Zletter n*2

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SCENARIO PUB.BLI.CO

| international choreographic centre sicily

compagnia zappalà danza

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ź letter

comunicazionedanza sottotesti, pretesti, contesti

Editoriale / di Roberto Zappalà **************************************** sp >

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Programma Scenario Pubblico 11.12 Scenario.danza **************************************** czd >

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Silent as... / di zltr **************************************** extra >

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Jovanotti / lettera di Lorenzo Cherubini / di zltr Libro Odisseo / Roberto Zappalà / di zltr **************************************** formazione >

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SPECIALE SUD-VIRUS / Zappalà per il Göteborg Ballet / di zltr / recensione di Maria Luisa Buzzi / intervento di Adolphe Binder / intervista di Carmelita Celi **************************************** czd >

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Radio Tour / di Maria Inguscio ****************************************

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TourZ ****************************************

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ph © Serena Nicoletti

numero II | anno secondo | free!

italiano * inglese

Modem Studio Atelier **************************************** extra >


Zltr

Progetto grafico Giuseppe Parito Francesca Patanè Ufficio stampa Maurizio Ciadamidaro (Newooma) Traduzioni Elisabetta Bisaro Fotografie Antonio Caia Serena Nicoletti Mats Baecker Editore Metaarte Libri

editoriale

numerodue

di roberto zappalà

Ed eccoci al decimo anno. Sembra ieri quando, con quella, spero, sana mania costruttiva che spesso manifesto rispetto il mio lavoro e la mia città, ho proposto ad alcuni amici e parenti altrettanto smaniosi e desiderosi di contribuire, di affacciarsi nel mondo della creatività, realizzando uno spazio che fino a quel momento la città non aveva e forse non era del tutto pronta a ricevere. Così nasce l’idea che poi ci ha portato a realizzare Scenario Pubblico. Si partiva da una struttura da recuperare nel centro storico della città, per farne il laboratorio produttivo della compagnia zappalà danza che a quei tempi si avvicinava a compiere i suoi 15 anni di attività e manifestava l'esigenza di un salto di qualità. Man mano che procedevamo ad

immaginare lo spazio e i suoi contenuti, l’idea si è modificata sotto l’apporto di soggetti con diverse motivazioni e competenze fino a fissarsi nel progetto di uno spazio teatrale capace di ospitare le performance di altre compagnie, prestigiose o emergenti e di dedicarsi al perfezionamento di giovani danzatori contemporanei, mentre appariva chiaro l’opportunità di prevedere un’attività di caffetteria che fosse al tempo stesso un luogo di socialità e di scambio per chi avesse lavorato all’interno della struttura e per chi volesse semplicemente passare il suo tempo libero in un ambiente stimolante, come sempre sono i luoghi dove si produce arte. Una volta realizzato questo progetto, queste tre componenti hanno


fatto sì che Scenario Pubblico si imponesse nel territorio come uno dei luoghi simbolo dell’aggregazione cittadina. Quale è stata però la carta vincente del progetto? A mio parere, la coerenza nel perseguire lo scopo principale, che sin dal primo momento è stato quello di dare alla città un luogo dove i linguaggi del corpo e specificatamente la danza contemporanea avessero una loro casa e dove la compagnia zappalà danza da me diretta fosse semplicemente l’inquilino più ingombrante in un condominio dove soggetti, attività e discipline differenti riuscissero a convivere produttivamente. Così è stato ed è ancora così da dieci anni ho potuto osservare, da questo luogo privilegiato e simbolo di creatività culturale sempre in fermento, il resto della città che spesso, ahimè, non riesce a superare le sue incapacità produttive e soprattutto non riesce ad imporre un modo civile di convivenza tra le persone. “Scenario” (così lo chiamano tutti), è stato dunque per me anche uno stimolo di creatività civile, ha contribuito alla realizzazione di numerosi progetti con temi sociali, forti e sempre attuali, oltreché ad ottenere soddisfazioni, esportando i miei lavori in tutto il mondo, dal Messico alla Spagna, dal Brasile alla Polonia, dall’Equador all’Olanda, dalla Palestina al Sudafrica, offrendomi così, la possibilità di essere protagonista della vita culturale della mia amata città, e l’opportunità di farne conoscere in Italia e all’estero alcune sue sue affascinanti contraddizioni, come è accaduto in particolare con il fortunato esempio dello spettacolo A semu tutti devoti tutti? Evitando di fare nomi per non dimenticarne qualcuno, voglio ringraziare tutti gli artisti provenienti dalle diverse zone del mondo e dai più disparati ambiti culturali ed artistici, con i quali in questi anni abbiamo avuto modo di collaborare, e inoltre tutte le strutture pubbliche e private con le quali abbiamo condiviso valori e obiettivi e incrociato professionalità. Per quanto riguarda in particolare i teatri pubblici, sono convinto che questi possano e debbano servirsi delle nostre competenze specifiche e di settore, affinché l’arte possa abbracciare tutti i linguaggi se pur nella diversità (che è e sarà per sempre una risorsa) sotto un unico ombrello, quello della qualità. Lo testimoniano bene le nostre collaborazioni con il Teatro Bellini con il quale, nel 2008, abbiamo realizzato un’imponente edizione del festival UVA Grapes invitando alcune tra le più importanti compagnie europee a fianco di realtà emergenti nel territorio, e con il Teatro Stabile di Catania, che quest’anno sostiene una grossa parte della nostra stagione con il fine di accrescere sempre di più l’interesse della città nei confronti della danza contemporanea e del suo linguaggio giovane e internazionale. D’altra parte in questi primi 10 anni, l’attività di Scenario Pubblico ha dimostrato di tendere verso un'organicità che ha convinto la Direzione per lo spettacolo dal vivo del Ministero ad inserirci nel capitolo di contributi dedicato alle organizzazioni che promuovono la danza. La consapevolezza di lavorare su più livelli produttivi, (la residenza

permanente della czd, l’ospitalità e la programmazione di compagnie italiane e internazionali, l’attività di formazione attraverso il sostegno di modem studio atelier - il corso di perfezionamento della compagnia zappalà danza l’organizzazione di incontri, seminari e l’offerta di residenze per giovani coreografi) ci spinge a considerarci a tutti gli effetti un centro coreografico e per questo motivo da quest’anno a veicolare la nostra identità come "scenario pubblico - international choreographic centre (sicilia)". Un centro coreografico che dunque si pone a livello internazionale rimanendo radicato nel territorio per essere sempre di più punto di riferimento della danza contemporanea in Sicilia. Per questo motivo l’attività in cui voglio porre maggiori energie è quello che riguarderà le residenze temporanee di artisti emergenti, ritengo, infatti, fondamentale contribuire alla loro crescita artistica offrendo la possibilità di trasferirsi a Catania per un breve periodo, per usufruire degli spazi, della tecnica, dell’esperienza e soprattutto della passione che questo Scenario Pubblico ha e riesce a trasferire a chi lo frequenta. Questa una delle nuove sfide, il cui successo dipenderà anche dall’attenzione e dall’affetto con cui spero continuerete a seguirci. Roberto Zappalà >>> It seems yesterday when - with that vivid desire that I often show towards my work and town - I approached some friends and relatives equally willing to contribute to the making of a space that the town of Catania had been missing and perhaps had not yet been ready to receive. This is how Scenario Pubblico was born. We wanted an old building in the city centre in need of restoration to become the production hub of compagnia zappalà danza, which was about to celebrate its 15th year of activity. As we were imagining the space, our initial idea went through changes thanks to the diverse contributions of people with different motivations and competences to become a performing venue able to host shows of guest companies, both known or emerging, and to train young professional contemporary dancers; it soon became apparent also the need of a café as a socialising place for both those inhabiting the building and those simply dropping in to spend some time in a simulating place. Since its opening, Scenario Pubblico has become a hub for all people in town. What’s the winning factor behind your project? I think it was its coherence in pursuing the initial objective, i.e. offering the city a home for contemporary dance, in which compagnia zappalà danza could be one among many productive players from different disciplines and backgrounds. This is how it was and still is meant to be. In these last ten years, from this haven of cultural creativity, I have watched the rest of the city yet suffering from stagnant productive growth and unable to implement a civic model of cohabiting among its inhabitants. “Scenario” – as it is known by most – has

been for me, in a way, a means to contribute to the creativity of this town; it has allowed me to produce numerous projects dealing with hard current social themes; I have been able to tour my shows all over the world, from Mexico to Spain, Brazil to Poland, Ecuador to Holland, Palestine to South Africa, giving me the opportunity to showcase the culture of my beloved city with all its contradictions, as was the case with the successful production A semu tutti devoti tutti? Without singling out anyone in particular, I would like to thank all the artists coming from the most disparate parts of the world and artistic fields whom we have had the privilege to collaborate with over these years; the public and all the private institutions whom we have shared values and professional objectives with. I believe that the public theatres in particular could most benefit from our competences and skills, to include all art forms irrespective of its differences, the only selective criterion being quality. It was thanks to a collaboration with the city theatre Teatro Massimo Bellini of Catania if we were able to organise an enlarged edition of UVA Grapes festival in 2008, hosting wellknown European dance companies together with more emerging local companies; this year’s collaboration with Teatro Stabile di Catania enables us to support a large part of our season, with the intent of heighten the city’s awareness towards today’s international contemporary dance scene and its young and international language. Our dedicated focus shown over these first ten years of Scenario Pubblico have convinced the “Direzione dello Spettacolo dal vivo” (the Italian state body for performing arts) to list Scenario Pubblico among those organisations receiving grant aid for their contrition to the promotion of dance. Given the different levels of our activity – permanent residency of compagnia zappalà danza, guest residencies for both Italian and international companies, the modem studio atelier training programme, seminars, encounters and residencies for young choreographers – we believe we have achieved the status of a choreographic centre. Therefore, starting from this year, we will re-brand as “scenario pubblico - International Choreographic Centre (Sicily)”; an international choreographic centre deeply rooted within the local territory, which aims to become a clear point of reference for contemporary dance in Sicily. To this purpose, the focus of the activity will be now on on short residencies for emerging artists; I would like to be able to contribute to their artistic growth by offering them the opportunity to be on short residencies in Catania, having access to space, technical assistance and dedicated staff, but mainly to the passion that Scenario Pubblico has shown and continues to show towards those inhabiting it. This is one of our future challenges; its successful outcome depends on you too. I hope you will continue to follow and support us. Roberto Zappalà


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programma 11.12 3 / 4 dicembre 2011 compagnia zappalà danza Pre-testo 1:

naufragio con spettatore 14 gennaio 2012 ore 17,00 PRESENTAZIONE LIBRO

“Roberto Zappalà. Odisseo. Il naufragio dell’accoglienza”. INCONTRO “Emigrazione e accoglienza. Dalla danza alla società: una sfida per il tempo presente”. Ingresso gratuito.

14 / 15 gennaio 2012 compagnia zappalà danza

ODISSEO,

il naufragio dell’accoglienza

» scenario.danza dal 4 febbraio al 29 aprile 2012 4 / 5 febbraio 2012 compagnia IBI GIOVANNA VELARDI

ALICE’S ROOM

18 / 19 febbraio 2012 SOSTA PALMIZI

ANIMALIE

10 / 11 marzo 2012 9, 16, 17, 18, 23, 24, 25 marzo 2012 repliche fuori abbonamento compagnia zappalà danza

SILENT AS... PRIMA ASSOLUTA

31 marzo / 1 aprile 2012 CIE PHILIPPE SAIRE

I WISH I COULD BELIEVE YOU

14 / 15 aprile 2012 compagnia ENZO COSIMI

ODETTEODILE INVESTIGATIONS 28 / 29 aprile 2012 STEPTEXT DANCE PROJECT/ MONTRÉAL DANSE

THE DRIFT «

25 / 26 / 27 maggio 2012 MODEM STUDIO ATELIER

MODEM FLOW.12

Zltr

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SCENARIO PUBBLICO

Una stagione di danza contemporanea, la decima di Scenario Pubblico, ideata e giocata sul filo dell’identità. “L’identità costruita in dieci anni di lavoro nella nostra casa, l’identità in movimento con l’ingresso nel cartellone del Teatro Stabile di Catania, ma anche e soprattutto identità di popoli, culture e idee in divenire”, così descrive il tema che innerva la stagione numero 10 di Scenario Pubblico il direttore artistico della casa della danza contemporanea a Catania, Roberto Zappalà. Ad anticipare l’apertura della rassegna SCENARIO.DANZA 20022012, sarà, il 14 e 15 gennaio, la compagnia zappalà danza con il ritorno in scena, dopo i successi raccolti in giro per il mondo, di Odisseo. il naufragio dell’accoglienza. Sarà l'occasione per presentare il testo omonimo e affrontare un dibattito sul tema dell'immigrazione. Il via ufficiale alla stagione è invece fissato per il 4 e 5 febbraio con il debutto a Scenario dalla compagnia IBI diretta dalla coreografa palermitana Giovanna Velardi. “Alice’s Room” è il titolo dello spettacolo che svelerà al pubblico “una Alice sognante che deve uscire dalla sua stanza per dare senso alla sua identità”. Sempre a febbraio, il 18 e 19, la compagnia Sosta Palmizi diretta da Giorgio Rossi tornerà a calcare il palco di Scenario con “Animalie”, uno spettacolo di danza teatro firmato da Giorgio Gallione, il quale ha diretto tre grandi maestri David Riondino, Gabriele Mirabassi e Giorgio Rossi in uno spettacolo di danza, teatro e musica che trasforma la scena in un reame surreale di personaggi imprevedibili a volte dolci e divertenti a volte inquietanti. A marzo saranno 9 le occasioni (9, 10, 11, 16, 17, 18 e 23, 24, 25) per assistere alla prima assoluta della nuova creazione di Roberto Zappalà per la compagnia zappalà danza “Silent as…”, un lavoro per l’intera compagnia realizzata in collaborazione con il Teatro Stabile di Catania, che attraverso riflessioni sul silenzio e sulla neve, porterà ad un progetto più complesso sulla Shoah.

Il 31 marzo e l’1 aprile dopo il grande successo riscosso nel 2003 con lo “scandaloso” “Ob/ seen”, tornerà la cie Phlippe Saire. La nuova creazione del coreografo svizzero s’intitola “I wish I could believe you” e ha molto a che vedere con identità e menzogna. Il 14 e 15 aprile si torna in Italia con la Compagnia Enzo Cosimi in scena con “OdetteOdile investigations”. A danzare, insieme agli interpreti della compagnia Cosimi, ci saranno anche 23 bambine, selezionate nelle migliori scuole di danza catanesi. Chiusura di stagione il 28 e 29 aprile con “The Drift” della compagnia steptext dance project/Montreal Danse per le coreografie di Helge Letonja. La compagnia tedesca, che da cinque anni costituisce un solido network di scambi insieme a scenario pubblico, Schwankhalle e compagnia zappalà danza, si presenta quest'anno in sodalizio artistico con la compagnia canadese Montreal Danse. The Drift, é il lavoro che prosegue la trilogia DisPLACING Future, anch'essa dedicata al tema dell'emigrazione/immigrazione, della quale il nostro pubblico ha potuto seguire, lo scorso anno, il primo episodio "The bog forest". >>> Scenario Pubblico’s tenth season of contemporary dance, based on the theme of identity. “The identity we have created in ten years of work, identity in motion, starting at Catania’s Stabile theatre, but also – and especially – the identity of peoples, cultures, and ideas in the making.” This is how Roberto Zappalà, the artistic director of the contemporary dance house in Catania, describes the theme running through Scenario Pubblico’s tenth season. On 14 and 15 January, compagnia zappalà danza returns from a highly successful world tour to present a prologue to the season: Odisseo, il naufragio dell’accoglienza (Odysseus, the shipwreck of welcome). The season starts officially on 4-5 February with Compagnia IBI, debuting at Scenario, under the direction of the Palermitan

choreographer Giovanna Velardi. Their show Alice’s Room will present “a dreaming Alice who needs to leave her room before her identity can start making sense”. Also in February, on the18th and 19th, the Sosta Palmizi Company, under the direction of Giorgio Rossi, will return to tread the boards of Scenario with Animalie. Giorgio Gallione directed three great masters, David Riondino, Gabriele Mirabassi and Giorgio Rossi, in a show of dance, theatre and music which will transform the stage into a surreal realm of unexpected characters, in turns sweet, entertaining and disturbing. In March there will be nine performances (9-11, 16-18 and 23-25 March) of Roberto Zappalà’s new creation for compagnia zappalà danza’s Silent as…. This is the company’s third show produced in collaboration with Catania’s Stabile theatre, a work for the entire company which, through reflections on silence and snow, will lead to a more complex project on the Shoah. On 31 March and 1 April, the Philippe Saire company returns after the great success of the “scandalous” Ob/seen in 2003,. The Swiss choreographer’s new creation is called I wish I could believe you, and deals extensively with the issues of identity and lies. On 14 and 15 April, Compagnia Enzo Cosimi with Odette Odile Investigations. In this production,23 little girls, selected from the top dance schools of Catania, will dance together with the members of the Cosimi company. The season closes on 28-29 April with The Drift by steptext dance project/Montréal Danse, with choreography by Helge Letonja. Since five years ago the German company is part of a solid network of exchanges together with Scenario Pubblico, Schwankhalle and compagnia zappalà danza, and this year it present itself in association with the Canadian company Montréal Danse.The Drift will carry on the trilogy DisPLACING Future, dedicated to the emigration/ immigration theme.


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SCENARIO.DANZA

organizzato in collaborazione con TE.ST e Comics

--------------------------------------------4 / 5 febbraio

COMPAGNIA IBI GIOVANNI VELARDI - it Alice’s Room Coreografia Giovanna Velardi. Con Dario Mangiaracina, Emanuela Fenech, Simona Miraglia, Giuseppe Muscarello, Dario Tumminia, Giovanna Velardi, Alice Zanoni. Prendendo spunto da “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll, si indaga il contrasto tra il “potere” che si manifesta nell'oggi, incarnato da una regina, simbolo della borghesia esautorata ed una genuinità che è l'aprirsi alle molte possibilità di un mondo fantastico. Alice sognante deve uscire dalla sua stanza per dare senso alla sua identità, si deve aprire al mondo interagendo con esso, attraverso l'ironia e la risoluzione del conflitto con la regina, che rappresenta la regola, il super io, risolvendo tale conflitto si apre ad un mondo reale. 4 / 5 february

COMPAGNIA IBI GIOVANNI VELARDI - it Alice’s Room Choreography Giovanna Velardi. With Dario Mangiaracina, Emanuela Fenech, Simona Miraglia, Giuseppe Muscarello, Dario Tumminia, Giovanna Velardi, Alice Zanoni. Taking Lewis Carrol’s ‘Alice in Wonderland’ as the point of departure, the piece investigates the conflict between today’s “power” – personified by the queen, symbol of a middle-class divested of its authority – and a naivety that means opening up to the many possibilities offered by fantasy. To acquire her identity, a dreaming Alice needs to leave her room; she needs to open up to the world and share; only with irony and by settling her conflict with the queen - representing the rule and super-ego - can she open up to a real world. 18 / 19 febbraio

SOSTA PALMIZI - it Animalie Da un’idea di Giorgio Rossi. Regia di Giorgio Gallione. Con Riondino, Gabriele Mirabassi, Giorgio Rossi. Lo spettacolo nasce dal ricordo di Giorgio Rossi di una serata in cui Andrea Pazienza disegnava ciò che David Riondino recitava e contemporaneamente Riondino descriveva i disegni di Andrea. Uno scambio tra le arti che evocano e traducono nei rispettivi linguaggi suoni sensazioni colori emozioni impressioni immagini. Con lo stesso desiderio d’uno scambio fertile fra le arti, Giorgio Gallione dirige tre grandi maestri David Riondino, Gabriele Mirabassi e Giorgio Rossi in uno spettacolo di danza teatro e musica che trasforma la scena in un reame surreale di personaggi imprevedibili a volte dolci e divertenti a volte inquietanti. 18 / 19 february

SOSTA PALMIZI - it Animalie An idea by Giorgio Rossi. Direction by Giorgio Gallione. With Riondino, Gabriele Mirabassi, Giorgio Rossi. The idea for the show came to Giorgio

Rossi from a shared evening with comic artist Andrea Pazienza and actor David Riondino, in which one sketched what the other acted and vicersa. An example of how different art forms can evoke and translate - in their respective language codes sounds, sensations, colours, emotions, first impressions and images. With equal desire of creating a real exchange between different arts forms, Giorgio Gallione directs masters David Riondino, Gabriele Mirabassi and Giorgio Rossi in a show of dance, theatre and music, which transforms the stage in a surreal realm of unexpected characters, sometimes tender sometimes unsettling. 31 marzo / 1 aprile

CIE PHILIPPE SAIRE - ch I wish I could believe you Coreografia Philippe Saire. Creazione per 6 interpreti. All'interno della trama, mentre i numeri scorrono in un persistente flusso di lustrini, c'è un’altra, più cupa trama. Ciò che sta succedendo è una congiura. Immaginiamo i ballerini in scena come gli strumenti di un’oltraggiosa e giocosa congiura, nella quale dobbiamo tutti perderci. Diciamo che sono stati costretti a distrarci, così come noi siamo obbligati a essere distratti. Nella considerazione che la leggerezza prevarrà sempre sulla tragedia. Ciò che è terribile non è che nulla sia sufficiente, bensì la paura che niente sarà sufficiente, che non ci sarà mai abbastanza, che le cose perdono il loro fascino nel momento in cui le tocchiamo, che gli specchi perderanno il loro bagliore, diventeranno opachi, cesseranno di riflettere, di rifletterci. 31 march / 1 april

CIE PHILIPPE SAIRE - ch I wish I could believe you Choreography Philippe Saire. Choreography for 6 dancers. Within the plot, as the numbers tick away in a persistent sequined stream, there’s another, more sombre plot. What is going on here is a conspiracy. Let’s imagine the dancers on stage as the instruments of an outrageous and playful conspiracy, in which we have all become bogged down. Let’s say that they have been forced to distract us, just as we are obliged to be distracted. Consider that levity will always prevail over tragedy. What is dreadful isn’t that nothing will su¬ffice, but the fear that nothing will su¬ffice, that there will never be enough, that things are going to lose their lustre when we touch them, that the mirror balls will lose their dazzle, the mirror snare its allure, become opaque, cease re ecting, re ecting us. 14 / 15 aprile

COMPAGNIA ENZO COSIMI - it OdetteOdile investigations "I Variazioni su Il lago dei cigni" Regia, coreografia, scene, costumi, video Enzo Cosimi. Interpreti: Midori Watanabe, Elisabetta Di Terlizzi, Enzo Cosimi, 23 bambine delle scuole di danza di Catania. Sull’attenzione del capolavoro romantico Il Lago dei cigni se ne è parlato tanto. In questa prima trancia di una trilogia dedicata al celebre Balletto, attingo direttamente ispirazione da questa straordinaria opera Romantica. OdetteOdile investigations non è uno lavoro teatrale vero e proprio, ma un

ambiente spettacolare ispirato al luogo dove si svolge l’Evento. Mi soffermo in dettaglio sull’aspetto simbolico del ”cigno”, osservato come una reincarnazione del femminile. Un femminile che vede oggi la sua natura romantica iniettata di cinismo, glamour e aspirazione alla morte vissuta senza pathos. 14 / 15 april

COMPAGNIA ENZO COSIMI - it OdetteOdile investigations "I Variazioni su Il lago dei cigni" Direction and choreography Enzo Cosimi. With Midori Watanabe, Elisabetta Di Terlizzi, Enzo Cosimi, 23 girls from the Catania’s dance schools. A lot has been said on The Swan Lake. In this first tranche of a trilogy dedicated to the famous ballet, I draw inspiration directly from this extraordinary Romantic story. OdetteOdile investigations is not truly a theatrical work, rather a spectacular environment inspired by the location where the story takes place. I look closely at the symbolism behind the “swan”, seen as a reincarnation of the feminine. Today’s feminine is a mix of old romanticism and new cynicism, glamour and attraction to death without pathos. 28 / 29 aprile STEPTEXT DANCE PROJECT/ MONTRÉAL DANSE - de/ca The drift Coreografia Helge Letonja. Interpreti: Konan Dayot, Rachel Harris, Paul Pui Wo Lee, I-Fen Lin, Peter Trostzmer. "The Drift" è il secondo lavoro dalla trilogia "DisPLACING Future", in cui il coreografo Letonja analizza aspetti della migrazione. Punto di riferimento di "The Drift", una coproduzione di Steptext dance project e Montréal Danse, è l’oceano. Gli oceani che separano e connettono case abbandonate in vista di nuove coste. Negli oceani si perdono le tracce di coloro che partono e che mai raggiungono la loro destinazione. Usando l’allegoria di uno sciame in quanto comunità che promette protezione, la coreografia si concentra sulla questione dei migranti. Correnti, spirali e turbolenze diventano parametri per la coreografia e riferimenti per l’esplorazione dei meccanismi di integrazione ed esclusione. 28 / 29 april STEPTEXT DANCE PROJECT/ MONTRÉAL DANSE - de/ca The drift Choreography Helge Letonja. Dancers: Konan Dayot, Rachel Harris, Paul Pui Wo Lee, I-Fen Lin, Peter Trostzmer. "The Drift" is the second piece of the trilogy "DisPLACING Future", in which Letonja focuses on aspects of migration. Point of reference of "The Drift", a co-production with dancers from steptext dance project and Montréal Danse, is the ocean. The oceans separate and connect abandoned homes and longed for new shores. In the oceans the traces of those who leave and never reach their destination trail away. Using the allegory of a swarm as a community that promises shelter, the dance piece concentrates on the quest of the migrants. Currents, curls and turbulences become parameters for the choreography and references for the exploration of mechanisms of integration and exclusion.

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> czd repliche 10, 11, 16, 17, 18, 23, 24, 25 marzo 2012

A NUOVIONE Z CREA ZD C ta ssolu 12 a a m 0 pri RZO 2 9 MA

silent as...

Coreografia e regia Roberto Zappalà

Da un’idea di Roberto Zappalà e Nello Calabrò. Danzatori: Gaetano Badalamenti, Jan Brezina, Francesco Colaleo, Maud de la Purification, Liisa Pietikainen, Roberto Provenzano, Fernando Roldan Ferrer, Ilenia Romano. Luci Roberto Zappalà. Foto Serena Nicoletti. Debutterà il 9 marzo a Scenario Pubblico la nuova creazione di Roberto Zappalà per la compagnia zappalà danza intitolata Silent as… La coreografia è la terza produzione realizzata in collaborazione con il Teatro Stabile di Catania, nell’ambito della collaborazione triennale avviata nel 2010. Dal 9 al 25 marzo sono 9 le repliche di Silent as…previste. Silent as… rappresenta per Roberto Zappalà una nuova partenza poetica. Rimane l’intenzione di continuare il metodo, ad oggi molto proficuo, di suddividere in "steps" i progetti drammaturgicamente più complessi. (Il progetto finale, previsto per il 2013, presenterà una "visione" che a partire dalla Shoah riflette sulla storia e sulla globalità dei conflitti che nel mondo di oggi ripropongono tante piccole shoah). Da un punto di vista coreografico/drammaturgico si sospenderà, nella costruzione dello spettacolo, la narrazione visionaria che è stata protagonista degli ultimi anni con il progetto "re-mapping sicily", per dare spazio ad un nuovo percorso iniziato con “Sud virus”, creato per il Goteborg Ballet, dove è protagonista l’istinto creativo ed una danza astratta nella composizione del movimento ma non per questo meno ricca di suggestioni. Perché "Silent as…"? Un titolo tronco, così neutro e al contempo poetico ed ampio? Il silenzio per Zappalà evoca una serie di suggestioni: la quiete, la morte, la poesia, la tragedia, la musicalità, la libertà, la ferocia, l’immobilità, il colore (il bianco), ed infine la neve, tra le protagoniste "nascoste" della creazione di Zappalà. Così come il silenzio, ambiguo, inafferrabile e definibile solo in negativo (come assenza di suoni), anche la neve, per il suo vivere uno stato fisico intermedio tra l’acqua e il ghiaccio, è ambigua e portatrice di caratteristiche al contempo positive e negative. La neve evoca la purezza, ma anche il silenzio frastornante dell’indifferenza. La neve gentile e incantevole del nostro pacifico e sereno vivere quotidiano può trasformarsi nelle tragiche e assordanti valanghe della storia. La neve e il silenzio insieme, hanno la capacità di modificare lo spazio e il tempo, o meglio, la percezione che noi abbiamo dello spazio e del tempo. Il mondo sotto la neve, o mentre nevica, è un mondo dove il tempo rallenta si riduce la visibilità e i movimenti sono altri, diversi dai soliti di ogni giorno; è soprattutto un mondo dove i suoni si riducono, si opacizzano, dove il silenzio è sovrano. Nello Calabrò È sdrucciolevole; dunque è una danza. Sulla neve ogni uomo può credersi un funambolo. "Neve" di Maxence Fermin

ph © Serena Nicoletti

>>> Silent as…an idea by Roberto Zappalà and Nello Calabrò choreography and direction Roberto Zappalà dancers Gaetano Badalamenti, Jan Brezina, Francesco Colaleo, Maud de la Purification, Liisa Pietikainen, Roberto Provenzano, Fernando Roldan Ferrer, Ilenia Romano Lights Roberto Zappalà The new creation by Roberto Zappalà with title “Silent as…” will be premièred at Scenario Pubblico on the 9th of March. The choreography is the third creation realized in collaboration with the Teatro Stabile of Catania in the frame of a three-year collaboration started in 2010. 9 to 25 March, in program nine performances of Silent as… ” marks a new poetic departure for Roberto Zappalà. While in line with its current method of subdividing in “steps” its most complex dramaturgical projects (i.e. the final project in 2013 will embrace the history and global conflicts starting from the Shoah), it represents a true departure from a dramaturgical/ choreographic point of view. The visionary narrative structure, which has dominated the “re-mapping sicily” project, will give way to the creative instinct and a more abstract movement composition. Glimpses of this new departure were already visible in “Sud-virus”, his new piece for the Goteborg Ballet. Why “Silent as…”? A truncated, neutral and equally poetic and wide title? Silence for Zappalà evokes piece, death, poetry, tragedy, musicality, freedom, fierceness, immobility, the colour (white) and finally … snow; snow will indeed be among the “unexpected” protagonists of Zappalà’s creation. Similarly to silence – ambiguous, elusive and only definable as the absence of sound –, snow – as an intermediate state between water and ice – can also be ambiguous and have both positive and negative characteristics. Snow may evoke purity but also the deafening silence of indifference. The gentle and pure “snow” of our everyday, peaceful life may turn into the tragic and roaring avalanches of history. Snow and silence together have the power to modify space and time, or rather, the perception that one may have of space and time. The world under a blanket of snow or while it snows is a world where time seems to slow down, visibility is reduced and movements are altered, different from everyday ones; it is a world where sounds are reduced and rarefied; where silence reigns supreme. Nello Calabrò It is slithery; hence it is a dance. Every man feels a tightrope walker on snow. “Snow” by Maxence Fermin


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Tagliando la cultura si fa un danno irreparabile che si pagherà in futuro, e a caro prezzo…

Lorenzo "Jovanotti" Cherubini difende, in questa lettera a sostegno della Compagnia Sosta Palmizi, il lavoro del "teatrodanza di ricerca" legittimandone il ruolo di sorgente creativa per tutta quella cultura di massa che, a differenza della prima, non ha bisogno di sovvenzioni pubbliche per potersi sostentare. Recentemente l’'Associazione Sosta Palmizi, nelle persone di Giorgio Rossi e Raffaella Giordano (direttori artistici e capisaldi della danza contemporanea italiana) radicati sul territorio toscano da circa trent’anni (come lo stesso Jovanotti) si è battuta per il sostegno pubblico alla cultura e in particolare per evitare la chiusura di un teatro storico, il Comunale di Castiglion Fiorentino, che da dieci anni propone nel suo cartellone danza contemporanea e teatro sperimentale. Per approfondimenti consultare il sito www.sostapalmizi.it Caro Giorgio e cari amici presenti a questa conferenza stampa, scusate se vi mando uno scritto, come se fossi un latitante, ma era il modo più facile per essere presente al vostro fianco, amici miei, senza dovermi tagliare in due. Voi danzatori riuscite a farlo! intendo il tagliarvi in due, e anche in tre, e anche in quattro, o l'essere in due posti contemporaneamente, dentro e fuori dal corpo per esempio, e io vi ammiro anche per questo. Più di tutto vi ammiro perché praticate la poesia e lo fate spesso nella ristrettezza economica più estrema: più vi tagliano i fondi e più voi continuate a danzare, ed è questo che vi frega, ma che vi salva anche. Anzi direi che la vostra “danza ostinata” è una profezia in carne ed ossa, gridata in faccia a chi crede davvero che frenando la cultura e la libera espressione dell'arte si faccia un favore al paese. A quale paese? Forse ai lavoratori? o allo stato sociale, o alle strutture sanitarie? e che con quei soldi risparmiati magari ci si paga il riscaldamento nelle classi di scuola o ci si comprano i banchi? Non è così, mi dispiace signori ma credo che non sia così. Tagliando la cultura, la ricerca artistica, il teatro, si fa un danno irreparabile che si pagherà in futuro, e a caro prezzo… Si prosciugano i cuori, si secca la lacrimazione, si impedisce lo sviluppo dell'immaginario, si coprono gli orizzonti. A dirlo sono io, Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, che non ho mai ricevuto un euro di soldi pubblici per la mia attività e che quindi, direte voi, farei bene a stare zitto. Un po’ avete ragione e un po' anche no. Perché è vero che esiste un tipo di "arte" che ce la fa, con un po' di fortuna, a mantenersi da sola e anche a pagare stipendi e ad investire in sviluppo, parlo ad esempio di quella “pop” come la mia (ringraziando il cielo e soprattutto il pubblico). Ma anche la mia attività, quella che vive grazie al mercato e paga le tasse con orgoglio, ha bisogno di nutrirsi di quel tipo di espressione artistica cosiddetta "di ricerca" che non può farcela senza sostegno. Mi piacerebbe

sapere che una parte delle tasse provenienti dalle grandi tournee, per esempio, servisse a sostenere le piccole tournee, per intenderci. Invece soldi pubblici se ne spendono, ma si fa solo per i grandi teatri, per sostenere la messa in scena di opere scritte 150 anni fa, che va benissimo, ci mancherebbe, ma si va a tagliare il nuovo, le cose che nascono, quelle che hanno bisogno di incubatrici, di nutrimento e di maggiore attenzione. Giorgio Rossi e Raffaella Giordano, la Sosta Palmizi insomma, sono un vero e proprio "fiore all'occhiello" di questo territorio e, se è vero che con i fiori e con gli occhielli non si moltiplicano i fatturati, è vero anche che senza di essi, a poco a poco, la vita diventa spoglia, triste, omologata e appiattita su contenuti al ribasso. La poesia, amici miei, è importante quanto un cavalcavia, quanto una nuova rotonda stradale, quanto un ospedale e forse anche di più! Non è un discorso paradossale: togliete la poesia dalla vita e avete tolto tutto, anche se sembra di non aver sottratto nulla. So che di soldi pubblici ce ne son pochi, in questo momento, e non voglio neanche fare quello che parla chissà da quale pulpito, però dobbiamo trovare il modo di sostenere i nostri teatri, se vogliamo ancora dichiararci “discendenti” di quella storia che ha fatto di questa parte di mondo il centro dell'espressione artistica e quindi umana dell'intero pianeta. Un abbraccio danzante a tutti voi! Lorenzo >>> Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti, a popular Italian pop singer, writes this letter in support of the Sosta Palmizi Campaign, to defend the work of “research dance theatre”, legitimising its role as a creative source for all mass culture which, unlike research dance theatre, does not need public subsidies. Recently, the Sosta Palmizi Association, represented by Giorgio Rossi and Raffaella Giordano (artistic directors and cornerstones of Italian contemporary dance), with 30 years’ history in Tuscany (like Jovanotti), fought for the public support of culture, in particular campaigning against the closure of a historic theatre, the Comunale di Castiglion Fiorentino, which has offered contemporary dance and experimental theatre for ten years. For further information, see www.sostapalmizi.it. Dear Giorgio and friends at this press conference Excuse me for sending you a letter, as if I were a fugitive, but it was the easiest way to be there with you, my friends, without cutting myself in two. You dancers manage to cut yourself in two, though – or even in three or four! You manage to be in two places simultaneously – within the body and outside the body, and this is one of the reasons I admire you. More than anything, I admire you because you

perform poetry, often in the harshest economic circumstances: the more your funding is cut, the more you dance. In this way, you are cheated, but you are also saved. In fact, I would say that your danza ostinata, your stubborn dance, is the expression of a prophecy, screamed in the face of anyone who really believes that, by putting the brakes on culture and artistic expression, they are doing the country a favour. But what do they mean by country? The workers? Or the welfare state, or the health facilities? And maybe the money saved will be used to pay for heating or furniture in classrooms? It’s not like that. I’m sorry, but I really believe it is not. When cuts are made to culture, artistic research, and theatre, irreparable damage is done – and we will pay dearly for this in the future… Hearts wither, tears dry, the development of the imaginary is crippled, horizons shrink. I, Lorenzo Cherubini, Jovanotti on stage, say this: I who have never received a euro of public money for what I do, and who therefore, you might say, would do well to keep my mouth shut. To some extent, you would be right to say this, but to some extent, you would not. Because there is a type of art which manages, with a bit of luck, to sustain itself while still managing to pay wages and invest in development: pop music like mine (thank heaven – and also thank my audiences). But even my sector, which survives thanks to the market and pays taxes with pride, needs to be nourished with the artistic expression known as research, and this cannot be done without support. I would like to know, for example, that some of the tax revenue from big tours was going to support small tours. But public money is only spent on big theatres, to support the production of works written 150 years ago. That is fine, don’t get me wrong, but then the new things, the things which are just being born, which need incubators, feeding, and nurturing, end up suffering. Giorgio Rossi and Raffaella Giordano – Sosta Palmizi, essentially – are true trail-blazers in the field, and, while trailblazing may not increase sales, it is also true that without it, bit by bit, life becomes bare, sad, standardised and flat. Poetry, my friends, is as important as a new overpass, a traffic circle, or a hospital – maybe even more so! This is not ironic: take the poetry out of our lives and although it seems that you have not removed anything, you have, in fact, taken away everything. I know that there is not a lot of public money available at the moment, and I don’t want to get up on a soap box, but we have to find a way to sustain our theatres, if we want to uphold our claim of being sons and daughters of the historical journey which has made our country a hub of artistic, and therefore human, expression. Much love and dancing to all of you! Lorenzo


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ph © Antonio Caia, dalla produzione “Odisseo” della compagnia zappalà danza

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IL LIBRO

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“Roberto Zappalà. Odisseo il naufragio dell’accoglienza” A cura di Nello Calabrò. Il volume edito da Epos di Palermo è il secondo dopo "Agata. Semu tutti devoti tutti?" della collana "remapping sicily" frutto della collaborazione tra la casa editrice e la compagnia zappalà danza. Il libro raccoglie vari interventi che hanno come riferimento lo spettacolo "Odisseo. il naufragio dell'accoglienza" di Roberto Zappalà,: a partire dalla creazione artistica i testi del volume affrontano con metodologie e ispirazioni diverse il tema dell'emigrazione e dell'accoglienza. Il volume è composto da un'introduzione di Enzo Bianco e interventi di Nello Calabrò, Roberto Zappalà, del critico Roberto Giambrone, dell'etnologo Filippo Furri, un "Diario di bordo" che racconta premesse, genesi e costruzione dello spettacolo e delle "Considerazioni a posteriori" di Calabrò e Zappalà. L´incontro "Emigrazione e Accoglienza. Dalla danza alla società: una sfida per il tempo presente", che si terrà sabato 14 gennaio a Scenario Pubblico alle ore 17.00, prevede la presentazione del volume con la partecipazione dei vari autori (Zappalà, Calabrò, Bianco, Furri e Giambrone che farà da moderatore) ai quali si aggiungerà il sociologo Guido Nicolosi. >>> Edited by Epos Palermo, the publication follows “Agata. Semu tutti devoti tutti?" part of the series “re-mapping Sicily”, a collaboration between the publisher and compagnia zappalà danza. The book collects several contributions to Roberto Zappalà’s piece “Odisseo. il naufragio dell'accoglienza"; taking his artistic creation as the starting point, each contribution tackles the theme of migration and welcoming. The book consists of an introduction by Enzo Bianco and contributions by Nello Calabrò, Roberto Zappalà, critic Roberto Giambrone and ethnologist Filippo Furri; a “travel journal” describing the genesis and development of the piece and including post-show considerations by Calabrò and Zappalà. The book will be launched as part of a public encounter called “Emigrazione e Accoglienza. Dalla danza alla società: una sfida per il tempo presente” (“Migration and welcoming. From dance to society: today’s challenge”), which will be held on Saturday 14th January, 5pm at Scenario Pubblico. As well as the authors Zappalà, Calabrò, Bianco, Furri and Giambrone (as moderator), sociologist Guido Nicolosi will also attend.


mode studi ateli Agata Bulferi (ita)

Alfia Girone (ita)

Carolina Rocha (p)

Caterina Calaciura (ita)

Chiara Milanesi (ita)

Eva Schifano (ita)

Federico Valenti (ita)

Francesca Auteri (ita)

Francesca Maresca (ita)

InĂŞs PorfĂ­rio (p)

Isabell Bartnes Johansen (nor)

Jakob Yaw (de)

Jessica Demasi (ita)

Laura Cavalcante (ita)

Laura Giuntoli (ita)

Laura Lopiano (ita)

Laura Zamora Soler (es)

Lucia Pallonetto (ita)

Luigi Vilotta (ita)

Mariastella Pitarresi (ita)

Marika Mascoli (ita)

Federica Aloisio (ita)

Amalia Borsellino (ita)

Bianca Dakli (es)


dem dio ier Mara Camuti (ita)

Michela Silvestrin (ita)

Pau Estrem Tintore (es)

Paula Romero Raga (es)

Silvia Oteri (ita)

Stellario Di Blasi (ita)

Tiziana Passoni (ita)

Valeria Zampardi (ita)

Valeria Fichera (ita)

Vanessa Vieira (p)

Veronica Mondo (ita)

Viola Tarozzi (ita)

Mina Ananiadou (gr)

> formazione

MODEM STUDIO ATELIER

Panagiota Bosinakou (gr)

Silvia Bologna (ita)

2002 – 2012. Dieci anni di Modem Studio Atelier. Dieci anni di danza contemporanea disegnata sui corpi e la capacità di giovani danzatori arrivati a Scenario Pubblico selezionati durante le audizioni che la compagnia zappalà danza organizza ogni anno nelle maggiori città europee. Le ultime audizioni per Modem si sono tenute a Amsterdam, Barcellona, Lisbona, Berlino, Milano, Roma, Catania, Praga, Danzica. 41 sono i danzatori selezionati per partecipare a Modem 011/012. Lingue, linguaggi, culture uniti dal comune denominatore della danza contemporanea grazie al lavoro di uno staff formato da una ventina di insegnanti di tecnica classica e contemporanea con la supervisione di Roberto Zappalà che di Modem è l’ideatore. Modem costituisce anche un importante vivaio per la compagnia zappalà danza, al momento l’ensemble catanese si avvale di cinque danzatori provenienti da modem, Fernando Roldan Ferrer, Roberto Provenzano, Jan Brezina, Francesco Colaleo, Ilenia Romano. E di Paola Valenti, che collabora in qualità di assistente ripetritrice. Anche per questa stagione a chiudere il percorso di perfezionamento dei giovani danzatori sarà “Modem flow” tre serate di spettacoli – 25, 26 e 27 maggio 2012 - durante le quali saranno proposte le creazioni realizzate appositamente per modem da coreografi ospiti. >>> 2002 – 2012. Ten years of Modem Studio Atelier. Ten years of contemporary dance tailored on the bodies and the skill of young dancers arrived in Scenario Pubblico after auditions held every year in the major european cities by compagnia zappalà danza. Modem last auditions took place in Amsterdam, Barcelona, Lisbon, Berlin, Milan, Rome, Catania, Prague, Danzig. 41 are the dancers selected for Modem 011/012. Languages, styles, cultures, all united by the common denominator of contemporary dance thanks to the work of a staff made by about twenty teachers of Ballet and contemporary technique and choreographers, under the supervision of Roberto Zappalà, creator of Modem. The specializing training course is also an important breeding ground for compagnia zappalà danza, which currently includes five dancers coming from Modem, Fernando Roldan Ferrer, Roberto Provenzano, Jan Brezina, Francesco Colaleo, Ilenia Romano. And Paola Valenti, who collaborates with the company as a rehearsal director. Traditionally, the 2011-12 Modem will be concluded by “Modem Flow”, 3 evenings of performances – 25, 26 and 27 May 2012 – presenting creations expressly conceived for the course by guest choreographers.

www.modemstudioatelier.com

Vitor Viegas (p)

Yuna Charbonneau (fr)


sud virus

Il "sud-virus" di Roberto Zappalà contagia la Svezia insita nel peculiare linguaggio del corpo di chi vive nel sud del mondo. “Negli ultimi tre anni il mio lavoro è stato particolarmente attento al corpo, quasi uno studio anatomico delle sue espressioni e potenzialità, – racconta Zappalà - da questo approccio sono venuti fuori dei pezzi con movimenti performativi molto intensi, scaturiti in modo fluido e naturale dalla bellezza dei corpi e dalla poesia che essi sono capaci di esprimere. “Sud virus è un proseguimento di questo tipo di approccio e rappresenta l’espressione delle mie necessità creative. Il messaggio è che il sud non è un virus negativo e che anzi lancia messaggi particolarmente positivi quando, anche attraverso il linguaggio del corpo, svela la sua verità”. >>> A great success at the Göteborg Opera for the premiere of Zappalà’s latest creation commissioned by the Göteborg Ballet. Premiere at the Göteborg Opera for sud-virus, choreography for 12 dancers commissioned to Roberto Zappalà by the Göteborg Ballet. Sud-virus, created by Zappalà with original music by Puccio Castrogiovanni and the collaboration of dramaturg Nello Calabrò, was first presented in Göteborg from 14 to

27 October 2011. “We have brought to Sweden the “sud-virus” of dance, a new virus of language, form, ability, ethic or aesthetic value” - explains the Sicilian dramaturg Nello Calabrò. Subtle melodies that enter an abstract and atonal music fabric, releasing healthy substances instead of dangerous toxins. The idea of a virus as a carrier of positive values from the South was taken onboard by the Göteborg ballet, which decided to commission a new piece to Zappalà. The Sicilian choreographer has worked for three months in Sweden with an ensemble of international dancers who were introduced to a movement language influenced by his southern provenance. “In the last three years my work has been particularly focused on the body, nearly an anatomic analysis of the body and its expressive potentials – says Zappalà – from this approach I have created works of highly intense movement, flowing naturally from within the bodies. Sud virus is in line with this approach and it is the expression of my creative needs. The message I wanted to convey was that of a south that is not a carrier of a harmful virus but instead of a positive, sincere message”.

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Successo all’Opera di Göteborg per la prima assoluta della nuova creazione del coreografo catanese per il Göteborg Ballet. Un debutto in prima assoluta all’Opera di Göteborg per "Sud virus", coreografia per 12 danzatori realizzata da Roberto Zappalà su commissione del Göteborg Ballet. “Sud virus”, composta da Zappalà sulle musiche originali di Puccio Castrogiovanni, musicista che da alcuni anni lavora con il coreografo, e con la collaborazione del drammaturgo Nello Calabrò, è stata in scena a Göteborg dal 14 al al 27 ottobre 2011. “Abbiamo portato in Svezia il “sudvirus” della danza, un nuovo virus fatto di linguaggio, una forma, un'abilità, un valore morale o estetico – spiega il drammaturgo siciliano Nello Calabrò - piccole melodie che si insinuano in un tessuto musicale astratto e atonale che produce tossine non velenose ma portatrici di salute. L’idea di un virus portatore sano dei valori positivi del sud è stata sposata dal Göteborg Ballet che ha commissionato la realizzazione della coreografia a Zappalà. Il coreografo siciliano ha lavorato per 3 mesi nella città svedese con un corpo di danza composto da ballerini di provenienza internazionale ai quali ha trasmesso l’idea di movimento


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Zappalà scalda il Göteborg Ballet "Contagioso vento del sud" di Maria Luisa Buzzi Danza&Danza, Milano

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ph © Mats Baecker, tratte da sud-virus, produzione del Goteborg Ballet

“…un proiettore puntato sul pubblico illumina a rotazione la platea come un faro d’ingresso ad un porto. In sottofondo il suono spazializzato del marranzano, una sorta di fruscio metallico che introduce l’apparizione in scena dei danzatori. I loro corpi sembrano affetti da una malattia contagiosa, il movimento si propaga dall’uno all’altro e anche le loro voci incalzano. La trasmissione del virus è in corso. Ma di che virus si tratta? Della verità del corpo e della sua capacità di trasmettere calore, emozione, comunicazione. Il gruppo danza incessantemente sotto una sterminata distesa di nude lampadine sospese che mutano la loro intensità e la loro distanza dal suolo come i raggi del sole nell’arco della giornata. Il loro linguaggio è frutto di impulsi, camminate, a quattro zampe, di energia spiazzante. Gli unisoni travolgenti (sulle note di Bach che si alternano al più intimo marranzano) inondano il palco come folate di scirocco. Il rigore unisex delle tuniche bianche traforate (per malattia o semplicemente per facilità di penetrazione?) fanno dell’ensemble un tutto organico di pura potenza. La danza è coinvolgente, liberatoria e i bravi danzatori del Göteborg Ballet si fanno conquistare dal sole. Il pubblico li segue a ruota travolto com’è dal parossismo della danza. E dopo aver ripreso fiato, alla stregua degli interpreti, scoppia in un lungo, fragoroso, applauso.”

>>> "A contagious wind from the south" “…a projector pointed towards the audience illuminates the public like a lighthouse marks the entrance to the port. The metallic crackling sound of the marranzano (Jew’s harp) on the background introduces the dancers on stage; their bodies look like affected by a contagious disease; the movement spreads from one to the other and their voices raise. The virus is being spread. What kind of virus is it? It is the truth of the body and its ability to transmit warmth, emotions and communication. The ensemble dances relentlessly below an endless number of hanging lights, which change in intensity and distance from the ground like sun rays during the day. Their language is made of impulses, crawling, arresting energy. The breath-taking unisons - on music by Bach alternating with the intimate sound of the marranzano – fill the stage like gusts of sirocco. The rigorous white openwork tunics (because of the disease or simply because they are easy to access, one wonders?) make the ensemble look like an organic whole of pure power. The dance is absorbing and liberating; the sun has conquered the talented dancers of the Göteborg Ballet. Their paroxysmal dance holds the public spellbound; like the performers, the public catches up its breath and bursts into a long, loud applause..”

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Intervento di Adolphe Binder, direttrice del Göteborg ballet in riferimento alla creazione di Roberto Zappalà ”sud-virus” che ha debuttato il 14 ottobre 2011 all’opera di Göteborg (svezia) Il Göteborg Ballet e Roberto Zappalà hanno una cosa in comune: entrambi sono camaleonti artistici, che si buttano continuamente in nuove sfide. Guardare i danzatori mentre interpretavano sud-virus di Roberto Zappalà, ha risvegliato la voglia di movimento in tutti noi, ci ha ricordato la necessità umana di incontri fisici veri. Roberto è riuscito a creare immagini che resteranno con noi e ci seguiranno, immagini di condizioni umane fondamentali. Zappalà ci ha aiutato ad avviare questa stagione con un lavoro altamente fisico e appassionato, nella combinazione di un ampio raggio artistico di tre team creativi del panorama internazionale e oltre 30 danzatori provenienti da tutte le parti del mondo. Il Nord ha incontrato il Sud: un viaggio dalla tensione finnica, all’individualismo svedese, all’alto voltaggio siciliano. Tre diversi stili ed energie si sono avvicinati quando Roberto Zappalà e le due coreografe scandinave hanno riflettuto sull’individuo e sul gruppo nelle differenti relazioni, le energie e il contagio che possono provocare. Questa serata ha rispecchiato la pluralità e la diversità di diversi background culturali e l’impatto che hanno nel movimento e nell’espressione artistica. Come percepiamo l’individuo, la comunità, la relazione che si creano? Come definiamo l’identità sociale che viene dal nord o dall’estremo sud? Un viaggio avventuroso ricco di movimento,

energia e musica composta appositamente per questa produzione (e nel pezzo di Roberto anche eseguita dal vivo) Sud-virus di Roberto Zappalà con la musica originale di Puccio Castrogiovanni ha portato il nostro auditorium in ebollizione, con standing ovations del pubblico e esaltazione della stampa. Sono felice e soddisfatta di avere nel nostro repertorio un Zappalà originale e mi auguro di avere l’opportunità di condividerlo presto con il pubblico italiano. Mantieni alto lo spirito Roberto, e grazie! >>> The Göteborg Ballet and Roberto Zappalà have one thing in common: we are both artistic chameleons, which constantly throw themselves into new works. To watch the dancers performing Roberto´s Sud Virus, awoke the mover in all of us, reminded us of the human necessity of physical live encounter . Roberto managed to create images that will stay with us and follow us, images of fundamental human conditions. Zappalà helped us to start this season off with a highly physical and passionate piece, combining with the broad artistic scope of three international creative teams and more than 30 dancers from all over the world. North met South: a journey from Finnish tension through Swedish individualism to Sicilian

high voltage. Three different styles and energies joined forces, when Roberto Zappalà and two Scandinavian choreographers reflected on the individual and the group and the diverse relations, energies and contagion they can spark off. This evening mirrored the plurality and diversity of different cultural backgrounds and the impact it has on movement and artistic expression . How do we perceive the individual, the community, the relation they create? How do we define social identity coming from up north or far south? An adventurous trip full of movement, energy and music composed especially for this production (and in Roberto´s piece even performed live). Sud-virus by Roberto Zappalà to original music by Puccio Castrogiovanni got our auditorium boiling, audiences giving standing ovations and the press highlighting it. I am happy and pleased that we have an original Zappalà in our repertory and hope that we will get a chance to share it with Italian audiences soon. Keep the spirit up Roberto, and thanks! Adolphe Binder Direttore Artistico The Göteborg Ballet


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Danza, «virus come forza positiva, di coesione». Dalla Sicilia all’estremo nord «nel segno dell’astrattismo e della contaminazione di linguaggi».

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tout court, si tende a costruire sul corpo dei ballerini che ne risultano ampiamente agevolati».

creation Sud-virus for the Göteborg Ballet, Zappalà seems however to have veered towards a new dramaturgical direction.

- Perché «Sud-virus»? «Sono stato "contagiato" dalle parole di Laurie Anderson, "Language is virus". In realtà, con buona pace di medicina e scienza che vogliono il "virus" un'entità parassitaria e velenosa, noi l'abbiamo pensato forza positiva di coesione e non d'infermità. Ogni linguaggio può essere un virus e non più negativo, capace di contaminare positivamente un'audience, un teatro, una collettività. E contaminando, comunica. Unisce nella vita e non separa nella morte, come la malattia»

- Have you changed “route and shore” since «Odisseo»? “I wanted to “free” dance from the social concerns that I had been dealing with in the last few years to embrace a more abstract approach. There is also a practical reason in my decision: I had to work with dancers I did not know and whom I did not share the same social background with. As creating solos would have been difficult, I decided to opt for a more abstract “coral” idea. When in the studio, I would ask the dancers to leave more room to their instinct. I might often have come across as excessive to them in asking for a precise movement quality, but this is understandable; most European choreographers act as directors rather than choreographers tout court nowadays. The material is often created on the performers, who find it easier so.”

- E´ una pandemia che guarisce anche il linguaggio musicale? «Sì. Nella "classicità" di Bach e Paganini si è annidato il virus di una contemporaneità del Sud pensata da Castrogiovanni e proprio lo strumento che, per convenzione, è del folk siciliano - il marranzano - è stato, alla lunga, quello che ha governato la sana promiscuità di stili e linguaggi. E anche questa è drammaturgia: la necessità della contaminazione di linguaggi e culture fa parte del nostro respiro storico». >>> Dance, “virus as a positive, cohesive element”. From Sicily to the extreme North – “abstract dance and language contamination”. From an interview to Roberto Zappalà, following the success in Sweden, by Carmelita Celi for “La Sicilia” newspaper What choreographer/dancer Roberto Zappalà has been doing for over twenty years in his unique way with his company could be referred to as “intelli-dance”; concrete intelligence of the movement, re-reading of the body as embodiment of politics, social issues, thought, philosophy of life. Body is history and stories together; in his latest

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RADIO TOUR

Il 2011 per la compagnia zappalà danza

- Why Sud-virus? “I have been influenced by Laurie Anderson’s words, “Language is virus”. Unlike in medicine and science, for which a virus is considered a parasite, we have thought of it as positive and cohesive force. Any language can be a virus that can positively affect an audience, a theatre, and the collectivity; and while spreading, it communicates. It is not a harmful but instead a positive element of contamination”. - Can it positively contaminate also the music language? “Yes. In classics by Bach and Paganini, composer Castrogiovanni has been able to inject the virus of contemporaneity. The use of a typical Sicilian folk music instrument such as the ‘marranzano’ (Jew’s harp) has allowed for a healthy mix of styles and languages. And this is also dramaturgy; the need for culture and language contamination is a defying trait of today’s historical period”.

Si conclude, per la compagnia zappalà danza un anno intenso e produttivo, ricco di successi. Una stagione che inizia a Catania con il debutto per il Teatro Stabile della nuova produzione “Odisseo: il naufragio dell’accoglienza”, lavoro duro che ha trattato temi attualissimi quali emigrazione e immigrazione, già prima che iniziassero le rivolte in Medioriente con le tragiche ondate di migranti in cerca di asilo in Italia. Ripercorriamo alcune tappe del 2011, una serie di tour attraverso i quali abbiamo viaggiato in Europa e oltreoceano, proponendo un repertorio molto vario: da naufragio con spettatore, intimo lavoro per due danzatori, a Instrument 1, A.semu tutti devoti tutti? Odisseo, dinamiche e complesse coreografie per la compagnia al gran completo. Tutti spettacoli caratterizzati anche dalla forte presenza della musica dal vivo. A inizio anno la compagnia è tornata a Brema, in Germania, dietro invito della Schwankhalle e di steptext dance project, strutture che, insieme a Scenario Pubblico, costituiscono un network affiatato da oltre cinque anni attivo con progetti di coproduzione, scambio e residenze. In giugno è stata per la prima volta ospite dello storico Festival Tanec Praha, nella bellissima Praga in Repubblica Ceca; nella Nuova Scena del Teatro Nazionale il pubblico è stato numeroso ed entusiasta.


15 Dopo la positiva esperienza del 2010 la compagnia è tornata in Polonia, a Lublino per il Lublin Dance Theatre International Festival che quest’anno festeggiava la 15° edizione e che, per questa occasione, ha invitato le compagnie che nelle edizioni precedenti avevano riscosso maggiore successo. La successiva tappa è stata quella al Gdansk Dance Festival di Danzica. In entrambe le città, siamo stati accolti con calore e partecipazione, il pubblico in Polonia è particolarmente sensibile e curioso, come quello della Lituania, dove la compagnia ha fatto tappa a Kaunas in settembre nell’ambito del Kaunas International Dance Festival. L’estate ci ha inizialmente visto protagonisti di una sofferta circuitazione in Sicilia per il Circuito del Mito. Alcuni dei luoghi che ci hanno ospitati non erano adeguatamente attrezzati per la danza, tuttavia crediamo doveroso e perciò insisteremo, nonostante le difficoltà incontrate, a cogliere le occasioni utili a proporre i lavori della compagnia al pubblico siciliano. Dopo la parentesi siciliana, siamo partiti per due tournée oltreoceano, una in Brasile a Rio de Janeiro in agosto, per il Festival Correios em Movimentos e Dança em Transito, e l’altra in Messico, voluta dal Ministero per la Cultura messicano, dove lo spettacolo “Instrument 1” ha riscosso un successo straordinario. Una veloce tappa “turistica” alle suggestive piramidi Maya di Teotihuacán, per poi raggiungere, dopo un viaggio di 8 ore in bus, la cittadina coloniale San Luis Potosì. Qui abbiamo proposto lo spettacolo nell’ambito della 31° edizione del Festival Internacional de Danza Contemporánea Lila López , al Teatro de la Paz, un teatro di oltre 1200 posti a sedere, che ha registrato il tutto esaurito. Al termine della performance il pubblico, in delirio, ha investito i ballerini e il musicista, Puccio Castrogiovanni, con un sorprendente boato di grida e chiamate. La stessa esperienza si è ripetuta due giorni dopo a Città del Messico, nel monumentale Palacio de Bellas Artes, splendido teatro liberty, lasciando in tutti noi il ricordo di un’emozione molto speciale. Altre tappe all’estero, ad Almada e a Lisbona in Portogallo, a seguito dell’invito nell’ambito della 19° edizione del Festival Quinzena de Danca e nei Paesi Bassi, ad Arnhem, nel bel palco del teatro Schouwburg dove i saluti finali sono stati dedicati dal coreografo e dai danzatori ad Antoine Roux-Briffaud, danzatore che dopo cinque anni di collaborazione lascia la compagnia per una nuova avventura professionale. Tra le tappe italiane, Napoli per il Circuito Campano della Danza, i Cantieri Teatrali Koreja a Lecce, Racconigi (CN) per la Fabbrica delle Idee, il Nuovo Montevergini di Palermo, il Mittelfest di Cividale del Friuli (UD) con “Odisseo”, e Torino per il Torinodanza Festival con la ripresa di “A.semu tutti devoti tutti?”, spettacolo vincitore nel 2010 del Premio Danza&Danza, accolto con grande calore dal pubblico torinese e dagli operatori. Chiudiamo ringraziando tutti coloro che hanno collaborato e che continuano a collaborare con preziosa dedizione. A danzatori, musicisti, tecnici, ufficio, costumista, drammaturgo, e a tutti quelli che non posso elencare per questioni di spazio, un grandissimo GRAZIE. Maria Inguscio

>>> An intense, productive and highly successful year draws to a close for compagnia zappalà danza. The season started at Catania’s Stabile theatre with the debut of Odisseo: il naufragio dell’accoglienza (Odysseus: The shipwreck of welcome), a serious work dealing with highly topical matters, such as immigration and emigration, anticipating the Middle East uprising and the tragic waves of migrants seeking asylum in Italy. Let us look back at some of the events of 2011, a series of tours taking us around Europe and overseas, where we performed an extensive repertoire, from Naufragio con spettatore (Shipwreck with a spectator), an intimate work for two dancers, to Instrument 1, A. semu tutti devoti tutti? and Odisseo: dynamic, complex choreographies for a company going full steam ahead. All the shows

are enhanced with live music. At the beginning of the year, the company returned to Bremen in Germany, having been invited by Schwankhalle and Steptext Dance Project, companies which have worked closely with Scenario Pubblico for more than five years, organising coproductions, exchanges and residencies. In June the company was invited for the first time to the historic Tanec Praha festival, in beautiful Prague in the Czech Republic, where it met with an enthusiastic reception at the National Theatre’s New Scene. After the positive experience of 2010, the company returned to Lublin, Poland, for the fifteenth Lublin International Dance Theatre Festival, where the most successful companies from previous festivals were invited to perform. The next step was the Gdansk Dance Festival. In both cities, we were given a warm welcome. Audiences in Poland are particularly sensitive and curious, as are audiences in Lithuania, where the company performed in September at the Kaunas International Dance Festival. The beginning of the summer was less than smooth, with the Sicilian leg of our tour, during which we performed at the Circuito del Mito festival. Some of the venues were not properly equipped for dance. However, we will persevere in taking opportunities to perform in Sicily, in spite of the difficulties encountered. After our Sicilian experience, we left for two overseas tours, one in Rio de Janeiro, Brazil, in August, for the Correios em Movimentos festival and the Dança em Trânsito programme, and the other in Mexico, at the invitation of the Mexican Minister of Culture, where our show Instrument 1 met with outstanding success. We managed a quick visit of the Mayan pyramids in Teotihuacán, before making the 8-hour bus journey to the colonial town of San Luis Potosí. Here we performed a sell-out show as part of the 31st Lila López International Contemporary Dance Festival, at the Teatro de la Paz, a theatre with a seating capacity of over 1200. At the end of the performance, the audience erupted into wild applause, surprising and delighting the musician, Puccio Castrogiovanni, and the dancers. The experience was repeated two days later in Mexico City, in the monumental Palacio de Bellas Artes, a beautiful art nouveau theatre, leaving us all with very precious memories. Other performances abroad included shows in Almada and Lisbon in Portugal, following an invitation to the 19th Quinzena de Dança Festival, and in Arnhem in the Netherlands, at the beautiful Schouwburg theatre, where the choreographer and dancers dedicated the last curtain call to Antoine Roux-Briffaud, a dancer who was leaving on a new professional adventure after five years in the company. The Italian legs of the tour included Naples for the Circuito Campano della Danza, the Cantieri Teatrali Koreja in Lecce, Racconigi (CN) for the Fabbrica delle Idee, the Montevergini in Palermo, the Mittelfest in Cividale del Friuli with Odisseo, and Turin for the Torinodanza festival with a reprise of the show A.semu tutti devoti tutti?, which won the 2010 Danza & Danza prize, and which was given a warm reception from the Turinese audience. Finally, we would like to thank everyone who collaborated and continues to collaborate with us with valuable dedication. Dancers, musicians, technicians, the office, the costume staff, the dramatist, and all the others, too numerous to list, a huge THANK YOU. Maria Inguscio


TOURZ compagnia zappalà danza

January - March 2012 14/ 15 January 2012 CATANIA / Italy Scenario Pubblico Odisseo

9/ 10/ 11/ 16/ 17/ 18/ 23/ 24/ 25 March 2012 CATANIA / Italy

TEST Teatro Stabile of Catania c/o Scenario Pubblico Silent as... worldpremière

27/ 28 March 2012 REGGIO EMILIA /Italy

Fonderia Instrument 1 <scoprire l'invisibile> (to be confirmed)

29/ 30 March 2012 LAUSANNE /Switzerland Theatre Sevelin 36 / Festival Le Printemps Pre-testo 1: naufragio con spettatore

1 April 2012 ABBIATE GUAZZONE-VARESE /Italy Piccolo Teatro Nuovo Pre-testo 1: naufragio con spettatore

Sostenuta da/supported by

Ministero per i Beni e le Attività Culturali Dipartimento Spettacolo

Regione Siciliana Ass.to al Turismo, Sport e Spettacolo

in residence at

SCENARIO PUB.BLI.CO

| international choreographic centre sicily

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Via Teatro Massimo, 16 - 95131 Catania Tel (+39) 095-2503147 Fax (+39) 095-314684 info@scenariopubblico.com www.scenariopubblico.com info@compagniazappala.it www.compagniazappala.it artistic residence 2010/ 2012

Teatro Stabile di Catania

Contatti: Direttore di produzione e management: Maria Inguscio mariainguscio@scenariopubblico.com


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