PORTFOLIO
ARCHITECTURE
2022 FRANCESCA FERA
Date and place of birth 16 Jan 1997 Turin Nationality Italian Adress Corso Sebastopoli 212 , Turin Phone +39 3292433690 e-mail francescafera97@gmail.com LinkedIn https://www.linkedin.com/in/francesca-fera-84556a1b5/
Education
Abilitazione alla Professione: Architetto sez. A 2022
Master’s degree in Architecture for the sustainable project 2018 - 2021 Politecnico di Torino, Torino (IT) Lawrence Technological University, Detroit (USA)
Bachelor of Architecture 2015 - 2018 Politecnico di Torino, Torino (IT)
Work experiences
Assistant / Designer 2022 Studio Pomero, Torino.
All’interno dello studio di architettura sono stata coivolta in diverse fasi della progettazione architettonica (dallo studio di fattibilità fino all’esecutivo). Mi sono occupata principalmente di: - progettazione architettonica di interni ed esterni - progettazione urbana - produzione di elaborati 2D e 3D - presentazioni
Francesca Fera
2019 “ArchiTeatro” , Turin 2019
Workshop “Comunicare l’architettura: realtà virtuale e altri media” , Turin
Assistant / Designer 2021-22 Arch. Anna Prat, Torino.
Ho avuto modo di collaborare con l’Arch. Anna Prat alla redazione di un programma triennale di interventi per la creazione di un Duc (Distretto Urbano del Commercio) per la Città di Rivarolo Canavese (Piemonte) e di uno studio di fattibilità per la rigenerazione urbana di un quartiere periferico della città di Vercelli partecipando al bando “ Prospettive urbane” di Fondazione di San Paolo. Mi sono occupata di : - progettazione urbana - produzione di elaborati 2D - ricerca e analisi - presentazioni
Assistant / Designer 2020 De Leo & Drasnar, Torino.
All’interno dello studio di architettura sono stata coivolta in diverse fasi della progettazione di interni, residenziali e per servizi. Mi sono occupata di : - progettazione architettonica di interni e arredo - disegno di impianti elettrici - produzione di elaborati 2D e 3D - rendering - presentazioni
Language skills Italian
English (IELTS 5.5)
Software skills
Autocad Archicad Adobe InDesign Adobe Illustrator Adobe Photoshop SketchUp QGIS
molto utilizzato utilizzato molto utilizzato molto utilizzato molto utilizzato molto utilizzato utilizzato utilizzato poco utilizzato
Design docs
Tesi magistrale : https://webthesis.biblio.polito.it/19763/1/tesi.pdf
Progetto Urbano - No Home : https://issuu.com/francescafera/docs/book_urbanistica_compressed
Analisi PRG - Trofarello : https://issuu.com/francescafera/docs/book
Microsoft Office package Twinmotion Skills
Selected Projects
Lab. Composizione architettonica + fisica + design per l’ambiente Docenti M. Crotti + A. Astolfi + C. Germak a.a. 2020 - 2021
Allo stato di fatto quest’area ha una vocazione naturalistica e sportiva , in quanto vi era il Circolo remiero, ma con un aspetto compositivo abbastanza frammentato. Dall’analisi diacronica fotografica dell’area emerge come il rapporto con il fiume non sia solo un rapporto di reciprocità visiva, ma è un rapporto intrinseco proprio nella loro formazione, in quanto precedentemente al ’57 tutta quest’area specialmente il lungo fiume non esisteva, e solo successivamente con il ristringimento del letto del fiume, si è arrivati alla conformazione di un pianalto artificiale e quindi ad una morfologia molto esasperata. L’intento del progetto quindi è quello di progettare delle nuove funzioni all’interno dell’area che ne permettono il suo sviluppo, ma tenendo conto di un impianto unitario che vada a negare la frammentazione che adesso esiste. Gli elementi di resistenza del progetto sono la passerella e la necessità di ridefinirne un nuovo approdo, l’accesso al lungo fiume e la volontà di valorizzare l’arco come soglia di accesso, ruolo che ha sempre avuto nella storia e l’integrazione di spazi a servizio del trasporto pubblico e privato in rapporto con corso Moncalieri. L’intento progettuale si definisce come una volontà di rimodellare interamente e tridimensionalmente la morfologia dell’area partendo dal presupposto che la morfologia stessa dell’area sia di per se già artificiale. Il cretto architettonicamente parlando diventa la matrice che da unitarietà ai diversi aspetti del progetto, rafforzato da un’impostazione modulare basata su una griglia che ha come assi e come modulo l’elemento della passerella. Il pianalto viene riformulato come sottrazione e addizione di volumi di terra, contenuti dal costruito, mentre la parte di lungo fiume seppure influenzata della metodologia del cretto resta più naturale. L’assetto compositivo messo in atto prevede un’analisi architettonica mult-scalare, nell’ottica di unitarietà infatti non esiste un elemento specifico che non influenzi il generale. La conformazione del pianalto si struttura architettonicamente a seguito dell’inserimento degli edifici semi interrati , ed è composta da un podio sovrastato dai vari oggetti architettonici con la loro funzione. Osservando l’area dal punto di vista del fiume l’elemento predominante visivamente è la colonna . La colonna è elemento di snellezza del fronte lungo fiume, elemento strutturale dell’architettura, elemento che descrive la modularità dell’impianto ed elemento che assume funzioni di protezione alla caduta. Soffermandosi sempre sul fronte lungo fiume si nota come la vocazione naturale dell’area sia mantenuta anche nell’inserimento del verde all’interno del cretto costruito.
UNDERGREEN
Assonometria totale
C C E E
M
M Masterplan Totale N
Circolo remiero: area conferenze
Prospetto lungo fiume
Il ristorante
SEZIONE M-M SEZIONE E-E SEZIONE C-C Alcune sezioni significative
Dettagli progettuali
Oltre al progetto architettonico e urbano è stato necessario verificare la fattibilità progettuale in ambito acustico (attraverso calcoli su fogli Excel) e illuminotecnico (con l’utilizzo del software Dialux).
L’obiettivo del progetto illuminotecnico è stato quello di far risaltare principalmente i percorsi all’interno dell’area, differenziati in: percorsi lungo fiume immersi nel verde, caratterizzati da un’illuminazione puntuale su palo e un gioco di rampe e scalinate che collegano direttamente l’altopiano con il fiume, esaltate da una luce lineare data dalle strisce led. All’ interno del progetto siamo andati ad utilizzare due diversi tipi di temperatura di colore, sia 3000K che 4000K, per evidenziare aree di particolare interesse architettonico e paesaggistico è stata utilizzata una temperatura di colore di 3000K, ove invece è stata necessaria un’illuminazione per dare un senso di sicurezza ed una visibilità elevata sono stati utilizzati apparecchi a 4000K. Fondamentale è stata per noi la scelta di apparecchi con diverso tipo di IP (International Protection), assegnando apparecchi differenti a seconda del rischio di allagamento delle diverse fasce di lungo fiume.
RELAX
AREE NATURALI PROTETTE
STRADA / PARCHEGGIO - 4000K PERCORSI CICLCOPEDONALI - 4000K STRIP LED PERCORSI SCARPATA - 3000K AREE
- 3000K
- 3000K
Masterplan della luce
LAB 2
Atelier Urbanistica + Sociologia Docenti A. Sampieri + S. Crivello a.a. 2019
L’area di progetto è situata in un quartiere residenziale torinese precisamente il quartiere di Santa Rita. Il lotto scelto e su cui creare un nuovo scenario è un lotto appartenente alle ATC meglio conosciute come “case popolari”. Lo scenario che si propone non si limita ad un nuovo modo di abitare, ma include l’aspetto del lavoro in modo preponderante. Immaginiamo che in questa nuova realtà il lavoro stesso crei un polo attrattivo, nello specifico per particolari soggetti che necessitano di essere reintrodotti all’interno della società, al punto tale che l’abitare diventi una necessità subordinata al lavoro. Alla luce di queste considerazioni e dello studio sulle condizioni attuali dei due edifici, si è sviluppato un progetto che mira alla risoluzione di alcuni aspetti problematici, attraverso quattro interventi principali: la distribuzione, lo spazio aperto, la trasformazione delle residenze e l’introduzione dei laboratori. Per migliorare la distribuzione è stato necessario introdurre degli ascensori in nuovo volume . L’accesso alle residenze, in questo modo, avviene da un ballatoio che si estende a partire dal nuovo volume e che circonda tutto il perimetro interno degli edifici. Lo stesso ballatoio, in alcuni casi, entra all’interno dell’edificio sottraendo dello spazio alle abitazioni e trasformandolo in giardini d’inverno o in uno spazio di ingresso più ampio, condiviso da due alloggi antistanti. Si è deciso di arricchire l’ intervento destinando alcune parti del volume, sia ad un piano che a doppia altezza, a funzioni per favorire l’aggregazione, in modo da rendere questo spazio vivo e non unicamente utilizzato a scopo distributivo. Infine, si è deciso di integrare la vegetazione all’interno del progetto. Data l’assenza di alberature e spazi vegetali allo stato attuale, e data l’importanza che questi assumono all’interno del quartiere, abbiamo ritenuto fondamentale integrare la vegetazione portandola in altezza. Gli spazi di lavoro sono stati pensati come luoghi luminosi e a doppia altezza così da creare un realtà economica indipendente all’interno dello stesso lotto. Il fine dei laboratori è quello di dare una possibilità agli individui bisognosi di avere un riscatto sociale. Sono stati pensati spazi versatili che si possano adattare con facilità a diversi tipi di lavorazioni e attività. Sono previsti ampi spazi in cui poter effettivamente compiere le lavorazioni e spazi più contenuti che potrebbero ospitare start-up o altre tipologie di attività. Nel residenziale si è optato per due tipi di appartamenti : temporanei e a lunga durata
Al link seguente è possibile approfondire il progetto: https://issuu.com/francescafera/docs/book_urbanistica_ compressed
HUG
L’obiettivo è ridare valore all’abitare migliorando la qualità degli interni.
Attacco a terra
Prospetto Via Castagnevizza, TO
Concept- Volume aggiunto
Spaccato
di sintesi
assonometrico
Viste ambienti
interni
Vista Serra
Vista Laboratori e corte interna
Vista area comune - res. temporanea
Dettaglio Viale pubblico
LAB 3
Atelier Composizione architettonica + Tecnologia + Fisica dell’edificio Docenti R. Dini + F. Thiebat + A. Gorrino a.a. 2019 - 2020
PUNTO DI FUGA
L’elemento protagonista del progetto è la montagna, non solo come sfondo ma come punto centrale e di riferimento per la maggior parte delle scelte progettuali. Analizzando l’area si è percepita subito la vocazione di Arpy: un ostello completamente immenso nella natura con grandi potenzialità di sviluppo sotto l’aspetto sportivo ma anche artistico, dettato dall’isolamento dell’area e al senso di pace e benessere che essa ti trasmette. Trattandosi di un’area, ad oggi, poco utilizzata e non pienamente sfruttata, attraverso alcune analisi si è cercato di individuarne criticità e punti di forza. L’isolamento, che all’inizio pareva essere una debolezza del progetto, si è rivelato un ottimo punto a favore. Così si è arrivati a pensare al nuovo ostello come un punto di raccordo non solo per lo sport ma anche per possibili attività riguardanti l’arte, creando all’interno delle preesistenze degli spazi adibiti a tali attività. La zona è situata in una area strategica che si trova a pochi minuti di distanza dai principali poli della Valdigne, dando cosi la possibilità di poter partecipare a diverse attività sportive sia nel periodo estivo che invernale. Un importante problema da risolvere è stato quello distributivo, sia per quanto riguarda gli spazi comuni esterni sia per gli interni. Per via della forma del lotto e per la mancanza di un parcheggio limitrofo all’area, tra gli edifici esistenti si andava a creare uno spazio a cui veniva permesso l’accesso anche alle vetture. Per garantire più apertura e maggiore utilizzo delle zone centrali, si è spostata la viabilità nella zona retrostante, andando ad inserire una galleria che entra parzialmente nella montagna e permette alle vetture di costeggiare tutta l’area. A questa galleria è stato affiancato un corridoio pedonale al fine di mettere in comunicazione i tre edifici retrostanti: spostando l’elemento di distribuzione all’esterno si è ricavato più spazio negli edifici esistenti per poter aumentare la metratura delle camere dell’ostello. Per poter dare un’immagine più uniforme del complesso è stato aggiunto un nuovo volume che fungesse da ingresso all’ostello e alla nuova area riqualificata. Per rispettare la preesistenza questo nuovo volume si inserisce in maniera armonica con il contesto, rispettando le altezze degli edifici limitrofi e rispettando uno schema assiale particolare che lo mette in comunicazione con il disegno del suolo. La posizione strategica di questo edificio, permette al visitatore di avere uno sguardo diretto sul meraviglioso panorama circostante, proprio per questa ragione sono state inserite grandi vetrate a tutta altezza, per accentuare ancora di più questo aspetto. Questo doveva essere un elemento di contrasto con l’esistente soprattutto sul piano energetico e tecnologico, ovvero meno impattante sul piano energetico e con materiali il più sostenibili possibile. Ecco perchè le nostre scelte sono ricadute su una struttura portante in acciaio alla quale vengono poi fissati i montanti e i traversi in legno che sono la struttura portante delle pareti di tamponamento, costituite per lo più da isolante e pannelli OSB. Mentre il rivestimento esterno in lamiera zincata vuole essere sostenibile ma anche rilevante esteticamente rispetto al costruito esistente.
Flussi interni
Assonometria Totale Arpy
Prospetti, attacco a terra e sezione
Viste ambienti interni
Vista Corridoio distributivo
Vista Hall - Ufficio turistico
• Rivestimento esterno - Rheinzink, sp. 1,5 mm
• Tavolato OSB, sp. 20mm
• Membrana impermeabilizzante
Doppio strato di Isolante Polistirene estruso espanso XPS, sp. 160 mm menbrana impermeabilizzante
• Barriera al vapore
• Getto in cls con lamiera grecata , sp. 100 mm
• Controsoffitto con pannelli di legno da 20 mm su telaio con profili in acciaio a C su tiranti appesi
Solaio a terra
• Pavimentazione in legno sp. 15 mm
• Massetto di posa su pannello radiante, sp. 80 mm
• Sottofondo grezzo di conglomerato cementizio e aggregati in perle di polistirene espanso, sp. 120 mm
Pannello isolante (gesso), sp. 80 mm
• Barriera al vapore
Getto in cls armato, vespaio areato con elementi plastici, sp.430 mm
• Solaio in cls armato, sp. 150 mm
• Membrana impermeabilizzante
• Terra
Sezione Tecnologica - Hall 1 2 Copertura ( E - I )
1
2
LAB 4
Atelier Rappresentazione del costruito + Rilievo Docenti P. Davico + M. Mattone a.a. 2019
I.T.E.R. ROMANO
Lo scopo del lavoro svolto è il restauro architettonico e funzionale di una costruzione rurale tipica del piemonte: il “chabot“. Quest’ultimo è una tipica costruzione posta in prossimità della vigna dove si riponevano gli attrezzi e si ci radunava durante la vendemmia. Il chabot oggetto di studio è situato nel comune di Romano Canavese, paese appunto situato nel Canavese sede di importanti produzioni di vini rossi a base di Nebbiolo e bianchi a base di Erba Luce. Il lavoro è stato effettuato per fasi: sopralluogo, rilievo fotografico e architettonico, rielaborazione dei dati, restituzione al CAD , analisi dei degradi, possibili soluzioni di recupero dell’esistente e ri-funzionalizzazione tramite un progetto. L’idea progettuale parte dal rivalorizzare non solo l’oggetto architettonico in sè ma l’intero complesso di casotti sparsi per il comune di Romano Canavese attraverso un percorso fisico e culturale che assegni a ciascuno di essi un tema caratterizzante il Canavese. Le attività sono pensate e organizzate per un’esperienza che abbia la durata minima di 3 giorni con la possibilità di pernottamento nelle strutture presenti nel paese. Le esperienze che vengono proposte riguardano la canapa e le sue lavorazioni, le rievocazioni storiche, la tradizione della produzione del laterizio, i prodotti gastronomici ed infine la scoperta dei vitigni del borgo. Per rendere più fruibile il sito, sono stati pensati dei volumi modulari che si potessero adattare facilmente alle diverse funzioni ipotizzate di laboratori per attività didattiche, mentre i casotti - compreso quello in oggetto - sono allestiti come show-room in cui si possono osservare, comprendere ed imparare differenti aspetti delle attività proposte. Si può spaziare dai processi di lavorazione della canapa, agli aspetti storici da rivivere attraverso le rievocazioni, ai processi costruttivi delle botti per la conservazione del vino.
Rilievo architettonico - Chabot
Rilievo dei Degradi - Chabot
Si è deciso di progettare un volume smontabile e modulare che fosse il meno impattante possibile sull’ambiente, data l’importanza che esso riveste in questo contesto. Il volume è stato pensato in modo da poter essere adattato a varie funzioni e a diversi periodi dell’anno in cui le esigenze sono differenti. Pertanto lo spazio fra i diversi pilastri è stato pensato per poter essere tamponato con pareti sandwich, nel caso delle pareti verso i terrazzamenti, per il blocco del bagno o nel periodo invernale; con dei grandi infissi nel caso del blocco del bar o in quelli dedicati ai laboratori; è stato infine previsto una schermatura composta da lamelle di legno da usare nel periodo estivo in modo da garantire ombreggiamento e ventilazione nei giorni più caldi.
Per quanto riguarda la struttura del blocco si è pensato ad un’intelaiatura di travi in legno, sia per la copertura che per l’attacco a terra, la differenza è che quest’ultimo è regolabile grazie a degli appoggi grazie ai quali è possibile risolvere eventuali dislivelli del terreno. Le travi poggiano su pilastri, anch’essi in legno.
Sezione Totale
Workshop
Workshop Architettura e Teatro a.a. 2019
Luogo Sala delle Colonne, Castello del Valentino, TO
“Il teatro è la metafora della vita, e la città è la sua scena, e pertanto chi si occupa di architettura,deve per forza di cose lavorare alla costruzione di un fondale, alla scrittura di una scenografia, un palinsesto nel quale possano svolgersi i racconti della realtà quotidiana che ognuno di noi affronta, ogni giorno, abitando il paesaggio in cui viviamo.”
Paolo Mellano
Lo scopo del workshop era ricreare una scenografia che rappresentasse la città di oggi utilizzando materiale semplice e rispettando la Sala in cui allestire il tutto.
1 2 0 1 9 POLITECNICO DI TORINO DANIELE FRANCI QUADERNO ZERO ARCHITEATRO Copertina pubblicazione ARCHITEATRO
Bozzetto di progetto
Foto allestimento - ARCHITEATRO
Workshop Comunicare l’Architettura a.a. 2019
Luogo Sala Gonin, Stazione Porta Nuova, To
L’obiettivo del workshop era riuscire a “comunicare l’architettura” attraverso gli strumenti multimediali di ultima generazione. In questo caso bisognava raccontare la storia di un’ importante sito torinese: la Stazione di Porta Nuova. Attraverso fotografie, video e interviste con strumenti professionali forniti dal Laborato Multimediale del Politecnico si è organizzato un vero e proprio set all’interno degli ambienti della Stazione dove intervistare specialisti, professori e amministratori del sito. Con il materiale raccolto, attraverso il software Da Vinci Resolve, si è montato un documentario disponibile in rete diviso per temi. L’area analizzata nel mio caso era la Sala Gonin, un gioiello della stazione chiuso al pubblico e solo recentemente aperto su visite guidate organizzate. .
Photos
Macchina Canon EOS 1300 D
3 4 1. The Ambassador Bridge, Detroit, 2020 2. Michigan Rail Station, Detroit, 2020 3. The Ambassador Bridge, Detroit, 2020 4. GM Renaissance Center, Detroit, 2020 1 2
3 4 1.
2.
3. Apple
4. Torre
1 2
Basilica de la Sagrada Familia, Barcellona, 2018
Casa Batllò, Barcellona, 2018
Store, Milano, 2020
Hadid - CityLife, Milano, 2020
3 4 1. Torre
2019 1. Dettaglio
2019 2. Palazzo
2018 3. Cupola
2019 1 2
Eiffel, Parigi,
Torre Eiffel, Parigi,
del Lavoro (Pilastro), Torino,
del Brunelleschi, Firenze,
3 4 1.
2.
1. Scala
2. Le
1 2
Valle dei Templi, Agrigento, 2018
Oasi Biderosa, Golfo di Orosei (Sardegna), 2019
dei Turchi, Agrigento, 2018
Castella, Crotone, 2017
francescafera97@gmail.com +39 3292433690