SANAA_Zollverein School_tesina viaggio studio

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Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa/

SANAA

Viaggio LUCE & MATERIALE Zollverein Sc School of Management & Design Essen, Germ Germany. 272410 Francesco Lovison Lo



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IL CONTESTO

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E’ difficile continuare a “parlare sottovoce” in un contesto monumentale come quello delle miniere di carbone della Zollverein, nei pressi di Essen in Germania, nel quale gli architetti giapponesi Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa (fondatori dello studio SANAA) si sono cimentati per il progetto dell’omonima scuola di arte e design. Il compito era complesso poiché l’intervento, il primo da realizzare al di fuori dei confini nazionali, assumeva il significato di banco di prova della validità ed eloquenza di un modo di progettare fuori dal coro – o forse divenuto fuori moda – perché fa ricorso ad un lessico minimale per esprimere concetti di disarmante chiarezza. Ultimato nel 2006, l’edificio, con la sua “intensa presenza”, rivela al pubblico internazionale la coerenza della ricerca sull’essenzialità avviata nel 1995 dallo studio SANAA; e le numerose realizzazioni successive attestano l’esigenza di un ritorno alla sobrietà dei segni, alla misura, al rigore costruttivo.

1- Planimetria miniera di Zeche Zollverein. In rosso è evidenziata la scuola di Design e Management. 2- Foto Plastico area della miniera Fotografo: Francesco Lovison

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UNO SGUARDO DA FUORI

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Il progetto prende le mosse dall’idea, tanto chiara quanto semplice, di costruire “un puro volume di aria e di insolita luce”. La costruzione si riassume in un solido pressoché cubico, monomaterico e monocromatico, sui cui prospetti 150 finestre, di forma quadrata e dimensione variabile, si addensano e diradano in ragione di orientamento e necessità funzionale . Analogamente ad altri progetti di Sejima & Nishizawa, anche nella scuola di Essen, alla sintesi formale fa da contrappunto una raffinata spazialità generata dalla luce naturale che proietta sulle superfici interne le sagome geometriche, illuminate e distorte, delle diverse misure delle aperture. “In ogni lavoro – ribadisce nelle interviste Sejima – cerco di costruire differenti tipi di confine (…) mai netti, sempre interconnessi”. In questo senso, l’edificio cubico, con la sua immagine unitaria e sintetica, demarca la frontiera tra la periferia e un sito di archeologia industriale; ed insieme, è la soluzione di continuità, la porta d’ingresso, ad un’area destinata a divenire, nel masterplan disegnato da OMA, il centro europeo di architettura, arte e design.

3- Fotografia fronti Sud-Est Fotografo: Francesco Lovison 4- Fotografia Fronte Ovest (Ingresso) Fotografo: Francesco Lovison 5- Prospetti Sud-Est-Nord-Ovest Scala 1:1000

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Il fuori scala architettonico, che per sintesi formale e dimensioni sembra trasformare questa costruzione in un oggetto astratto, quasi immateriale, riesce infine a stabilire un rapporto dialettico con le ciminiere, i carriponte, gli impianti di lavaggio e gli edifici industriali esistenti. Inseguendo la logica interpretativa delle relazioni tra le parti, l’edificio cubico di SANAA appare privo di peso, matericità e consistenza plastica. Si presenta come una scatola vuota, piena di luce; un involucro rarefatto che avvolge e trattiene una porzione di “atmosfera” di Zollverein, da destinare alla didattica, allo studio e alla ricerca. Per realizzare ciò i progettisti hanno sviluppato prevalentemente due aspetti nel progetto: quello del confine tra interno ed esterno, da assottigliare in modo estremo, per annullare l’immagine della consistenza materiale e del peso; e quello della organizzazione funzionale, da realizzare in modo a-gerarchico, disegnando spazi fluidi, continui, dove la luce naturale può diffondersi senza limiti. A supporto dell’idea architettonica intervengono sofisticate soluzioni tecnologiche. L’esiguo spessore (30cm) delle pareti perimetrali in cemento armato a faccia vista, forate dalle molteplici aperture che si presentano come megapixel luminosi, è reso possibile dalla riduzione dei carichi permanenti – realizzando solai a tessitura bidirezionale – e dall’eliminazione degli strati di isolante – inserendo nelle stesse pareti perimetrali una rete di tubi entro cui circola acqua a circa 27°C proveniente dal sottosuolo di un’area limitrofa.


UNO SGUARDO DENTRO

La distribuzione interna ricalca il programma funzionale: 4 principali categorie d’uso corrispondenti ai 4 livelli sovrapposti in cui è organizzata la scuola. Semplicità volumetrica e chiarezza dell’impianto vengono appena complicate dalla differente altezza degli interpiani che generano, nella sovrapposizione di solai identici(35x35m), sensazioni dissimili. Dall’impressione di sobrietà degli ambienti comuni al piano terra (h4,40m), alla percezione di solennità degli spazi per la didattica e lo scambio di idee al secondo livello, cui si addice l’interpiano di altezza maggiore (h9,80m); dal senso di misura della biblioteca al terzo piano (h5,00m), all’atmosfera di intimità degli uffici al quarto (h3,15m), fino all’idea di vastità dell’area per eventi sul tetto-giardino, coperta in parte alla quota di 7,30m. Nella logica di una “trasparenza percettiva”, prodotta non tanto dai materiali quanto dalla configurazione degli interni, la struttura è ridotta all’essenziale. Tre nuclei cavi in cemento armato a faccia vista – che contengono i collegamenti verticali e i servizi – e due esili colonne in acciaio, smaltate di bianco, sono liberamente collocati entro il perimetro dell’edificio. Questi volumi, come oggetti autonomi, interrompono i solai per ridurne la luce strutturale, ma mantengono la fluidità dello spazio.


6 6- Bar ingresso Fotografo: Francesco Lovison 7- Pianta Piano Terra Scala 1:200

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È lo studio dei confini tra le diverse aree funzionali, infine, a consentire alla luce, diffondendosi con omogeneità, di annullare la gerarchia spaziale. Le zone d’ingresso, di ricevimento, della caffetteria e di esposizione al piano terra; le aree per l’istruzione, il dialogo e il riposo al primo piano; i depositi e le aree di lettura al terzo, hanno tra loro limiti effimeri, labili, appena accennati dall’assetto degli arredi. La disposizione appare piuttosto un suggerimento, un’opzione d’uso tra le numerose possibili. Ed è ancora una questione di confini, di continuità e relazioni tra le parti, se l’auditorium è trattato come un prisma di vetro, isolato ed “affondato” nel solaio del piano terra; se le aule dei seminari si presentano come tre “scatole” autonome, bianche ed astratte, collocate al terzo livello. O infine, se gli uffici e le stanze per riunioni al quarto piano, disimpegnati da uno “spazio interstiziale” sul perimetro, si addensano in una fitta scacchiera liberamente interrotta da cinque patii che ritagliano cinque “quadrati di cielo” e scompaginano ancora il confine tra gli ambienti serrati del lavoro e lo spazio vuoto della luce.

8- Foto sala a doppia altezza Fotografo: Francesco Lovison 9- Pianta Piano Primo


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10- Pianta Piano Secondo Scala 1:200 11- Foto Spazio adibito a Lezione Fotografo: Francesco Lovison


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13 12- Pianta Piano Terzo Scala 1:200 13- Foto Corridoio uffici Fotografo: Francesco Lovison 14- Pianta Tetto Giardino Scala 1:200 15- Foto Tetto Giardino Fotografo: Francesco Lovison


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16- Sezione Trasversale, scala centrale Scala 1:200 17- Sezione Trasversale, scala laterale Scala 1:200


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IN DETTAGLIO

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E’ interessante porre in rilievo una particolarità delle pareti esterne, ossia il loro ridotto spessore (cm. 25) dovuto al fatto che non è stato necessario aggiungere una controparete isolante all’interno, in quanto è stato inserito nella struttura di cemento una serrata e sottile rete di tubazioni che mettono in circolo l’acqua pompata da una vena sotterranea che si trova alla temperatura di 28° C.

19 18- Foto Sistema di riscaldamento a parete Fotografo: Tomas Mayer 19- Foto Sistema di riscaldamento a parete Fotografo: Tomas Mayer


20- Dettaglio sezione solaio in cls 21- Foto Sistema di allegerimento Fotografo: Tomas Mayer 22- Foto Sistema di allegerimento posato con tubuature impianti Fotografo: Tomas Mayer

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23- Dettaglio sezione solaio tetto giardino, Pavimento flottante 24- Foto dettaglio pavimento flottante Fotografo: Francesco Lovison

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25- Foto Scala prefabbricata in cls Fotografo: Francesco Lovison 26- Foto dettaglio scolo acqua della finestra Fotografo: Francesco Lovison


BIBLIOGRAFIA

Piante&Sezioni: - El Croquis 139 - SANAA 2004-2008 [SEJIMA NISHIZAWA] Foto: - Francesco Lovison - Thomas Mayer Web: - http://thomasmayerarchive.de/categories.php?cat_id=564&sessionid=d9cc4694cd708f745a8671fcd54b03a7&l=engli sh


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