HUG
High Urban Garden
Nicole Basano Francesca Fera Alessandro Paracchino Bianca Ruggiero
No Home. Turin
Atelier Progetto Urbanistico C
Politecnico di Torino A.A. 2018-2019 Corso di Laurea Magistrale Architettura per il Progetto Sostenibile
Urbanistica: Angelo Sampieri Sociologia dell’ambiente: Silvia Crivello collaboratori: Quirino Spinelli e Beatrice Agulli
INDICE Premessa Il patrimonio ATC Santa Rita Torino
1. Percezioni Il tessuto urbano Gli spazi aperti Il quartiere abitato
2. Morfologie e funzionamenti
3. Le case popolari di Via Tripoli
4. Hug La distribuzione Lo spazio aperto I laboratori Le residenze
Allegati
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PREMESSA
Il nostro progetto si inserisce all’interno di un isolato costituito da due edifici di case popolari gestite dall’ente ATC, nel quartiere di Santa Rita. La volontà di intervenire proprio sull’ edilizia popolare è derivata da una prima fase di analisi in cui ci siamo resi conto che, se da una parte questa costituisce un’eccezione all’interno del tessuto del quartiere, dall’altra ha una presenza importante all’interno della città di Torino al punto da assumere in alcuni casi la valenza di veri e propri quartieri. Tutto ciò ci ha portato ad interrogarci sul tema dell’abitare e a seguito di indagini e riflessioni, ci siamo resi conto di come il sistema della casa popolare sia rigido e chiuso in se stesso. Pertanto, lo scenario che qui prefiguriamo, è quello di un nuovo modo di abitare che sia temporaneo, in cui il concetto di casa di proprietà viene meno in favore di uno più versatile. Il nostro progetto inoltre, si rivolge principalmente ad individui che devono essere re-inseriti all’interno della società e questo si attua attraverso un programma che vede il lavoro come motore trainante a cui l’abitare diviene subordinato. Il nostro intento infatti, è quello di destin-
are due piani in ciascun edificio ad attività lavorative laboratoriali e artigianali attraverso le quali l’individuo possa sentirsi parte di una collettività e contribuire alla produzione di manufatti per la comunità e non solo. All’interno dei due edifici prevediamo inoltre una serie di servizi collettivi che possa rendere sostanzialmente autonoma la struttura. Allo stesso tempo però, promuoviamo un dialogo di questa con la città attraverso la progettazione dello spazio aperto. Il nostro obbiettivo è quindi quello di arrivare ad una struttura che funzioni come una macchina produttiva indipendente ma aperta alla città.
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P atrimonio ATC a T orino
IL PATRIMONIO ATC
Partendo dall’analisi del patrimonio di edilizia pubblica torinese, avvenuta attraverso l’osservazione del XII Rapporto dell’Osservatorio sulla Condizione Abitativa della Città di Torino, si può evidenziare il fatto che il 3,5% delle unità abitative presenti nel territorio cittadino è riconducibile all’edilizia popolare. Questo dato risulta in linea con la media nazionale italiana, che corrisponde circa al 4% dei complessi abitativi totali. La maggior parte di questi, ovvero il 68%, si configura in edifici costruiti tra l’inizio del secolo scorso fino agli anni ottanta del ‘900, il 14% nel periodo tra il 1980 e il 1990, e il 18% sono stati costruiti negli ultimi due decenni.1 Un motivo fondamentale per il quale la costruzione della maggior parte dell’edilizia popolare si colloca durante il boom economico è conseguenza del fatto che “si indirizzava su aree solitamente più esterne alla città, l’ampiezza e i costi delle quali si prestavano alla realizzazione dei consistenti quartieri di edilizia a basso costo”.2 Di conseguenza, tutti i complessi di edifici pubblici, ad esclusione di alcune eccezioni, presentano elementi comuni caratterizzati dalla progettazione di blocchi residenziali ripetuti in diversi luoghi indistintamente, causando così una non
identità specifica e la mancanza del senso di appartenenza al determinato luogo. Ad esempio, possiamo menzionare la standardizzazione dei fronti stradali e privati, che delinea la divisione interna degli appartamenti. Un’altro aspetto che assume un ruolo fondamentale nell’edilizia sociale è quello dello spazio aperto, che però spesso risulta mal progettato o addirittura non visto come elemento di progetto con una propria funzione specifica, ma come spazio che ha l’unica funzione di distanziare fra loro due o più edifici. Pertanto anche questo aspetto fa si che vi sia una scarsa identificazione e senso di appartenenza a un luogo da parte degli abitanti del complesso, dando origine a forme di disagio abitativo, da cui ne scaturisce una vulnerabilità sociale. Oggi, a Torino, sono presenti circa 17.770 appartamenti di edilizia residenziale pubblica, 11.344 dei quali appartenenti all’ATC. Quest’ultima, infatti, ha un ruolo fondamentale nella risoluzione dei problemi collegati al disagio abitativo.
1. Città di Torino - Direzione servizi sociali, area edilizia residenziale pubblica, XIII Rapporto dell’ Osservatorio sulla condizione abitativa della città di Torino, Torino, 2016. 2. Daniela Adorni, Maria D’Amuri, Davide Tabor, La casa pubblica. Storia dell’Istituto autonomo case popolari di Torino, Viella, Roma, 2017, pag. 121
QUARTIERE 9 ANNO DI COSTRUZIONE 1920 AREA TOTALE 3 741 mq SUPERFICIE COPERTA 1 718 mq FABBRICATI 2 ALLOGGI 78 VANI 396
QUARTIERE 11 ANNO DI COSTRUZIONE 1926 AREA TOTALE 5 145 mq SUPERFICIE COPERTA 2 518 mq FABBRICATI 2 ALLOGGI 77 VANI 502
QUARTIERE17 ANNO DI COSTRUZIONE 1920 AREA TOTALE 3 741 mq SUPERFICIE COPERTA 1 718 mq FABBRICATI 2 ALLOGGI 78 VANI 396
QUARTIERE 22 ANNO DI COSTRUZIONE 1938 AREA TOTALE 6 601 mq SUPERFICIE COPERTA 2 745 mq
QUARTIERE 10 ANNO DI COSTRUZIONE 1920 AREA TOTALE 46 283 mq SUPERFICIE COPERTA 13 968 mq FABBRICATI 37 ALLOGGI 555 VANI 2 003
QUARTIERE 13 ANNO DI COSTRUZIONE 1924 AREA TOTALE 31 611 mq SUPERFICIE COPERTA 3 364 mq FABBRICATI 26 ALLOGGI 444 VANI 1 540
QUARTIERE 21 ANNO DI COSTRUZIONE 1924 AREA TOTALE 2 635 mq SUPERFICIE COPERTA 1 421 mq FABBRICATI 1 ALLOGGI 78 VANI 317
QUARTIERE 23 ANNO DI COSTRUZIONE 1929 AREA TOTALE 15 000 mq SUPERFICIE COPERTA 2 888 mq
FABBRICATI 2
FABBRICATI 8
ALLOGGI 254
ALLOGGI 193
VANI 758
QUARTIERE 25 ANNO DI COSTRUZIONE 1942 AREA TOTALE 7 300 mq SUPERFICIE COPERTA 2 768 mq
VANI 752
QUARTIERE 28 ANNO DI COSTRUZIONE 1950 AREA TOTALE 1 231 mq SUPERFICIE COPERTA 468 mq
FABBRICATI 2
FABBRICATI 1
ALLOGGI 214
ALLOGGI 30
VANI 754
VANI 127
S chede
di alcuni quartieri
ATC
9
IL QUARTIERE
Come già accennato, l’ area oggetto di studio è situata all’interno del quartiere di Santa Rita nella parte sud- ovest di Torino, tra il quartiere Crocetta a Nord, Mirafiori a Sud e Lingotto ad est. Dalle prime analisi è emerso come il quartiere funga da area “filtro” data appuntola sua posizione tra uno dei quartieri più benestanti di Torino, la Crocetta, e le zone periferiche di Mirafiori e Lingotto. Il quartiere, all’epoca borgo, ha origine con l’assedio da parte dei francesi nel 1706 quando il comandante del contingente francese pose il suo quartier generale nella Cascina Oliverio. L’area era ricca di poderi e di cascine immerse nei campi, per tale motivo si può intuire che fosse un’area prettamente agricola dove tutte le attività ruotavano intorno alle cascine, ognuna delle quali aveva una sua storia di famiglia. Solo negli anni venti del Novecento, quando il quartiere stava diventando sempre più popoloso, un giovane prete lottò per ottenere dei finanziamenti dalla Curia e dalle famiglie più agiate così da poter edificare la Chiesa da cui prenderà il nome lo stesso quartiere, ovvero la Chiesa di Santa Rita da Cascia. Il quartiere rimase un’area in cui dominava l’agricoltura fino a quando l’insediamento della FIAT e quindi i processi di
industrializzazione, portarono ad enormi flussi migratori, soprattutto dal sud Italia, e quindi le poche cascine iniziarono a diventare palazzine e successivamente enormi palazzi residenziali. Oggi invece, si presenta come un’area di tipo residenziale, con un’alta densità sia fisica che sociale, caratterizzata da una presenza importante di plessi scolastici e di servizi.
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D all ’ alto : M appa mentale - primo sopralluogo M appa mentale - secondo sopralluogo
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V ia
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Un o
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C
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C orso S irac usa
Per arrivare a comprendere più a fondo l’area, abbiamo deciso di analizzare i dati relativi alla popolazione del quartiere. Grazie al Piano di Sviluppo Annuale del 2017/2018 redatto dalla Commissione di Quartiere di Santa Rita, ci è stato possibile fare alcune riflessioni sulla popolazione residente. Si deve però tenere conto che i dati analizzati fanno riferimento all’intero quartiere di Santa Rita e che quindi la nostra area occupa solo una percentuale del territorio su cui sono state svolte le indagini del PSA.
n
za
Attualmente il quartiere di Santa Rita, delimitato da Via Tirreno, Corso Cosenza, Corso Unione Sovietica e Corso Siracusa, presenta una superficie 3,57 Km2 ed insieme a Mirafiori Nord, costituisce la Circoscrizione 2 della città. La popolazione residente nel Quartiere al 31/12/2016 era pari a 53.868 persone. Ciò che è interessante osservare, sono i dati relativi al numero di cittadini stranieri che risultano essere pari al 10,1% di tutti gli abitanti del quartiere. Un altro aspetto interessante è quello della composizione dei nuclei familiari da cui emerge la quantità ingente, pari al 44% del totale, di nuclei monocomponente. Un ultimo aspetto rilevante è quello relativo all’età media, relativa però all’intera Circoscrizione 2. Nel 2015 era pari a 48 anni, tale dato porta la Circoscrizione ad essere la più anziana fra tutte quelle della città.
E stensione
del quartiere
S anta R ita
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RESIDENTI 10,1%
46%
24 803
54%
29 065
4 597
89,9%
48 441
STRANIERI 10,1%
46%
24 803
54%
29 065
NUCLEI FAMILIARI
4 597
89,9%
48 441
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PROVENIENZA
P opolazione del quartiere S anta R ita F onte : P iano di S viluppo A nnuale 2017/2018
4. C orso G iovanni A gnelli
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PERCEZIONI
Fin dal primo sopralluogo è stato immediato individuare i margini che definiscono il perimetro della zona di indagine . In particolare ne abbiamo individuate due tipologie diverse: di sutura e di barriera. Quello di sutura è situato lungo l’importante e storico asse viario di Corso Agnelli di fronte l’ex area olimpica in cui si trovano lo Stadio Olimpico e il PalaAlpitour, due poli attrattivi che mettono in comunicazione l’area residenziale di Santa Rita con la zona del Lingotto. I restanti margini, detti di barriera, sono definiti lungo altri importanti assi viari quali Corso Cosenza a sud, che separa nettamente la Circoscrizione 2 dalla Circoscrizione 5, Corso Orbassano ad Ovest, dove è evidente la differenza della morfologia urbana non più caratterizzata da isolati chiusi e densi fisicamente ma da villette indipendenti circondate dal verde, infine, Corso Sebastopoli a Nord dove la presenza del Mercato segna un confine netto tra l’area residenziale vissuta dagli abitanti e l’area dell’ ex ospedale militare e delle caserme.
4. C orso G iovanni A gnelli
16
1600m
CO
RS O
SE
BA ST OP
OL
O AN SS A B
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I
1
OR
C
CO
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AG N
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2
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4
NZ
A
3
200m
0 0
200m
MARGINE DI BARRIERA MARGINE DI SUTURA
M argini
1600m
D all ’ alto : 1. C orso S ebastopoli 2. C orso O rbassano 3. C orso C osenza
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TESSUTO URBANO
L’area indagata è caratterizzata da una morfologia architettonica piuttosto omogenea, fatta eccezione per alcuni isolati che si presentano più irregolari. La zona presenta una configurazione per lo più leggibile dovuta alla regolarità del tessuto residenziale composto, nella maggior parte, da isolati chiusi. Abbiamo quindi analizzato la densità fisica, ovvero il rapporto fra il numero di abitanti e la superficie dell’area considerata. In questo caso sono stati individuati solo due livelli, uno nullo e uno alto. Quello nullo si trova in corrispondenza dei plessi scolastici, dell’ edificio per uffici collocato nella parte nord dell’area, e dei giardini di quartiere. Per quanto riguarda quello alto, invece, si trova in corrispondenza degli edifici residenziali in quanto tutta la zona è caratterizzata dalla presenza di fabbricati generalmente fra gli 8 e i 10 piani fuori terra.
E dificio
in
V ia F iladelfia
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1600m
3
2
1
200m
0 0
200m
1600m DENSITÀ ALTA DENSITÀ NULLA
D ensità
fisica
20
D all ’ alto : 1. D ensità alta - angolo V ia G orizia ,C orso C osenza 2. D ensità nulla -P iazza C arlo M ontanari 3. D ensità alta -V ia B altimora
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DENSITÀ SOCIALE
Rappresenta il rapporto tra numerosità e ricchezza delle interazioni sociali e la superficie dell’area considerata. Dato che questo tipo di densità è variabile in funzione del momento di osservazione, l’ indagine è stata ripetuta più volte a diverse ore del giorno e in diversi giorni della settimana. Alla fine di queste osservazioni sono stati scelti due casi ritenuti rappresentativi, ovvero il lunedi mattina e il sabato pomeriggio. Ciò che emerge da queste due analisi è soprattutto la presenza di una densità medio-alta in corrispondenza degli esercizi commerciali posti al piano terra degli edifici residenziali che, attraendo un discreto numero di persone, rendono l’area popolata anche durante i giorni settimanali. Un altro aspetto interessante è quello riguardante il mercato che si svolge durante tutta la settimana e che attrae molte persone provenienti anche da altri quartieri.
D all ’ alto : 1. D ensità alta - mercato di C orso S ebastopoli 2. D ensità bassa - giardino S alvador L uria 3. D ensità nulla - pub su C orso C osenza
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1600m
1
2
3
200m
0 0
200m
DENSITÀ ALTA DENSITÀ MEDIA DENSITÀ NULLA ATTIVITÀ COMMERCIALI AL PIANO TERRA
D ensità
sociale -L unedì mattina
1600m
23
1600m
200m
0 0
200m
1600m DENSITÀ ALTA DENSITÀ MEDIA DENSITÀ NULLA ATTIVITÀ COMMERCIALI AL PIANO TERRA
D ensità
sociale -S abato pomeriggio
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FOCALIZZAZIONE
Dopo aver osservato quali zone fossero luogo di numerose interazioni sociali, abbiamo identificato le aree focalizzate che abbiamo individuato nelle scuole, nei guardini e nel mercato di Corso Sebastopoli.
D all ’ alto : 1. M ercato di C orso S ebastopoli 2. S cuola P rimaria -C arlo C asalegno 3. A rea attrezzata di V ia B oston
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1600m
1
2 3
200m
0 0
200m
1600m
ZONA FOCALIZZATA
F ocalizzazione
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LANDMARK
Il quartiere di Santa Rita ha sempre avuto una forte identità sociale data soprattuto dalla presenza di alcuni elementi simbolo che rendono il quartiere riconoscibile all’interno di tutta la città di Torino. Data appunto l’abbondanza di landmark che aiutano a leggere l’area di studio, è stato necessario fare una triplice distinzione di questi : ad elevato, medio e basso raggio. Nella prima categoria rientra lo Stadio Olimpico, mentre nella seconda categoria abbiamo ritenuto opportuno inserire quegli elementi che hanno un’importante valenza sociale e storica per tutto il quartiere come la Chiesa di Santa Rita, il Mercato su Corso Sebastopoli e l’Università di economia su Corso Unione Sovietica. Infine nella terza categoria abbiamo definito i landmark a breve raggio, ovvero quelli riconosciuti per lo più dai residenti, come la chiesa lungo Via Boston, i campetti sportivi del Circolo della Stampa lungo Corso Agnelli e la Gelateria “La Romana” su Corso Sebastopoli.
D all ’ alto : 1. L andmark 1-S tadio O limpico 2.L andmark 7-U niversità di E conomia 3. L andmark 4-P arrocchia N atale del S ignore
27
1600m
200m
0 0
200m
1600m LANDMARK AD AMPIO RAGGIO LANDMARK A MEDIO RAGGIO LANDMARK AD BREVE RAGGIO
L andmark
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LEGGIBILITÀ E COMPLESSITÀ
Da questa analisi emerge come l’area risulti generalmente molto leggibile e poco complessa grazie alla presenza di un tessuto per lo più omogeneo e alla disposizione delle strade lineare e all’allineamento degli edifici con il fronte strada. Troviamo però delle eccezioni rappresentate dagli isolati nella zona a nord dell’area che risultano avere una complessità più elevata a causa della loro composizione articolata ed eterogenea che si traduce in una difficile lettura dell’isolato in quanto tale. Per quanto riguarda la zona ad ovest dell’area invece, si trovano delle aree caratterizzate da una complessità ed una leggibilità non elevate, dovute alla presenza di spazi aperti di modeste dimensioni che però risultano essere di difficile interpretazione.
1. B assa 2.B assa
D all ’ alto :
leggibilità , alta complessità - strada privata
V ia T ripoli F er ruccio N ovo complessità -V ia G orizia su
leggibilità , bassa complessità - giardino
3. A lta
leggibilità , bassa
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1600m
1
2
3
200m
0 0
200m
1600m BASSA LEGGIBILITÀ-ALTA COMPLESSITÀ BASSA LEGGIBILITÀ-BASSA COMPLESSITÀ ALTA LEGGIBILITÀ-BASSA COMPLESSITÀ
L eggibilità - complessità
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NODI
Ciò che si può notare è che molti nodi si trovano in corrispondenza di piazze, ovvero luoghi di forte concentrazione sociale, o incroci particolarmente significativi, che collegano diverse vie importanti per il quartiere. Di conseguenza è stato possibile differenziare i nodi di concentrazione dai nodi di congiunzione ma in alcuni casi abbiamo ritenuto che presentassero entrambe le caratteristiche. In questa categoria rientrano Piazza Santa Rita e Largo Sebastopoli in cui abbiamo notato un’ aggregazione forte di persone ma anche l’importanza che rivestono in quanto collegamento fra aree diverse del quartiere. Abbiamo invece individuato l’ area davanti allo Stadio come solamente di concentrazione e al contrario, l’incrocio che unisce Corso Orbassano con Via Gorizia e Via Filadelfia come di sola congiunzione in quanto funge da solo collegamento.
D all ’ alto : 1. N odo 1- P iazza S anta R ita da C ascio 2. N odo 2-P iazzale G rande T orino 3. N odo 3 -L argo C orso S ebastopoli
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1600m
1
3
2
200m
0 0
200m
1600m
nodi di concentrazion nodi di concentrazion nodi di concentrazion nodi di congiunzione nodi di congiunzione nodi di congiunzione nodi di concentrazion nodi di concentrazion nodi di concentrazion
NODI DI CONCENTRAZIONE E CONGIUNZIONE NODI DI CONGIUNZIONE NODI DI CONCENTRAZIONE
N odi
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SPAZI APERTI
Le analisi che seguono vogliono restituire le percezioni date dagli spazi aperti dell’area. Complessivamente abbiamo notato come la zona trasmetta una sensazione di sicurezza dovuta alla conformazione degli spazi che favoriscono l’inclusione, e alla regolarità del tessuto. In generale si può concludere che la zona sia particolarmente tranquilla e che, anche nel caso di rilevamento di funzioni latenti, queste non si pongono in contrasto con quelle manifeste; inoltre i fenomeni di appropriazione risultano assenti.
P iazzale G rande T orino
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Z ona
insicura - giardino
F erruccio N ovo
SICUREZZA E INSICUREZZA
Durante i sopralluoghi la sensazione avuta è stata quella di sicurezza, in quanto ci si trova in una zona residenziale principalmente abitata da famiglie e anziani. In corrispondenza delle vie principali, invece, si genera un senso di inquietudine e minore sicurezza, dovuto al traffico e agli spazi molto ampi che si creano tra gli isolati, così come nel giardino in prossimità del confine sud dell’area, dove lo spazio ampio, poco illuminato e caratterizzato da vegetazione incolta, trasmette una sensazione di insicurezza.
ZONA INSICURA ZONA SICURA 0
200
400
1000m
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S pazio
concavo - strada privata su
V ia T ripoli
SPAZI CONCAVI E CONVESSI
All’interno dell’area abbiamo idividuato alcuni spazi concavi, ovvero caratterizzati da una sensazione centripeta, come si percepisce all’interno dei quattro edifici che costituiscono il lotto a nord. Abbiamo invece individuato come spazio concavo, caratterizzato da una sensazione centrifuga, il giardino a sud dell’area. Abbiamo inoltre individuato una concavità tubolare in Via Baltimora dove, la strada di ridotte dimensioni, delimitata da edifici alti, invoglia a dirigersi in direzione dello stadio che si vede in fondo alla strada.
SPAZI CONVESSI SPAZI CONCAVI CONCAVITÀ TUBOLARE
0
200
400
1000m
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A lta
stabilità , bassa sorpresa - edifici in
V ia F iladelfia
STABILITÀ- SORPRESA
Abbiamo osservato come l’area risulti nel complesso stabile poichè composta per la maggior parte da un tessuto residenziale omogeneo. Abbiamo percepito il mercato come stabile dal momento che risulta familiare ma con una sorpresa alta dovuta alla caoticità e alla ricchezza di stimoli imprevedibili. Infine abbiamo considerato il giardino a sud dell’area un luogo poco stabile in quanto genera un senso di inquietudine e con una sorpresa bassa.
BASSA STABILITÀ-BASSA SORPRESA ALTA STABILITÀ-ALTA SORPRESA ALTA STABILITÀ-BASSA SORPRESA
0
200
400
1000m
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S pazio
di ribalta - scuola secondaria di
primo grado
A lessandro A ntonelli
SPAZI DI RIBALTA E RETROSCENA
Abbiamo individuato come luoghi di robalta i plessi scolastici e l’edificio per uffici nella parte nord dell’area poichè abbiamo osservato che in questi luoghi le persone si comportano in modo controllato. Al contrario i luoghi individuati come di retroscena sono quelli in cui abbiano notato un comportamento più informale, ovvero i parchi e i giardini della zona.
SPAZI DI RIBALTA SPAZI DI RETROSCENA 0
200
400
1000m
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F unzione
latente - mercato di
C orso S ebastopoli
FUNZIONI MANIFESTE E LATENTI
Abbiamo identificato come funzioni manifeste i plessi scolastici, la chiesa di Via Boston e i giardini. Abbiamo invece identificato come funzione latente complementare il mercato di Corso Sebastopoli dal momento che risulta arricchire la funzione manifesta al punto da costituire un polo attrattivo per la zona.
FUNZIONI LATENTI FUNZIONI MANIFESTE 0
200
400
1000m
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IL QUARTIERE
L’ultima parte di indagini riguardanti le percezioni, è quella relativa alla ricerca sociale. Questa, è un’attività di pianificazione e progettazione che, tramite strumenti analitici, permette di approfondire le caratteristiche e le problematiche di un contesto specifico. La ricerca sociale si divide in diverse fasi e metodi di analisi. Nel nostro caso ci siamo occupati di un’analisi sociale svolta attraverso metodo diretto qualitativo, nello specifico quello dell’intervista a “testimoni qualificati”, questo approccio è infatti particolarmente adatto all’indagine che riguarda problemi in ambiti territoriali limitati e ciò ci ha permesso di poter analizzare diversi aspetti dell’area. Quindi, sono state sottoposte a circa una ventina di persone delle interviste guidate aperte, strutturate e standardizzate. Il lavoro si è svolto in diverse fasi. La prima è stata quella di individuazione, a seguito delle analisi svolte precedentemente, di alcune questioni chiave che avremmo voluto approfondire durante le interviste. La seconda è stata quella di definizione della traccia delle interviste sulla base degli elementi individuati nella fase precedente. La finalità della stesura è in-
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P ersone
in
C orso G iovanni A gnelli
oltre quella di comprendere se le nostre percezioni siano uguali o meno a quelle dei residenti. La terza fase è stata quella del pre-testing delle domande su sei persone per capirne l’efficacia. La querta fase è stata invece quella della somministrazione delle interviste ad una decina di persone circa.
4. 5. 6.
7. Ogni componenete ha perciò svolto 4 interviste, ad un campione vario di persone, intercettate in punti diversi dell’area scelta per lo svolgimento della ricerca. Ricordiamo comunque che le interviste non hanno valore statistico.
nire ad abitare in questa zona? Se si, perchè? Se no, perchè? Ritiene che questo sia un luogo sicuro? Ritiene che i mezzi pubblici siano sufficienti? Con quale frequenza usufruisce dei giardini/parchi pubblici? Rispondono alle sue esigenze? Cosa vorrebbe che fosse migliorato o aggiunto all’interno del quartiere?
1. Vive in questa zona? Se si, da quanto? Se no, per quale motivo si trova qui? 2. Se abita nella zona da più di 5 anni, quali cambiamenti ha notato, sia posi-
Con la prima domanda abbiamo capito che la maggior parte degli intervistati è composta da residenti del quartiere, solo qualche persona si trovava nella zona per altri motivi, in particolare per il mercato e per i centri sportivi che quindi abbiamo capito avere una grande valenza, non solo per gli abitanti di Santa Rita ma anche per quelli dei quartieri limitrofi. La seconda domanda invece, nella totalità dei casi, ha avuto un collegamento forte con la sesta. Tutti gli intervistati infatti, si sono trovati d’accordo nel dire che uno dei pochi cambiamenti che hanno notato è relativo alla gestione degli spazi aperti adibiti a giardini o parchi. Tutti hanno notato che con il cambio di amministrazione questi luoghi sono diventati sporchi e mal tenuti, l’erba non viene tagliata e le foglie secche non vengono raccolte. Questo in particolare è stato uno dei punti su cui gli intervistati sono tornati più volte durante
tivi che negativi, nel corso del tempo? 3. Consiglierebbe ad altre persone di ve-
l’intervista, sottolineando l’importanza che hanno per loro questi spazi.
Nella prima fase di lavoro ci siamo posti tre argomenti da trattare che a noi sembravano particolarmente interessanti, in particolare relativi alla sicurezza, agli spazi aperti pubblici e ai mezzi di trasporto. Dal momento che ci interessava avere un riscontro da parte sia dei residenti nel quartiere che da persone di passaggio abbiamo elaborato una serie di domande iniziali per approfondire questo aspetto. Abbiamo dunque elaborato un totale di sette domande:
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Anche per quanto riguarda la terza domanda abbiamo rilevato un collegamento con un’altra questione, ovvero quella trattata nella quarta domanda. Molti degli intervistati infatti, consiglierebbero ad altre persone di abitare nella zona perchè si sentono sicuri a vivere questi spazi e perchè ci fanno notare come questo sia “uno dei pochi quartieri dove esiste ancora un rapporto umano fra gli abitanti”. La quinta domanda invece, è finalizzata a capire se i mezzi pubblici, soprattutto quelli che collegano il quartiere con il centro, siano sufficienti o no, in quanto attraverso le analisi ci era parso che la zona, nonostante non sia molto vicina al centro, fosse comunque ben collegata. Attraverso le interviste abbiamo riscontrato dei pareri discordanti a riguardo. Molti non si interessano ai mezzi pubblici perchè utilizzano un mezzo privato, ma chi ne usufruisce si divide in due schieramenti, chi ritiene che siano insufficienti perchè il passaggio avviene di rado e chi invece ritiene che i mezzi esistenti siano più che sufficienti. Abbiamo comunque riscontrato come queste diverse visioni siano influenzate dall’età dell’intervistato. Infine con l’ultima domanda posta abbiamo voluto chiedere se ci fossero possibili migliorie da apportare al quartiere. Quasi tutti gli intervistati si sono di nuovo trovati d’accordo nel dire che “la zona è abbastanza autonoma ci sono negozi di tutti i tipi e non serve andare fino in centro”.
41
1600m
200m
0 0
200m
1600m
L ocalizzazione
interviste
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MORFOLOGIE
A seguito dell’analisi percettiva, siamo passati ad un’indagine più approfondita ed oggettiva, relativa alla morfologia del costruito. Seppur a primo impatto la conformazione degli isolati sembrerebbe essere disomogenea e complessa, anche a causa della coopresenza di edifici funzionalmente differenti (autorimesse, attività commerciali, residenze) e del diverso trattamento degli spazi aperti privati, è in realtà emerso che la quasi totalità degli isolati assume una configurazione chiusa.
in quanto presentano una conformazione interna privata che viene separata dall’esterno tramite cancelli che permettono l’accesso pubblico ad esclusivo uso pedonale, limitando invece quello carrabile ai soli residenti. Il secondo caso, invece, è quello dell’isolato che ospita due edifici di palazzine popolari ed un supermercato. Pur sembrando aperto ad una prima analisi è risulato essere completamente delimitato da barriere che non consentono l’accesso nè a veicoli nè a persone che non siano i residenti.
Pertanto abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione sull’analisi di cinque isolati “tipo” che abbiamo ritenuto essere particolarmente significativi, compresi tra Via Filadelfia e Corso Sebastopoli, che, pur essendo tutti isolati chiusi si articolano in 5 differenti modalità. Tra tutti, abbiamo ritenuto interessanti due casi in particolare. Il primo è quello del gruppo di quattro isolati che si trovano tra Corso Orbassano, Via Baltimora, Via Tripoli e Via Filadelfia. Ad un primo sguardo, sembrerebbero quattro isolati distinti, invece ad un’analisi più approfondita è emerso come questi si comportino invece come un isolato unico
E dificio
in
V ia G orizia
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D all ’ alto : 1. E dificio in V ia F iladelfia 2. E dificio in C orso G iovanni A gnelli 3. E dificio in C orso G iovanni A gnelli
45
700m
100m
0 0
100m
800m
ISOLATO CHIUSO
T ipologia
isolati
46
BARRIERE FISICHE E VISIVE
Come già anticipato, nonostante si parli di isolati chiusi, le modalità con cui i cinque isolati “tipo” si presentano sono differenti, in particolare per quanto riguarda il concetto di chiusura e quindi di rapporto con lo spazio esterno e con le persone che lo vivono. In questa analisi abbiamo deciso di rappresentare sinteticamente questo tipo di rapporto tramite due tipologie di barriera: una fisica ed una fisica e visiva. Nel primo caso, gli isolati sono totalmente impermeabili e non permettono né l’accesso né la vista verso il loro interno (ad eccezione degli ingressi ad uso privato), in quanto gli edifici costituiscono una barriera che chiude completamente il fronte stradale. Nel secondo caso, ci si trova di fronte a una barriera fisica, come un cancello o una recinzione, che però permette la permeabilità visiva e, talvolta, l’attraversamento o il passaggio ad esclusivo uso pedonale.
D all ’ alto : 1. B arriera fisica -V ia F iladelfia 2. B arriera fisica -V ia T ripoli 3.B arriera fisica e visiva -V ia B altimora
47
700m
2
3
1
100m
0 0
100m
800m
BARRIERA FISICA E VISIVA BARRIERA FISICA
B arriere
fisiche e visive
48
CONNESSIONI INTERNE
In seguito alla definizione del tipo di barriera, abbiamo individuato la tipologia di accessi e le strade private presenti all’interno dei vari isolati. Mentre gli isolati chiusi con barriere fisiche e visive presentano perlopiù ingressi dal fronte stradale che portano direttamente alle autorimesse all’interno delle corti, quelli che presentano barriere di tipo esclusivamente fisico hanno una configurazione differente. E’ evidente come ci sia una viabilità interna all’isolato stesso che serve gli spazi, e permette ai residenti di accedere alle autorimesse, anche quando l’accesso non avviene direttamente dalla strada.
1. I nterno 2. A ccesso 3. A ccesso
di un edificio in di un edificio in di un edificio in
D all ’ alto : V ia B altimora V ia B altimora V ia B altimora
49
700m
1 2 3
100m
0 0
100m
800m
ACCESSO STRADA PRIVATA CANCELLATA
C onnessioni
interne
50
VIABILITA’
Per comprendere meglio le morfologie degli isolati abbiamo deciso di analizzare la viabilità esterna a questi. Nonostante la zona sia piuttosto lontana dal centro città, è comunque ben collegata. E’ infatti servita da diverse linee sia di autobus che tram, che passano principalmente nelle strade che abbiamo individuato come limite dell’area e anche in Via Tripoli. Lungo queste strade è inoltre presente la pista ciclabile.
D all ’ alto : 1. C orso S ebastopoli 2. C ontroviale di C orso G iovanni A gnelli 3. C orso G iovanni A gnelli
51
700m
1 3
100m 2 0 0
100m
800m
PISTA CICLABILE
PARCHEGGIO PUBBLICO
CONNESSIONE ESTERNA PRINCIPALE
FERMATA MEZZI PUBBLICI
CONNESSIONE ESTERNA SECONDARIA
LINEA AUTOBUS
P P
LINEA TRAM
V iabilitÃ
52
DESTINAZIONI D’USO
Analizzando le destinazioni d’uso ci siamo resi conto di come la zona sia quasi totalmente ad uso residenziale, nonostante ciò vi sono anche servizi per lo più collocati al piano terra degli edifici che rendono l’area indipendente. Sono inoltre presenti alcuni plessi scolastici, servizi di vario genere e due complessi industriali posti all’interno del grande isolato a sud est dell’area. Ciò che emerge dall’analisi è la mancanza di uffici e ambienti destinati al lavoro.
D all ’ alto : C. C avour 2. E dificio per uffici in V ia T ripoli commerciali in C orso G iovanni A gnelli 1. L iceo
3. S ervizi
classico
53
700m
1
2
3
100m
0 0
100m
800m
RESIDENZIALE
AUTORIMESSA
MISTO RESIDENZIALE-COMMERCIALE
UFFICI/COMMERCIO
INDUSTRIALE
PLESSO SCOLASTICO
D estinazioni d ’ uso
4 1
5
2
3
55
AUTORIMESSE
EDIFICI
SCUOLA
UFFICI
SCALA 1:500
N avigatore
S cheda
isolato
1
56
AUTORIMESSE
EDIFICI
SCALA 1:500
S cheda
isolato
2
57
AUTORIMESSE
EDIFICI
SCALA 1:500
S cheda
isolato
3
58
AUTORIMESSE
EDIFICI
SCALA 1:500
S cheda
isolato
4
59
EDIFICI
SCALA 1:500
S cheda
isolato
5
60
61
LE CASE POPOLARI DI VIA TRIPOLI
caserme poco distanti, ma anche alle adiacenti “Case Basse”, ovvero delle baracche che sorgevano poco distanti e ospitavano i profughi della Prima Guerra Mondiale, poi abbattute alla fine degli anni Sessanta.
Il quinto isolato prima decostruito, è costituito dal complesso delle case popolari compreso tra Via Tripoli, Via Baltimora, Via Castagnevizza e Corso Sebastopoli. Questo venne edificato a partire dal 1909 durante il primo periodo IACP (19081920), in seguito alla lottizzazione della nuova Piazza d’Armi avvenuta l’anno precedente con la definizione del primo piano regolatore della città di Torino. Da quanto emerge dalle fonti, il progetto originale, a cura dell’Ingegnere Giacomo Fochesato, era di due edifici di cinque piani, per un totale di 313 alloggi di piccola metratura, con spazi ad uso commerciale nel piano terreno. Nonostante si tratti di edilizia popolare, è possibile notare come ci sia stato il tentativo di ricerca stilistica, in particolare dai prospetti riprendono le linee curve dell’Art Nouveau, così come le curve dei ferri battuti dei balconi e dei corpi scala angolari. Originariamente, come abbiamo potuto vedere da una targa posta in uno degli androni, e come ci è stato raccontato dall’affittuario di uno degli appartamenti, in questi edifici vi risiedevano anche militari e funzionari dell’esercito. Questo era dovuto sia al fatto che lavoravano nelle
F oto
storica dal libro
fondazione
1967
“S essantennio
1907/1967 ”, IACP, T orino
di
62
Allo stato attuale, troviamo 2 edifici di 5 piani fuori terra e uno semi-interrato delle cantine che fuoriesce per un metro, ad eccezione della stecca su Corso sebastopoli in cui le cantine non sono presenti. Esistono invece solamente 200 trilocali, al posto dei 313, di cui la gestione è a carico dell’ente ATC. Di questi abbiamo ottenuto una pianta “tipo” grazie alla quale siamo riusciti a ricostruire la composizione dell’edificio. Anche gli esercizi commerciali che secondo il progetto iniziale dovevano essere collocati su tutto il piano terreno, ora invece sono presenti solo nella stecca su Corso Sebastopoli.
Interessante è anche lo spazio aperto. I due edifici sono chiusi all’esterno da recinzioni che impediscono l’accesso sia carrabile che pedonale. Internamente, lo spazio fra i due edifici è attualmente adibito a parcheggio, così come quello che separa uno dei due blocchi dal supermercato Ekom. Per quanto riguarda la zona compresa fra le maniche di ogni edificio invece, troviamo uno spazio del tutto inutilizzato, in cui sono presenti una fila di dissuasori che perimetrano l’area, dove si accumulano vecchi motorini, biciclette e mobili. Nel complessio abbiamo osservato come lo spazio aperto, così come il costruito, siano caratterizzati da una situazione di degrado e da particolare sporcizia.
Per quanto riguarda i soggetti che abitano questi due edifici sono di ceto sociale basso e in prevalenza anziani. Uno degli aspetti principali che abbiamo studiato approfonditamente prima di procedere con il progetto è quello distributivo, ogni edificio è servito da otto vani scala, tre posti su ciascuna delle due stecche e due posti nell’angolo che collega la stecca al corpo centrale. Nello specifico questi ultimi due, che ci sono parsi particolarmente interessanti data la loro forma del tutto inaspettata, servono l’appartamento posto nell’angolo e quelli nel corpo centrale. I restanti sei invece, angusti e non particolarmente illuminati, servono due appartamenti per piano. V ano
scala angolare
63
64
F oto
storiche dal libro
fondazione
“S essantennio
di
1907/1967 �, IACP, T orino 1967
65
D all ’ alto : F ronte su C orso S ebastopoli S pazio centrale ai due edifici I nterno della corte
66
SISTEMA DISTRIBUTIVO
INGRESSO SCALE INGRESSO APPARTAMENTO
0
5
10
20m
67
TIPOLOGIE ABITATIVE
BILOCALE TRILOCALE
0
5
10
20m
68
TRILOCALE
SUPERFICIE: 64,6 M2 NUMERO ALLOGGI: 72 VANI TOTALI: 216
69
BILOCALI
SUPERFICIE: 55M2 NUMERO ALLOGGI: 24 VANI TOTALI: 48
70
ATTIVITÀ COMMERCIALE
SUPERFICIE: 60 M2 NUMERO SPAZI COMMERCIALI: 9 VANI TOTALI: 18
71
SISTEMA STRUTTURALE
SETTI PORTANTI
0
5
10
20m
72
73
74
75
HUG
Lo scenario che qui proponiamo non si limita ad un nuovo modo di abitare, ma include l’aspetto del lavoro in modo preponderante. Immaginiamo che in questa nuova realtà il lavoro stesso crei un polo attrattivo, nello specifico per particolari soggetti che necessitano di essere re-introdotti all’interno della società, al punto tale che l’abitare diventi una necessità subordinata al lavoro. Alla luce di queste considerazioni, e dello studio sulle condizioni attuali dei due edifici, abbiamo sviluppato un progetto che mira alla risoluzione di alcuni aspetti problematici, attraverso quattro interventi principali. Nello specifico questi riguardano la distribuzione, lo spazio aperto, la trasformazione delle residenze e l’introduzione dei laboratori.
E sploso
progetto
76
SPAZIO APERTO
DISTRIBUZIONE
OBIETTIVO
AZIONI
EFFETTI
•
Migliorare la distribuzione esistente
•
Introdurre gli ascensori
•
Addizione di un nuovo volume per la distribuzione
•
Accesso tramite ballatoio
•
Introduzione di due ascensori
•
Introduzione di nuove funzioni per favorire l’aggregazione
•
Migliorare la qualità degli spazi aperti esistenti
•
Rendere il lotto permeabile
•
Introdurre la vegetazione
•
Rigenerazione degli spazi esistenti
•
Introduzione di vegetazione
•
Apertura del lotto alla città
•
Miglioramento della qualità degli spazi pubblici e di pertinenza
77
RESIDENZE
LABORATORI
•
•
Introdurre spazi destinati al lavoro
Sostituzione di due piani di residenze con spazi laboratoriali
•
Trasformare gli appartamenti esistenti
•
Introduzione di residenze temporanee
•
Riconfigurazione degli appartamenti esistenti
•
Frazionamento di alcuni appartamenti
• •
Creazione di spazi comuni per le residenze temporanee
•
Creazione di una realtà economica indipendente
•
Introduzione di un’abitazione temporanea
•
Reinserimento di individui nella società attraverso il lavoro
•
Aumento del numero degli alloggi e quindi di ospiti
•
Miglioramento della qualità degli spazi interni
P rogramma
78
LA DISTRIBUZIONE
Questo intervento risponde alla necessità di inserire gli ascensori, che attualmente risultano assenti, ed eliminare alcuni dei vani scala esistenti, in quanto sono presenti in numero eccessivo. Abbiamo deciso di mantenere unicamente i due vani scala angolari esistenti per servire gli appartamenti presenti all’interno del corpo centrale dei due edifici. L’idea progettuale è quindi quella di concentrare il sistema distributivo all’interno di un nuovo volume posto davanti alle maniche dei due edifici e distante un metro, nel punto più vicino. Tale volume, retto da pilastri, si sviluppa solo a partire dal terzo piano fuori terra in quanto i primi due piani degli edifici sono occupati da spazi laboratoriali dotati di un sistema distributivo indipendente. L’accesso alle residenze, in questo modo, avviene da un ballatoio che si estende a partire dal nuovo volume e che circonda tutto il perimetro interno degli edifici. Lo stesso ballatoio, in alcuni casi, entra all’interno dell’edificio sottraendo dello spazio alle abitazioni e trasformandolo in giardini d’inverno o in uno spazio di ingresso più ampio, condiviso da due alloggi antistanti.
Successivamente, abbiamo deciso di arricchire l’ intervento destinando alcune parti del volume, sia ad un piano che a doppia altezza, alle funzioni precedentemente menzionate, in modo da rendere questo spazio vivo e non unicamente utilizzato a scopo distributivo. Infine, abbiamo deciso di integrare la vegetazione all’interno del progetto. Data l’assenza di alberature e spazi vegetali allo stato attuale, e data l’importanza che questi assumono all’interno del quartiere, abbiamo ritenuto fondamentale integrare questo aspetto all’interno dell’intervento, portando in altezza la vegetazione.
79
ESISTENTE
VOLUME DISTRIBUTIVO
BALLATOI
C oncept
80
P rospetto
frontale - scala
1:500
81
P rospetto
lato corte interna - scala 1:500
82
V ista
volume distributivo
83
V ista
volume distributivo
84
LO SPAZIO APERTO
Questo intervento è stato pensato per risolvere il problema della scarsa qualità degli spazi aperti che attualmente insiste sul lotto. Il punto di partenza per il progetto del suolo, è stato l’individuazione delle nuove funzioni da inserire al piano terra e uno studio dei flussi. Partendo da queste considerazioni, abbiamo pensato due spazi di natura differente. Il primo, più formale, si genera nell’area compresa fra i due edifici e assume la connotazione di un viale pubblico, progettato sia per il passaggio che per la sosta delle persone. L’obiettivo che volevamo raggiungere, rendendo permeqabile questo viale, è quello di un maggiore dialogo con la città. Questa intenzione di apertura si è tradotta nell’uso di una matrice, avente la forma di un cono ottico, per il disegno degli spazi. La forma scelta è stata riproposta sia davanti agli ingressi presenti al piano terra che agli estremi del viale. Per questo spazio abbiamo pensato ad un suolo duro, in pietra, con alcune aree dove è stato inserito un suolo perkmeabile e degli alberi. Il secondo invece, in corrispondenza delle corti interne, è uno spazio neutro, carat-
terizzato da un suolo libero, utilizzabile per differenti attività. La necessità di avere un suolo di questa natura deriva dalla collocazione al piano terra di spazi dedicati ad attività laboratoriali, che necessitano di un suolo tecnico per il passaggio di materiali o possibili lavorazioni. Questo è il motivo per cui questo spazio è caratterizzato dall’assenza di vegetazione che, però, abbiamo portato in altezza come spiegato nel precedente paragrafo. Abbiamo quindi pensato ad un suolo duro, realizzato in cemento lisciato colorato di un azzurro tenue. Infine, a seguito dell’analisi fatta sui flussi, abbiamo ritenuto necessario aprire una strada fra il supermercato Ekom ed il primo edificio. Avendo collocato i magazzini di pertinenza laboratoriale nella manica adiacente alla nuova strada, questa sarà utilizzata esclusivamente per il carico e lo scarico delle merci e come parcheggio per i dipendenti.
C oncept
85
FLUSSO PUBBLICO FLUSSO PRIVATO ADDIZIONE
P ianta
piano terra
86
87
88
PAVIMENTAZIONE IN PIETRA
ALBERATURA
SUOLO VEGETALE
A ssonometria
viale pubblico
89
V ista
viale pubblico
90
I LABORATORI
L’intervento relativo ai laboratori rappresenta il punto focale del nostro lavoro. Il nostro progetto, come già detto in precedenza, si rivolge a persone problematiche che devono essere reintegrate nella comunità. Abbiamo deciso che questo passaggio possa avvenire attraverso il lavoro, con il quale le persone possano contribuire in modo concreto alla produzione di manufatti e oggetti di diversa natura, che saranno poi venduti sempre all’interno di questa struttura. Il punto di partenza è quindi stato quello di sostituire i primi due piani fuori terra degli edifici, attualmente adibiti a residenze, con uno spazio a doppia altezza soppalcato destinato ad attività lavorative. Abbiamo pensato a spazi versatili che si possano adattare con facilità a diversi tipi di lavorazioni e attività. Sono previsti ampi spazi in cui poter effettivamente compiere le lavorazioni, da qui l’idea di avere delle doppie altezze che possano ospitare anche macchinari imponenti. Una parte degli spazi è stata invece dedicata agli uffici, questi potrebbero ospitare start-up o altre tipologie di attività. Ci immaginiamo, infatti, che le singole maniche, che nel funzionamento sono indipendenti fra loro, possano essere af-
fittate da privati che le utilizzeranno a loro discrezione. La tipologia di lavorazione non sarà quindi necessariamente artigianale ma potrà essere variabile.
91
PIANTA PIANO PRIMO
LABORATORIO RESIDENZA TEMPORANEA SPAZIO COMUNE
0
5
10
20m
92
LABORATORIO-Piano Terra
7 6 5 4
3
2 1
9
1. UFFICIO 20 MQ 2. BAGNO 12 MQ
6. UFFICIO 22 MQ
3. MAGAZZINO 47 MQ
7. BAGNO 15 MQ
4. MAGAZZINO 47 MQ
8. LABORATORIO 163 MQ
5. BAGNO 12 MQ
9. ENTRANCE 45 MQ
8
93
LABORATORIO-Piano Primo
4
3 5
2
6 1
1. UFFICIO 32 MQ 2. LABORATORIO 60 MQ 3. LABORATORIO 60 MQ 4. UFFICIO 37 MQ 5. UFFICIO 28 MQ 6. UFFICIO 28 MQ
94
V ista
laboratorio - corte interna
95
LE RESIDENZE
L’intervento delle residenze è in stretta relazione con quello dei laboratori. Nello scenario che immaginiamo, le persone che faranno parte del programma non saranno necessariamente della zona, ma potrebbero provenire da tutta la città. Partendo da questo presupposto e considerando che queste persone potrebbero non avere una casa di proprietà, si rende necessario poter offrire a chi lavora in queste strutture un’abitazione. Ci è sembrato chiaro, quindi, che in questo caso il lavoro assuma una connotazione talmente forte da creare esso stessa la necessità dell’abitare, che di fatto ne risulta subordinata. L’idea di abitazione che abbiamo non è unicamente quella di una residenza di proprietà ma di una temporanea, che permetta un ricircolo di individui. Dunque, abbiamo pensato di riorganizzare gli appartamenti già esistenti, realizzando una parte di residenze permanenti e una di residenze temporanee. Le prime sono collocate nei piani sovrastanti i laboratori, mentre le altre coesistono con essi al piano terra ed al primo piano e sono collocate nel corpo centrale dei due fabbricati, a cui vi si accede dai due vani scala angolari già presenti allo stato attuale.
Pertanto abbiamo anche previsto la presenza di una serie di servizi ad uso comune, non solo per gli ospiti delle residenze temporanee ma anche per i proprietari delle residenze permanenti.
96
PIANTA PIANO TIPO
RESIDENZA PERMANENTE SISTEMA DISTRIBUTIVO SPAZIO COMUNE
0
5
10
20m
97
RESIDENZE PERMANENTI
3 5 3 7 6
8 9
5 4 3
2 8
3
7
2
1
6 8 9
1. STANZA MATRIMONIALE 28 MQ 2. STANZA MATRIMONIALE 20 MQ 3. CUCINA 18 MQ 4. BAGNO 12 MQ 5. STANZA MATRIMONIALE 18 MQ 6. BAGNO 12 MQ 7. CUCINA 15 MQ 8. BAGNO 9 MQ 9. CUCINA 20 MQ
98
RESIDENZE TEMPORANEE
4 2 1 3
3 3
3 1
1. STANZA SINGOLA13 MQ 2. STANZA SINGOLA 11 MQ 3. BAGNO 3 MQ 4. CUCINA 55 MQ 5. STANZA SINGOLA 9 MQ
5
99
V ista
spazio comune
100
101
V ista
ballatoio
A ssonometria
progetto
102
103
104
ALLEGATI
T abella
Intervistato
EtĂ
Sesso
Luogo
Residente/Non residente
Giorno
1
70
M
Corso Sebastopoli
Residente
Ven 31 Maggio
2
22
M
Via Tripoli
Non residente
Ven 31 Maggio
3
19
F
Via Filadelfia
Residente
Ven 31 Maggio
4
43
F
Via Filadelfia
Non residente
Ven 31 Maggio
5
72
F
Via Filadelfia
Residente
Ven 31 Maggio
6
32
M
Piazzale Grande Torino
Residente
Ven 31 Maggio
7
81
F
Corso Sebastopoli
Non residente
Ven 7 Giugno
8
70
F
Via Baltimora
Residente
Ven 7 Giugno
9
71
M
Via Tripoli
Residente
Ven 7 Giugno
10
70
F
Corso Cosenza
Residente
Ven 7 Giugno
11
62
M
Corso Agnelli
Residente
Ven 7 Giugno
12
23
M
Corso Agnelli
Residente
Ven 7 Giugno
13
37
F
Parco C.V. Veneto
Residente
Ven 7 Giugno
14
26
M
Parco C.V. Veneto
Non residente
Ven 7 Giugno
15
70
M
Corso Sebastopoli
Residente
Ven 7 Giugno
16
65
F
Corso Sebastopoli
Non residente
Ven 7 Giugno
17
16
F
Corso Sebastopoli
Residente
Ven 7 Giugno
riassuntiva delle interviste
105
DOMANDE 1. Da quanto tempo conosce questa zona? Per quale motivo si trova qui? Ogni quanto si reca nella zona? 2. Se da più di 5 anni, quali cambiamenti ha notato nel corso del tempo? 3. Consiglierebbe ad altre persone di visitare o abitare in quest’area? 4. Ritiene che questo sia un luogo sicuro? 5. Ritiene che la viabilità in questo quartiere sia sufficiente? 6. Con quale frequenza usufruisce degli spazi pubblici? A quale di questi servizi è maggiormente interessato? Rispondono alle sue esigenze? 7. Cosa vorrebbe che fosse migliorato o aggiunto all’interno del quartiere? INTERVISTATO 1 Uomo 70 Anni Italiano 1. Vivo nella zona da 23 anni. 2. Non ho notato cambiamenti da quando vivo nel quartiere, a parte quelli nel periodo delle Olimpiadi. Da quando è cambiata l’amministrazione comunale ho notato una minore cura nei giardini, non viene tagliata l’erba e quando lo fanno poi la lasciano sul luogo. I bidoni dell’immondizia non vengono svuotati e i rifiuti si accumulano. 3. Consiglio ad altre persone di vivere nel quartiere perché la zona è tranquilla e ben
servita ed esiste ancora un rapporto umano fra gli abitanti. 4. Sì. 5. Utilizzo i mezzi pubblici e trovo che la zona sia ben collegata ma trovo tutto quello di cui ha bisogno nella zona. 6. Utilizzo gli spazi pubblici e trovo che la cura del verde sia scarsa. 7. Non suggerisco alcun miglioramento, se non il passaggio della metro. INTERVISTATO 2 Uomo 22 Anni Italiano 1. Non abito nella zona ma sono di passaggio. Mi trovo qui perché mi alleno allo stadio. 4. Trovo che la zona sia sicura. 5. Ritengo che la zona sia ben collegata e servita dai mezzi pubblici.
INTERVISTATO 3 Donna 19 Anni Italiana 1. Vivo nella zona da ottobre 2018 per motivi di studio e conosco la zona da poco. 3. Sì, la consiglierei. 4. Mi sento sicura poiché è una zona tranquilla. 5. La viabilità funziona bene anche per il centro. Utilizzo sempre i mezzi pubblici per muovermi, soprattutto il tram e il
106
treno per tornare a casa nel weekend. 7. Non saprei. Ho tutto quello che mi serve in questa zona. INTERVISTATO 4 Donna 43 Anni Italo-brasiliana 1. Ho già vissuto a Torino, poi sono ritornata in Brasile. Ora sono tornata in Italia per cercare una buona sistemazione per mia sorella pensionata, che vorrebbe venire a vivere in Italia e avere la cittadinanza italiana. 3. Sì, sì, sì, la consiglierei, dovrebbe solo essere più “arbonizzata”. 4. Sì mi sento sicura nel vivere qui. E’ una zona tranquilla. 5. Si, è ben fornita. Utilizzo molto la linea 55 e 58 per il centro. 7. Penso che bisognerebbe aumentare il verde di quartiere e inserire una palestra comunale poiché quella all’aperto nei periodi invernali o comunque in giornate di pioggia non è sfruttabile. Ci sono solo piscine comunali al chiuso ma quello che serve di più a chi non può ha molti soldi è una palestra comunale per smaltire il grasso in eccesso dovuto al consumo di cibo scadente. Una volta era diverso poiché i ricchi ma giovano troppo, erano grassi e dovevano smaltire, oggi i meno ricchi si devono accontentare di cibi poco sani dai prezzi abbordabili e quindi avrebbero bisogno di fare più attività fisica in palestre non troppo
costose. INTERVISTATO 5 Donna 72 Anni Italiana 1. Vivo in questo quartiere da quando mi sono sposata, ovvero dal 1971. Ci siamo trasferiti qui perché trovammo e comprammo casa in questa zona, da all’ora non ci siamo più voluti spostare. 2. Ci sono stati dei cambiamenti in negativo poiché è aumentato il traffico ed è diventato difficile parcheggiare. 3. Si consiglierei molto questa zona perché è una bella zona, è una zona tranquilla, frequentata ancora bene rispetto ad altre. 4. Mi sento sicura anche se adesso non esco molto la sera o comunque esco solo con mio marito ma comunque non ho mai avuto problemi. Adesso è una zona tranquilla anche perché non ci sono più molti juventini, solo gente granata. 5. Si utilizzo i mezzi pubblici che collegano bene la zona con il centro, utilizzo di più il pullman per comodità e vicinanza della fermata. 6. Bisognerebbe migliorare il verde, ripiantare gli alberi che avevano messo durante le Olimpiadi per fare bella figura ma che ora sono per la maggior parte tagliati. Bisognerebbe soprattutto tagliare l’erba e ripristinare gli spazi aperti e i giardini che sono impraticabili sembrano aree abbandonate soprattutto quelle
107
lungo corso Cosenza occupate dagli zingari e dai loro camper. 7. I luoghi che frequentiamo di più sono la Chiesa Santa Natale su via Boston e il mercato coperto su Via Buon Grazioli, ma in realtà la zona è abbastanza autonoma ci sono negozi di tutti i tipi e non serve andare fino in centro. INTERVISTATO 6 Uomo 32 Anni Italiano 1. Vivo in questo quartiere da dieci anni. Perché mi sono spostato e ho comprato casa qui. 2. Non ci sono stati grandi cambiamenti se non l’aumento del turismo legati allo stadio e al Pala Alpitour. 3. Si consiglierei questa zona perché è tranquilla. 4. Mi sento sicuro. 5. No, utilizzo il mezzo proprio. 6. Si utilizziamo gli spazi pubblici ma la manutenzione è scarsa, l’erba viene tagliata raramente e non c’è molto cura del verde. 7. Incrementerei lo spazio del cittadino. INTERVISTATO 7 Donna 81 Anni Italiana 1. Non abito in questa zona, ma la frequento ogni giorno perché mi trovo con
gli amici ogni mattina. 2. Penso che sia sempre uguale, a causa della presenza del mercato. 3. Lo consiglio alle persone che conosco. 5. Sì, li utilizzo durante i giorni settimanali. 7. Ritengo che sia necessario aumentare il numero di parcheggi, poiché non ce ne sono a sufficienza. INTERVISTATO 8 Donna 70 Anni Italiana 1. Vivo in questa zona da circa 40 anni. 2. Secondo me la zona non è peggiorata nel corso degli anni dal punto di vista della delinquenza, però è molto peggiorata per quanto riguarda la cura degli gli spazi pubblici. 4. Mi trovo molto bene in questa zona, non mi sono mai accorta di delinquenza, però non mi sento molto sicura a uscire alla sera, perché comunque ho paura. Quando ero più giovane, uscivo spesso da sola, anche di sera, anche se con un po’ di timore. 5. Utilizzo i mezzi pubblici, ma non ritengo siano sufficienti, infatti uso molto anche la bici, sebbene manchino anche le piste ciclabili. 6. Dovrebbero migliorare la pulizia e la cura dei giardini e togliere o sostituire giochi rotti nei parchi. 7. I negozi iniziano a chiudere, non
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ce ne sono più tanti a causa dei centri commerciali, quindi bisogna spostarsi Dovrebbero ripristinarli. INTERVISTATO 9 Uomo 71 Anni Italiano 1. Vivo qui da 22 anni. 2. Sì, nella zona di Piazza d’Armi e dello Stadio, da quando hanno fatto le Olimpiadi. 3. Io vorrei andare via, perché avrei bisogno di più tranquillità, però la consiglierei ai giovani perché ci sono molti servizi. 4. C’è movimento alla sera, ma è abbastanza sicura. 5. Non utilizzo i mezzi pubblici, perché mi sposto in macchina. 6. Gli spazi verdi sono molto sporchi e tenuti male. Per fortuna ci sono gli operatori ecologici che cercano di sistemare qualcosa. 7. Dovrebbero tornare alla vecchia raccolta dei rifiuti, perché adesso è troppo complicata. L’isola ecologica è troppo lontana. INTERVISTATO 10 Donna 70 Anni Italiana 1. Vivo qui da 37 anni. 2. Un peggioramento generale.
3. Io sto bene, a tanti non piace. 4. Sì, posso dire che sia un luogo abbastanza sicuro. 5. Uso poco i mezzi pubblici, perché trovo tutto ciò che mi serve in zona. Trovo però che la linea 40 passi poco frequentemente. 7. Ritengo che ci siano troppo traffico e troppe macchine INTERVISTATO 11 Uomo 62 Anni Italiano 1. Vivo qui da soli 2 anni. Avevo vissuto qui in precedenza, per 23 anni 2. Non ho notato cambiamenti. 3. Io sono tornato ad abitarci, dopo 23 anni che vivevo altrove, quindi sì. 4. Sì, è un luogo abbastanza tranquillo. 5. Li utilizzo molto raramente. 6. I giardinetti sono un po’ abbandonati, anche se ci sono degli operatori ecologici che ogni tanto li puliscono un po’. 7. Dovrebbero migliorare la pulizia delle strade. INTERVISTATO 12 Uomo 23 Anni Italiano 1. 2. 3. 4.
Vivo qui da 8 anni Direi di no. Sì. Sì, mi sento sicuro ad uscire anche la
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sera. 5. Utilizzo i mezzi pubblici e penso che siano sufficienti. INTERVISTATO 13 Donna 37 Anni Italo-brasiliana 1. Vivo qui da 2 anni 4. Si, tranne al mercato di Santa Rita. 5. Trovo tutto ciò che mi serve in zona, ma trovo comunque che i mezzi pubblici non siano sufficienti. 7. Migliorerei l’offerta dei mezzi pubblici. INTERVISTATO 14 Uomo 26 Anni Italiano 1. Non vivo qui, ma ogni tanto vengo a fare un giro al mercato. 4. Ritengo che sia sicura, anche se un po’ troppo affollata. 5. Non li utilizzo. 7. Aggiungerei dei posti auto. INTERVISTATO 15 Uomo 70 Anni Italiano 1. Vivo qui da 43 anni. 2. Non ho notato molti miglioramenti. Hanno ampliato il mercato eliminando
una fermata del tram. 3. Sì lo consiglio, trovo che sia la zona migliore di Torino. 4. Non mi sento sicuro INTERVISTATO 16 Donna 65 Anni Italian 1. Non vivo qui, vengo ogni tanto al mercato. 2. Non ho notato cambiamenti, negozi che hanno aperto o chiuso, ma è normale. 4. Non vengo molto di sera, ma di giorno sono tranquilla. 5. Non utilizzo i mezzi pubblici perché mi sposto a piedi. 6. Gli spazi pubblici non sono molto presenti. 7. Dovrebbero aggiungere dei giardini per i bambini e anche delle aree cani, così la città sarebbe più pulita. INTERVISTATO 17 Donna 16 Anni Rumena 1. Vivo qui da poco, mi sono trasferita per motivi di lavoro dei miei genitori. 4. Non saprei, non esco la sera. 5. Utilizzo spesso gli autobus. 6. I parchi sono privi di protezioni. 7. Dovrebbero migliorare i trasporti e aggiungere aree cani.