Portfolio di laurea IUAV

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PORTFOLIO Corso di laurea: SCIENZE DELL’ARCHITETTURA III sessione di laurea anno accademico 2008-2009 Lovison Francesco matricola 256725



Corso di laurea

SCIENZE DELL’ARCHITETTURA III sessione di laurea anno accademico 2008-2009

Lovison Francesco 256725



Indice Progettuali

Teoria e Tecnica della progettazione Architettonica

Progettazione Architettonica I

9 Progettazione Architettonica II

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Architettura degli interni

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47 Progettazione Architettonica e Urbana

Progettazione Urbanistica

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Workshop 2008

Restauro

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Workshop 2007

Urbanistica

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Workshop 2006

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Altre esperienze

Studio Cester-Daniele

Tirocinio

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Studio Claudia Tedeschi

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Progettuali


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Progettazione Architettonica I “Ospedale di Venezia - Le Corbusier - riqualificazione” Italia, Venezia Professore: Francesco Venezia - Arch: Caterina Frisone “Nel 1906, Venezia fu una grande scoperta per Le Corbusier. Pensò che era una città unica nel mondo. Sessant’anni più tardi le autorità veneziane lo incaricarono di intervenire come architetto urbanista. Il grande ospedale di 1200 letti è il pretesto; scelta del terreno utile e favorevole; invenzione urbanistica e architettonica. I dirigenti di Venezia si trovarono in pieno accordo con LC, si entusiasmarono con i suoi progetti. Al disporre orrizzontalmente i volumi dell’ospedale, LC cercò di evitare che la silouette di Venezia fosse alterata. il programma si organizza in 4 livelli: 1. accessi, amministrazione, cucine, 2. le sale operatorie, gli alloggi delle suore; 3. le vie di comunicazione, le vie dei servizi; 4. le sezioni dei malati. L’ospedale è destinato a ricevere casi di urgenza e pazienti affetti da malattie acute. Una soluzione molto nuova è stata data alle camere degli infermi: ogni malato ha una stanza senza finestre con vista diretta, la luce penetra dalle alte aperture laterali che regolano gli effetti del sole. La luce è regolare; lo stesso succede con la temperatura dell’ambiente.” El Croquis - Le Corbusier 1910-65

Questo progetto nasce dall’idea di un percorso “contemplativo” tra i ruderi di un cantiere mai portato a termine. Dallo studio dell’ospedale di Venezia di Le Corbusier, (in realtà mai realizzato) sono stati considerati come unica parte edificata gli elementi più caratteristici e di maggior rilievo, quali la cappella, la struttura a pilotì, la loro accurata e attenta disposizione nello spazio. Il mio progetto vuole valorizzare la caratteristica monumentale di questa struttura, che sorge dalle acque della laguna Veneziana, con un percorso che lo lega alla terra ferma e conceda, allo stesso tempo, all’osservatore una pausa dal caos cittadino con una “promenade dei sensi”. Questo percorso è caratterizzato da una iniziale andatura lineare, mantenendo una quota di circa un metro al di sopra del livello del mare, seguito da una discesa dolce di circa un paio di metri che procede fino ad un bivio. Da questo si può scegliere di svoltare a sinistra, con un andamento di risalita fino alla quota iniziale, e ritrovarsi davanti ad un grande muro che oscura l’ex cappella. Di questa viene tenuto, da progetto di LC, solo il basamento e considerata non edificata la copertura. Per accederci è necessario attraversare il muro passando per un piccolo varco, alla fine del quale ci si ritrova di fronte ad un altro ostacolo, la parete esterna della cappella. L’osservatore è costretto cosi a guardarsi intorno per cercare l’effettivo accesso, in questo modo la sua attenzione viene catturata dalle uniche due vie d’uscita, opposte, ognuna delle quali apre uno scorcio della laguna. La disposizione non in asse dei

due accessi fa in modo che lo spettatore possa scorgere la seconda porta solo dopo aver preso piena coscienza visiva dell’ambiente circostante. Svoltando a destra, invece, una volta ritornati alla quota iniziale, l’osservatore è obbligato a percorrere un camminamento più stretto che porta il suo sguardo verso una “scalinata” composta da parallelepipedi di diversa altezza e dimensione.Questa struttura/scultura è stata pensata per rendere meglio percettibile il mutamento delle maree, rendendolo un effettivo “monumento” al tanto combattuto fattore naturale che “tormenta” Venezia.

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1-Plastico H Ven LC 2-Pianta Piano secondo (primo prog. 1964)

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PLANIMETRIA - 1:1000


PLASTICO - Area progetto - scala 1:100

PLASTICO - Particolare percorso che conduce al “lagunometro”

PLASTICO - Particolare “lagunometro”

PLASTICO - Zenitale generale

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Teoria e tecnica della progettazione Architettonica “Copertura e Cupole chiesa S. Marco” Italia, Venezia Professore: Renato Rizzi

Teoria: “Non vi è separazione tra forma e sapere. La forma è sapere che si attua, che si concretizza. Prepara e guida il pensiero alla finalizzazione (reale, materiale). Per questa ragione sono necessarie almeno due condizioni: a- riconoscere innanzitutto a quale sapere il nostro pensiero, e perciò la nostra conoscenza, appartiene; b- qual’è il sapere pertinente della forma (o, dell’informe). La conoscenza teorica (o meglio theorica) assume quindi un ruolo indispensabile e non differibile nei confronti del nostro sapere ed è tanto importante ed indispensabile quanto la conoscenza tecnica. La theoria è l’essenza della pratica. Senza questo sapere la pratica assume un ruolo improprio: vaga nell’inconsistente. La theoria, infatti, affronta il dominio del senso; la tecnica il dominio del significato. Ambedue i domini partecipano e concorrono alla definizione della forma. La theoria è una pratica in potenza, la pratica una theoria in atto. Ma vi è un altro aspetto da considerare. La forma è costituita due elementi principali: sostanza e materia. Senza la sostanza (la dimensione immateriale e spirituale di ogni cosa, di ogni ente) la materia rimane inerte,come in attesa. La theoria, appunto, si rivolge alla sostanza, a questa energia formante che convoglia e plasma tridimesionalmente l’inerzia della materia, portandola all’espressività. L’organizzazione del corso prevede lezioni settiminali condotte con la collaborazione del teologo prof. Carlo Enzo: verranno prese in esame dieci parole fondamentali analizzate sullo sfondo dell’orizzonte biblico e occidentale. Le dieci parole: Progetto, Creare, Fare, Estetico, Immagine, Somiglianza, Figura, Gerarchia, Forma, Opera. Obbiettivi del corso: Introdurre lo studente a riconoscere gradualmente i grandi paradigmi culturali dell’intero arco del pensiero preoccidentale e contemporaneo. Ovvero, favorire la consapevolezza critica in grado di connettere la conoscenza con gli statuti propri della forma.” “Estratto dal programma del corso”

Laboratorio: Per comprendere le tecniche costruttive della copertura della Basilica di S. Marco è stato compiuto uno studio accurato di tutte le singole parti che la compongono quali gli spioventi, l’attacco e la struttura delle cupole. Hanno aiutato questa analisi, la realizzazione di un plastico generale in gesso in scala 1:50 e gli spaccati di una delle 4 cupole di dimensioni ridotte e di quella centrale, in cartonlegno e balsa, che hanno meglio evidenziato il complesso sistema strutturale che le compongono.

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Tassello 6 - copertura 1- Negativo della porzione di copertura numero 6 Cartonlegno 2- Montaggio delle sponde di contenimento gesso 3- Negativo completo 4- “tassello� numero 6 di Gesso completo

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Tassello 10 - copertura 1- Negativo della porzione di copertura numero 10 Cartonlegno 2- Colata di gesso nello stampo 3- Apertura della cassaforma - Negativo e Gesso ancora da dividere

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Plastico cupola Maggiore - sezione p.17- Fase di montaggio - Cartonlegno - Balsa p.19- Cupola completa di rivestimento esterno

Plastico intera copertura p.20-21- Intera copertura in Gesso

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Workshop 2006 “Porto e Città” Italia, Marghera Professore: Caterina Frisone

L’Analisi

Il programma di lavoro proposto prende spunto da un concorso internazionale ad inviti, bandito nel 2003, per la realizzazione del nuovo Complesso Direzionale in via delle Macchine a Porto Marghera, promosso e finanziato dalla società APV Holding S.r.l. che fa capo all’Autorità Portuale di Venezia. L’area di progetto individuata è contigua a quella del concorso, sul lato opposto, di via delle Macchine, lungo la darsena di testa del Canale Industriale Ovest. La Variante V.P.R.G. per Porto Marghera destina le aree dismesse di questa, che è stata la più vasta zona industriale italiana, ad uso terziario. Negli ultimi anni, infatti, sono stati fatti consistenti investimenti, dalla bonifica dell’area dove è nato il Parco Tecnologico Vega alla riqualificazione degli stabilimenti di via dell’Elettricità. Per queste aree il Porto prevede la trasformazione da zona industriale ad aree destinate ad attività di svago e tempo libero, in cui il bacino d’acqua passerà da ricovero dei rimorchiatori a darsena da diporto attrezzato con ristoranti e bar a servizio degli utenti dei nuovi uffici . Il tema del corso è quindi quello di un piccolo padiglione sull’acqua, destinato a ristorante e bar, avendo in mente una generale sistemazione della riva che dovrà prevedere nuovi pontili e un deposito per biciclette, a supporto di una viabilità ciclabile, in grado di collegare queste aree con il resto della città. Queste previsioni rientravano nel programma funzionale che la Municipalità di Marghera aveva confezionato all’epoca della stesura del bando di concorso (denominato Piano di Recupero “Area di

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Area Progetto 1- Vista aerea Darsena 2- Via delle Macchine - vista ovest 3- Via delle Macchine - vista ovest - dettaglio fermata Autobus 4- Via delle Macchine - Passaggio Treno merci 5- Via delle Macchine

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Analisi viabilità 1- Identificazione Piste ciclabili 2- Identificazione Traffico urbano 3- Identificazione Traffico extraurbano 4- Identificazione Traffico mezzi pubblici

Via delle Macchine”, approvato dal Comune di Venezia con deliberazione del C.C. n04 del 20/01/03). In linea con la Variante per Marghera, il Piano prevedeva un impianto sportivo con piscina, una grande piazza sull’acqua, nuovi parcheggi, un nuovo trasporto pubblico e un sistema di piste ciclabili, che insieme al nuovo Polo Direzionale/Commerciale richiesto dal Porto, avrebbero invogliato i cittadini di Marghera a oltrepassare il confine della trafficata Via Fratelli Bandiera. Inoltre, è già da qualche anno che, durante il periodo estivo, le associazioni locali ACLI e ARCI, organizzano lungo le rive dei Canali Industriali del Porto, visite guidate di “Archeologia Industriale” alle aree dismesse. Con la premessa, quindi, che, in un futuro non lontano l’area di Via delle Macchine possa divenire un luogo gradevole e frequentato, attrezzato per lo svago e ben collegato ai centri urbani, in grado di soddisfare i diversi bisogni dei futuri utenti (dagli addetti del nuovo polo terziario adiacente, ai cittadini di Marghera, fino ad arrivare ai turisti dell’”archeologia industriale”) è possibile pensare, come tassello che dia il via a questo processo di riqualificazione, alla realizzazione del piccolo padiglione sull’acqua e del deposito per biciclette lungo la riva. Così facendo, la nuova linea di trasporto urbano, la riva attrezzata per lo sport e il tempo libero e le nuove piste ciclabili, diventeranno ingredienti fondamentali per far funzionare questo piccolo “polo di interscambio” e questo, a sua volta, potrà diventare punto di partenza per passeggiate in bicicletta alle aree dimesse di Porto Marghera. 2

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Prima di soffermarsi sul progetto in sÊ, è stato fatto uno studio plani volumetrico generale, al fine di comprendere il contesto, le aree post-industriali in trasformazione e la rete dei collegamenti futuri del triangolo Mestre-Marghera-Venezia. - Planivolumetrico della città di Marghera.

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Il Progetto

Requisiti di Progetto:

Il Padiglione - Struttura:

Galleggiante o semigalleggiante.

- Destinazione d’uso:

Ristorante per 80 persone Bar per 25 persone ingresso/guardaroba servizi igienici cucina e depositi frigo terrazza sull’acqua uno o più pontili

- Limiti:

non può superare i 18m di altezza sala ristorante 150 mq. sala bar 60 mq. cucina/depositi frigo 35 mq. ig.clienti 15 mq. ufficio personale 15 mq. terrazza 150 mq.

Il Deposito biciclette - Limiti:

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non può superare i 18m di altezza deve contenere 200 biciclette tot 500 mq. pista ciclablie singlola larga 2,5 m doppio senso 4-6 m


Per il ruolo di “fulcro” che dovrà avere il padiglione, è stata scelta la struttura galleggiante, che ne permetterà il posizionamento al centro della darsena. La sua forma, che ricorda una “farfalla”, permette di distinguere e dividere l’area adibita a ristorante e quella adibita a bar.

- SCHIZZO - concettuale - RENDER - Attacco alla banchina

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Entrambe le “ali” hanno il lato verso la darsena, completamente vetrato. I lati verso la riva, invece, sono chiusi e impediscono di vedere da terra cosa si svolge all’interno dell’edificio. Questo padiglione oltre che alla funzione di bar/ristorante funge da molo per l’attracco di piccole imbarcazioni. Il deposito biciclette invece è posizionato in testa al bacino dove si concentrano anche: stalli e fermate dei mezzi pubblici, tutto ciò per concentrare i servizi di mobilità in un unico polo ben organizzato.

SEZIONE DARSENA - Prospetto sud Padiglione e Deposito biciclette scala 1:500

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PADIGLIONE - Pianta piano terra scala 1:500 a. magazzino cucine b. Cucina c. Sala Ristorante d. Terrazze - Ristorante, bar e. Bar f. Ingresso ufficio

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- Plastico - Padiglione Ristorante -bar - Plastico - Generale

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Riferimenti

1- Dominique Perrault - Sistemazione strada commerciale - Amburgo 2002

2- VMX - Parcheggio per 2500 biciclette - Amsterdam

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Progettazione Architettonica II “Case aggregate - ASCONA” Svizzera (Canton Ticino), Ascona Professore: Franca Pittaluga

Il lotto è in comunicazione con una sola strada ed ha una pendenza molto accentuata. Nella progettazione delle unità abitative ho fatto uso di ampie vetrate in facciata, che permettono di godersi il suggestivo paesaggio. La struttura della singola villetta è di due piani. La zona giorno è concentrata esclusivamente al piano terra, provvista di un ampio bagno e un ampio studio che si affacciano su di un piccolo patio interno, di un angolo cottura e al centro di un ampio salone. Per accedere al piano superiore bisogna percorrere una grande scalinata che si proietta all’esterno come a creare un “binocolo” dal quale è possibile ammirare il paesaggio. La zona notte è composta da due servizi, una stanza che si affaccia al piccolo patio interno e altre due stanze sulla facciata principale. L’intera area è composta da due “fasce” di tre unità abitative. L’accesso alla prima fascia avviene tramite un percorso pedonale comune. Questo conduce anche ad un ascensore panoramico, interamente vetrato, che permette di risalire il ripido pendio e raggiungere la seconda fascia sopra situata. Per risolvere il problema dei posti auto, sorto a causa della particolare ristrettezza della strada, è stato pensato di creare un grande parcheggio incavato nel pendio. La flora dell’area non è stata modificata da questo intervento, ma esclusivamente ridisegnata per rendere gli accessi alle abitazione e le aree rimaste di verde “pubblico” di gradevole presenza.

Area progetto 1- Foto aerea area di progretto 2- Percorsi pedonali che collegano le “terrazze” 3- Zona accesso all’area 4- Via del rondonico - attuali posti auto - scala disabili.

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Tavole p35- Identificazione accessi e percorsi - scala 1:500 p36- Piano delle coperture - scala 1:500

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Pianta tipo - piano terra scala 1:100

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Pianta tipo - piano primo scala 1:100

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Sezione A-A scala 1:500

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Sezione C-C scala 1:500

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Urbanistica “Ristrutturazione e Bonifica - Stazione Porta Romana” Italia, Milano Professore: Giulio Ernesti

L’intervento che ci viene richiesto è una riqualificazione della vecchia stazione, ormai in disuso, ad eccezione di due binari per il transito della metropolitana di superficie. L’analisi a scala urbana della zona limitrofa alla stazione e le esperienze dei suoi abitanti hanno evidenziato il distacco che il sistema ferroviario, psicologicamente e fisicamente, crea tra la zona del centro storico e la prima periferia. L’area di quasi 4000 mq è stata adibita principalmente a grande parco rialzato che copre la ferrovia, nel quale si sviluppa un sistema di percorsi pedonali che lo attraversano creando nuovi “legami” tra le due zone. I vecchi depositi prendono la nuova funzione di piccolo “museo della memoria ferroviaria” e i binari preesistenti che li attraversano diventano “piedistalli” di antiche locomotive e vagoni. Per rendere graduale il passaggio dall’area densamente edificata all’altra, sul fronte nord del parco sono presenti grandi edifici a carattere abitativo, una grande biblioteca e l’entrata della stazione/metropolitana; contrapposto a quest’ultima, sul fronte sud, sorge un grande palazzo. Tutti gli edifici dell’area hanno il piano terra esclusivamente dedicato ad attività commerciali, quali negozi, ristoranti, bar e nei piani superiori sono situati appartamenti di diverse dimensioni. Queste strutture prendono la forma di una “U”, che inserita nel parco crea una corte privata dalla quale è possibile effettuare l’accesso alle unità abitative. Diversamente, la biblioteca, ha due entrate, una dalla strada e una dal parco dalla quale si accede al grande tetto/terrazzo, che concede abbondante luce all’interno della struttura ed è un luogo gradevole dove apprezzare un bel libro nelle calde giornate estive.

- Render Vista del “museo della memoria ferroviaria”

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Area progetto: Prima e dopo l’intervento

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- Foto plastico - Schizzi di progetto

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Workshop 2007 “Acqua&Icone” Italia, Venezia Professore: Franz Prati

Il Paesaggio Infinito è un affascinante gioco da tavolo d’origine illuminista, da tempo introvabile ma molo diffuso in passato, basato sull’accostamento e la composizione di un vasto numero di carte o, per dir meglio, di una serie di piccole tavole che delineano altrettanti paesaggi apparentemente definiti, ma che in realtà suggeriscono, nella loro configurazione, l’opportunità, una volta accostate agli altri tasselli del gioco, di dar vita ad un disegno più ampio dalle possibilità combinatorie, appunto, infinite. Il Frammento Perfetto è, al contrario, quel tassello della composizione che rifiuta, nella sua compiutezza, mentre si accosta ad un’altra figura, di stemperarsi in un’immagine ulteriore. A Venezia il mosaico delle isole, steso sullo svariante orizzonte lagunare, si addensa nella forma compatta della città, mentre si diluisce nel campo vasto dell’estuario. Isole come tessere di un mosaico. Frammenti di un gioco sapiente che, tra la natura ed artificio, disegna il paesaggio. Laguna come diafano plateau su cui si compongono le figure possibili del Paesaggio Infinito. Traendo spunto da queste suggestioni, il workshop si propone di sperimentare un approccio progettuale che si possa fare interprete della forte connessione che intercorre, nel particolare contesto lagunare, tra architettura e paesaggio. In una prima fase, di definizione metodologica, si propone la realizzazione di un certo numero di modelli (redatti alla stessa scala e con gli stessi materiali) dedotti da una particolare interpretazione di alcuni luoghi sensibili del contesto veneziano. L’accostamento e la composizione di questi modelli, che rimandano in modo diretto alle tessere del Paesaggio Infinito, si concluderà nella realizzazione collettiva di un grande plastico (il mosaico ricomposto) che costituirà la premessa alla fase conclusiva. La seconda fase consiste in una proposta progettuale, inquadrata all’interno di realtà riconoscibile ed irrisolta del contesto veneziano che rimanda all’idea del frammento perfetto. Il mio frammento perfetto e costituito da un’isola pentagonale dedicata al mondo della fotografia. Sono presenti all’interno dell’edificio che occupa metà dell’isola ampi spazi espositivi, uno studio fotografico, una camera oscura. Una piazza con un solitario obelisco, che la rende dinamica grazie al suo gioco di ombre, occupa la parte rimanente dell’isola. La sua posizione all’interno della composizione va a formare un accesso portuario al bacino formato dal “paesaggio infinito”.

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Architettura degli Interni “La forma dell’acqua” Professore: Franca Pittaluga

Qual è la forma dell’acqua? Il lavoro del corso è incentrato a dare risposta a questo quesito: riflettendo su realizzazioni storiche e recenti, navigando tra acqua ferma, acqua in caduta, acqua in tracimazione e destreggiandosi tra bacini, nastri, veli, vasche. Studiando con ridisegni e con plastici. Convogliando l’acqua entro gli interni di architettura, per metterla in maggiore contatto con l’uomo. Acqua per connettere, per specchiare, per diffondere il colore: obbediente al volere dell’architetto, l’acqua accetta con disponibilità di svolgere un ruolo ancillare in favore dell’architettura; ma, altre volte, essa stessa è al centro della progettazione, informando di sé spazialità e relazioni, giungendo a rendere ancillari colonne e muri, mattone e calcestruzzo, stanze e corridoi. Studiare / Sperimentare / Manipolare / Proporre sono state le attività (non sempre in questo ordine, non sempre consequenziali) compiute nell’arco del corso per riflettere sul “lavoro” dell’acqua nella configurazione degli spazi interni.

Tre differenti esercizi hanno guidato l’esperienza:

Esercizio 1:

Esercizio 2:

Esercizio 3:

Le “boîtes” sperimentali (5 piccoli plastici tematici) Attività svolte in aula, in piccoli gruppi, realizzando provocazioni di acqua in un ambiente, in applicazione di precise delimitazioni di campo del singolo ex tempore:

Esempi di maestri o contemporanei (2 plastici e disegni di studio) Ricerca individuale su una architettura realizzata, ritenuta esemplare per le proprietà dell’acqua che ne invade gli spazi. Studio della tipologia d’acqua e rapporti con la struttura architettonica.

Manipolazione dell’acqua (1 plastico e disegni di progetto) Progetto singolo, ove si conferma il tipo di ruolo o di percezione dell’acqua studiata nell’esercizio 2, ma lo si applica entro uno spazio di dimensioni e funzioni differenti rispetto all’esempio studiato. Per tutti gli studenti, lo spazio di progetto è “costretto” nelle proporzioni delle boîtes sperimentali dell’esercizio 1, ma senza i vincoli della scala di progettazione. Ovvero: tutti i plastici di progetto realizzati dagli studenti hanno la stessa dimensione, ma ognuno di essi individua la propria scala di rappresentazione.

- rapporti aurei (acqua statica o dinamica) - immergere, scorrere (bagno d’autore) - passaggi in tensione (travasi, raccolta) - conformare, concludere (muri nell’acqua) - mutazioni di forma (piani inclinati)

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Esercizio 1 “Rapporti Aurei”

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“Immergere scorrere”

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“Passaggi in tensione”

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“Conformare - concludere”

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“Mutazioni di forma”

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Esercizio 2 “Esempi di maestri o contemporanei” TADAO ANDO - Sayamaike Museum Osaka, Japan

- Foto Utilizzo dell’acqua ferma e in movimento nel -----------------Sayamaike museum

- Plastico scala 1:500 Sezine Percorsi laterali con “vasche d’acqua”

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Esercizio 3 “Manipolazione dell’acqua” Coffee Book

Per il terzo esercizio, ho scelto di progettare un “Coffee Book”. L’intero ambiente è composto da un unico spazio suddiviso a sua volta in sottospazii con diverse funzioni. Quando si accede al locale ci si trova al centro dell’intero volume dove a destra prende forma la vera e propria zona Bar, con il bancone, i tavolini e i servizi; a sinistra invece, dopo un piccolo dislivello di tre gradini, possiamo vedere la “sala lettura” provvista di divanetti più confortevoli, tavolini più grandi, e la grande libreria illuminata dalla coloratissima parete vetrata. In questo progetto l’acqua si presenta in due forme: una grande vasca esterna che recinta il CoffeBook e la vasca più piccola posizionata sopra la copertura che genera due cascate in corrispondenza degli ingressi del locale. La copertura in lamiera ondulata, interrompe la sua “opacità” diventanto una superficie vetrata (vasca), concedendo alla luce di interagire con il velo dacqua e penetrare all’interno degli spazi, generando un gradevole effetto di rifrazione in continuo movimento. La grande parete vetrata della sala lettura è caratterizzata dalla scaffalatura che sorregge i libri, giornali e riviste ed occupa tutta la grandezza della parete ed è visibile dall’esterno in trasparenza attraverso il vetro opalino colorato.

Il Vetro ha la funzione di illuminare la libreria, di giorno con la luce naturale, di notte con una luce artificiale ed è , assieme all’acqua, l’elemento caratterizzante di tutto il locale.

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- Pianta - Sezioni

scala 1:200

scala 1:200




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Progettazione Urbanistica “Concorso isola Koivusaari” Finlandia

Professore: Franco Mancuso

L’isola di Koivusaari è attraversata da un importante arteria autostradale che collega le città di Helsinki ed Espò, ciò rende interessante la riqualificazione proposta dal concorso. Come primo obiettivo abbiamo voluto mantenere una considerevole quantità di “verde” che vuole valorizzare il parco protetto situato nella punta sud dell’isola. Il bando richiede zone residenziali, luoghi di svago e attività creative. Il problema della grande quantità di abitazioni richiesta, in un lotto modesto, ci ha spinto in buona parte ad ampliare con una bonifica tutta la fascia settentrionale, che ci consentirà di mantenere una volumetria generale moderata. Il nodo centrale del nuovo sistema urbano ha come fulcro la piazza, nella quale vengono concentrate le attività pubbliche, le zone ricreative, e l’uscita della metropolitana. Dalla “Piazza” si diramerà la strada primaria che garantirà un collegamento tra l’area nord e quella sud tramite un cavalcavia che unisce le due aree. Le strade carrabili sono state limitate al minimo indispensabile per favorire un sistema di percorsi ciclabili e pedonali. La griglia ad “anfiteatro” sottolineata da lunghi edifici in linea dettati da diversi raggi di curvatura col fulcro al centro della nuova darsena, garantiscono una protezione dal vento proveniente da nord-est. Per favorire l’irraggiamento solare di tutti i fronti sud, è stato definito un andamento a scalare, a partire da un’altezza massima di 9 piani a nord fino ad un minimo di 4 piani, ad eccezione delle due “torri”, che fungono da porta d’accesso alla Nuova città, che raggiungono i 12 piani. DATI: -Abitazioni: tot di 4400 abitanti in 150 abitazioni di circa 70/85 mq -Uffici/negozi/svago tot di 17.500 mq - openspace/80mq/65mq -Posti barca tot circa 600

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Strategie:

Viabilità e parcheggi:

Data la modesta dimensione dell’isola la viabilità è stata ridotta allo stretto necessario: un’arteria principale che collega la zona nord e quella sud dell’isola e le strade carrabili secondarie.

Il grande cavalcavia che permette di oltepassare ortogonalmente l’autostrada da origine all’arteria d’accesso all’isoloa. In prossimità della strada principale sono stati posizionati il maggior numero di porsti auto per limitare il traffico nelle strade secondarie.

All’area verde, a sud dell’isola, è stata contrapposta una darsena artificiale per portare nel tessuto urbano i due elementi che caratterizzano questo luogo: Il verde e l’acqua.

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Sistema del verde:

Pubblico e privato:

Il verde ha un ruolo fondamentale in questo progetto: dal parco già esistente (punta sud) si articolano giardini e boschetti arificiali che avvolgono il tessuto di percorsi carrabili e podonali. Complessivamente si viene a creare un grande “nastro verde” che aumenta il legame tra le due zone dell’isola divise brutalmente dalla grande autostrada.

Ogni edificio a carattere abitativo ha intorno a sè spazi aperti privati come giardini o piazzette, gli edifici dove sono presenti attività pubbliche come uffici, negozi, aree ricreative sono contornate da grandi spazi pubblici che alternano piazze parchi, giardini attrezzati. Complessivamente quest’isola si può considerare una città, provvista di tutti i servizi necessari: abitazioni, luogi di lavoro, di svago, un’albergo, un’asilo e un piccolo ospedale.

- Stadi di avanzamento del progetto

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- Plastico - scala 1:1000

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- Plastico - scala 1:1000

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Progettazione Architettonica e Urbana “Albergo Autorimessa e aree atrezzate al Lido” Italia - Lido di Venezia

Professore: Pasquale Lovero

Tema del laboratorio in causa è una unità insediativa costituita da albergo, centro informazioni-prenotazione, parcheggio pubblico e spazi aperti attrezzati, ai margini di un aeroporto ‘regionale’. La tematica è dunque quella dell’intervento misto (pubblico, privato) di attrezzature e servizi nelle aree ‘di frontiera’della città contemporanea. L’area-progetto è ubicata al Lido di Venezia, in località S. Nicolò. La problematica di riferimento generale è costituita dalla rete dei rapporti reale/immaginario, internazionale/locale, innovativo/tradizionale, im-materiale/ materiale, rigido/flessibile. Essi saranno da declinare in relazione alle caratteristiche e al ruolo del Lido (di Venezia). Un inquadramento urbanistico, preparato (insieme ad altre tavole tematiche) dal docente, permetterà di avviare in modo fondato le simulazioni progettuali. All’inizio del semestre verranno peraltro presentati gli schemi-guida, da sviluppare nella elaborazione progettuale. Gli iscritti al laboratorio saranno tenuti a elaborare il progetto (individualmente oppure in squadra) seguendo le prescrizioni di un ben determinato tipo di procedimento progettuale - la “progettazione critica” -. Ai fini della formalizzazione di ordine discorsivo e di ordine linguistico, essi dovranno adottare un codice de-costruttivista per la scala insediativa e un codice neo-razionalista per la scala edilizia. AREA PROGETTO - Vista aerea

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INQUADRAMENTO URBANISTICO: Analisi urbana del Lido - VIABILITA’


INQUADRAMENTO URBANISTICO: Analisi urbana del Lido - ZONIZZAZIONE

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FOTO AREA PROGETTO

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1- Ingresso Area progetto 2- Biglietteria ACTV via Selva - “Alessandro Scarpa” 3- Ex torretta militare - oggi è un’abitazione privata

INQUADRAMENTO URBANISTICO: Analisi dell’intorno dell’area di progetto C1-C2: Viabilità e Zonizzazione C3-C4: Edificazione e Spazi aperti

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ABACO TIPOLOGICO - SCALA INSEDIATIVA - TESTA DI SERIE -

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ABACO TIPOLOGICO - SCALA INSEDIATIVA - PRIMA VARIANTE -

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ABACO TIPOLOGICO - SCALA INSEDIATIVA - SECONDA VARIANTE -

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SOLUZIONE ARCHITETTONICA - SCALA INSEDIATIVA

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ABACO - AUTORIMESSA

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ABACO - ALBERGO

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CENTRO INFO-PRENOTA - Scala 1:500 -

L’edificio info-prenota sorge affacciato sulla strada principale, Via Selva, ed è strettamente legato, sia geometricamente che visivamente, alla biglietteria di A. Scarpa. La facciata principale è rivolta a sud ed il corpo rettangolare dell’edificio si sviluppa lungo la diagonale descritta dall’area progetto. L’edificio è pensato come due volumi che si intersecano tra loro, un corpo rettangolare più basso ed un corpo quadrato più alto. Il primo volume ospita gli ambienti a destinazione d’uso 84

privata, uffici e archivio, mentre il secondo degli ambienti ad uso pubblico, quali ufficio per le ralazioni con il pubblico, gli sportelli, ed il grande atrio che funge da zona d’attesa.


CHIOSCO - Scala 1:500 -

Di modeste dimensioni, il chiosco è situato nella parte più interna dell’area di progetto, in un punto dove quasi tutti i percorsi si incontrano. La sua utilità è data dalla possibilità di offrire, a chi di passaggio, una breve sosta ristoratoria, con la possibilità di accomodarsi a piccoli tavoli posti sia all’interno che all’esterno.

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Restauro “Mausoleo Augusto - Roma” Italia - Roma

Professore: Eugenio Vassallo

Il Comune di Roma, di seguito definito “Ente banditore”, bandisce, un concorso internazionale di progettazione mediante procedura ristretta ai sensi dell’art. 26 del D. Lgs. 17 marzo 1995 n. 157 e del DPR 554/1999 finalizzato all’acquisizione di un progetto, con livello di approfondimento pari a quello di un progetto preliminare, per la riqualificazione del Mausoleo di Augusto e di Piazza Augusto Imperatore a Roma. Il concorso è aperto agli architetti e agli ingegneri civili ambientali della Unione Europea, della Svizzera e della Norvegia e del Liechtenstein, regolarmente iscritti agli albi dei rispettivi ordini professionali o, comunque, ai relativi registri professionali nei paesi d’appartenenza, e per questo autorizzati all’esercizio della professione e alla partecipazione a concorsi di progettazione architettonica alla data dell’iscrizione al concorso. I soggetti partecipanti devono essere comunque nelle condizioni previste ai successivi punti 3.3 e 8. La riqualificazione di Piazza Augusto Imperatore e del Mausoleo di Augusto si inserisce nel progetto strategico di riqualificazione della Città Storica all’interno delle mura aureliane e, più in particolare, del recupero del sistema degli spazi pubblici che appartengono al tessuto stratificato del Tridente storico di Roma (via di Ripetta – via del Corso – via del Babuino). Dopo la riqualificazione e la pedonalizzazione di Piazza del Popolo, ormai da alcuni anni gli interventi sugli spazi pubblici nel centro storico puntano a realizzare un sistema integrato di pedonalizzazioni; sono già realizzate quelle di piazza S.Lorenzo in Lucina, piazza di Spagna, piazza del Parlamento e il percorso Trevi – Pantheon; un progetto di riqualificazione accompagnato dalla realizzazione di nuovi parcheggi interrati tra i quali il più significativo, già avviato, è un grande parcheggio a più livelli sotto le terrazze del Pincio. Rientra all’interno di questa strategia anche la pedonalizzazione del Lungotevere nel tratto in prossimità dell’Ara Pacis che sarà resa possibile grazie alla realizzazione di un sottopasso veicolare; una strategia che consente di recuperare un rapporto tra la città e il suo fiume, il Tevere, attraverso nuovi affacci e aumentandone la possibilità di fruizione anche attraverso nuove discese sulle banchine. La ormai prossima inaugurazione del nuovo Museo dell’Ara Pacis, progettato da Richard Meier, e il lancio di questo concorso consentono di completare una riflessione progettuale e culturale sul significato, sul valore e sul ruolo di una trasformazione urbana di grande consistenza che, in particolare durante gli anni trenta ha conferito un aspetto completamente nuovo all’area di Piazza Augusto Imperatore – demolendo un quartiere storico, il bel palazzo Correa e il grande Augusteo (lo storico auditorium di Roma da 3000 posti) – e realizzando una piazza che resta comunque, prima di tutto, la tomba di Augusto edificata nel 28 a.C. nella grande piana del Campo Marzio a cui si sono succedute nei secoli numerose trasformazioni urbane: dalla realizzazione di Via di Ripetta alla costruzione delle Chiese di S.Rocco e di S. Girolamo degli Illirici, dalla crescita del quartiere rinascimentale con la realizzazione del Palazzo Correa fino alle demolizioni risalenti agli anni trenta del XX secolo.

Nelle pagine successive - Tavole di progetto

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Workshop 2008 “Ritratti di città Genova-Venezia” Professore: Franz Prati

La regola del ghetto e il limite dell’acqua, Genova e Venezia, due realtà urbane raramente oggetto di uno sguardo condiviso, si rispecchiano e si misurano, all’interno del workshop, seguendo le tracce di un dispositivo didattico dove l’analisi delle analogie e delle dissonanze tra i diversi contesti si traducono in una scrittura compositiva tesa alla configurazione di un dittico di architetture dedicate. Tessuti compatti e trame traforate, tracciati insinuanti e tagli di luce improvvisi, opacità e trasparenze identificano, tra le altre, alcune delle parole chiave di un ipotetico vocabolario comune mentre sulla partitura svariante delle due città si addensano le figure compatte dei ghetti e l’acqua delimita o dissolve la configurazione morfologica dei due tessuti. Chiaramente incastonata nella città inclusiva, la città preclusa, trascrive il carattere del luogo secondo una versione alterata della sua peculiarità che si comprime e si addensa tra i limiti di una campitura escludente. Questo doppio registro della misura urbana determina un intrigante scarto dimensionale che rende evanescente il limite tra tessuto urbano e organismo architettonico. La didattica è organizzata secondo tre momenti complementari e distinti, riferiti alle tre settimane di durata del workshop. Gli studenti si organizzeranno in gruppi omogenei con particolare riferimento ai tutors coinvolti. Ogni gruppo opererà contestualmente sui due contesti urbani. I temi delle tre fasi saranno i seguenti: I confini e le inquadrature – La definizione dei frammenti L’edificio/tessuto – La misura dei modelli insediativi Le architetture dedicate – Le forme e le figure del dittico

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- Prime analisi alle due aree

- Schematizzazione volumi e percorsi ghetto di Genova

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Pastici p.101 - Plastici di prova p.102- Ghetto di Genova p-103 - Ghetto di Veneziaa p-104 - Composizione due Ghetti e “l’isola” aggiunta

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Altre esperienze


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Tirocinio “Studio Viviani Architettura”

Nel febbraio del 2008 è stato affidato a questo studio la progettazione di un nuovo centro culturale. L’intervento consiste in due fasi: la ristutturazione della casa del fascio adiacente alla piazza principale di Piazzola sul Brenta, e la costruzione ex novo di un auditorium. La casa del fascio ospiterà una mediateca e spazi affittati ad associazioni esterne. L’auditorium invece è composto da una prima sala con palcoscenico (300 posti a sedere) e una seconda sala con alti 150 posti. Mi è stato affidato il compito di realizzare rappresentazioni grafiche per la presentazione del progetto, al committente ed ai cittadini di Piazzola. Olte a questo, ma in parte minore, ho contribuito alla stesura degli esecutivi di progetto affiancato da un dipendente dello studio.

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1 - Vista aerea - Area progetto 2 - Ingresso dal Parcheggio 3 - Ingresso dalla piazza 4 - Particolare “Bow windows�

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1 - Piano terra Casa del Fascio - Biblioteca mediateca 2 - Soppalco Casa del Fascio - Sala lettura 3 - Auditorium - Sala piano terra - vista gradonate 4 - Auditorium - Sala piano terra - vista palco

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Collaborazione Studio Luigi Daniele - Franco Cester “Clinica privata - Chirurgia estetica” Italia, Padova

Il Dottor. Luca Siliprandi, noto chirurgo plastico Padovano, ha affidato allo studio Daniele-Cester la costruzione della sua nuova clinica privata. Il progetto consiste nella ristrutturazione di una palazzina esistente, nel quartiere di “Città Giardino” a Padova. Il contributo che mi è stato richiesto consiste nella stesura di tavole tecniche come la Dichiarazione di inizio attività (DIA), tavole comparative, tavola dei vigili del fuoco e altri disegni per la progettazione e disposizione degli arredi e degli impianti tecnici, audio e video.

1 - PIANTA PIANO INTERRATO - scala 1:200

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- FOTO CANTIERE - fase di posizionamento canaline elettriche

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- PIANTA PIANO TERRA - scala 1:200


- SALA OPERATORIA - piano terra (1)

- PIANTA PIANO PRIMO - scala 1:200

- CORRIDOIO - piano primo

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- PROSPETTI E SEZIONI - scala 1:200

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- PROSPETTI E SEZIONI - scala 1:200

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Molte stanze dell’edificio sono attrezzate con monitor o “totem” provvisti di computer touchscreen, nei quali si possono consultare le novità e le infomazioni riguardo la chirurgia plastica. Queste teconologie ampliano le possibilità di informazione e interazione con il lettore integrando i contenuti dei depliant cartacei ancora utlizzati. Quando questi dispositivi non vengono utilizzati, appare come “salvaschermo” un’animazione. L’animazione da me ralizzata rappresenta il 3D della clinica vista dall’esterno, posta sopra un piedistallo, il tutto ruota di 360°. Il dottore mi ha commisionato questa animazione anche per utilizzarla come logo di apertura e chiusura delle sue conferenze. - Alcuni frame del video

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Collaborazione Studio Arch. Claudia Tedeschi “Render appartamenti in vendita � Italia, Milano

Claudia Tedeschi, architetto Padovano, ha realizzato a Milano un complesso residenziale. Per la vendita di alcuni alloggi mi ha affidato il compito di realizzare delle viste interne degli appartamenti, sottoforma di render.

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UNIVERSITÀ IUAV DI VENEZIA FACOLTA’ DI ARCHITETTURA DICHIARAZIONE DI CONSULTABILITA’ O NON CONSULTABILITA’ DELLA TESI

Il sottoscritto

laureando in sessione

Lovison Francesco

III

Scienze dell’Architettura dell’a.a.

matr. n. 256725

2008-2009

DICHIARA

che la sua tesi dal titolo:

Portfolio

è consultabile da subito potrà essere consultata a partire dal giorno 31-03-2010 non è consultabile (barrare la casella della opzione prescelta)

data 19/03/2010

firma ………………………

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PORTFOLIO Corso di laurea magistrale in: ARCHITETTURA PER LA COSTRUZIONE

Lovison Francesco matricola 272410



Corso di laurea Magistrale

ARCHITETTURA DELLA COSTRUZIONE III sessione di laurea anno accademico 2008-2009

Lovison Francesco 272410



Indice Progettuali

TEORIA E PROGETTO DI PONTI LABORATORIO INTEGRATO 2

LABORATORIO INTEGRATO 3

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Laboratorio integrato 2 “Biblioteca del bicentenario” Rosario, Argentina Professore: A. dal Fabbro, M. Milan, P. Zennaro, L. Borsoi

Questo progetto nasce da un concoroso pubblicato nel 2011 per la realizzazione della biblioteca centrale di Rosario, la città argentina piu popolosa del la provincia di Santa Fe. Il progetto si articola in una forma a “forbice” che riprende l’inclinazione del reticolo urbano del centro storico che incontra quello del reticolo urbano della città moderna. Elemento di spicco per funzione e per forma sono le sale studio e di ricerca, piu intime e silenziose , racchiuse in un elemento cubico.

1-Esploso Copertura 2-Plastico

Due edifici rettangolari sono il cuore della biblioteca, risiedono infatti uffici, sale lettura , emeroteca, sale esposizioni , area gioco per bambini, zone di ristorazione.

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Chiude la “forbice” l’auditorium , composto da due sale gradonate utilizzabili separatamente o contemporanemente per garantire flessibilità d’uso e posti a sedere per piccoli e grandi spettacoli. La biblioteca è fornita di un grande parcheggio interrato con accessi al grande prato esterno che fa da contorno a tutto il complesso bibliotecario. 2

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Sezione tecnologica

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PLASTICO - Zenitale

PLASTICO - scorcio copertura

PLASTICO - Dettaglio andamento copertura

PLASTICO - Cubo Zenitale - spaccato

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Laboratorio integrato 3

“Piazza coperta” Italia, Padova Ex foro boario Padova (Prato della Valle) Professori: D. Bolla, P. Barizza, F. Trovò, M.M. Borgherini.

Il tema di questo laboratorio è la progettazione di una piazza coperta.

1- Planimetria

La piazza Rabin, detta anche “piazza dell’Ex foro Boario” tutt’oggi ospita un parcheggio di proprietà del comune. Nel corso degli ultimi anni sono stati fatti dei progetti di riqualificazione , però bloccati dalla presenza di un’area archeologica . L’intevento che vado a proporre cerca di inglobare e valorizzare i reperti archeologici del “ convento delle monache benedettine” rendendo questo luogo , non più un semplice luogo di passaggio, ma anche un momento di interesse culturale e ricreativo all’interno di una zona di padova ricca di turismo. Il progetto prevede due corpi di fabbrica , il primo adibito ad esposizione e protezione dei reperti archeologici, il secondo adibito a centro culturale ricreativo, ristorazione, commerciale; Tra questi due elementi il grande spazio leggermente interrato coperto da una leggera copertura traslucida sorretta da una “foresta” di pilastri che creano giochi di luce e pattern diversi durante le ore del giorno. Le forme affusolate e le copeture verdi vogliono diventare luoghi dinamici che si aggiungono agli splendidi spazi del magnifico Prato della Valle per arricchire l’esperienza del visitatore o dello stesso cittadino che vuole vivere la sua città .

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PLASTICO - Zenitale copertura

SCHIZZO - Copertura e sistema pilastri

PLASTICO - Variazione viste laterali

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ANALISI -

Analisi FEM struttura della copertura

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- Uffici - Archivio - esposizione reperti mobili “Monastero della Misericordia” - Reperti Archeologii Sotto il piano di calpestio della piazza coperti da uno strato di vetro strutturale.

- Ingresso fabbricato

ANALISI - Area archeologica

- Saletta esposizione - multimedia

- Punti di vista della “promenade” arc

- Schizzo di studio del rapporto tra gli scavi archeologici e il nuovo intervento

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T-06

LABORATORIO INTEGRATO 3 | A.A. 2011-2012

Composizione Arch. : Domenico Bolla

Restauro: Francesco Trovò

Rappresentazione: Maria Malvina Borgherini

Strutture: Pierantonio Bari


- Vista dal Percorso Fra i muri di fondazione del Monastero della Misericordia.

cheologica

izza

- Vista assonomentica “promenade� archeologica

13 Studente: Francesco Lovison matricola: 272410

Reperti Archeologici - RELAZIONI CON IL PROGETTO


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Teoria e progetto di Ponti

“Ponte Manetti (Leopoldo II)” Italia, Poggio a Caiano - Prato Professori: C. Airong, R. Emanuele, Z. Alberto.

Il ponte Leopoldo II, costruito nel 1833 dall’ingegnere Alessandro Manetti, a Poggio Caiano sul fiume Ombrone Pistoiese, si tratta di uno dei primi ponti sospeso costruito in Italia. Durante la seconda guerra mondiale sono andate distrutte due “pigne” d’ancoraggio dei cavi, il tavolato di legno ed i cavi stessi. Nel corso del 2011 la Provincia di Prato, in collaborazione con i Comuni di Prato e Poggio a Caiano, ha indetto un concorso di progettazione per la ricostruzione del Ponte dal titolo “Ponte del Manetti: ponte ciclo-pedonale nella sede del “Ponte Leopoldo II”. Il concorso ha visto la presentazione di 128 progetti.

2- Vista Zenitale plastico

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2- Render

3- Plastico

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