N. 04
2016
BIANCO SALENTO Ludovica e Roberto Palomba ieri un antico frantoio, oggi una grande villa
WWW.LIVINGCORRIERE.IT
INTERNI D’AUTORE: SEI MAESTRI DELLA FOTOGRAFIA per un’antologia sulla libertà
SPECIAL PRICE
CIRCONDARSI DI VERDE Giuseppe e Anna hanno scelto di abitare così. A caccia di originalità
€ 3.90
ENGLISH TEXT
B&B Italia 50th anniversary B&B Italia / The perfect density - Exhibition at Triennale di Milano - April 12th/17th 2016
Milan Design Week: April 12th/17th 2016 B&B Italia Store - Via Durini, 14 Milano
EDITORIALE
iAnche questa edizione del Salone del Mobile si preannuncia speciale. Dopo la grandei ikermesse di Expo, Milano si prepara a dare il benvenuto alla XXI edizione idella Triennale Internazionale, confermandosi fulcro di interessei imondiale per il mondo del progetto. IN QUESTO NUMERO ABBIAMO VOLUTO RENDERE OMAGGIO ALL’ITALIAN STYLE: ial gusto per l’arredo, al savoir-faire delle nostre aziende – capacii idi attrarre architetti e designer da tutto il mondo –, all’autorevolezza idei grandi maestri del made in Italy, fonte di ispirazione iper le nuove generazioni. Ecco allora una selezione di case tutte italiane. iDal buen retiro di Philippe Starck a Burano alla mansarda idi un musicista di grido a Ortigia, nel cuore antico di Siracusa, passando iper la villa fiabesca a tinte pastello di Alessandro Mendini, tra le montagnei ibergamasche. Interni, più o meno lussuosi, con al centro il design. iSe il digitale rischia di travolgerci, come si legge nell’excursus dedicato ai nuovi modi di comunicare, LA CAPACITÀ DI PRODURRE OGGETTI SU LARGA iSCALA DI ALTISSIMA QUALITÀ E L’ALTO ARTIGIANATO NON SONO iIN DISCUSSIONE. Lo abbiamo voluto raccontare con due eventi che andranno in scena durante la Design Week milanese dal 12 al 17 aprile. Il primo, iThe Art of Living, al Palazzo della Permanente, punta i riflettori sulle virtù tecnologiche del design contemporaneo, tra lavorazioni speciali e materiali hi-tech. iIl secondo, DoppiaFirma, alla Biblioteca Ambrosiana (in collaborazione icon Fondazione Cologni e yoox.com), sperimenta nuove potenzialità creative iattraverso un dialogo alla pari tra artigiani e designer. CHI NON PUÒi iPARTECIPARE DI PERSONA È INVITATO A SEGUIRCI ONLINE iSULLA SEZIONE ‘SPECIALE SALONE DEL MOBILE’ del nostro sito iliving.corriere.it, una vera mappa digitale delle novità da non perdere. Su Facebook, iTwitter e Instagram (#LivingSalone16), gli aggiornamenti in tempo reale ie il piacere di commentare insieme con voi. –Francesca Taroni francescataroni.living@rcs.it
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10 MAGGIO
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SOMMARIO
Aprile 2016 Editoriale 23 Contributors 36
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ANTEPRIMA
Mostre, grandi eventi,oggetti curiosi, indirizzi, opening, moda, tecnologia, fotografia, film, craft. La selezione delle novità del mese
41 ZOOM LIMITED EDITION 100 frigoriferi istoriati con i simboli della Sicilia, dai Pupi ai ramages delle maioliche. È il progetto nato dalla collaborazione tra Smeg e Dolce & Gabbana in omaggio alla Trinacria Teresa Villa
53 ZOOM HOTEL A Parigi una boutique hotel al prezzo di un tre stelle: il Panache. 40 Stanze una diversa dall’altra, tutte ispirate all’Art Nouveau. Lo firma l’astro nascente della decorazione francese Dorothée Meilichzon. Ed è subito cool Luigina Bolis
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FOOD & DESIGN
TOM DIXON
Chef per passione: «Sono interessato al cibo per il modo in cui influenza il mio pensiero progettuale». Tanto che a Milano apre un pop-up restaurant alla Rotonda della Besana Elisabetta Colombo
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SULL’ONDA A CASA DI
LUDOVICA E ROBERTO PALOMBA Ieri un antico frantoio, oggi una grande villa con un cortile interno, «come un riad marocchino». La coppia di architetti apre le porte del suo buen retiro nel cuore del Salento Luca Trombetta
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FASHION & DESIGN
INTERNI D’AUTORE
Sei fotografi selezionano per Living le loro visioni domestiche Susanna Legrenzi
VACANZA AD ALICANTE Nei labirinti architettonici di Riccardo Bofill, tra geometrie e tinte pastello, sfilano outfit e salottini en plen air che anticipano l’estate Klunderbie
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PORTFOLIO
SOMMARIO IN COPERTINA Il rigoglioso verde del Residence Villa Giulia in cui abitano Giuseppe e Anna Liantonio. Foto FRIL per Living
TENDENZE
DIGITAL LIFE
Nell’era digitale la vita è in streaming, si viaggia con un click, i mobili li crea una stampante 3D. Itinerario semiserio tra le meraviglie dell’hi-tech Michele Falcone
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GAE AULENTI
Dal 16 Aprile, alla Pinacoteca Agnelli di Torino, la monografica Omaggio a Gae Aulenti tratteggia l’opera e la personalità del grande architetto e designer. Un’italiana di respiro internazionale Lia Ferrari
141 INTERIORS
DESIGN TOUR
LONDRA
La più grande metropoli multietnica: da sopra a sotto, dall’alto al basso Francesca Liantonio
171 DESIGN NEWS
3 ALBUM
SUPERFICI DÉCOR Fil rouge i mosaici di porcellana disegnati da Cristina Celestino per BottegaNove. Tracciano le linee di un arredamento decorativo, giocato tra texture e materie, alternando lucido e opaco Daria Pandolfi
MUTINA «Crediamo sia il momento di tornare a giocare con le possibilità della ceramica e accendere gli spazi abitativi». Il duo Barber & Osgerby disegna Puzzle. La piastrella 3.0 Valentina Ciuffi
Due professionisti baresi hanno arredato la loro casa ispirati dal binomio originalità e funzionalità Francesca Liantonio
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PALO DEL COLLE
DOLCE CASA
MILANO
VISTA DUOMO
Dalle finestre panoramiche le guglie sono lì: sembra di toccarle. Nell’attico di un imprenditore giapponese innamorato del made in Italy, l’architettura rimanda a Giò Ponti e i mobili sono quelli dei maestri. Il resto è su misura Lia Ferrari
202 MILANO ITALIAN GRAFFITI L’appartamento del duo di architetti Calvi e Brambilla ha un tradizionale taglio Anni 60. A renderlo speciale: interventi grafici alle pareti, invenzioni di stile e tanto design Paola Menaldo
214 MILANO NEOCLASSICA Elegante e pacata, tra stucchi e modanature d’epoca. L’abitazione arredata a quattro mani dalla stylist Beatrice Rossetti e dalla proprietaria, alterna parati british, collezioni vintage, tocchi esotici Francesca Esposito
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Mensile distribuito con il
Direttore Responsabile LUCIANO FONTANA Vicedirettore vicario Barbara Stefanelli Vicedirettori Daniele Manca Venanzio Postiglions Gianpaolo Tucci Antonio Polito (Roma) LIVING è pubblicato da RCS MediaGroup S.p.A
Direttore Responsabile FRANCESCA TARONI Art Direction Studio Bianco Caporedattori Fabrizio Sarpi Benedetto Marzullo Produzione Capiservizio Mara Bottini Design e Attualità Barbara Gerosa Produzione Redazione Daria Pandolfi Styling e Produzione Luigi/la Bolis Design e Attualità (collaboratore) Elisabetta Colombo Design e Attualità (collaboratore) Digital Producer Consultant Chiara Rostoni Web Paola Menaldo Michele Falcone (collaboratore) Alessandro Mussolini (collaboratore) Luca Trombetta (collaboratore) Grafici Monica Panitti (caporedattore) Luisa Pizzeghella (caporedattore) Cristiano Di Giovanni Barbara Rigamond Segreteria di Redazione Sabrina Monzardo Progetto Grafico Studio Bianco In redazione Minente Figliulo Hanno collaborato Lucia Agostinis, Grégoire Alexandre, Lea Anouchinsky, Nicolas Ballano, Filippo Barnberghi, Helenio Barbetta, Beppe Brancato, Rémy Briene, Clémence Cahu, Giulia Chiametti, Sonia Cocozza, Lia Ferrari, Kasia Gatkowska, Martina Gemmola, Valentina Giannella, Damian Griffiths, Nathalie Krag, Veronica Leali, Delfino Sisto Legnani, J C Lett, Living Inside, Lucia Esther Maruzzelli, Paola Moretti, Alessandro Pasineffi, Photofoyer, Kerstin Rose, Annalisa Rosso, Dando Scarpati, Christian Schaulin, Valentina Sonunariva, Gionata Xerra, Vanía Zorzi Redazione Via Rizzoli 8, 20132 Milano Tel. +39/0225843400 redazione.living@rcs.it www.living.corriere.it
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A new perspective on tiles
Design by Edward Barber & Jay Osgerby, Ronan & Erwan Bouroullec, Rodolfo Dordoni, Konstantin Grcic, Raw Edges, Inga Sempé, Patricia Urquiola, Tokujin Yoshioka. mutina.it
PORTFOLIO
Robert Polidori Stephen Shore Thomas Ruff Philip-L orca diCorcia Ar min Linke Tina Bar ney INTERNI D’AUTORE TESTO - SUSANNA LEGRENZI
Abbiamo domandato a sei maestri della fotografia di scegliere uno scatto per Living. Un’immagine di interiors che rappresentasse la loro visione concettuale o estetica. Nasce così un’antologia minima ma fondata sulla libertà. Per questa ragione cominciamo con Stephen Shore, classe 1947, New York. Lungo gli Anni Settanta ha fatto il viaggio che tutti avremmo voluto fare: lento e annoiato, per vagabondi inquieti alla scoperta di un’America minore costruita sui dettagli. È lì che si nasconde il senso della vita, tra pali elettrici, neon, pasti, strade secondarie, paesaggi piatti e piatte stanze di motel. È la storia di un certo cinema e di una certa letteratura che abbiamo (solo) visto e (solo) letto, finché non ci siamo sdraiati accanto a lui: Stephen Shore, disteso in un qualsiasi angolo dell’Idaho, uno dei tanti Uncommon Places - questo il titolo del suo primo libro del 1972 - luoghi straordinari proprio perché antispettacolari. Shore sperimenta il colore. Noi il perdersi in un altrove. È sempre una meraviglia entrare nelle stanze dei grandi artisti, quelle che hanno catturato nei loro girovagare. Ci si può accedere, senza bussare. Accade all’Havana, nella grande
sala fotografata da Robert Polidori, dove sembra di sentire un refolo di vita entrare dalle finestre e mescolarsi con l’aria impastata del passato. Accade nel grande Nord documentato da Armin Linke nel suo viaggio sulle tracce di Alvar Aalto commissionato dal Vitra Museum. O nella Foresta Nera, nel cuore della Germania di fine anni Settanta, di Thomas Ruff, raccontata con piccoli frammenti di ordinario quotidiano, tra arredi vintage e memorie di amicizia e/o famiglia. Ci si sente a casa, persino, nelle immagini di Tina Barney, l’americana inquieta che a cavallo del Duemila ha viaggiato per l’Europa mettendo in fila l’alta borghesia del Vecchio Continente in interni decorati come fossero araldica applicata all’abitare. Se ci si sposta con lo sguardo, si può decidere, infine, anche da che parte stare. Philip-Lorca diCorcia tra il 1997 e il 2008 firma per W Magazine una bellissima serie di scatti di moda. Il progetto si chiama Eleven. La messinscena è studiata nel dettaglio. La luce è teatrale. Sta solo a noi decidere se vogliamo giocare con l’acqua a bordo piscina. O stare al di qua della grande vetrata, fermi e silenziosi, ad ascoltare un cenno di vita (altrui).
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ROBERT POLIDORI
«Per me certe stanze, certi luoghi sono metafore e catalizzatori dei diversi stati dell’essere. Come tali, evocazioni di chi le abita, immagini dell’anima»
Señora Luisa Faxas Residence, Miramar, Havana, Cuba, 1997 Un viaggio all’Havana, Cuba, per scoprire che cosa si nasconde dietro alle facciate dei vecchi palazzi coloniali. Tra poltrone logore, intonaci fessurati, vecchi libri, tutto appare esattamente al suo posto. Solo il tempo sembra essersi fermato. Robert Polidori, canadese, classe 1951, World Press Award 1998, scatta in grande formato, inquadrando quel che resta di una Storia: dal trentennale lavoro su Versailles ai danni dell’uragano Katrina, a New Orleans. In uscita a giugno il libro per Steidl 60 Feet Road, Bhatiya Nagar Facases
STEPHEN SHORE
«Volevo fare foto che sembrassero naturali... come qualcosa che vedi, non come qualcosa che prendi dal mondo per farlo diventare un oggetto d’arte»
Room 125, Westbank Motel, Idaho Falls, Idaho, July 18, 1973 Un autoscatto in un motel dell’Idaho. Stephen Shore, pioniere della fotografia “on the road” a colori, newyorkese del 1974, è pigramente sdraiato sul letto, con i piedi incrociati. È il 1973, l’Ameria vista attraverso l’obbiettivo della sua Rollei 35 è un Paese per vagabondi inquieti. L’immagine fa parte della retrospettiva in corso alla C/O Berlin Foundation, Berlino, fino al 22 maggio 2016
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THOMAS RUFF
«Queste fotografie mi piacciono veramente molto. Mostrano il mio gusto per il ritratto, un genere che avrei affrontato in progetti successivi»
Interieur 3C, 1979 (a sinistra) Interieur 13B, 1980 (a destra) A casa dei genitori, nella nativa Foresta Nera, in Germania. Thomas Ruff (1958), ex allievo dei fotografi Bernd e Hilla Becher, alla fine degli Anni Settanta, immortala nel progetto Interieurs stanze e dettagli di stanze, senza illuminazione supplementare, né interventi compositivi . Il sentimento dell’abitare svela tutta la sua intima, fragile dimensione quotidiana. Accanto a ogni presenza, l’eco di un’assenza. Dal 30 agosto in programma una personale al Momat di Tokyo
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PHILIP - LORCA DICORCIA
«Ho cercato di rappresentare mondi paralleli vincolati da uno spazio frammentato. Come la faccia di una persona può rivelare la sua psicologia, un luogo può rivelare l’invisibile»
W Magazine, settembre 1999 Philip-Lorca diCorcia (Hartford, Connecticut, 1951) fotografa luoghi e persone illuminandole sotto una luce teatrale. Dal 1997 al 2008, firma una lunga collaborazione con W Magazine, scattando per la testata americana servizi di moda che faranno il giro di musei e gallerie. Il progetto si chiama Eleven. A chi guarda, la scelta di vivere al di qua o al di là della grande vetrata. Immersi nella penombra. O nella vita. Un set, due anime
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ARMIN LINKE
«Il professor Mark Wigley afferma che il tessuto architettonico ricopre e nasconde la vita funzionale dei luoghi. Questa stanza della Banca d’Italia è apparentemente separata e chiusa in se stessa ma al contempo, per funzionare, è attraversata da molteplici cavi»
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Banca d’Italia, Palazzo Koch, Sala Cinese, stand temporaneo per la traduzione simultanea, Roma 2007 (a sinistra) Alvar Aalto, Library (1927-1935), auditorium, Viipuri Russia 2014 (sopra) Milanese di nascita (1966), Linke analizza la relazione tra uomo e spazi archiettonici e urbani, con un approccio estetico, antropologico e sociologico. A sinistra, i depositi della Banca d’Italia, in mostra dal 16 ottobre al PAC di Milano con The Appearance of That Which Cannot be Seen. A destra, su incarico del Vitra Museum, la Biblioteca di Viipuri progettata dal finlandese Alvar Aalto. Qui, afferma Linke, il soffitto ondulato diventa il modello di un paesaggio geologico ma rovesciato, e le stratificazioni del legno diventano una metafora dello spazio esterno
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TINA BARNEY
«Figurarsi che ho conosciuto il signore ritratto seduto a casa dei miei genitori, era un loro amico. Ecco spiegato il lasciapassare per entrare in una casa parigina tanto straordinaria»
The Orchids, Parigi 2002 Ecco la grande borghesia internazionale ritratta nel suo habitat naturale. Non tanto per esibirne la ricchezza fatta di broccati, orchidee fiorite, mobili intarsiati, chandelier e immensi tappeti. Piuttosto, per svelarne le dinamiche sociali e familiari. Tina Barney (New York 1945), nata in una famiglia dell’alta borghesia Wasp, viaggia per l’Europa con questo fine: la ricerca. Da Parigi a Madrid, cambiano i volti ma non il lusso degli interni. Immobili come i privilegi che esprimono
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DESIGN TOUR
L ondra UP & DOWN
UNA CAPACITÀ DI RINNOVARSI NELLA TRADIZIONE UNO SKYLINE SEMPRE NUOVO SEMPRE PIÙ VERSO L’ALTO SENZA TRASCURARE IL FONDO RESTANDO FEDELE AI PROPRI RITMI TESTO - FRANCESCA LIANTONIO FOTO - GIUSEPPE PROSCIA, GOOGNET PER LIVING The Shard vista dalla passeggiata antistante il fossato della torre di Londra, antica residenza dei monarchi inglesi
DESIGN TOUR
01 Inaugurato il 5 luglio 2012, lo Shard London Bridge con i suoi 310 metri d’altezza, con la sua forma piramidale irregolare e con il suo rivestimento in vetro è il grattacielo progettato da Renzo Piano come una spada di ghiaccio spezzata sulla punta che infilza le nuvole più alte. La sua lunga e snella ombra si staglia sulle case del quartiere di Southwark
THE VIEW
Dall’edificio è possibile ammirare un panorama a 360 gradi su Londra: è come avere la città sotto i piedi; esso offre dopo aver provato il London Eye, una possibilità ulteriore per scattare immagini mozzafiato dell’intero skyline di Londra. Alcuni dei principali simboli cittadini come la Torre di Londra, Westminster e la Cattedrale di St. Paul si possono guardare secondo una prospettiva unica ed eccezionale dalle piattaforme al 69esimo e al 72esimo piano - il livello più alto a cui è possibile accedere - interamente all’aperto e attraverso il quale comprendere - osservando da vicino le punte - il perché del nome The Shard (la scheggia). Destinata a diventare una delle principali attrazioni della capitale britannica, The View from the Shard offre inoltre un’esperienza arricchita da schermi interattivi e telescopi
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digitali che permettono ai visitatori di simulare, in diverse fasi della giornata, come appare Londra nei suoi vari district. Per arrivare sulla cima bastano meno di 60 secondi, viaggiando in ascensore a sei metri al secondo. Una sfida architettonica a due passi dal Tower Bridge e proprio di fronte al Gherkin; una “città in verticale” come voluto dal suo architetto. Un tocco floreale arricchisce, questa estate, la già impressionante vista dallo Shard. Il deck più alto è stato trasformato nel giardino più alto di Londra con oltre 2.000 piante e fiori e un ambiente verde e colorato che ha reso necessario l’impiego di 10.000 litri di terreno: il tutto per celebrare l’anno del giardino inglese e rendere omaggio al Great British Summertime, l’estate inglese. The Shard potrà essere visitata con questo allestimento fino al 18 settembre 2016.
DESIGN TOUR
La scala installata nella Stairs Grand Entrance Hall - parte del Thames Tunnel di Isambard Kindon Brunels - è stata progettata dallo studio inglese Tate Harmer
02 Il museo è collocato nella Brunel Engine House che un tempo ospitava le macchine a vapore utilizzate per mantenere il Thames Tunnel asciutto. Esternamente vi è un giardino pensile composto da piante officinali e spontanee
SUNKEN SHAFT
Secondo un ampio progetto di riqualificazione e promozione del patrimonio industriale londinese è stato ristrutturato il pozzo di aerazione del Thames Tunnel con il preciso intento di rendere omaggio al suo costruttore, l’architetto Isambard Kingdom Brunel, uno dei più illustri ingegneri londinesi di epoca vittoriana.
Il pozzo sommerso - sunken shaft - è stato reso accessibile, dopo 150 anni, da una scala monumentale che si sviluppa da una piattaforma panoramica a doppia altezza. Da qui, uno spazio di 15m di diametro ed altrettanti metri di profondità, in mattoni anneriti dal fumo di vecchi treni a vapore, accoglie il visitatore. In quest’ambiente industriale, la scala autoportante si distingue per il suo disegno contemporaneo e minimale, poggiandosi solo sul suolo e senza toccare le pareti circostanti. La struttura in acciaio verniciato scuro con il corrimano di un rosso brillante, che appare come un nastro colorato che accompagna in profondità, funge da quinta teatrale di questo luogo lasciato il più possibile intatto, in modo tale da non alterare il suo forte fascino storico. Secondo la guida Time Out l’ex condotto di aerazione sotterraneo del Thames Tunnel di Rotherhithe è uno dei nuovi place to be londinesi: suggestivo spazio dedicato a performance musicali, mostre ed eventi. Il programma degli eventi è consultabile sul sito del Museo Brunel adiacente al tunnel.
DESIGN TOUR
SEEDS YOU SOON
A Londra, Launceston Place W8 5RL, c’è il SEEDS : un nuovo spazio dedicato alla contemporaneità che fluttua fra arte e desing. SEE sta per Special Events Exhibits e corrisponde ad un project space e DS sta per design store. La front window del SEE sarà abitata stagionalmente da un nuovo progetto, da una mostra, mentre le stanze del “retro bottega”, DS, si popoleranno di pezzi di design scelti a partire dalle suggestioni del SEE attraverso un allestimento ben dosato e in sintonia con il progetto di riconversione dello spazio curato da Carol Rabolli Pansera - interior designer - che ha scelto di intervenire in maniera minimale, senza essere invasiva o compiere un’opera di pesante restauro, per rendere visibili le tracce dei precedenti usi. Una scelta che si accorda perfettamente con il ruolo di luogo dedicato alla contemporaneità e alla sperimentazione dato alla vetrina di un ex fioraio storico all’ombra degli edifici vittoriani e delle stradine pittoresce di Kensington. L’evento di apertura ha ospitato le sculture dell’artista brasiliano Véio, già esposte durante l’ultima Biennale di
A sinistra: le opere dell’artista brasiliano Veio esposte nel SEE. A destra: gli articoli in vendita nel DS ispirati ai manufatti in legno di Veio
Venezia dal brand Marni. Si è trattato di figure lignee che dialogano tra loro in una danza curiosa e che lasciano spazio a possibili riflessioni sulla vera anima delle cose apparentemente senza vita: Véio ha reinventato dei comuni bastoni. Actant Visuelle è l’autore dell’identità visiva e del sito web della galleria.
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DESIGN NEWS Per Mutina la ceramica non è solo rivestimento, ma un progetto d’interior elaborato con i designer: qui Edward Barber (a sinistra) e Jay Osgerby (al centro) al lavor con Massimo Orsini, presidente dell’azienda
Puzzle 3.0 GIOCO DI SQUADRA
IL DUO INGLESE BARBER & OSGERBY STUDIA PER MUTINA UN SISTEMA DI PIASTRELLE COMPONIBILE ALL’INFINITO. COMPLICE UNA APP STUDIATA AD HOC
TESTO - VALENTINA CIUFFI FOTO - EDWARD BARBER E PASCAL GROB
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DESIGN NEWS
Puzzle combina moduli da 25x25 cm in gres porcellanato smaltato dello spessore di 14mm, in 13 colori base. La superficie è liscia, il prodotto industiale è resistente e duttile: adatto sia per l’uso esterno che interno, sia per pavimentazioni che per rivestimento a parete Nella pagina accanto un esempio delle innumerevoli combinazioni che il sistema Puzzle può creare: pattern grafici dal disegno sempre diverso
Oslo. La scena elegante e calda è quella del TheaterCaffee. Un’altra lunga notte attorno a un tavolo, designer e committente: Barber & Osgerby - celebre duo londinese che ha disegnato la fiaccola olimpica 2012 e collabora con i più importanti marchi di design, da Vitra a Magis, a Knoll - e Massimo Orsini - illuminato capitano di Mutina, piccolo miracolo italiano tra le aziende della ceramica. Lieve accento emiliano e impeccabile britannico si intrecciano in chiacchiere concitate tra i bicchieri di vino. Si parla di arte astratta, di Ellsworth Kelly, Frank Stella e altri miti comuni. Iniziano a scorrere i primi schizzi, non si sa dove si va, ma Puzzle prende forma e colore. E qui il flusso piacevole e ininterrotto si arresta per un attimo al cospetto di un gesto giocosamente rivoluzionario: i Barber & Osgerby convincono Orsini, paladino delle cromie che vanno dal grigio al nero, ad approvare e sottoscrivere l’ingresso di un bel rosa acceso nel loro nuovo progetto di piastrelle in gres porcellanato, da affiancare alla sofisticata palette Mutina. È un gioco, vale la pena raccontarlo per avere uno spaccato sullo scambio raro e prezioso tra creativi e imprenditore proprio di questa azienda. È certo, fino al lancio di Puzzle al Salone del Mobile, il dibattito tra Londra e Modena procederà vivissimo. Rosa o meno, Puzzle si preannuncia come il progetto più colorato e divertito stfrnato dall’azienda di Fiorano fino a ora. «La parola ‘decorativo’ non ci piace», spiega Edward Barber, «abbiamo guardato al mondo della grafica e avevamo bisogno dei colori per restituire con forza l’effetto di un disegno che può cambiare all’infinito». Ed è proprio questa molteplicità di combinazioni possibili la carta vincente dell’idea: «C’è una strada suggerita, ma ai più fantasiosi resta totale libertà di immaginare gli
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DESIGN NEWS
incastri». Si è lavorato perché ciascuna delle semplici forme geometriche, così come i moduli monocromi, potessero combinarsi in ogni direzione: «È uno dei Puzzle più facili al mondo ma anche uno dei meno scontati. Mentre ci gioco, per ora solo al computer, mi accorgo che non so mai cosa aspettarmi e spesso mi sorprendo dei pattern che genero». Tra le speranze che il duo inglese nutre per la sua creatura nascente, la possibilità che venga utilizzata dagli architetti come rivestimento di intere facciate, grandi progetti per esterni che si disegnino secondo la visione di altri e suonino nuovi anche ai loro occhi di autori del sistema. In fiera, l’allestimento del prodotto sarà un grande muro immaginato come una strana mappa terrestre, fatta di mari, di continenti e isole, di singolari e irregolai addensamenti del disegno. Una App accompagnerà la visione e guiderà i posatori meno estrosi verso combinazioni standard, seppur graficamente esplosive. E se il sogno delle grandi pareti a cielo aperto resta - forse per un prossimo lavoro americano - Barber pensa anche su piccola scala: «Sono cresciuto nelle case degli anni Settanta, dove la forza di pattern grafici e colorati riempiva cucine, bagni. Credo sia il momento di tornare a giocare con le possibilità della ceramica e accendere gli spazi abitativi». Dal canto suo Orsini, cercando antenati e possibili ispiratori di Puzzle, preferisce non spingersi oltre le mirabili greche e gli zig zag degli anni Trenta e Quaranta dalle tinte decisamente più dimesse. Lasciamo i due sul punto dell’ennesima telefonata in cui tenteranno di sciogliere il loro ‘romanzo del rosa’: qualunque sia il finale, la soluzione si preannuncia convincente. A fronte di un dialogo nutrito e coltivato bene, come pochi. MUTINA.IT
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ALBUM
Testo - Francesca Liantonio Foto - FRIL per Living
Ve r d e Relax
Anna nel giardino della sua casa: spazio che diletta i sensi di chi passeggia fra i suoi viali e di chi ricerca l’ombra dei suoi alberi secolari. Eccentricità o ricercatezza 193
Dall’alto: boiserie in gesso realizzate da O. Mercurio artigiano decoratore. Lampadario e lampada a parete Dodolamp in ottone e vetro di Murano blu. Quadro a
sinista: ricamo rintaglio a mano realizzato da N. Falcicchio.Quadro lavorazione filet (sotto) di F. Panebianco. Salottino con tavolino in mogano e paglia di Vienna
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stile ‘800 ereditato. Divano e tappezzeria realizzati su misura da Salotti DS: velluto blu notte e raso damascato beige. Scorcio della facciata nelle pagine precedenti
La cucina in legno massello (pino) è composta da pezzi singoli in cui sono inseriti gli elettrodomestici. Materiali di qualità e dettagli firmati Patriarca
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Nello studio di Giuseppe: scrivania in mogano, stile vittoriano con piano in pelle bordeaux. Termoarredo Cordivari, modello
Alice, in acciaio al carbonio. Lampada da tavolo Elettra di Paolo Bistacchi. Libreria a muro in faggio laccato progettata dai
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padroni di casa e relizzata su misura dall’artigiano V. Polieri. Anta in vetro di murano. (nella pagina accanto)
Messa in opera e decorazione in oro di puttini a soffitto: O. Mercurio. Lampadario Swarovski e oro zecchino. Litografia
dell’Annunciazione del Beato Angelico con doppia cornice Arquati. Paralume di lino ricamato a rintaglio (a mano) da N. Falcicchio.
Letto Flou Azhalea sfoderabile in alcantara. Tavolino e poltrona in mogano scuro
LE NOSTRE FIGLIE HANNO CONTRIBUITO A SCEGLIERE LA CASA: OGNI AMBIENTE RISPECCHIA LE NOSTRE ESIGENZE E LE DIVERSE PERSONALITÀ, PUR MANTENENDO IL PROPRIO CARATTERE UNICO
In attesa della loro secondogenita, alla ricerca di pace e spazi vivibili rispetto al fragore della cittadina, Anna propone di acquistare un appartamento in un residence originalissimo scoperto per caso facendo visita a dei parenti. Giuseppe abbraccia subito l’idea perché ritiene funzionale alle esigenze della famigliola che si sta formando, la struttura e gli spazi che essa offre: ed ecco fatto. Da quindici anni Giuseppe ed Anna abitano nel residence Villa Giulia, un’antica residenza estiva della famiglia Mininni-Dusmet (1600) e all’epoca fuori dal paese. Alla fine degli Anni 90 la residenza viene trasformata, per volere dei discendenti, in residence all’interno del quale gli stessi posseggono alcuni appartamenti nei quali soggiornano durante il periodo estivo: il residence porta il nome di una di loro in sua memoria. Come non innamorarsi del giardino in cui dominano cedri dell’Himalaya secolari a fianco delle grandi palme e dei profumati oleandri, piantati entrambi in occasione della realizzazione degli appartamenti a schiera con annessa mansarda? “Un verde così ampio e così imponente non lo avremmo mai potuto avere in un giardino di nuova realizzazione - spiega la padrona di casa - così come non avremmo potuto godere di tanta pace e silenzio se le nostre stanze si fossero affacciate su delle comuni strade percorse dai rumori urbani”. E tutto a trecento metri dal traffico e dai negozi. Anna, insegnante liceale, e Giuseppe, avvocato ecclesiastico, hanno arredato ogni singolo ambiente pensandolo e poi cercando personalmente fra gli artigiani locali quanti disposti a mettersi in gioco e trasformare una loro idea in manufatto.
Sicuramente nulla di eccezionale ma altrettanto sicuramente tutto originale. Soprattutto alcuni pezzi di arredamento i padroni di casa li hanno voluti e fatti realizzare così come li troviamo nelle varie stanze della casa, pensati in rapporto allo stesso spazio da arredare. Per Anna, tornare a casa le permette di tirare un sospiro di sollievo dalla ordinarietà di ogni giorno, dallo stordimento delle campanelle della scuola e dal vocio di collegi, studenti e personale; per Giuseppe invece è il silenzio che avvolge il suo studio ad essere sinonimo di meritato riposo. Si tratta di un rifugio per prendere le distanze dai ritmi caotici del lavoro, dove ritrovare il gusto della convivialità, della lettura, della conversazione. Il salone open space accoglie gli ospiti immergendoli in un’atmosfera ricercata ed elegante e nel contempo sobria: le boiserie lineari che hanno fatto realizzare rendono l’ambiente raffinato ma senza esagerazione affinchè si possa provare un fine piacere estetico. Da qui si prosegue assaporando un mix di arredi moderni e in stile impreziositi da elementi di arredo unici ed originali. Ne è espressione anche la camera da letto con i suoi stucchi e le sue lampade. La cucina invece presenta singoli pezzi in legno di pino e il suo color miele la rende calda e avvolgente. Tutto questo è la reggia dove spopolano le due figlie Francesca e Marilea.
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