Economia e guerra marittima: i conflitti anglo-olandesi STORIA E CULTURA MILITARE
N
Francesco Frasca (*)
el Seicento la distribuzione e la diversificazione territoriale del colonialismo olandese puntava al controllo di aree strategiche in America, in Africa e in Estremo Oriente, nel quadro della nuova economia mondiale, dove i mercati s’integravano in uno scambio planetario. Una tale situazione favorì in Olanda un rapido sviluppo economico, finché Francia e Inghilterra, in quel tempo indebolite dalle lotte intestine, non poterono assumere la posizione che la Spagna non era più in grado di mantenere. In questo contesto il potere marittimo olandese sorse con il commercio e si sviluppò rapidamente nel Seicento, grazie alla politica d’espansione coloniale della Compagnia
Jan Abrahamsz Beerstraaten (1622-1666). La battaglia di Scheveningen il 10 agosto 1653, durante la prima guerra anglo-olandese. Nel mezzo la BREDERODE, ammiraglia olandese di Maarten Tromp combatte contro l’ammiraglia inglese RESOLUTION sotto il comando dell'ammiraglio Monk. Rijksmuseum Amsterdam (Fonte: Wikimedia.org da rijksmuseum.nl).
delle Indie orientali. Gli anni 1600-1630 videro una rottura con il mondo marittimo e coloniale dei secoli precedenti. Gli Olandesi «avevano creato una super struttura mercantile senza acconciare una produzione, escludendo la colonizzazione nel senso moderno del termine» (1) e «nel crearle non cercarono un ampliamento dell’Impero, ma semplicemente, l’acquisizione di traffici e commercio. Tentarono la conquista solo quando spinti dalla pressione delle circostanze» (2). La disparità dei traffici marittimi tra la Marina Olandese e la Marina Inglese era dovuta in primo luogo dalle differenze dei due sistemi di trasporto e di commercio: quello inglese basato su dazi e tariffe, quello
(*) Laureato in scienze politiche presso lÊUniversità di Padova, ha conseguito a Parigi il dottorato di ricerca in sociologia (EHESS) e il dottorato di ricerca in storia moderna (Université de Paris-Sorbonne). Ha collaborato tenendo corsi di storia sociale con lÊUniversità di Roma La Sapienza e a livello internazionale ha svolto seminari di storia militare (professeur invité) alla Sorbona di Parigi (Paris IV e Paris I) e di storia marittima (Visiting Professor) allÊUniversity of Malta. ˚ stato analista di politica militare al Centro Militare di Studi Strategici. Autore di sei libri e di una settantina fra articoli e saggi è membro della Commission Française dÊHistoire Militaire (CFHM). Attualmente Visiting Professor all'International Institute for Baroque Studies, University of Malta. 64
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Economia e guerra marittima: i conflitti anglo-olandesi olandese basato sul libero scambio (free trade). In tal modo i prodotti olandesi risultavano meno costosi e più competitivi sul mercato mondiale dei prodotti inglesi (3). L’Olanda era divenuta la naturale antagonista dell’Inghilterra, alla quale peraltro doveva in gran parte, sin dai tempi di Elisabetta I, il felice esito della loro lotta di liberazione contro la Spagna. Le tre guerre navali anglo-olandesi furono combattute per conseguire il controllo delle rotte commerciali (4). Non fu l’embargo economico a decidere le sorti, ma la possibilità di ottenere la superiorità strategica su un punto del teatro delle operazioni, per mezzo di una concentrazione di forze. Esse furono le prime delle grandi guerre navali dell’epoca moderna per il controllo del commercio mondiale. Visto che dopo la decapitazione di Carlo I una parte della Marina inglese (realista) era restata fedele alla causa della monarchia, ed era sostenuta dalla Francia di Luigi XIV in azioni contro la Marina del Commonwealth (repubblicana), Cromwell per rappresaglia ordinò di attaccare tutte le navi francesi, autorizzando anche l’ispezione a bordo delle navi neutrali, per la maggior parte olandesi. Il 9 ottobre 1651, l’Atto di navigazione, vietava l’accesso in Inghilterra di qualsiasi merce che non fosse trasportata o da naviglio inglese o da naviglio appartenente al paese di provenienza delle merci stesse. Mentre favoriva lo sviluppo di una forte Marina inglese, strumento indispensabile all’espansione commerciale e alla sua difesa armata, l’Atto di navigazione era chiaramente rivolto contro gli Olandesi (5). Fu l’inizio di una politica di aperta ostilità verso l’Olanda. Le rigorose limitazioni, dirette a colpire in particolare la supremazia marittima olandese, furono all’origine di tre guerre navali dalle quali uscì rinvigorito il potere marittimo inglese che, dopo la parentesi degli Stuart, ridiveniva protagonista. Per l’Olanda il trasporto di merci — per conto di terzi — era una delle principali fonti di prosperità, conseguenza fu che gli Stati Generali decisero il 3 marzo 1652 d’ampliare la flotta con l’assunzione e l’allestimento di 150 navi mercantili, come navi da guerra per consentire convogliamento efficace contro azioni ostili dei corsari inglesi, che tra il 1651 e il 1652 avevano catturato un centinaio di altre navi olandesi. Rivista Marittima Maggio 2017
Questa a notizia arrivò a Londra il 12 marzo 1652 e determinava il Commonwealth d’Inghilterra a preparare l’offensiva marittima (6). Le operazioni militari iniziate con attacchi contro le navi mercantili salirono rapidamente d’intensità confluendo infine in quella che fu chiamata prima guerra anglo-olandese, combattuta interamente sul mare negli anni dal 1652 al 1654, dell’interregno inglese, fra il Commonwealth d’Inghilterra e la Repubblica delle Provincie Unite (Olanda), la prima delle tre guerre anglo-olandesi ebbe un’importanza decisiva per l’Inghilterra (7). Dopo alcuni scontri secondari inconcludenti per le avversità del tempo, le squadre delle flotte olandesi e inglesi iniziarono a darsi battaglia lungo tutto il canale della Manica. A Plymouth il 26 agosto 1652, Sir George Aysue attaccò un convoglio olandese comandato dall’ammiraglio Michiel de Ruyter, ma venne battuto e poi sostituito al comando da Robert Blake che con 62 vascelli ne sconfisse altrettanti olandesi comandati da Witte de With a Kentish Knock, banco di sabbia alle foci del Tamigi, l’8 ottobre. Credendo che la guerra fosse quasi finita, gli Inglesi decisero di disarmare gran parte della flotta da guerra all’inizio dell’inverno, inviando il restante della forza nel Mar Mediterraneo. Così nel novembre 1652 solo 42 vascelli inglesi pattugliavano il Mar del Nord e il Canale della Manica. Gli Olandesi al contrario non avevano disarmato. Essi disponevano di 107 vascelli nuovamente comandati da Maarten Tromp. La flotta olandese partiva il 1 dicembre da Hellevoetsluis e intercettava Robert Blake a Dungeness nel Canale della Manica il 9. Il caso volle che un fortissimo vento di nord-est impedisse di concludere lo scontro, così Blake dopo aver riportato la perdita di cinque vascelli contro uno olandese, al sopraggiungere dell’oscurità, ripiegava nelle Downs, dove gettava le ancore (8). La vittoria di Tromp dava agli Olandesi il temporaneo controllo della Manica. Nel Mediterraneo la situazione per gli Inglesi divenne ancor più critica. Le squadre di Henry Appleton e di Richard Badilay furono rispettivamente bloccate nel porto neutrale di Livorno e all’Isola d’Elba dalla flotta olandese del commodoro Johan van Galen, la battaglia di Livorno (14 marzo 1653) che ne seguì vide la vittoria degli Olandesi (9). Alla ripresa delle operazioni nel 65
Economia e guerra marittima: i conflitti anglo-olandesi impediva sia di commerciare, sia d’impiegare il proprio strumento marittimo. L’Inghilterra così applicava questa strategia che divenne poi una costante della sua flotta. Un rapido bilancio degli scontri navali mostrava che su sette combattute sulla Manica o nel Mare del Nord, quattro erano state battaglie di convogli (Dover, Plymouth, Dunguaness e Kentish Knock) e ben tre dei combattimenti di linea (Portland, Reinier Nooms (-1664). La battaglia navale di Livorno, 14 marzo 1653. Rijksmuseum Amsterdam (Fonte: Wikimedia.org da rijksmuseum.nl). Gabbard Bank e Scheveningen), con lo scopo di rompere Canale della Manica la Marina inglese si dimostrava la il blocco inglese, essendo il dominio del commercio sul più forte nelle battaglie del 1653, la rivincita avvenne mare l’essenziale fine di queste battaglie. di fronte allo stretto promontorio di Portland Bill alIl conflitto ebbe termine con la vittoria degli Inglesi l’estremità sud dell’isola di Portland tra il 28 febbraio che ebbero il riconoscimento ufficiale del Commone il 2 marzo. Blake con 70 vascelli si scagliò contro un wealth d’Inghilterra da parte degli Olandesi e la loro convoglio di 150 mercantili scortati da 90 vascelli di accettazione dell’Atto di navigazione, che aveva dato Tromp, causando agli Olandesi la perdita di 30 merorigine alla guerra. I negoziati di pace terminarono il cantili e 8 vascelli. Il successo della Marina inglese fu 5 aprile 1654 con la firma del Trattato di Westminster. dovuto all’introduzione di un nuovo regolamento tatLa conclusione della prima guerra anglo-olandese non tico. In effetti, dopo la disfatta di Dungeness Robert pose fine alla rivalità commerciale fra i due paesi, inBlake aveva riorganizzato la flotta che era stata armata fatti nelle colonie d’oltremare continuò l’antagonismo, con i nuovi cannoni di ferro, ma era ancora priva di tramutandosi in un conflitto endemico combattuto vere e proprie norme di combattimento (10). dalle rispettive compagnie delle Indie rivali, che diAltre due vittorie inglesi furono conseguite. La sponevano di navi e truppe proprie (mercenarie). Il prima a Gabbard Bank (o North Foreland) il 12 e il 13 vero problema risiedeva ancora nell’imposizione di tagiugno 1653, dove per la prima volta fu adottato lo riffe doganali inglesi alle merci, che ostacolavano il schieramento per linea di fila, che come racconta un tecommercio oalndese. La fine della prima guerra anglostimone oculare permise agli Inglesi una vittoria olandese non aveva cambiato questa dinamica, infatti, schiacciante sugli Olandesi, e fu il trionfo delle idee di aveva dato alle Province Unite la libertà di espandere Robert Blake. La seconda a Scheveningen (o Texel) in i loro scambi mentre i commercianti inglesi erano anagosto, dove gli Olandesi persero 36 vascelli e dove cora ostacolati dallo stesso sistema tariffario (12). morì l’intrepido ammiraglio Marteen Tromp (11). Un’altra guerra sembrava inevitabile, la sua causa era La cocente sconfitta rafforzò negli Olandesi l’idea quindi senza dubbio la gelosia commerciale fra le di porre fine alla guerra, in considerazione anche del compagnie delle Indie rivali, e anche a giudizio di fatto che le prese dei corsari inglesi assommavano a molti contemporanei, il timore che il Commonwealth ben 1.000 navi e che i porti delle Provincie Unite erano d’Inghilterra potesse perdere la sua superiorità econosottoposti a un rigido blocco navale, un embargo che mica e navale. 66
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Economia e guerra marittima: i conflitti anglo-olandesi Il secondo conflitto anglo-olandese (4 Marzo 1665-31 luglio 1667) fu causato da un’ulteriore restrizione ai principi di libero scambio dell’Atto di navigazione, introdotta dal restaurato sovrano Carlo II Stuart, per salvaguardare l’economia inglese (13). La reazione olandese non si fece attendere. La dichiarazione di guerra che Jan de Witt, gran pensionario d’Olanda, il 22 febbraio 1665, inviò a Londra, per conto degli Stati Generali, ebbe pronta risposta dal Parlamento inglese il 4 marzo 1665 (14). In questo conflitto entrò anche la Francia di Luigi XIV, che nel gennaio 1666 aveva stretto alleanza con l’Olanda, ma non avendo ancora un adeguato strumento navale, non poteva influenzare l’andamento delle operazioni marittime, fra le due potenze. Tre furono le battaglie principali, la prima al largo di Lowestoft, sulla costa del Norfolk, il 13 giugno 1665, la seconda nello Stretto di Dover, dall’11 al 14 giugno 1666; la terza al largo di North Foreland il 4 agosto dello stesso anno. Gli Inglesi riportarono una vittoria nel primo e nell’ultimo scontro, mentre nel secondo gli Olandesi ebbero la meglio (15). La Marina inglese non seppe approfittare della superiorità marittima conseguita per annientare la Marina olandese. Riorganizzata rapidamente sotto il comando Michiel
de Ruyter essa ottenne una vittoria, ma non decisiva, alla colossale battaglia al largo di Dunkerque, detta dei Quattro giorni, (11-14 giugno 1666) una delle più lunghe battaglie navali della storia. Una flotta di 85 vascelli olandesi comandati da Michiel de Ruyter si scontrava contro 56 vascelli inglesi comandati da George Monk. L’ineguaglianza numerica era compensata dal maggior dislocamento delle navi inglesi. Un grave errore tattico precedette la battaglia. In effetti, Monk fu tradito da false segnalazioni, che davano in avvicinamento una squadra francese, proveniente dall’Atlantico, che in realtà non era mai partita. Monk fu così indotto dalle sue informazioni inattendibili a distaccare una parte delle sue forze, inviando a ovest una squadra di 24 vascelli al comando del principe Rupert, per intercettare le navi francesi, che credeva in accostamento. Monk ebbe così l’azzardo di dividere la flotta in due aliquote, ma questa tattica poteva funzionare solo in presenza di «una forza schiacciante» — come Mahan scrive — «Il risultato dei due primi giorni fu disastroso per la più grossa delle due divisioni, quella al comando di Monk, il quale fu pertanto obbligato a ritirarsi verso il principe Rupert e, probabilmente, solo l’opportuno ritorno di quest’ultimo salvò la flotta inglese da serie perdite o, come minimo, dall’essere bloccata nei propri porti»(16). La battaglia finì con la rivendicazione della vittoria da ambo le parti, (17) ma fu in realtà l’ammiraglio olandese Michiel de Ruyter a prevalere, avendo inflitto agli Inglesi perdite doppie di quelle subite. Ma nonostante ciò la Marina inglese fu nuovamente in mare un paio di mesi dopo. Con gran sorpresa degli Olandesi la squadra navale comandata dal principe Rupert si prese la rivincita a North Foreland (in inglese St. James’s Day Battle), i giorni Hendrik van Minderhout (-1696). La battaglia of Lowestoft, 13 giugno 1665. National Maritime Museum (Fonte: 4 e 5 agosto 1666. In seguito Wikimedia.org da collections.rmg.co.uk). un gran numero di mercantili Rivista Marittima Maggio 2017
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Economia e guerra marittima: i conflitti anglo-olandesi tre squadre, la prima comandata da Ruyter stesso, la olandesi, facenti parte di un convoglio, furono affonseconda da Aert Jansse van Nes, la terza da Willem dati dall’ammiraglio Robert Homes nel passaggio di Joseph van Ghent, quest’ultima comprendeva anche Vliestromm (in inglese Holmes’s Bonfire), tra le isole una forza speciale di sbarco a bordo della fregata frisone di Vlieland e di Terschelling i giorni 19 e 20 Agata, la prima specializzata nella storia in operazioni agosto 1666. Un mese dopo, dal 2 al 7 settembre, il dianfibie. L’attacco prese gli Inglesi di sorpresa, perché sastroso incendio di Londra (The great fire) e le restrila maggior parte delle fregate erano state dislocate a zioni di bilancio imposte dai problemi finanziari dovuti Harwich e in Scozia, lasciando Londra quasi senza dialle recenti spese determinarono Carlo II a ridurre le fese. Solo tre navi inglesi pattugliavano il fiume Medoperazioni navali e poi a chiedere la pace. Verso la conway. Questo era giustificato dagli scopi e dalle clusione del 1666, ambedue i contendenti erano protendenze generali della politica economica di Carlo II, strati del conflitto, causa di vasti guasti ai traffici e che che pensava in termini monetari più utili per ricostruire spossava le marine dei due contendenti, a beneficio del la città di Londra, che mantenere in vita la flotta, coprogressivo aumento del potere marittimo francese. sicché il duca di York aveva congedato molti equiNel marzo 1667 i negoziati di pace anglo-olandesi inipaggi. Per gli Inglesi uno sbarco olandese nei pressi di ziarono a Breda, ma Carlo II d’Inghilterra intendeva Londra era alquanto improbabile, per loro sarebbe stato solo perdere tempo con l’intenzione di allungare il più logico un attacco contro Harwich, città che per questo possibile le trattative, poiché sperava nell’aiuto della era stata fortificata in primavera. La flotta olandese Francia, con la quale aveva stretto segretamente un’algiunta all’isola di Sheppey il 10 giugno, lanciò un atleanza, il trattato di Dover, per rovesciare la situazione. tacco sul forte di Sheerness, che fu preso. Gli Olandesi Non frenato dalle trattative di pace Michiel de Ruyter, risalirono poi il Tamigi riuscendo a spezzare le enormi dal 9 al 14 giugno 1667, lanciò gli Olandesi nell’incurcatene che a Gillingham proteggevano l’ingresso al sione alla foce del Tamigi e del Medway. Il piano, fiume fino al Gravesend. Il 12 giugno, la squadra di ideato da Johan de Witt, il Gran Pensionario van Ghent avanzava sul fiume Medway fino a Chatham (Raad(s)pensionaris) d’Olanda (18) il cui fratello Cordove, il 17, attaccarono la flotta inglese che era stata nelis de Witt era il supervisore della flotta, era di risaportata in secca a Chatham. La coraggiosa incursione lire il corso del Tamigi attaccandone l’estuario; azione rimase il più grande disastro militare inglese fin dalla che a molti ufficiali di marina olandesi aveva destato conquista normanna. Tre navi mercantili e dieci unità molte perplessità. Essi nutrivano seri dubbi a causa dei banchi di sabbia che ne ostacolavano la navigazione interna. Tuttavia avendo trovato due piloti inglesi, che conoscevano molto bene il corso del fiume, il 17 maggio la squadra dell’ammiragliato di Rotterdam gettava l’ancora davanti l’isola di Texel per unirsi con quelle d’Amsterdam e della Frisia occidentale, da qui partiva per l’estuario del Tamigi con 62 tra fregate e navi di linea, 15 unità minori e 12 brulotti. La Jan van Leyden. Navi olandesi bruciano navi inglesi durante l’incursione nel fiume Medway, dal 9 al 14 giugno 1667. Rijksmuseum Amsterdam (Fonte: Wikimedia.org da rijksmuseum.nl). flotta olandese era divisa in 68
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Economia e guerra marittima: i conflitti anglo-olandesi rat e la parte inglese di SaintChristophe. L’Inghilterra restituì l’Arcadia alla Francia che si vide accordare anche la Guyana francese. Questa temporanea soluzione uti possidetis sarebbe stata poi resa ufficiale con il trattato di Westminster (1674). L’Atto di navigazione infine fu moderato a favore degli Olandesi, ma ciononostante la pace non durò a lungo, poiché l’Inghilterra si alleava alla Francia per attaccare Pieter Cornelisz van Soest. Attacco olandese sul fiume Medway, giugno 1667. La cattura della nave ROYAL l’Olanda, nel 1672 una terza CHARLES. Royal Greenwich Museums. (Fonte: Wikimedia.org). guerra anglo-olandese presto si annunciava. Carlo II d’Inghilterra non fu soddisfatto dell’esito umiliante della da guerra furono bruciate dagli Olandesi o auto affonprecedente guerra anglo-olandese, la vendetta contro date dagli Inglesi per bloccare il corso del fiume. Fu l’Olanda (concorrenza economica) venne preparata da catturata l’ammiraglia inglese, HMS Royal Charles, alleanza con la Francia (1670), la Svezia (1672) e con abbandonata dal suo equipaggio ridotto, catturata senza alcuni vescovi sovrani dell’Impero (Colonia e Munche venisse sparato un colpo e rimorchiata in Olanda. ster). Urgeva distogliere le Provincie Unite dal mare. Gli incursori risparmiarono il cantiere navale di ChaSi venne quindi a realizzare una confluenza d’interessi tham, il più grande complesso industriale inglese deltra Londra e Parigi che si concretizzò il 1 giugno 1670 l’epoca. Il successo olandese ebbe un grosso impatto con il trattato segreto di Dover, (19) con il quale Carlo psicologico in tutta l’Inghilterra, con Londra che si II s’impegnava a soccorrere militarmente Luigi XVI sentì particolarmente vulnerabile, solo un anno dopo i nella sua guerra di aggressione contro le Province disastri dell’epidemia di peste degli anni 1665-1666 e Unite, contro un versamento annuo di 200.000 sterline, del Grande Incendio del 1666. Dal 1667, gli Olandesi che avrebbe in parte fronteggiato le gravose spese per potevano contare anche sulla Francia, con la quale avela ricostruzione di Londra (20). vano stretto alleanza. Tutto ciò, più i costi della guerra, Il piano strategico inglese prevedeva la sconfitta della e le spese stravaganti di Carlo II, concorsero alla firma Marina olandese e il blocco delle coste dei Paesi Bassi. di un trattato di pace, desiderato anche dagli Olandesi. Per le flotte alleate fu concordato che l’ufficiale che batIl 31 luglio 1667, il Trattato di Breda permise agli Inteva l’insegna di Ammiraglio d’Inghilterra sarebbe stato glesi di mantenere i territori attorno a Nuova Amsteril comandante in capo (21). Ma era indispensabile far dam (l’attuale New York), gli Olandesi ricevettero in votare dal Parlamento la legge per il finanziamento cambio il controllo del Suriname. Il commercio olandella costruzione di nuove navi da guerra. La brutta fidese poté così riprendere e la Corona d’Inghilterra rigura fatta nell’ultima guerra aveva causato molte reticonobbe alle navi olandesi il diritto di trasbordare la cenze in Parlamento, così Carlo II fu costretto a mercanzia inglese sul Reno. La posizione egemonica sospendere il pagamento dei debiti della Corona il 2 degli Olandesi sul commercio internazionale non fu minacciata, né il monopolio sulla noce moscata che degennaio 1672 per un totale di 1.300.000 £ (sterline). Di tenevano. La Francia rese le isole di Antigua, Monserfronte alla ritrosità del Parlamento, Carlo II cercò un Rivista Marittima Maggio 2017
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Economia e guerra marittima: i conflitti anglo-olandesi evento o circostanza che potesse provocare una guerra o essere usato come pretesto per tale, volendo assicurarsi l’appoggio dell’opinione pubblica. Per questo Carlo II inviava il veliero reale Merlin, con a bordo Doroty Osborne, la moglie dell’ambasciatore William Temple, in vista della flotta olandese alla fonda nel porto di Brielle il 24 agosto 1671 (22). Allo yacht reale fu ordinato di passare in mezzo alle navi da guerra olandesi e aprire il fuoco se queste non avessero ammainato la bandiera. Come sancito in un precedente trattato di pace, le navi olandesi comandate da Willem Joseph de Gand, abbassarono le loro bandiere in segno di saluto, ma non effettuarono i colpi a salve di cannone previsti per le unità da guerra, non considerando il Merlin come tale, essendo questo armato con solo otto cannoni. Questo fu il casus belli ricercato da Carlo II, che fece pervenire nel gennaio 1672, per il tramite del nuovo ambasciatore inglese all’Aia, George Dowining, un ultimatum all’Olanda, con il quale il sovrano pretendeva il riconoscimento della sovranità inglese sulla Manica, il saluto alla bandiera, nonché la punizione degli ammiragli responsabili dell’affronto subito, richiesta che fu respinta dagli Stati Generali delle Provincie Unite (23). La terza guerra anglo-olandese fu combattuta dal 1672 al 1674. I preparativi della Marina inglese e la leva militare introdotta in Francia furono interpretati dai politici e militari olandesi come i preparativi di una guerra imminente, per questo nominarono Guglielmo d’Orange, il 25 febbraio 1672, capitano generale dell’armata olandese, di 83.000 uomini (70.700 fanti e 12.000 cavalieri), che gli Olandesi non poterono rafforzare, per le dispute politiche in corso fra la fazione degli orangisti e la fazione dei repubblicani. Per la Marina olandese la situazione per fortuna era diversa, nonostante il limite di bilancio limitato a 4.776.248 fiorini, per non allarmare gli Inglesi. Il tenente-ammiraglio Michiel de Ruyter aveva passato tutta l’estate del 1671 a far esercitare la flotta olandese al tiro per linea di fila, instaurando un nuovo spirito di disciplina e di coesione negli equipaggi. Per far fronte all’entrata in guerra le risorse destinate in bilancio alla Marina furono aumentate di 2.200.000 fiorini, ciò permise di schierare cinquantadue vascelli di linea, dodici fregate e trentanove navi minori, per un totale di 18.000 uomini. 70
Il 28 marzo 1672 Carlo II d’Inghilterra dichiarava guerra alle Province Unite, costretto dal trattato segreto di Dover, per appoggiare Luigi XVI di Francia, che il 6 aprile fece altrettanto, vincolandosi dal 1672 al 1678 in una dispendiosa guerra contro l’Olanda, causata dal fallimento della politica tariffaria di Colbert contro il commercio olandese. Il 7 giugno la flotta congiunta anglo-francese fu battuta a Solebay, al largo del Suffolk, dalla Marina olandese comandata dall’ammiraglio de Ruyter, che salvò così il suo paese da un’invasione via mare. Come nel precedente conflitto la Royal Navy entrò in azione prima della dichiarazione di guerra. Già il 22 marzo 1672, l’ammiraglio Robert Holms volendo intercettare i convogli mercantili provenienti dal Levante, attaccava gli Olandesi nella Manica, ma veniva respinto da Cornelis Evertsen, facendo magre prese rispetto ai danni subiti. Gli alleati Anglo-Francesi avevano ideato il blocco della Marina olandese nei porti, per impedirne l’accesso al Mare del Nord, invece gli Olandesi speravano di ripetere il successo del raid sulla Medway. Così una squadra di fregate comandate da Willem Joseph de Gand arrivò alla foce del Tamigi, ma questa volta le difese rafforzate del forte di Sheerness ne impedirono l’entrata. Tutto si risolse in un inconcludente scambio di cannonate. Tenuto conto dell’impreparazione della Marina francese, Michiel de Ruyter aveva pensato di contenerla, mentre attaccava in forze i più agguerriti Inglesi, prima della loro giunzione con la flotta di Brest nel Canale della Manica. Sfortunatamente il mancato coordinamento tra i cinque ammiragliati olandesi, non riusciva a evitare la giunzione delle due flotte alleate, che gettavano le ancore a Solebay per effettuare delle riparazioni (24). Nella baia di Southwold gli alleati erano divisi in tre squadre: l’avanguardia francese rivolta verso sud, mentre gli Inglesi con il centro e la retroguardia rivolti verso nord. Il mattino del 7 giugno 1672 una fregata francese in ricognizione, avvistava la flotta olandese, guidati dagli ammiragli Michiel de Ruyter, Adriaen Banckert e Willem Joseph van Ghent, navigare in formazione di attacco con il vantaggio del vento da nord-ovest. L’ordine di battaglia degli Olandesi era disposto su due file, la più avanzata delle Rivista Marittima Maggio 2017
Economia e guerra marittima: i conflitti anglo-olandesi quali contava diciotto navi, con navi incendiarie (brulotti) al seguito, la seconda linea comprendeva 73 navi (25). Gli alleati disponevano di 53 vascelli inglesi e 30 vascelli francesi, con 40.000 uomini (26), all’ancora nella baia sotto vento contrario, che soffiava verso la costa. Nel corso della battaglia che seguiva il Royal Prince (100 cannoni), nave ammiraglia del duca di York, veniva pesantemente lesionata dalla De Zeven Provinciën (80 cannoni). Il duca di York saliva a bordo della St. Michael. Michiel de Ruyter, ingaggiato il combattimento, riuscì a infliggere ingenti perdite agli Inglesi, tra le quali il vascello reale Royal James, nel cui naufragio morì l’ammiraglio Edouard Montagu. Tra i caduti gli Olandesi ebbero l’ammiraglio Willem Joseph de Gand. La nave vice-ammiraglia Royal James (100 cannoni), comandata dal conte di Sandwich, venne gravemente danneggiata dall’artiglieria olandese e colò a picco causando numerose perdite umane, compreso lo stesso conte. I vascelli inglesi in testa allo schieramento allora soccorsero il centro, ma Ruyter giunta la sera si ritirava lasciando 2 vascelli affondati e 7.000 tra caduti e feriti, contro i 3.000 caduti e feriti anglo-francesi. I risultati sostanziali della battaglia di Solebay furono interamente favorevoli agli Olandesi. La sconfitta mise temporaneamente in fuorigioco gli alleati anglo-francesi nell’incapacità
operativa d’effettuare grandi operazioni navali. Inoltre la flotta alleata dovendo supportare le operazioni dell’armata francese assalendo la costa della Zelanda, per i danni subiti a Solebay, differiva di un mese la sua partenza, con implicazioni importanti per le sventurate congiunture in cui si trovavano i territori olandesi (27). La vittoria olandese di Solebay avendo impedito alla flotta anglo-francese di effettuare il blocco delle coste olandesi, agli alleati non restava il fatto che gli Olandesi comprendessero la loro disperata situazione sul fronte terrestre per chiedere la pace. Il 7 luglio con l’inondazione completa delle provincie olandesi, anche se nel complesso la guerra volgeva a favore di Luigi XIV, l’avanzata francese si dovette arrestare, per non spingere gli Olandesi nelle braccia degli Inglesi. Iniziarono le lunghe ed estenuanti trattative di pace, mentre Luigi XIV era occupato nell’assedio della città d’Amsterdam. Dopo un primo tentativo fallito, egli decise di attendere pazientemente l’inverno, stagione in cui il gelo delle acque avrebbe consentito di proseguire. Ma la situazione per gli alleati anglo-francesi si stava progressivamente deteriorando. Carlo II d’Inghilterra aveva difficoltà finanziarie per continuare la guerra. Il rifiuto francese di ritirarsi dal Ducato di Clèves, appartenente al Brandeburgo-Prussia, causava malumori fra i principi tedeschi, cosicché il principe elettore di Brandeburgo, Federico Guglielmo, aveva stretto alleanza con l’Olanda il 6 maggio, inviando un’armata di 40.000 uomini sul Reno, e con l’imperatore Leopoldo I, con i quali il BrandeburgoPrussia firmava un trattato difensivo il 25 luglio. Il giorno seguente Luigi XIV liberava 20.000 prigionieri olandesi in cambio di un lieve riscatto (uno scudo ognuno), e il 1 agosto rientrava in Francia a Saint Germain. Lo sbarco sulle coste olandesi di 6.000 soldati inglesi, in attesa a Yarmouth, era divenuto impossibile. Per gli alleati era necessario innanzitutto vinSiti di battaglia della terza guerra anglo-olandese: Solebay a ovest, Schooneveld nel sud e Texel cere la flotta di Michiel de Ruyter per nel nord (Fonte: commons.wikimedia.org). realizzare gli obiettivi perseguiti. Per Rivista Marittima Maggio 2017
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Economia e guerra marittima: i conflitti anglo-olandesi stesso che li aveva comandati a Solebay. Il piano del principe Rupert era di aggirare la squadra olandese, per forzarla a entrare nel porto militare di Hellevoetsluis, dove poteva facilmente bloccarla, consentendo alla squadra dei trasporti di sbarcare sulla costa olandese le truppe, destinate ad attaccare Brielle o Flessiungue. Ma de Ruyter scelse di attaccare in mare aperto, dando inizio alla prima battaglia di Schooneveldt, il 7 Willem van de Velde the Younger (1633-1707). Lo scontro tra Cornelis Tromp sul GOUDEN LEEUW e Sir Edward nell’indecisione Spragg sul ROYAL PRINCE nella notte del 21 agosto 1673, durante la Battaglia di Texel: episodio della terza guerra giugno anglo-olandese (1672-1674). Rijksmuseum Amsterdam (Fonte: Wikimedia.org da geheugenvannederland.nl). dello scontro, il principe Rupert decise di ritirarsi al sopraggiungere della notte, non osando più penetrare questo tre battaglie navali furono combattute nel di nuovo nel bacino di Schooneveldt. De Ruyter fer1673 al largo delle coste olandesi. Il 7 giugno l’ammatosi a Ouest-Kappel, dopo aver effettuato le opemiraglio Ruyter con 55 vascelli di linea, 5 fregate e razioni di manutenzione, beneficiando di venti 45 navi minori era all’ancora nelle vicinanze dei banfavorevoli decideva nuovamente attaccare il 14 giuchi di sabbia dello Schooneveldt chiuso in posizione gno con 59 navi di linea, riuscendo a sorprendere la difensiva, in uno stretto bacino, vicino all’isola di flotta avversaria. Nella seconda battaglia di SchooWalcheren (28). La geografia fisica del sito impediva neveld, gli ordini e contrordini del principe Rupert, agli alleati di trarre vantaggio dalla loro superiorità generarono un caos totale nella linea di fila degli alnumerica. Sfruttando questa posizione de Ruyter poleati. Nell’incapacità di riordinare lo scompigliato teva partire per attaccare al momento opportuno, per schieramento, il principe Rupert preferiva abbandopoi ritirarsi opportunamente nei bassi fondali sotto nare il combattimento, rientrando nell’estuario del la copertura delle proprie coste (le navi olandesi aveTamigi per effettuare le riparazioni necessarie alle vano appositamente un pescaggio inferiore rispetto navi alleate che avevano subito numerosi danneggiaa quelle del nemico) (29). La flotta anglo-francese menti. La flotta del principe Rupert riprese il mare, salpava il 1 giugno sotto il comando del principe Rualla fine del mese di luglio era forte di 60 navi inglesi pert, primo cugino del re, che aveva sostituito al coe 30 navi francesi, imbarcava 4.000 soldati sui vamando della flotta il duca di York, rimosso in scelli da guerra e 2.000 sui trasporti (30). Gli Inglesi applicazione del Test Act (o Atto di prova), in virtù volevano attirare gli Olandesi a Nord fingendo uno del quale venivano esclusi da ogni carica pubblica sbarco alla foce del fiume Helder. Michel de Ruyter tutti coloro che non davano pubblica dimostrazione non si mosse restando nel bacino di Schooneveld, di professare le dottrine della Chiesa d’Inghilterra. fino a che un ordine di Guglielmo d’Orange lo forzò La flotta alleata schierava un’ottantina tra vascelli di a uscire in mare aperto per proteggere la flotta della linea e fregate e sessanta navi minori, delle quali 54 inglesi, i restanti 27 battevano bandiera francese, Compagnia delle Indie Orientali. A Texel (Kijkduin) posti al comando del vice ammiraglio d’Estrées, lo il 21 agosto 1673, la flotta combinata anglo-francese 72
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Economia e guerra marittima: i conflitti anglo-olandesi si scontrava con la flotta olandese, dopo aver inflitto ingenti perdite, per non essere inseguita dalle navi avversarie si rifugiò sui bassi fondali della costa, riuscendo a impedire le operazioni di sbarco nei Paesi Bassi del corpo di spedizione inglese. Guglielmo d’Orange, giovanissimo e geniale condottiero, seppe dar vita, dando prova di grandi qualità diplomatiche, alla nuova l’alleanza dell’Aia, il 30 agosto 1673, tra Olanda, Spagna, Brandeburgo-Prussia, Danimarca, l’imperatore e molti principi dell’Impero. Questa forte coalizione antifrancese e i risultati fallimentari delle operazioni militari inglesi, nei vari teatri, de-
terminarono il Parlamento inglese a non permettere ulteriori spese, rifiutandosi di finanziare ulteriormente la guerra. Lo stesso Parlamento inoltre costringeva Carlo II a dare inizio alle trattative di pace con l’Olanda cosicché si conclusero il 19 febbraio con il Trattato di Westminster. Dopo un tentativo fallito di Guglielmo III d’Orange-Nassau di trascinare Carlo II Stuart nella guerra contro la Francia, egli ne sposava la sorella Maria suggellando la nuova alleanza con l’Inghilterra, ufficializzata nel gennaio 1678. A Nimega, il 10 agosto 1678, le potenze euro8 pee misero fine alla guerra d’Olanda.
NOTE (1) P. Villiers-J.P., Duteil, L’Europe, la Mer et les Colonies, XVII-XVIII siècles, Paris, 1997, pag. 14. (2) A.T. Mahan, «Influenza del potere marittimo sulla storia (1660-1783)», Roma, 1994, pag. 91. (3) J. Israel, «The Dutch Republic: Its Rise, Greatness and Fall, 1477-1806». Oxford, England: Clarendon Press, vol. I, 1995, pagg. 714-715. (4) The Anglo-Dutch Wars in inglese e Engels-Nederlandse Oorlogen o anche Engelse Zeeoorlogen in olandese. (5) C. Wilson, «England’s Apprenticeship, 1630-1768», New York, 1984, pagg. 62-64 e 164. (6) La morte dello statolder (governatore) olandese Guglielmo II, che aveva favorito l’espansione dell’esercito a discapito della marina, aveva portato a una modifica della politica di difesa delle Province Unite verso la protezione dei grandi esercizi commerciali d’Amsterdam e di Rotterdam. (7) Cfr. R.W.K. Hinton, «The Mercantile System in the Time of T. Mun», in Economic History Review, vol. VII, 1955. J. Schumpeter, «Storia dell’analisi economica», Einaudi, Torino, 1959. (8) C. R. Boxer, «The Anglo-Duch wars in the 17th century, Greenwich», National Maritime Museum, 1974, pagg. 66-67. (9) Cfr. A. Santoni, «La prima guerra anglo-olandese e i due scontri navali nelle acque di Livorno», in Quaderni della Società di Storia Militare, Roma, 1994. (10) A Portland Bill era divenuto operativo il regolamento tattico istituito nel 1625, e mai fino ad allora applicato, che prevedeva nel corso delle operazioni la divisione della flotta in tre squadre d’avanguardia, centro, retroguardia che inalberavano rispettivamente bandiere blu, rossa e bianca con la croce di San Giorgio. Ciascuna squadra era comandata da un ammiraglio (del rosso, del bianco e del blu) ed era schierata su una linea parallela con le altre. T. Wilson, «Flags at the sea», London, HMSO, 1986, pagg. 18-21, 25-31. (11) In effetti, nuove ordinanze erano entrate in vigore l’8 aprile 1653, le celebri Fighting instructions. scritte dagli ammiragli Robert Blake, Richard Deane e George Monck il 23 marzo 1653, che avevano imposto nel combattimento navale la rigida osservanza della linea di fila, norma rimasta in vigore fino alla fine delle guerre napoleoniche. Cfr. J. S. Corbett, «Project Gutenberg’s Fighting Instructions, Fighting Instructions, 1530-1816». Publications Of The Navy Records Society Vol. XXIX, September 15, 2005 [EBook #16695]. (12) Maurice Ashley, «Great Britain to 1688: A Modern History» (Ann Arbor, Michigan: University of Michigan Press, 1961) pag. 365. (13) La restaurazione della monarchia degli Stuart fu accompagnata da una ripresa generale di ottimismo, che spinse gli Inglesi a voler mettere fine definitivamente al dominio olandese sul commercio mondiale, con la guerra corsara. L’offensiva inglese si concentrava in Africa occidentale (Isola di Gorea, Îles del Capo Verde, Costa d’Oro), poi nell’America del Nord (presa della Nuova Olanda e di Nuova Amsterdam ribattezzata Nuova York, di Tobago e di Sant’Eustachio). La superiorità dell’Inghilterra sull’Olanda si manifestava allora grazie a un’intelligente politica adottata degli Stuart che misero in opera una piccola armata navale permanente, capace, a bisogno, di tenere testa alle navi da guerra olandesi, ma anche capace di razziare i grandi mercantili olandesi pesantemente armati. (14) In Inghilterra l’entrata in guerra fu sostenuta da una grande campagna di propaganda, riprendendo quella che già era stata arma di propaganda durante la prima guerra anglo-olandese. Si trattava dell’atroce massacro dei mercanti inglesi perpetrato dalle autorità olandesi, nel 1623, ad Amboyna (Ambon Island ai giorni nostri l’isola di Maluku in Indonesia) del quale la compagnia inglese delle Indie orientali, aveva pubblicato un pamphlet esteso nel 1631, impostando le proprie argomentazioni contro l’olandese VOC. Cfr. Records of the special committee of judges on the Amboyna Massacre (Ambonse moorden), at the Nationaal Archief of the Netherlands in The Hague (part of the records of the Staten Generaal, records number 1.01.07, inventory number 12551.62). (15) Occorre evidenziare l’adozione nel corso dei combattimenti dei primi principi basilari della tattica navale, che in seguito caratterizzeranno le guerre navali dell’age of sail. A. T. Mahan, op. cit., pag. 140. (16) A. T. Mahan, op. cit., pag. 150. (17) Cfr. Fox, Frank L., «A Distant Storm: The Four Days’ Battle of 1666», Rotherfield, 1996. (18) Il Gran Pensionario d’Olanda era la figura politica dominante dell’intera repubblica nei periodi di assenza dello Statolder. La carica di «Gran Pensionario» era in parte simile a quella che più tardi sarebbe divenuta nei vari Stati europei la carica di «capo del governo». (19) Cfr. Wouter Troost, «Stadhouder-koning Willem III: Een politieke biografie», Uitgeverij Verloren, 2001. (20) Carlo II aveva mire sui territori di Walcheren, Sluys, Cadzand e della foce dell’Escaut, di Brill, Texel, Terchelling e Delfzijl, per controllare le vie marittime verso i porti olandesi, inclusi Rotterdam e Amsterdam, il secondo il più ricco d’Europa. (21) Così Luigi XVI nella sua brama di rovinare l’Olanda e d’ingrandirsi sul continente, per quanto riguarda il potere marittimo, stava giocando direttamente nelle mani inglesi. A. T. Mahan, op. cit., pag. 175. (22) Cfr. N.A.M. Rodger, «The Command of the Ocean: A Naval History of Britain 1649-1815», Penguin, 2004. (23) A. T. Mahan, op. cit., pag. 175. (24) Lo scontro è chiamato anche battaglia di Southwold Bay, Soultbay o di Solbaie. John A. Lynn, «The Wars of Louis XIV: 1667-1714» (Longman Publishing: Harlow, England, 1999) pag. 113. (25) Altre fonti indicano 52 vascelli e 12 fregate (oppure 75 tra vascelli e fregate) e 39-54 navi minori con 20.700 uomini e 4.500 cannoni, oppure 70-91-100 navi, 50 brulotti e 18-20.000 uomini in tutto. (26) Altre fonti indicano 101 navi in tutto, oppure 95 tra navi di linea e fregate, 52 navi minori e 6.158 cannoni. (27) A. T. Mahan, op. cit., pag. 180. (28) Cfr. Johan Carel Marinus Warnsinck, «Admiraal de Ruyter. De Zeeslag op Schoonefeld Juni 1673», ‘s-Gravenhage, 1930. (29) A. T. Mahan, op. cit., pag. 182. (30) Altre fonti indicano 86 tra navi di linea e fregate e 30 burlotti. Rivista Marittima Maggio 2017
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