Digitalic n. 5

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03/2012 – N. 5

03/2012 – N. 5

www.digitalic.it

Tecnologie e protagonisti dell’ICT

Carta So…Silk by

Gruppo Cordenons Stampa UV

Guatteri & Visual Project Nobilitazione by

Emilplast

La tecnologia delle immagini supera l’immaginazione NASA/Cassini

Management. La moda non si è ancora innamorata dell’IT. Gli investimenti rimangono bassi

Punto G. L’economia green fa i conti con la crisi: salvare il posto di lavoro, prima che il pianeta

Girly Tech. Una giornata con le App, per risolvere i problemi quotidiani di una ragazza



EDITORIALE

DIRE,|FARE,|CERTIFICARE “Bisogna dire quello che si farà, farlo e poi dire di averlo fatto”. Questo è uno dei consigli preziosi ricevuti da un grande manager che ama il matematico Évariste Galois. Noi abbiamo creato la rivista che avremmo sempre voluto leggere, molte aziende ci hanno seguito, abbiamo garantito una diffusione capillare nella comunità dell’innovazione e oggi siamo felici di pubblicare la certificazione ricevuta da CSST. Questo certificato attesta ufficialmente il numero delle copie stampate (che sono 15.250 al mese) e quelle

“B

distribuite, che sono 14.450 a numero. Nella realtà le copie distribuite sono di più, ma i severi (e giustissimi) criteri della certificazione permettono di contare tra le copie distribuite solo quelle per le quali esista un documento che ne dimostri la consegna; non vengono conteggiate quindi quelle consegnate a mano.

“NOI ABBIAMO CREATO LA RIVISTA CHE AVREMMO SEMPRE VOLUTO LEGGERE” Per Digitalic la certificazione CSST rappresenta quel “dire di averlo fatto”, dimostra di aver mantenuto la parola. Un’altra promessa è quella sulla qualità dei contenuti e sulla creatività della copertina. Sfogliate questo numero e scoprite le più interessanti novità del mondo fotografico, tuffatevi nelle onde anomale di “The Marketing Side”, scartate “Creative Park” per capire quanto sia importante l’un-packing experience e se volete sapere tutti i segreti di questa copertina “spaziale” andate a leggere “White Paper”. Ogni numero di questa rivista è un’avventura, una scalata e siamo felici di avere dei compagni di cordata così appassionati.

Francesco Marino Direttore Responsabile Digitalic francesco@digitalic.it

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SOMMARIO

AVVIO

48 I fondi di Co-marketing

Photo

6

Registrazione Tribunale di Milano n. 409 del 21/07/2011 ROC n. 21424 del 3/08/2011

Attualità

iPad: stesso nome… nuova vita

30, 37, 40, 42, 46

Geografia

8

Anno 1 ‚ numero 5‚ marzo 2012 www.digitalic.it

Coffee Break

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica per il periodo 1/10/2011-31/12/2011

TECNOLOGIA

La più fotografata al mondo

Mega

51 Foto da 41 Megapixel, con un telefono…

White Paper

12 Abbiamo visto cose che voi umani…

Foto Spaziali

52 La fotografia verso nuovi confini

Bloguru

16 Prima lo stile, poi la tecnologia

Periodicità: 11 numeri Tiratura media:15.250 copie Diffusione media:14.450 copie Certificato CSST n. 2011/2247 del 27/02/2012 Società di Revisione: REFIMI

Fab4

60 Scatti stampati nella memoria

Smau Wow

18 Non ci sono più le mezze misure

Direttore Responsabile: Francesco Marino francesco@digitalic.it

Punto G

70 L’economia green fa i conti con la crisi

News

10, 14

Caporedattore: Marco Lorusso marco@digitalic.it Responsabile di Produzione: Raffaella Navarra produzione@mmedia.info

Attualità

MERCATO

64, 66, 67, 68

Trend

21 Il nuovo ruolo dei Cio

WEB SOCIAL CLUB

Digitalk

The Marketing Side

22 Data center, una risorsa per il Paese

72 Urgente… Ho bisogno di un otorino

Eventi

Attualità

Management

SHUTDOWN

Ufficio Abbonamenti: abbonamenti@mmedia.info

Retrò

Eventi

80 1000 App al giorno

http://www.digitalic.it/wp/abbonati

Girly Tech

Lega Nerd

34 Buon compleanno Lync!

Stampa: RDS WEBPRINTING s.r.l. via Belvedere, 42 - 20043 Arcore (MB) Cellophanatura: NUOVA EFFEA s.r.l. v.le Lombardia, 51/53 - 20861 Brugherio Mi

82 Sicurezza Wi-Fi su smartphone. Storie di https, hijack e Facebook Mad4It

84 Vasi di terracotta

Creative Park

Abbonamento annuale (11 numeri) Italia euro 33,00 - Estero euro 66,00

78 La storia del pc

32 I giorni dei partner…

38 Il dato è tratto

Pubblicità e Pubblicità Web Ufficio Traffico: adv@mmedia.info

Una copia euro 3,90 - Arretrato euro 7,80

28 La moda non si è ancora innamorata dell’IT

Digitalk

Progetto grafico e impaginazione: Davide Spagnuolo/BluLapis s.n.c.

74, 75, 76, 77

24 Cloud e canale, ecco la strada di HP

Eventi

Hanno collaborato: Francesco D’Ambrosio, Alessio Ferri, Girl in the Cloud, Pierantonio Macola, Alessio L. R. Pennasilico, Riccardo Pirana, Elisa Pozzoli, Matteo Ranzi, Daniela Schicchi, Barbara Silbe, Antonella Tagliabue, Elena Veronesi.

MMEDIA s.r.l. via Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB) tel. 039.2301393, fax 039.2326449

44 Non rompere le scatole! 8com Achab Alias Apc by Schneider Electric Dell Emc Emilpast Evolution F-Secure Fortinet Fujitsu Technology Solutions

63 33 15 19 7 35-36 IV cop 31 25-26-27 20 11

Gruppo Cordenons iStockphoto Nital Nuova Effea Salvix Symantec Smau Tech Data Western Digital Zyxel

II cop 55 5 69 47 43 65 i.p. IV cop 57 41

Informativa ex D.Lgs 196/3 (tutela della privacy) MMedia s.r.l., Titolare del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i suoi dati personali, liberamente conferiti al momento della sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali relativi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica l’art. 24, comma 1, lett. d del D.Lgs n. 196/03, per inviarle la rivista in abbonamento od in omaggio. Potrà esercitare i diritti dell’ art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancellazione, correzione, ecc.) rivolgendosi al Responsabile del trattamento, che è il legale rappresentate di MMedia s.r.l., presso MMedia s.r.l., nella sede operativa di via Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB). Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati; nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore. L’elenco completo ed aggiornato di tutti i Responsabili del trattamento è disponibile presso l’Ufficio operativo, Vittorio Emanuele II, 52 - 20900 Monza (MB). I Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati a società esterne per la spedizione della Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale. Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio della attività giornalistica”. La società MMedia s.r.l., editore della rivista Digitalic rende noto al pubblico che esistono banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali . Il luogo dove è possibile esercitare i diritti previsti dal D.Lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei dati personali, presso la sede operativa delle segreterie redazionali (fax 039.2326449).

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PHOTO

IPAD:|STESSO|NOME…|NUOVA|VITA

Il nome non cambia – non si chiama iPad 3 o iPad Hd come molti avevano annunciato –, ma si parla semplicemente di “the new iPad”. Apple si dimostra minimalista anche nei nomi e interrompe la corsa al numero progressivo per indicare generazioni successive di un dispositivo. In fondo l’iMac non si chiama

I

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iMac 11 e nemmeno il MacBook Air si chiama MacBook Air 4. Pure la forma rimane la stessa, ma aumenta il peso per far posto a una batteria più potente che deve alimentare un dispaly con una risoluzione impressionante. Il retina display arriva infatti sul tablet e apre nuove possibilità di visualizzazione. La risoluzione è di 2.048×1.536 pixel – con colori il 44% più saturi e

ben 3,1 milioni di pixel – nello stesso formato da 9,7 pollici. Sostanzialmente il nuovo iPad ha quattro volte il numero di pixel dell’iPad 2 e un milione in più rispetto a un tv Hd. Il cambiamento è radicale: in un normale utilizzo l’occhio umano non vede alcun pixel, l’immagine è perfettamente uniforme. Altro elemento migliorato in modo evidente, la fotocamera iSight che vanta una risoluzione di 5 Megapixel e un sensore Bsi (Backside illumination) che assicura ottimi scatti anche… a lume di candela. Tutte le novità in termini di immagine sono sostenute dal nuovo processore AX5 con grafica quad-core. L’autonomia rimane identica al modello precedente (10 ore) grazie alla nuova e più generosa (ma anche più pesante) batteria. La connettività migliora, ma sarà un beneficio al momento disponibile sono in America, con il sistema ultra veloce Lte. Immutati i prezzi e i tagli di memoria. In conclusione, le novità tecniche vanno tutte in un’unica direzione: aprire al re dell’era post-pc nuove aree di utilizzo e nuove applicazioni. Uno degli obiettivi è certamente la lettura (e quindi arrivare alla sostituzione della carta) o più semplicemente vincere la sfida con gli e-reader e in particolare con il Kindle di Amazon.


Dell vStart Il percorso semplice, veloce e intelligente verso l’infrastruttura virtuale in una soluzione pronta per l’uso.

Dell vStart offre un’unica soluzione semplice per ottenere rapidamente tutti i componenti necessari e iniziare a realizzare e massimizzare i vantaggi della virtualizzazione, senza la relativa complessità. La soluzione Dell vStart viene consegnata pronta per l’uso, con le macchine virtuali immediatamente operative. Tutti i componenti sono già montati su rack, cablati, convalidati e configurati. Dell vStart si collega senza problemi alle attuali console di gestione, consentendo la semplificazione degli strumenti e delle attività di gestione dei server, l’accesso a dettagli approfonditi a livello di dispositivo per il monitoraggio e gli avvisi,l’installazione di hypervisor in server bare metal e l’aggiornamento del BIOS e del firmware in remoto. La soluzione Dell vStart viene fornita già correttamente dimensionata e convalidata per la gestione di fino a 100 o 200 macchine virtuali, in base a specifici requisiti di configurazione e carichi di lavoro, sfruttando al meglio tutte le risorse, i processi e le tecnologie disponibili. Pre-progettata per offrire un ambiente potente, ampiamente disponibile e altamente scalabile per la virtualizzazione, Dell vStart è una soluzione affidabile e pronta per l’uso, oggi e nel futuro. Il risultato finale? Il cliente ottiene una scalabilità senza precedenti, mentre i dipendenti possono dedicarsi alle attività aziendali e non all’infrastruttura virtuale.

Dell vStart è attualmente disponibile nelle seguenti configurazioni: Dell vStart 100v

Dell vStart 200v

• Estensioni di gestione pre-installate • Servizi di installazione iniziale • Dell PowerEdge™ R610 con processore Intel® Xeon® serie 56XX (1) • Dell EqualLogic™ PS6000XV (1) • Dell PowerConnect™ 6248 (4) • Rack 42U con tutti i componenti PDU, UPS e KVM necessari

• Estensioni di gestione pre-installate • Servizi di installazione iniziale • Dell PowerEdge™ R610 con processore Intel® Xeon® serie 56XX (1) • Dell EqualLogic™ PS6000XV (2) • Dell PowerConnect™ 6248 (4) • Rack 42U con tutti i componenti PDU, UPS e KVM necessari

Per ulteriori informazioni su come aiutare i clienti ad accelerare il percorso verso la virtualizzazione, visitare il sito Web dell.com/vStart © 2011 Dell Inc. Tutti i diritti riservati. Dell, il logo DELL, il marchio DELL, PowerEdge e OpenManage sono marchi di Dell Inc. Nel presente documento possono essere utilizzati altri marchi e nomi commerciali in riferimento sia alle società titolari dei marchi sia ai nomi dei rispettivi prodotti. Dell non rivendica alcun diritto di proprietà su marchi e nomi depositati da terzi. Il presente documento ha scopo puramente informativo. Dell si riserva il diritto di apportare modifiche, senza preavviso, a qualsiasi prodotto descritto. Il contenuto viene fornito “così com’è”, senza garanzie espresse o implicite di alcun tipo. Intel, the Intel logo, Xeon and Xeon Inside are trademarks of Intel Corporation in the U.S. and other countries.


GEOGRAFIA

La|più|fotografata al|mondo È l’Italia la nazione più fotografata al mondo. Il sito www.sightsmap.com ha raccolto in una mappa tutti i luoghi dove sono state scattate le foto pubblicate nel sito Panoramio (di proprietà di Google) e ne ha creato una carta interattiva. L’infografica è stata realizzata come un’immagine termografica: le aree blu (fredde) sono quelle in cui sono state fatte meno foto, le aree gialle (calde) quelle in cui il numero degli scatti è maggiore. In una scala di temperature vengono quindi indicati i luoghi più “cliccati”. Nel planisfero è segnalata la classifica dei Top 100 (10 in Italia), mentre nei particolari la Top 10. L’Europa è indubbiamente il continente più fotografato, con 9 città nelle prime 10 posizioni, e l’Italia – come si diceva poco sopra – è la nazione più immortalata. Tra i primi 10 luoghi più fotografati al mondo, inoltre, ben tre sono nella nostra Penisola: Venezia, Firenze e Roma. Qualche record l’Italia ancora ce l’ha…

È

Top Ten Europa

8


Top Ten Italia

9


NEWS Ecco|AssoCloud,|nuvole con|il|canale|intorno

Alias|apre|ad|Acronis,|più|valore|allo|storage

Roberto Riccò, sales & marketing director di Alias

Specializzazione, valore, competenze e capacità di comunicare – come pochi – sul territorio. Questa la strada che ha portato Acronis a scegliere un distributore a elevato valore aggiunto come Alias in qualità di nuovo Gold Partner. «Abbiamo bisogno di partner che siano in grado di inquadrare al meglio le nostre tecnologie all’interno di un più vasto perimetro di soluzioni, che spaziano dai sistemi di networking sino allo storage» ha commentato Mauro Papini, country manager di Acronis Italia. Un accordo dunque molto importante nel cammino di verticalizzazione e specializzazione proprio in tema di networking, backup, storage e unified communication che il distributore di Udine segue fin dalla sua nascita. «Con Acronis – spiega Roberto Riccò, sales & marketing director di Alias – andiamo a completare la nostra proposta legata alle soluzioni di backup e ripristino dei dati sia su macchine fisiche che virtuali».

Distributore e reseller tutti intorno al tavolo: tutti intorno alla nuova frontiera del cloud computing. Il Gruppo Esprinet ha annunciato la nascita di AssoCloud, società a responsabilità limitata, che vede la partecipazione, con quote paritetiche, di Esprinet e di 10 tra i più importanti reseller sul mercato italiano: Acs Data Systems, Bcs Biomedical Computering Systems, Centro Computer, Converge, Elmec Informatica, Npo Sistemi, Project Informatica, Sistemi Hardware&Software, TT Tecnosistemi e Zucchetti Informatica. «AssoCloud – spiega Paolo Filpa, services division manager di Esprinet Italia (collegandosi al QRCode qui sotto potrete accede alla videointervista in esclusiva - ndr) – ha la missione di consentire ai rivenditori IT di offrire alle aziende clienti di medie dimensioni un portafoglio completo di servizi di private cloud. Si tratta del primo service provider per il cloud computing, creato appositamente per consentire ai dealer IT di cogliere opportunità di business nel mondo cloud computing senza il rischio di avere nel fornitore del servizio un potenziale concorrente».

A|volte|ritornano:|Allied|Telesis|di|nuovo|con|Tecnocael Specializzata in soluzioni per il networking e l’accesso sicuro alla rete, Allied Telesis – dopo circa dodici anni – ha deciso di affidarsi nuovamente a Tecnocael per commercializzare, attraverso il suo canale selezionato, l’intera gamma di prodotti e di soluzioni verticali per la videosorveglianza, il settore manifatturiero e l’healthcare.

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Per Tecnocael, l’annuncio di questo accordo è pienamente coerente con la propria strategia aziendale di lungo termine, che punta a soddisfare le crescenti esigenze delle piccole-medie imprese nell’ambito del potenziamento delle proprie reti attraverso soluzioni di switching. «È proprio grazie ad Allied Te-

lesis – racconta Alvise Sinigaglia, business development manager di Tecnocael – che quindici anni fa entravamo nel mercato del networking; dunque siamo davvero soddisfatti che l’azienda abbia rinnovato la fiducia in noi e nel nostro operato. Grazie a questa partnership, la nostra forza vendita trasmetterà nuovi stimoli a

tutti i nostri partner fidelizzati sul territorio italiano, partendo dal Triveneto fino ad arrivare al Sud Italia».


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Come il tuo business. Hai un‘azienda di piccole o medie dimensioni che vuole sfruttare le sfide della globalizzazione migliorando l‘efficienza? Sai che l‘IT può fare la differenza, ma l‘IT può sembrare molto complicata. Concentrati sul business, non preoccuparti dell‘IT. Le offerte EASY solution di Fujitsu sono proprio quello che cerchi. Facili da acquistare, integrare e gestire: sono quindi l‘ideale per aziende come la tua. Il nuovo server PRIMERGY con Windows Server 2008 R2 si ripaga grazie ai risparmi su consumi e manutenzione. Windows Server 2008 R2, inoltre, espande le tecnologie esistenti e apporta nuove funzionalità per consentire ai professionisti IT di aumentare l’affidabilità e l’efficienza dell’infrastruttura server. Fujitsu ti offre fino a 200€ di sconto, 3 anni di garanzia inclusi nel prezzo e fino al 31 Marzo 2012 monitor e tastiera /mouse wireless a solo 1€!*

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WHITE PAPER 12

ABBIAMO VISTO COSE CHE VOI UMANI… Daniela Schicchi “Schicchina, tu farai la giornalista”. Così ha avuto inizio tutto, credo. 26 anni, appena laureata in una materia che non c’entrava nulla con il giornalismo, con un direttore fantastico al quale devo molto (Sergio Meda) e una totale inesperienza. Da lì sono passati 12 anni. Ho bazzicato tra testate di sport e fitness, gossip, digital printing, beauty, salute, sanità e un’agenzia di comunicazione per arrivare – infine – al Grande Salto. Quello nella Rete e nella consulenza della libera professione. Un percorso fatto di incontri, apprendimento, curiosità, risate e parecchie arrabbiature. Ho scoperto che le parole possono essere fantastiche. Ho toccato con mano la bellezza di supporti unici e portenti della tecnologia in grado di realizzare “quasi” tutto. Ho imparato che per comunicare bisogna andare al passo con i tempi e che, per stare al passo con i tempi, bisogna rimettersi in gioco tutti i giorni.

Come consuetudine, iniziamo con il presentarvi la new entry degli amici che collaborano con Digitalic. Questa volta parliamo di Emilplast, azienda situata a Sorbara di Bomporto (Modena) che ha impreziosito il nostro asteroide (Hyperion, luna di Saturno) in copertina e non solo. Come? Semplice, la testata di Digitalic e l’outline dello strillo principale – l’ombra della scritta, tanto

C

EMILPLAST Da oltre venticinque anni Emilplast affianca creativi e stampatori per nobilitare e arricchire cataloghi e stampati. Assieme alla consociata Vepa S.r.l. l’azienda offre supporto tecnico per lavorazioni di serigrafia, verniciatura Uv offset, plastificazione e accoppiatura, incapsulatura, stampa a caldo e floccatura. Aggiungiamo che Emilplast, oltre all’esperienza nelle lavorazioni tradizionali, è da sempre all’avan-

L’UNIVERSO DI DIGITALIC SI ALLARGA, SCOPRE NUOVE FRONTIERE, NUOVI MONDI, NUOVI PIANETI DELLA STAMPA. GLI ABITANTI DI QUESTI PIANETI? UN PAIO LI DOVRESTE GIA’ CONOSCERE, IL TERZO VE LO FACCIAMO INCONTRARE, QUI, SUL NOSTRO NUMERO 5… per intenderci – sono stati nobilitati con un inchiostro serigrafico d’argento (Uv shine) che ha illuminato il total black della carta. Ma non è tutto. Ora passate il vostro dito sull’asteroide che primeggia in copertina. Bello,

guardia nell’ambito delle nuove tecniche. Ecco perché le due aziende sono in grado di studiare, suggerire e realizzare quegli effetti poli-sensoriali che stimolano in modo innovativo vista, tatto e olfatto trasformando un semplice stampato in opera d’arte. Lo sanno bene le aziende di cui siamo partner, che anche grazie al nostro supporto hanno ottenuto premi internazionali di grande prestigio. www.emilplast.com/

vero? Ruvido, proprio come una pietra, realistico come se lo teneste tra le vostre mani. Questo effetto incredibile è frutto sempre di una lavorazione serigrafica che rende il tutto estremamente realistico. L’esperienza maturata da Emilplast nel campo della serigrafia consente a questa azienda di soddisfare esigenze di ogni genere, anche nel campo della stampa tattile che – come ha ammesso Gian Luca Duò (amministratore di Emilplast) – è una delle richieste più frequenti da parte dei loro clienti. Effetti tattili, stampa profumata e lamine per appagare la vista… siamo certi che non smetterete facilmente di “grattare” la superficie della cover che stringete tra le mani!

Pregiata come seta Parliamo della carta scelta per questa nuova creazione. Parliamo di un supporto


Gruppo Cordenons è un’azienda italiana produttrice di carte che offre al mercato internazionale oltre 2.500 prodotti specializzati. Accanto alle più avanzate tecnologie, l’azienda mantiene intatta la vocazione a creare carte preziose, che evocano l’eleganza e il fascino delle carte fatte a mano. Gruppo Cordenons ha sviluppato un portafoglio prodotti molto ampio che include carte classiche marcate, vergate e goffrate, carte più moderne metallizzate e iridescenti e carte innovative con effetti particolari che richiamano le sensazioni tattili e visive della plastica o dei tessuti alla moda. www.gruppocordenons.com

prezioso, impalpabile, morbido, delicato, unico. Parliamo di So…Silk, la carta che potete vedere e toccare sulla nostra cover numero 5, rigorosamente firmata da Gruppo Cordenons che vi presenta la serie di carte che trae ispirazione dal mondo della moda e che prende il nome di Boutique. Appartengono a questo catalogo So…Silk, So…Jeans e So…Wool, ma quella che tenete tra le mani è la prima di queste nella grammatura da 350 g/m2 nel colore Black Style. La sua superficie è caratterizzata da uno speciale “effetto seta” che la rende particolarmente morbida al tatto donando una lieve cangianza che varia la sua dominante cromatica a seconda dell’angolo di osservazione. So…Silk è stata pensata in 8 colori e 6 nuances alla moda: Fashion Purple, Glamour Green, Fair Blue, Beauty Pink, Vanity Pearl e Shocking Green. Insieme a questi non potevano certo mancare gli intramontabili Black Style e White Silk, immaginati come colori in grado di comunicare

al mondo stile e classe innate. Tre le grammature disponibili (130 1/S, 250 e 350 g/m2), oltre alla possibilità di coordinare le buste nel formato 16x23 cm (nei 250 g/m2). L’intensità del black di So…Silk è perfetta per trasportarvi sul pianeta Digitalic !

La stampa Uv, preziosa alleata Lo splendido risultato finale che state maneggiando da qualche minuto non sarebbe stato possibile senza la

GUATTERI & VISUAL PROJECT SRL Industria litografica operante nel mercato delle arti grafiche, l’azienda è ricca di un passato di esperienze che le consentono di offrire un amplissimo ventaglio di lavorazioni e materiali che spaziano da eleganti quadripenta ed esacromie con verniciature e plastificazioni lucide e opache a realizzazioni decisamente innovative quali le stampe lenticolari animate e tridimensionali, films plastici argento, oro e oleografici, lavorazioni uv di lastre di Pp, Pvc, Petg, Aper, Ps fino a 1 mm, films cinetici, stampe a caldo, foil a freddo, rilievi a secco, termografie e serigrafie

RISORSE

GRUPPO CORDENONS

preziosa base di stampa realizzata, ancora una volta, da Guatteri & Visual Project che – ve lo ricordiamo – ha prodotto la stampa lenticolare in 3D del nostro numero 2. Ma di quale tipo di stampa stiamo parlando questa volta? Parliamo di una base – stesa su tutta la cover – di Uv printing che ha reso possibile mettere successivamente gli inchiostri serigrafici e, soprattutto, farli aderire perfettamente alla superficie della carta, senza rischio di screpolatura o di distaccamento. Quindi, nell’ordine, sulla splendida carta di Gruppo Cordenons, Guatteri ha stampato la base in Uv ed Emilplast ha proceduto alla lavorazione serigrafica dell’effetto ruvido e della lamina d’argento. L’abilità e la creatività di Umberto Calloni – amministratore e titolare di Guatteri & Visual Project – si sono rivelate, nuovamente, delle preziose alleate per garantire un effetto finale del quale siamo davvero orgogliosi.

www.pixartprinting.it Una foto, una riproduzione, un regalo, un’idea. Realizzare dei quadri da appendere dove preferite in un click è possibile grazie a pixartprinting che ha deciso di inserire nel proprio – già folto – catalogo anche i fotoquadri. Sono realizzati su pannelli con effetto Canvas e vengono stampati anche lungo il bordo perimetrale del quadro. Ideali per arredare locali, organizzare mostre fotografiche o più semplicemente per stupire con un regalo speciale. Sul sito internet www.pixartprinting.it – nella sezione Grande formato – è possibile visionare e selezionare tutti i formati disponibili, dai 20×20 ai 40×70 cm, con orientamento sia orizzontale che verticale.

www.a4adesign.it Ci sono cose che non immaginereste mai di poter fare con il cartone. A4A Design, invece, è maestra in questo dal 2002. L’azienda idea e produce oggetti e mobili in cartone alveolare, progetta e realizza scenografie, allestimenti di spazi espositivi e commerciali oltre ad aree di ristorazione e d’intrattenimento per adulti e bambini. Tutto in cartone riciclato, riciclabile, riutilizzabile. Come “riscaldamento” per il Salone del Mobile, l’azienda ha allestito i corner di Emergency. Il banco, le sedute, il grande planisfero, i totem che alloggiano gli schermi e i demotetris, insieme al sistema di arredo impiegato per scaffali ed espositori, costituiscono l’allestimento non temporaneo ed ecologico del nuovo spazio informativo/negozio dell’associazione umanitaria, sito in corso di Porta Romana 9 a Milano.

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NEWS Andrea Guidi, sales manager di Software Products Italia

Panda|Security sale|sulla nuvola|di|Azure La sicurezza è la tappa fondamentale dalla quale passa e passerà il presente e il futuro del cloud computing. I dati, per quanto demandati alle nuvole, devono insomma essere sicuri, protetti e a disposizione di utenti e aziende quando serve, dove serve e nel migliore stato di salute possibile. Va letta proprio in questo senso l’intesa tra Panda Security e Microsoft. Le due aziende hanno infatti siglato una collaborazione per lo sviluppo di servizi di sicurezza basati su cloud su Windows Azure. La nuova versione di Panda Cloud Office Protection 6.0 è allocata su Windows Azure, una piattaforma cloud progettata per ospitare, scalare e gestire le applicazioni Web. Windows Azure utilizza un set di controlli di sicurezza e privacy che garantiscono la massima protezione dei dati e delle applicazioni. «L’accordo con Microsoft incrementa le nostre capacità di gestione, ci fornisce un’infrastruttura IT virtuale illimitata e migliora le abilità di regolazione dinamica» spiega Pedro Bustamante, senior research advisor di Panda Security.

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Software|Products, rotta|verso|il|cloud Il 2011 è ormai archiviato, ma i risultati raggiunti continuano a fare rumore. Nonostante la cattiva congiuntura generale, Software Products Italia – che di mestiere fa il distributore a valore aggiunto – ha raccolto importanti risultati soprattutto grazie a un aumento delle richieste riguardanti l’erogazione di servizi da parte dei partner commerciali e grazie a un sensibile potenziamento del segmento legato alla commercializzazione di

applicazioni mobile dedicate alle imprese. «Rispetto ai dati rilevati nel 2010, abbiamo riscontrato un incremento del 50% legato alla distribuzione dei prodotti ARCServe per la protezione ibrida dei dati» racconta Andrea Guidi, sales manager di Soft­ware Products Italia. «In aggiunta, le analisi sui ricavi di Software Products Italia mettono in luce una variazione in positivo del 30% riguardante la vendita

delle soluzioni Omnis Studio di TigerLogic, di cui siamo distributori esclusivi a livello nazionale – prosegue Guidi –. Per quest’anno, oltre a focalizzare maggiormente l’attività sul mercato mobile, Software Products Italia punterà a cogliere le nuove opportunità commerciali legate al cloud computing, sviluppando un’offerta che sia di supporto a questo ambito».

Ingram|Micro|gioca|la|carta|del|valore Supporto, servizi, soluzioni complete e un approccio organico alle infrastrutture IT. Margini dunque e opportunità di business assai importanti per gli operatori del canale indiretto. Occasioni alla portata, però, solo di chi ha le spalle abbastanza larghe per scommettere e investire sulle competenze e sulla specializzazione. Ingram Micro gioca la sua personalissima carta di vaEmanuele Baldi, Business to business sales sr. manager di Ingram Micro Italia

lore presentando in questi giorni la Value Division. Con un obiettivo dichiarato: «far diventare Ingram Micro Italia il key player del mercato a valore». A guidare la nuova creatura sarà Emanuele Baldi – Business to business sales sr. manager – che si avvarrà del supporto di Armando Polato, in qualità di Value Business development manager e che aggregherà le funzioni di sales & marketing nell’area a valore, consentendone un miglior sviluppo e coordinamento.



BLOGURU

Francesco Marino

QUANDO HAI PENSATO “CE L’HO FATTA”? PENSO CHE CE L’HO FATTA SPESSO, OGNI VOLTA CHE VEDO LE MIE FOTO SU MAGAZINE SEMPRE PIÙ IMPORTANTI E SU LAVORI DI PREGIO

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Roberta Krasnig by Peppe Tortora©

Nome: Roberta Cognome: Krasnig Età: 35 Difetto: determinata e iper-organizzata Pregio: determinata e iper-organizzata L’ultimo libro letto: Natura morta con picchio – Tom Robbins Film preferito: Frankenstein Junior Cantante o gruppo preferito: Depeche Mode Cosa non sopporti: la mancanza di umiltà e di professionalità nel mio ambiente lavorativo

Sapeva che non sarebbe stato solo un hobby dal momento in cui ha messo le mani sulla sua prima reflex, ovvero 13 anni fa, quando se l’è regalata per il suo ventiduesimo compleanno. Da allora non ha più lasciato la presa e oggi Roberta Krasnig è una delle fotografe più interessanti del panorama italiano. Specializzata nell’editorial portrait (quei ritratti che narrano e raccontano una storia e non la illustrano solamente), lavora anche per la moda, nel nostro Paese e all’estero. Abituata ad operare in digitale, senza tuttavia dimenticare che prima della tecnologia esiste il proprio stile che il software non può creare, Roberta – guardando indietro, per alcuni aspetti – ha un po’ di nostalgia del periodo in cui tutto era su pellicola, più complicato e anche più selettivo. I suoi lavori si possono ammirare raggiungendo il sito www. robertakrasnig.com.

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Cosa sognavi di diventare da ragazzina? Quali erano le tue aspirazioni? In realtà avrei voluto fare l’ambasciatrice.

Quando hai deciso che saresti diventata fotografa? Esiste un momento preciso? Sì, l’ho deciso da quando ho preso la mia prima reflex in mano; era una Nikon F del 1960 che mi sono regalata da sola per il mio ventiduesimo compleanno. Come da passione la fotografia è diventata un lavoro? Non ho mai pensato fosse un hobby… dico sempre io “sono” fotografa, non “faccio” la fotografa. Ho solo seguito la mia inclinazione, lasciando anche una laurea (in Economia e commercio alla Sapienza di Roma – ndr) e le altre prospettive lavorative che mi si erano aperte. Hai iniziato da subito a fotografare con una macchina digitale? No! Io nasco dall’analogico e ancora, quando possibile, scatto in pellicola o in polaroid. Che cosa apprezzi di più nelle fotocamere digitali? L’unica cosa utile è che i clienti monitorano il tuo lavoro e hanno meno ansia sul set. Ma questa è un’arma a doppio taglio,

perché lo stesso pregio è anche un difetto, che sminuisce la creatività, la libertà e la professionalità del fotografo, che in quel momento sta “dando vita” a qualcosa che ha in testa.

Di cosa vai più orgogliosa di quello che hai fatto? Vado molto fiera dei miei lavori a Parigi per L’Officiel Paris e Le Galerie Lafayette. Lavorare per i clienti francesi è uno passo professionale importante.

Se potessi dare un consiglio ai produttori di fotocamere, quale funzione in più chiederesti? Più sono semplici e manuali, meglio è. La macchina fotografica è un foro dove passa la luce.

Qual è il personaggio o il luogo che in questo momento vorresti fotografare? Mah… Il presidente Obama? La regina Elisabetta? Diciamo che vorrei poter arrivare ai livelli di Annie Leibovitz :-D

Quanto è importante per te la tecnologia? E Internet, i social network? La tecnologia abbatte le distanze: puoi avere clienti che prima avresti raggiunto con difficoltà. I social network aiutano a divulgare il tuo nome, i tuo lavori e ad ampliare la tua rete di contatti.

Che consiglio daresti a un giovane che vuole diventare fotografo in questi anni? Tutto è stato già fatto, tutto è riproducibile. Dimenticarsi Photoshop e creare un proprio stile. Essere determinato. Non aver timore di spostarsi in ambienti più creativi per la formazione.

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SMAU WOW

Altro che le mezze stagioni… non ci sono più le mezze misure! Non si può stare a metà del guado: bisogna ingranare la quarta (la quinta, la sesta, la settima per chi le ha) e puntare diritto ai propri obiettivi. Non è più tempo per chi sta nel mezzo, bisogna schierarsi. E come ci si può non schierare dalla parte dell’innovazione? Non bisogna commettere l’errore di pensare che l’innovazione sia gadgettistica, fatta solo di giochini per bambini cresciuti (ci sono quelli che lo credono). Ma la tecnologia ha a che fare con la vita di tutti i giorni, con il lavoro, con la sanità e sempre di più con le città. L’informatica – ma anche il controllo intelligente dell’energia – e i servizi sostenibili si apprestano a cambiare il nostro vivere civile. Il cambiamento è in atto e anche in Italia le amministrazioni pubbliche stanno non solo progettando, ma anche realizzando in tal senso.

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È il tema delle Smart Cities che nel nostro Paese verrà realizzato in modo originale e unico, sposando tecnologia e storia. Ci sono molte amministrazioni pubbliche che stanno lavorando con lungimiranza su questo tema. Non è vero che l’Italia è indietro su tutto, che non ci sono energie, che si sono rarefatti gli impeti creativi: non è così e noi lo misuriamo ogni giorno incontrando sindaci e associazioni illuminate. Con Anci (l’Associazione nazionale dei comuni italiani) abbiamo lanciato un osservatorio sulle Smart Cities che ha raccolto intorno a sé le migliori eccellenze italiane in ambito universitario, giornalistico e convegnistico. L’Italia ha la sua strada unica e irripetibile sulla via che porta alle città intelligenti e quelli che per molti sono i limiti del nostro Paese possono rappresentare – anche in questo caso – delle straordinarie occasioni. Noi ci crediamo perché abbiamo visto l’energia, la

determinazione intorno a questi temi, non solo dei produttori di tecnologia ma anche delle amministrazioni pubbliche e delle terze parti; noi ci crediamo perché abbiamo incontrato quegli operatori distribuiti sul territorio che conoscono la realtà specifica di ogni regione, di ogni provincia di ogni distretto. Sono loro che trasformano un’innovazione internazionale in un vantaggio per un territorio. Non bisogna infine pensare che l’high-tech sia straniero. È italianissimo: per ogni innovazione arriva infatti alle imprese e all’amministrazione pubblica attraverso una rete di partner locali – fortemente radicati nel territorio – che assimilano la tecnologia e la cuciono su misura per vestire al meglio la nostra Italia.

Pierantonio Macola


Da oggi potete gestire in modo proattivo sia l'UPS sia i consumi energetici CO2 Reporting su consumi e costi energetici Risparmiare energia e denaro tracciando i consumi energetici e i relativi costi

CO2

Ridurre l'impatto ambientale tramite la maggiore comprensione delle emissioni di CO2

Valutazione dei rischi Identificare e gestire proattivamente le minacce alla disponibilità (ad es. l'invecchiamento delle batterie)

Solo APC Smart-UPS consente di ridurre i costi senza sacrificare la disponibilità I server e le tecnologie di rete più sofisticate di oggi richiedono una maggiore disponibilità. Ciò significa che è necessaria una protezione dell'alimentazione più sofisticata per mantenere costantemente operativa l'azienda. Ma non è tutto. Nel contesto economico di oggi, l'UPS deve proteggere sia la continuità operativa sia gli utili aziendali. Solo APCTM by Schneider ElectricTM vi aiuta a rispondere ad queste esigenze. APC Smart-UPSTM adesso vanta modelli con capacità di gestione avanzate, inclusa la capacità di gestire i consumi energetici in sale server, punti vendita, succursali, armadi di rete e altri ambienti distribuiti.

Software di gestione UPS intelligente PowerChuteTM Business Edition, fornito in configurazione standard con APC Smart-UPS, consente di realizzare il reporting di consumi e costi energetici tracciando questi dati nel tempo, monitorare le emissioni di CO2 per ridurre l'impatto ambientale e il reporting sulla valutazione dei rischi per identificare e gestire proattivamente le minacce alla disponibilità (ad es. l'invecchiamento delle batterie).

I migliori UPS della categoria sul mercato APC Smart-UPS intelligente, interattivo, a risparmio energetico rappresenta la sintesi di oltre 25 anni di Legendary ReliabilityTM e tecnologie all'avanguardia quali per esempio un display LCD alfanumerico e interattivo di facile lettura che mantiene aggiornato l'utente con le informazioni importanti relative a stato, configurazione e diagnostica. APC Smart-UPS è l’unico UPS che fornisce uno strumento per stabilire la durata di vita della batteria e funzionalità progettate per il risparmio energetico come una modalità "ecologica" in attesa di brevetto. Oggi più che mai ogni costo è importante e le prestazioni sono un elemento essenziale. Ecco perché scegliere APC Smart-UPS, oggi ancora più intelligente e più intuitivo. Schneider Electric White Paper

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©2012 Schneider Electric. All Rights Reserved. All trademarks are owned by Schneider Electric Industries SAS or its affiliated companies. Sede a Milano: Via Lavoratori Autobianchi, 1 – 20033 Desio, Milano – N. Verde: 800 905 821 • 998-4016_IT_D

Perché Smart-UPS è la soluzione più intelligente Display alfanumerico intuitivo: Informazioni dettagliate sulla qualità dell’UPS e dell’alimentazione compresi i menu di stato, informazioni sul software e diagnostica disponibili fino a 5 lingue, secondo il modello.

Interfaccia configurabile: Consente di configurare e controllare le funzioni e i parametri chiave dell’UPS utilizzando gli intuitivi tasti di navigazione. Nei modelli convertibili rack/tower, il display è in grado di ruotare di 90° gradi, per agevolare la visualizzazione.

Risparmi energetici: La tecnologia attenta all’ambiente offre una efficienza online prossima al 99%, con una riduzione della dispersione del calore e dei costi.


Digitalic per Fortinet

RETI & SICUREZZA

I NEXT GENERATION FIREWALL DI FORTINET

Fornitore globale di sicurezza nell’ambito IT, Fortinet offre soluzioni realizzate su misura che consentono alle aziende clienti di proteggere e controllare la propria infrastruttura IT e allo stesso tempo di ottimizzare le performance, semplificare la gestione e ridurre i costi. Grazie a queste soluzioni le imprese possono fare affidamento su una tecnologia specifica, sull’architettura integrata dei prodotti e su una security intelligence interna che blocca le minacce e permette un controllo preciso dei propri network, dati, applicazioni e apparecchiature (senza compromettere la rete o la performance del business). Un approccio alla sicurezza che consente di ottenere migliore protezione, controllo ed efficienza. Fortinet ha recentemente arricchito la propria linea di pro-

dotti Next Generation Firewall, concepiti per soddisfare le esigenze di protezione dalle crescenti minacce – nonché di controllo dell’infrastruttura IT – di aziende di grandi dimensioni, provider di servizi e carrier che forniscono servizi multitenant complessi basati su cloud. FortiGate-3240C è un’appliance di sicurezza multi-threat che offre un’eccezionale densità di porte per la massima scalabilità; FortiGate-5101C, invece, è un blade di sicurezza che integra i più recenti processori FortiASIC per migliorare le prestazioni dei sistemi FortiGate-5000 Series compatibili ATCA, come il FortiGate-5140B (il firewall più veloce al mondo, con prestazioni IPv6 fino a 100 Gbps). I Next Generation Firewall di Fortinet consentono il consolidamento dei prodotti di sicurezza stand-alone, ridimensionando lo storico compromesso tra sicurezza e performance grazie all’eliminazione delle cause della latenza che incidono negativamente sulle prestazioni di rete. Le imprese posso-

no quindi tenere sotto controllo la propria infrastruttura IT molto più capillarmente, senza che si incida sulle prestazioni. Questa capacità di controllo, definita da Fortinet “power to control”, migliora la strategia di sicurezza delle aziende e permette un controllo più incisivo su utenti, applicazioni, dati e dispositivi per supportare la produttività e le best practice di gestione del business. Oltre a essere il blade di sicurezza ATCA più veloce del settore, FortiGate-5101C supporta funzionalità di sicurezza consolidate che facilitano la protezione delle reti a bassa latenza dal più recente mix di minacce e dagli attacchi basati sul Web. L’aggiunta del blade di sicurezza FortiGate-5101C ai sistemi fondati su chassis FortiGate-5000 Series consente la segmentazione delle reti in base a clienti, business unit o qualsiasi altra divisione logica, offrendo un controllo capillare con un massimo di 300 domini virtuali per blade: una configurazione ideale per le infrastrutture virtualizzate.


MERCATO IL|NUOVO|RUOLO|DEI|CIO Il ruolo dei Cio cambia rapidamente. Un’infografica straordinaria racconta quali sono i temi che i Chief information officer devono affrontare oggi. Anzitutto i Cio svolgono un ruolo strategico e non solo tecnologico all’interno delle aziende. Il loro compito è supportare il business aziendale, farlo crescere, tenendo a bada i costi. Si tratta di un lavoro complesso che deve essere portato avanti gestendo tre elementi fondamentali: tecnologia, processi e personale. Per i top Cio al mondo le priorità sono: il cloud (60%), la sicurezza (58%) e l’IT consolidation (31%). I prossimi grandi temi che si stanno già affacciando sono quelli dei big data e della rivisitazione delle

IN PILLOLE

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Le Olimpiadi di Ingram Micro Saranno le Olimipiadi il filo conduttore degli Expò 2012 firmati Ingram Micro. Il 7 marzo a Torino e il 18 aprile a Roma gli operatori del canale Ict possono trovare in un’unica sede ed in un’unica giornata tutti i principali player del mercato.

applicazioni aziendali in modalità mobile. Le donne sono ben rappresentate nella vetta del settore: 5 dei 10 Cio più pagati al mondo sono donne; tuttavia si ha solo il 10% di donne nella classifica di Fortune sui primi 500 del pianeta. Infine, le attività fondamentali per un Chief Information Officer di successo sono: incrementare il business aziendale; attrarre e mantenere i nuovi clienti; ridurre i costi e aumentare la qualità del personale. Per raggiungere questi obiettivi, però, la caratteristica fondamentale da possedere è il coraggio (per reinventare l’infrastruttura IT). Proprio alle tematiche IT i Cio dedicano il 63% del loro tempo, ma chi ha maggiore successo si concentra in egual misura (54% - 46%) sui temi più generali dell’attività aziendale.

È il turno di Avast, Avangate allarga ancora il canale Continua la campagna di ampliamento del canale per Avangate, distributore che da tempo ha affermato il suo focus a valore sul mercato della security. Ultimo in ordine di tempo è Avast, uno dei brand maggiormente riconosciuti nella lotta ai crimini informatici.

Tutto pronto per lo Show Case di EDSlan “Applications & Integrations, come integrare le applicazioni” è l’evento itinerante messo a punto da EDSlan per system integrators e installatori. Si parte da Firenze il 29 marzo, poi tutti a Roma il 18 aprile, a Milano il 9 maggio, a Padova il 23 maggio, a Catania il 13 giugno e a Bari il 27 giugno.

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DIGITALK «Ogni azione online, da quelle aziendali a quelli personali come un semplice post su Facebook, fa muovere un server. La quantità di dati che i data center devono amministrare continua a crescere e questa tecnologia dimostra di essere anticiclica: neanche le crisi più difficili – come quella dell’11 settembre – hanno rallentato lo sviluppo del traffico e dell’elaborazione

«O

IL DATA CENTER NON E’ SOLO UNA TECNOLOGIA, E’ UN SISTEMA CHE HA UN IMPATTO DIRETTO SULLA EVOLUZIONE DELLA NOSTRA SOCIETA’. NE ABBIAMO PARLATO NELLA TAVOLA ROTONDA CON CISCO E MAGIRUS

dei dati». Così parla Stefano Mainetti, professore a contratto di Tecnologie dei sistemi informativi del Politecnico di Milano e co-direttore scientifico dell’osservatorio sul cloud sempre del Politecnico, che ha introdotto il tema della tavola rotonda sul data center organizzata da Cisco e Magirus in collaborazione con Digitalic. Insieme a loro i migliori rappresentanti del canale che offrono tecnologie data center alle aziende italiane si sono interrogati sul presente e sul futuro di questo segmento.

Arsenale tecnologico

Un momento della tavola rotonda svoltosi nella redazione di Digitalic

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«È un momento particolare per i data center – ha proseguito Mainetti – poiché è evidente la trasformazione del business delle aziende: da un lato si registra la proliferazione dei dispositivi, l’aumento dei dati e l’utilizzo della Rete richiede nuove capacità di potenza, ma

dall’altro i sistemi informativi si sono evoluti con attenzione al contenimento dei costi. Questo ha portato i data center a fare passi estemporanei, non programmati con attenzione. Se le esigenze esplodono e i sistemi diffusi non sono in grado di far fronte a storage e potenza elaborativa, vuol dire che c’è una grande opportunità di mettere a frutto l’arsenale di tecnologie oggi disponibile e proporre investimenti che riducano i costi, ma introducendo in azienda le migliori opportunità tecnologiche». Il “risparmio” è la parola chiave e non riguarda solo i costi, ma anche lo spazio e le infrastrutture: il mercato chiede data center flessibili e modulabili. Secondo Roberto Missena, partner sales specialist data center di Cisco, «tra le aziende è sempre più diffusa la richiesta di avere accesso ai dati in maniera veloce,


STEFANO MAINETTI POLITECNICO

ROBERTO CARDIN QUALISYSTEM ANDREA MASSARI MAGIRUS

aggiungendo funzioni ma anche risparmiando energia, spazi e costi». «Cisco – ha continuato Missena – è conosciuta per l’ambiente di Rete e negli ultimi sei anni ha sviluppato ambienti di computing che permettono di erogare potenza di calcolo in maniera diversa rispetto a quanto si era fatto fino a ora; la convergenza di Ethernet e fibre channel con dati e connettività che si muovono sullo stesso supporto ha permesso una riduzione del 30% dell’architettura, del 50% dei consumi, e del 70% di cavi nei data center: un brevetto conosciuto come Unified Fabric». Le tecnologie non mancano per soddisfare le richieste di un’epoca complessa come quello che stiamo vivendo, ma per usare al meglio “l’arsenale tecnologico” occorrono i giusti supporti.

Risparmio e potenza «In questo momento di trasformazione – ha precisato Andrea Massari, country manager di Magirus – le esigenze mutano e il ruolo del distributore diventa ancora più centrale. In un mercato come l’Italia,

ROBERTO DAMIANI SINERGY

ROBERTO MISSENA CISCO STEFANO BOSSI VEM SISTEMI fatto soprattutto da Pmi, bisogna aiutare i partner a orchestrare queste tecnologie. In particolare quelle che sono fondamentali per la trasformazione: virtualizzazione, storage, connettività e computazione. È fondamentale non solo scegliere, ma anche mettere insieme le varie soluzioni e portare al canale la formazione necessaria per comprendere queste soluzioni». Questo soprattutto in virtù del fatto che il mercato di fronte ai partner di canale è molto eterogeneo. «Quello che i clienti si aspettano da un system integrato può essere molto diverso – ha dichiarato Stefano Bossi, direttore generale di Vem Sistemi – a seconda del loro stato tecnologico; si trovano infatti situazioni molto diverse. Il cloud è un viaggio e – al di là delle dimensioni aziendali – ci sono realtà che vogliono

consolidare, altre che hanno già consolidato passando alla virtualizzazione, altre ancora che hanno già virtualizzato e fanno un passo verso il cloud. Molto viene guidato dal “risparmio”, ma senza rinunciare alla potenza».

Data center e Pmi Sta proprio al canale il ruolo più delicato, ovvero quello di mettere in comunicazione la tecnologia con le esigenze specifiche delle aziende. «Il nostro futuro – ha detto Roberto Damiani, sales director Sinergy – è quello di essere sempre più consulenti per i nostri clienti, perché l’eterogeneità delle soluzioni, del mercato, delle vie da percorrere sono così ampie che è necessaria una guida che sia a metà strada fra questi mondi, come lo è il partner di canale. Noi dobbiamo trasformare in realtà l’esigenza di flessibilità

e contenimento dei costi espressa dalle aziende». Il data center nella sua evoluzione è una tecnologia oggi a disposizione anche delle piccole aziende italiane, ma ciò è possibile solo grazie ai servizi erogati proprio dai system integrator. «Non c’è un’unica tipologia di azienda in Italia – ha sottolineato Roberto Cardin, project & sales manager di Qualisystem – e quando i clienti sono le Pmi, la richiesta è quella di avere accesso alle prestazioni rese disponibili da un data center, ma con una modalità diversa: quella dei servizi gestiti. Proprio la tecnologia Cisco dà la possibilità di creare strutture che anche le Pmi si possono permettere. La base dei servizi più avanzati è il network». Andrea Massari ha concluso riflettendo sul ruolo del data center, che può essere fondamentale per l’Italia. «Non dimentichiamo che questa tecnologia non va vista solo nell’ottica del consolidamento e del risparmio, ma soprattutto per la sua capacità di aggiungere efficienza e miglioramenti dei processi. Se dobbiamo aumentare la competitività del Paese, queste tecnologie sono quelle sulle quali dovremmo tutti impegnarci».

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eventi In esclusiva per Digitalic, in questo video reportage, Rosalba Agnello – BU manager industry standard server HP italiana – racconta i dettagli e le novità della nuova generazione 8 di server HP

Cloud|e|canale, ecco|la|strada|di|HP In uno scenario IT dove il cloud computing è ormai una realtà consolidata, le nuove sfide non possono esimersi dal fare i conti con le problematiche correlate a questa tecnologia, anche e soprattutto per quanto riguarda il canale. Le cifre parlano chiaro: ventiquattro milioni di dollari spesi all’anno in media dalle aziende a causa degli interventi manuali sui server. 29 milioni di dollari di aumento della bolletta energetica e una decina di milioni di dollari persi a causa dei fermi macchina. Abbastanza perché un’azienda come HP decida di investire in misura

I

L’evento mondiale HP dedicato ai partner rilancia le ambizioni dell’azienda, intenzionata a rivoluzionare i data center e a smentire le voci di voler ridimensionare l’hardware Alessio Ferri

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importante su Project Voyager, il programma mirato a ridefinire i data center. L’argomento è stato uno dei messaggi più importanti della Global Partner Conference 2012 di Las Vegas, capace di richiamare circa duemila partecipanti. «Nei prossimi anni abbiamo intenzione di rivoluzionare i processi delle aziende, sfruttando al meglio il grande balzo attuale a livello di tecnologie – afferma Peter Ryan, senior vice president and general manager enterprise servers, storage, and networking Emea di HP –. E non ci limiteremo a farlo semplicemente impacchettando una serie di servizi, ma introducendo una vera e propria innovazione

Peter Ryan, senior vice president and general manager enterprise servers, storage, and networking Emea di HP

frutto del nostro impegno». Passando subito dalle parole ai fatti, a dominare la scena, una serie di annunci di prodotto. Il più significativo è quello dell’ultrabook pc Folio13, che zittisce le voci ricorrenti su una possibile cessione della divisione pc. Al suo fianco, la nuova generazione di server. «ProLiant Gen 8 è il più grande server autosufficiente al mondo – spiega Dave Donatelli, executive vice president and general manager, enterprise servers, storage, networking and technology services di HP –. Tra i tanti accorgimenti, una serie di 1.600 sensori tiene costantemente sotto controllo la situazione, in modo da garantire interventi

proattivi al minimo segnale di una possibile anomalia». Inoltre, di grande interesse è una Workstation all-inone con display da 27”, caratterizzata da un design originale e schermo in grado di aprirsi per consentire di sostituire componenti ed eseguire aggiornamenti senza utensili. La configurazione prevede processori Intel Xeon e schede grafiche Nvidia. Completa il quadro una coppia di thin client t610 e t510 – entrambi con processori dual core e grafica in alta definizione, ma con una particolare attenzione rivolta alla sicurezza – destinati al mondo del desktop virtuale e degli utenti remoti. Il tutto naturalmente integrato nella rinnovata organizzazione a supporto dei partner. «Abbiamo messo a punto diversi programmi e specializzazioni, pensati espressamente per cogliere questa opportunità – conclude Ryan –. Si prospettano grandi cambiamenti negli ambienti business, senza rivoluzionare le infrastrutture esistenti e al tempo stesso creare nuove opportunità di guadagno».


Digitalic per F-Secure

UN CASO DI SUCCESSO E VALORE NELLA SECURITY

F-SECURE E OA POINT GROUP, INSIEME NEL NOME DELLA SICUREZZA E DEL CLOUD

UNA NUOVA E STRATEGICA FILIERA AL SERVIZIO DI AZIENDE E PROFESSIONISTI Si sono cercate, si sono trovate e hanno deciso di mettere al servizio del mercato il mix ad alto contenuto di innovazione e valore nato dalla loro partnership. Vendor protagonista nel mondo della security da una parte e società di consulenza e servizi IT innovativi dall’altra, F-Secure e OA Point Group sono nel cuore di una nuova filiera di mercato. Viaggio al centro di un emblematico caso di successo destinato ad aprire nuovi scenari nel canale della sicurezza e dei servizi cloud-based.


NUOVI MODELLI DI BUSINESS

LA SICUREZZA È UN SERVIZIO DI VALORE Al centro della nuova partnership tra OA Point Group ed F-Secure, una soluzione innovativa come Protection Service for Business

Michele Caldara, sales manager channel business F-Secure

Il partner giusto, al momento giusto, nel posto giusto. La partnership che ha da poco unito le strade di F-Secure e OA Point Group sembra essere nata sotto la migliore delle stelle possibili. Da una parte un vendor protagonista nel mercato della security che, insieme ai suoi partner di canale, proprio sui nuovi paradigmi tecnologici del cloud computing e del software as a service sta da tempo costruendo il suo presente e il suo futuro. Dall’altra una società innovativa che da tempo fornisce ai suoi clienti – storico il focus sul mondo notarile e quello vitivinicolo – soluzioni di alto profilo tecnologico in materia di sicurezza informatica, sfruttando anche la flessibilità e le potenzialità del cloud. Non a caso, OA Point Group ha già avviato l’acquisto di ben 6.000 licenze

di F-Secure Protection Service for Business da installare presso i suoi clienti in tutta Italia. «Siamo molto contenti di avere OA Point Group tra i nostri partner – racconta Michele Caldara, sales manager channel business F-Secure –. In un certo senso OA Point Group rappresenta il partner ideale per la soluzione F-Secure Protection Service for Business. Il fatto che abbiano scelto F-Secure ci aiuterà a dimostrare agli altri partner esistenti e futuri che i vantaggi delle soluzioni cloud-based sono tangibili, dimostrabili e applicabili su larga scala. Inoltre si tratta di una conferma del fatto che F-Secure rappresenta oggi una delle migliori soluzioni di sicurezza in assoluto presenti sul mercato come, per altro, testimoniato dal recente premio “Best Protection 2011” nella categoria prodotti per le aziende (attribuito a F-Secure Client Security da AV-Test) e dal fatto che i principali operatori telefonici italiani abbiano scelto F-Secure come partner per la protezione dei loro clienti consumer».

ALLA SICUREZZA CI PENSA F-SECURE Protection Service for Business fornisce una protezione potente e in tempo reale per le aziende, garantendo la sicurezza e la libertà dai problemi legati alla protezione. Poiché è il partner certificato F-Secure a occuparsi del monitoraggio e della gestione della sicurezza, gli utenti possono occuparsi delle priorità aziendali.

Protezione per pc desktop, laptop, file server e server Microsoft Exchange, Mac OS, aggiornamenti per la sicurezza e upgrade software automatici, nessun investimento hardware necessario: Protection Service for Business garantisce questi vantaggi, la corretta esecuzione di tutte le operazioni e la protezione dalle minacce online grazie

alla funzionalità avanzate di F-Secure fra cui sono presenti anche le ultime tecnologie di cloud computing. Oltre alla tecnologia di altissima qualità, il partner IT locale è in grado di fornire servizi aggiuntivi come il controllo di sicurezza, l’installazione e la configurazione dei software, la gestione degli avvisi e la reportistica regolare.

Una scelta strategica

«La scelta di OA Point Groupè ricaduta sulla nostra soluzione F-Secure Protection Service for Business – continua Caldara – poiché ha diverse caratteristiche cruciali per il loro tipo di business. Innanzitutto c’è da considerare il portale con il quale OA Point Group è in grado di gestire via Web in remoto i client e i server dei propri clienti e assicurare a tutti un adeguato livello di sicurezza in ogni momento. Inoltre, caratteristica fondamentale per OA Point Group, il portale non è solo gestibile da più amministratori, ma anche da più filiali. Era importante per OA Point Group che le proprie sedi sul territorio potessero gestire i propri clienti in autonomia, senza interferire con le altre, mentre l’headquarter di Roma doveva essere in grado di gestire tutti i clienti da un livello superiore». Cloud computing e software as a service sono dunque i temi chiave per il 2012 di F-Secure, i temi sui quali la società scommette forte per avviare nuove e strategiche partnership sul canale. «La possibilità di rivendere le nostre soluzioni in modalità security as a service è fondamentale per i nostri partner – conclude Caldara –. Con questa modalità i rivenditori hanno la possibilità di vendere licenze perpetue di qualsiasi nostro prodotto con fatturazione mensile di quelle utilizzate, semplificando ulteriormente la gestione del processo di vendita, il suo ampliamento e il rinnovo delle licenze stesse».


PROTEZIONE PROATTIVA PER I CLIENTI

UNA STRADA PIÙ SICURA PER OA POINT GROUP È ormai un punto di riferimento per la sicurezza Ict di molti notai in tutta Italia e di buona parte del mondo vitivinicolo; ora OA Point Group ha scelto F-Secure per cambiare passo e gestire la protezione dei propri clienti in maniera più efficace e agile Cambiare passo e gestire in maniera più efficace e flessibile la sicurezza di clienti sparsi in tutta Italia. OA Point Group è una società innovativa che proprio sulla security come servizio, ha costruito il suo successo nel tempo. Un successo fondato su una strategia molto precisa, in continua evoluzione, e soprattutto basato sul supporto di partner affidabili. «Abbiamo scelto F-Secure – racconta Francesco Vitti, presidente di OA Point Group – perché avevamo la necessità di gestire l’ampio numero di licenze in-

stallate presso i nostri clienti mediante un portale online che garantisse il monitoraggio e la possibilità di intervento in remoto per la soluzione di problemi derivanti da malware. F-Secure ci ha mostrato un prodotto già sviluppato in tal senso, frutto di un lavoro ingegneristico basato sulle nuove tecnologie e sul cloud. Da loro ci aspettiamo un’assistenza efficiente e continuativa, capace di prevenire eventi dannosi e di approntare nel minor tempo possibile le soluzioni necessarie per ridurre l’impatto dei nuovi virus. I nostri clienti svolgono un’attività in cui la protezione dei dati personali ha un’importanza basilare; dotarsi di adeguate misure di sicurezza non solo è un obbligo del nostro ordinamento giuridico (d.Lgs.196/2003), ma è anche una garanzia in termini di professionalità della prestazione». «Questa nuova partnership – continua Vitti – ci permetterà di proteggere la nostra clientela in maniera proattiva. Ogni cliente, inoltre, nel segno della massima trasparenza, potrà accedere alla sua “area dati” per verificare il buon esito delle misure intraprese e lo stato della sicurezza della sua infrastruttura informatica». I clienti che si avvalgono della nostra professionalità chiedono sempre più di “remotizzare” l’accesso alle proprie informazioni e soprattutto una garanzia di poter accedere sempre e in modo sicuro ai propri dati. «La sfida – prosegue Vitti per noi è di sfruttare sempre Francesco Vitti, presidente di OA Point Group

al massimo le possibilità che ci vengono offerte dal continuo sviluppo tecnologico, cercando di individuare i vantaggi che l’adozione di un nuovo prodotto, hardware o software che sia, può portare all’utente finale in termini di tempo e denaro. La scelta di F-Secure si pone su una linea di continuità con i nostri intenti e i servizi cloud based sono il motore di questa partnership. La gestione degli ambienti cloud dei nostri clienti deve avere come riferimento due principi di estrema importanza: trasparenza ed efficienza. L’impegno che OA Point Group si assume nei confronti del professionista che intenda “esternalizzare i suoi dati” è di assicurare le massime garanzie in termini di disponibilità, protezione e reperibilità dei dati.

Contatti F-SECURE Via G. Stephenson, 43/A 20157 Milano Tel. 02 39000094 Fax 02 39007212 www.f-secure.it

Contatti OA POINT GROUP S.R.L. Via di Torre Spaccata, 110 00173 Roma Tel. 06 8908781 Fax 06 89087724 www.oapointgroup.it info@oapointgroup.it


MANAGEMENT 28

LA MODA NON SI È ANCORA INNAMORATA DELL’IT Elisa Pozzoli Docente della Unit Sistemi Informativi della SDA Bocconi School of Management, dove è referente per i temi inerenti il settore Moda. Docente di Project Management presso il Milano Fashion Institute

Nelle aziende italiane della moda i budget per le funzioni IT sono limitati e la tecnologia è vista più come supporto che come leva di innovazione. La customer experience potrebbe però cambiare le cose. Quindi si tratta di una funzione ancora poco visibile all’interno dell’azienda: questa è la fisionomia dei sistemi informativi nelle imprese della moda italiana. Mediamente, in esse solo l’1,38% del fatturato annuale va speso per l’Information Technology. Inoltre l’IT è visto più come un centro di costo che come un centro di valore. Queste sono alcune delle evidenze che emergono dalla ricerca permanente “IT fashion insight”, condotta annualmente da SDA Bocconi in collaborazione con Ernst & Young, sulle scelte delle imprese del fashion

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nell’ambito dell’Information Technology. La dimensione del budget IT, che in media non raggiunge l’1,4%, passa dall’1,15% delle aziende più piccole all’1,67% di quelle più grandi, sebbene nel 53% dei casi si tratti di valori costanti e nel 27% in aumento. Guardando alla composizione del budget dedicato all’IT, peraltro, si nota come circa il 70% sia assorbito dai costi, siano essi operativi (acquisto di licenze, personale) siano essi legati alla manutenzione dei sistemi. Solo il 30% di quell’1,4% circa del fatturato aziendale è quindi destinato ai nuovi investimenti in sistemi informativi. Il valore scende al 25% nelle imprese più piccole. Tuttavia si tratta di livelli di spesa in linea con quelli delle aziende di altri settori. Rimane il fatto che, con budget di investimento limitati, diventa difficile – soprattutto per le piccole imprese – investire in nuove

L’INNOVAZIONE DELLA RELAZIONE CON IL MERCATO E IL MANDATO DI PRODURRE INFORMAZIONI PER IL MANAGEMENT GRAZIE ALLE TECNOLOGIE DI BUSINESS INTELLIGENCE E DI PERFORMANCE MANAGEMENT SONO IL TERRENO SU CUI GIOCARE LA FUTURA PARTITA DELL’IT NELLA MODA

soluzioni applicative e fare innovazione. Anche perché, tra l’altro, se i responsabili IT delle aziende hanno possibilità di investimento limitate per passare a costosi pacchetti di applicativi di mercato, dal lato dell’offerta non è chiara la volontà da parte delle aziende produttrici di applicativi di investire in questo settore, proponendo soluzioni che supportino effettivamente i nuovi modelli e le nuove sfide dell’azienda fashion. Il risultato è che, in molti dei processi aziendali, il ricorso all’IT si basa appunto su soluzioni realizzate custom all’interno dell’azienda stessa, in particolare se la dimensione imprenditoriale è piccola. Guardando al futuro prossimo, le priorità di investimento dei responsabili dell’Information Technology si focalizzeranno sui processi core di acquisto, produzione e distribuzione dei prodotti (indicato dal 34,2% del campione) e sul retail con la gestione del punto vendita (33,7%). Seguono disegno e sviluppo del prodotto (15,9%) e i processi di amministrazione, finanza e controllo (13,1%). «La ricerca ha evidenziato – commenta Primo Molin, partner di Ernst & Young –


che le aziende del settore moda assegnano alla funzione “sistemi informativi” obiettivi rivolti alla riduzione dei costi dei processi dell’azienda, alla riduzione dei tempi di gestione e all’innovazione della relazione con il cliente». Dai dati emerge, quindi, come i sistemi informativi siano visti più come una funzione di supporto al management che come una vera leva di innovazione. «Ulteriore obiettivo per i sistemi informativi risulta essere l’incremento della qualità delle informazioni a supporto del management – spiega ancora Primo Molin

– a fronte del quale i responsabili dell’Information Technology investono nel potenziamento dei tool di business intelligence aziendali. Sebbene il 34% dei progetti strategici delle aziende della moda vedano coinvolti i sistemi informativi, i responsabili IT lamentano una scarsa visibilità e un difficile dialogo con la direzione aziendale. In questo contesto, tuttavia, una grande opportunità per trasformare il ruolo dell’IT da puro supporto a un ruolo di leader dell’innovazione è rappresentato dalla customer experience che – come emerge dai dati – è

RISORSE

considerata obiettivo fondamentale dell’IT per il 47,7% delle direzioni aziendali e che punta su soluzioni di Crm (Customer relationship management), di e-commerce e di negozio». L’innovazione della relazione con il mercato e il mandato di produrre informazioni per il management grazie alle tecnologie di business intelligence e di performance management sono il terreno su cui giocare la futura partita dell’Information Technology nella moda. Il risultato potrebbe portare a cambiare in modo significativo la percezione dell’IT all’interno dell’azienda. Quest’anno il comitato scientifico della ricerca ha deciso di analizzare il ruolo dei sistemi informativi nel settore fashion coinvolgendo un punto di vista esterno all’IT, quello del CFO, il “cliente” principale della funzione IT, nonché una delle aree su cui sono attesi significativi investimenti in tecnologie informatiche. Qui le domande di ricerca sono diverse: i CFO del fashion ritengono i sistemi informativi adeguati a supportarli nelle sfide che oggi si trovano ad affrontare (compliance, comunicazione al mercato, gestione del rischio, supporto alle decisioni)? Qual è lo stato della relazione tra CIO e CFO? Esistono esempi virtuosi di collaborazione tra le due funzioni? La risposta a queste domande si troverà realizzando una serie di “interviste doppie” a CIO e CFO di ogni azienda che verranno presentate e discusse in un evento che si terrà in Bocconi nella prossima primavera.

http://www.ey.com/IT/it/Home Ernst & Young è una società specializzata nei servizi di revisione, fiscalità, transaction e advisory, con l’obiettivo di incidere positivamente sul mercato e sulla società nel suo insieme. Le sue origini risalgono al XIX secolo e ai suoi fondatori Arthur Young – nato a Glasgow (Scozia) nel 1863 – e Alwin C. Ernst – nato a Cleveland (Stati Uniti) nel 1881. Curioso il fatto che Ernst e Young non si siano mai incontrati, ma siano morti a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro nel 1948. I loro due studi sono stati infatti fusi insieme solo nel 1989.

Business intelligence La business intelligence è il processo di “trasformazione di dati e informazioni in conoscenza”. Il software utilizzato ha l’obiettivo di permettere alle persone di prendere decisioni strategiche fornendo informazioni precise, aggiornate e significative nel contesto di riferimento. Ci si può riferire ai sistemi di business intelligence anche con il termine “sistemi per il supporto alle decisioni” (Decision Support Systems o DSS).

Bibliografia P.D. Hamerman, Trends 2011: Financial Processes And Applications, Forrester Research Paper, 2011. M. Solida, Information Technology is in fashion this season, CSC white paper, 2007. G. Laurie, The Consumer Centricity IT Road Map, Forrester Research Paper, 2008.

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ATTUALITA’

TUTTE|LE|STRADE PORTANO|AL|SOCIAL Stando agli analisti, l’area della collaborazione attraverso gli strumenti “social” è destinata a conoscere una crescita molto importante degli investimenti. Forrest Research sostiene che entro il 2016 il giro di affari nell’Information Technology che ruoterà intorno alla collaboration e al social sarà di 6 miliardi di dollari. «La pervasività degli strumenti “social” e l’importanza nella nostra vita (sia personale sia professionale) assunta dai nuovi modi di comunicare e di collaborare tra persone e aziende sono temi noti. Questo è uno dei motivi per cui l’area del social per Ibm è di grande interesse», ammette Paolo Degl’Innocenti, vice president software di Ibm Italia. Un altro motivo dell’importanza degli strumenti “social” è ben espressa dalla Ceo Survey svolta da Ibm fra 300 responsabili di sistemi informativi nel mondo. Il 55% di questi ha collocato nella parte più alta delle proprie priorità professionali l’evoluzione dell’approccio social

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Paolo Degl’Innocenti, vice president software di Ibm Italia

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Viaggio al centro dei tanti, strategici motivi che stanno portando Ibm a scommettere forte sugli strumenti social come una delle principali chiavi di volta per lo sviluppo presente e futuro del business aziendale Riccardo Pirana

all’interno delle aziende stesse; il loro obbiettivo è cercare di capire come sfruttare e ottenere il meglio integrando, migliorando e rendendo più efficienti i processi aziendali attraverso l’introduzione sistematica di piattaforme e applicazioni social. «Un altro strategico trampolino di lancio è dato

Laura Passa, manager of Italy collaboration solutions di Ibm

dall’importante riconoscimento ricevuto dalla nostra azienda, a fine 2011, da parte di Idc. La piattaforma Ibm per il social è stata infatti identificata come leader di mercato in termini di soluzione, funzionalità e strategia», ha tenuto a ricordare Degl’Innocenti. Da parte sua, Laura Passa, manager of Italy collaboration solutions di Ibm, ha sottolineato l’importanza del social all’interno delle aziende per i modelli di comunicazione e organizzazione. «Quello che sta avvenendo – ha spiegato Laura Passa – è la progressiva adozione di nuovi modelli di assetto e comunicazione, che evolvono da un’organizzazione gerarchica e strutturata verso modelli sempre più flessibili, caratterizzati da una dinamica in grado di rispondere in modo veloce a tutto quello che il mercato richiede in termini di integrazione». La strategia Ibm per questi strumenti, quindi, si poggia sulla logica che fa emergere il valore dell’uso dei social media appartenenti alla nostra quotidianità, per capire come questi ultimi entrino a far parte dell’azienda, come possano essere strutturati nei processi interni di un’impresa, sia per l’ottimizzazione delle risorse, sia per l’innovazione nella ricerca e nello sviluppo.



EVENTI

I|giorni|dei|partner… “Partnership for Growth” è il tema che guida l’evoluzione della strategia di canale di Oracle, che ha arricchito il programma di partnership con nuove specializzazioni distintive, proponendo un’offerta ancora più ampia, pensata per i diversi attori nell’arena delle terze parti. Questi sono anche alcuni dei temi affrontati in occasione dell’edizione 2012 del OPN Days Satellite, svoltasi a fine gennaio presso il teatro

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Un’intera giornata, firmata Oracle, per fare il punto sul futuro da costruire con gli operatori di canale. Nuovi e interessanti gli incentivi estesi a tutto l’ecosistema dei partner Daniela Schicchi

Franco Parenti di Milano. Una sessione plenaria di apertura gremitissima di partner già acquisiti, prospect, specialisti e stampa tecnica. Una giornata che è stata divisa in due parti: la prima dedicata a fare il punto sulla situazione grazie ad aziende che già hanno scelto di scendere in campo insieme a Oracle nella gestione quotidiana del proprio business; la seconda organizzata in workshop divisi per aree tematiche più specifiche, il tutto alla luce di soluzioni hardware e software firmate Oracle in grado di lavorare insieme alle aziende per l’ottimizzazione dei flussi e del lavoro. Sì, perché nel moderno sistema produttivo l’attività di ogni operatore deve rispondere il più velocemente possibile alle richieste di mercato. Ma non è solo un problema di tempestività delle risposte, bensì anche di qualità delle soluzioni date ai propri clienti e Oracle questo lo sa bene. Una profonda e continua attività consulenziale e di confronto sono le garanzie offerte dal colosso dell’IT per ogni suo rivenditore. Accedendo al

network OPN, infatti, le aziende potranno beneficiare di una serie di plus tra cui: un’architettura informatica arricchita dalle soluzioni Oracle che porteranno efficienza nel servizio ai propri clienti, l’affidabilità di un brand conosciuto a livello mondiale, la possibilità di integrare le soluzioni aziendali native con nuovi strumenti e l’opportunità, in questo modo, di poter esplorare nuove occasioni di business. «Non c’è mai stato un momento migliore per essere partner di Oracle – ha spiegato nel corso dell’evento Markus Reischi, senior director partner development and sales leader regional system integrators Oracle Emea –. I rivenditori possono abbracciare un vendor capace di offrire un unico stack di tecnologie aperte, hardware e software, che dal disco arriva alle applicazioni, garantendo loro un processo di crescita nel tempo con benefici estesi a partire dal nuovo programma di incentivi». Nello specifico, il nuovo programma di incentivi – prima destinato solo ai distributori – è stato esteso a tutto l’ecosistema dei partner Oracle: Isv, system integrator e Var. Si parla nello specifico di rebate aggiuntivi per ottenere margini migliori oltre a quelli della trattativa. Sconti che possono arrivare fino al 10% se si tratta di prodotti strategici, indicati da Oracle.


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EVENTI

Buon|compleanno|Lync! Un compleanno importante quello che ha festeggiato di recente Microsoft Lync. Un anno di successi e case history che testimoniano l’efficienza di questa soluzione di Unified Communications & Collaboration sulla quale la multinazionale di Redmond sta scommettendo molto.

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A un anno dal lancio si cominciano a raccogliere i primi successi per la soluzione di communication firmata Microsoft. I casi dalla viva voce dei protagonisti Daniela Schicchi

Tre le realtà presenti che hanno voluto raccontare la loro esperienza: A2A, Azimut-Benetti e il comune di Mantova. Tre storie per altrettanti diversi settori. Il dato comune è però un importante abbattimento delle spese grazie alla possibilità di ridurre le trasferte per i meeting periodici. Ma i costi, seppure importanti, non sono tutto. L’immediatezza nel poter valutare se la persona con la quale vogliamo interagire è disponibile, in azienda, o occupata garantisce quella privacy che spesso con una telefonata diretta viene compromessa. Tra i vari plus che i tre esponenti delle realtà intervenute hanno

I|vantaggi di|Office|365 a|Smau Business|Bari

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rilevato c’è anche l’indipendenza di Lync dal mezzo utilizzato. Ovvero non importa se si interagisce da pc o Mac, piuttosto che da mobile o da un telefono fisso: la soluzione pensata da Microsoft consente di poter scegliere il dispositivo che si preferisce senza problemi di compatibilità. Ma davanti a tutti questi vantaggi, come è stato recepito il cambiamento-integrazione nelle varie aziende che hanno adottato Lync? E, se da un lato, possiamo dare per scontato che i più giovani sono più flessibili, i collaboratori over 40 come hanno reagito? A questo ha risposto Paolo Manzoni – direttore sistemi informativi di A2A – affermando che non è l’età che crea problemi di utilizzo, ma è la mentalità. Certo, i giovani hanno (di norma) una maggiore predisposizione alla tecnologia, ma l’elasticità di pensiero è alla base di ogni cambiamento per chiunque. Inoltre, ha proseguito Manzoni, la semplicità di utilizzo non rende necessarie nemmeno sessioni di formazione ad hoc.

La nuova frontiera del mondo IT è stata al centro della presenza del colosso del software alla prima tappa di Smau Business a Bari. Nell’ambito del workshop “Il tuo ufficio in tasca con Office 365” è stato illustrato il valore di Office 365. «Una soluzione che racchiude in sé la familiarità dei prodotti Office e la flessibilità e i costi ridotti tipici del cloud computing» ha dichiarato Vieri Chiti, direttore della divisione Office di Microsoft Italia. Un caso concreto a cura di Microsoft al centro della tappa di Bari è quello di Gts, General Transport Service Spa. L’azienda pugliese ha spostato su cloud i servizi di messaging e collaboration migrando verso Microsoft Office 365 (Exchange Online). «Il primo motivo della scelta di piattaforma Microsoft per la nostra infrastruttura di messaging era il raggiungimento di una continuità di servizio vicina al 100%, oltre a un aumento di flessibilità negli investimenti in tecnologia. Ma questo progetto rientra in una logica di innovazione, che vede una naturale evoluzione verso il cloud computing», ha commentato Alessio Muciaccia, Ceo di Gts.


EMC si differenzia per la leadership mondiale nel supportare le aziende a innovare il proprio modo di operare o di fornire servizi, attraverso un percorso di IT Transformation che consente di gestire, analizzare, proteggere e conservare le informazioni con i massimi livelli di flessibilità, affidabilità ed efficienza. La partnership con operatori di canale, competenti e certificati, garantisce capillarità sul territorio, velocità d’azione, soddisfazione del Mercato.

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La c on tin im ua p ort cresc a it mi nte e a del gl s v esp ioran trate olum o o g e n en la ge ico il dei d zia st co at n i l i e la e, ott one e tribu da g pr imi l’a to esti o t ezi zzan nalis dell’I re, a on do i d T a rch e de al co ei vo l bus iviar lle nt lum in e e i n for emp i di ess. L prot m o d e e a zio le pr ati in solu gger ni. est cre zio e h a n a z i on scita i EM reso i C pi

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Gabriele Spaggiari, amministratore unico di ViSe

LA|CHIAVE|È|L’INTEGRAZIONE L’addio alle soluzioni fini a se stesse e ai compartimenti stagni è ormai cosa fatta e nota. In questo senso, l’ascesa del protocollo IP – con il convergere di mondi e tecnologie un tempo lontani – ha determinato una fortissima accelerazione. In un simile scenario proprio il mercato della videosorveglianza su IP rappresenta un caso emblematico con la sua capacità di catalizzare strumenti storage, server, video,

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Storage, backup, sicurezza, videosorveglianza… La galassia di ViSe ruota intorno a questi mercati sempre più strategici. La chiave è però la capacità di integrazione ed è su questo punto che il distributore scommette forte

networking… Ed è in questo ambito che muove le sue leve un distributore come l’emiliana ViSe, che progetta e distribuisce soluzioni dei principali vendor del settore, tra i quali ACTi, Mobotix, Qnap, Smc Networks, Synology, e Vivotek. «La nostra – spiega Gabriele Spaggiari, amministratore unico di ViSe – è una società che punta su pochi prodotti che conosce alla perfezione. L’idea è quella di puntare sulla sicurezza intesa come videosorveglianza e come

LA|SCIA|DI|SIDIN I conti del 2011 tornano e le prospettive per il 2012 sono buone, nonostante il clima generale. Il distributore torinese resta nella scia del valore grazie a iniziative come il Demo Lab, dedicato ai partner che vogliono una valutazione delle soluzioni Dell

Attento, solido e compatto, Sidin è un distributore rigorosamente made in Italy da sempre focalizzato su una tenace capacità di stare nella scia del valore. Una scia strategica e difficile da seguire, ma che mai come quest’anno si presenta imprescindibile per chi opera lungo la filiera Ict. Fanno dunque rumore i dati recentemente pubblicati sul fatturato Sidin e sulle prospettive dell’azienda per il 2012. «Lo scenario di mercato – spiegano dalla società – poco con-

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protezione dei dati». «La chiave – continua Spaggiari – sta tutta nella capacità di supportare verticalmente clienti e partner con training e soluzioni ad hoc e ancora nel proporre ai rivenditori soluzioni strategicamente complementari. Nel caso di Synology, per esempio, si parla di soluzioni che funzionano come normali sistemi storage, dotati però di un software che permette loro di lavorare anche come network video recorder e di essere collegati con più telecamere». Sempre in ambito Synology, molto interessante è il servizio EasyReplacement che rappresenta un forte elemento di differenziazione per ViSe. «In caso di problemi, anche se rari vista la qualità delle soluzioni firmate Synology, i clienti potranno contare su un efficiente supporto tecnico che, qualora fosse necessario, sarà in grado di anticipare nel giro di poche ore le parti guaste o difettose», conclude Spaggiari.

fortante per l’intero comparto Ict non ha impedito di confermare le previsioni di crescita di Sidin, che si lascia alle spalle un 2011 con il segno “più”: +15% sul 2010». Una delle operazioni che hanno contribuito in modo significativo al risultato finale dell’anno appena concluso è stata proprio la collaborazione iniziata con Dell nel secondo semestre 2011. Una collaborazione che, nel 2012, sta vivendo una fase di fondamentale conferma e rilancio. Nelle scorse settimane Sidin ha infatti presentato Demo Lab: uno strumento per la valutazione delle soluzioni Dell PowerEdge ed EqualLogic. Il Demo Lab è utilizzabile in diverse modalità: via Web, presso Sidin, presso la sede del partner o quella del cliente. In questo modo è possibile semplificare e velocizzare la valutazione delle soluzioni da parte dei partner, a partire dalle presentazioni e dalle dimostrazioni fino ai test più complessi tipici di un ambiente data center, sempre con l’appoggio tecnico di un pre-sales Sidin specializzato.

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DIGITALK Qual è il bene più prezioso oggi per una azienda grande o piccola che sia? Non c’è dubbio, le informazioni. Riuscire ad avere tra le mani il dato giusto, nel momento giusto e nel giusto stato di conservazione è infatti un fattore che può determinare il futuro e la vita stessa di una azienda. Tutto, insomma, ruota intorno al dato ed è da qui che chi vive e opera all’interno del canale Ict deve necessariamente passare o partire per cercare di articolare rapporti di valore con i clienti finali e, soprattutto, per sviluppare opportunità di business ad alto margine. Tutto ciò attraverso i servizi, il software e soprattutto i sistemi hardware di qualità… Come? È quello che Intel, Fujitsu Technology Solutions e Pfu hanno cercato e cercheranno di scoprire nel corso di un inedito evento itinerante che, nell’ambito del Channel Roadshow 2012 di Fujitsu (quest’anno in collaborazione con Smau Business), chiamerà a raccolta gli operatori di canale delle più strategiche aree geografiche del nostro Paese: da Bari a Roma, passando per Padova, Bologna e infine Milano. Primo e atteso appuntamento è stato quello di Smau Bari. Nel corso della due giorni pugliese, Fujitsu e Intel hanno coinvolto in un confronto vivace i partner locali. «Il canale è il nostro fondamentale anello di congiunzione con il mercato e i rivenditori sono l’elemento

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GESTIRE, PROTEGGERE, ARCHIVIARE E RENDERE EFFICIENTI I DATI CRITICI QUANDO SERVONO E DOVE SERVONO. UNA SFIDA CRUCIALE PER IL CANALE INDIRETTO; PER QUESTO LE AZIENDE CERCANO PARTNER DI VALORE E COMPETENTI

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chiave per una strategia che ci vede sempre più focalizzati sul valore e sul mondo professionale – ha spiegato Massimo Federici, channel sales business dev. manager di Fujitsu Technology Solutions –. Attraverso il nostro programma Select intendiamo aiutare gli operatori di canale, anche pugliesi, a cogliere le opportunità di business che i dati e la loro gestione offrono».

Primo, la sicurezza «L’elemento più evidente che anima il mondo tecnologico in questi anni è proprio la criticità della mole di informazioni che ormai circolano – ha spiegato Marco Soldi, marketing dev. manager di Intel –. La sicurezza dunque è il primo fondamentale tassello per i dealer che intendono affrontare il tema della gestione dei dati in maniera efficace». «La storia di Intel in questo senso è emblematica – prosegue Soldi –. Abbiamo acquistato McAfee e abbiamo portato la protezione delle informazioni nel cuore dei nostri processori. Un esempio su tutti: l’anti Theft Technology che Fujitsu è in grado di offrire come servizio sulle proprie soluzioni. In caso di furto di un notebook, attraverso il processore, è possibile bloccare completamente il funzionamento dell’hardware».

La sostenibile efficienza dello storage… Sicurezza e protezione dunque come primo fondamentale passo ma, immediatamente dopo, arriva la gestione e l’archiviazione


MASSIMO|FEDERICI di queste informazioni. Il tutto, tradotto in termini di tecnologia, si concretizza in sistemi storage innovativi. «Lo storage – ha spiegato Roberto Cherubini, IT architect sales support Fujitsu Technology Solutions – è fondamentale perché protegge i dati, ma anche perché (soprattutto quando si parla di ambienti virtuali) contiene e gestisce gli stessi server virtualizzati che altro non sono se non dati a loro volta. Uno storage che deve permettere alle aziende di essere ottimizzato e scalato in maniera efficace per non eccedere nei consumi e negli investimenti. Questo vuol dire – come fa Fujitsu con la sua famiglia Eternus – creare un’offerta crescente dalla più piccola alla più grande soluzione, la quale viene sempre gestita attraverso la stessa piattaforma software e cresce anche solo cambiando i controller, il che semplifica tutto».

La primavera degli scanner Gestire i dati vuol dire non solo renderli sicuri o archiviarli nella maniera corretta, ma anche digitalizzarli e – se possibile – dematerializzarli per fare in modo che siano più funzionali e gestibili all’interno

MARCO|SOLDI

ROBERTO|CHERUBINI

MAURIZIO|BARONDI

NICOLÒ|IMPELLIZIERI

ALFREDO|TOGLIA

UMBERTO|CASSANO

dell’infrastruttura IT. «Nel mezzo, a metà strada tra la rivoluzione digitale e l’ancora persistente uso della carta, il mondo degli scanner si è ritagliato uno spazio decisivo – ha spiegato Maurizio Barondi, marketing and communication manager di Pfu Imaging Solutions, società del Gruppo Fujitsu –. Pfu in questo senso cerca di offrire al canale soluzioni che estraggono l’informazione e la mettono al servizio del sistema aziendale. Un valore molto importante sul quale i rivenditori devono puntare per aiutare le aziende a fare un passo in avanti».

conservazione digitale sostitutiva di Fujitsu Pfu Imaging Solutions –. Devo dire che mai come oggi la simbiosi tra sistemi hardware, sicurezza e aspetti normativi sta aprendo scenari molto importanti per il canale a valore. Di digitalizzazione e dematerializzazione si parla da anni, ma finalmente la tecnologia ci è venuta incontro». Più cauto, ma comunque ottimista è Alfredo Toglia, amministratore unico di Infotel, Select Partner di Fujitsu con un’esperienza di oltre 30 anni sul territorio pugliese e non solo. «Le difficoltà ci sono – ha spiegato Toglia – ma lo storage ha tutto sommato tenuto e le opportunità sono molto importanti. Al di là della tecnologia, però, insieme a Fujitsu, la cosa fondamentale è aiutare le aziende, anche pubbliche, a non pensare all’Ict come a un centro di costo».

Ultima, ma non ultima, la testimonianza di Umberto Cassano, amministratore unico di Oneways. «Le cattive notizie le sappiamo tutti – ha raccontato – ma va detto che, anche nel centro-sud, ci sono aziende – come il grande distributore farmaceutico che stiamo seguendo – che hanno voglia di innovare e, ovviamente, usare la tecnologia per ottimizzare le proprie infrastrutture e i propri processi. Con loro, per esempio, stiamo sviluppando un progetto in ambito virtualizzazione e storage che, grazie al supporto di Fujitsu, sta dando ottimi risultati. Tutto parte dalla standardizzazione dei processi e dalla capacità di aiutare anche i singoli utenti a capire che le informazioni sono un bene molto prezioso e vanno maneggiate con facilità, ma anche con grandissima cura».

I partner, il territorio Sulla stessa linea d’onda anche uno dei partner ad alto valore presenti all’evento. «Opero sul canale da anni e ho sviluppato progetti anche qui in Puglia – ha raccontato Nicolò Impellizieri, partner Pfu Imaging, responsabile

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ATTUALITA’ L’universo di Trend Micro, ovvero i partner, il canale indiretto, il valore aggiunto, il cloud, la virtualizzazione e la gestione sicura dei dati

Maurizio Martinozzi, manager sales engineering di Trend Micro

La|“forma” della|sicurezza La direzione è chiara e decisa da tempo e – ora più che mai – Trend Micro fa tremendamente sul serio in tema di valore e capacità di gestione dei progetti complessi. Ultimo segnale in questo senso il lancio, a metà febbraio, delle intense attività formative dedicate al canale per il 2012: sa-

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ranno importanti non solo per arricchire o consolidare le conoscenze tecniche delle soluzioni Trend Micro, ma anche per preparare i partner ai training di certificazione e permettere loro di specializzarsi ancora di più. Il nuovo programma di canale Trend Micro prevede, infatti, livelli di partnership in relazione agli step di certificazione e, grazie a queste ultime, i partner potranno trarre più profitto dal rapporto con il vendor. Questi i temi sui quali punteranno le sessioni: “Cloud & Data Center Security”, “End Point

& Mobility”, “Network & Systems Security”, “Data Protection e Smb”. L’offerta formativa si rivolge sia ai partner che ai prospect e prevede la doppia formula dei corsi on-site, i “Pro Technical Day”, e dei “Seminari Web” online. «Quest’anno – spiega Maurizio Martinozzi, manager sales engineering di Trend Micro – la nostra offerta formativa per il canale è ancora più completa. L’obiettivo è dare ai nostri partner tutti gli strumenti per poter affrontare le sfide quotidiane del mercato, ma non solo. I nostri partner sanno infatti che Trend Micro riconosce i loro sforzi ed è grazie a questa reciprocità che saremo protagonisti anche nel 2012, soprattutto in mercati chiave come la virtualizzazione e il cloud computing». Per informazioni e per iscriversi ai seminari Web si veda il sito http:// it.trendmicro.com/it/webinars/.

alla|prova|del|data|center La stella polare del mercato Ict è – e sarà sempre di più – il data center. Intorno a questo vero cuore pulsante delle infrastrutture tecnologiche aziendali ruotano a stretto contatto mercati un tempo lontani parenti. Manco a dirlo, a fronte di una simile convergenza, anche il canale indiretto è chiamato ad allargare le sue competenze e ad affrontare nuove sfide cariche però di buone opportunità di business

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ad alto margine. Esemplare in questo senso la parabola di Riverbed che punta forte sul recente annuncio di Granite, piattaforma che si propone di realizzare il sogno della Virtual Storage Interface. «Granite – spiega Albert Zammar, regional sales manager di Riverbed Italia – realizza ciò che finora era impossibile, in quanto permette di disaccoppiare lo storage dai server, su distanze di migliaia di chilometri, e opera come se lo storage fosse locale. Le perfor-

La stessa esperienza e gli stessi vantaggi del Virtual Desktop Interface applicati anche al mondo storage. Con Granite, Riverbed punta a rivoluzionare il data center e cerca ora nuovi partner con nuove competenze

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mance non sono compromesse e i team IT sono in grado di gestire, fornire, correggere, espandere, proteggere i dati ed effettuarne il backup, anche per filiali molto distanti». Sulla base di una simile novità, cambia e cambierà forma anche il canale indiretto a valore che permette a Riverbed di approcciare le aziende. «Riverbed – spiega Zammar – ha storicamente una serie di partner che operano nell’ambito delle reti. Ora l’idea è quella di allargare le loro competenze e di coinvolgere anche nuove realtà sempre più spostate in ambito data center e stoAlbert Zammar, regional sales manager di Riverbed Italia

rage. Puntiamo ad arricchire insomma la nostra squadra di partner avvicinando questo tipo di realtà ai nostri rivenditori storici specializzati in Wan Optimization. Abbiamo già dei programmi di certificazione ad hoc per chi opera nello storage e stiamo perfezionando alcune importanti novità».



ATTUALITA’ Andrea Scaietti, nominato da pochi mesi channel director del gruppo Enterprise di Alcatel Lucent

Non|di|sola|voce… Per Alcatel Lucent il 2012 non è un anno qualunque. Si tratta infatti di 12 mesi nei quali offrire maggiore solidità e stabilità al canale e affermarsi su nuovi mercati per i quali la tecnologia è pronta da tempo, ma su cui poco è stato fatto finora in termini di spinta e volontà di espansione. Il tutto passerà dalle sapienti mani di Andrea Scaietti, di recente nominato channel director del

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gruppo Enterprise di Alcatel Lucent nell’ambito di una più generale fase di rilancio della società. «Le novità strategiche per Alcatel Lucent sono molte – racconta Scaietti – e tutte passano dal canale indiretto che veicola il 100% del nostro business. Ci sono circa 6 operatori di canale, per lo più system integrator, che acquistano direttamente da noi; gli altri (circa 100 quelli più attivi), sono rivenditori che vengono soprattutto dal mondo vo-

Nonostante|tutto! Nonostante le difficoltà di accesso ai finanziamenti, nonostante la complessa situazione economica e nonostante una certa criticità nell’ottimizzare i tempi dei pagamenti, Focelda ci prova… e, forte dei buoni risultati raccolti nel corso del 2011 (+14%), ha varato l’incremento della propria rete distributiva con nuovi agenti in Toscana, Campania e Sicilia. Non solo, ai tanti brand in offerta a listino si è aggiunto di recente Ngm per

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In una fase molto delicata per il mercato e il canale Ict, Focelda vara l’incremento della propria rete distributiva con nuovi agenti in Toscana, Campania, Sicilia e punta a una crescita importante anche nel 2012

Il mercato della voce, certo, ma anche e soprattutto il networking. Per Alcatel Lucent il 2012 rappresenta l’anno del cambio di passo e della stabilità Marco Lorusso

gli smartphone e i cellulari, per non dimenticare l’apertura del Cash & Carry di Bari a giugno e quella imminente a Roma Nord. I motivi di una simile strategia sono tutti nelle parole dirette, schiette e tremendamente efficaci del timoniere del distributore, Michele Palmese. «Oggi le

ce e acquistano dai nostri distributori: EdsLan, Asit, Xerity e, da gennaio, anche Itansia». L’obiettivo per quest’anno è sicuramente mantenere la base installata sul mondo voce, ma – anche sulla base della progressiva convergenza di dati, video e reti al centro del protocollo IP – l’intenzione è quella di aiutare i partner a cogliere le nuove opportunità che offre il mondo delle Unified Communication «a partire dal networking – spiega Scaietti – mercato sul quale siamo pronti, grazie a un’offerta tecnologica di elevato livello che tuttavia necessita di una maggiore spinta da parte nostra. Cercheremo innanzitutto di analizzare le competenze dei nostri business partner, per capire chi ha la capacità di allargare la sua visione dalla voce anche verso il data networking. Più o meno in parallelo ci sarà poi l’esigenza di reclutare nuovi business partner più competenti sul mondo dati».

difficoltà ci sono – spiega Palmese – ed è inutile negarlo. Il problema spesso non è vendere, ma è a chi vendere visto che le banche hanno stretto la cinghia e spesso i dealer si trovano in difficoltà nei pagamenti. Da parte nostra rispondiamo puntando sui rapporti e sulle relazioni personali. La vecchia stretta di mano ha per noi un valore ancora determinante e per questo abbiamo varato l’ampliamento della rete commerciale e distributiva. Un ampliamento che implica come requisiti un’ottima conoscenza dei prodotti IT e soprattutto ottimi rapporti umani con i dealer, per trovare una linea comune che porti agli obiettivi di crescita a due cifre per il 2012». L’incremento del business di Focelda è inoltre giustificato da diverse iniziative intraprese già nel 2010, come la partecipazione a gare pubbliche, che incidono del 12% sul fatturato, l’apertura verso nuovi canali come i grossisti di materiale elettrico e il rafforzamento del brand “casalingo” Adj. Michele Palmese, amministratore delegato di Focelda

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Digitalic per Symantec

IL LANCIO DI NETBACKUP 7.5 E BACKUP EXEC

BACKUP LIBERA TUTTI! LA SFIDA DI SYMANTEC

Ridurre i problemi derivanti dalla data explosion rendendo più fluido e agevole il sistema di backup e data recovery, una sfida possibile e già vinta

Vincenzo Costantino, senior solutions marketing manager, virtualization Emea, Symantec

Un nuovo e più funzionale volto per il backup. Più veloce, più efficace, più vicino alle reali esigenze delle aziende italiane. Symantec ci crede e cambia passo alzando il sipario su NetBackup 7.5 e su Backup Exec. «Secondo una nostra recente ricerca di mercato – racconta Vincenzo Costantino, senior solutions marketing manager, virtualization Emea – su un campione di 1.425 aziende, delle quali 50 italiane, il 28% degli intervistati non ha fiducia nei sistemi di backup e ritiene non del tutto credibile e certa la possibilità di poter avere una data recovery affidabile al 100%. A questo problema si aggiunge una pesante critica nei confronti dei tempi di recovery e backup – considerati troppo lunghi e non assolutamente compatibili con i ritmi di business attuali – oltre a un’architettura di sistemi di salvataggio troppo variegata e disomogenea». Risultato? La maggior parte degli intervistati nella survey si sarebbe detta assolutamente favorevole a sostituire l’attuale sistema di backup con uno più efficace, immediato e semplice. In questo quadro

generale si aggiunge la spinosa questione della data explosion – ovvero del quantitativo crescente di dati acquisiti nelle aziende –, della loro gestione, del loro salvataggio e relativo recovery in caso di necessità. Tutte tematiche affrontate e risolte da Symantec grazie alla nuova release di NetBackup 7.5 e al lancio di Backup Exec. Il primo sistema è stato pensato per aiutare le aziende di classe enterprise a superare le proprie sfide in tema di protezione dei dati. NetBackup 7.5 include infatti NetBackup Replication Director per centralizzare la gestione e velocizzare la recovery di centinaia di snapshot replicati. Backup Exec punta invece ad aiutare gli utenti a eliminare la complessità dei dati, fare il backup in

ambienti virtuali al 100% e offrire una recovery istantanea e cloud-based attraverso un’unica soluzione. «Il sistema di backup, in se stesso, non presenta nulla di sexy! – spiega Herve Lequippe, director regional product management Emea & Lam Symantec – la sola cosa sexy è riuscire a fare un efficiente salvataggio dei dati importanti, tutto qui». Un’affermazione che rende molto bene l’idea di quali siano le reali necessità delle aziende che si rivolgono a Symantec per cercare un partner affidabile nelle sfide professionali quotidiane. «Le aziende hanno in media quattro soluzioni di backup per la protezione dei sistemi fisici e tre per quelli virtuali – spiega Costantino –; in tante lamentano un funzionamento carente o inadeguato delle proprie tecnologie di backup per ambienti virtuali. Symantec vuole proporsi come fornitore di un’unica soluzione per tutti i backup che si basino su cassette, dischi o siano in ambienti fisici o virtuali».

Contatti SYMANTEC ITALIA Via Rivoltana, 2 20090 Segrate (MI) www.symantec.com/it


CREATIVE PARK 44

NON ROMPERE LE SCATOLE! Elena Veronesi Laureata in comunicazione d’impresa, è consulente di comunicazione visiva e direttore creativo della Creative Park Srl. Lavora nel settore comunicativo da oltre 10 anni e nella sua carriera ha collaborato con numerose agenzie pubblicitarie in tutta Italia. Da alcuni anni, al ruolo di consulente aziendale ha affiancato quello di formatrice, tenendo corsi sul marketing e la comunicazione visiva presso enti e aziende. È relatrice Smau, dove tiene workshop dedicati al Web design e alla comunicazione efficace e cura un blog nel quale parla di creatività, design e visual communication: www.elenaveronesi. com.

I bambini sono tutti creativi. Ma alcuni lo sono di più. Sono quelli che, quando ricevono un gioco grande e nuovo, lo guardano con ammirazione soltanto per una decina di minuti, al massimo un’ora. Che si tratti di un’automobilina a pedali, di una casa delle bambole o di

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un castello di mattoncini da montare, ci giocano un po’ e poi lo abbandonano. Perché nel frattempo il loro interesse è stato attratto da qualche cosa di molto più divertente, stimolante e soprattutto creativo: la scatola! I bambini più brillanti sono quelli che non si curano del nuovo autolavaggio delle Hot Weels, ma che al contrario immaginano un razzo o un

missile interstellare nascosto fra le pieghe del grande cartone da imballaggio. Chi ha la fortuna di osservare questi piccoli Leonardo Da Vinci al lavoro si ritroverà in breve stregato dalla loro capacità di immaginazione, dal talento con il quale trasformano anche i particolari più insignificanti (un componente di plastica, un pezzo di polistirolo dalla forma strana) in specifici elementi per il loro gioco.

Davanti a un pacchetto siamo tutti bambini Benché gli anni passino, quando siamo chiamati ad aprire un pacchetto proviamo sempre la stessa emozione. Che si tratti di un regalo incartato o della confezione del nostro nuovo smartphone, in fondo allo stomaco sentiamo sempre quel misto di curiosità, desiderio e aspettativa. Nel marketing, questo momento viene chiamato “unpacking esperienze”, un vero e proprio processo che contribuisce alla brand image e alla soddisfazione del cliente. Nel branding, la confezione sta diventando sempre più importante. È un simulacro che prelude all’oggetto


La scatola dei desideri Per progettare un’efficace unpacking experience è necessario non soltanto essere chiari e coerenti sui valori da veicolare, ma anche comprendere fino in fondo le esigenze del proprio target. Perché gli utenti hanno delle aspettative sulle confezioni dei prodotti. Due ricercatori dell’università di Delft hanno condotto uno studio valutando il modo in cui i partecipanti interagivano con le confezioni dei prodotti consumer electronics. Tra le osservazioni alle quali sono giunti, tre sono le più interessanti in un’ottica di unpacking experience: 1) le persone tendono a tenere a lungo le scatole dei prodotti, sia per motivazioni pratiche (garanzia), sia di conservazione dell’oggetto o delle sue parti accessorie.

Per questo preferiscono imballaggi che non debbano essere distrutti per essere aperti; 2) i prodotti che non vengono utilizzati con molta frequenza sono spesso riposti nelle loro confezioni originali (per esempio un compasso); 3) le persone amano che il prodotto e i suoi accessori siano disposti all’interno della scatola (e quindi possano essere estratti da essa) con una certa forma e un’evidente logica.

Mi piaci: ti compro! Quando il design si allea a un prezzo conveniente dà vita a quello che viene chiamato “acquisto d’impulso”. Capita a tutti: arriviamo alla cassa del supermercato con tutto quello che avevamo segnato nella lista e veniamo attratti da qualche prodotto aggiuntivo. Può trattarsi di un lucida labbra, di un pacchetto di chewing-gum o semplicemente di uno snack. Non ci serve eppure non sappiamo resistergli. David Luttenberger, packaging strategist alla Iconoculture di Minneapolis, in un’intervista rilasciata al magazine Inc. offre degli spunti interessanti a questo proposito: «Abbiamo iniziato a notare come i marchi della “gum category” utilizzino palette pulite, con solo qualche nota di colore. Ci sono un sacco di cose che competono per catturare lo sguardo del cliente. Ciò che offre a quest’ultimo una pausa visiva in mezzo al caos di messaggi attirerà la sua attenzione». Anche in Italia si sono diffuse confezioni di questo tipo, talmente attraenti da diventare quasi oggetti di design.

Design che fa la differenza Se da un lato scatole e confezioni sono un potente strumento di comunicazione e marketing, dall’altro sono anche uno scarto che si aggiunge alle tonnellate di rifiuti che ogni giorno infestano la vita del nostro pianeta. Essere designer nel ventunesimo secolo significa anche progettare imballaggi ecologici, ecosostenibili, verdi. Kellogg’s è solo una delle aziende che ha compreso come il packaging non sia soltanto una confezione, ma possa anche cambiare la filosofia di un’impresa. Da diversi anni sta portando avanti una campagna per il rispetto dell’ambiente, progettando confezioni eco-friendly, fatte di fibre riciclate, e con dimensioni più ridotte. In Usa, il brand sta lavorando alla riduzione del volume di scatole e confezioni. Per i cereali della colazione, ad esempio, si stanno testando confezioni più compatte: il contenuto rimane lo stesso in termini di peso, ma cambia il volume occupato sullo scaffale, diminuito del 5%, e il totale del materiale impiegato, ridotto dell’8%. Queste apparenti piccole diminuzioni offrono dei grandi benefici su larga scala: cala lo spazio occupato dalle scorte, si riduce il numero dei tir per il trasporto e conseguentemente diminuisce anche il carburante utilizzato per lo spostamento e la consegna. Piccoli numeri che, sommati tutti insieme, possono portare a grandi risultati.

RISORSE

del desiderio e, in quanto tale, è parte integrante dell’experience del prodotto. Il packaging deve rispondere a più esigenze – dalla protezione del bene alla sua distribuzione – ma sempre più preponderante sta diventando la sua funzione di branding. Creare confezioni che emozionano, che contribuiscono a rendere magico il momento, è l’obiettivo alla base del packaging di marchi come Apple, Philipps e Samsung, solo per citarne alcuni. Le scatole appaiono come piccoli scrigni dai quali estrarre prodotto ed accessori quasi fossero gioielli. La cura dell’unpacking experience sta prendendo piede in moltissimi settori, dalla tecnologia all’abbigliamento.

http://tinyurl.com/9uoyc4 L’incredibile esperienza del Samsung SGH-I900 Omnia. Un video viral che nel 2008 fece scalpore.

http://www.packagingoftheworld.com/ “Fare le scatole” è un’arte e come tale va celebrata, studiata e ammirata. Packaging Of The World è una bellissima risorsa dalla quale trarre tante ispirazioni.

http://tinyurl.com/6s4uhk3 E se le confezioni perdessero i loro design comuni e si facessero minimal? È la provocazione di A2591.com, che ha ridotto all’osso la grafica chiedendosi che cosa ne rimane in termini di packaging.

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ATTUALITA’

In questa speciale puntata del DGNews spazio alla viva voce di Luca Marazzi, country manager per l’Italia di Western Digital

L’alluvione|è|già|dimenticata Soltanto pochi mesi fa la sua principale fabbrica situata in Thailandia era sommersa da oltre due metri d’acqua… Oggi Western Digital ha recuperato buona parte della sua efficienza e si prepara ad aggredire nuovi mercati con nuovi canali Marco Lorusso

Il peggio è passato. Dopo la tragica alluvione thailandese dello scorso ottobre, la capacità produttiva di Western Digital sembrava compromessa per sempre sotto il peso di oltre due metri d’acqua. Tuttavia, con uno sforzo poderoso, il colosso degli hard disk è quasi tornato alla piena efficienza e si prepara ad aggredire nuovi mercati, su tutti lo small and medium business italiano,

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E|INTANTO IL|CANALE PREMIA|WD

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attraverso il lancio di nuove soluzioni e il supporto di un canale indiretto formato ad hoc. «Fortunatamente, dopo quello che è successo lo scorso 17 ottobre – racconta Luca Marazzi, country manager per l’Italia di Western Digital – (WD ha avuto due fabbriche allagate da oltre due metri e mezzo d’acqua e il 60% della produzione impattata - ndr) il peggio è passato». Lo sforzo e l’investimento dell’azienda sono stati impressionanti dato che già a dicembre è

Uno sforzo enorme per ritornare agli standard produttivi di sempre. Uno sforzo che ha già trovato ufficiale riconoscimento in occasione dell’evento Emea Channel Academy Awards 2012 di Monaco, svoltosi in concomitanza con la conferenza di canale Distree Emea. Western Digital è stata infatti nominata Emea Storage Vendor of the Year. Si tratta del terzo anno consecutivo in cui WD ottiene questo riconoscimento che premia l’eccellenza nel

stato prodotto il primo hard disk e dai primi di febbraio la società è già in linea con il recovery plan. «Alcuni clienti avevano sottovalutato il problema, non capendo la gravità della cosa e pensando che volessimo solo speculare. Quando abbiamo mostrato loro le foto dei nostri laboratori sommersi, tutti si sono ricreduti e hanno capito la portata del nostro sforzo – continua Marazzi –. Riusciremo infatti a produrre il 60% del nostro standard nel primo quarter, a breve arriveremo all’80% ed entro l’estate saremo al 100%, riuscendo finalmente a soddisfare in pieno le esigenze di tutti i nostri partner a partire dai grandi Oem». Proprio il canale e il mondo enterprise saranno al centro di questa fase di rinascita per WD. La società sta infatti

canale a volume, sia nell’ambito informatico sia in quello dell’elettronica di consumo. Un premio ancor più significativo, poiché i vincitori sono selezionati dal canale stesso. «In Emea – spiegano dalla società –, i partner di canale di WD sono da sempre un punto di forza fondamentale dell’azienda e questo premio da essi conferito non può che essere un riconoscimento importante per i team di vendita e marketing».

lavorando su un’importante soluzione dedicata proprio al mondo dello small and medium business, che sarà veicolata attraverso un canale ad hoc di reseller. «Siamo conosciuti da sempre – spiega Marazzi – per la nostra vocazione consumer. Tuttavia attraverso lo sviluppo della nostra nuova architettura cloud orientend, che ci sta portando alla realizzazione di un vero storage in rete, sicuro ed efficace, puntiamo ora a consentire a qualsiasi organizzazione, di dimensioni ridotte, di archiviare i dati all’interno di un disco rigido e da qui condividerli in ogni momento tra i vari device collegati alla rete. Nello specifico, a breve, avremo addirittura delle novità da lanciare, con un prodotto dedicato esclusivamente al mondo Smb. Un vero miniserver per ufficio che potrà arrivare fino a 8 TB. Viaggerà sulla nuova piattaforma di Windows Server e sarà lanciato con una serie di pacchetti preconfigurati di installazione e supporto che chiameremo WD Guardian. Questi bundle offriranno al canale la possibilità di sviluppare maggiori margini e un’offerta sempre più completa».


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I FONDI DI CO-MARKETING

COFFEE UN|CIRCOLO|VIRTUOSO

Francesca Pilone

Iniziano ad essere parecchi gli anni da cui se ne parla. Segnale evidente che il tempo passa, ahimè, in fretta. Quando qualche anno fa abbiamo iniziato ad affrontare l’argomento dei fondi marketing con i partner, lo sguardo che veniva rivolto a noi channel marketing trasmetteva un misto di irritazione (per i mancati rebate utili a rimpinguare i sempre più risicati margini) e di curiosità (verso questi nuovi discorsi di co-marketing e lead generation). Per i partner era un argomento ancora mai trattato ed era bello poter fare cultura ed insegnare qualcosa di nuovo, anche se è stato decisamente faticoso dare il via a questo nuovo capitolo di canale, ancora complesso da interpretare. Poi gli imprenditori hanno progressivamente compreso il valore reale della costruzione di un piano di business in grado di rinforzare le revenue e trovare nuove opportunità, anche – e soprattutto – grazie all’affiancamento di un piano di attività marketing consistenti e continuative. E così il nuovo capitolo si è aperto e i partner hanno iniziato a lavorare con i vendor per sviluppare azioni di co-marketing sempre più capillari, disegnate sul modello di business di ciascuna realtà imprenditoriale. E, gradualmente, si sono concentrati a dare risultati sempre più misurabili e controllabili. Ricordiamoci che i fondi vengono maturati in base alle revenue oppure messi a disposizione per intraprendere azioni mirate su alcune specifiche iniziative. Un utilizzo intelligente di queste risorse diventa così un volano di crescita del business e, contemporaneamente, dei fondi stessi. Ma cosa intendiamo per utilizzo intelligente? In realtà, davvero tante cose: formazione (per rafforzare le competenze sales e presales, acquisire certificazioni e specializzazioni o testare soluzioni presso i briefing center), comunicazione (con pagine pubblicitarie, articoli e storie di successo), azioni di lead generation (eventi, seminari, fiere, iniziative online, newsletter, telemarketing, video… e molto altro), eventi di relazione e fidelizzazione, produzione di materiale marketing (brochure, whitepaper, gadget, poster…) e piani di incentivazione alle forze commerciali. Insomma, tutto ciò che consente al partner di differenziarsi dalla propria competition e incrementare il valore percepito dal mercato. Quali ingredienti, quindi? Attenzione al mercato, creatività e continuità.

francesca.pilone@emc.com

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BREAK IL|CANE|E|LA|CODA

IN AZIENDA I DISCORSI PIÙ CONCRETI SI FANNO (MOLTE VOLTE) DURANTE LE PAUSE, ALLA MACCHINETTA DEL CAFFE’. SI PARLA DI LAVORO, DI MARKETING, DI OCCASIONI E DI BUSINESS SENZA FORMALITA’, COME IN QUESTA RUBRICA. GRAZIE A DUE MARKETING MANAGER

I fondi di co-marketing, di cui si parla tanto ma che in realtà pochi conoscono bene, sono davvero uno strumento strategico. Normalmente ponderati su un valore compreso tra il 2% e il 5% del fatturato dell’anno precedente, sono stanziati dal vendor a sostegno delle attività di marketing, quindi di sviluppo e di vendita. Qualche volta questo principio viene applicato usando delle “non logiche” che riducono i contributi pensando che il distributore diventi più performante. È il cane che si morde la coda: meno fondi, meno sviluppo. Chiunque conosce perfettamente il principio che regolamenta gli investimenti in marketing e comunicazione: creare un circolo virtuoso che permette di aumentare la diffusione delle merci e la loro penetrazione, il fatturato e quindi i margini di profitto. È un po’ come dire che se il cane di cui sopra smettesse di mordersi la coda, questa potrebbe crescere forte e robusta! Siamo passati dagli anni ‘90 – in cui il grande capitale a disposizione ha portato a fare investimenti, impulsivi e a volte con obiettivi irraggiungibili – ai primi anni Duemila, in cui il principio del contenimento dei costi ci ha obbligato a ridurre drasticamente le attività di marketing. Tale austerità ha costretto a ottimizzare prima e a tagliare poi attività vitali e a concentrarsi troppo sull’analisi del ritorno sull’investimento: il Roi tanto amato dagli analisti! Oggi siamo in una fase cruciale: se è vero che la maggior parte dei fondi sono gestiti a livello Emea, è anche vero che l’Italia ha forti differenziazioni interne. Credo che i vendor dovrebbero cercare di avere una visione più “glocal”: pensare globalmente e agire localmente consentirebbe attività di marketing “su misura” di avere maggior successo. Di fatto i fondi di co-marketing dovrebbero essere calcolati tenendo conto di molti fattori, come la storicità dell’azienda, i suoi volumi, la sua età… È ovvio che in fase di startup è necessario aumentare l’investimento iniziale in termini di energie e persone dedicate allo sviluppo del brand. Purtroppo non c’è una “formula magica” da attuare: il segreto è allenare lo spirito di osservazione, diventare sensibili alle esigenze reali del mercato e imparare a superare il punto di vista personale.Un percorso non facile ma possibile. La realtà è piena di informazioni su come indirizzare gli investimenti: è l’end user a indicare la strada da percorrere, ma la necessità è anche quella di sperimentare senza avere paura di osare. Un tizio un giorno ha detto: «La difficoltà non sta nel credere alle nuove idee, ma nel fuggire dalle vecchie». Quel tizio aveva ragione.

Valerio Rosano @ValerioRosano

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La nuova pubblicazione ufficiale dell’Osservatorio Anci-Smau sui più interessanti casi di Città Intelligenti in Italia


TECNOLOGIA FOTO|DA|41|MEGAPIXEL, CON|UN|TELEFONO… Il dato fa effetto: ben 41 Megapixel di risoluzione fotografica. Anche sulle fotocamere professionali difficilmente si raggiungono queste prestazioni. Nokia con il suo 808 PureView ha voluto soprattutto stupire, mostrando i muscoli di una ricerca sulle qualità foto e video. Un bel successo da subito: ha ricevuto l’assegnazione del più prestigioso premio Mwc-Award (Mobile world congress) risultando il “Best New Mobile Handset, Device or Tablet”. Non male per un cellulare con sistema operativo Symbian. Nel mondo dominato da Android e iOS, con un interessante sviluppo di Windows, la zampata vincente la piazza un

IN PILLOLE

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telefonino Symbian. Il Nokia 808 PureView è mosso da un processore SingleCore da 1,3 GHz e ha un display da 4 pollici con tecnologia Oled e risoluzione 640×360 pixel. La sezione fotografica è quella più sorprendente: oltre al sensore da 41 MP c’è anche un flash allo Xeno. Ma a cosa servono 41 Megapixel? Soprattutto a zoomare e a ritagliare le immagini mantenendo sempre un’ottima definizione. La qualità delle foto è superlativa per un telefonino, ma ovviamente più che il sensore “muscoloso” contano le ottiche per ottenere immagini

AuraSlate, il tablet per gli hacker AuraSlate LifePad è pensato per gli hacker e per coloro che sviluppano applicazioni su Android. Su AuraSlate si possono installare tutte le versioni Android; Ice Cream Sandwich è quella pre-caricata su piattaforma Arm Cortex A9. Il costo è di 130 dollari; con 20 dollari in più si ricevono anche i codici sorgente per l’hardware.

di qualità. Nokia ha dichiarato che la tecnologia PureView verrà presto portata anche sugli Smartphone Windows

Datamatic gioca con Microsoft Altro che giocattoli… Il mondo del gaming rappresenta ormai una colonna portante per il canale Ict e l’accordo siglato tra Datamatic e Microsoft ne è la conferma. Il distributore commercializzerà i prodotti “gaming” e la linea accessori hardware pc del colosso di Redmond.

mobile. Per il momento gli Usa rimarranno senza questo gioiellino: la sua distribuzione è prevista infatti solo in Europa.

Lo style di FG Distribuzione Design, tecnologia avanzata e stile. L’Italia impazzisce per il mix che nasce dall’unione di questi tre elementi. Non a caso FG Distribuzione ha acquisito in esclusiva la commercializzazione dei prodotti Miia, un brand emergente e di tendenza con un catalogo ricco di accessori per iPhone/iPod/ iPad, consolle Nintendo, tv, ecc.

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FOTO SPAZIALI UN TUFFO NEL FUTURO COMPIUTO DA TUTTI I PRODUTTORI, CERTI CHE PER COMBATTERE LA CRISI GLOBALE CON LA QUALE CI SI CONFRONTA E CI SI SCONTRA DA TEMPO, LA SOLA VIA SIA QUELLA DI SCOMMETTERE SUI PROPRI SOGNI

Barbara Silbe

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FOTO SPAZIALI

nikon Regina indiscussa di questi primi mesi del 2012 è la D800 (reflex full-frame dedicata ai professionisti) che stravolge tutto con un sensore CMOS da 36,3 MP. Rivoluzionaria, punta a un dettaglio e a gamme tonali mai viste prima, anche nei video. «La D800 è una reflex digitale full-frame davvero rivoluzionaria – ha sottolineato Marco Rovere, responsabile marketing di Nital – e siamo sicuri che questo prodotto spalancherà nuovi orizzonti a tutti quei fotografi che, per professione o per passione, ricercano il massimo, in ogni condizione. La nostra nuova reflex è il primo passo di Nikon nel futuro della fotografia e del video. L’incredibile risoluzione da 36,3 Megapixel assicura un dettaglio mai sperimentato prima e le molte caratteristiche dedicate al video non mancheranno di conquistare gli addetti ai lavori e gli appassionati di entrambi i settori». Livelli di qualità notevoli anche per la D4, altra pieno formato professionale con sensore da 16 MP e gamma Iso molto estesa. Oggi la tecnologia applicata alla fotografia ci propone caratteristiche innovative, come per esempio la presenza di un proiettore integrato, schermi multi-touch OLED e la possibilità di filmare in Full Hd. Non va però dimenticato che questa giovane arte visiva è creatività, emozione e libertà espressiva. E sia il fotografo esperto che il neofita vogliono ottenere il migliore risultato tecnico e creativo

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da ogni innovazione. Ma per supportare e aggiornare efficacemente la ricerca, occorre l’esperienza di aziende che da decenni si dedicano allo sviluppo tecnologico di questi prodotti concepiti come strumenti dell’immaginazione. Pensiamo all’Hdr (acronimo di High Dinanic Range) che permette la realizzazione di immagini prima impossibili da riprendere a causa di un eccessivo contrasto della scena originale. Grandi sforzi di Nikon anche per migliorare sempre di più la sensibilità Iso e la velocità di risposta allo scatto o l’implementazione di nuovi processi industriali per il miglioramento della qualità delle ottiche. La casa giapponese punta anche su nuove Coolpix e sulla Nikon 1, con la quale entrano nel mercato delle compatte a ottiche intercambiabili e propone un intero sistema fotografico per utenti che vogliono qualità senza passare al peso delle reflex (kit base con lente 10-30mm a 530 euro).

canon La risposta di Canon, nell’eterna guerra tra i due colossi nipponici, giunge con la EOS-1D X, ammiraglia professionale il cui sensore arriva a 18 MP e con una lista di caratteristiche che dimostrano la scelta di puntare anche su altre qualità per invogliare il mercato. Secondo Alberto Czajkowski, pro imaging product manager di Canon Italia, «l’azienda detiene il record di oltre 100 milioni di pixel sulla produzione di sensori, ma vuole ottenere il meglio dai suoi prodotti e per questo cerca sempre di avere il giusto bilanciamento tra quantità di pixel e sensibilità. Così non vengono ridotte le altre prestazioni delle fotocamere e si raggiunge il meglio possibile sfruttando le più innovative tecnologie. Dall’elevato numero di scatti al secondo (14 fps per questa macchina), alla sensibilità Iso elevata per riprese con scarsa illuminazione, o ancora la robustezza dell’otturatore che viene testato a 400.000 cicli». «La vera svolta – prosegue Czajkowski – è il continuo avvicinamento tra fotografia e video, due mondi che si incontrano e che a volte si sovrappongono. La comunicazione oggi si è arricchita di nuovi linguaggi: pensiamo al time-lapse o alle elaborazioni creative fatte direttamente in macchina, impensabili fino a qualche anno fa». È, infine, per fotoamatori evoluti la PowerShot G1X, altro prodotto di cui si parlerà al Photoshow. Canon non si allinea nemmeno nella convinzione che le mirrorless siano il futuro e investe in questa nuova compatta a ottica fissa della serie G con processore DIGIC 5, grande sensore CMOS da 14 MP, prodotto avanzatissimo per offrire qualità d’immagine e controllo tipici di una reflex (il costo è di 710 euro Iva esclusa).


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FOTO SPAZIALI

pentax Molti sforzi si concentrano sulla K-01, il modello di punta della Pentax il cui prezzo dovrebbe aggirarsi intorno agli 800 euro per il kit di base con un’ottica. L’apparecchio introduce a un intero sistema reflex (gli obiettivi a baionetta K) su una mirrorless senza l’utilizzo di adattatori. La tendenza per il futuro potrebbe essere la possibilità anche per il professionista di utilizzare macchinari diversi dalle reflex (meno ingombranti e performanti). A questo cambiamento – il più interessante dell’ultimo periodo – vanno aggiunti migliori sensori, Megapixel potenziati e registrazioni video Full Hd. Altri modelli presenti al Photoshow saranno la Optio VS20 e le Optio WG2 e WG2-GPS. La prima – commercializzata al prezzo 210 euro – è una compatta con un secondo pulsante di scatto, ha un comando per lo zoom in posizione verticale, uno zoom ottico 20x, un monitor LCD da 3’’, 16 MP effettivi, un’interessante modalità macro con avvicinamento a partire da 1 centimetro e una modalità istantanea notturna a mano libera. Le Optio WG2 e WG2-GPS – il cui prezzo indicativo si aggira tra i 300 e i 350 euro – sono invece resistenti a urti e cadute fino a 1 metro e mezzo di altezza, al freddo fino a -10°C e waterproof fino a una profondità di 12 metri; inoltre effettuano registrazioni video Full Hd, hanno una risoluzione di 16 MP, un ampio display LCD da 3’’ e la modalità Microscopio digitale con sei luci macro a LED.

sony Per Sony macchine leggere, compatte, performanti che racchiudono tecnologia e innovazione. Dalle NEX alle Alpha SLT, alle Cybershot, la gamma Sony consente di optare tra mirrorless, fotocamere con obbiettivi intercambiabili dotate di tecnologia Single Lens Translucent e compatte con ottica fissa. È cambiato il modo di fotografare grazie a un’offerta più ampia di prodotti. Con le NEX, dotate di sensore professionale APS-C

con guida assistita in camera, si producono semplicemente foto e video Hd di qualità professionale e si comandano esposizione e velocità dell’otturatore in modo intuitivo (con ghiera digitale o touch). Le Alpha SLT hanno corpi macchina stabilizzati e velocità di scatto e autofocus, sia in fase di video che di foto. Con le Cybershot si arriva a uno zoom ottico 30x, si girano video Hd e si scattano foto panoramiche a 360°. Sui modelli di punta si possono

L’ULTIMA|FRONTIERA|È|LO|SCATTO|RAPIDO Scattare, il più possibile, sempre, comunque e anche in condizioni estreme. Anche nella fotografia digitale la velocità è tutto e i grandi nomi si stanno muovendo di conseguenza. Da sempre tra i pionieri, Casio è stata una delle prime a cavalcare anche quest’ultima tendenza. Proprio nel corso della recente edizione 2012 del Ces di Las Vegas, Casio Italia e Casio Computer hanno presentato la nuova fotocamera digitale compatta Exilim EX-ZR200, equipaggiata con la nuova funzione di Scatto Rapido che rende più facile che mai scattare foto perfette. Nuovo modello di punta della gamma EXILIM, la EX-ZR200 utilizza la tecnologia proprietaria High Speed di Casio per raggiungere nuovi traguardi in termini di prestazioni. La fotocamera vanta un tempo di accensione di 0,98 secondi, un auto focus High Speed da 0,13 secondi e un intervallo tra due foto consecutive di soli 0,27 secondi. La EX-ZR200 consente agli utenti di sperimentare il piacere di scattare foto rapidamente anche quando si utilizzano modalità che applicano una complessa elaborazione dell’immagine come Hdr, Hdr-Art e Premium Aut Pro.

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sfruttare filtri/effetti direttamente in macchina, in fase di pre-shooting, per video e foto creativi, scattare panoramiche anche in 3D, utilizzare LCD ruotabili dotati di tecnologia Trublack, usare il touch screen, scattare foto mentre si girano video (funzione Dual Rec), quando le persone sorridono (funzione Smile Shutter) o chiedere alla macchina di riconoscere la scena, scattare più fotogrammi, compattarli e generare così foto perfette in meno di 0,3 secondi. Qualità fotografica migliorata grazie all’evoluzione delle componenti chiave: sensori, lenti e processori, che rappresentano il cuore pulsante delle fotocamere. L’evoluzione e la varietà dei sensori è aumentata in modo significativo (APS-C su NEX, fino ad arrivare al full-frame), ottiche d’eccezione (Zeiss e Sony), abbinati a processori Bionz. Nelle compatte, gli utenti hanno la possibilità di optare tra macchine con sensori CCD o CMOS Exmor R. La corsa al Megapixel per Sony è giustificata solo se unita allo sviluppo tecnologico e accompagnata da un’evoluzione del processore che consente di ridurre il rumore, avere nitidezza e maggiore velocità di messa in focus anche in condizione di scarsa luminosità.

Una delle case giapponesi che è stata più a rischio quando il passaggio al digitale ha drasticamente diminuito l’uso di pellicole, Fujifilm ha saputo convertirsi puntando su qualità e trasformando il film in funzioni integrate. Da tenere d’occhio la Finepix X100 e la X10, due corpi macchina che sfidano le reflex e imitano lo stile classico delle macchine a telemetro pur essendo attualissime. La prima è una compatta senza zoom con mirino ibrido, sensore ad alti Iso da 12 MP e rumore ridottissimo. L’altra compatta è la X10: scatta in Raw, in modalità manuale per utenti esperti, ha un mirino che copre gran parte del campo inquadrato e zoom 4x. Chiudiamo con la X-S1, compatta a lenti intercambiabili che si trasformerà presto in oggetto del desiderio di molti appassionati. Prodotto professionale dalle prestazioni elevate sempre in stile vintage (ha perfino una custodia in pelle), è caratterizzata da un

Olympus

Fujifilm

sensore X-Trans CMOSTM APS-C da 16 MP, un nuovo attacco X per il montaggio dell’obiettivo, filtri colore, simulazione di esposizione multipla, un mirino Hybrid e tre ottiche di base fisse (18, 35 e 60mm). L’uso di una matrice ispirata alla pellicola (per continuare, ad esempio, il mito delle storiche Velia) ha reso necessario un processore più potente per elaborare i dati: si chiama EXR Processor Pro, progetto che consente di ottimizzare le potenzialità del sensore fornendo elevata velocità e alta precisione di elaborazione delle immagini.

La campagna di lancio recita “Il futuro è arrivato”: sarà disponibile da aprile la nuova OM-D, mirrorless professionale con corpo in lega di magnesio in stile retrò, anti polvere e spruzzi, stabilizzatore a 5 assi per foto e video, mirino elettronico integrato ad alta definizione che consente di verificare sullo schermo la regolazione manuale di luminosità e colore. Vanta, inoltre, un sistema Fast AF con prestazioni da record, innovativo sensore Live MOS da 16 MP, processore immagine TruePic VI per fornire immagini di alta qualità e sensibilità. Accessori da segnalare sono l’impugnatura portabatteria opzionale HDL6, l’adattatore MMF-3 per obiettivi del sistema QuattroTerzi e il lampeggiatore elettronico FL-600R, oltre a due nuovi obiettivi intercambiabili (che ampliano la gamma disponibile): l’ottica da ritratto M.ZUIKO DigitaLED 75mm 1:1.8 e il macro M.ZUIKO Digital ED 60mm 1:2.8.

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FAB4

Francesco D’Ambrosio

Scatti stampati nella memoria Canon Pixma Pro-1 Nelle fotografie stampate “in casa” – nel senso più ampio del termine, quindi anche in studio o in ufficio – Canon ci crede e dimostra di continuare a puntarci sempre di più. L’ultima arrivata nella famiglia Pixma Pro è infatti un avanzato concentrato di tecnologia e innovazione. Il motore di stampa è infatti alimentato da ben dodici colori separati, in grado di riprodurre una gamma cromatica incredibilmente ampia e fedele. Di questi dodici, cinque sono inchiostri monocromatici dedicati alla stampa in bianco e nero, resa ancora più incisiva grazie alla tecnologia Chroma Optimizer, che assicura una lucentezza uniforme e una maggiore densità del nero nelle immagini; si sa, la vera difficoltà per tutte le stampanti è proprio la riproduzione di immagini in bianco e nero e la Pixma Pro-1 questa sfida sembra vincerla alla grande. Gli altri sette colori sono generati dai nuovi inchiostri a pigmento Lucia che promettono un’ottima resa e una lunga durata nel tempo: Canon raccomanda difatti questa stampante anche per riproduzioni commerciali e per esposizioni. La risoluzione massima arriva a 4.800 x 2.400 dpi segue e viene gestita in automatico dal nuovo sistema

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Epson Stylus Photo R3000 Ecco un’altra stampante dedicata a fotografi e a professionisti della grafica, ma a un prezzo che non le impedisce di trovare spazio pure sulla scrivania di un appassionato “evoluto”: i costi dei modelli consumer ci hanno abituato ad altro (per una entry level si spende come per un pacco di carta fotografica), ma qui siamo di fronte a tutt’altra tecnologia e a ben diversi risultati. Insieme a Canon, Epson è un brand di riferimento per le stampanti A3+ fotografiche e questo è il suo attuale top di gamma che si è già aggiudicato l’Eisa Product Design Awards 2011/2012 – premio assegnato dalle riviste tecniche professionali che fanno capo alla European Imaging and Sound Association – e il Premio Tipa 2011 nella categoria “Best Expert Photo Printer”, assegnato dall’associazione internazionale che riunisce una trentina di testate specializzate del settore imaging. Il motivo di tali riconoscimenti? La qualità di stampa, naturalmente, unita a un ottimo design. Inoltre è da segnalare la connettività Wi-Fi integrata, una caratteristica degna di nota in segue questa tipologia di prodotto. La Stylus Photo R3000


Come la musica, anche le foto nel passaggio dall’analogico al digitale sono diventate “liquide”, ovvero hanno perso il legame intrinseco con il loro supporto. Per quasi due secoli, dagli albori della fotografia a pochi anni fa, non è stato così: il prodotto fotografico – la foto – non era l’immagine catturata dalla macchina, ma la stampa su carta dell’immagine stessa; anche con l’avvento della diapositiva questo paradigma non è cambiato: la foto – benché più eterea perché “fatta di luce” – ha mantenuto il suo indissolubile legame con il supporto, in questo caso la pellicola. Il digitale ha rivoluzionato

molte cose nel mondo della fotografia, ma prima di tutto ha trasformato il modo stesso di intendere la fotografia che è oggi l’immagine, l’insieme di informazioni che descrivono uno scatto, al di là del supporto di visualizzazione che può essere lo schermo di un computer, una tv, il display di un tablet o di uno smartphone, oltre naturalmente allo stampato fisico. Quest’ultimo – nonostante tutto – resta comunque il mezzo più espressivo, come sanno bene i professionisti e gli appassionati di immagini. Per la stampa di qualità è oggi possibile affidarsi ai service di stampa oppure

dotarsi di un dispositivo “personale” e dedicato: qui la tecnologia ha fatto passi da gigante e oggi ci sono modelli che offrono risultati di altissimo livello. In questa panoramica abbiamo selezionato i due dispositivi di riferimento per la stampa fino al formato A3+, un plotter per stampe in dimensioni A1+ e un apparecchio supercompatto con una vocazione chiaramente consumer, ma che può soddisfare anche esigenze professionali. Non è una comparativa e non potrebbe esserlo tra dispositivi così diversi: sono solo le nostre “fantastiche quattro” tra le soluzioni sul mercato dedicate alla stampa fotografica.

Polaroid Grey Label GL10 HP DesignJet 130 Le stampanti in formato A3+ permettono di ottenere stampe digitali di dimensioni generose, in grado di soddisfare svariati ambiti di utilizzo. Per immagini ancora più grandi bisogna invece affidarsi ai plotter, di solito dedicati alla stampa di disegni tecnici e tavole architettoniche, ma che in alcuni casi hanno invece un’esplicita vocazione per le riproduzioni fotografiche. Un modello di riferimento in questo ambito è sicuramente l’HP Designjet 130, che offre stampe di alta qualità fino al formato A1+, con larghezza di 625 mm e lunghezza del singolo foglio che può arrivare a 1.625 mm (e stampa continua fino a 15,2 metri) se si utilizza come supporto la carta in rotolo, offerto da HP anche nelle varianti dedicate alla stampa fotografica. La tecnologia è a getto d’inchiostro con sei cartucce separate – nero, ciano, magenta, giallo, ciano chiaro, magenta chiaro –, mentre la risoluzione arriva a 2.400 x 1.200 dpi, con gocce da 4 picolitri. Gli inchiostri sono del tipo “dye based”, non a pigmenti, quindi estremamente fluidi e capaci di segue penetrare nelle fibre del supporto di stampa per

Un mondo totalmente a sé è quello delle stampanti fotografiche compatte, agli antipodi rispetto a quello dei dispositivi professionali sia – e ancor di più – a quello dei plotter per grandi formati. Eppure anche questi strumenti possono rappresentare una scelta valida per la stampa di foto di qualità se, naturalmente, ci si accontenta del classico formato cartolina. Le stampanti fotografiche compatte sono nate come oggetti tipicamente consumer e hanno avuto un buon successo nel periodo di transizione tra la fotografia analogica e quella digitale, quando chi scattava senza pellicola sentiva ancora il bisogno di “vedere e toccare” le immagini che aveva catturato. Oggi sono meno in voga tra il grande pubblico ma, paradossalmente, possono essere riscoperte da diverse categorie di professionisti – fotografi inclusi – che ad esempio possono utilizzarle per realizzare provini di stampa al volo. Anche la tecnologia delle stampanti compatte ha fatto passi da gigante in questi anni e la qualità che offrono è ora paragonabile a quella di un normale service di stampa fotografica. Tra i modelli compatti, la più compatta arriva da un marchio che segue della stampa istantanea è praticamente sinonimo,

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FAB4 Canon Pixma Pro-1 Oig (Optimum Image Generating) che analizza il colore della foto prima della stampa e calcola la combinazione d’inchiostro e il volume delle gocce, che vengono poi posizionate sulla carta in maniera accurata dalle testine di stampa Fine dotate di 1.024 ugelli, per un totale di 12.288 ugelli. Il tutto per una dimensione del foglio che arriva all’A3+. È sicuramente una stampante dedicata a utilizzi professionali, ma un suo spazio lo può trovare anche in ambito “prosumer”: un vero appassionato di fotografia può spendere la medesima cifra anche solo per un obiettivo, per non parlare dei corpi macchina. Tecnologia di stampa Cartucce colore Risoluzione di stampa Velocità di stampa fotografica Dimensione fogli Area stampabile Spessore massimo carta Cassettino stampa Cd/Ddv Display Lcd Connettività Sistemi operativi supportati Dimensioni Peso Prezzo Iva inclusa

getto d’inchiostro 12 fino a 4.800 x 2.400 dpi A3+: circa 175 secondi da 100 x 150 cm a 355 x 482 mm n.d 0,6 mm sì no Usb 2.0, Ethernet 10/100Base-T, PictBridge Windows 7, Windows Vista, Windows XP, Mac OS X 69,5 x 46,2 x 23,9 cm 27,7 kg 1.064 euro

HP DesignJet 130 la massima omogeneità e naturalezza della resa delle immagini con una resistenza allo sbiadimento garantita per oltre ottant’anni. Il Designjet 130 si collega al computer via Usb e il software di gestione, per quanto ricco di parametri di regolazione, offre molte funzioni automatizzate che consentono di ottenere da subito risultati di qualità: per utilizzarla, insomma, non occorre essere dei guru della stampa digitale. Un’ultima considerazione va fatta sul prezzo: benché quello di listino superi abbondantemente i duemila euro, la Designjet 130 è un modello da tempo sul mercato e il suo prezzo “reale” arriva a essere sensibilmente più basso, rendendola appetibile a una base di utenti assai più ampia. Tecnologia di stampa Cartucce colore Tipi di inchiostro Tecnologia a colori Risoluzione di stampa Ugelli della testina di stampa Velocità di stampa fotografica Dimensione fogli Area stampabile Display Lcd Connettività Sistemi operativi supportati Dimensioni Peso Prezzo Iva inclusa

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getto d’inchiostro 6 dye, resistente allo sbiadimento ColorSmart III fino a 2.400 x 1.200 dpi 304 A1+: 17 minuti; A3: 6 minuti fino a 625 x 1.625 mm larghezza 610 mm no Usb 2.0, parallela Centronics Ieee-1284 (conforme Ecp), 1 slot Eio Windows, Mac OS X 105 x 41,5 x 22 cm 22 kg 2.160 euro (prezzo da verificare)

Epson Stylus Photo R3000 utilizza la tecnologia a getto d’inchiostro con una risoluzione fino a 5.760 x 1.440 dpi. Gli inchiostri Epson UltraChrome K3 Vivid Magenta sono nove, separati: Nero Photo, Nero Matte (utilizzati a seconda del supporto), Nero Light, Nero Light Light (per immagini in bianco e nero impossibili da riprodurre con la normale quadricromia), Ciano, Ciano Light, Giallo, Vivid Magenta e Vivid Magenta Light. Epson dichiara che, nelle giuste condizioni di esposizione, le stampe durano nel tempo senza sbiadire per circa settantacinque anni; superano i cento quelle in bianco e nero: più di una stampa fotografica tradizionale da negativo. Tecnologia di stampa Cartucce colore Risoluzione di stampa Velocità di stampa fotografica Dimensione fogli Area stampabile Spessore massimo carta Cassettino stampa Cd/Ddv Display Lcd Connettività Sistemi operativi supportati Dimensioni Peso Prezzo Iva inclusa

getto d’inchiostro 9 (tre densità di nero) fino a 5.760 x 1.440 dpi A3+: circa 250 secondi da 89 a 329 mm (da 3,5 a 13 pollici) 329 x 1.117 mm 1,3 mm sì sì Usb 2.0, Ethernet 10/100Base-T, Wi-Fi 802.11n Windows 7, Windows Vista, Windows XP, Mac OS X 61,6 x 36,9 x 22,8 cm 15 kg (senza cartucce d’inchiostro) 805,65 euro

Polaroid Grey Label GL10 ovvero Polaroid. La nuova Grey Label GL10 più che una stampante è in verità una “camera oscura” in formato tascabile: non utilizza infatti un sistema a testine e inchiostri, ma una tecnologia proprietaria basata su una speciale carta fotografica rivestita dai cristalli dei vari colori di stampa che reagiscono al calore della testina; non a caso questo sistema si chiama Zink, ovvero Zero Ink Printing. Il formato è il classico Polaroid oppure 7 x 10 cm (3 x 4 pollici) senza bordi. Permette di stampare da Usb oppure Bluetooth ed è alimentata anche a batterie per poter stampare foto on-the-road, oppure, ad esempio, direttamente sul set di uno shooting. Tecnologia di stampa Cartucce colore Formato carta Velocità di stampa fotografica Connettività Wireless Stampa da memoria Usb Stampa da fotocamera Sistemi operativi supportati App per smartphone Costo carta Batteria ricaricabile Dimensioni Peso Prezzo Iva inclusa

sublimazione termica no: i cristalli di colore sono già sulla carta fotografica 7 x 10 cm (3 x 4 pollici) 45 sec. Usb Bluetooth sì PictBridge Windows, Mac OS X Blackberry, Android e Windows Phone (iPhone e iPad al momento no) 16,99 euro (confezione da 30 pezzi) sì 14,7 x 11,4 x 2,8 cm 430 g 160 euro


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ATTUALITA’

Umberto Calloni, titolare di Guatteri e Visual Project

Una|passione|chiamata|tattoo! Riuscire a sintetizzare gli ambiti di specializzazione di Guatteri e Visual Project non è certo semplice. L’azienda si sviluppa su un’area di 10.000 metri, dei quali quasi 5.000 sono coperti da capannoni e uffici. Tecnologie all’avanguardia sono le padrone indiscusse di questa realtà produttiva in grado di realizzare le applicazioni più variegate. Dalle lavorazioni con il foil a caldo fino al lenticolare (la copertina di Digitalic numero 2 - ndr), dai tattoo per i bambini, fino agli adesivi e all’editoria. Il dottor Umberto Calloni è il titolare

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di questo gioiello in provincia di Reggio Emilia e tra le numerose possibilità realizzative che ci ha mostrato ha scelto di focalizzare l’attenzione sui tatuaggi. Guatteri e Visual Project ha una vera e propria specializzazione in questo settore, ecco perché abbiamo approfondito la tematica dal punto di vista tecnico-produttivo per soddisfare la nostra curiosità.

Tanta tecnica per un piccolo disegno Il tattoo, di norma, viene stampato su una carta siliconata che attraverso l’acqua consente al supporto di potersi staccare dalla base sulla quale è stampato e, successivamente, di venire applicato e trasferito sulla pelle. Guatteri, come dicevamo, ne realizza in grandi quantità con diverse finiture: si va dai tatuaggi, per così dire, “normali” a un colore, a quelli a quattro colori più bianco. A questi si aggiungono tatuaggi con lavorazioni particolari, come quelli con i glitter (i comuni brillantini), oppure i tattoo realizzati con materiali che cambiano colore a seconda

Abilità, tecnologia e professionalità per quei tatuaggi che i bambini adorano e rappresentano ancora oggi un originale ed efficace strumento di comunicazione. Ecco come nascono e quali sono le difficoltà produttive Daniela Schicchi

della luce (detti fotocromici) oppure, ancora, i tatuaggi che mutano colore in base alle frequenze dei raggi uv (utilizzati in cosmesi sulle creme solari). Questi prodotti sono destinati ai bambini e sono venduti, abitualmente, nelle edicole in bustine singole oppure veicolati attraverso prodotti editoriali, come libri e riviste. I tatuaggi sono tutti sicuri e sono realizzati con materiali iscritti nella lista dei prodotti cosmetici veri e propri; quindi totalmente atossici.

Un prodotto per tutti gli stampatori? «Per stampare i tatuaggi bisogna essere uno stampatore curioso; avere le tecnologie adatte e un certo know how nel campo serigrafico (la serigrafia è il passaggio che consente di trasferire la colla dal telaio al tattoo - ndr); infine

completa il tutto la grande manualità dei tecnici che, una volta ottenuto il foglio, lo coprono con un altro anti-colla» afferma Umberto Calloni. Riepilogando servono impianti offset, serigrafici, persone abili, ottime taglierine e precise fustellatrici. Se, poi, vogliamo parlare dei tattoo “speciali” (glitter o fotocromici), allora va precisato che è necessario anche un secondo passaggio serigrafico in produzione. Ecco perché il tatuaggio è un tipo di applicazione che unisce la creatività dello stampatore con una tecnica molto elevata. La tecnologia uv usata da Guatteri permette di avere i fogli subito pronti e asciutti una volta usciti dalla macchina, con il vantaggio di un’alta produttività, molto apprezzata dai clienti di questa azienda.



ATTUALITA’ Atteso e previsto, ecco il debutto ufficiale del colosso coreano nel sempre più strategico segmento degli Ultrabook. Un settore che promette margini e prezzi impensabili fino a qualche tempo fa nel mercato dell’hardware e dei notebook

E|alla|fine arriva|Samsung… Tutti pazzi per gli Ultrabook. Costano mediamente di più, sono tremendamente belli e potenti, fanno felici i delusi dei netbook e anche gli operatori di canale che da tempo avevano abbandonato l’idea di poter sviluppare margini e opportunità di business di rilievo nel mondo dei notebook. Sulla scia dei pionieri MacBook Air e Intel, sono poi scesi in campo i grandi colossi con

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interpretazioni molto efficaci, da HP ad Acer, passando per Asus e Toshiba. All’appello però non poteva certo mancare la versione di Samsung, sempre molto attenta ai nuovi fenomeni di mercato e in grado di sviluppare – con le sue potenti leve – prodotti innovativi e concorrenziali. Ecco dunque che, proprio nelle scorse settimane, sono arrivati finalmente in Italia i notebook Samsung Serie 5 Ultra. Alimentati dall’innovativo

processore Intel Core i5 di seconda generazione, integrano un sistema Diskeeper Express Cache e una potente scheda grafica ad alta definizione AMD Radeon. Il tutto racchiuso in chassis incredibilmente sottili e leggeri, per assicurare massima potenza in completa mobilità. «Gli utenti non si accontentano più di dispositivi solo leg-

geri e ultra-sottili, ma desiderano strumenti potenti in grado di sostenere in modo efficace e sicuro una grande mole di dati e file digitali in continua espansione – ha commentato Carlo Barlocco, vice presidente IT & Telecom di Samsung Electronics Italia –. Con il nuovo Serie 5 Ultra intendiamo rispondere esattamente a queste esigenze».

Piccolo,|dal|cuore|d’oro! Il primo tablet al mondo con processore quad-core Nvidia Tegra 3 e sistema operativo Android 4.0 Ice Cream Sandwich. Asus gioca la carta più prestigiosa e cerca la mossa vincente su un mercato molto affollato e complesso come quello dei tablet. Eee Pad Transformer Prime è incredibilmente sottile, con un profilo di soli 8,3 mm ed estremamente leggero con un peso record, per la categoria, di soli 586 g. La cover grigio ametista in alluminio è stata una scelta

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Asus gioca la carta della potenza racchiusa in un innovativo tablet, pronto a entrare in una delle arene più affollate del mercato Ict Daniela Schicchi

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stilistica che, oltre ad assicurare una presa sicura e confortevole, ne ha fatto un dispositivo molto resistente. Grazie alla potente Cpu quad core Tegra 3, che utilizza la tecnologia vSMP (Variable Symmetric Multiprocessing) e integra un motore grafico GeForce assistito da ben 12 core, il nuovo tablet garantisce una più avanzata e migliore esperienza d’uso, assicurando la massima reattività nelle attività multitasking, una navigazione Web ancora più veloce e flui­ da e un’impeccabile riproduzione di video fino al formato full HD. A ciò si aggiunge una web-

cam da 1,2 Megapixel integrata nella cornice del display per video-chat e videoconferenze, mentre la video­camera sul retro dello chassis vanta un sensore da ben 8 Megapixel intelligente, messa a fuoco automatica e un potente flash led per catturare foto ben definite. Il Transformer Prime offre anche un’eccellente qualità audio grazie all’esclusiva tecnologia Asus SonicMaster, che consente di restituire un suono nitido, tridimensionale e cristallino. Con una memoria interna da 32 GB, il nuovo Transformer Prime permette versatilità di archiviazione includendo anche uno slot per schede di memoria micro SD direttamente sul pad e un lettore aggiuntivo per schede SD di tipo “full-size” sulla tastiera docking.


Giacomo Mosca, B2B manager Italy di Iomega Corporation

Iomega|apre|la|stagione della|videosorveglianza Una nuova certificazione ad hoc per reclutare partner specializzati, un nuovo Vad in arrivo e la voglia di aggredire un mercato ad alto tasso di valore. Iomega rilancia il suo cuore enterprise e apre a nuovi canali Marco Lorusso

Un impegno serio, concreto, efficace per cavalcare quello che, ad oggi, rappresenta uno dei mercati più dinamici e interessanti per il canale Ict. Un mercato, la videosorveglianza, che – sulla scorta della poderosa convergenza su IP – richiede a tutta la filiera che intende maneggiarlo una dose non indifferente di competenze e specializzazioni. Iomega lo sa e si sta muovendo di conseguenza. La società, dopo l’acquisizione da parte di Emc nel 2008, sta af-

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fermando il suo focus sempre più verso il mondo enterprise. «Quella che ci unisce a Emc – spiega infatti Giacomo Mosca, B2B manager Italy di Iomega Corporation – è una partnerhip ottimamente articolata che vede le nostre aree di competenza molto ben integrate e complementari. La nostra offerta copre le esigenze dal singolo utente fino alla media azienda, diciamo fino a 250 utenti. Non solo, molte volte ci affianchiamo a Emc sulla stessa impresa. In questi casi Emc si occupa del data center centrale, Io-

mega punta alle filiali. Il tutto si traduce in importanti opportunità di business e di allargamento del parco clienti per entrambi i canali». Va letta proprio in quest’ottica la volontà di affermarsi ora anche nel mondo della videosorveglianza, un settore che presenta molte sinergie proprio con il mercato dello storage (storico per Iomega). Per questo, all’interno del programma ioclub (5.000 dealer registrati), è stata inserita la nuova specializzazione dedicata alla videosorveglianza. Una certificazione che punta a reclutare nuovi partner. A loro Iomega dedicherà training tecnico, sconti aggiuntivi e supporto su progetti complessi. Non solo; in aggiunta ai distributori attuali – sei in tutto: Computer Gross, Datamatic, Esprinet, Ingram Micro, Magirus, Tech Data – a breve sarà inserito un Vad con un focus specifico in videosorveglianza e sicurezza.

«Ma|quale|declino!»,|ecco|Blackberry|Bold|9790 Display touch ultra sensibile ad alta risoluzione, comoda tastiera Qwerty, un preciso trackpad ottico e un design di impatto. Rim alza la testa e rilancia con forza il suo ruolo da protagonista nel mondo della mobility con il nuovo Blackberry Bold 9790, la “ammiraglia compatta” della gamma Blackberry, come l’ha definita Alberto Acito, managing director di Reaserch In Motion Italia. «Negli ultimi sei mesi abbiamo lavorato alacremente, senza sosta e con grande passione – ha voluto sottolineare Alberto Acito –. Prova ne sia che abbiamo presentato sei dispositivi, uno ogni mese. Come risultato, l’offerta Blackberry di oggi è molto diversa rispetto a quella di un anno fa. Attualmente offriamo una gamma di pro-

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Rim risponde alle voci (non particolarmente benevole) di mercato con l’annuncio, anche in Italia, dell’atteso Blackberry Bold 9790, il nuovo smartphone che strizza l’occhio al design Riccardo Pirana

dotti profondamente rinnovata dal punto di vista tecnologico e del design, che offre all’utente un’esperienza totalmente diversa dalla concorrenza». A quanto pare, Rim sembra tutt’altro che in declino…

Alberto Acito, managing director di Reaserch In Motion Italia

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ATTUALITA’ Le nuove soluzioni firmate da Pfu Fujitsu rendono tutto ancora più semplice e strizzano l’occhio al complesso mondo delle piccole e medie imprese e al settore bancario

Z-Generation, la|scansione|alla conquista|delle|Pmi Digitalizzare, dematerializzare, gestire, rendere fruibili dati, informazioni e documenti critici di ogni forma e dimensione. La rivoluzione dei big data passa anche dall’intelligenza che sapranno sviluppare le periferiche di scansione. Non a caso, proprio in questo periodo, Pfu Imaging Solutions sta spingendo molto sull’acceleratore ampliando la sua gamma di soluzioni Scan-to-Process e

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introducendo ora quattro nuovi scanner della linea Z-Generation. Le periferiche della Z-Generation – come ha affermato Maurizio Barondi, marketing and communication manager di Pfu Imaging Solutions – sono robuste e compatte (con la possibilità di passare in scansione fino a 4.000 pagine al minuto per la serie 6130 e 6230); sono dotate di lucchetto Kensigton per garantirne la sicurezza;

La|lingua|di|WatchGuard Si sa che l’Italia è il Pae­se delle partite Iva e delle relazioni, personali, delicate, pas­sionali… che van­no alimentate attraverso la ca­pacità di ascoltare, capire e parlare la lingua dei propri partner e clienti. Una lingua che, nella nostra nazione, deve strategicamente essere l’italiano. Anche e soprattutto per questo WatchGuard – al fine di consolidare e rilanciare il suo ruolo di protagonista nel canale della security nel Bel Paese – ha deciso di avviare l’apertura di una sede nella capitale. «La decisione di aprire una filiale a Roma

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è una logica conseguenza della crescita che WatchGuard ha avuto in Italia fino a oggi – spiega Fabrizio Croce, area director Semea di WatchGuard Technologies –. Era ormai diventato necessario avere una base logistica e di rappresentanza dove poter ricevere clienti ed erogare assistenza e supporto tecnico finalmente in lingua italiana. La decisione è condivisa dall’head­quarter a Seattle

Daniela Schicchi

possono arrivare a gestire anche il formato A3. Se poi consideriamo le serie 6140 e 6240, la produttività in scansione può arrivare fino a 6.000 pagine al minuto, mentre per quanto riguarda i supporti e lo spessore massimo accettato dalle periferiche si arriva fino a 1,4 mm. Questo consente di poter avere scansioni anche di supporti come le carte di credito. Ecco perché questi dispositivi sono graditi al settore bancario e alle

Pmi che hanno grandi necessità di archiviazione di documenti cartacei su periferiche digitali. Il canale distributivo si articola, come di consueto, su portali di e-commerce e sui distributori ad alto valore aggiunto che Pfu sceglie sempre con grande attenzione. «Ancora niente sul lato Wi-Fi?» è stato infine chiesto a Barondi, che si è limitato ad affermare: «Non posso anticiparvi nulla, ma ci rivedremo presto!».

e la scelta è strategica anche per la vicinanza con le sedi delle maggiori Telco già nostre clienti». L’ufficio di rappresentanza ufficiale a Roma si trova presso il Business Centre Parco de’ Medici, in viale Castello della Magliana n. 38. La nuova sede italiana di WatchGuard vedrà al suo interno due divisioni, una tecnica e una sales, con cinque risorse dedicate a supportare e assistere i clienti. Presso la sede di Roma si terranno anche i corsi tecnici e di aggiornamento per i clienti del centro-sud Italia, mentre per

il resto del territorio nazionale WatchGuard continuerà a proporre i propri corsi presso le strutture dei partner di canale o in apposite location.

Continua la progressione nostrana per la società focalizzata nel mondo della security. Grazie alla nuova sede di Roma, assistenza e supporto saranno finalmente in italiano

Fabrizio Croce, area director Semea di WatchGuard Technologies


s s ine

s u b o u t l i i d n a p s E con

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PUNTO G 70

L’ECONOMIA GREEN FA I CONTI CON LA CRISI Antonella Tagliabue Amministratore delegato della società di consulenza strategica di direzione Un-Guru, esperta di sviluppo sostenibile. Laureata in Scienze Politiche, con specializzazione in Storia e Istituzioni dell’America Latina. Si è occupata di comunicazione e marketing per multinazionali e grandi gruppi italiani. Da anni si occupa di Green Economy e di responsabilità sociale e ambientale d’impresa, insegna in corsi e master. “Penso che la sostenibilità debba essere una scelta, prima che un dovere, ma che debba essere strategica e, quindi, responsabile. Quando parlo del Pianeta lo faccio con la P maiuscola e credo che il rispetto per la vita in senso biologico debba essere un istinto”. Leggo, viaggio e scrivo per passione. Camus diceva: “Sono contro tutti coloro che credono di avere assolutamente ragione’. Per questo pratico il dubbio, coltivo i miei difetti, cerco di sbagliare sulla base di ragionevoli certezze e mantengo un ottimismo ostinato”

Salvare il posto di lavoro, prima che il pianeta. I temi verdi cedono il posto alle preoccupazioni sulla crisi, anche quando si tratta di emergenza energetica. Ciò nonostante sembrerebbe che le aziende tengano il passo e continuino a impegnarsi a favore dell’ambiente. Alcune anche in maniera provocatoria, invitando a non comprare i propri prodotti, se non necessario, o a restituire quelli usati, come stanno facendo alcuni marchi di abbigliamento sportivo. Il momento è delicato, direbbe qualcuno. Ma cosa sta succedendo? Prendiamo il caso dell’energia solare, da tutti considerata come fattore essenziale e strategico per il futuro dell’umanità. Non è solo una questione di sostenibilità ambientale ma, banalmente, di domanda e di consumi. Quello del fotovoltaico è uno dei business considerati green per eccellenza. Nel 2011 sono falliti alcuni tra i principali player mondiali del settore, come la tedesca Solon e l’americana Solyndra. La ragione principale è legata alla concorrenza asiatica,

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soprattutto cinese. C’è poi il calo della domanda e i tagli ai contributi statali a favore del solare – laddove presenti – che hanno inciso in maniera significativa. Eppure il 2011 è stato anche l’anno record per gli investimenti in energia pulita. Lo conferma un report pubblicato a fine gennaio 2012 da Bloomberg News Energy Finance. Nel 2011 sono stati investiti 260 miliardi di dollari, con una crescita del 5% rispetto all’anno precedente. La metà dei fondi vanno al solare, con circa 136,6 miliardi di dollari, che cresce del 36% anno su anno. Un risultato sorprendente anche in considerazione del fatto che i moduli fotovoltaici sono arrivati a costare, nel 2011, circa il 50% in meno rispetto a tre anni prima. Inoltre per la prima volta dal 2008 gli

Stati Uniti hanno sorpassato la Cina in termini di risorse complessive investite in energia pulita. I segnali sono dunque contrastanti e non è facile interpretarli. Se si estende l’analisi anche al resto dell’economia il risultato non cambia. Secondo il rapporto State of Green Business 2012, realizzato da GreenBiz, l’economia verde è in fase di stallo. Giunta alla quinta


pulite, che si mantengono al livello del 2010, mentre crescono notevolmente (+24%) i brevetti per lo sviluppo di energie green. E poi c’è la questione della trasparenza e della rendicontazione. Il numero delle aziende che realizzano report ambientali e sociali è sostanzialmente stabile.

Stabile anche il livello di trasparenza sugli impatti ambientali. È dal 2009 che non cresce il numero di aziende disposte a rilasciare informazioni sulle performance ambientali. Per la prima volta dal 2006 però scende, anche se lievemente, il numero di società dello S&P 500 che rilasciano dati sulla loro impronta in termini di emissioni di CO2 [fare 2 in pedice], che passa dalle 350 del 2010 alle 339 del 2011. Secondo uno studio di Ernst & Young, però, la sostenibilità sta diventando sempre più una questione di interesse dei CFO, i direttori finanziari delle grandi aziende. Emissioni, rifiuti tossici e consumi energetici diventano un fattore di preoccupazione e sempre di più gli azionisti, e spesso anche gli organi responsabili del controllo delle Borse, richiedono informazioni sulla valutazione dei rischi ambientali e su eventuali costi collegati a esternalità negative. Qualche mese fa Kurt Kuehn, CFO di Ups, durante un incontro pubblico, ha tenuto un discorso dal titolo “Cinque ragioni per cui un CFO dovrebbe occuparsi di sostenibilità”. Le 5 ragioni sono: riduzioni dei costi, limitazione dei rischi, crescita di fatturato, capacità di essere innovativi e, infine, poter far crescere le competenze delle persone e attrarre le migliori risorse umane. Si tratta però di una questione da gestire con molta cautela. Lo spiega bene lo stesso Kuehn, che afferma: «La cosa che Wall Street odia di più è la sorpresa». Occorre essere prevedibili, prima che responsabili.

RISORSE

edizione, l’analisi registra – per la prima volta da cinque anni – un calo in molti dei 20 indicatori utilizzati per misurare lo stato di salute del business responsabile. Il dato più preoccupante è quello che si riferisce all’aumento delle emissioni tossiche e di gas a effetto serra. I risultati migliori, invece, sono quelli collegati al Green IT: crescono i prodotti con etichette verdi come Energy Star ed Epeat, rispettivamente del +20% e del +37%. Un altro risultato molto positivo è collegato alla diminuzione dei consumi di carta e al suo riutilizzo. Stabile l’indicatore relativo agli investimenti in tecnologie

Social shopping La Seattle Green Limo è una società di autobus a biodiesel per il trasporto degli invitati ai matrimoni che ha venduto centinaia di coupon su Groupon. E sono molte le opportunità per i consumatori più attenti. Negli Stati Uniti c’è GreenDeals, che in un anno ha attirato più di 150.000 persone. Ethical Deal propone acquisti etici, Philantroper invita i propri membri a fare beneficenza e Sharing Spree dona ai poveri il 10% del ricavato di ogni vendita.

Indici di sostenibilità: l’Italia insegue Francia e Germania Fiat e Pirelli sono i “Sector Leader” italiani secondo il Sustainability Yearbook 2012 di SAM, l’agenzia di rating che valuta le aziende per l’accesso negli indici Dow Jones Sustainability. Oltre ai Sector Leader, lo Yearbook prevede anche Gold, Silver e Bronze Class. Nel settore elettrico Terna si trova nella Gold Class ed Enel nella Bronze Class. Telecom Italia è nella Gold Class delle telecomunicazioni e Snam nella Bronze Class del gas.

L’era glaciale è in ritardo Secondo i ricercatori dell’Università di Cambridge la concentrazione atmosferica di CO2 dovrebbe scendere sotto le 240 parti per milione (ppm) perché abbia inizio una nuova glaciazione, mentre il livello attuale è di 390 ppm. L’ultima era glaciale risale a 11.500 anni fa, per la prossima bisognerà aspettare più dei 1500 anni previsti. Se anche le emissioni si fermassero subito, le concentrazioni rimarrebbero comunque elevate per almeno 1000 anni.

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MRKTNG SIDE THE 72

URGENTE… HO BISOGNO DI UN OTORINO Matteo Ranzi Negli anni ’80 scopre la sua passione per la pubblicità e sogna di avere da grande un’agenzia propria. Mette quel sogno nel cassetto. Negli anni ’90 Università, snow-board e vendita di auto per passione. Ad ottobre del 2000 arriva la laurea in Bocconi. Specializzazione Marketing. Viene chiamato in Ingram Micro. In 3 anni diventa Business Manager. La sua passione lo porta alla guida del Marketing Communication e poi del Trade Marketing. Una sera di Marzo del 2009 riapre il cassetto chiuso negli anni ’80 e ritrova il suo sogno. Riascoltando il famoso discorso di Steve Jobs, capisce che è arrivato il momento di dare sfogo al suo lato foolish e hungry. Fonda Mille Ottani, l’agenzia marketing di cui è titolare. Fa della sua passione una professione e si lancia nella nuova avventura. Ogni giorno le sue riflessioni sul marketing vengono seguite nei social network da oltre 3.000 marketeers.

“Ehi, mi dai il tuo numero di telefono?” Questa era la domanda che tutti abbiamo fatto per cercare di creare legami con l’altro sesso. Avere quel numero significava essere autorizzati a procedere nelle fasi successive, per arrivare forse alla meta sognata. Oggi non è più così. Nel decennio dei social media la domanda è diventata: “Ehi, ci sei su Facebook?” Mentre il colosso fondato da Zuckerberg viene quotato in borsa 5 miliardi di dollari, la popolazione di Facebook subisce un incremento demografico esponenziale. Ormai siamo quasi arrivati a 1 miliardo di facce. È un “continente” tanto virtuale, quanto assolutamente reale. È fatto di conversazioni fluide e senza interruzioni tra amici, amici degli amici e sconosciuti con cui per vari motivi si creano dei legami social. Il “Libro delle Facce” è solo il più vasto dei numerosi ambiti dove pullulano le conversazioni in Rete. Queste conversazioni prendono il posto delle telefonate e delle e-mail, soluzioni comunicative che andavano per la maggiore fino a pochi anni fa. Le

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generazioni Y e Z, infatti, assimilano la posta elettronica a qualcosa di vetusto. Sostituiscono i blocchi di comunicazione in uscita e in entrata con i dialoghi fluidi dei social e della messaggistica istantanea. I social non sono nati come luogo di commercio, dove si incontrano domanda e offerta per mettere in atto delle transazioni. Sono però il non luogo che maggiormente influenza le decisioni di acquisto. Si parla infatti di

PERCHÉ ANCHE LA TUA AZIENDA DEVE VIVERE NEI SOCIAL MEDIA “commercio sociale”. Il principio è il più vecchio del mondo: io mi fido di parenti e amici e quindi anche dei loro consigli per gli acquisti. Con la tecnologia abilitante dei social la cerchia degli amici aumenta. In pochi istanti posso chiedere informazioni e pareri alla mia pletora di contatti in Facebook. In base alle risposte maturo la mia intenzione d’acquisto. Anche quando non chiedo nulla, i post e i commenti del tessuto social in cui mi muovo in Rete influenzano comunque la mia

propensione verso brand e prodotti e quindi i miei acquisti futuri. “Urgente… ho bisogno di un bravo otorino per il mio bambino: dobbiamo decidere se operarlo, ma voglio prima un altro parere… grazie!”. Così ha scritto venerdì scorso Loredana D. sulla sua bacheca in Facebook. Affidarsi ai consigli dei social è una propensione sempre più spiccata anche per le scelte importanti. Negli Stati Uniti più del 34% delle persone si affidano ai social per le loro ricerche mediche (Fonte iCrossing). Dal medico si è passati a Google (come cantava J-Ax nel 2009 con “I vecchietti fanno oh”) ed ora ai social, che progressivamente diventano anche motori di ricerca. In questo scenario in cui le persone vivono in due mondi, quello reale e quello social, il marketing delle aziende deve passare dalla comunicazione tradizionale al dialogo con il proprio target nei social media. Non è una scelta obbligata, ma sensata, che va fatta per gradi e con attenzione se non ci si vuole allontanare sempre di più da clienti attuali e potenziali. Questo passaggio richiede però un notevole cambio di mentalità alle


ancora: “… mentre quello che SBAGLIATE SEMPRE VOI TUTTE è accusare le persone che NON CONOSCETE, modelle che lavorano, di essere malate”. Con queste parole un noto brand di moda, Patrizia Pepe, ha deciso di attaccare le liker della propria pagina Facebook che si sono permesse di far notare che le foto di modelle anoressiche – o supposte tali – non sono forse l’esempio migliore che vorrebbero. Un attacco da parte del brand ai propri liker che ha lasciato profonde tracce in Rete. Ancora oggi, a distanza di quasi un anno dai fatti, la prima pagina di Google che si raggiunge digitando il tag “Patrizia Pepe” vede dei risultati che parlano negativamente di quel fatto. Persino la trasmissione “Le Iene” ha fatto un reportage su questo caso, nato da un semplice commento in Facebook. È un episodio noto e non isolato di un errato comportamento presente nei social. Un comportamento che ci si poteva permettere forse di avere senza subire conseguenze solo qualche anno fa. Oggi no. Le nuove logiche relazionali con il proprio target possono essere “marziane” per chi è a

RISORSE

imprese. Il rapporto tra azienda e cliente nei social media poggia infatti su fondamenta diverse dagli schemi relazionali che hanno ancora in mente numerosi imprenditori e manager. Chi non comprende questo aspetto fondamentale, si brucia velocemente. Le nuove logiche sono quelle racchiuse nelle “Tavole della Legge” del Web 2.0: il Cluetrain Manifesto (facilmente reperibile in Rete). In breve: clienti e azienda devono essere sullo stesso piano, devono poter conversare, collaborare e basare il proprio rapporto in una logica da pari a pari. La trasparenza è d’obbligo, perché un’azienda che bara viene scoperta in breve tempo e messa alla berlina con forza sul Web. Il manico del coltello è passato di mano: oggi lo hanno le persone. L’azienda deve ascoltarle e cercare di migliorare sempre più il proprio offering. Pena, l’esclusione dal mercato. I manager devono scendere dal trono aziendale e dialogare con rispetto anche con il più piccolo e arrabbiato dei clienti. “Scusate se non rispondiamo. Sono provocazioni non utili” e

digiuno di conoscenze del nuovo marketing. Se non si comprendono e si fanno proprie, però, i marziani potrebbero rimanere gli unici ad acquistare i propri prodotti. “Ma dottore, noi abbiamo il nostro database e-mail profilato. È quella la nostra risorsa chiave, la vera ricchezza…”. Così chiosava un marketing director incontrato settimana scorsa. I nuovi database sono i contatti nei propri ambiti social e i contatti di questi altri contatti. È un database molto più potente e ampio rispetto a una serie di indirizzi e-mail con relativa profilazione. Un contatto dei database in Excel vale uno. Un contatto in Facebook, per esempio, vale mediamente più di 100 contatti. Infatti ogni singola persona che segue una pagina pubblica è collegata direttamente, spesso, ad almeno 100 altre persone. Quindi le sue interazioni con quella pagina sono visibili in tempo reale da tutti i suoi contatti. Contatti che, come visto, sono influenzati dalle azioni nei social anche di quella persona. Dunque, come sostiene Erik Qualman nel noto testo “Socialnomics”, il database tradizionale è una ricchezza che si svuota di valore. Il valore si trasferisce nei contatti dei social media. Ecco un ulteriore aspetto da cui i marketing manager non possono prescindere, nemmeno nell’IT. Insomma, se si vuole avere un futuro sostenibile, è arrivato il momento di portare la voce delle aziende nei social media. Tu che aspetti?

http://alturl.com/axi8w Socialnomics, di Erik Qualman, è uno dei testi di riferimento per comprendere le nuove logiche dei social media. Si tratta di una lettura che non dovrebbe mancare nella libreria dei marketing manager e degli imprenditori.

http://alturl.com/h34rs Il video della trasmissione di “Le Iene” sul caso Patrizia Pepe, scoppiato in Facebook in seguito alla condotta errata nella gestione di una pagina Facebook da parte del brand.

http://alturl.com/duzie Il video di J-Ax, ex leader degli Articolo 31, di “Anche i vecchietti fanno oh” in cui il cantante indica come oggi “ci si cura con Google e non con il dottore”. Pure i social media stanno diventando sempre più un ambito che le persone interrogano per avere suggerimenti, anche di natura medica.

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ATTUALITA’ Marvin Blough, vice presidente SonicWALL e responsabile canale worldwide

Vogliamo|un|canale speciale! «Più che al reclutamento di nuovi partner, puntiamo a mettere quelli esistenti nelle condizioni di aumentare competenze e business». Marvin Blough, vice presidente SonicWALL e responsabile canale worldwide è un manager con una lunga esperienza e con le idee tremendamente chiare. In una breve ma intensa inter-

«P

Digitalic a tu per tu con Marvin Blough, vice presidente SonicWALL e responsabile canale worldwide, per parlare di sicurezza, valore e dealer… Riccardo Pirana

La|sicurezza|serve… e|si|“vede” La domanda guida l’innovazione. Questo è il motto che Blue Coat segue da tempo e questo è uno dei temi trattati in occasione della recente tavola rotonda svoltasi a Londra, dove partner del calibro di Polycom e Ibm – insieme a Blue Coat – hanno tracciato le linee guida future in tema di video security online. Sì, perché la produzione video all’interno della aziende cresce sempre più, comportando la necessità di poter avere velocità di connessione, sicurezza e comodità di accesso. Certo, gli esempi considerati hanno riguardato aziende di livello enterprise

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come Ibm, ma in Italia dove le Pmi sono la maggioranza, che soluzioni ci sono? A questo ha risposto Dave Ewart, director product marketing Emea di Blue Coat, affermando che sono proprio le realtà medio piccole a manifestare molta aggressività in termini di adattamento al cambiamento. «Basta avere pazienza e saper spiegare quali vantaggi potrebbero derivare

vista esclusiva con Digitalic, il timoniere del canale indiretto firmato SonicWall ha deciso di fare il punto della situazione e indicare la strada ai numerosi partner della società. «La nostra – spiega Blough – è una società al 100% “di canale”; non trattiamo attraverso la vendita diretta, quindi il nostro approccio al mercato è totalmente basato sul modello di relazione con

dall’adeguamento. Individuando la tecnologia più adatta da usare nella realtà all’interno della quale stiamo facendo consulenza», ha aggiunto Ewart. E per quanto riguarda la video experience, il nostro Paese come è messo? «In Italia sono già stati fatti dei test nel settore bancario, dove si facevano riunioni mattutine a distanza per valutare collegialmente le questioni da affrontare», ha continuato il dirigente della Blue Coat. Tutto sta nel saper personalizzare un servizio, visto che ogni azienda ha proprie necessità. E poi c’è

L’uso sempre più massiccio di video, sia a livello di business che di svago, rende la questione sicurezza fondamentale. E Blue Coat lo sa bene Daniela Schicchi

i partner. Per il periodo 20122013, più che al reclutamento di nuovi dealer – un obiettivo che in ogni caso continuiamo ad avere – puntiamo a mettere quelli esistenti in condizione di aumentare le loro competenze attraverso percorsi di training, certificazioni e nuovi corsi di specializzazione. Lo scopo finale è raggiungere insieme nuovi business. Per questo stiamo introducendo un nuovo livello di certificazione, che si articolerà in diverse specializzazioni: Security, Mobility and Mobile Access e Backup and Recovery, ognuno con vari livelli di accesso. Attualmente, comunque, abbiamo circa 3.000 partner in Europa, circa 400 di essi sono Gold partner e Silver partner e il loro profilo tipo è quello di un’organizzazione verticale con un ottimo livello di specializzazione, come i service provider o le organizzazioni di outsourcing IT».

la questione “nuvola”. «La diffusione del cloud è quasi virale e si basa sulla user experience. Più si rende semplice e usabile uno strumento, più l’utente lo richiederà e lo utilizzerà in modo ottimale», ha concluso Dave Ewart.

Dave Ewart, director product marketing Emea di Blue Coat


OneFabric di Enterasys Networks è un’architettura fabric based caratterizzata da un approccio innovativo che garantisce scalabilità, semplicità e controllo sull’infrastruttura di rete tramite un’unica interfaccia

Renzo Ghizzoni, country manager Italia di Enterasys Networks

Riccardo Pirana

La|rete|va|oltre il|data|center Una nuova e più efficiente rete al servizio del data center e non solo. Enterasys Networks ci crede e mette sul piatto la sua architettura OneFabric, un network fabric unificato che abbraccia il data center e l’edge della rete, sia wired sia wireless. OneFabric permette alle aziende di incrementare le performance del network e di aumentare il li-

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vello di sicurezza delle applicazioni business critical, gestendo l’intera infrastruttura tramite una singola interfaccia unificata. OneFabric è un’architettura aperta e basata su uno standard che garantisce semplicità, scalabilità e controllo per gli ambienti IT più complessi; offrendo una piattaforma per la riduzione dei livelli di rete (con un appiattimento delle reti dei data center), permette di realizzare

un’infrastruttura di rete sempre più intelligente. Enterasys propone anche OneFabric Control Center, che offre una singola interfaccia per la gestione unificata di un fabric end-to-end, che prevede anche la piena integrazione di VMware, Citrix e Microsoft, al fine di ottimizzare le performance di rete nei data center virtualizzati. OneFabric Control Center, la prima soluzione della nuova architettura a esse-

“One”|per|tutti,|tutti|protetti Tablet, pc, Mac, smartphone… tutti collegati, connessi a reti di ogni forma e dimensione tutti in comunicazione fra loro, tutti si scambiano dati critici ogni giorno, ora, secondo. La sfida della sicurezza globale non è mai stata così cruciale e strategica per il mondo Ict e per gli operatori di canale. Kaspersky Lab gioca il suo “carico” alzando il sipario su Kaspersky One Universal Security, la soluzione di sicurezza completa che fornisce protezione per una vasta gamma di dispositivi elettronici. «Kaspersky One Universal Security – ha dichiarato Eugene Kaspersky, Ceo e co-fondatore di Kaspersky Lab – permette agli utenti di proteggere con facilità pc Windows, Mac, smartphone e tablet basati su Android con una sola licenza. La tecnologia di Kaspersky Lab garantisce protezione in tempo reale contro malware e cyber crime». Il panorama delle minacce del resto non ammette perdite di tempo: secondo una ricer-

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ca condotta da Kaspersky Lab, solo il 34% degli utenti italiani che possiede uno smartphone ha una protezione anti-virus installata e il numero di minacce che colpiscono questi dispositivi cresce ogni giorno. Nel 2011 gli esperti di Kaspersky Eugene Kaspersky, Ceo e co-fondatore di Kaspersky Lab

re distribuita sul mercato, è una piattaforma per la gestione unificata che permette agli utenti di controllare tutti i componenti dell’infrastruttura, anche quelli delle terze parti. «Per noi – spiega Renzo Ghizzoni, country manager Italia di Enterasys Networks – il fattore innovazione è fondamentale; su questo aspetto vogliamo insistere per distinguerci dalla concorrenza in un mercato sempre più competitivo e in un momento molto difficile, anche per la contrazione nella disponibilità di capitali da investire».

hanno individuato il doppio delle minacce malware rispetto agli ultimi sei anni. L’installazione e l’attivazione di Kaspersky One Universal Security è molto semplice, grazie a un unico codice di attivazione valido per tutti i dispositivi e non è necessario l’aggiornamento della licenza per ogni apparecchio. Gli utenti possono scegliere la versione da 3 o 5 licenze, selezionando la combinazione di dispositivi che si preferisce.

La sfida della protezione efficace e centralizzata per tutti gli apparecchi è al centro delle strategie di un colosso del mercato come Kaspersky Lab. L’azienda gioca la sua carta con Kaspersky One Universal Security

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ATTUALITA’

Mettetevi|al|sicuro Approccio di difesa multilivello e architettura di scansione dei flussi: ecco le soluzioni Netgear per la sicurezza dei sistemi IT nell’era del cloud. A tu per tu con Natale Lavorato, managing director southern Europe Cbu di Netgear

In un periodo in cui i budget aziendali stanno subendo tagli importanti, anche il settore dell’Ict si trova in una situazione particolarmente difficile, in cui i vecchi equilibri e i modelli di business sembrano non funzionare più come prima. Le aziende sono costrette a rivedere le proprie voci di spesa, non potendo però rinunciare a dotarsi di soluzioni di sicurezza per le proprie reti, a maggior ragione se la propria attività si basa su lavoratori “mobili”, che hanno necessità di accedere alle risorse e ai dati aziendali da postazioni remote. «Netgear sta cavalcando con successo l’onda, offrendo soluzioni specifiche, tagliate su misura delle esigenze delle imprese e sui nuovi budget di spesa

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Natale Lavorato, managing director southern Europe Cbu di Netgear

– racconta Natale Lavorato, managing director southern Europe Cbu di Netgear –. L’approccio migliore a livello d’infrastruttura di networking deve avere come obiettivo l’equilibrio fra sicurezza e usabilità. Con un modello di sicurezza multilivello è possibile raggiungere questa meta. È necessario prima di tutto valutare i potenziali punti d’ingresso delle intrusioni al fine di implementare una soluzione specifica di sicurezza. Il gateway Internet è il punto d’ingresso principale. Bloccare le minacce a

questo livello risulta quindi maggiormente proattivo ed efficace e permette alla divisione IT di avere un maggiore controllo sulla gestione di queste risorse. La posta elettronica, inoltre, è un veicolo molto utilizzato da una vasta gamma di minacce. Spam, attacchi di tipo phishing e allegati nocivi sono metodi largamente impiegati per introdurre le minacce nell’ambiente aziendale. Inoltre, la crescente tendenza verso l’impiego di una forza lavoro mobile rende ancora più rischiosa la mancanza di

un adeguato sistema di sicurezza per gli accessi da remoto. È evidente – continua Lavorato – che semplici anti-virus e antispam si dimostrano superati, non garantendo adeguata copertura, se non per livelli di sicurezza troppo bassi. Con l’adozione di un approccio di difesa multilivello basato su un’architettura di scansione dei flussi si ottiene maggiore sicurezza. Questa particolare tecnologia sviluppata da Netgear si basa sulla semplice osservazione del traffico di rete che viaggia sotto forma di flussi. Anziché attendere l’arrivo dell’intero file, il motore di scansione dei flussi inizia ad analizzare il traffico nel momento in cui il flusso entra nella rete. Una volta ricevuto il numero minimo di byte si dà inizio alla scansione. Il motore di scansione continua a esaminare un byte dopo l’altro man mano che diventano disponibili mentre un altro thread rilascia i byte che sono stati scansionati. Questo approccio di tipo multithreading consente la scansione completa, con un incremento evidente delle prestazioni». «Per quanto riguarda il cloud computing – conclude Lavorato –, se ne parla molto ma per ora in Italia sono poche le aziende che lo scelgono: i manager non percepiscono ancora la sicurezza di questi sistemi. Più dei due terzi degli amministratori del sistema IT in Italia, infatti, teme di non poter sostenere i costi e la gestione per adeguati livelli di sicurezza, necessari per implementare ambienti cloud».


Rosalia Di Stefano, channel sales team leader di Micro Focus

Le|nuvole|offuscano anche|il|mainframe Rivelandosi più affidabile di qualsiasi previsione, il mainframe resta saldamente il cuore nevralgico di numerosi sistemi informatici aziendali. La solidità dei sistemi e le incertezze legate a una transizione verso soluzioni più recenti convincono ancora la maggior parte degli utenti ad affidarsi a soluzioni consolidate da anni. Più passa il tempo, però, più il divario in termini di flessibilità e costi di gestione si allarga e progressivamente l’ipotesi di passare a sistemi aperti viene considerata sempre meno impraticabile. La rapida

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La strategia Micro Focus è orientata a superare le ultime resistenze nel lasciare gli ambienti chiusi, in favore di una maggiore sostenibilità dei costi e con percorsi di migrazione mirati e graduali Alessio Ferri

diffusione di virtualizzazione e cloud computing può rivelarsi l’impulso decisivo a mettere in discussione il futuro dell’intera

generazione mainframe. Anche di fronte a prospettive di importanti riduzioni nei costi di gestione, lo scoglio più impegnativo da superare è la portata del cambiamento. «Storicamente la nostra attività è proprio focalizzata sugli strumenti per la migrazione da mainframe verso ambienti open – afferma Rosalia Di Stefano, channel sales team leader di Micro Focus –. Abbiamo messo a punto un’offerta molto ampia, con tecnologie consolidate e particolare attenzione anche al Web, tale da garantire la stabilità delle applicazioni e arrivando a ridurre i costi fino all’80%». Considerando che il principale ambito di impiego del mainframe resta il mondo finance, è facile intuire le perplessità di affrontare una fase di migrazione su applicazioni tanto delicate dal punto di vista della disponibilità e della tutela dei dati. «Abbiamo pensato a percorsi graduali – spiega Di Stefano –. Per esempio, una prima fase con il rehosting della parte di sviluppo, eventualmente partendo anche solo dall’attività di test, iniziando comunque a diminuire la domanda di mips, e solo successivamente

completare la migrazione». A invogliare l’abbandono dei mainframe interviene anche il ventaglio di nuove prospettive, in linea con le attuali tendenze del mercato. «Una volta approdati alla piattaforma open, esistono comunque soluzioni Cobol in grado di realizzare architetture Soa e Web services – sottolinea Di Stefano –. In particolare, l’ultima novità è Visual Cobol che permette di integrare applicazioni Cobol con interfacce Net o Java, aprendo così le applicazioni mainframe ai nuovi canali per il Web, per il mondo mobile e perfino per il cloud computing». Gli investimenti rivolti al canale sono orientati prima di tutto a percorsi di formazione diversificati in base all’area di interesse. L’obiettivo è mettere il partner in condizione di creare una soluzione combinando tecnologia, formazione ed esperienza. «Andiamo a toccare il core business di un’azienda e quindi la fiducia è cruciale. Un partner già inserito è un vantaggio anche per noi e ha un ruolo fondamentale di completamento della tecnologia sul mercato».

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RETRO’

LA|STORIA|DEL|PC È il pc più venduto della storia dell’informatica, anzi è la Storia dell’informatica. Con 17 milioni di pezzi distribuiti in pochi anni (dal 1982 al 1993), il Commodore 64 ha segnato un’epoca e l’infanzia di quasi tutti quelli che oggi lavorano con un pc. Indimenticabili le ore passate a guardare il mangiacassette girare in attesa di vedersi caricato l’agognato gioco. La sua forza erano quei 64 Kb

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di Ram (il doppio rispetto agli altri pc disponibili) e la Commodore era riuscita a commercializzarlo ad un prezzo aggressivo: 595 dollari. Fu presentato nel 1982 all’International Winter Consumer Electronics Show di Las Vegas (nel mese di gennaio); in Italia è arrivato allo Smau del 1982 (a settembre, la nostra nazionale di calcio aveva appena vinto i mondiali). Purtroppo i visitatori non hanno potuto vederlo in funzione, ma solo ammirarlo dietro una vetrinetta posizionata al centro dello stand.

I concorrenti erano tanti: lo Zx-Sinclair in Europa, l’Atari 800 e addirittura l’Apple II negli Stati Uniti. Dal 1982 al 1986, però, il Commodore 64 non ebbe rivali. Poi i nuovi modelli incontrarono crescenti difficoltà e anche la virata verso le console di gioco non ebbe successo. Oggi è disponibile un pc dalle elevate prestazioni realizzato con le stesse fattezze del Commodore 64… per i più nostalgici! Rimane il pc che più di ogni altro ha fatto conoscere l’informatica ai ragazzi e alle famiglie, una vera e propria pietra miliare.



GIRLY TECH 80

1000 APP AL GIORNO Girl in the Cloud Cammino sempre sollevata da terra – sia per i tacchi sia perché ho la testa fra le nuvole – e adoro la tecnologia perché rende la vita più interessante. Ho imparato a usare il computer da bambina, impallando diverse volte quello del papà, ma sono cresciuta facendo shopping con la mamma. Così, da sempre, lotto perché quello tra tecnologia e femminilità sia riconosciuto come un matrimonio felice.

Come sfruttare il tempo passato sui mezzi pubblici? Come organizzare in modo veloce ed efficace l’addio al nubilato della migliore amica? Cosa preparare per cena? Tutte domande alle quali, come sempre, l’App giusta può trovare una risposta perfetta. Quali App potrebbero servire a una signorina? Proviamo a intraprendere il viaggio attraverso una storia, in cui la nostra eroina – una Girl in the Cloud come tante – avrà una serie di aiutanti magici che le daranno una mano a superare le innumerevoli prove che una giornata qualsiasi presenta… È una mattina come tante altre. Anzi no, è una mattina speciale perché sulla metro la nostra eroina trova un posto per sedersi. Ne approfitta così per estrarre il suo iPad dalla borsa e decidere con quale

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applicazione iniziare la lunga giornata. Sarà meglio dare un’occhiata ai giornali o iniziare subito a vedere se gli outlet online hanno offerte degne di nota? La nostra eroina sa che la carica giusta gliela darà una rapida occhiata a VentePrivee e Privalia (le App sono disponibili gratuitamente

sull’App Store). Magari troverà finalmente un completo da sci: nonostante gli sport in montagna non siano la sua passione, bisogna essere impeccabili anche in alta quota. Noblesse oblige. Anche se, come al solito, esaminerà con più interesse borse di marche che non conosce,


concludendo – dopo averle guardate una per una – che non si addicono al suo stile. Il tempo passa così in fretta che, senza rendersene conto, è già arrivata in ufficio. Le colleghe la informano subito di un’offerta formidabile su Groupon (App gratuita su App Store e Android Market): 30 euro per taglio, chatouche, trattamento ristrutturante e piega dal parrucchiere dietro l’angolo. È un po’ di tempo che la nostra eroina sta valutando le proposte di Lets Bonus e Groupalia (App gratuite su App Store e Android Market), ma non aveva ancora trovato niente di così conveniente! Di conseguenza, non può che acquistare il coupon mentre prende il caffè; così può anche iniziare a studiare il suo nuovo look con Magic Mirror (su App Store e Android Market), un’applicazione che consente, nella versione premium, di provare sul proprio viso una serie di acconciature, tagli e colorazioni per capire subito la combinazione che valorizza maggiormente il proprio volto. Chissà se questa volta la nostra eroina avrà il coraggio di osare un taglio corto? Ma ecco che sul suo Samsung Galaxy suona il promemoria dell’agenda che

le ricorda un appuntamento. Corre a chiamare un taxi: l’occasione giusta per sperimentare l’App Taxi Milano, che individuando la posizione, indica il parcheggio più vicino o chiama un taxi che si trova nelle vicinanze (l’applicazione è ancora in fase di sviluppo, ndr). Di ritorno dall’appuntamento, ancora in taxi, riceve la telefonata di un’amica che le chiede di aiutarla a organizzare l’addio al nubilato di un’amica comune. Con tutte le cose che deve fare al suo rientro in ufficio non sa proprio dove trovare il tempo! Così inizia a pensare a quale applicazione può esserle d’aiuto mentre è bloccata in coda in taxi. Inizia da Tripadvisor (app gratuita per Apple e Android), il più grande network di viaggiatori al mondo, per cercare qualche spunto. Una volta scelta la meta grazie ai suggerimenti dei viaggiatori, passa all’app di Skyscanner, comparatore di prezzi di tariffe aeree (App gratuita per Apple e Android) per trovare un volo conveniente e condividerlo subito con l’amica attraverso un messaggio di Facebook. Certo mettere d’accordo le complicate esigenze e i variegati gusti di tutte le ragazze non è una questione che si risolve in mezz’ora di taxi, ma da qualche parte bisognerà pure cominciare!

La giornata non è ancora finita: dopo un intenso pomeriggio di lavoro, bisogna pensare anche a cosa preparare per cena. In questo compito di grande responsabilità – dal momento che stasera la nostra eroina ha avuto la brillante idea di invitare anche gli esigentissimi suoceri – Giallozafferano può venire in soccorso. L’applicazione (gratuita su App Store), nata dal famoso blog culinario di Sonia Peronaci, spiega passo dopo passo un gran numero di ricette, con il supporto video: per l’occasione la nostra eroina dovrà inventarsi un menu pescando dalla sezione “Ricette espresse e veloci”. Anche se un’App per lavare i piatti e rassettare la cucina non è ancora stata inventata, finalmente è giunto lo stesso il momento del relax. La scelta è tra la lettura su iPad di un e-book tramite le App iBook o BlueFire (gratis su App Store) – in relazione a quale protezione hanno i file acquistati nei diversi store online – o una rilassante sessione conclusiva di moda tramite Fashiolista (gratis su App Store), un’applicazione che consente di salvare e condividere singoli articoli o completi look trovati su tutto il Web. Attraverso il bottone “Love” si può creare la propria wishlist da molti negozi online (tra cui Accessorize, G-Star Raw o Juicycouture) e trarre ispirazione da quelle delle altre fashion victim del network. Una full immersion nello shopping anche prima di addormentarsi.

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COME SFRUTTARE IL TEMPO PASSATO SUI MEZZI PUBBLICI? COME ORGANIZZARE IN MODO L’ADDIO AL NUBILATO DELLA MIGLIORE AMICA? COSA PREPARARE PER CENA? TUTTE DOMANDE ALLE QUALI, COME SEMPRE, L’APP GIUSTA PUO’ TROVARE UNA RISPOSTA PERFETTA.

Dimmi cosa ti piace Un nuovo social media, l’ennesima start up di Palo Alto, è protagonista delle cronache recenti. È Pinterest, una lista che ogni utente può costruire categorizzando tutto ciò che gli piace e vuole condividere, appuntandoselo durante la navigazione. Il principio è quello di costruire relazioni in base a ciò che le persone amano. Al momento si entra per invito o in lista d’attesa; per la navigazione mobile si può scaricare la App ufficiale su App Store (gratis).

Una App contro le disuguaglianze Centinaia di donne fotografate in tutto il mondo per dimostrare la loro forza e la loro debolezza in una società dove le disuguaglianze di genere sono ancora protagoniste. Women of the World è un progetto nato in collaborazione tra “The word bank”, nell’ambito della campagna “Think equal”, e Fotopedia, enciclopedia di immagini online fondata dal veterano di Apple Jean-Marie Hullot. Disponibile gratis su App Store.

Trova l’anello D’oro o di platino, un solitario con taglio tondo o tre diamanti baguette? Per provare l’ebbrezza di un anello di fidanzamento con un diamante da 2,5 carati c’è l’App di Tiffany & Co. che permette di esaminare tutta la gamma di modelli dell’esclusiva gioielleria e vederli provati su mano. L’emozione è gratuita per tutte, su App Store.

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LEGA NERD 82

SICUREZZA WI-FI SU SMARTPHONE. STORIE DI HTTPS, HIJACK E FACEBOOK Lega Nerd È un volgare Social Blog scritto da nerd che tratta di tutto ciò che importa veramente nella vita: La Figa, il Computer, Sheldon Cooper e il numero 42. Lega Nerd è uno dei principali punti di riferimento della cultura nerd / geek in Italia. Lega Nerd non ha un tema preciso, ma tratta ogni argomento e novità potenzialmente interessante e curioso. Il nostro pubblico è composto da “nerd” o più semplicemente da persone curiose che hanno voglia di scoprire e imparare sempre cose nuove. Gli articoli vengono scritti direttamente dai nostri lettori: Lega Nerd è un blog scritto in crowdsourcing, in cui cioé è la stessa comunità degli utenti che produce il contenuto. Lega Nerd è poi Social Blog, cioè un blog che mette a disposizione dei propri lettori tutta una serie di funzionalità sociali al fine di stimolare l’uso della piattaforma creando quindi una comunità più unita, attiva e partecipante alle attività comuni.

In questi giorni ho fatto dei test riguardo alle varie applicazioni che ho installato sul mio smartphone Android. Con un amico fidato mi sono collegato alla Rete Wi-Fi del bar che frequentiamo e abbiamo controllato quali applicazioni si collegano effettivamente in https e quali invece sono più facilmente hijackabili. Abbiamo usato un cookie-sniffing-tool di cui vi prego di non chiedere info nei commenti, perché non è questo lo scopo del post e non mi pare il caso di parlarne qui. Ne è saltato fuori che quasi tutte le applicazioni installate – soprattutto quelle Google (Gmail, Google+, ecc.) – sono abbastanza sicure e non gli è stato possibile rubarmi i vari account. Quella più facilmente violabile è Facebook, che è anche l’account a cui tengo di più (insieme a Gmail) e dove possono essere combinati più danni o esserci più violazioni della privacy. In pratica nel momento in cui apro l’applicazione Facebook (quella originale per Android)

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il mio amico si ritrova il mio account sul suo telefono e l’identità è rubata. Dopo alcune discussioni riguardo a tunnel SSH e altri sistemi per ovviare al problema, gli faccio salvare la sessione e il mio account per continuare con i test il giorno successivo. A casa cambio la password del mio account Facebook; poi logout, login con la nuova pass e vado a dormire. Il giorno successivo chiedo al mio amico di provare a ricollegarsi al mio account (che ha salvato il giorno prima), convinto che non ce l’avrebbe più fatta. Sorpresa delle

sorprese, nonostante abbia cambiato la password, è ancora possibile collegarsi! Facciamo un test… mi pubblica un messaggio in bacheca!!! Sdeng! Per mia fortuna ho impostato la protezione di Facebook di modo che debba assegnare un nome e autorizzare qualsiasi dispositivo che si collega al mio account: così sono riuscito a rimuovere il dispositivo incriminato (che era poi il mio cellulare, visto


che da lì è stato rubato l’account) e bloccare così la connessione del mio amico. Ci ritroviamo il giorno seguente sempre al solito bar e il mio amico mi vede arrivare da lontano; attiva il tool malefico e nel momento in cui entro mi fa vedere che è già collegato al mio account. In pratica non avevo ancora aperto l’applicazione, ma nel momento in cui mi sono collegato al Wi-Fi (in automatico) la stessa App ha cercato gli aggiornamenti delle notifiche, regalando così un’altra volta il mio account. Passiamo dunque a oggi. Ho eliminato l’applicazione Facebook e ho cercato un’alternativa. Mi passa per le mani FriendCaster for Facebook, applicazione che mi attira con la descrizione More Secure with Enforced SSL Encryption (“Più sicuro con crittografia SSL forzata”). Benissimo! È proprio quello che stavo cercando… installiamolo!!! Provo un po’ l’App e devo dire che mi trovo bene; non è molto diversa da quella originale e mi pare altrettanto valida. Vado a vedere le notifiche e vedo due richieste di amicizia che non ho ancora confermato, ci clicco sopra per visualizzare

ulteriori info e in automatico il programma mi apre il browser collegandosi a http://m.facebook.com. Vabbè, penso io, sarà la prima volta e bisognerà settare m.facebook.com in maniera tale che usi https. Vado nelle mie impostazioni di sicurezza e attivo la “Navigazione protetta”. Bene, “modifiche salvate” e “secure browsing is currently attivata”… ma sono ancora in http!!! Perché??? Magari devo proseguire con la navigazione… Provo ad aprire un invito a un evento trovato nelle notifiche e sono ancora in http! Ritorno sulle impostazioni di sicurezza e vedo che la navigazione protetta me la dà attivata. Modifico manualmente l’indirizzo in https e finalmente appare il “lucchetto” che mi fa capire che finalmente ci siamo. Apro qualche pagina: tutto Ok. Esco dal browser, ritorno su FriendCaster e clicco di nuovo sulla notifica delle richieste di amicizia. Mi si apre di nuovo il browser e siamo ancora in http!!! Ssssdeng!!! Controllo le impostazioni e mi dice che la navigazione protetta è attivata, ma allora perché non è andato in automatico su https??? Basta, non ho più voglia di perdere tempo… semplicemente non aprirò le richieste di amicizia in Wi-Fi a meno di farlo manualmente inserendo l’indirizzo https://m.facebook.com/. «A questo punto presi una vanga, riseppellii i due scheletri e feci finta di niente!» (Anatoli Balasz). Il senso di questa demenziale storia è il seguente: non collegatevi alle Reti Wi-Fi dal cellulare.

Il problema è che i tools di hijacking sono facilmente reperibili in Rete e installabili da qualsiasi “bimbominchia” che abbia un minimo di dimestichezza nell’uso di un cellulare (neppure di un computer come si faceva una volta). Basta conoscere il nome dell’applicazione, si scarica l’Apk (nel caso Android) e si installa. Nulla di più facile!!! Ne risulta che lasciare il Wi-Fi acceso può costare serie violazioni della nostra privacy o peggio ancora… Se nonostante la mia storia volete comunque collegarvi in Wi-Fi pubbliche, controllate sempre che le applicazioni installate siano “sicure” (https, SSL): di solito è presente la dicitura nella descrizione sul market. Non collegatevi mai tramite il browser a siti che non vanno in https in automatico (fate delle prove a casa). Evitate sopratutto luoghi dove è possibile che ci sia qualcuno in giro al cazzeggio che non può essere rintracciato, come nel mio esempio al bar. A mio avviso il Wi-Fi sarebbe meglio tenerlo sempre spento; pagate il vostro gestore per avere un traffico dati flat dal cellulare e sfruttate quello. Sarà più lento, ma è decisamente più difficile che qualcuno vi freghi l’account. Lancio l’idea – a chi ne sa più di me – di scrivere un articolo su come creare e sfruttare una OpenVPN per aumentare la sicurezza durante la navigazione su Reti Wi-Fi. Talpazzo leganerd.com/people/ talpazzo

RISORSE

A MIO AVVISO IL WI-FI SAREBBE MEGLIO TENERLO SEMPRE SPENTO; PAGATE IL VOSTRO GESTORE PER AVERE UN TRAFFICO DATI FLAT DAL CELLULARE E SFRUTTATE QUELLO.

Https HyperText Transfer Protocol over Secure Socket Layer (Https) è il risultato dell’applicazione di un protocollo di crittografia asimmetrica al protocollo di trasferimento di ipertesti http. Viene utilizzato per garantire trasferimenti riservati di dati nel Web, in modo da impedire intercettazioni dei contenuti che potrebbero essere effettuati tramite la tecnica del “man in the middle.”

Hijacking Letteralmente significa “dirottamento”. Il termine indica una tecnica che consiste nel modificare opportunamente dei pacchetti dei protocolli TCP/IP al fine di dirottare i collegamenti ai propri siti e prenderne il controllo. Questa tecnica è nota anche come “Browser Hijacking” (dirottamento del browser).

OpenVPN OpenVPN è un programma VPN scritto da James Yonan e rilasciato con licenza GPL. È usato per creare tunnel crittografati punto-punto fra i computer. Permette agli host di autenticarsi l’uno con l’altro per mezzo di chiavi private condivise, certificati digitali o credenziali utente/ password. Usa in modo massiccio le librerie di cifratura OpenSSL e usa il protocollo SSLv3/TLSv1. È disponibile suGNU/Linux, xBSD, Mac OSX, Solaris e Windows 2000/XP/Vista/7. Offre un ricco insieme di caratteristiche per il controllo e la sicurezza.

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MAD4IT

VASI|DI|TERRACOTTA

Il termine è di quelli che fanno rabbrividire, ma – insomma – non facciamo i difficili… La “consumerizzazione” è oggi il fenomeno più travolgente per il mercato Ict e per la vita quotidiana di chiunque… Tablet, smartphone, notebook, si sperimenta la semplicità e la potenza dei social network, dell’always on e poi la si “pretende” anche nell’ambito della propria attività lavorativa, a casa, ovunque… Tutto è più o meno iniziato con il Web 2.0 e con il suo cardine principale: la partecipazione. Tutti, o quasi, hanno preso confidenza con strumenti e contenuti un tempo confinati nelle mani, nelle tastiere e nelle menti di pochi “eletti”. Il risultato è che, per chi di mestiere fa il rivenditore, più passa il tempo e più il rischio è quello di trovarsi dinnanzi a utenti finali che – in tema di strumenti e innovazione tecnologica – ne sanno se non di più… almeno pari a loro. Uno scenario che, sommato alla pessima congiuntura globale, sta di fatto riducendo a zero il tempo per gli “effetti speciali”. Gli strumenti e le fonti a cui attingere per sapere le cose sono alla portata di tutti e pensare oggi di fare breccia nel cuore e nella mente di un’azienda con una bella presentazione su iPad o con un uso disinvolto dei social, dei video e del marketing online non basta o, peggio, può rivelarsi un doloroso boomerang. «È tempo di qualità non di quantità… bisogna tornare ai garage» confidava un appassionato spettatore a una recente tavola rotonda durante Smau Bari. Bisogna insomma tornare all’artigianato, all’umile lavoro di testa e braccio che – quando ben fatto – può poi sfruttare la cassa di risonanza di strumenti mai così semplici, potenti, pervasivi… È un po’ come accade con le copertine di Digitalic: ogni mese una nobilitazione diversa della carta, ogni mese però, prima di tutto, un’idea di base, forte e concreta, da esaltare poi con gli effetti più Marco Lorusso innovativi ma, soprattutto, funzionali… Caporedattore Digitalic Sperare che, da sole, le tecnologie, i social marco@digitalic.it network e gli effetti speciali ci salvino dalle secche in cui il mercato è finito è fare un po’ come Don Abbondio, che si affidava al “Latinorum” per resistere alla ruspante ma sincera curiosità contadina di Renzo. Ma Don Abbondio, si sa, era «un vaso di terra cotta, costretto a viaggiar in compagnia di molti vasi di ferro» e oggi lo spazio per la terracotta è proprio finito…

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Vogliamo dire, con tutti gli strumenti possibili, che la tecnologia e il design sono il progresso. Rappresentano l’unico futuro possibile, l’unica strada per cambiare la vita delle persone e delle aziende.

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studioSilvestri

Emilplast dal 1986, per completare, valorizzare stampati di vario tipo con trucchi e giochi di colori, setositĂ lucide e opache; plastificazione e laminazione fino al formato 1600x2000, con tutti i tipi di film, compresi i metallizzati, i poliestere, i soft touch, gli antigraffio; verniciatura uv e ibrida; stampa e verniciatura in serigrafia, trasparenze iridescenti e luminescenti, effetti tridimensionali, glitter, floccatura, incapsulatura, ori e argenti lucidi e a rilievo. Oggi piĂš che mai Emilplast propone nuovi trucchi del mestiere. E MILPL AST srl via Togliatti 18 Sorbara di Bomporto MO tel. +39 059 909198 fax +39 059 909977


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