso tutti gli aspetti che permettono di essere definito tale e distinguersi. Due le componenti fisiche in cui è diviso: 700 metri quadrati di area computazionale espandibili sino a 1.400 attraverso una zona di espansione già attrezzata e predisposta». Come normale, tutto il mercato e gli operatori stanno guardando con grande attenzione a quanto sta avvenendo qui a Empoli.
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Collegati ed entra nel data center di Computer Gross. Un reportage esclusivo per un progetto destinato ad aprire una nuova importante fase nella vita di questo storico distributore a valore
Tuttavia, non solo guardano «ma – spiega Castellacci – partecipano anche direttamente, convinti della bontà dell’investimento. Lo scorso mese di maggio è arrivato infatti anche l’accordo con IBM per la fornitura del primo sistema PureFlex a livello europeo. Un vero onore per noi e il segno della grande fiducia in questa iniziativa». «Il nuovo sistema – racconta Cresti – viene utilizzato per fornire servizi IaaS (Infrastructure-asa-Service) innovativi ai Cloud Partners ed è stato
installato nel data center. Grazie a questo nuovo investimento, Computer Gross ha intenzione di creare anche un centro di competenza dedicato al sistema IBM PureFlex e offrirà consulenza specialistica in ambito cloud». «Il binomio “Innovazione & Canale” è sempre stato alla base della nostra strategia aziendale – interviene orgoglioso Castellacci –. Questo importante investimento ci proietta come vero e proprio punto di riferimento per la soluzione IBM PureFlex,
ideale per i Business Partner che intendono erogare in modalità cloud le loro applicazioni sul mercato italiano». «Nel corso dell’anno – spiega Cresti – abbiamo realizzato una serie di incontri di formazione e spiegazione dell’iniziativa all’interno delle più importanti manifestazioni dedicate all’innovazione tecnologica. Abbiamo seguito, e continuiamo a seguire, tutte le tappe del roadshow di Smau Business e stiamo registrando grandissimo interesse da parte di rivenditori che hanno ormai capito come il cloud non sia una minaccia ma una preziosa opportunità soprattutto se sviluppata da un partner di riferimento e affidabile come Computer Gross, che conosce le dinamiche della filiera a valore e cerca anzi di esaltarne le specificità». «Qui, nella zona di Empoli, Vinci e dintorni – ci racconta Castellacci mentre ci accompagna all’uscita – siamo gente tradizionalmente attenta e abile nel fare i conti. Ci hanno insegnato che le cose si fanno un passo alla volta, con le risorse e con le competenze adeguate. Il passo verso il cloud lo abbiamo ponderato a lungo, adesso però è il momento ed è soprattutto un’occasione importante per il canale. Un’occasione importantissima, e non rimandabile, di arricchire il proprio modello di business “tradizionale” con servizi innovativi e nuovi margini. Noi siamo pronti e non sono parole: qui il cloud lo si può toccare con mano».
EVENTI
Circa miliardi di Terabyte di dati per lo più non strutturati si riverseranno lungo i circuiti digitali di tutto il mondo entro il 2015. È il momento dei Big Data. C’è stato un tempo per i titoli a effetto, “il marketing” come dicono in molti, ora però manager e imprese stanno toccando con mano le grandi opportunità, ma anche i rischi e le complicazioni che una cattiva gestione di un simile fenomeno potrebbe portare. Il risultato è una richiesta pressante e decisa di risposte
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e consigli efficaci. Un trend evidente e che ha avvolto dal primo all’ultimo minuto l’intensa giornata di lavori della recente IDC Big Data Conference. Durante l’evento milanese, di fronte a un folto pubblico, si sono alternati sul palco Cio di grandi aziende che stanno affrontando con strategie diverse il tema dei Big Data (da Ferrovie dello Stato a La Rinascente, Luxottica, Vestas, Saipem ecc.) e gli analisti di IDC e vendor come Emc, IBM, QlikView, Sas, Reply. «I progetti di Big Data Analytics – spiega Fabio Guarda, ascolta e vivi le emozioni e i risultati più interessanti emersi nel corso della IDC Big Data Conference
Fabio Rizzotto, IT research & consulting director di IDC Italia
Il mare di informazioni e di dati non strutturati di qualsiasi tipo ha da tempo raggiunto le infrastrutture IT di ogni azienda. Un fenomeno che, in pochi anni, assumerà proporzioni quasi inimmaginabili. I numeri, i consigli, i casi, le scelte da fare e da evitare, tutte in un evento di successo, mai così concreto e ricco di contenuti Marco Lorusso
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Rizzotto, IT research & consulting director di IDC Italia – hanno iniziato a moltiplicarsi in svariati settori: dall’energy al retail, soprattutto. Per affrontare i Big Data servono però nuove competenze, analisi dei dati, matematica, statistica, che vanno integrate con quelle esistenti. Emerge dunque la figura del Data Scientist, ma soprattutto la necessità di interfacciarsi con partner di valore e veri consulenti». «Come Ferrovie dello Stato – ha sottolineato Alessandro Musumeci, direttore centrale sistemi informativi Ferrovie dello Stato Italiane – il tema degli investimenti IT per il trasporto merci, e non solo, è per noi sempre più centrale. In particolare abbiamo avviato da circa un anno la sperimentazione dei Big Data nell’ambito della logistica. I tempi di risposta, in tema per esempio di riempimento treni, sono passati da circa 20 minuti a 20 secondi: i risultati sono ottimi e la capacità di analisi è sorprendente». «Attenzione però – ha aggiunto Guido Guerrieri, esecutive partner di Reply – non va confuso il fenomeno sociale, che è evidente, con lo strumento di business che va
invece capito e analizzato con attenzione». Non a caso Marco Albertoni, analytics leader di IBM Italia, ha richiamato i presenti alla necessità «di un salto culturale da parte di tutta la filiera per portare la tecnologia, pronta da tempo, più vicina ai processi di business. Per esperienza, i migliori progetti Big Data sono quelli che partono dai dati interni alle aziende». Sulla stessa linea anche Angelo Tenconi, analytics & technology director di Sas. «Una volta raccolti i Big Data, il tema chiave è l’ultimo miglio del viaggio del dato, come le informazioni vengono messe a disposizione del business». «È difficile – ha avvertito Valentina Torti, responsabile area Business Intelligence e CRM de La Rinascente – avere all’interno una figura come il Data Scientist. Avremo bisogno di supporto esterno da parte di partner e vendor. C’è un’atmosfera molto dinamica: i Big Data si stanno evolvendo come quando qualche anno fa è esplosa la Business Intelligence, che oggi ha infatti contorni molto più ampi». Una Business Intelligence che, come ha poi aggiunto Giovanni Rizzo, sales manager Greenplum di EMC Italia, sta conoscendo evoluzioni molto interessanti in ambito as-aService. «In ogni caso – ha concluso Rizzo – di fronte alla sfida dei Big Data e delle informazioni che vanno affrontate, gestite, analizzate e messe al servizio delle aziende in maniera intelligente, il compito di noi vendor è rendere concreti, e subito, questi desideri e offrire risposte precise».
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ATTUALITA’
«Siamo in crescita e unici, perché facciamo il contrario di quello che fanno quasi tutte le multinazionali: noi ci avviciniamo al territorio. Abbiamo reintrodotto in Italia la figura dell’agente, come venti anni fa, perché sono persone vicine al territorio e alle aziende…». Dario Pardi, che di mestiere fa il vice president Global Market di Hitachi Data Systems, è un manager di lungo corso sul mercato IT e occupa un ruolo chiave nelle strategie del colosso giapponese. Un ruolo e una esperienza che però non gli impediscono di avere, da sempre, una visione molto concreta, pragmatica e tremendamente efficace del mercato italiano, che ha portato la società a crescere in Italia con quote a due cifre e di raggiungere una fetta di mercato molto importante. Una visione che ha trovato l’ennesima espressione concreta nel successo del recente appuntamento fiorentino con il roadshow Hitachi Data Efficency dedicato a manager, utenti finali e partner. Un evento itinerante, realizzato in collaborazione con il proprio partner Tai Technologies
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La tecnologia certo, soluzioni innovative e sfide epocali come Big Data e cloud computing. La strada che porta verso il futuro, però, per il colosso dello storage passa soprattutto dalla capacità di dialogare e penetrare su un territorio complesso e articolato come quello italiano
Dario Pardi, vice president Global Market di Hitachi Data Systems
Software Solutions e il proprio vad Accadis, e che ha fatto tappa proprio nel capoluogo toscano. Un’iniziativa sulla quale la società punta molto, proprio per rilanciare il suo forte rapporto con il territorio. Non a caso, oltre a Pardi, era presente anche Jonathan Preston, responsabile Emea Soluzioni File and Content HDS. Artiglieria pesante insomma che il pubblico ha decisamente gradito rispondendo con una presenza davvero sorprendente. «Il 90% dei dati, dopo 24 ore dalla creazione non viene più utilizzato – ha spiegato Preston –. Non solo, le aziende usano dal 20% al 40% della struttura storage che hanno a disposizione. Nel quadro economico nel quale ci troviamo oggi – ha aggiunto il manager – il business del presente e del futuro è la gestione dei file e dei contenuti. Le aziende devono essere sempre più in grado di dare il giusto valore economico alle informazioni in base al loro reale utilizzo». Questo il punto intorno al quale ruota buona parte della strategia firmata Hitachi, la gestione e l’analisi intelligente Collegati al QR code e vivi in prima linea il grande successo del recente appuntamento fiorentino con il roadshow Hitachi Data Efficency
Vuoi mettere in sicurezza i tuoi clienti e ossigenare la cassaforte della tua azienda? delle informazioni e del loro ciclo di vita. «La nostra idea – ha spiegato Pardi – è quella di offrire soluzioni in grado di realizzare una gerarchia dei dati e capaci di archiviarli secondo priorità e utilizzo reale che se ne farà oggi e in futuro. Una scelta che permette alle aziende di ridurre sensibilmente i costi dello storage, di essere più flessibili e di ottimizzare l’intera infrastruttura IT. Una scelta che fa di Hitachi Data Systems non solo una società che offre soluzioni hardware, ma un partner ad alto valore che ha la capacità di analizzare i Big Data. È indispensabile avere una gestione efficace e riconoscere il valore dei dati per ottenere un successo duraturo, in quanto soprattutto i Big Data, mediante appositi tool di analisi e di business intelligence, possono essere usati per creare efficienze operative, stimolare il successo commerciale e migliorare i processi e il servizio erogato ai clienti». «Essere pronti a innovare – ha raccontato anche Andrea Cicerchia, FCS Specialist Hitachi Data Systems – vuol dire interpretare al meglio fenomeni ormai esplosi da tempo come cloud e virtualizzazione. Il cloud oggi, per esempio, non è solo pay-per-use, ma può essere utilizzato per creare servizi innovativi in grado di indirizzare le crescenti esigenze di mobilità e scambio dati. La virtualizzazione poi ha sicuramente ridotto i costi di molte infrastrutture server, ma forse non si può dire altrettanto della parte storage. L’idea, concreta, della nostra società è quella di offrire a partner di canale ad alto valore e utenti finali soluzioni che si basano su avanzate tecnologie di deduplica, capaci di archiviare, gestire e proteggere la massima quantità di dati nel più piccolo spazio e al minor costo possibili. Questo vuol dire essere in grado di rispondere alle esigenze, pressanti, di piccole e medie imprese che “devono” assolutamente accedere ai dati sensibili da qualsiasi dispositivo, pc, tablet, smartphone, avendo la certezza di rispettare gli standard di sicurezza e di trovarsi davanti all’informazione corretta, nel momento giusto e nel miglior stato di salute possibile». C
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ATTUALITA’
Un bilancio decisamente positivo quello di IBM in apertura d’anno. «E ci aspettiamo un primo trimestre 2013 tutto in crescita, grazie ai lanci di nuovi prodotti che faranno la differenza sul mercato», ha dichiarato Enrico Cereda, vice president Systems and Technology Group. Un bilancio che vede al centro della politica del colosso un’attenzione crescente nei confronti del mondo delle Pmi. L’azienda, infatti, ha introdotto nuovi sistemi – ideali per il mercato delle piccole e medie imprese – che danno a queste ultime la possibilità di sfruttare facilmente le opportunità offerte dai Big Data e dal cloud computing. Si tratta di otto nuovi Power Systems, tre modelli PureSystems e nuovi Storage Systems. Le Pmi, che costituiscono quasi metà del Prodotto interno lordo (Pil) mondiale, hanno difficoltà ad adottare le soluzioni avanzate che consentono loro di trarre vantaggio dalle tecnologie dei Big Data e del cloud computing per mancanza di budget e di competenze. Secondo le stime fatte da
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Idee chiare e soluzioni innovative al servizio di un target strategico. Big Blue non molla la presa sulle Pmi e lancia la sua sfida ai Big Data. «I clienti ci hanno premiato anche in un momento di grave difficoltà generale», avverte Stefania Asti, responsabile Power System IBM Italia
azienda ha sperimentato e adottato il cloud all’interno dell’organizzazione e il 90% prevede di farlo entro i prossimi tre anni. Tuttavia, anche se la domanda è elevata, molte organizzazioni non hanno le competenze per realizzare i progetti. Per aiutare le aziende a superare questi ostacoli, IBM ha presentato una nuova versione a costo contenuto del suo PureSystems Application System. Grazie alla concezione “scale-in” e alle tecnologie innovative, PureSystems è pensato per aiutare le imprese a liberare tempo e risorse da dedicare all’innovazione. Tutti i componenti della famiglia PureSystems, infatti, sono costruiti per il cloud, pronti per l’uso. Questo nuovo modello è progettato per le organizzazioni che non dispongono delle competenze IT necessarie per adottare il cloud computing. In 4 ore, fornisce l’infrastruttura e il software necessari per sviluppare e rilasciare nuove applicazioni nel cloud o in sede.
Daniela Schicchi
IBM, ogni giorno vengono generati 2,5 Exabyte di dati, tanto che il 90% delle informazioni nel mondo è stato creato solo negli ultimi due anni. Di conseguenza, la sfida per le organizzazioni di tutti i settori e di tutte le dimensioni è trovare modi semplici ed efficaci in termini di costi per analizzare i dati e soddisfare al meglio le esigenze dei clienti. L’ultima innovazione di IBM, PureData System for Analytics, alimentata dalla tecnologia Netezza, offre il 50% di capacità di dati per rack in più con un’elaborazione tre volte più veloce. Il sistema può essere pienamente operativo nel giro di pochi minuti. Con questa nuova offerta, le aziende potranno gestire facilmente un maggior numero di dati più rapidamente, senza compromettere l’efficienza del data center. Sempre secondo una recente indagine di IBM, quasi tre quarti dei leader ha affermato che la propria
Enrico Cereda, vice president Systems and Technology Group
Digitalic per Fortinet
NUOVE FUNZIONALITÀ
FORTINET ANNUNCIA IL NUOVO SISTEMA OPERATIVO FORTIOS 5.0 PER MIGLIORARE LA SICUREZZA, IN AMBIENTI BYOD
Joe Sarno, VP Regional Sales, Fortinet
Fortinet, tra i leader mondiali nella fornitura di soluzioni per la sicurezza di rete ad alte prestazioni, ha annunciato FortiOS 5.0, il sistema operativo di sicurezza più avanzato al mondo su cui si basano tutte le piattaforme di sicurezza integrate Fortinet FortiGate. La nuova versione offre maggiore sicurezza, intelligence e controllo per consentire alle aziende di implementare una migliore protezione dalle minacce avanzate di oggi e rendere più sicuri gli ambienti BYOD. A causa dei sostanziali cambiamenti sia della natura degli attacchi, sia del modo in cui gli utenti accedono alla rete, Fortinet offre alle aziende di qualsiasi dimensione nuove tecnologie di protezione e gestione delle reti, attraverso criteri di sicurezza più efficaci e intelligenti. Fortinet estende la propria leadership integrando capacità di identificazione e gestione avanzate del comportamento di utenti e dispositivi, inclusi criteri basati sulla reputation, un miglior rilevamento e protezione da botnet, nonché ispezione del traffico crittografato. Oltre al nuovo sistema operativo FortiOS 5.0 per i dispositivi FortiGate, Fortinet ha annunciato FortiManager 5.0, FortiAnalyzer 5.0 e FortiClient 5.0 per rispondere all’esigenza di disporre di capacità di
analisi e gestione sempre più sofisticate. Fortinet ha aggiunto oltre 150 funzionalità e miglioramenti a FortiOS 5.0, che consentiranno ad aziende di ogni dimensione di disporre di migliori strumenti per difendersi dalle nuove minacce avanzate e per proteggere le proprie reti dall’uso di nuovi tipi di dispositivi e applicazioni mobili. Tra i principali vantaggi: • più sicurezza per combattere le minacce avanzate. Una funzione di client reputation offre alle aziende una classificazione della sicurezza complessiva di ogni dispositivo in base a una gamma di comportamenti, fornendo informazioni specifiche e fruibili per consentire l’identificazione dei sistemi compromessi e i potenziali attacchi zero-day in tempo reale. Il nuovo sistema avanzato di rilevamento anti-malware include un motore euristico on-device basato sul comportamento e servizi AV basati su cloud, inclusi una sandbox del sistema opera-
tivo e un database della IP reputation dei botnet; • più controllo per proteggere i dispositivi mobili e gli ambienti BYOD attraverso l’identificazione dei dispositivi e l’applicazione di criteri di accesso specifici, nonché profili di sicurezza in base al tipo di dispositivo o al gruppo, alla posizione e all’utilizzo; • più informazioni con adattamento automatico dei criteri basati sul ruolo per utenti e ospiti, secondo un profilo basato su posizione, dati e applicazione. Funzioni di analisi e reporting avanzate offrono inoltre agli amministratori maggiori informazioni sul comportamento della rete, di utenti, dispositivi, applicazioni e minacce. FortiOS 5.0 verrà presentato durante i seminari che si svolgeranno a Torino, Milano, Roma, Padova e Bari nei mesi di marzo, aprile e maggio. Per ulteriori informazioni e registrarsi agli eventi, visitare il sito: fortinet.it.
ATTUALITA’
«Sarà la nuova Silicon Valley italiana…». Controcorrente e con la sguardo rivolto, come sempre, in avanti. Il Gruppo Esprinet suona la sveglia di questo difficile inizio di 2013 grazie al rombo di un motore già a pieni giri e, soprattutto, grazie all’inaugurazione di una nuova e ambiziosa sede. Dallo scorso 1° gennaio, infatti, dopo 12 anni, il distributore ha lasciato la storica sede di Nova Milanese, diventata troppo complessa da gestire a fronte di una crescita costante, per approdare nell’Energia Park di Vimercate
«
S
Maurizio Rota, vice presidente e amministratore delegato del Gruppo Esprinet
(MB), più precisamente all’interno del Building 04, che vanta una superficie di circa 11.400 mq. Un’area di grande impatto dove hanno già trasferito la loro sede società del calibro di Sap e dove a breve confluiranno altri nomi molto importanti di questo settore. Una scommessa per nulla scontata soprattutto in tempi di grandi difficoltà per il mondo IT, una scommessa che il management della società ha voluto fortemente affrontare proprio in vista dell’apertura di un nuovo
Una scommessa ambiziosa, una nuova e importante sede per il distributore IT. La scelta dell’Energy Park – progettato dallo studio milanese Garretti Associati e sviluppato dalla società immobiliare Segro – rappresenta l’avvio di un nuovo ciclo di sviluppo e un importante segnale per tutto il mercato Marco Lorusso
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ciclo di sviluppo e per dare un segnale di grande fiducia a tutto il mercato. Tutti presenti ovviamente alla cerimonia di inaugurazione, dai timonieri della società, al sindaco di Vimercate fino ai responsabili di Segro, la multinazionale che guida il progetto dell’Energy Park. «È con molto orgoglio che presentiamo la nuova sede italiana del Gruppo Esprinet, specchio della nostra costante tensione all’innovazione e allo sviluppo delle tecnologie – ha dichiarato Maurizio Rota, vice presidente e amministratore delegato del Gruppo Esprinet –. Abbiamo voluto creare per i nostri dipendenti un contesto estremamente funzionale, che permette di lavorare in una dimensione di benessere, garantendo al contempo il pieno rispetto per l’ambiente». In questo esclusivo reportage le prime immagini, le sensazioni e le emozioni di Alessandro Cattani, amministratore delegato del Gruppo Esprinet.
Una vision unica – la convinzione che ci sia un modo migliore per soddisfare le attuali e future esigenze di gestione dei dati – guida CommVault nello sviluppo di soluzioni di Singular Information Management® per raggiungere il livello più elevato di protezione, disponibilità universale e gestione semplificata dei dati, anche in ambienti storage complessi. La piattaforma unica di CommVault offre alle aziende un controllo senza precedenti sulla crescita, sui costi e sui rischi connessi alla gestione dei dati. I moduli software di CommVault Simpana® sono stati progettati per assicurare massima interoperabilità attraverso la condivisione di un unico codice e di un comune set di funzionalità, per garantire i massimi livelli di protezione dati, archiviazione, replicazione, ricerca e gestione delle risorse.
scopri come
Cristian Meloni, District Manager CommVault Systems Italia
CommVault – pioniere nella protezione dei dati – ha cambiato le regole del gioco: tutto ha inizio dalla piattaforma unica. L’architettura software single-platform di Simpana si basa sulla vision Solving Forward® di CommVault volta a modernizzare il data management. L’architettura di Simpana archivia in modo efficiente tutti i dati protetti in un repository virtuale, denominato ContentStore, e semplifica il modo in cui gli utenti ricercano, analizzano e utilizzano i dati in azienda. Simpana ContentStore costituisce la base per innovazioni future, quali la conservazione automatizzata basata sul contenuto e l’integrazione con applicazioni di analisi e business intelligence di terze parti. Simpana offre un accesso sicuro e selfservice dai dispositivi mobile, quali tablet e smartphone, che aiuta a velocizzare l’adozione del cloud e a estrarre valore dai Big Data. Simpana permette di dimezzare i costi legati alla gestione dei dati, di ridurre i rischi, di semplificare l’operatività e di abbassare le spese connesse alla manutenzione. Sono sempre più numerose le aziende che si rendono conto dell’efficienza, delle prestazioni, dell’affidabilità e del controllo senza eguali che solo CommVault è in grado di offrire.
Roberto Massoli, Channel Manager CommVault Systems Italia
CommVault nasce come gruppo di lavoro nei centri di ricerca degli A&T Bell Labs e ha come scopo la ricerca di una soluzione olistica per la gestione dei dati aziendali. Definita l’idea, ha inizio l’attività di ricerca e sviluppo che traducono l’idea stessa in prodotto e che ben presto portano a uno spin-off del gruppo di ricerca e, nel 1996, alla nascita della società CommVault. Oggi CommVault è un’azienda che sviluppa software di gestione dei dati; è quotata in borsa e la sede principale è a Oceanport, nel New Jersey. Il marchio CommVault rappresenta il software di backup leader nel settore enterprise. CommVault vanta all’attivo 17.700 clienti in tutto il mondo, con una crescita a livello di fatturato negli ultimi sette anni del 25% anno su anno, che la rendono l’azienda software con la più rapida crescita a livello globale. CommVault ha aperto una filiale in Italia nel 2008, sviluppando un canale di rivenditori altamente specializzati a cui è affidato il 100% del proprio business.
Scopri il mondo di CommVault, collegati al QR code e tocca con mano le soluzioni più innovative, le strategie e i programmi studiati appositamente per i suoi rivenditori
CommVault Systems Italia Srl Centro DELTA - Via M. V. De Vizzi 93/95 20092 Cinisello Balsamo (MI) www.commvault.it
ATTUALITA’ Collegati a questo QR code, guarda e ascolta il Webcast con Marco Tronati, sales and marketing executive di Sowre, per ascoltare dalla viva voce della società i vantaggi che derivano da BRS
New Orleans, 2012, Marco Tronati ritira l’IBM Beacon Award per la migliore Industry Solution Retail
Mondo fisico e mondo virtuale. Vicini e lontani. Diversi ma uguali. L’esperienza nel Web sarà arricchita all’interno del punto vendita per un’esperienza d’acquisto sempre più coinvolgente. Un’evoluzione tutta da studiare e seguire, strategica per il futuro di un mercato che da sempre ha un forte impatto sulla bilancia economica generale di un Paese. Un’evoluzione già in atto… ma come? Le stesse logiche che permettono a un social network di conoscere in modo approfondito le esigenze del proprio pubblico, si applicano oggi al punto vendita. Quello fisico, reale, di ogni giorno, in perenne competizione con quello virtuale per ottenere la preferenza dei clienti. L’esperienza di acquisto deve diventare unica. Solo in questo modo sarà possibile ottenere risultati di vendita immediati. Anche se chi entra in negozio non acquista nulla, osservare il suo comportamento diventa strategico per lo sviluppo del business potenziale. Con la biometria diventa, quindi, un gioco da ragazzi segmentare il proprio pubblico, analizzarne
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Camaleontica e scalabile, pronta per affrontare le nuove sfide del mondo retail, BRS by Sowre fa convergere il mondo fisico con quello virtuale. Il negozio osserva, conosce e impara per rendere l’esperienza d’acquisto dei clienti sempre più coinvolgente
il comportamento, studiare la sua reazione ai messaggi di marketing. Una nuova visione dei clienti. Per un negozio più intelligente. BRS è la soluzione sviluppata da Sowre e dedicata al retail che integra tecnologie specifiche nel campo della misurazione biometrica. Dei sensori effettuano in modo anonimo e statistico la raccolta dei dati legati a età, etnia, genere, affluenze e picchi. In tempo reale le informazioni sono trasmesse al back office centrale che le analizza e genera dei report immediati
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che permettono di rispondere a queste domande: • Quante persone entrano nel mio store? • In quali ore del giorno e in quali giorni ho maggiore affluenza? • Quanti uomini? Quante donne? • Di che fascia di età? • Di quale etnia? Un’unica tecnologia, dunque, che permette di tenere sotto controllo l’affluenza, verificare i dati di conversion rate e interagire con il digital signage per una nuova shopping experience.
Usare i sensori biometrici per conoscere …
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1 Interesse per campagne digital signage
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& video communication all’interno del negozio.
2 Attrattività della merce in esposizione. 3 Profili degli acquirenti. Conversion rates, totali e per target group.
4 Profilazione e conteggio
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dei visitatori. Attrattività del negozio. Conversion rate visitatori in relazione al numero passanti.
5 Grado di interesse per un prodotto specific. Sensori all’interno di un manichino o di un display. 6 Efficacia delle vetrine. Conversion rates
collegate alla vetrina – quali prodotti destano il maggior interesse?
7 Utilizzo dei camerini (of course, sensori all’esterno)
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ATTUALITA’
Con un +7% Sidin chiude un anno in controtendenza. Non soltanto per il dato di crescita, che è un grande risultato in un settore complessivmaente in calo del 3%, ma soprattutto perché è riuscita a realizzare tre cose che tutti i distributori IT inseguono (con alterne vicende) in questo momento: aumentare il proprio peso nel segmento a valore, incrementare la numerica dei clienti,
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Vittorio Zunino, presidente di Sidin
accrescere il business online. «Il nostro fatturato – ha sottolineato Vittorio Zunino, presidente di Sidin – è cresciuto del 7%, mentre la numerica clienti ha fatto registrare un +25%. L’attività che ha dato il maggior contributo a questo risultato è il segmento a valore costituito da server e storage, in cui ha giocato un ruolo molto importante il brand Dell». Il numero dei clienti serviti è aumentato per via di un portafoglio più ampio ma soprattutto per la grande attività online, che ha portato alla fine del 2012 al lancio del nuovo sito web di Sidin. «Non si tratta solo di una piattaforma di e-commerce – ci tiene a sottolineare Zunino – anche se questa funzionalità è stata rafforzata e ha portato grandi risultati. La forza del nuovo sito sta nella sua multicanalità, nel fatto che è sia un e-business sia un centro permanente di formazione attraverso il quale veicoliamo corsi e certificazioni in tutte le declinazioni rese possibili dalla rete: Webinar, corsi scaricabili ed ora anche Virtual Conference Room. Questo avvantaggia notevolmente i nostri clienti che entrano in www.sidin. it per aggiornarsi, per conoscere le nuove tecnologie e per acquistarle». Proprio nell’aumento della numerica clienti il sito ha avuto un ruolo fondamentale già dopo pochi mesi e ciò si è tradotto in un
balzo del fatturato generato online. Dal punto di vista organizzativo, Sidin ha appena concluso una aggiornamento della sua strutturazione che ora punta sulle Business unit e quindi su personale tecnico e commerciale dedicato ad ogni singolo brand. «I nostri obiettivi per il 2013 – prosegue Zunino – sono: un’ulteriore focalizzazione sui brand della nostra offerta; rafforzare le BU come punto di riferimento; introdurre i sales specialist come forza commerciale focalizzata sul brand; lanciare azioni di recruiting sul territorio e nei settori verticali nei quali operiamo; aggiungere, infine, alla nostra offerta nuovi marchi riconosciuti come leader nel settore. Il nostro obiettivo è però anche quello di fare scouting, andando a ricercare sui mercati esteri quelle start-up in grado di portare vere innovazioni per offrire ai nostri rivenditori concreti vantaggi competitivi in termini tecnologici e di margine. Il nuovo sito web e la riorganizzazione che stiamo affrontando sono i primi punti da cui partire per affrontare la sifda a un mercato sempre più complesso. La nostra determinazione ci aiuterà a perseguire l’obiettivo di rinnovamento verso una nuova Sidin 2.0».
Non solo il fatturato è in crescita, ma aumenta anche il numero dei clienti e il peso del segmento a più alto valore. Da questi successi Sidin riparte per progettare il distributore 2.0
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TREND come tutti sanno le chiamate tra dispositivi Skype sono gratuite e le tariffe per contattare numeri tradizionali sono molto aggressive. «La pressione sui carrier tradizionali continuerà a crescere – racconta in una recente intervista Stephan Beckert di TeleGeography – anche perché se è vero che Skype è l’applicazione vocale più conosciuta, non è certo
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Telefonate attraverso operatori tradizionali
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volume delle chiamate telefoniche via Skype in miliardi di minuti
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volume delle chiamate telefoniche via Skype in miliardi di minuti
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Piange il telefono… diceva qualcuno… ma ride Skype! Siamo di fronte a nuove forme di vita sempre più di successo per le nostre cornette telefoniche. Un recente e interessante rapporto di TeleGeography dimostra la formidabile progressione che Skype è stato in grado di mettere a segno dal 2005 a oggi. In base ai dati raccolti per il 2012 sembra proprio che un terzo del traffico telefonico internazionale globale sia nelle mani del servizio VoIP di Microsoft: un risultato sorprendente, considerando che il restante 66% è costituito da tutti i provider telefonici mondiali. Per quanto riguarda invece, a livello globale, il traffico internazionale si parla di una crescita nel 2012 di circa il 5% rispetto al 2011 per un totale di circa 490 miliardi di minuti. All’interno di questo fiume di parole, Skype rappresenta una fetta sempre più vistosa, circa 167 miliardi di minuti. Il Web e la larga banda sono quasi ovunque e, in tempi di grande attenzione ai budget sia domestici che aziendali,
l’unica. Google (Talk and Voice), WeChat (Weixin), Viber, Nimbuzz, Line e KakaoTalk stanno diventando molto popolari, senza contare che anche Facebook ha recentemente aggiunto funzionalità in tal senso». Un ultimo, ma molto interessante dato: il 40% delle chiamate internazionali effettuate con Skype sono videochiamate.
fonte: TeleGeography
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CREATIVE PARK 42
L’INSOSTENIBILE CREATIVITÀ DEL MEETING Elena Veronesi Laureata in comunicazione d’impresa, è consulente di comunicazione visiva e direttore creativo della Creative Park Srl. Lavora nel settore comunicativo da oltre 10 anni e nella sua carriera ha collaborato con numerose agenzie pubblicitarie in tutta Italia. Da alcuni anni, al ruolo di consulente aziendale ha affiancato quello di formatrice, tenendo corsi sul marketing e la comunicazione visiva presso enti e aziende. È relatrice Smau, dove tiene workshop dedicati al Web design e alla comunicazione efficace e cura un blog nel quale parla di creatività, design e visual communication: www.elenaveronesi. com.
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L’OROLOGIO APPESO ALLA PARETE PARE ESSERSI FERMATO, SONO PASSATI APPENA 15 MINUTI EPPURE TI SEMBRA D’ESSER SEDUTO DA TRE ORE. IL TUO CAPO UFFICIO PARLA DI CIFRE, NUMERI E STATISTICHE E LENTAMENTE LA TUA MENTE SI ASSOPISCE. SULLA TUA SCRIVANIA SONO IMPILATE CARTELLE SU CARTELLE DI PROGETTI DA PORTARE A TERMINE EPPURE ANCHE OGGI TI TENGONO INCHIODATO A UNA SEDIA CON LA PRETESA DELL’ENNESIMO “MEETING DI AGGIORNAMENTO”. E TU VORRESTI UCCIDERLI… Quello che avete appena letto non è l’incipit di un nuovo legal thriller, ma la situazione nella quale si trovano moltissimi manager alle prese con la burocrazia da ufficio. L’obbligo del meeting settimanale, l’appuntamento con il seminario di controllo sono occasioni che vengono vissute come pesanti incombenze e non come momenti per stimolare il confronto e il dialogo. Del resto chi l’ha detto che le riunioni debbano per forza essere delle perdite di tempo? Basta organizzarsi bene per trasformarle in incontri ravvicinati con la creatività.
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Dalla parte delle riunioni Gli studi hanno da tempo evidenziato come l’inventore solitario e il creativo asociale siano più frutto della fantasia di scrittori e registi che uno specchio della realtà. Imprenditori rivoluzionari e manager innovativi dimostrano ogni giorno come il gruppo sia la base delle idee più creative degli ultimi anni. David Burkus, professore di creatività e management alla Oral Roberts University, sostiene che i meeting possono renderci più creativi e lo dimostrano gli studi come quello realizzato dallo psicologo Kevin Dunbar sul funzionamento di quattro
laboratori di microbiologia per indagare il lavoro creativo di sperimentazione. I risultati hanno evidenziato come le intuizioni più creative e le maggiori scoperte si verificano durante le riunioni di laboratorio, nelle quali i singoli ricercatori raccontano le loro ultime scoperte e condividono le difficoltà che stanno incontrando. I meeting sono occasioni durante le quali le idee si incontrano e si trasformano, evolvono e prendono forme nuove e inattese, alla ricerca della conclusione perfetta.
Le buone idee vengono mangiando Se è vero che i grandi affari si concludono spesso
Scarabocchiare durante le riunioni, lo fanno tutti. Alcuni però sono più creativi di altri… Nelle foto, qualche “scarabocchio” dell’autrice della rubrica, Elena Veronesi, fatti durante un meeting
RISORSE
a tavola, lo stesso può accadere anche per le grandi idee. Ne sanno qualche cosa quelli di Google che stimolano la creatività dei loro dipendenti offrendo il cibo gratis! Nel campus californiano di Mountain View si possono trovare pietanze da gourmet che riprendono menu da tutto il mondo, senza pagare nulla. Lo spirito che anima Google non è solo quello di offrire una facilitazione economica ai propri dipendenti: come afferma Douglas Merrill, l’ex chifel information officer di Google, il cibo gratis incoraggia i Googler a sedersi, a interagire con gli altri al di fuori del reparto e a condividere i progetti sui quali stanno lavorando, raccontando i problemi che hanno incontrato e chiedendo consigli su come risolverli. Del resto il buon cibo è fondamentale per il corretto funzionamento del cervello, fonte della nostra creatività. Gli alimenti con un indice glicemico basso rilasciano gradualmente il glucosio e, aiutando a minimizzare le oscillazioni dello zucchero nel sangue, ottimizzano le capacità intellettuali e la
How to Run a Meeting Like Google In questo articolo su Businessweek.com, Carmine Gallo spiega come pianificare delle riunioni efficaci e soprattutto utili. http://tinyurl.com/bbncu9r
concentrazione. Secondo gli studi sono sei gli ingredienti che non dovrebbero mai mancare nei piatti di un buon creativo: olio d’oliva, verdure a foglia verde, cannella, more, avocado e molta acqua.
Cinque punti per una riunione Ma come si fa a impostare un buon meeting, evitando le classiche riunioni che non portano a nulla? Innanzitutto considerando questi cinque punti: • programmate un incontro soltanto quando c’è un vero motivo per parlarsi a quattr’occhi (non vi è nulla di più inutile di un tavolo di persone annoiate che non hanno nulla da comunicare); • stilate un ordine del giorno chiaro e puntuale (evitate dunque di parlare a ruota libera sugli argomenti più disparati che vi vengono in
mente); • pianificate delle tempistiche precise, con un’ora d’inizio e una di fine ben fissate (la creatività ama i limiti, le barriere: nulla nuoce di più alla creatività di una riunione-fiume); • comunicate in anticipo l’ordine del giorno a tutti i partecipanti (all’inizio di una riunione avere le idee chiare su ciò di cui si parlerà è il primo requisito); • definite un moderatore, ovvero qualcuno che sia in grado non solo di dirigere la conversazione ma anche di motivare i presenti e tenere alto l’interesse.
Guide to Making Every Meeting Matter Un utile eBook edito dalla Harvard Business Review, indispensabile per tutti coloro che devono destreggiarsi tra riunioni e interminabili meeting. http://tinyurl.com/ad4cezk
Le riunioni sono un’ottima occasione di confronto e crescita. Bastano pochi accorgimenti per trasformare un meeting infruttuoso in un brainstorming creativo e stimolante.
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TECNOLOGIA Si compra, la si appende al collo… fine. Nell’era dei social, la fotografia fa un altro incredibile passo in avanti (o “indietro” a seconda dei punti di vista) con Autographer, la fotocamera digitale intelligente sviluppata da OMG Life, un team di Oxford, e messa sul mercato a partire dallo scorso mese di novembre. Una fotocamera in grado di scegliere in totale autonomia quando e se scattare una foto. Un prodotto che punta a cambiare il modo in cui si intende la fotografia. Con Autographer l’atto di
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scattare, infatti, non è più sotto controllo del fotografo, ma è la vita stessa a decidere quando immortalare un istante… Per utilizzare questo device basta appenderlo al collo, il resto lo fa da solo. L’intelligenza è tutta nella sua ottica da 136 gradi (ultragrandangolare), nell’otturatore (che si attiva grazie ai cinque sensori di rilevamento direzione, temperatura, velocità, luce e colore), nel modulo Gps e in un algoritmo in grado di “sentire” quali sono i momenti giusti da immortalare. Questa incredibile “wearable camera” è lunga 90 mm, larga 37,4 mm, spessa 22,9 mm, pesa solo 58 grammi ed è in grado di scattare oltre duemila fotografie al giorno, anche se non ha il flash… al momento. Le foto vengono registrate su una memoria interna da 8 GB e grazie al Bluetooth, poi, è possibile visualizzare gli scatti su qualsiasi smartphone, grazie alla App dedicata rilasciata insieme al prodotto.
Collegati al QR code e guarda l’incredibile Autographer all’opera in questo esclusivo videoreportage
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DGREPORT
Barbara Silbe
LO SVILUPPO DELLE FOTOCAMERE CONTINUA. COME IN UN MONDO CHE SI ADATTA ALLE NUOVE CONDIZIONI, NASCONO NUOVI MODELLI CHE DEVONO FAR FRONTE A UN AMBIENTE MUTATO PROFONDAMENTE CON L’AVVENTO DI SMARTPHONE DOTATI DI FOTOCAMERE DI QUALITA’. E’ UN PO’ COME SE NELL’EDEN FOSSE COMPARSO UN PREDATORE: SOPRAVVIVONO I PRODOTTI PROFESSIONALI E UNA NUOVA STIRPE, LE MIRRORLESS
Ecco il Photoshow, il tradizionale appuntamento di primavera con l’imaging. La fiera della fotografia, quest’anno a Milano, è ricca di programmi formativi per addetti ai lavori, live shooting, eventi, inoltre affiorano, come sempre, le ultime “mode”. La tendenza del momento è rappresentata dalle fotocamere senza specchio, mirrorless insomma... Con un corpo simile a quello delle compatte, ma con obiettivi intercambiabili, hanno successo perché sono più piccole e maneggevoli delle reflex, ma offrono comunque immagini di qualità e alte prestazioni.
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Samsung è smart Samsung continua il suo percorso nell’evoluzione delle smart camera con un nuovo modello della famiglia NX. La NX300 promette nitidezza e velocità eccellenti. Monta la nuova ottica Samsung NX 45mm F1.8 2D/3D, la prima ottica 3D studiata per una fotocamera capace di catturare immagini e video full HD con risoluzione 1.080 pixel. Si tratta di una lente 45mm F1.8 2D/3D che rende la NX di Samsung l’unica fotocamera con obiettivo intercambiabile in grado di supportare la tridimensionalità sia nelle immagini che nei video. La NX 300 monta un sensore APS-C CMOS da 20,3 Megapixel, il sistema Hybrid Auto Focus (AF) di nuova concezione, per un veloce e accurato rilevamento dei contrasti, ha una velocità di otturatore 1/6000 e infine una modalità di scatto di 8,6 fps che permette di fermare perfettamente ogni movimento. Lo schermo Amoled touch screen da 84 mm (3.31 pollici) ha un display inclinabile che consente di catturare i ricordi da qualunque angolazione e altezza rendendo gli scatti semplici e immediati. Samsung arricchisce anche il parco delle compatte con funzionalità wireless per connettersi al pc, ai social network e agli amici in ogni istante: la WB250F/WB200F, la WB800F, la WB30F, la DV150F e la ST150F.
Sony si assottiglia Connessione Wi-Fi anche per la mirrorless Sony NEX-5R, con un nuovo sensore Exmos APS HD CMOS sempre in formato APS-C e con risoluzione di 16,1 MP e con sistema di messa a fuoco AF ibrido. Un gioiello a ottiche intercambiabili che scatta fino a 10 fps e monta un display ribaltabile a 180 gradi, ha controlli manuali e ISO da 100 a 25.600. Anche più ambita la NEX 6, “cugina” della NEX 7, ma con un prezzo più abbordabile e nuovo sensore da 16 MP con AF a rilevamento di fase e mirino elettronico ad altissima risoluzione. Dispone di Wi-Fi e di applicazioni dedicate e costa circa 1.000 dollari. La vera novità saranno però le Cyber-shot compatte perfezionate dalla tecnologia di stabilizzatore dell’immagine Optical Steady Shot che funziona anche con lo zoom attivato ed è quattro volte più efficace che in passato. Interessante la modalità Superior Auto, che serve a ottimizzare lo scatto con soggetti in movimento come bimbi, animali, istanti di sport. Il Wi-Fi integrato facilita condivisioni e backup, il ritocco istantaneo rende perfetti i ritratti in primo piano, il flash è stato riconcepito per illuminare anche in lontananza. Grazie al sensore CMOS Exmor R di questi sottili modelli Cyber-shot, WX200 e WX80, le immagini e i video Full HD saranno ancora più vividi e ricchi di dettagli. Altri nuovi modelli della serie sono la TF1: robusta, sportiva, resistente agli urti, alla sabbia, al freddo e alla polvere, è impermeabile fino a 10 metri e molto facile da usare. Anche la gamma di obiettivi Sony si arricchisce di due new entry dedicate alle fotocamere serie Alfa e alle videocamere: si tratta del grandangolo “pancake” E20mm f2,8 per fotocamere con attacco E e del super tele E PZ 18-200mm f3,56,3 OSS per riprese con le videocamere Full HD a obiettivi intercambiabili.
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DGREPORT Olympus retrò hi-tech
La resistenza di Panasonic La casa giapponese, rappresentata da Fowa, punta sulla Lumix GH3, mirrorless specializzata anche nelle riprese video Full HD con un nuovo sensore Live MOS Micro Quattro Terzi da 16 MP e processore Venus Engine. Il corpo in lega di magnesio, che pesa solo 550 grammi, è impermeabile e a prova di spruzzi e polvere, dispone di ingresso per microfono esterno e monta tecnologia Wi-Fi. Veloce e preciso, l’autofocus Light Speed lavora bene anche in condizioni di scarsa luce grazie anche al range ISO da 200 a 12.800 che può essere ampliato da 125 a 25.600. Scatta fino a 6 fotogrammi al secondo ed è dotata anche di presa sync per fari da studio e di otturatore silenzioso per le riprese di scene dove è richiesto il minimo disturbo. Viene venduta in kit con diverse lenti e si parte da 1.300 euro. Tra le altre novità c’è poi la Lumix DMC-FT5, la fotovideocamera compatta più resistente attualmente in circolazione: va bene per le immersioni in mare, per gli alpinisti o gli esploratori, è anti-nebbia, resiste fino a una profondità di 12 metri, alle cadute e a temperature fino a -10 gradi. Obiettivo Leica DC-Vario Elmar 28mm e zoom 4,6x; resa audio per i video con Dolby Digital Creator e stabilizzatore ottico che viene in aiuto quando si riprendono soggetti in movimento. Disponibile in quattro colori.
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Olympus propone una mirrorless pluripremiata: si tratta della OM-D E-M5 a obiettivi intercambiabili, giudicata “migliore fotocamera dell’anno 2012” dall’autorevole sondaggio effettuato da Dpreview. Ha un robusto corpo tropicalizzato in lega di magnesio ed è costruita dando spazio allo stile retrò che ultimamente è molto di moda in fotografia e che ricorda la gloriosa OM degli anni Settanta. La E-M 5 non è solo la prima mirrorless Olympus con mirino elettronico integrato, ha anche un’altra serie di primati che la rendono un prodotto di punta della casa nipponica: il sensore CMOS con processore TruePic VI, per catturare immagini dal 16 MP con un range ISO da 200 a 25.600; l’autofocus velocissimo, un touch dislpay Oled inclinabile da 3 pollici. Le compatte Olympus Stylus annoverano due serie: le Traveller, evolute con stabilizzatore video IS a 5 assi, e le Tough per reporter avventurosi. Se queste ultime lavorano bene in profondità o in situazioni di scarsa luce (l’ultimo prodotto si chiama TG-2 e il suo obiettivo ha un’apertura massima f 1,2), resistono agli urti e al freddo e hanno la possibilità di riprese macro, geotag e bussola, le Traveller hanno un prezzo interessante e zoom potenti. Sono le nuove SH-50, SZ-16 E SZ-15. La prima è l’ammiraglia, dotata di impostazioni manuali e del citato stabilizzatore d’immagine multi-assiale, tanto efficace che consente di girare video Full HD anche mentre si corre. Per tutti e tre i modelli zoom ottico grandangolare 24x (25-600mm equivalente), espandibile fino a 48x grazie alla funzione Super Zoom Resolution.
DGREPORT Canon ama il video
Nikon, lo specchio dei tempi Anche Nikon punta su compatte e mirrorless. Una carrellata di Coolpix colorate – per tutti i prezzi – fanno bella mostra di sé. Come la AW110 che è impermeabile e antiurto, dotata di Wi-Fi per la condivisione virtuale dei ricordi; la S31 ha invece una risoluzione da 10 MP, zoom 3x, ed è resistente ad acqua, urti e polvere; la L27 con zoom 5x e 16 MP, adatta a tutta la famiglia perché di facile utilizzo. Segue la S6500 con sensore CMOS da 16 MP, zoom nikkor grandangolare 12x (25-300mm equivalente) e sistema Wi-Fi integrato, funzione Ritratto intelligente e Ritocco glamour. Ha anche la modalità HDR automatica, quella Panorama, e scatta fino a 10 fotogrammi al secondo. Nikon 1, la mirrorless, presenta invece due nuovi modelli: la J3 e la S1. Compatta a lenti intercambiabili che vanta il corpo macchina più piccolo del mondo ed evoluzione della J1, la J3 è veloce e maneggevole, registra filmati Full HD ed è disponibile nei colori nero e bianco. La Nikon 1 S1, che inaugura appunto la serie S, è anch’essa con ritardo di scatto ridotto al minimo, intuitiva e facile e arricchita da diverse funzioni creative.
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Due nuove lenti professionali con innesto EF vanno ad arricchire il parco di ottiche fisse dedicate alla gamma EOS Cinema. Si tratta di un grandangolare 14mm e di un teleobiettivo 135mm, adatti sia a produzioni indipendenti sia alla cinematografia che impiega strumenti Canon. Altre novità sono due videocamere dedicate al grande pubblico consumer, per registrare i momenti famigliari e ricordi più belli con estrema facilità: sono le Canon Leigra HF R e Leigra HF G25, semplici da usare, con qualità di immagini e audio professionali e possibilità di condividere. Anche tra le compatte Canon, la parola d’ordine è connettersi: spicca la PowerShot N, con intuitiva connessione Wi-Fi, GPS, design insolito con schermo touch inclinabile, ghiere sull’obiettivo, zoom 8x e stabilizzatore d’immagine. Chiudono la Ixus 255 HS da 12 MP e zoom 10x con grandangolo 24mm, le colorate Ixus 135 e 132 con zoom 8x e sistema Intelligent IS per foto sempre nitide e la PowerShot A2500 che dispone della facile funzione “inquadra e scatta”, del controllo Live View e di effetti creativi; inoltre registra filmati Full HD.
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NATI CON UN OBIETTIVO
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«La fotografia è per me un mondo dove niente può far male, spazio ovattato dove si spengono i pensieri negativi e tutto converge verso l’azione creativa. Tenere l’occhio infilato nel mirino è stato per me come una specie di terapia antidepressiva che mi ha aiutata in momenti negativi della vita, però non saprei dire se ho cominciato prima a scattare o a scrivere di fotografia. Forse è vero che quasi senza rendermene conto le mie due piste hanno finito per intersecarsi e diventare una sola all’interno del quotidiano dove lavoro, e da lì poi sono sconfinate. Non si sta male in bilico tra immagini e parole, si tratta sempre di raccontare una storia a chi ha voglia di ascoltarla. Ed è questo il mio mestiere. Accade per la strada, quando inquadro una scena che ha
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catturato la mia attenzione emozionandomi io stessa per averla vista. Accade quando mi incanta la poesia di un paesaggio naturale o la forma di un’architettura. Accade… E i miei scatti parlano sempre di stati d’animo, di cose vissute, luoghi attraversati, lampi di ricordi che tornano a cercarmi. Parlano di me. E di ciò che penso. Ricordo
che da bambina ero attratta dalle facce che vedevo nelle vecchie istantanee di famiglia. Quelle espressioni dicevano molto della gente che le portava: mi facevano arrivare le loro commozioni, paure, speranze. Me ne ricordo spesso quando eseguo un ritratto. Penso alle sensazioni che si scambiano autore e soggetto, penso a quanto due individui possono
AUTORITRATTO © BARBARA SILBE
Barbara Silbe www.barbarasilbe.com www.qgphoto.com
donarsi anche nella vita, se solo riescono ad aprirsi l’un l’altro. Anche in quel caso uso parole per entrare in sintonia con la persona che ho davanti, per sciogliere la rigidità di chi non è abituato a star in posa di fronte a una fotocamera. Gli racconto o gli chiedo qualcosa, lo distraggo, e appena sorride so che sono riuscita ad aprire quel piccolo varco che mi farà intravedere la sua anima per il tempo di un clic».
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© BARBAR
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autentiche emozioni
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DGREPORT Monica Silva www.monicasilva.it
AUTORITRATTO
«Io vengo dal niente, dal niente ho creato me, dal niente ho conquistato, dal niente sono arrivata fin qui. Potrei essere ancora quella ragazzina piccola in una delle tante favelas di Sao Paulo, triste e affamata, ad elemosinare o a deturparmi l’anima, oppure ancora a svendermi in un angolo di strada e finire per provare invidia di chi la vita aveva dato di più. Ho deciso invece che quello non era il mio destino, che potevo cambiare le cose con la sola voglia di fare senza mai calpestare gli altri o barattare la mia carne come avevano fatto coloro che oggi conosco come pedofili. Ho sussurrato al mio cuore che un giorno avrei varcato le porte dei grandi signori, perché essi mi avrebbero accolto come una principessa e così è stato. Il mio percorso è già iniziato e non voglio, non posso, abbassare la guardia sul mio scritto finale, perché un giorno ho promesso a quella ragazzina che ce l’avremmo fatta, che saremmo arrivate laddove lei aveva sognato.
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Questa sono io in una nuda verità. Io, con occhi sognanti, cuore palpitante di stupori, gambe forti e testa alta; questa sono io e per chi mi vuole leggere, avrò ancora tanto da raccontare con la mia anima, con le mie immagini. La fotografia mi ha dato l’opportunità di capire me stessa, di ritrovarmi e guadagnare forza. Il mezzo fotografico per me è una lastra, è “Lo specchio dell’io”, parafrasando il titolo del libro di Stefano Ferrari che dimostra e certifica la mia esistenza. Ho fatto molte ricerche, scattato molti “self” prima di arrivare alla conclusione che una fotografia non è altro che un riflesso di ciò che siamo. In ogni paesaggio, ritratto o dettaglio che congeliamo sui sensori dei mezzi di riprese ci ritroviamo dentro con
tutta la potenza del nostro essere. Decidere quale foto mi rappresentasse sarebbe stato quasi impossibile, perché io sono ogni scatto che faccio, ed ogni scatto mi rappresenta… ecco dunque la foto che ho
© MONICA SILVA
voluto pubblicare in questo articolo. Un self portrait, fatto con un iPhone, dove in contrapposizione con la mia femminilità si intravede uno sguardo nostalgico, un pensiero forte e consapevole di ciò che io sono».
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IL MONDO HA BISOGNO DI COMUNICAZIONE. LA COMUNICAZIONE HA BISOGNO DELLA STAMPA. LA STAMPA HA BISOGNO DI GRAFITALIA .
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«La fotografia è il mio strumento per conoscere, capire e fare mio il mondo. Ritrarre persone e situazioni mi permette e mi obbliga a confrontarmi con l’altro, col suo vissuto, la sua realtà. Mi impone di prendere una posizione nei suoi confronti, di interpretarlo, capirlo, amarlo oppure odiarlo, sperando
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sempre e comunque di provare qualcosa. Fotografare qualcuno senza sentire nulla è il peggio che possa succedere: un dolore quasi fisico. Quando però quel qualcosa c’è, ecco compiersi la magia: lo scatto diventa un’esperienza accomunante come poche altre, rendendo l’estraneo intimo nel tempo di un
click, facendomene quasi impossessare. La macchina fotografica non è più un attrezzo per registrare immagini, ma il lasciapassare verso nuove esperienze che mi fa vivere con un’intensità sconosciuta altrimenti. La fotografia è anche il più vero e crudo degli autoritratti: racconta,
AUTORITRATTO © MARIO ZANARIA
Mario Zanaria www.zamario.com
forse ancor più dei soggetti, chi è il fotografo, mettendone a nudo l’approccio verso la vita, le paure, i fantasmi, le aspirazioni, la capacità di osare, la cultura, l’empatia, i bluff, l’interesse verso una situazione, il bisogno di sentire un applauso dal pubblico. Riguardando le mie immagini non smetto mai di sorprendermi di quanto raccontino di me, anche a mia insaputa, diventando un preziosissimo strumento di auto-conoscenza: mi mostrano forze che non sapevo di avere, limiti che speravo di aver superato, passioni che mi erano sconosciute e comportamenti che non pensavo mi appartenessero. E rimango confortato dal constatare che lei, la fotografia, non mente mai. Così è diventata un modo di vivere, di confrontarmi col mondo: qualcosa di cui non posso fare a meno. Se dovessi usare una sola parola per descrivere tutto questo penso che la più indicata sarebbe “ossessione”».
Sede e Stabilimento: Via Martiri di Boves n. 4 - 20871 Vimercate (MB) Tel. 039 2020101 - 2148328 Fax Comm. 039 2020359 - Fax Amm. 039 832288 e-mail: info@litover.com sito web: www.litover.com
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Mauro Baldacci
LA RETE METTE A DISPOSIZIONE NUMEROSI STRUMENTI PER RENDERE VISIBILI LE PROPRIE FOTOGRAFIE A COLLEGHI, FAMILIARI, CONOSCENTI E, VOLENDO, ANCHE AL MONDO INTERO. VIAGGIO AL CENTRO DELLA RIVOLUZIONE DELL’IMMAGINE E DELLA SUA DISTRIBUZIONE IN RETE, NELLE AZIENDE… I PREGI, I DIFETTI E TUTTO CIO’ CHE UN BUON RIVENDITORE NON PUO’ NON SAPERE SUI PRINCIPALI SERVIZI DI CONDIVISIONE DELLE IMMAGINI Con iCloud di Apple è possibile rendere automaticamente visibili le immagini sui propri dispositivi
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Tutti gli smartphone oggi in commercio sono dotati di una fotocamera in grado di produrre immagini di discreta qualità e bastano poche semplici operazioni per mostrare ad altri le proprie fotografie, inviandole come Mms o allegati a messaggi di posta elettronica. Se poi si volessero renderle visibili a un pubblico più vasto non occorre far altro che pubblicarle su social network generici – Facebook o Twitter, solo per citare
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Anche SkyDrive di Microsoft offre funzionalità specifiche per la condivisione delle foto
Flickr è uno dei più popolari social network dedicati ai fotografi
i più popolari – o specializzati, come Instagram e Flickr. Insomma il panorama della gestione e della condivisione delle immagini è ampio e vario. Un panorama che ogni buon tecnologo, mai come di questi tempi – così focalizzati proprio sul linguaggio delle immagini e sulla loro gestione – ha l’obbligo di conoscere molto da vicino. Vediamo intanto il quadro di insieme. Nonostante la loro presenza ormai fissa, le
fotocamere degli smartphone faticano a competere anche con le più economiche compatte digitali che possono contare su obiettivi zoom anziché a focale fissa e su una maggiore sensibilità, particolarmente preziosa nelle fotografie in interni, oltre che su un vero e proprio flash. La soluzione ideale per molti fotografi occasionali potrebbe essere una fotocamera dotata della stessa connettività di uno smartphone ed è proprio questa l’idea che sta alla base della Samsung Galaxy Camera, una compatta incentrata sullo stesso sistema operativo Android dei più recenti smartphone della casa coreana e dotata di un sensore da 16 Megapixel accoppiato a uno zoom ottico 21x. Unica differenza rispetto agli smartphone è costituita dalla mancanza delle funzioni necessarie per effettuare chiamate vocali. La Galaxy Camera è la prima, e finora unica, compatta a offrire la possibilità di collegarsi direttamente alla rete telefonica cellulare: difficile prevedere se altri fabbricanti seguiranno l’esempio di Samsung. Se ci si accontenta della connettività Wi-Fi, il mercato offre però già oggi diversi modelli di fotocamere, comprese alcune mirrorless e reflex digitali, che ne sono provviste. Da qualche anno sono poi in commercio
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Le schede Eye-Fi permetto di aggiungere la connettività Wi-Fi a numerose fotocamere
minuscoli dispositivi Wi-Fi, come le schede della EyeFi, utilizzabili con un buon numero di fotocamere dotate di slot per schede di memoria SD. Grazie al Wi-Fi ci si può collegare a un punto d’accesso a Internet, che può essere anche il proprio smartphone, e quindi accedere a tutti i servizi offerti dalla Rete per la condivisione delle fotografie, pubblicarle sui social network o inviarle per e-mail.
Nuvole per condividere Tutti i maggiori fabbricanti di fotocamere digitali mettono a disposizione un servizio di archiviazione online delle fotografie: Nikon è tra i più generosi, offrendo ai possessori delle proprie fotocamere ben 20 GB di spazio di archiviazione nel quale è possibile registrare anche fotografie a piena risoluzione e in formato Raw. Oltre che per la condivisione, servizi di questo genere possono essere sfruttati semplicemente per registrare una copia di riserva delle proprie fotografie e hanno il vantaggio di essere accessibili con un qualsiasi computer collegato a Internet. L’archiviazione online delle immagini è possibile anche
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sfruttando servizi cloud generici: Dropbox, Google Drive, Apple iCloud e Microsoft SkyDrive sono i più noti. Lo spazio gratuito varia dai 2 GB di Dropbox ai 7 GB di SkyDrive e può essere esteso sottoscrivendo abbonamenti su base mensile o annuale. Servizi come Dropbox e Google Drive mettono a disposizione una capacità di archiviazione che può essere sfruttata per qualsiasi tipo di file, foto comprese. Per condividere un’immagine o una cartella si deve inviare una e-mail generata in modo semiautomatico: cliccando sul link contenuto nel messaggio, il destinatario può visualizzare le immagini ed eventualmente scaricarle sul proprio computer. I servizi cloud proposti da Apple e Microsoft offrono poi funzionalità specifiche per le immagini e si integrano con le applicazioni di gestione delle foto disponibili per le rispettive piattaforme. Nel caso di iCloud poi è possibile attivare lo streaming delle fotografie in modo da renderle visibili automaticamente su tutti i propri dispositivi, pc Windows compresi; le foto così condivise non occupano spazio sull’archivio iCloud, ma
restano disponibili solo per 30 giorni, tempo sufficiente per poterle archiviare in forma definitiva. iCloud prevede anche la possibilità di condividere gli scatti con familiari e conoscenti attraverso streaming condivisi, ciascuno dei quali può contenere un massimo di mille foto con una risoluzione limitata però a 2.048 x 1.536 pixel. Anche SkyDrive permette il caricamento automatico delle foto scattate con un Windows Phone o registrate su un pc; inoltre con l’App Foto per Windows 8 è possibile accedere alle proprie foto presenti su Facebook e Flickr.
L’alternativa social Le soluzioni prese in esame finora sono adatte alla diffusione delle foto tra una cerchia di amici e conoscenti più o meno ristretta, ma è possibile anche condividere i propri scatti con l’intero popolo della Rete. Caratteristiche comuni ai social network specializzati nella condivisione di foto sono la possibilità di assegnare un numero arbitrario di parole chiave a ciascuna immagine e di commentare le fotografie caricate da altri utenti. In genere, questi social network mettono a disposizione gratuitamente uno spazio di registrazione limitato che può essere esteso sottoscrivendo un abbonamento. Uno dei più popolari è Flickr che, con l’account gratuito, offre 300 MB di upload ogni mese, con un limite di 30 MB per singola foto; soltanto le ultime 200 foto possono essere visualizzate e sia il titolare dell’account, sia
i “condivisori” possono scaricare solo versioni con risoluzione ridotta nonostante Flickr conservi le foto nel loro formato originale. Queste potranno essere accessibili passando a un account Pro che non pone alcun limite sul numero di immagini che possono essere caricate e visualizzate. L’aggiornamento a Flickr Pro può essere sottoscritto su base trimestrale, annuale o biennale a un costo tutto sommato più che accettabile se si tiene conto che si ha a disposizione una quantità virtualmente illimitata di spazio di archiviazione. Le fotografie condivise su Flickr e social network simili possono essere visionate anche da chi non abbia un account ma è possibile anche creare raccolte di fotografie private, visibili solo a chi le ha caricate oppure solo ad amici o familiari.
In genere, i servizi di file sharing non consentono la condivisione di materiale di cui non si possiedano i diritti, qualunque sia la sua natura, riservandosi di interrompere il servizio in caso di violazione e impedendo anche l’accesso a qualsiasi altro tipo di materiale. Meglio evitare quindi l’utilizzo di un servizio di file sharing usato per le proprie foto per l’archiviazione di materiale protetto da copyright, ad esempio brani musicali, anche se si tratta di copie digitali effettuate legalmente. L’interruzione del servizio può anche essere determinata dalla condivisione di materiale offensivo o pornografico e in questo caso la decisione spetta unicamente alla discrezionalità del fornitore.
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2 0 1 3 15° Salone Internazionale nazionale delle tecniche per la Viticoltura, l’Enologia e delle T Te ecnologie Olivicole ed Olearie 15 th Inter International national exhibition technologies for viticolture, oenology and of technologies for olive growing and olive oil production
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ATTUALITA’
Continua a crescere in Italia e fa registrare performance di tutto rispetto… Con una nuova gamma di prodotti e una focalizzazione sul mondo delle piccole imprese, Lenovo Italia contribuisce allo straordinario risultato mondiale del gigante cinese
Proteggere e attaccare. È la strategia di Lenovo che ha due direttrici: consolidare i settori in cui è già forte e spingersi a conquistare nuove fette di mercato nei segmenti in cui è meno presente. Un po’ come uno schermidore che tiene alta la guardia e poi si spinge in avanti sfruttando i punti deboli dell’avversario. Questo doppio movimento strategico ha portato indubbiamente a degli ottimi risultati. Lenovo ha infatti conquistato la seconda posizione tra i produttori di pc in Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) e ha raggiunto il 15,8% in termini di market share mondiale, vendendo nell’ultimo trimestre più prodotti di quanti non abbia mai commercializzato nella sua storia: 14,1 milioni di pezzi.
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Insomma la crisi economica è molto lontana per il gigante cinese e non bisogna pensare che la crescita dipenda dai soli consumi asiatici: Lenovo è infatti cresciuta molto anche in Europa. Con un mercato dei pc in flessione, l’azienda ha registrato un incremento in unità di +25,5% e un fatturato trimestrale di 2,3 miliardi di dollari, pari al 25% del fatturato globale della società. Anche l’Italia ha dato il suo contributo positivo a questa crescita. La filiale è guidata ora da Mirko Poggi che ha imposto il suo stile e ha da subito applicato la strategia “Protect and attack”. «Con l’attività nel nostro Paese – ha affermato Mirko Poggi, amministratore delegato di Lenovo Italia – siamo lieti di aver dato un contributo positivo al risultato in Emea per questo trimestre, con una performance anche
da noi in controtendenza rispetto al resto del mercato. Secondo i dati preliminari di IDC, infatti, siamo ormai tra i primi cinque produttori in Italia, ma l’unico dei cinque ancora in crescita, con un +143% anno su anno per lo stesso trimestre, in un settore mediamente in calo del -17%». La quota di mercato di Lenovo è raddoppiata in un anno, merito dell’ingresso
Mirko Poggi, amministratore delegato di Lenovo Italia
nel settore consumer e soprattutto dell’espansione in quello commercial (i prodotti dedicati alle aziende). I motivi di questa grande espansione sono da ricercare secondo Poggi «nella strategia di canale che portiamo avanti. Siamo sempre stati forti nell’ambito enterprise e oggi abbiamo un nuovo focus sul mondo delle piccole imprese e quindi su quei dealer che servono questa fascia. Anche l’ampliamento della gamma di prodotti ha migliorato la penetrazione in quei segmenti che chiedono maggiore differenziazione e ottime soluzioni a un prezzo molto competitivo».
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ATTUALITA’
Le voci di possibili spin off, cessioni e rivoluzioni si seguono a “tambur battente” ormai da tempo. Voci che però il colosso di Palo Alto sembra intenzionato, al momento, a mettere in disparte sulla scia di risultati significativi e grazie a una serie di importantissime novità in area Printing & Personal System Group. La divisione è guidata, da poco, da Tino Canegrati, che vanta una lunga esperienza in HP, dove è entrato nel 1988, occupando negli oltre venti anni di carriera varie posizioni nelle vendite, nel marketing e nel business development in tutti i rami dell’azienda. L’anno che si è chiuso ha visto la multinazionale di Palo Alto come protagonista di numerosi lanci sul mercato sia nell’ambito printing che in termini di tablet e pc. Tutti device che hanno dimostrato il carattere deciso di un’azienda intenzionata a lasciare il segno. Ed ecco, dunque, EliteBook Revolve, un tablet convertibile touch
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In attesa di capire come si svilupperà il suo futuro lungo le line guida tracciate da Meg Whitman, a dispetto delle pressioni in arrivo da Wall Street, il colosso di Palo Alto scommette ancora pesante sull’hardware, sui pc, sui tablet e sul mondo delle stampanti Daniela Schicchi
e i nuovi accessori per tablet che hanno testimoniato l’impegno di HP nell’offrire flessibili soluzioni di computing per le esigenze di tutti i clienti. Grazie alla possibilità di trasformarsi con un semplice movimento del polso, per offrire una soluzione convertibile in grado di soddisfare qualsiasi bisogno, EliteBook Revolve è progettato per i clienti business e della pubblica amministrazione che necessitano sia di un notebook ultrasottile che di un tablet touch. Basato sugli innovativi processori Intel Core di terza generazione e ottimizzato per Windows 8, offre grafica e prestazioni fuori dal comune per un notebook. Non è ovviamente finita, però, perché tante sono le novità e grande la spinta anche nell’ambito del printing. Un esempio tra i molti è rappresentato dalle serie HP Officejet Pro e HP Laser Jet e le innovative soluzioni di gestione dei contenuti mirate a ridefinire il processo di stampa a livello aziendale e della PA, garantendo la riduzione dei costi, l’aumento dell’efficienza e la possibilità
di digitalizzare il lavoro. «Questi passi avanti, a livello di produttività e convenienza complessive dell’ufficio – spiegano dalla casa madre – sono il risultato dell’attenzione che HP riserva all’innovazione dei prodotti, unita a soluzioni intelligenti realizzate da Autonomy e a una notevole esperienza nel settore della progettazione inkjet». HP Officejet Pro è in grado di offrire massima velocità, qualità, affidabilità ed efficienza in termini di costi per le piccole e medie imprese. Le stampanti e i dispositivi multifunzione di questa gamma garantiscono una velocità raddoppiata alla metà del costo di stampa rispetto alle stampanti laser a colori della loro classe. Interessanti poi anche la serie LaserJet e le soluzioni basate su cloud per la digitalizzazione del lavoro e l’accesso semplificato ai dati. La creazione di ingenti quantitativi di dati a livello aziendale implica la necessità da parte dei clienti di semplificare al massimo le modalità di accesso e gestione di tali informazioni. «Le stampanti HP LaserJet Enterprise flow MFP M525c e HP LaserJet Enterprise colour flow MFP M575c garantiscono l’elaborazione e la condivisione dei documenti e prestazioni elevate, avvicinandosi sempre di più a un ideale di mondo digitalizzato, grazie a uno scanner a doppia testina di prima qualità, alla tecnologia HP EveryPage e a una modalità di inserimento dei dati che velocizza la transizione da un ufficio tradizionale a uno digitalizzato».
ATTUALITA’ Attraverso questo QR code potrete vedere il filmato che racconta l’esperienza di Informatici Senza Frontiere in Ciad
Il Web può aiutare l’Africa e soprattutto i suoi giovani. Ne è la prova Informatici Senza Frontiere che da anni porta l’ICT alle fasce più deboli del mondo per aiutarle a essere libere. L’informatica per far nascere delle micro imprese basate sul Web, per aiutare i giovani di N’Djamena. Era questo l’ambizioso progetto che ha portato Elvira Simoncini, docente volontaria di ISF, nella capitale del Ciad. «L’obiettivo – ha spiegato Elvira Simoncini – era quello di realizzare un breve corso di formazione rivolto a giovani informatici, promosso da Fondazione Nigrizia, Association APPAT (Ciad), Missionnaires Comboniens Tchad e Informatici Senza Frontiere. La formazione si proponeva di permettere l’avvio di micro imprese locali basate su Internet, quindi trattava della gestione, amministrazione e marketing, oltre che delle lezioni per la costruzione di siti Web, blog ed e-commerce come fonte di reddito e creazione di piccole attività commerciali.
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La tecnologia può davvero cambiare la vita delle persone. Grazie a Informatici Senza Frontiere e a Incomedia i giovani di N’Djamena hanno avuto la possibilità di creare la loro azienda online
Tra queste, si proponeva anche la gestione di un cybercafé. I migliori 3 hanno avuto come premio l’hardware necessario per far partire la loro impresa». In questa attività Informataci Senza Frontiere è stata sostenuta da Incomedia, produttore di soluzioni software per la realizzazione di siti Web ed e-commerce, che ha fornito gratuitamente le 20 licenze necessarie ai ragazzi di N’Djamena. «La parte riguardante il programma di formazione era intensa e avevo a disposizioni solo circa trenta ore – ha spiegato la Simoncini – nelle quali dovevo concentrare al meglio gli argomenti che avrei dovuto affrontare. Dopo aver analizzato vari programmi per la creazione di siti Web, poiché non tutti i ragazzi avevano conoscenza dei linguaggi di programmazione, la mia scelta si è rivolta verso WebSite X5, un software completo che già conoscevo e avevo usato in passato, che unisce la professionalità alla facilità d’uso». Questa esperienza dimostra, ancora una volta, che la tecnologia può davvero cambiare la vita e grazie all’impegno dei volontari, unito alla disponibilità di un’azienda come Incomedia, è in grado di offrire strumenti efficaci per migliorare la posizione
delle persone. Non si guarda spesso all’IT con questa prospettiva. Il progetto ISF e Incomedia fa capire davvero che cosa si intende quando si parla di utilizzo abilitante della tecnologia. «Siamo onorati di aver partecipato a questa iniziativa – ha sottolineato Federico Ranfagni, fondatore di Incomedia – e felici di aver dato una mano a questi ragazzi che hanno saputo creare qualcosa di unico».
ATTUALITA’
Per molti lo smartphone è una rovina: distrae, impigrisce… Ma è anche il miglior strumento per restare in forma e scoprire come i programmatori si siano evoluti, arrivando a realizzare App pregevoli @ilTestardoBlog
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Il benessere incomincia dall’attenzione alle piccole cose, a quelle che ci fanno stare meglio e perfino a quelle che possono migliorarci la vita rendendola più facile. Ma la tecnologia può essere al loro servizio?
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Il concetto di benessere è cambiato in tutto il mondo; oggi è molto più ampio e multidimensionale, si è esteso oltre i confini tradizionali della salute, comprendendo tutte le aree del vivere quotidiano. Quello che era percepito un lusso solo per pochi è ora considerato come un diritto fondamentale dell’uomo. Il benessere è l’equilibrio fra corpo, mente, emozione e spirito. Le App hanno cambiato il nostro modo di creare, registrare e raggiungere obiettivi di fitness. Ma non si tratta solo di questo: grazie agli smartphone e agli altri dispositivi mobili, infatti, possiamo rilassarci, fare yoga e trovare utilissimi consigli per il benessere. In queste pagine diamo un rapido sguardo ad alcune fra le applicazioni più utili per la nostra salute, perché di App “del benessere” ce ne sono moltissime. Se ne può trovare una per individuare i prodotti di stagione, una che ti aiuta a tenere il conto delle calorie e perfino una che ti aiuta a monitorare il tuo stato di salute. Sono perlopiù gratuite – o al massimo costano pochi euro – e le porti sempre con te, come strumento tecnologico utile al tuo stile di vita quotidiano. Tuttavia, il principale alleato del tuo benessere rimane la felicità: avere un atteggiamento positivo, mangiare del buon cibo e praticare una regolare attività fisica sono gli ingredienti giusti per mantenere al top il nostro benessere.
La Sveglia Intelligente
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Spesa a Km0
Ginnastica da ufficio
Ti sveglia come nuovo ogni mattina! Dimentica il “drin” della vecchia sveglia: l’App dispone di 20 motivi speciali per ridestarsi e per rilassarsi, pre-programmati per un delizioso inizio di giornata. Più di 4.000.000 di persone stanno già usando questa App!
Si tratta di un innovativo sistema di analisi dell’alimentazione nel quale inserire informazioni sui propri pasti per monitorare e poter, eventualmente, migliorare le proprie abitudini alimentari. Inoltre scompone gli alimenti e i pasti in macronutrienti (proteine, carboidrati e grassi) e in micronutrienti (vitamine e minerali) per farti conoscere quello che mangi, far emergere gli eccessi o le carenze della tua alimentazione e offrirti delle soluzioni per farvi fronte. Una volta completato il profilo con i dati necessari (sesso, altezza ed età), Perfetto realizza una stima del peso ideale e sarà quindi in grado di mostrare il fabbisogno personale di proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali in base alle abitudini alimentari, lo stile di vita e l’obiettivo scelto, dalla perdita di peso alla performance sportiva, al semplice benessere.
Ecco la nuova release di Spesa a Km0, disponibile per Windows 8 e Windows RT: si tratta di un’App innovativa con cui cercare “luoghi” in tutta Italia dove poter acquistare cibo sano e conveniente. Potrai effettuare ricerche per aree geografiche e quindi sarà facilissimo acquistare dietro casa, cercare i prodotti che apprezzi di più e contattare direttamente il negoziante. Nella nuova versione la scelta è ancora più ampia: ci sono ben 6.500 produttori, fattorie e mercati, con informazioni aggiornate a dicembre 2012. Scopri l’Italia nel rispetto dell’ambiente e dei prodotti naturali.
Si può rimanere in forma anche senza spostarsi dall’ufficio! Certo bisogna sapere come fare, ma a questo ci ha pensato Klaus Lanzarini che ha creato Ginnastica da ufficio. Si tratta di un’App che insegna gli esercizi utili al benessere fisico che si possono fare tranquillamente tutti i gironi senza allontanarsi dalla propria scrivania. La cosa interessante è che non sono necessari né attrezzi né un abbigliamento specifico. Quindi anche in giacca e cravatta ci si può allenare: non ci sono scuse!
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Nike+ Fra poco sarà primavera e come farete a rinunciare a Nike+? Tra le App per iPhone dedicate alla corsa e allo jogging è sicuramente la migliore, realizzata per misurare il livello del vostro sforzo fisico e per aiutarvi a raggiungere le migliori prestazioni. L’App è compatibile con tutti i servizi offerti da Nike+: basta creare un account gratuito sul sito Web http:// nikerunning.nike.com per iniziare subito a caricare i percorsi e i dati di tutti gli allenamenti. Grazie alle impostazioni veloci, tutto quello che dovrete fare appena dopo aver lanciato l’applicazione è selezionare quanti chilometri volete percorrere. http://tinyurl.com/c7xf53j
www.perfettopoint.com
http://cmosteopatica.it/app/
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Runens Yoga Stretch Se la palestra è troppo lontana o il corso di yoga è troppo caro, questa è l’App che fa per voi: raggruppa 35 movimenti di yoga con una descrizione completa degli esercizi, offrendo la possibilità di personalizzare la durata della sessione, da un minuto fino a un’ora. http://tinyurl.com/alg5j7d
Correre diventa social con Runens. Non solo è una delle App dal design più affascinante, ma permette di condividere istantaneamente la propria passione con il mondo. L’obiettivo è stimolare le persone normali (e soprattutto quelle pigre) a trovare le giuste motivazioni per allenarsi e Runens lo fa mettendo in contatto persone desiderose di migliorare e allenatori, amatori e professionisti. http://tinyurl.com/b2pvvsr
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ATTUALITA’
Oggi si possono creare mondi 3D indistinguibili dalla realtà, ma la sola tecnologia non basta: bisogna saper interpretare le immagini e raccontare qualcosa. Ciò che fa Imagem da 15 anni Francesco Marino
Imagem è una di quelle realtà costruite sul talento, sulla creatività e sull’impegno. Da 15 anni segue la sua via unica e collabora con aziende di design, architettura, arte realizzando elaborazioni fotorealistiche in 3D dall’impatto straordinario (ne vedete un esempio sulla
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copertina di questo mese). Il fondatore è Carlo Magrì che abbiamo intervistato in esclusiva. Che cos’è la simulazione fotorealistica? La computer grafica oggi è in grado di riprodurre le complesse interazioni della luce con le superfici; è divenuto quindi possibile replicare in 3D le tecniche di ripresa fotografica, ottenendo risultati spesso indistinguibili
dalla realtà. Questa possibilità espressiva, lungi dal voler rimpiazzare la fotografia tradizionale, può tuttavia “superare” i limiti dettati dalle leggi fisiche che regolano il nostro mondo: pensiamo alla ripresa di spazi angusti, alla possibilità di scegliere punti di vista impossibili da raggiungere fisicamente o alla capacità di dare forma a progetti non ancora realizzati, restituendoli come se fossero già esistenti. Quali sono i settori di applicazione? L’architettura, l’automotive ed il design oggi rappresentano i campi di applicazione dove la simulazione fotorealistica in computer grafica dà il meglio di sé e trova maggior consenso e sostegno. Imagem nasce inizialmente per la simulazione in ambito architettonico, operando nel territorio bolognese e collaborando con numerosi studi di progettazione e società di costruzione. Più recentemente, ci siamo aperti ad altri settori produttivi, come l’industria ceramica, affiancando le proprie competenze a quelle dei fotografi che,
storicamente, operano in questo ambito… senza tralasciare, naturalmente, il lavoro estremamente creativo e gratificante svolto per realizzare le copertine di Digitalic! Bisogna essere un po’ fotografi per produrre immagini convincenti? Il software da solo non basta: oggi possiamo considerare la modellazione 3D e il rendering fotorealistico come strumenti alla portata di tutti. Accade, in questo settore, ciò che qualche decennio fa è avvenuto per la fotografia: tutti possediamo una macchina fotografica e tutti siamo in grado di scattare foto, ma non tutte le foto sono degne di comparire sulle pagine di una rivista specializzata. Qual è il progetto di cui va più orgoglioso? Tra i progetti più entusiasmanti e complessi affrontati, c’è il comparto Meridiana Gold, un’area residenziale complessiva di 100.000 mq situata vicino a Bologna che è stata interamente modellata in computer grafica e simulata a differenti scale, dalle vedute generali a volo d’uccello sino ai particolari costruttivi. Imagem ha affrontato e sviluppato nell’arco di un biennio tutte le fasi dell’operazione affiancando il reparto di progettazione e producendo le immagini per il marketing, mettendo in gioco tutte le competenze necessarie, sia tecniche che artistiche. Carlo Magrì, fondatore di Imagem, e una delle immagini del progetto Meridiana Gold
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Digitalic per CommVault
UN’OCCASIONE IMPORTANTE PER I PARTNER
COMMVAULT E LA RIVOLUZIONE DI SIMPANA 10, DATI SICURI OVUNQUE E COMUNQUE Il lancio di questa nuova release rappresenta un decisivo salto in avanti nell’offerta della multinazionale che da sempre punta sulla gestione efficace delle informazioni e su un coinvolgimento al 100% del canale indiretto
Diventa un partner CommVault, scopri i vantaggi e le promozioni esclusive collegandoti a questo QR code
Collegati a questo QR code, scopri la rivoluzione di Simpana 10, tocca con mano la nuova release e guarda i vantaggi che è in grado di offrire ai tuoi clienti
I dati e le informazioni critiche di qualunque tipologia e dimensione esse siano oggi viaggiano a velocità siderali dentro e fuori le reti aziendali sui dispositivi più vari, dal pc al tablet passando per smartphone e notebook. La differenza sul mercato è alla portata solo di chi avrà e ha la capacità di contare sul dato giusto, nel momento giusto e sul dispositivo che sta utilizzando. Una sfida epocale che CommVault ha da tempo messo in cima alle sue priorità. Una sfida che ora i rivenditori e i clienti di CommVault possono affrontare contando su una nuova e decisiva arma in più. CommVault ha alzato il sipario sull’attesissima versione 10 di Simpana, la nuova release della piattaforma unificata di data management. Simpana 10 estende la leadership di CommVault nella protezione e conservazione dei dati per offrire un accesso sicuro e self-service: dai dispositivi mobili, al cloud computing, dal governo dei Big Data alla gestione dei dati utente. Per la prima volta, tutti gli utenti e non solo i system administrator, pos-
sono facilmente accedere, cercare e utilizzare le informazioni nei sistemi di backup, autonomamente, senza ritardare il proprio business. Le oltre 300 nuove funzionalità introdotte con la versione 10 di Simpana permettono di ridurre i rischi, dimezzare i costi, semplificare l’operatività e abbassare i costi legati al supporto. «L’architettura software singleplatform di Simpana – racconta Cristian Meloni, district manager di CommVault Systems Italia – si basa sulla vision Solving Forward di CommVault volta a modernizzare il data management. L’architettura di Simpana 10 memorizza in modo efficiente tutti i dati gestiti in un repository virtuale, denominato ContentStore, semplificando il modo in cui gli utenti ricercano, analizzano e riutilizzano i dati in azienda. Simpana ContentStore costituisce la base per innovazioni future, quali la conservazione basata sul contenuto e l’integrazione con applicazioni di analisi e business intelligence di terze parti».
«Come afferma il nostro Ceo Bob Hammer – spiega Roberto Massoli, channel manager di CommVault Systems Italia – la domanda di software e servizi di data management di qualità è il fattore che ha guidato la crescita di CommVault del 25% anno su anno negli ultimi 7 anni, rendendoci la società di software storage a più rapida crescita del mondo. Il lancio di Simpana 10 offre il potenziale per fare un ulteriore salto in avanti nel modo in cui le imprese gestiscono i dati per la forza lavoro mobile, per migliorare l’efficienza operativa e per estrarre valore dalle informazioni per un processo decisionale più efficace e puntuale. La nostra strategia di go to market – continua Massoli – prevede come sempre un coinvolgimento al 100% del canale indiretto. Un canale di partner e distributori che siano in grado di offrire alle aziende non prodotti, ma soluzioni di valore e soprattutto sappiano essere consulenti di qualità nel tempo».
Contatti COMMVAULT SYSTEMS ITALIA Srl Centro DELTA Via M. V. De Vizzi 93/95 20092 Cinisello Balsamo (MI) www.commvault.it
PUNTO G 72
LA PROSPETTIVA DELLA BALENA: SE L’ECOLOGIA NON HA ETICA Antonella Tagliabue Amministratore delegato della società di consulenza strategica di direzione Un-Guru, esperta di sviluppo sostenibile. Laureata in Scienze Politiche, con specializzazione in Storia e Istituzioni dell’America Latina. Si è occupata di comunicazione e marketing per multinazionali e grandi gruppi italiani. Da anni si occupa di Green Economy e di responsabilità sociale e ambientale d’impresa, insegna in corsi e master. “Penso che la sostenibilità debba essere una scelta, prima che un dovere, ma che debba essere strategica e, quindi, responsabile. Quando parlo del Pianeta lo faccio con la P maiuscola e credo che il rispetto per la vita in senso biologico debba essere un istinto”. Leggo, viaggio e scrivo per passione. Camus diceva: “Sono contro tutti coloro che credono di avere assolutamente ragione’. Per questo pratico il dubbio, coltivo i miei difetti, cerco di sbagliare sulla base di ragionevoli certezze e mantengo un ottimismo ostinato”
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Qualche tempo fa un sito americano pubblicò una storiella divertente. Raccontava di un uomo che un pomeriggio riceve una telefonata dalla moglie. “Caro potresti passare al supermercato prima di rincasare? Mi servono le verdure! Ma stai attento. Devono essere biologiche al 100%. Sono le uniche che mangiamo”. L’uomo si reca al negozio, ma non riesce a raccapezzarsi in mezzo a tanti prodotti e
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non vuole correre il rischio di comprare i pomodori e le zucchine sbagliate. Così si rivolge al commesso chiedendo dei prodotti biologici. Il commesso sembra confuso cosicché il nostro protagonista si trova costretto a spiegare: “Mi serve della verdura per mia moglie e ho bisogno di sapere se voi vendete prodotti che contengono inquinanti o veleni”. Il commesso solerte risponde: “Gentile signore, i nostri prodotti sono sani. Se le serve il veleno per sua moglie, dovrà aggiungerlo
LA BUONA VOLONTA’ NON BASTA PER RIUSCIRE A CREARE UNA SEQUENZA LOGICA PER CUI PER UCCIDERE LE BALENE SERVE L’OLIO DI BALENA E QUESTO CI PERMETTE DI INQUINARE MENO.
lei!”. Forse non è una storia particolarmente spassosa, però fa riflettere sul fatto che molto spesso la prospettiva da cui si guardano le cose può fare la differenza.
Amico dell’ambiente Deve essere quello che ha pensato Kristján Loftsson, armatore islandese, soprannominato “Capitano Achab” (dal nome del comandante del Pequod di Moby Dick), quando ha raccontato al Times che le sue navi baleniere sono alimentate da biofuel
serve l’olio di balena e questo ci permette di inquinare meno. Qualcosa non funziona e non c’è bisogno di arrivare a chiedersi se sia necessario sterminare specie a rischio per avvertire che c’è un limite anche alla volontà di comprendere il punto di vista di ognuno.
Calci puliti Ci sono poi i casi in cui è meglio sospendere il giudizio e stare a vedere quello che succede. Un esempio lampante lo fornisce l’annuncio di questi giorni della Federazione Italiana Giuoco Calcio (Figc) secondo cui solo l’etica e la trasparenza salverà il calcio dai suoi mali. Secondo un’indagine Europol sono coinvolti nel fenomeno delle scommesse illegali quindici Paesi in Europa attraverso 425 tra dirigenti, arbitri, giocatori e criminali per un totale di 380 partite sospette. La lotta all’illegalità non si può fare con il bilancio sociale, ma la trasparenza è un buono strumento e un segnale. Nel caso della Figc la cosa importante è che la scelta di pubblicare il bilancio sociale è contestuale all’annuncio di un accordo con l’Agenzia delle Entrate, in base al quale si procederà al controllo incrociato del pagamento di imposte e contributi delle società sportive professionistiche, una misura che può aiutare a rilevare eventuali incongruità. Si tratta di una scelta che può suscitare perplessità, però può valere la pena stare a vedere cosa succede. Ci sono poi casi in cui si può abbandonare lo scetticismo
e accogliere con favore una buona notizia. Secondo Accredia anche in periodo di crisi le imprese italiane hanno continuato a credere “verde”. Crescono le imprese eco-certificate, con la Lombardia al primo posto nella classifica per regioni, seguita da Emilia Romagna e Piemonte. A ottobre 2012 sono stati emessi 9.457 certificati relativi allo standard di gestione ambientale ISO14001, una crescita di oltre il 6% rispetto al 2011. A investire di più ci sono le aziende che operano nei servizi pubblici, a conferma del fatto che le certificazioni ambientali sono un elemento vincente, a volte obbligatorio, per lavorare con la pubblica amministrazione. A seguire le imprese del comparto logistica, trasporti e spedizioni e quelle che si occupano di produzione e distribuzione di energia elettrica. La ISO14001 è una certificazione che richiede risorse e tempo per chi decide di ottenerla e comporta la creazione di un sistema di gestione della performance ambientale continuo. Ma è uno strumento che non ha un grande appeal comunicativo: non è collegata a un logo, la dicitura “azienda certificata ISO 14001” può essere usata secondo rigide norme ed è una sigla difficilmente comprensibile da molti che non l’hanno mai sentita nominare. E, dato che sta diventando comune in Italia, non fa comunque molto notizia. Si tratta in ogni caso di un segnale positivo, da qualunque prospettiva lo si guardi.
RISORSE
costituito al 20% da olio di balena. Una soluzione che, nelle sue parole, è “environmental friendly”, visto che riduce le emissioni di CO2. Convincersi che la lotta ai cambiamenti climatici grazie al taglio dei gas a effetto serra debba passare per un business che consiste nell’uccidere una specie a rischio di estinzione richiede davvero una grande apertura mentale, un’enorme capacità di vedere le cose da un punto di vista diverso. Credere che un’industria morente, come quella della caccia alla balena, che non può sopravvivere senza finanziamenti pubblici (in Giappone i sussidi accordati negli ultimi 25 anni ammontano a 200 milioni di dollari) migliori l’area che respiriamo, mentre mette in crisi l’ecosistema marino e una lunga catena alimentare, è un atto di fede. La buona volontà non basta per riuscire a creare una sequenza logica per cui per uccidere le balene
Un mondo come piace a te La Commissione Europea ha lanciato il concorso “Un Mondo come piace a te” con l’obiettivo di trovare iniziative per ridurre le emissioni di carbonio, aperto ai creativi ecologici di tutta Europa. I progetti dei vincitori saranno al centro di una campagna nazionale in Italia, Bulgaria, Lituania, Polonia e Portogallo. Le iscrizioni sono aperte fino al 10 maggio, dopodiché sarà possibile votare online. A ottobre la premiazione dei migliori tre.
Scarpette verdi Scarpe ecosostenibili a basso impatto ambientale: lo afferma uno studio realizzato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia con il Consorzio dei maestri calzaturieri. La sperimentazione riguarda nuove colle e solventi, che renderanno ecologico l’assemblaggio. Le nuove colle garantiscono infatti migliori prestazioni con esalazioni tossiche quasi nulle. Ciò consentirà di risparmiare sugli impianti traspiranti e di realizzare calzature dalle linee più dolci e compatte.
Eco-curvy Anche i jeans diventano eco-friendly. Levi’s ha presentato la nuova collezione primavera-estate realizzata con il 20% di materiale riciclato. Ogni jeans è prodotto con otto piccole bottiglie di plastica e rientra nella collezione Waste<Less. In totale sono circa 3,5 milioni le bottiglie riciclate, a cui sommare i 360 milioni di litri di acqua risparmiati nel 2012 grazie a una nuova tecnologia di finissaggio.
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COME USCIRE DALL’INFORMATICA E RIMANERNE FUORI Matteo Ranzi Negli anni ’80 scopre la sua passione per la pubblicità e sogna di avere da grande un’agenzia propria. Mette quel sogno nel cassetto. Negli anni ’90 Università, snow-board e vendita di auto per passione. Ad ottobre del 2000 arriva la laurea in Bocconi. Specializzazione Marketing. Viene chiamato in Ingram Micro. In 3 anni diventa Business Manager. La sua passione lo porta alla guida del Marketing Communication e poi del Trade Marketing. Una sera di Marzo del 2009 riapre il cassetto chiuso negli anni ’80 e ritrova il suo sogno. Riascoltando il famoso discorso di Steve Jobs, capisce che è arrivato il momento di dare sfogo al suo lato foolish e hungry. Fonda Mille Ottani, l’agenzia marketing di cui è titolare. Fa della sua passione una professione e si lancia nella nuova avventura. Ogni giorno le sue riflessioni sul marketing vengono seguite nei social network da oltre 3.000 marketeers.
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E se un giorno cambiassi settore? Statisticamente è forse improbabile, ma qualcuno ce la fa. Qualcuno come Charlie. Il settore dell’Information Technology è una grande famiglia da almeno quindici anni, soprattutto a livello di vendor e distributori. Siamo un po’ come la “Gente della notte” cantata da Jovanotti: “… ci si conosce tutti come in un paese, sempre le stesse facce mese dopo mese e il giorno cambia leggi e cambia governi e passano le estati e passano gli inverni…”. Le carte si rimescolano ogni anno: c’è chi passa da un distributore a un vendor,
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chi viceversa, chi da un produttore a un altro e chi da un concorrente a un altro. Ma il settore rimane quello e la grande famiglia anche. Alcuni talvolta provano a cambiare radicalmente attività e industria, ma spesso rientrano nell’IT dopo poco tempo. Ne conosco tanti. Qualcuno però sceglie una strada completamente nuova e riesce a percorrerla fino in
fondo, senza ripensamenti. Io per il momento sono uno di quelli, anche se sono ancora comunque presente in un modo diverso ed ogni tanto mi capita ancora di dire: “Piacere, sono Matteo Ranzi di Ingram Micro… ops, volevo dire… di Mille Ottani”. Charlie Cinolo un giorno del 2010 ha deciso: “Mi avventuro nel settore della ristorazione e apro una catena di fast-food tutta italiana che permetta la produzione di 850 hamburger
Perché hai deciso di lasciare l’IT per intraprendere una nuova attività nel food? Sono diverse le motivazioni: il primo motivo è che sono sempre stato molto ambizioso e il mercato IT ha avuto un notevole blocco, quindi non c’era e non c’è molto spazio per far crescere i giovani. Come in tutta l’Italia del resto. Secondo, volevo creare qualcosa di mio che la gente potesse apprezzare. Terzo, la ristorazione veloce è uno
dei pochi settori che sta crescendo in Italia e ha un margine di crescita ulteriore enorme. Lo dicevo già un anno fa e, guarda caso, McDonald’s sta facendo una campagna tv in cui indica che verranno assunte 3.000 persone entro 3 anni. Parlaci del tuo modello di business. È inutile girarci intorno: non ho inventato nulla di particolare. Il mio obiettivo è solo quello di dare un taglio italiano all’hamburger, proporre un ottimo prodotto al giusto prezzo e naturalmente presentarlo bene e non inscatolato. Al centro di tutto ci sono la cura del cliente e la genuinità del prodotto. Il panino, per esempio, è composto da un hamburger di 200g, al 99% carne di alta qualità, maionese, insalata, pomodoro e cipolla di prima scelta, non congelati. Viene preparato al momento e non come una catena di produzione in base agli storici. Il modello americano mi ha un po’ stufato: è solo cibo commestibile e non credo abbiano molto da insegnare a noi italiani in cucina. Oggi è più facile vendere hamburger o prodotti IT? Indubbiamente vendere hamburger. Se avessi avviato una mia attività IT invece di un fast-food, al posto di incassare 100.000 euro in due mesi, forse avrei dovuto contare monetine a causa della crisi del settore e delle marginalità sempre più risicate. Perché dovrei venire da Burger&Co al posto
di optare per uno dei fast-food più noti? Perché non è un freddo fastfood. Ti accogliamo sempre con il sorriso e instauriamo un rapporto genuino e cordiale. Ti serviamo un prodotto di prima qualità a un prezzo in linea con la concorrenza. E infine siamo tutti italiani: non lasciamo che siano solo gli stranieri ad arricchirsi nel nostro Paese. L’informatica è rimasta almeno come supporto per la tua attività? Assolutamente sì. La mia azienda per funzionare bene deve essere prima di tutto efficiente dal punto di vista tecnologico. Ce la farai a rimanere lontano dall’IT a lungo o pensi che, prima o poi, ci sarà un tuo ritorno? Non chiudo mai le porte a nulla nella mia vita. Però il mio obiettivo è di aprire una catena di fast-food all’italiana, partendo proprio dal primo punto vendita che abbiamo avviato con soddisfazione. Si sta programmando, testando e sviluppando il tutto, affinché si possa andare in questa direzione, partendo dal marchio che è già registrato e dai manuali operativi. Se in futuro ci saranno un’offerta o un progetto IT interessanti potrei valutarli, ma solo dopo aver ottenuto ciò che voglio con la mia attuale impresa. La mia strada infatti è quella che sto percorrendo ora e non ho nessun ripensamento. Sarebbe bello rincontrarsi fra un anno e tirare le somme.
RISORSE
all’ora, ma che premi la qualità dei cibi”. Detto, fatto: saluta gli amici di Canon, vendor per cui ha lavorato con passione per alcuni anni in qualità di business controller, molla gli ormeggi e si avventura per la sua nuova strada nel cibo. Prima si fa le ossa per un anno in Coca-Cola e poi apre Burger&Co. L’IT rimane nel suo cuore, si sa: il primo amore non si scorda mai. La sua professione però cambia radicalmente e sembra essere proprio quella definitiva. Così ho pensato di intervistarlo, come esempio concreto di cosa fa uno che esce dall’Information Technology.
Burghy La storia di Burghy, il primo fast-food italiano. http://it.wikipedia.org/wiki/Burghy
Burger&Co Il link alla pagina Facebook della nuova catena italiana di fast-food avviata da Charlie Cinolo dopo essere uscito dall’IT. www.facebook.com/BurgerAndCompany
McDonald’s Lo spot McDonald’s relativo all’assunzione di 3.000 persone nei prossimi tre anni in Italia. www.youtube.com/watch?v=I64JQjRHJSY
E se tu potessi scegliere una strada nuova, in che settore ti piacerebbe avventurarti?
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ATTUALITA’
«Windows ci ha messo 14 anni ad arrivare a 350.000 attacchi malware. Android meno di tre anni». Questo spiacevole primato lo ha reso noto Cesare Garlati, vice president mobile security di Trend Micro, illustrando i risultati di un report relativo al 2012 ricavato tramite la propria Smart Protection Network. Inoltre gli esperti prevedono che entro il 2013 sarà raggiunta la soglia del milione di attacchi. Ciò si spiega, secondo Garlati, nella grande diffusione del sistema operativo e nella scarsa propensione degli utenti a proteggere smartphone e tablet (non più del 20% dei possessori dispongono di un’applicazione di sicurezza). Non solo, il 60% degli utilizzatori sta impiegando versioni non aggiornate di Android. Questi tre elementi hanno scatenato l’attività dei cyber criminali che vedono crescere le opportunità di guadagni facili. Le App gratuite risultano tra i veicoli più sfruttati dal crimine per installare malware sui dispositivi mobili. Ma dei 350.000 malware
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per Android registrati nell’anno appena trascorso, più del 40% è rappresentato dai Premium Service Abuser, Sms che incidono sulle bollette degli utenti inconsapevoli di ospitare un malware che mediamente “prelevano” 9,99 dollari al mese. Un costo che può passare inosservato anche perché non costante nel tempo e nel valore. Una modalità ormai collaudata che coinvolge gli operatori mobili, anch’essi inconsapevoli, ma che trattengono circa il 30% del denaro trafugato. Tra le minacce si collocano al secondo posto (38,30%) l’Adware aggressivo che arriva sui dispositivi attraverso la pubblicità spinta nelle applicazioni. L’Italia è al quarto posto nel mondo e prima in Europa per il download di App infette. Il Jailbreaking (modalità che consente di scaricare e utilizzare App gratuite non presenti sul market della Mela) è invece, secondo quanto ha riferito il manager di Trend Micro, il rischio più grosso per il sistema Apple iOS, che comunque, essendo meno diffuso nel mondo, genera poco interesse nei professionisti del crimine digitale.
Un recente report di Trend Micro rivela che i device con il sistema operativo di Google sono stati i più bersagliati dai malware nel corso del 2012: 350.000 sono infatti gli attacchi registrati Luca Bastia
Cesare Garlati, vice president mobile security di Trend Micro
Garlati, infine, ha voluto “regalare” dei consigli, “cinque buone regole” da osservare per essere meno vulnerabili: 1) inserire una password nel proprio dispositivo; 2) utilizzare un sistema operativo sempre aggiornato; 3) stare attenti a chi produce le applicazioni che si scaricano; 4) fare attenzione alle permission che le applicazioni chiedono quando vengono installate e non “concederle a cuor leggero”; 5) utilizzare un software di sicurezza sul dispositivo mobile come normalmente si fa per un pc e, anche in questo caso, diffidare delle soluzioni gratuite.
ATTUALITA’
Tenere alta l’attenzione sullo storico mondo retail, ma anche sviluppare un crescente focus sul canale enterprise e sui grandi clienti. Kaspersky Lab rilancia i suoi obiettivi e lo fa con una interessante soluzione e con un nuovo assetto organizzativo Marco Lorusso
Aldo Del Bò, nuovissimo managing director di Kaspersky Lab Italia
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«In un mercato in grande difficoltà la security rappresenta ancora un importante punto di riferimento per il canale e, all’interno della security, siamo una delle aziende che sta registrando i risultati più interessanti, soprattutto in un segmento per noi sempre più decisivo come quello del large enterprise». Pochi fronzoli e idee chiare, Aldo Del Bò è un giovane manager che, per nulla intimorito dalla recente e prestigiosa nomina a managing director di Kaspersky Lab Italia (succede al collega e amico di sempre Alexander Moiseev, scelto per ricoprire il ruolo di deputy general director Europe di Kaspersky Lab), ha ora il compito di traghettare la “sua” azienda verso nuovi traguardi. Primo fra tutti il crescente focus sul mercato enterprise. «Un target complesso, ma che denota interessanti trend di crescita e offre importanti opportunità di margine ai nostri partner – spiega Del Bò –. Per quanto ci riguarda, poi, abbiamo già avviato da tempo una strategia mirata che ci sta portando a bilanciare in maniera più equilibrata il peso
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del canale retail (un tempo rappresentava i due terzi del nostro fatturato, ora è un terzo) e del mondo B2B. Un target al quale abbiamo dedicato un team di sette persone (cinque concentrate sul canale) e sul quale stiamo evidenziando performance molto buone. Come parco installato in Italia sulla parte enterprise abbiamo infatti avuto la migliore reference in tutta Europa con 120.000 postazioni “protette” al Ministero della Difesa. Nel solco di un simile caso intendiamo continuare a “spingere” sui progetti complessi e lo faremo anche grazie a un tema di vendita ancora più completo, dato che il prossimo 2 aprile annunceremo l’ingresso, tra l’altro, di un nuovo direttore commerciale». Dalla strategia commerciale alla tecnologia, per aumentare i suoi giri in ambito enterprise Kaspersky Lab punta su una nuova soluzione come Kaspersky Endpoint Security for Business che, grazie a una vasta gamma di funzionalità, consentirà ai partner di canale di soddisfare i propri clienti e aiutarli a gestire sistemi IT complessi. Le principali caratteristiche di Kaspersky Endpoint Security for Business comprendono sicurezza mobile e Mobile Device Management (MDM), full-disk, crittografia dei dati a livello di file e cartelle, strumenti di controllo endpoint avanzati, protezioni malware e sistemi di gestione. Tali funzionalità sono semplici da tenere sotto controllo grazie a Kaspersky Security Center, una console amministrativa che riunisce ogni aspetto degli endpoint di Kaspersky Lab, file server e strutture di protezione virtuale. «Kaspersky Lab – continua Del Bò – supporta il lancio del nuovo prodotto con una serie di strumenti come le guide di training “how-to”. Kaspersky Endpoint Security for Business offre nuove opportunità di business per il canale: la struttura flessibile e modulare la rende adattabile alle esigenze delle singole aziende, mentre la possibilità di aggiornamento periodico consente ai partner di costruire una relazione stabile con il cliente. La sicurezza è un settore in rapida evoluzione e per la maggior parte dei nostri partner la concorrenza è molto agguerrita – conclude il manager –. Il canale deve essere in grado di offrire la migliore soluzione possibile; proprio per questo il nuovo Kaspersky Endpoint Security for Business aiuterà i nostri partner a sfruttare al meglio le opportunità di business e a soddisfare le richieste dei clienti».
ATTUALITA’ Non prevedono il futuro. Ecco, forse è questa l’unica cosa che non faranno mai i social media, per tutto il resto sembra proprio che molte delle attività che siamo abituati a svolgere passeranno dai social network o addirittura saranno svolte interamente su questo tipo di siti Web. Per prevedere il futuro bisogna ancora affidarsi ai “pensatori” anche se, con la grande quantità di dati oggi disponibili online, diventano sempre più precisi i software predittivi. Ma vediamo che cosa “profetizzano” i maggiori esperti in fatto di social media.
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Sempre più business! Questi network durante l’anno mostreranno la loro parte più professionale, a cominciare dallo stesso Facebook. Ecco le previsioni più autorevoli per essere pronti alla nuova ondata del Web 2.0 Francesco Marino
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Commercio elettronico e social media cresceranno insieme I consumatori sempre di più vogliono decidere da soli cosa comprare, quando, dove e quanto pagarlo. Chi offre la maggiore libertà di acquisto avrà successo nell’e-commerce (secondo Gideon Lask, Ceo di BuyaPowa). I social network si trovano in una posizione privilegiata perché uniscono grandi strumenti di comunicazione a potenzialità di e-commerce, che solo Facebook sta usando in parte, mentre sono invece completamenti assenti da Twitter e LinkedIn: questo nel corso del 2013 potrebbe cambiare…
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L’anno del visual marketing Tutto quello che è immagine, dalle foto ai video, è capace di uscire dal rumore di fondo della comunicazione e di “parlare” a tutte le persone, in ogni nazione. Secondo Ekaterina Walter (social innovator di Intel) «i grandi marchi dovranno capire che cosa è necessario per realizzare un visual marketing efficace attraverso le community già affermate o in nuovi network come Pinterest e Instagram».
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Facebook diventerà più business Nel 2013 Facebook offrirà una versione “Premium” delle famose Facebook Pages che includerà degli strumenti di analisi avanzati per dare maggiori informazioni alle aziende su segmenti specifici dei “fan”, come chi commenta di più, chi è anche un cliente ecc. Altra funzione sarà la possibilità di ottenere le e-mail dei “likers” con specifiche funzionalità di opt-in. Facebook ha acquisito Threadsy, uno strumento di analisi online che va proprio in questa direzione. Secondo John Haydon (co-autore di Facebook Marketing for Dummies) ci saranno nuovi strumenti per collegare gli acquisti in-store con Facebook, per esempio la possibilità di entrare in negozio, fare il login nella pagina FB del punto vendita e pagare direttamente online, senza registratore di cassa…
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Il content marketing è il nuovo social media marketing Con il diffondersi dei social network le aziende capiranno
quanto sia importate condividere contenuti di altissimo livello. È questo l’unico modo in cui, secondo Dave Kerpen (ceo di Likeable) le imprese riusciranno davvero a coinvolgere gli utenti. Nel B2B questo fenomeno è ancora più forte ed è già iniziato: i white paper, le infografiche, i Webinar sono il vero centro dell’online marketing. Attraverso Instagram e Pinterest si diffonderanno sempre di più belle foto e belle grafiche per interessare i clienti B2B e anche B2C.
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Twitter più personale Nel 2013 il nostro feed su Twitter diventerà sempre più personale, con l’introduzione di nuovi algoritmi che terranno conto di Influenza (misura generata dalla media dei re-tweet ricevuti dalla persona, dalle menzioni, dal numero di follower), Coinvolgimento
(quanto spesso si viene coinvolti dalla persona che twitta), Allineamento (quanto la persona che twitta ci “assomiglia” per bio, posizione geografica, liste di appartenenza), Importanza (quante volte il singolo tweet è stato ritwettato) e Interesse (valuta se l’argomento è di nostro interesse in base ai nostri precedenti “cinguettii” o menzioni). Secondo Rich Brooks (Ceo di Flyte new media) questo nuovo sistema farà perdere posizioni ai brand presenti su Twitter e quindi verrà varata una nuova piattaforma di advertising che permetterà di recuperare (a pagamento) il terreno perduto in termini di capacità di coinvolgere i follower.
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Instagram sempre verso le imprese Il 2013 sarà l’anno della consacrazione di Instagram. Anche se è considerato
tra i “piccoli social network”, i suoi utenti aumentano la frequenza e l’intensità delle attività, utilizzando la piattaforma sempre più spesso quando sono in ufficio (a oggi ben l’85% degli utenti lo fa). Questo comportamento, secondo Mark Schaefer, marketing faculty member della Rutgers University, porterà le aziende a vedere in Instagram una delle migliori piattaforme su cui investire.
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Google+ al centro del mondo Come social network probabilmente neanche nel 2013 diventerà una star, ma sarà importante come prima interfaccia nel mondo di Big G. Secondo Anita Campbell, fondatrice, Ceo ed editor di Small Business Trends, Google rilascerà nuovi servizi sotto il cappello di Google+; chi vorrà usufruirne dovrà avere una presenza in questo social network. Quindi anche se G+ non ha molti utenti davvero attivi – soprattutto se confrontato con Facebook e Twitter – sarà fondamentale per un’azienda avere lì la propria pagina.
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RETRO’ La storia di un’idea rivoluzionaria in un QR code. Collegatevi e scoprite l’incredibile evoluzione di un marchio e di una tecnologia che hanno fatto parte dell’infanzia e dei momenti più belli di molti di noi
Siamo nel 1948, il 26 novembre di quel travagliato e incredibile anno debutta sul mercato la prima macchina fotografica a sviluppo immediato. Una scatto, pochi secondi di attesa, ed ecco il positivo già stampato. Padre di una simile invenzione era l’americano Edwin Land (che aveva inventato e brevettato anche fogli trasparenti, filtri e lenti polarizzate per eliminare riflessi dai vetri e dalle cabine degli aeroplani militari) e l’aveva battezzata Polaroid… Da quel momento in avanti comincia una incredibile storia di successo per quella che è stata definita la più grande
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invenzione delle fotografia prima del digitale. Polaroid, dal quel 26 novembre in avanti, con le sue pellicole autosviluppanti ha fatto sognare intere generazioni per quel piccolo miracolo di scattare e vedere subito le foto. Un piccolo miracolo tecnologico che poi, intorno alla metà degli anni 2000, è stato inevitabilmente travolto dalla rivoluzione digitale fino ad arrivare, nel febbraio 2008, alla dolorosa decisione
di cessare la produzione… Ma il successo della Polaroid, come i carboni ardenti, ha fatto davvero fatica a spegnersi, prova ne è il clamoroso e inatteso successo ottenuto dall’asta, organizzata da Sotheby’s a News York, circa 3 anni fa. Oggetto dell’asta? Circa 1.200 istantanee del fondo Polaroid, la grande collezione messa insieme a cominciare dal 1960 dallo stesso Edwin Land. Immagini di Andy Warhol, Robert Mapplethorpe, Robert Rauschenberg, Chuck Close, David Hockney e poi Ansel Adams. Il risultato? Il 90% delle opere è stato battuto, la cifra complessiva raggiunta è stata di circa 8,9 milioni di euro. Sull’onda di un simile clamore e dall’amore
che ancora oggi resiste in molti nostalgici, nel corso degli ultimi anni e mesi, la macchina è ripartita. Nel 2010 al Ces di Las Vegas arriva addirittura l’annuncio della nomina di Lady Gaga come direttore artistico della Polaroid. Un nuovo e coraggioso corso sfociato, lo scorso mese di agosto, nel lancio di un modello di fotocamera digitale Polaroid che, ovviamente, stampa immediatamente le foto. Si tratta della Polaroid Z2300, una compatta da 10 Megapixel con stampante integrata che produce foto della dimensione di 5x7,6 cm. Quello che conta però è il fascino di stampare immediatamente delle Polaroid… Non solo, alla recente edizione 2013 del Ces di Las Vegas sono stati annunciati nuovi modelli che, oltre a scattare le fotografie e stamparle, permettono di salvare le immagini in alta qualità su una scheda SD, così che dopo si possano direttamente caricare sui social network. Un’evoluzione che la società ritiene logica e naturale, vista la storia della Polaroid. «Ci piace considerarci un social media network delle origini: già in passato avere una Polaroid significava stampare qualcosa e poi condividerlo. La condivisione per noi è tutto», spiega il portavoce Jason Ledder in una recente intervista.
Vogliamo dire, con tutti gli strumenti possibili, che la tecnologia e il design sono il progresso. Rappresentano lâ&#x20AC;&#x2122;unico futuro possibile, lâ&#x20AC;&#x2122;unica strada per cambiare la vita delle persone e delle aziende.
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IL BRIVIDO DELLA FOTO CONDIVISA Girl in the Cloud Cammino sempre sollevata da terra – sia per i tacchi sia perché ho la testa fra le nuvole – e adoro la tecnologia perché rende la vita più interessante. Ho imparato a usare il computer da bambina, impallando diverse volte quello del papà, ma sono cresciuta facendo shopping con la mamma. Così, da sempre, lotto perché quello tra tecnologia e femminilità sia riconosciuto come un matrimonio felice.
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Finalmente l’epoca degli infiniti diaporama organizzati dagli amici al ritorno delle vacanze si è conclusa. Con l’avvento dei social netwok e dei sistemi di photo sharing on line è
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terminato l’obbligo morale di assistere a interminabili sequenze di leoni nella savana, sorrisi birmani o tramonti sul mediterraneo rigorosamente accompagnati da un sottofondo di musica newage. Al giorno d’oggi fortunatamente, grazie alla tecnologia, gli album
PER IL BUONGUSTO E LA DECENZA E’ BENE NON ESAGERARE CON LA QUANTITA’ DI FOTO PUBBLICATE. IL RISCHIO E’ CHE IL PROPRIO PROFILO DIVENTI UN INFINITO DIAPORAMA CHE NESSUNO RESISTERA’ A GUARDARE FINO ALLA FINE.
fotografici degli amici non sono più accessibili solo direttamente nei salotti dei loro proprietari, ma possono essere consultati comodamente dal proprio device, che sia il computer di casa nelle fredde sere d’inverno o lo smartphone durante i lunghi tragitti sui mezzi pubblici. Ma se l’attività di guardare foto altrui può essere sempre più demandata ai tempi morti, come stuzzicare svogliatamente uno snack, l’accessibilità della tecnologia fotografica e la diffusione dei più disparati social network favoriscono invece la realizzazione e la condivisione dei propri scatti. Vuoi che, con lo smartphone a portata di mano, fare foto è un gesto semplice e veloce; vuoi che le applicazioni che permettono di modificare le foto con diversi filtri e di condividerle con gli amici, alimentano il desiderio di autorealizzazione dell’utente medio che si sente stimolato a esprimere la propria vena artistica (anche se non necessariamente presente), tutti si sentono fotografi. Anche io. Prendiamo ad esempio un tiepido sabato
pomeriggio: aspettando di digerire un’abbuffata di pesce, vado a fare un giro panoramico in auto con tutta la famiglia. Scendiamo tutti per respirare stancamente un po’ d’aria di mare quando vedo uno scorcio che mi rievoca le suggestioni di un paesaggio romantico. Ecco che, dopo averlo contemplato un po’ insieme ai miei cari, sento il bisogno di condividere il ricordo con più persone possibile. Non avendo con me tela e colori a olio, apro Instagram, scelgo il filtro più drammatico e posto la foto su Facebook (e aspetto che qualcuno la approvi con un “like” o addirittura la commenti).
Polemiche fotografiche Instagram è il social network fotografico più diffuso: acquisito da Facebook circa un anno fa, è stato negli ultimi mesi al centro di una polemica riguardo la manifestata intenzione di utilizzare le foto anche a fini commerciali, attribuendosi i diritti delle stesse non appena pubblicate sulla piattaforma. Un timore molto concreto, visto che The Guardian (http://tinyurl.
com/akohwd7) ha già fatto emergere un paio di casi dove ciò si è effettivamente verificato: uno scatto di un fotografo svedese è stato utilizzato senza autorizzazione come stampa su una maglietta di Mango e un fotografo spagnolo ha visto ripubblicate le sue foto nell’account di Vogue senza alcun credito. Il fantasma di come e quando Facebook inizierà a monetizzare questa immensa mole di immagini incombe sugli instagrammers, ai quali non resta che esprimersi su altri lidi. Si può optare per uno dei tanti concorrenti più o meno analoghi, come EyeEm, la cui particolarità consiste nel categorizzare foto simili in album tematici, o Streamzoo, che consente di condividere anche video. Oppure si può sperimentare una social App tematica come Pose o Foodspotting. La prima è dedicata al mondo fashion e consente di pubblicare le foto dei propri outfit taggando brand e stilisti; con la seconda si possono condividere foto di piatti segnalando il luogo (che sia privato o un ristorante) dove si sono gustati. Così ci si può pavoneggiare per la scelta di un abbinamento azzeccato per un’occasione importante o per la realizzazione di un piatto particolarmente invitante. Un appello però è necessario: per il buongusto e la decenza è bene non esagerare con la quantità di foto pubblicate. Il rischio è che il proprio profilo diventi un infinito diaporama che nessuno resisterà a guardare fino alla fine.
RISORSE
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Diaporama del terzo millennio Per gli affezionati dell’audiovisivo composto da foto in dissolvenza con un sottofondo musicale, il mondo digitale mette a disposizione vari programmi: fra gli altri citiamo ad esempio Adobe Premiere o l’applicazione gratuita Diaporama Photo Pratic.
Pose profittevoli Producendo una quantità di contenuti fashion incredibilmente maggiore a quella delle riviste di moda, su Pose vengono condivise circa 100.000 “pose” al giorno. Il ritorno per i brand viene quantificato in vendite provenienti dal singolo post e direttamete riconosciuto all’autore della foto. Questo per incentivare la buona qualità dei contenuti.
Foodspotting La più nota App per il food sharing è stata recentemente acquistata per 10 milioni di dollari da Open Table, un servizio di prenotazione di ristoranti. Le potenzialità hanno tutte a che fare con il passaparola social e la disponibilità di foto scattate gratuitamente dagli utenti. I ristoratori newyorkesi però iniziano a lamentarsi della moda di scattare a foto al ristorante, che distrarrebbe gli avventori…
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«Abbiamo inventato la logica binaria per far funzionare i computer e ora questa stessa logica inflessibile e stringata nella sua meccanicità ci insegna e ci governa». Un’anatema in piena regola tuonato potente sulle colonne de “La Lettura” domenicale del Corriere della Sera a firma, autorevolissima, di Carlo Bordoni. Apriti cielo! A stretto giro, penne di primissimo piano come Massimo Gramellini, Michele Serra, Francesco Piccolo, Jonathan Franzen si scagliano contro l’arida sintesi del linguaggio Sms e soprattutto contro gli insulsi 140 caratteri di Twitter. Come non comprendere simili posizioni: la logica che alimenta Twitter con la sua sintesi è forse quanto di più lontano possa esistere dal gesticolare e dall’amore per la chiacchiera atavicamente latini. Ed è forse tutta qui anche la spiegazione dell’immediato successo del più libero e farraginoso Facebook a dispetto del social che cinguetta, esploso veramente solo nel 2012. Al di là di ogni considerazione possibile, tra le mille, forse quella più “azzeccata” è però di Beppe Severgnini, sempre sul Corriere: «Twitter non è una alternativa ad altre forme di espressione, è uno strumento nuovo. Un decespugliatore del pensiero». Nulla di più vero! 140 caratteri ti costringono sempre e comunque a riflettere prima di impugnare la tastiera (ovviamente anche Twitter abbonda di idiote eccezioni…). Ogni parola, ogni virgola, ogni punto ha un peso determinante e spesso il risultato sono pezzi di saggezza e profondità davvero sorprendenti. Qualità e non quantità. Quasi impossibile isolare esempi, ma provare per credere a leggere una a caso delle risposte giunte agli account dei vari candidati alle recenti elezioni politiche e regionali. Sintesi non è una vergogna culturale ma una parola di grande valore. In greco, syn e thesis portano a un significato nobile come composizione, mettere insieme. Questa è anche la missione che oggi ha il canale indiretto. Non volumi, non quantità ma complessecomposizioni di meno prodotti che però, sintetizzati in un’unica soluzione, giungono nelle mani di Marco Lorusso imprenditori e aziende esattamente nel posto e Caporedattore Digitalic nel momento giusto. Per conquistare i clienti oggi marco@digitalic.it non servono manuali mastodontici, saggi o articoli zeppi di “latinorum”. Si conquistano con meno, ma meglio ed esatto. Questo è valore. «Noi italiani vorremmo fare la rivoluzione con il permesso dei carabinieri», scriveva negli anni Cinquanta un genio del giornalismo come Leo Longanesi. Esiste forse un trattato più efficace e pungente nel descrivere il Dna nostrano nell’affrontare i grandi appuntamenti con la storia?
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