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Open d’Italia il racconto di 90 anni di storia
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ANNO I • NUMERO 1 • SETTEMBRE 2015
Open d’Italia in prospettiva Ryder Cup 2022 Olgiata GC un circolo all’avanguardia
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Sommario
Primo piano 4 72° Open d’Italia
presented by Damiani
Un cast di ottimi giocatori per un evento al Golf Club Milano di alto profilo tecnico e qualitativo
Speciale 16 Olgiata Golf Club Con l’EMC Challenge Open torna il grande golf internazionale
Eventi 26 Dilettanti L’estate rovente dei giocatori azzurri
Notiziario 28 Dai circoli Un circuito nella capitale Golf e ambiente Nuove prospettive per il Golf Fiuggi Terme
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Editoriale
Golf moderno
La grande festa del golf italiano L’Open d’Italia negli ultimi anni è divenuto un importante momento di aggregazione per gli appassionati, ma è anche uno spot irrinunciabile per la promozione. E se arrivasse la Ryder Cup 2022...
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Open d’Italia è da novant’anni, quanti ne sono trascorsi dalla sua prima edizione datata 1925, la grande festa del golf italiano. Per questo abbiamo ritenuto doveroso nelle pagine interne concedere molto spazio a un avvenimento che, nelle ultime stagioni, è divenuto sempre più un momento di aggregazione per tutti gli appassionati, con numeri importanti soprattutto se pensiamo ai quasi 35.000 spettatori che lo scorso anno si sono riversati al Circolo Golf Torino. L’Open, peraltro, ha avuto una evoluzione legata ai tempi grazie alla lungimiranza del Comitato Organizzatore della FIG, che ha dedicato una parte importante della manifestazione alle attività extra sportive, capaci di richiamare l’attenzione delle famiglie e pensando in particolare ai giovanissimi, che sono la linfa del golf di domani. Dai bambini che hanno il loro piccolo, ma attrezzatissimo parco giochi, golf compreso, assistiti da personale specializzato, ai più grandicelli, che già magari masticano un po’ di golf, per i quali trovarsi a pochi passi dai loro idoli acclarati, ossia Matteo Manassero e Renato Paratore, protagonisti fuori dai green forse del più atteso degli “Special Events”, è un po’ come toccare il cielo con un dito. A parte sollecitarne lo spirito di emulazione. Tutto questo, però, ha una definizione: promozione intelligente, fatta ad ampio respiro, toccando tutte le corde più sensibili con l’intento ultimo per spingere quante più persone alla pratica. Il ritorno, poi, all’ingresso libero è stato un indubbio valore aggiunto per quello che negli ultimi anni è stato un continuo successo di pubblico. Per altri aspetti probabilmente sarà uno degli Open d’Italia più importanti nella storia della Federazione Italiana Golf. Non sarà decisivo perché l’Italia possa essere la sede della Ryder Cup 2022, essendo anche tanti altri i fattori e le valutazioni che concorreranno alle scelte dei membri della Ryder Cup Europe, tuttavia è indubbio che la gestione, l’organizzazione e, riteniamo, anche gli elementi tecnici e qualitativi della manifestazione al Parco di Monza saranno passati al microscopio. Vincere la concorrenza di Austria, Germania e Spagna non significherebbe mettersi un fiore all’occhiello per aver allestito un evento secondo solo alle Olimpiadi e ai Mondiali di Calcio, ma equivarrebbe ad avere avanti sette anni di sicura crescita per il golf grazie a uno spot promozionale la cui portata non è facilmente quantificabile. Senza considerare i rilevanti risvolti economici, mediatici e turistici per il Paese. Il direttore editoriale
Mario Cappelli
ANNO I • NUMERO 1 SETTEMBRE 2015
In copertina: Il tedesco Martin Kaymer una delle “stelle” del 72° Open d’Italia presented by Damiani (foto Scaccini)
Direttore Editoriale Mario Cappelli cappelli.m@tin.it Direttore Responsabile Patrizia Romana Rossi patriziaromanarossi@hotmail.com Redazione Via del Castello 36 02014 Cantalice (RI) Tel 331 2002516 direzionegolfmoderno@gmail.com redazionegolfmoderno@hotmail.com Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 142/2015 del 24 luglio Editore RPN Style di Rossi Rosa Sas mail: rpnstyle@gmail.com Sede legale: Via Palombarese 427 00013 Fonte Nuova (RM) Pubblicità RPN Style di Rossi Rosa Sas mail: rpnstyle@gmail.com Tel 338 2785912 Grafica e impaginazione Francesco Morini francescomorini.grafica@gmail.com Stampa Tipografia Fabri Via G. Garibaldi 107 02100 - Rieti (RI) Tel: 0746 482886 Rivista a distribuzione gratuita Copia omaggio
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Nel segno della 4 • Golf moderno
Quattro vincitori di major per un 72° Open d’Italia presented by Damiani che si preannuncia di alto valore tecnico. Da sinistra, Martin Kaymer, Darren Clarke, capitano della squadra europea alla prossima Ryder Cup, Y.E. Yang e Padraig Harrington
Ryder Cup 2022
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Il 72° Open d’Italia presented by Damiani è nato sicuramente sotto un a buona stella, quella dei campioni. Infatti saranno tanti i concorrenti di peso che parteciperanno all’evento in programma al Golf Club Milano da giovedì 17 settembre a domenica 20, anticipato mercoledì 16 della Rolex Pro Am.
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Francesco Molinari ha siglato nel 2006 sul percorso del Castello di Tolcinasco Golf & Country Club l’ultima vittoria italiana nel torneo. Quest’anno ha svolto quasi tutta la sua attività sul PGA Tour americano in cerca di nuove esperienze
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numeri sono eloquenti: saranno al via quelli di prova campo e della Rolex Pro Am e cinque giocatori tra i primi 50 del World negli “Special Events”. Ranking, altri dodici entro i cento, quattro major champions e oltre settanta vin- Top sei - Martin Kaymer, 31enne di Duscitori di gare sull’European Tour. Top player seldorf numero 20 della graduatoria mondiale, il tedesco Martin Kaymer, l’irlandese Padraig ha conseguito undici titoli nell’European Tour, Harrington, il nordirlandese Darren Clarke comprensivi di due major (US PGA Chame il coreano Y.E. Yang, major champions, lo pionship 2010, US Open 2014) e di un WGC spagnolo Miguel Angel Jimenez e Francesco (HSBS Champions 2011), e ha un successo Molinari, che quest’anno sta facendo stagione nel PGA Tour. Miguel Angel Jimenez, 51enne praticamente piena nel PGA Tour statunitense. di Malaga ed esempio di longevità agonistica, L’Open avrà quale Presenting Sponsor di vittorie nel circuito continentale ne ha per il secondo anno consecutivo Dafirmate 21, le ultime due lo scorso miani, azienda leader nel mercaanno. to italiano nella produzione e Padraig Harrington, 44enne La FIG chiamata nella commercializzazione di di Dublino, si è imposto a dare conferma gioielli di alta gamma e da undici volte nell’European di efficienza sempre ambasciatrice delTour, tre nel PGA Tour e organizzativa alla vigilia la miglior tradizione orafa inoltre ha conquistato tre dell’assegnazione della nel mondo. Il torneo, fiore major (Open ChampionRyder Cup 2022 all’occhiello dell’Italian Pro ship 2007- 2008, US PGA Tour, il circuito allestito sul terChampionship 2008). Y.E. ritorio nazionale dal Comitato Yang, 43 anni di Jeju-do, salì alla Organizzatore Open Professionistiribalta nel 2009 quando battè claci di golf della FIG, avrà luogo da giovedì morosamente il Tiger Woods dell’epoca, 17 settembre a domenica 20 sul percorso del ossia ancora al top, nell’US PGA ChampionGolf Club Milano e sarà anticipato mercoledì ship in un acceso duello finale. Ha poi colto un 16 della Rolex Pro Am. Si dipanerà sulla di- alloro nel PGA Tour e altri nove in giro per il stanza di 72 buche. Il taglio dopo 36 promuo- mondo. verà agli ultimi due giri i primi 65 classificati dei Francesco Molinari, 33 anni, è l’ultimo vinci156 partenti, i pari merito al 65° posto e i dilet- tore italiano dell’Open (Castello di Tolcinasco tanti che rientreranno nel punteggio di ammis- 2006), titolo al quale ha aggiunto un WGC sione. Il montepremi è di 1.500.000 euro con (HSBC Champions 2010) e l’Open de España prima moneta di 250.000 euro. L’ingresso per (2012). Particolarmente significativa la parteil pubblico sarà gratuito nei giorni di gara, in cipazione di Darren Clarke, 47enne di Dun-
gannon, capitano della squadra europea alla prossima Ryder Cup (2016), che già da tempo sta facendo le sue valutazioni. Ha un palmares di tutto rispetto nel quale figurano un major (Open Championship, 2011), due titoli WGC (Andersen Consulting Match Play 2000, NEC Invitational 2002) e altri undici nel tour continentale. Field di lusso - Il field, se possiamo definirlo così, è abbastanza... rigoglioso. Al sestetto menzionato, infatti, si uniranno tanti altri ottimi giocatori tra i quali ricordiamo gli inglesi Danny Willett, Tommy Fleetwood e Chris Wood, l’austriaco Bernd Wiesberger, l’indiano Anirban Lahiri, i francesi Gregory Bourdy e Alexander Levy, il danese Soren Kjeldsen, lo spagnolo Alvaro Quiros, gli scozzesi Stephen Gallacher e Richie Ramsay, lo svedese Robert Karlsson, il belga Nicolas Colsaerts, il sudafricano Hennie Otto, campione uscente, e l’indiano Jeev Milkha Singh. La pattuglia italiana sarà, come sempre, abbastanza numerosa a iniziare dagli altri sei azzurri che, oltre a Francesco Molinari, hanno la ‘carta’ per European Tour, ossia Edoardo Molinari, Matteo Manassero, Marco Crespi, Renato Paratore, Andrea Pavan e Alessandro Tadini. Completeranno il cast italiano elementi per il quali l’Open può rappresentare un’occasione da non perdere: Lorenzo Gagli, Nino Bertasio, Alessio Bruschi, Andrea Maestroni, Matteo Delpodio, Andrea Perrino, Joon Kim, Federico Maccario, Massimo Florioli e Lorenzo Maggini, gli ultimi due arrivati dalla prequalifica.
Cinque i dilettanti: Michele Ortolani, Stefano Mazzoli, Luca Cianchetti, Jacopo Vecchi Fossa e Lorenzo Scalise. Ryder Cup 2022 - Il field garantisce un torneo di alto profilo tecnico e qualitativo, come era nelle intenzioni della Federazione Italiana Golf, che nell’occasione sarà chiamata a dare prova della propria efficienza organizzativa, peraltro già dimostrata in tante altre circostanze importanti, a pochi giorni dalla decisione della Ryder Cup Europe, che dovrà scegliere la nazione organizzatrice della Ryder Cup 2022, dove l’Italia è in corsa per l’assegnazione insieme ad Austria, Germania e Spagna. Inoltre l’Open si svolgerà durante Expo Milano 2015, che ha dato il patrocinio, e sarà sicuramente destinato ad avere un impatto sul pubblico e mediatico rilevante.
Renato Paratore, al primo anno di European Tour, e Matteo Manassero, quattro titoli nel circuito continentale, sono i due esempi da seguire per i giovanissimi che potranno ammirarli e dialogare con loro in uno degli “Special Events”, momenti di intrattenimento extra sportivi che distinguono l’Open d’Italia dagli altri tornei continentali
Gli sponsor - Oltre a Damiani sosterrà la manifestazione un pool di sponsor prestigiosi, alcuni legati al progetto da anni. Major sponsor: Rolex, Lavazza, Mercedes-Benz. Sponsor: Emirates, Colmar, Barclays. Fornitori ufficiali: Lyoness, Titleist, Konica Minolta, Peviani, SIA, Carlo Fiori, Maui Jim, DAB, Acqua Panna/Acqua San Pellegrino, Ca’ del Bosco. Title sponsor Pro Am: Rolex. Charity partner: Comitato Maria Letizia Verga. Media partner: Il Gruppo Poligrafici Editoriale con QN Quotidiano Nazionale, Il Giorno, il Resto del Carlino, la Nazione e QS; Sky Sport; RTL; EURid. Partner istituzionali: Regione Lombardia,
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Federazione Italiana Golf, CONI, European Tour, Race to Dubai, Golf Club Milano, Consorzio Villa Reale e Parco di Monza, Comune di Monza, Autodromo Nazionale di Monza. Patrocinio: Expo Milano 2015. Tra le aziende legate all’Open da più lunga data, Rolex sarà per la prima volta Title sponsor della Pro Am, dove competeranno 28 squadre composte da un professionista e da tre dilettanti. (Partenza shotgun alle ore 13,30). In tal modo si consolida ulteriormente un sodalizio ormai ultradecennale tra la manifestazione e la Rolex, da tempo coinvolta nel golf. Indubbiamente qualificante e significativo l’intervento della Regione Lombardia, che ha compreso pienamente come il golf sia divenuto un veicolo promozionale di grande efficacia per il territorio. E l’Open è un’opportunità imperdibile, perché attraverso i grandi network televisivi approderà in tutto il mondo, entrando in milioni di case e divenendo il più valido messaggero di un’Italia all’avanguardia per l’organizzazione, per la caratura tecnica dello spettacolo e per le strutture che lo ospitano. Proseguirà infine la partnership con l’European Tour, che tanto ha contribuito alla crescita della manifestazione. Gli Special Events - Proseguendo su una linea che sta nettamente differenziando l’Open da tutte le altre gare nel calendario dell’European Tour, sarà particolarmente curata e arricchita l’offerta di intrattenimento extra sportiva (Special Events) per un torneo che si apre sempre di più agli appassionati, ma anche alle loro famiglie e ai giovanissimi. Teatro della vita fuori dal percorso sono il Villaggio Commerciale, con ampie aree a disposizione del pubblico, e il Villaggio Ospitalità , allestito con la consueta eleganza, dove gli sponsor potranno ricevere i loro ospiti. Gli Special Events inizieranno giovedì 17 settembre (ore 18) con la “Clinic del team azzurro”, impegnati alcuni giocatori della Squadra Nazionale Professionisti. Venerdì 18, stessa ora, uno dei momenti più attesi, soprattutto dai ragazzi, con il “Matteo & Renato Contest” in cui si prenderanno la scena Manassero e Paratore, pronti anche a dialogare con il pubblico. Infine sabato 19 (ore 14,30) “Questions and Answers con i campioni”. I bambini di età superiore a due anni avranno tutto per loro il “Baby Open”. Potranno usufruire dell’ospitalità, dal giovedì alla domenica, di U.S. Kids e di SNAG, assistiti a partire dalle ore 9 da personale qualificato che li coinvolgeranno in giochi, golf compreso, e attività interattive. Il servizio di catering sarà a cura di “Da Vittorio”, ristorante di Bergamo, un marchio di eccellenza nel mondo della ristorazione e dell’accoglienza, tre stelle Michelin.
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Sopra, il nordirlandese Darren Clarke si intrattiene con alcuni giovani nel corso dell’Open d’Italia 2014 . Da capitano del team continentale per la prossima Ryder Cup ha già da tempo iniziato a seguire i giocatori per preparare nel modo migliore l’evento. Sotto, Edoardo Molinari, uno dei giocatori italiani più apprezzati dal pubblico
Il percorso - L’Open farà tappa al Golf Club Milano per la settima volta, a distanza di 25 anni dalla precedente. Nel 1990 vinse l’inglese Richard Boxall, unico suo titolo in tanti anni di onesta carriera nell’European Tour senza guizzi. Non concesse nulla al grande campione spagnolo José Maria Olazabal, il quale successivamente, malgrado parecchie presenze nel torneo non ebbe più occasione di fregiarsi del titolo. Sul campo sono stati effettuati dei lavori, compreso il rifacimento del green della buca 10, e il periodo di preparazione per portarlo in condizioni ottimali è durato circa sei mesi. Costruito all’interno del Parco di Monza, 685 ettari di bosco contenente circa 100.000 piante di essenze diverse, il tracciato si incunea tra gli alberi che delineano i contorni delle buche imponendo ai giocatori una grandissima precisione nell’eseguire i colpi. Il percorso a tratti costeggia la pista dell’Autodromo. Tale vicinanza consentirà l’utilizzo di spazi, di pertinenza dell’Autodromo stesso, per ospitare le voluminose attrezzature dell’European Tour Production, e i parcheggi per il pubblico.
Una storia lunga 90 anni L’Open è uno dei tornei più longevi dell’European Tour
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a lunga e affascinante storia lo score. Pasquali aveva 31 anni e proprio in dell’Open d’Italia cominciò in quell’anno decide di divenire maestro titolare un giorno di settembre del 1925, dell’Alpino dove trascorse il resto della sua quanto tre signori in giacca e cra- vita. vatta si presentarono sul tee di partenza Anche Prette fu un maestro molto apdell’Alpino di Stresa. Il percorso, prezzato, così come Jolly che lavoopera di Peter Gannon, non era rava sul campo di Bordighera. Dall’alto stato completato e la pioggia Questi era arrivato in Itae da sinistra: Luifg Prette e ne aveva peggiorato le conlia nel 1924, in viaggio di Francesco Pasquali; dizioni, soprattutto ai limiti nozze, e passando a BorAugust Boyer; Henry Cotton; Flory Van Donck, che detiene delle piste dove si poteva dighera volle provare il insieme a Boyer il record di trovare di tutto, dal fango percorso. Non tornò più vittorie con quattro; Aldo a un rough inestricabile. indietro: infatti gli venne Casera; Pietro Manca e Alfonso Angelini, più L’inglese William H. Jolly e offerto il posto di maestro e volte protagonisti e Luigi Prette, prima di iniziavi rimase fino al 1934, quanmai vincitori re il gioco si tolsero la giacca, do il circolo chiuse i battenti. mentre Francesco Pasquali Allora si trasferì al Golf Club Mise la abbottonò, secondo sua abitulano, dove svolse il resto della carriera dine. L’indumento non gli impediva di ese- lasciando un’impronta indelebile. guire swing perfetti e alla fine, con 154 colpi Pasquali non poteva certo immaginare che, sulle 36 buche, ebbe ragione di Jolly che ne in chiave italiana, quel suo successo sarebbe assommò 155, mentre Prette non consegnò diventato prezioso. Infatti nelle successive
1925 Francesco Pasquali un titolo vinto in giacca e cravatta Francesco Pasquali aveva 31 anni quando nel settembre del 1925 decise di partecipare alla prima edizione dell’Open d’Italia sul percorso dell’Alpino di Stresa. Nato a Bientina, in provincia di Pisa, il 7 luglio del 1984, Pasquali aveva appena venti giorni quando il padre, un buon sarto, decise di cercare fortuna in Francia, a Hyères. Francesco sembrava destinato ad ago e forbici, ma un campo da golf sotto casa gli cambiò destino. Si appassionò sin da bambino alla disciplina e un guru dell’epoca, l’inglese Archie Freemantle, che insegnava appunto a Valescure, gli trasmise tutto quanto poteva in fatto di gioco, di tecnica e anche in tema di segreti per fabbricare buoni bastoni. Prima di aver compiuto vent’anni Francesco aveva già fatto esperienza come insegnante in Olanda, in Svizzera, a Parigi e poi tornò a Valescure, dove il lavoro non mancava. Nel 1925 un amico lo informò che si sarebbe disputato l’Open all’Alpino e Pasquali decise di partecipare. Erano trascorsi sette anni dalla fine della guerra e la sua vita aveva avuto una svolta fondamentale. Infatti nel 1919 si era sposato con Madeleine Jacquemin che poi gli diede quattro figli, Ginette, Huguette e i gemelli Giovanni e Giacomo. Tornando all’Alpino, il campo era in pessime condizioni, sia per la pioggia, perché i drenaggi non funzionavano, con conseguente fango, sia per il rough quasi impossibile. Pasquali, che non si liberava mai della giacca, riuscì ad eseguire ottimi colpi con uno swing armonico, in cui aveva importanza anche la rotazione dei polsi che permetteva di sfruttare meglio la torsione degli shaft di legno. Francesco si innamorò di quel tracciato, che poi contribuì a completare, e decise si trasferirsi lì con tutta la famiglia, dove esercitò la sua professione fino alla morte, avvenuta nel 1977, all’età di 83 anni, Lasciò il testimone al figlio Giacomo che rimase anch’egli al circolo fino alla scomparsa nel 1998. Pasquali fu un grande maestro, molto accurato nell’insegnare la tecnica. Usava una grande lavagna dove disegnava cerchi praticamente perfetti perché gli allievi potessero meglio comprendere la struttura dello swing.
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1975 Billy Casper ultimo squillo a Monticello La sua carriera ormai volgeva al termine quando Billy Casper arrivò a Monticello per partecipare all’Open d’Italia del 1975. Si portò via il titolo superando Brian Barnes appena dopo aver siglato il suo 51° e ultimo successonel PGA Tour. E’ deceduto a febbraio di quest’anno a seguito di una crisi cardiaca nella sua casa a Springville, nell’Utah. Aveva quasi 84 anni. Nato a San Diego, in California, il 24 giugno 1931, è passato professionista nel 1954. Tra i 1956 e il 1975 ha vinto, come detto, 51 tornei nel PGA Tour, che lo collocano al settimo posto nella lista dei plurivincitori di tutti i tempi ed è stato leader della money list nel 1966 e nel 1968. Ha disputato per otto volte la Ryder Cup. Ha firmato la prima vittoria nel 1956 (Labatt Open), poi nel 1959 ha fatto suo l’US Open, uno dei tre major che figurano nel suo palmares. Nel 1966 si è imposto ancora l’US Open compiendo un’autentica impresa, perché nelle ultime nove buche ha recuperato ben sette colpi ad Arnold Palmer e poi lo ha sconfitto nel playoff. E anche in spareggio si è assicurato il Masters nel 1970 mettendo fuori gioco Gene Little. In occasione del suo secondo successo nell’ordine di merito ha superato i 200.000 dollari di guadagno, un record nell’epoca, e nel 1970 ha portato a un milione di dollari i suoi introiti con la vittoria nel Los Angeles Open. Sono cifre che forse oggi fanno sorridere, ma che in quei tempi erano raggiungibili solo da grandissimi campioni. Ha proseguito poi nel Senior Tour dove per sette anni, dal 1982 al 1989 è stato tra i primi attori con nove titoli, comprensivi di due major della categoria.
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70 edizioni dell’Open d’Italia, soltanto altri cinque professionisti di casa nostra hanno saputo imitarlo: Aldo Casera (1948), Ugo Grappasonni (1950-1954), Baldovino Dassù (1976), Massimo Mannelli (1980) e Francesco Molinari (2006). Nel periodo anteguerra l’albo d’oro si impregnò di nomi di grandi giocatori. Nella seconda edizione si impose August Boyer, appena diciottenne, destinato a stabilire il record di successi con ben quattro (1926, 1929, 1930, 1931), poi emulato da Flory Van Donck. In tutto partecipò a sei Open d’Italia, terminando secondo nelle altre due occasioni in cui non vinse. Il francese fu considerato uno dei professionisti più forti in assoluto dell’epoca, dotato di uno straordinario gioco corto con il quale sopperiva alla relativa lunghezza dal tee. Il primo britannico a fregiarsi del titolo fu Percy Alliss (1927), che superò il francese Marcel Dallemagne, ritenuto dagli inglesi uno dei pochi europei in grado di batterli. Dopo essere giunto nuovamente secondo alle spalle di Boyer (1930), Dallemagne vinse finalmente il suo Open nel 1937 a Sanremo. Aveva 39 anni e si prese la rivincita proprio con Boyer. Quanto a Percy Alliss concesse il bis nel 1935, poi fu suo figlio Peter a imporsi nel 1958, unico caso di doppia vittoria in famiglia. L’intuizione - Nel 1936 il senatore Agnelli, nonno di Gianni, per lanciare il percorso che aveva fatto costruire con dovizia di mezzi a Sestrieres ingaggiò Henry Cotton, che vantava già nel suo palmares due Open britannici. Naturalmente questi non ebbe difficoltà a vincere, premiando le intuizioni del senatore Agnelli che vide piombare sul campo in montagna gli auspicati eleganti e facoltosi appassionati inglesi, tutti desiderosi di provare il tracciato dove aveva trionfato il loro famoso connazionale. Fu il primo esempio di promozione finalizzata al turismo golfistico, ma l’effetto durò molto poco a causa dell’inizio della seconda guerra mondiale. Flory Van Donck, belga, aveva ventisei anni quando nel 1938 a Villa d’Este s’impose nell’ultimo Open anteguerra. Nove anni più tardi, alla ripresa dopo la sospensione causata dal conflitto bellico, si sentì in dovere di difendere il titolo a Sanremo e lo fece nel migliore dei modi firmando la doppietta ai danni di Aldo Casera. Completò poi il poker nel 1953 e nel 1955. Van Donck, autentico campione anche di fair
Dall’alto e da sinistra: Ugo Grappasonni, unico italiano con due successi; Peter Alliss; a Is Molas Baldovino Dassù festeggia il titolo conquistato nel 1976 con un vantaggio record di otto colpi sul Manuel Piñero e Carl Mason; Peter Thomson; José Maria Cañizares; la premiazione di Massimo Mannelli dopo il successo nel 1980 sul percorso dell’Acquasanta
play, collezionò più di venti tornei in carriera, ma non riuscì a imporsi nell’Open britannico malgrado numerose ottime prestazioni con due secondi posti. I tre moschettieri - L’immediato dopoguerra propose nel golf italiano le prodezze dei “tre moschettieri”, ossia lo stesso Casera, Ugo Grappasonni e Alfonso Angelini. Solo due di loro, però, centrarono l’Open. Casera vinse nel 1948 superando Pietro Manca e Grappasonni, il quale mise il suo marchio indelebile sul torneo conquistando due titoli. Nel 1950 a Roma ebbe la meglio su Angelini e nel 1954 a Villa d’Este prevalse su John Jacobs, che poi fu capace di andare a battere Gary Player in Sud Africa. Non ebbe invece fortuna Angelini, il quale dovette accontentarsi di altri due secondi posti (1958 e 1959). E’ comunque il recordman assoluto con dieci vittorie del Campionato Omnium (ora Campionato Nazionale Open). Complessivamente fino al 1960 i proNegli anni quaranta fessionisti di casa e cinquanta gli italiani furono nostra furono quasi sempre tra i protaquasi sempre tra i protagonisti gonisti. Dal 1961 al 1970 l’Open d’Italia fu cancellato dal calendario. Riprese solo nel 1971 con le prodezze a Garlenda di Ramon Sota, zio di Severiano Ballesteros. Prima del quinto successo italiano di Baldovino Dassù nel 1976, con vantaggio record di otto colpi, l’albo d’oro si arricchì dei nomi prestigiosi di Tony Jacklin, Peter Oosterhuis e Billy Casper, poi si aggiunse quello di Brian Barnes che anticipò il trionfo di Massimo Mannelli a Roma, nel 1980. Tra il 1980 e il 1990 l’Open d’Italia fu firmato da José Maria Cañizares, Mark James, Bernhard Langer, Sandy Lyle e da Sam Torrance. Tutti hanno poi partecipato più volte all’Open, da campioni affermati. Memorabile nel 1983 lo spareggio che il giovane Lan-
1988 Greg Norman show a Monticello Quando nel 1988 recitò il ruolo di ‘stella’ nell’Open d’Italia Gregory John Norman, detto Greg, nato a Mount Isa nel Queensland in Australia il 10 febbraio del 1955, aveva già vinto un major ed era già stato numero uno mondiale, ma in quell’anno in cima al ranking fu superato da Severiano Ballesteros, per poi riprendersi la leadership nelle stagioni successive. E’ stato leader mondiale per 331 settimane e nella fase finale del suo regno, a causa degli strani regolamenti dell’epoca, rimase numero uno anche se non vinceva più da tempo. Una successiva variazione alle norme del world ranking pose fine all’anomalia. Meglio ha fatto solo Tiger Woods con 683 settimane al vertice. Sul percorso di Monticello non fu solo golf, ma si concesse qualche distrazione di troppo probabilmente convinto che la vittoria fosse solo una formalità. Tra l’altro, a cavallo di due round, fece un salto a Maranello dove acquistò una Ferrari. Sul campo rischiò la figuraccia, perché il suo connazionale Craig Parry, detto “Popeye” per la sua conformazione fisica, cedette solo in extremis. In carriera lo “squalo bianco”, come Norman venne soprannominato, ha siglato due major (Open Championship 1986 e 1993) e ha ottenuto 20 titoli nel PGA Tour, 12 nell’European Tour, 31 nell’Australasia Tour, due nel Japan Tour e altri 25 in giro per il mondo. Malgrado sia stato più volte in condizioni di imporsi nei major, si è fermato solo a due, realizzando peraltro una specie di “grande slam” al contrario perché è l’unico giocatore ad averli persi tutti e quattro al playoff. In realtà gli spareggi non sono mai stati il suo forte tanto che tra circuito americano ed European Tour ne ha vinti solo cinque su quindici disputati.
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ger vinse a Firenze, sul percorso dell’Ugolino, contro gli altrettanto giovani Ken Brown e Severiano Ballesteros. Nel 1988 arrivò Greg Norman, all’epoca al top della fama e della carriera, che conquistò pubblico e titolo a Monticello. Ottica manageriale - L’Open nel frattempo entrò in un’ottica manageriale con l’intervento di società che si assumevano l’onere dell’organizzazione rischiando in proprio. La Promomax del compianto Mario Pinzi allestì la gara per numerosi anni e si aprì un ciclo con alcuni grandi campioni di casa all’Open: i più “gettonati” e graditi dagli appassionati furono Severiano Ballesteros e José Maria Olazabal, ma entrambi non hanno avuto eccessiva fortuna. L’Open d’Italia è l’unico torneo europeo che manca nello straordinario palmares di Ballesteros, mentre Olazabal è giunto per due volte secondo (a Milano nel 1990 e a Gardagolf nel 1997). Negli anni Novanta, salvo i bis concessi da Lyle (1992), Torrance (1995) e Langer (1997) e la vittoria di Eduardo Romero (1994) l’Open ha assunto la funzione di rampa di lancio per giovani talenti. Qualcuno ha poi messo in piedi una decorosa carriera, come l’australiano Craig Parry, che nel 1991 ebbe ragione di Ian Woosnam, arrivato fresco di “Giacca verde” dal Masters, e di Costantino Rocca, che poi ebbe una nuova grande occasione per vincere nel 1995, ma in volata prevalse appunto Torrance. Qualche altro elemento si è perso per la strada, come Jim Payne e Richard Boxall (1990), che conquistò il suo unico titolo proprio al Golf Club Milano, dove l’Open torna dopo 25 anni, e Dale Robertson, quasi casuale vincitore nel 1999, quando a Circolo Golf Torino si è celebrata una delle più belle e sontuose edizioni della manifestazione con l’intervento della Fiat e con la regia di Sergio Pininfarina. Palestra per talenti - Anche negli anni 2000 il torneo ha mantenuto in buona parte la sua caratteristica di palestra per possibili talenti. Un discorso a parte merita l’inglese Ian Poulter: nel 2000 ha ottenuto a Is Molas il suo primo titolo nel tour europeo e da quel momento ha messo in piedi una buona carriera. Dopo un secondo successo in Marocco e aver sfiorato l’ingresso nella squadra di Ryder Cup (in cui è entrato a vele spiegate più avanti), ha raddoppiato all’Olgiata (2002). Un’altra significativa svolta nella gestione dell’Open si è avuta nel 2003 quando la Federazione Italiana Golf ha deciso di creare un proprio Comitato Organizzatore, facendo anche un accordo con l’European Tour per
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Costantino Rocca occasioni mancate
A sinistra, Richard Boxall, vincitore al GC Milano dove l’Open d’Italia torna dopo 25 anni; a destra Craig Parry a segno nel 1991 davanti a Ian Woosnam. Sotto, Gregory Havret e Ian Poulter, che si fece conoscere con una doppietta (20002002)
una partnership ancora in atto e che è stata tra gli elementi fondamentali che hanno contribuito alla crescita continua della manifestazione. Quell’anno a Gardagolf s’impose le svedese Mathias Gronberg, che poi andò a cercare (scarsa) fortuna nel PGA Tour statunitense. In campo un Colin Montgomerie (secondo) ancora in grande spolvero e un declinante Ballesteros, che comunque fu ugualmente protagonista per una violenta polemica proprio con l’European Tour e con i suoi arbitri dopo aver subito una penalizzazione per gioco lento che, probabilmente, quando era il dominatore del circuito nessuno si sarebbe mai sognato di infliggergli. Un’altra bella scoperta dell’Open è stato Graeme McDowell che, nel primo anno del quinquennio al GC Castello di Tolcinasco, venne a capo soprattutto della pioggia e dei continui stop che portarono a una insolita conclusione di lunedì. Il nordirlandese ha poi preso slancio per un brillante prosieguo con tanto di major nel palmares e con il fiore all’occhiello di aver dato all’Europa la Ryder Cup 2010, imponendosi nel match play decisivo.
Costantino Rocca, vincitore di cinque titoli nell’European Tour e per tre volte nella compagine europea di Ryder Cup (primo italiano a farne parte), con due vittorie e l’ingresso stabile nelle statistiche più significative grazie a una “buca in uno” (2005), non ha avuto un rapporto molto fortunato con l’Open d’Italia. E’ andato veramente a un passo dalla vittoria in due occasioni, nel 1991 a Castelconturbia e nel 1995 a Le Rovedine, ma entrambe le volte si è classificato terzo. Nel 1991 Mario Pinzi, promoter e titolare della Promomax che gestiva l’evento, ebbe un vero colpo di fortuna. Aveva da tempo fatto i contratti al gallese Ian Woosnam e allo spagnolo José Maria Olazabal e così non dovette svenarsi per averli all’Open, il primo fresco della “Giacca Verde” conquistata al Masters e l’iberico giunto secondo Woosnam fu protagonista e Rocca gli rimase a ruota fino alle ultime battute, ma superò per primo il traguardo l’australiano Craig Parry, che così si rifece della sconfitta subita da Greg Norman tre anni prima. Al Golf Club Le Rovedine Rocca iniziò l’ultimo giro al secondo posto, con un colpo di ritardo dallo scozzese Sam Torrance. Gli tenne testa per buona parte del turno, poi Torrance prese il largo, mentre Rocca cedette. Fu superato per la seconda piazza dallo spagnolo José Rivero e condivise la terza con altri quattro concorrenti tra i quali Emanuele Canonica, all’epoca giovane emergente.
Il trionfo di Francesco Molinari - Dopo la vittoria nel 2005 di Steve Webster, nel 2006 Francesco Molinari ha sfa-
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Graeme McDowell si consiglia con il caddie durante l’Open d’Italia del 2004. Il maltempo fu protagonista, tanto che la gara si chiuse insolitamente di lunedì e dopo 54 sofferte buche, tra pioggia e sospensioni. Fu l’inizio della brillante carriera del nordirlandese vincitore anche di un major. A destra, Francesco Molinari saluta la folla dopo il trionfo nel 2006 al Castello di Tolcinasco G&CC. Nella giornata finale lo seguirono ben diecimila appassionati
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tato il tabù che da ventisei anni non voleva diciotto buche in più a disposizione avrebbe giocatori italiani sul gradino più alto del po- potuto completarla. Sensazioni probabilmendio. Sul percorso del Castello di Tolcinasco te dettate soprattutto dal cuore, perché nel Golf & Country Club, in un bagno di folla, golf tutto è possibile meno che fare una preil giovane torinese ha letteralmente dominato visione certa. ottenendo il primo successo nel tour Il Castello di Tolcinasco ha esaurito continentale, trampolino di lanil suo ciclo portando al proscenio cio per entrare stabilmente Hennie Otto (2008), giocatore Nel 2007 nell’élite mondiale del golf. con un buon passato sopratFrancesco L’anno dopo Molinari è tutto sul circuito sudafricaMolinari è stato a un stato sul punto di ripeterno, che poi ha concesso il passo dal conquistare si. Mancando un putt, bis nel 2014 e si presenterà peraltro abbastanza diffia GC Milano da campioil secondo successo cile, sull’ultima buca non ne in carica. E’ stato l’otconsecutivo. è riuscito a entrare nello tavo giocatore a imporsi in Giunse terzo spareggio tra l’austriaco Mardue Open d’Italia dopo i già kus Brier e lo spagnolo Gonzalo ricordati Allis, Grappasonni, Fernandez Castaño, poi vincitore e Lyle, Torrance, Langer, Poulter e andato nuovamente a segno nel 2012. Il tori- Fernandez Castaño. Nel 2009 Daniel Vancnese si è dovuto accontentare del terzo posto, sik, argentino di Posadas, ha sbancato la condistanziato di un colpo, ma non sono manca- correnza inaugurando il primo dei quattro te le polemiche sulla decisione dell’European Open al Royal Park I Roveri. Tour di far disputare la gara sulla distanza di Arrivato al golf, dopo aver giocato a basket, 54 buche, anziché di 72, a causa del maltem- a calcio e persino a ping pong, al momento po. A molti, infatti, è apparsa troppo affret- non si pose ambiziosi traguardi se non queltata considerando il sole che ha inondato la lo di qualificarsi per un major, ma la vittogiornata finale e che, forse, avrebbe consenti- ria nell’Open è stato l’ultimo suo momento to la disputa del doppio giro. di gloria prima di vagare, come sta facendo Tutto questo perché, in relazione alla pre- ancora, sui campi del Challenge Tour senza potente rimonta effettuata da Molinari, in molta fortuna. parecchi hanno avuto al sensazione che con L’anno successivo exploit dello svedese Fre-
drik Andersson Hed (2010), che ha aggiunto al suo cognome anche “Hed” ossia quello della moglie per distinguersi. In realtà tale distinzione non si è più vista successivamente, ma è anche vero che a 38 anni le prospettive sono abbastanza limitate. Una nuova fase - Nel 2011 per l’Open è iniziata una nuova fase organizzativa con l’intervento di RCS Sport. Anche il vincitore del 2011, l’ìnglese Robert Rock ha mancato le aspettative, pure se un anno dopo ha concesso il bis ad Adu Dhabi dove, però, si sono arenate le sue ambizioni. Nel 2012, come detto, ha firmato il bis Gonzalo Fernandez Castaño, seguito passo passo dalla sua splendida moglie Alicia. Sorpasso al brivido nel giro finale ai danni di Garth Mulroy e vittoria numero sei nel palmares che poi sono diventate sette e gli hanno dato la convinzione che fosse pronto al gran salto nel PGA Tour, dove però i risultati si stanno facendo desiderare. Ancora variazioni importanti nel 2013. Scaduto l’accordo con RCS Sport, l’Open è tornato nelle mani della FIG. La sede si è spostata praticamente di pochi metri, perché è stata portato al Circolo Golf Torino, confinante con il Royal Park I Roveri, ed è stato adottato nuovamente il criterio dell’ingresso libero. L’intuizione del presidente Chimenti ha por-
tato sul campo quasi trentamila spettatori, ma è stato successo totale quando, tirate le somme, il bilancio, per la prima volta dopo tanti anni, è terminato in pareggio. Il vincitore è stato Julien Quesne, un giocatore diciamo così di seconda fascia, ma non si poteva avere tutto dalla vita. Lo scorso anno, stesso circolo, ancora un bagno di folla, con quasi 35.000 presenze, per un torneo che nel frattempo ha cambiato pelle concedendo parecchio anche allo spettacolo fuori dal campo con i cosiddetti “Special Events”, che hanno impegnato alcuni dei migliori giocatori italiani, suscitando entusiasmo soprattutto nei giovani, attratti in particolare da Matteo Manassero sempre disponibile con tutti. La manifestazione ha assunto un aspetto ancor più importante perché era l’ultima valida per accedere alla squadra continentale della Ryder Cup. Era in corsa Francesco Molinari che però, dopo una bella partenza ha vistosamente frenato (18°) e il capitano Paul McGinley è stato costretto a lasciarlo a casa, favorendo giustamente Stephen Gallacher, sul terzo gradino del podio, preceduto sul secondo da David Howell. Sul primo è salito il già ricordato Hennie Otto che nei sei anni d’intervallo ha centrato un altro titolo nell’European Tour e quattro nel Sunshine Tour. Non sembra in gran forma, ma ha l’occasione per arrivare al terzo successo.
A sinistra, lo spagnolo Gonzalo Fernandez Castaño è uno dei beniamini del pubblico italiano, che lui ha ripagato con due successi nel 2007 e nel 2012. Nella prima occasione si innescarono parecchie polemiche per la decisione dell’European Tour di ridurre il torneo a 54 buche con troppa fretta, scelta che a detta di molti, penalizzò Francesco Molinari. A destra, Hennie Otto, campione uscente. è uno degli otto giocatori che hanno vinto il torneo per due volte
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EMC Challenge Open
All'Olgiata GC 16 • Golf moderno
sempre grande golf
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Torna per il secondo anno consecutivo il torneo del Challenge Tour su un percorso che ha una lunga tradizione nell’organizzazione di eventi internazionali
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Due vedute della spaziosa club house per la quale l’architetto inglese C. Kenneth Cotton, autore del disegno originale del percorso, si è ispirato ai confortevoli country club americani, armonizzando la sua grandezza con l’ambiente che la circonda grazie a una struttura lunga e bassa
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l grande golf internazionale torna to all’Oman. Poi ci saranno ancora l’Irish all’Olgiata, dove in realtà è stato sem- Challenge (8-11 ottobre) e il Foshan Open pre di casa, sia pure ad intervalli, con (22-25 ottobre) che concederanno le ultime l’EMC Challenge Open. E’ la seconda opportunità. Chi riuscirà nell’EMC Chaledizione consecutiva dell’evento del Challen- lenge Open ad assicurarsi la prima moneta ge Tour, inserito anche nel calendario dell’I- piuttosto consistente di 28.000 euro (su un talian Pro Tour, il circuito allestito sul terri- montepremi di 180.000 euro) potrà dare certorio nazionale dal Comitato Organizzatore tamente una svolta alla sua stagione, ma non Open Professionistici di golf della FIG. sono peraltro da trascurare nemmeno La gara è in programma da giola seconda (E 19.800) e la terza vedì 1 ottobre a domenica 4 e moneta (E 12.600). sarà anticipata da una Pro Al via 120 giocatori che Alla partenza Am mercoledì 30 settemcompeteranno sulla distanbre. za di 72 buche. Dopo 36 il quasi tutti i Il torneo avrà particolataglio lascerà in campo i primi della classe re valenza nella lotta per primi 60 classificati e i pari compresi i migliori entrare, o mantenersi, tra merito al 60° posto. Nei italiani i primi 45 classificati nell’orgiorni di torneo e della Pro dine di merito, che saranno Am l’ingresso per il pubblico ammessi all’ultima gara, il NBO sarà gratuito. Golf Classic Grand Final (4-7 noIl field sarà di assoluta qualità e, vembre) a Muscat, in Oman, in cui si praticamente, è assicurata la presenza di contenderanno le 15 “carte” per l’European quasi tutti i migliori, a iniziare dal portoghese Tour 2016 che verranno assegnate ai migliori Ricardo Gouveia, vincitore lo scorso anno, e della classe. Va rilevato che in quell’occasio- uno dei protagonisti assoluti della stagione. ne anche gli ultimi dei 45 selezionati avranno Salvo defezioni dell’ultima ora saranno al l’opportunità con una vittoria di arrivare al via altri giocatori di peso quali ii francese Seprezioso lasciapassare. All’Olgiata si consu- bastien Gros e Thomas Linard, lo scozzese merà la terz’ultima tappa di avvicinamen- Andrew McArthur, il gallese Rhys Davies, il
neozelandese Ryan Fox, lo svedese Jens Fahrbring, e i sudafricani Brandon Stone e Haydn Porteous, che da giovanissimo si mise in evidenza proprio in Italia vincendo gli Internazionali Under 16 a Biella, per citarne alcuni. Sarà naturalmente nutrita la presenza azzurra con alcuni pronti a proporsi ad altissimo livello quali Alessandro Tadini, Andrea Pavan e Lorenzo Gagli e tanti altri in grado, comunque, di recitare ruoli da protagonisti come Matteo Delpodio, Niccolò Quintarelli, Nicolò Ravano, Filippo Bergamaschi, Nino Bertasio, Andrea Rota, Alessio Bruschi ed Enrico Di Nitto, autore di una bella stagione con una vittoria nell’Alps Tour. EMC, società specializzata in programmi software, sarà per il secondo anno di fila il title sponsor della manifestazione. L’azienda è leader mondiale nell’aiutare aziende e fornitori di servizi a trasformare il loro modo di operare e fornire l’IT come servizio. Indispensabile in questa trasformazione è il cloud computing. Grazie a prodotti e servizi innovativi EMC accelera il passaggio al cloud computing, supportando i dipartimenti IT nell’archiviazione, nella protezione e nell’analisi della loro risorsa più importante, le
informazioni, con maggiore flessibilità, affidabilità e convenienza. L’Italian Pro Tour ha il supporto per tutta la stagione di Colmar, Unopiù, Frosecchi, Martin Argenti e Konica Minolta. Media Partner: Sky; Charity Partner: Fondazione Maria Letizia Verga. Inoltre i concorrenti possono usufruire del servizio di cura fisioterapica e riabilitazione fisica “Physio Team”, a cura di Giuseppe Plebani. Alla Pro Am d’apertura prenderanno parte squadre di quattro giocatori composte da un professionista, che poi disputerà l’EMC Challenge Open, e da tre dilettanti. Si giocherà sulla distanza di 18 buche con la divertente formula “Par is your friend and use your Pro”. Per la classifica saranno conteggiati solamente birdie, eagle e albatross, peraltro rarissimi a vedersi, mentre ogni amateur del team potrà chiedere al suo pro di effettuare un colpo per suo conto. L’EMC Challenge Open avrà il suo spazio anche su Sky, dove la programmazione golfistica è una delle armi vincenti, che manderà in onda, nella rubrica “Italian Pro Tour” una sintesi di 30 minuti su uno dei canali Sky Sport HD, con alcune repliche.
Nel tondo, il presidente del club Andrea Pischiutta durante la premiazione dell’EMC Challenge Open dello scorso anno. Sotto, il portoghese Ricardo Gouveia, campione in carica e uno dei giocatori più in vista del circuito. Si è già assicurato il passaggio nell’European Tour a fine stagione
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Olgiata GC
IL PERCORSO
ALBO D’ORO Onorificenze sportive 1993 Stella di Bronzo CONI al merito sportivo 1998 Premio CONI 1997; Seminatore d’Oro 1999 Premio CONI 1998 2001 Stella d’Argento CONI al Merito Sportivo 1991-2010 Inserito tra i 10 migliori campi d’Italia da una giuria di giornalisti della rivista “Il mondo del golf”
Titoli conquistati
Un percorso adeguato ai tempi L’Olgiata GC ha ospitato una lunga serie di importanti manifestazioni tra le quali due World Cup, una Coppa del Mondo dilettanti, la finale della Dunhill Cup, due Open d’Italia maschili e tre tornei del Ladies European Tour. Il campo, aperto nel 1961, è stato disegnato dall’inglese C. Kenneth Cotton, che ha potuto dare ascolto alla sua fantasia avendo a disposizione quanto di meglio possa capitare a un architetto di campi da golf, ossia avere a disposizione ampi spazi. Grazie a ciò ha potuto dare un carattere individuale a ogni buca. Quanto alla club house, Cotton si è ispirato ai più comodi country club americani armonizzando la sua grandezza, con l’ambiente che la circonda, grazie a una struttura lunga e bassa. Successivamente sono stati fatti due restyling del percorso ad opera dell’architetto Jim Fazio, il primo nel 1966 e il secondo nel 2012, nel quale praticamente sono state ridisegnate quasi tutte le buche. La decisione di ricorrere a questo nuovo intervento venne presa dal Consiglio Direttivo, presieduto da Andrea Pisciutta, in occasione del cinquantesimo compleanno del circolo allo scopo di coniugare la nuova immagine dello
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Il tracciato dell’Olgiata ha subito due importanti restyling ad opera dell’architetto Jim Fazio, il primo nel 1966 e il secondo nel 2012
1976 Campionato d’Europa: Sabina Pischiutta; Campionato nazionale ragazze: Sabina Pischiutta 1977 Campionato Nazionale Femminile Match Play: Sabina Pischiutta 1979 Campionato Nazionale Dilettanti a Squadre serie A1: Silvio Grappasonni, Francesco Piermarini, Andrea Pischiutta, John Saxon Mills, Marco Zonchello; Campionato Nazionale Dilettanti Match Play: Silvio Grappasonni; Campionato Nazionale Ragazzi: Fabrizio Felici; Campionato Nazionale Cadette: Milena Felici 1980 Campionato Nazionale Cadetti: Silvio Grappasonni 1983 Campionato Nazionale Dilettanti Match Play: Silvio Grappasonni 1983 Campionato Nazionale Dilettanti Medal: Silvio Grappasonni 1985 Campionato Dilettanti Foursome: Silvio Grappasonni (con E. Nistri) 1988 Campionato Nazionale Cadette: Francesca Venanzi 1994 Campionato Nazionale Dilettanti Foursome: Matteo Natoli (con Marcello Grabau) 1995 Campionato Nazionale Dilettanti Foursome: Matteo Natoli (con Marcello Grabau) 1996 Campionato Nazionale Cadette: Federica Piovano 1997 Campionato Nazionale Dilettanti a Squadre serie A1: Alessandro Bandini, Matteo Natoli, Daniele Ottavi, Edoardo Resseguier, Simone Selli Capitano non giocatore: Lucio Gaeta; Campionato Nazionale Cadette: Federica Piovano; XVI° Trofeo Internazionale Topolino: Valentina Momigliano 1998 Campionato Nazionale Femminile Medal: Federica Piovano 1999 Campionato Nazionale Ragazze: Federica Piovano; Vagliano Trophy: Federica Piovano nella squadra continentale vincitrice del trofeo 2000 Campionato Nazionale Femminile a Squadre serie A1 Chiara Bandini, Federica Piovano, Chiara Mantegazza, Valentina Momigliano, capitano non giocatore: Lucio Gaeta 2001 Campionato Nazionale Pulcini: Maurizio Mantegazza; Vagliano Trophy: Federica Piovano nella squadra continentale vincitrice del trofeo 2010 Campionato Nazionale Dilettanti Match Play: Mattia Miloro Campionato Nazionale Dilettanti Medal: Mattia Miloro 2011 Campionato Nazionale Dilettanti Medal: Mattia Miloro 2012 Campionato Nazionale Baby: Andrea Romano 2013 Campionato Nazionale Pulcini: Andrea Romano; Campionato Nazionale Femminile Match Play: Barbara Borin 2014 Campionato Nazionale Pulcini: Andrea Romano; Campionato Nazionale Baby: Jacopo Fertuzzi 2015 Campionato Nazionale Femminile Baby: Andreina Pupa D’Angelo; Torneo di Qualifica maschile: Mattia Giuseppin, Gregorio Alibrandi, Brando Monetti, Andrea Romano
sport del golf con le sempre più frequenti innovazioni tecniche. Gli adeguamenti hanno riguardato la lunghezza totale del tracciato, il riposizionamento di bunkers, tees e ostacoli d’acque, ma anche le rivisitazioni del patrimonio arboreo che, con il passare degli anni, subisce notevoli variazioni dovute alla crescita delle chiome e, in ultimo, sono stati attuati necessari ritocchi all’immagine in modo da stendere sul tracciato un nuovo ed elegante vestito. Nei dettagli, la buca 5 è stata cambiata totalmente allargando il fairway, sulla sinistra del grande albero centrale, a difesa del quale sono stati messi cinque piccoli bunker. Le buche 6 e la 8 sono ora divise da un bellissimo lago che entra in gioco fin dal tee shot. Il green della 6 a destra, entra quasi in acqua: secondo la posizione delle bandiera aumentano le difficoltà. Alla buca 8 un ruscello, che parte dal nuovo lago, scorre lungo tutta la parte sinistra prima di attraversare la pista a trenta metri dal
Gli ampi spazi a disposizione hanno particolarmente sollecitato la fantasia di C. Kenneth Cotton nella stesura del progetto originale del campo
La decisione del Consiglio, presa in occasione del cinquantenario del club, di provvedere a un nuovo restyling ha prodotto un percorso quasi interamente rinnovato in ogni sua parte e più rispondente alle esigenze dei tempi
green per poi costeggiarlo sul lato destro. Alla buca 10 è stata raddoppiata la grandezza del green, il quale per contro è stato interamente circondato da un ruscello che rende la vita dura anche ai migliori giocatori. Alla buca 11 è stato portato più avanti il green di circa 50 metri, ma sono stati realizzati nuovi battitori avanzati per i dilettanti; in questo modo non è più una buca cieca, perché dal tee si può vedere la landing area. E non è più cieca nemmeno la buca 13 dove è stato spianato il terrapieno e dal tee si può avere visione del green e della bandiera. La 15 è stata completamente cambiata. I tees sono stati posizionati in basso; il faiway è stato rimodellato e non ha più zone inclinate; il green, piccolo e spostato in avanti circa 50 metri, è protetto anch’esso da un ruscello che lo abbraccia per tutto il suo perimetro. Le altre buche hanno subito variazioni meno importanti, ma tutte comunque sono caratterizzate da un nuovo look. Olgiata GC
Tremila anni di Olgiata La zona dell’Olgiata esiste da oltre 3000 anni. Una volta era la dimora degli Etruschi che nel Parco di Vejo avevano costituito la città di Vejo e avevano dato il via ad una grande civiltà poi oscurata dall’’Impero Romano. Qui si trovano ancora i cunicoli etruschi e le grotte. Più tardi i terreni dell’Olgiata divennero campo di battaglia fra le grandi famiglie locali: gli Anguillara, gli Orsini, i Chigi. Queste lottavano contro i Papi, che a loro volta provenivano proprio da tali famiglie. Intorno all’anno Mille, epoca medioevale, il sistema feudale imponeva una struttura cittadina con il Castello o il Maniero nella zona
alta e tutte le mura e le case intorno per protezione. Nel 1566 una ricca famiglia di banchieri, gli Olgiati, giunse a Roma da Como e acquistò vari terreni tra i quali quello dell’Olgiata da Paolo Giordano Orsini, Duca di Bracciano, e chiamò questa tenuta Olgiata. Nel 1578 Baldassarre Olgiati decise di espandere i terreni dell’Olgiata e comprò tutta la zona di Cesano per trasformare l’Olgiata in un feudo e chiedere quindi al Papa il titolo nobiliare. La famiglia riuscì a ottenere quello di Marchese, ma il Duca Orsini si riprese Cesano solo dopo quattro anni. L’Olgiata rimase oggetto di scambi,
LA STORIA bancarotte, fallimenti e aste per molti anni finché il Marchese Incisa della Rocchetta la ricevette come dono di matrimonio dalla madre, una Chigi, nel 1930. Vi si trasferì con la moglie e la trasformò in una vera e propria azienda agricola dove si coltivava il lino, l’orzo, l’avena e il grano. Il castello, costruito tra il 1400 e il 1500, è un tipico maniero della campagna romana con un muro di cinta e quattro torri. La piccola cappella, situata appena fuori dalle mura, ha sempre fatto parte della Parrocchia di San Pancrazio in Isola Farnese, pochi chilometri fuori dal comprensorio dell’Olgiata ed è decorata da magnifici affreschi.
Sul finire degli anni ’50 la favolosa oasi di verde sulla Cassia, a pochi chilometri dal Campidoglio, sembrava ideale per la realizzazione di un nuovo grande campo di golf. Fu così che la Società Generale Immobiliare, proprietaria di quel piccolo paradiso naturale dove erano nati, sotto i colori della famosa scuderia DormelloOlgiata, grandi campioni dell’ippica mondiale quali Nearco, Tenerani e Ribot, si trasformò in un centro residenziale che, presto, divenne anche un centro sportivo, con il percorso da golf, le piscine e i campi da tennis.
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Olgiata GC LA STRUTTURA
L’Olgiata Golf Club dispone di un percorso da campionato di 18 buche e di un tracciato executive di nove, ma indipendentemente dalla parte sportiva è soprattutto un vero e proprio “Club”. Ne sono testimonianza, oltre che l’elevata qualità e partecipazione del corpo sociale, anche le strutture a disposizione dei soci, che vanno dalla splendida piscina aperta da maggio ad ottobre, al ristorante capace di offrire oltre 90 coperti, fino alla palestra di recente costruzione, dotata di spogliatoi autonomi ed area benessere.
I ristoranti
I ristoranti, uno al piano superiore e l’altro al livello del campo di gioco, affidati alla Olgiata Gestioni srl, permettono ai soci ed ai loro ospiti di godere di una cucina raffinata ed esclusiva. D’estate, il ristorante al piano superiore si estende sulla bellissima veranda affacciata sulla piscina per pranzi e cene di classe.
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IL BAR
Nel bar interno si può fare un rapido spuntino fra le prime e le seconde nove buche, oppure ci si pò rilassare nei comodi salottini antistanti.
La piscina
Aperta da maggio ad ottobre, la piscina offre a soci e familiari l’occasione di un fresco ristoro prima o dopo aver affrontato il percorso. A bordo piscina è in funzione il ristorante estivo.
La palestra
Di recente costruzione, la palestra permette ai soci di poter usufruire di un parco attrezzature moderno e completo per il fitness.
Il circolo è inoltre dotato di una sala biliardo, di una sala cinema, di uno sportello Bancomat e di tv satellitare in apposite sale
La sauna
Alla sauna possono accedere sia i soci che gli ospiti.
Le sale giochi
Le sale giochi dell’Olgiata Golf Club sono frequentate fino a tarda sera dai soci, che si intrattengono in giochi di carte, dal Bridge al Burraco.
Le sale sociali
La club house è molto ampia e accogliente con numerosi salottini dove i soci ed i loro ospiti si rilassano, conversano e godono della splendida atmosfera del circolo.
Il pro shop
Nel pro shop del club i migliori marchi internazionali dell’attrezzatura e dell’abbigliamento golfistico.
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L’estate rovente dei giocatori azzurri Quattro successi in circa quaranta giorni in prestigiose gare internazionali compreso il campionato europeo
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l golf azzurro non vive solo sui nomi dei suoi consolidati campioni, ma sta proponendo alcuni giovani molto interessanti soprattutto tra le nuove leve. Ne sono una testimonianza i quattro successi in campo internazionale conseguiti nell’arco di circa quaranta giorni, in piena estate. Ha iniziato Luca Cianchetti, ventenne portacolori del Modena G&CC, che si è imposto nel South of England Open Amateur Championship, disputato al Walton Heath Golf Club di Walton on the Hill in Inghilterra. Nel giro finale l’azzurro ha avuto ragione di Michael Saunders in un duello protrattosi praticamente fino all’ultima buca. Per la verità è stato un trionfo azzurro per i piazzamenti di altri due ragazzi di belle prospettive, Riccardo Michelini, quinto, che sta studiando negli Stati Uniti, ed Edoardo Raffaele Lipparelli, nono, che invece si è trasferito in Alberto Inghilterra. Binaghi, DT Cianchetti, che ha azzurro: “Dopo completato gli studi di un grande 2014 era ragioneria, ha iniziato difficile ripeterci, invece a praticare a 11 anni. stiamo facendo Ha i suoi punti di rifecogliere il primo sucmeglio” rimento in Tiger Woods cesso nell’Internatioe Matteo Manassero. Da nal Austrian Amateur circa tre anni veste la maglia Championship Men’s, azzurra ed è allenato dal maestro svoltosi sul tracciato del GolFederico Bisazza. “Faccio il golfista a fclub Schloß Schönborn a Schönborn in tempo pieno - ha detto - e, se continuerò Austria. Si è lasciato alle spalle, nell’ora esprimermi in questo modo, a fine dine di classifica, il tedesco Maximianno proverò a passare professionista”. lian Herrmann e gli austriaci Matthias Pur se entrato nel giro azzurro Michele Schwab, e Lukas Lipold. Ortolani, 19 anni e socio del Golf Club “Alla partenza del giro finale ero molto Monticello, aveva ottenuto solo una determinato e convinto di potercela fare, buona serie di piazzamenti, prima di presupposto fondamentale per raggiun-
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gere il titolo. Durante l’anno ero andato più volte vicino alla vittoria e sapevo che prima o poi sarebbe venuta. Qualche giorno fa anche a Biarritz l’avevo sfiorata e finalmente è arrivato questo sospiratissimo primo successo. E’ stata una gara in cui sono rimasto sempre nelle posizioni d’avanguardia “. Poi il futuro: “Da un mese ho preso la maturità scientifica e il mio sogno è passare professionista e competere sui tour continentali. Però devo decidere ancora in merito agli studi. Probabilmente mi dedico per
A sinistra, Michele Ortolani, vincitore dell’Austrian Amateur, che gli ha dato le motivazioni giuste per provare il salto tra i professionisti. A destra, Stefano Mazzoli che ha riportato in Italia il titolo europeo venticinque anni dopo il trionfo di Massimo Scarpa. Sotto, Maria Vittoria Corbi, andata a segno nel Loretto Scottish Girls Under 14 in Scozia. Nella pagina a fianco, Luca Cianchetti. “Faccio il golfista a tempo pieno - ha detto - e a fine anno passo di categoria”
un anno al golf poi vedrò”. In sostanza gli azzurri sono in linea con i progetti della Federazione Italiana Golf che, dai dilettanti, non pretende più soprattutto medaglie, che peraltro sono sempre ben accette, ma si è posta l’obiettivo di preparare buoni professionisti. Una vera chicca il titolo europeo conquistato da Stefano Mazzoli che ha veramente compiuto una grande impresa: dopo una entusiasmante rimonta è salito sul gradito più alto del podio nell’International European Amateur
Championship che si è disputato sul percorso del Penati Golf Resort, a Senica in Slovacchia divenendo il secondo italiano a riportare in trofeo, giunto alla 28ª edizione, dopo Massimo Scarpa che si era imposto nell’ormai lontano 1992 al Golf Club Le Querce, ora Golf Nazionale. Ha superato praticamente in volata, rimontando dal sesto posto, due giocatori molto forti e quotati nell’arengo continentale: gli irlandesi Gary Hurley, secondo, e Gavin Moynihan, terzo. Mazzoli è arrivato in club house con i
suoi avversari ancora in campo e con a loro disposizione quattro buche per tentare il sorpasso. “Forse la parte più difficile della giornata - ha detto il vincitore - sono state quelle quattro buche di attesa con parecchia tensione. Per fortuna avevo attorno tutti i miei compagni di squadra che in qualche maniera hanno contribuito a farla allentare un poco. Sono ovviamente felice per il titolo, ma in particolare per il risultato numerico perché un ‘meno 19’ non l’avevo mai realizzato. E’ la mia prima vittoria veramente importante, frutto di un lavoro duro negli ultimi tre anni insieme al mio maestro Giovanni Gaudioso a cui devo parecchio”. Mazzoli è stato campione italiano Ragazzi stroke play (2014) e nel 2013 ha fatto parte della squadra del GC Monticello che si è imposta nel Torneo di Qualifica. Ha spiegato Alberto Binaghi, direttore tecnico della squadra nazionale maschile: “E’ stata una gara di gran livello tecnico, per la presenza di quasi tutti i migliori giocatori continentali e i punteggi molto bassi sono eloquenti in merito. Pensavo che, con i successi ottenuti lo scorso anno, avremmo avuto difficoltà a ripeterci, invece le cose stanno andando benissimo e, soprattutto, conquistiamo titoli in eventi di assoluto valore”. A completare la gamma e a conferma che in tutte le face di età vi sono giovani promettenti è arrivato anche il successo della 14enne Maria Vittoria Corbi, un prodotto del fiorente vivaio del Parco di Roma Golf Club, che è andata a segno nella gara femminile del Loretto Scottish Boys & Girls U14 Open Amateur Stroke Play Championship sul percorso del Glenbervie Golf Club, a Larbert in Scozia. Seconda prima del giro decisivo, la Corbi ha messo in fila la francese Lois Lau e la spagnola Marta Lopez Echeverraia, che l’hanno accompagnata sul podio. La Corbi ha siglato l’ottava vittoria stagionale dei dilettanti italiani unendosi a Paolo Ferraris (Portuguese International Amateur), a Bianca Maria Fabrizio (Seminole Match Up e SEC Womens Championship negli Stati Uniti), a Federico Zucchetti (St. Andrews Links), e ai citati Luca Cianchetti , Michele Ortolani e Stefano Mazzoli.
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Notiziario Circuito capitale Si sono concluse le gare di qualificazione del Roma Golf Tour, che hanno interessato quattro circoli nella cittĂ eterna. A ottobre la finale al Golf Club Antognolla, in Umbria
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Alla finale sul percorso umbro accederanno i primi venti classificati di ciascuna delle tre categorie di gioco a patto che abbiano preso parte ad almeno due prove di selezione
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Il Roma Golf Tour, perfettamente organizzato, ha avuto grande successo e tanta partecipazione in ogni evento
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ui quattro percorsi del Parco de’ Medici, del Parco di Roma, del Circolo Golf Roma Acquasanta e dell’Olgiata Golf Club si sono svolte la quattro tappe in cui si è articolato il Roma Golf Tour. Si è giocato con formula stableford e sono state stilate classifiche per ciascuna delle tre categorie con i punteggi realizzati nelle varie prove. I primi venti di ogni graduatoria, per i quali è obbligatoria la partecipazione ad almeno due gare, potranno prendere parte alla finale che si disputerà al Golf Club Antognolla il 17 ottobre. A settembre avrà luogo una quinta prova di doppio al Parco di Roma dove non si acquisiranno punti, ma sarà valida ai fini delle presenze. Al Golf Club Parco de’ Medici hanno vinto nelle tre categorie Alessandro Ferretti, Marco Trivellone e Paolo Emilio Ferrucci con primo lordo acquisito da Pierluigi Severa.
Quattro momenti del Roma Golf Tour. In alto, da sinistra, le premiazioni al Circolo Golf Roma Acquasanta e all’Olgiata Golf Club. Sotto, a sinistra, un angolo dell’allestimento al Golf Club Parco de’ Medici e, a destra, un giocatore alla partenza al Parco di Roma Golf Club
Al Parco di Roma, in una bellissima giornata di sole che ha contribuito a punteggi di rilievo, hanno prevalso Marco Bernardi, Enrico Palmieri e Michele Liberato, tutti con score superiori ai 40 punti, Premio lordo a Simone Bettoni. Hanno posto il loro sigillo all’Acquasanta Filippo Sebastiani, Andrea Di Giacomo (gran 45) e Filippo Gialloreti, mentre Gianmarco Federici ha firmato il premio lordo. Infine all’Olgiata hanno fatto centro Stella Coppi, Fabio Tamberlani e Massimo Caputi e Federico Vincenti ha primeggiato nel lordo. Il circuito ha quale title sponsor la Banca del Fucino e hanno contribuito alla riuscita Leasys Spa (Automotive), Baglio di Pianetto e TFT Buinding Management, main sponsor. Ogni manifestazione si è conclusa con una affollata cerimonia di premiazione e un simpatico cocktail offerto dagli sponsor.
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Notiziario
Golf e ambiente d’attualità anche al Senato
con la raccolta di acqua piovana, permettono invece l’autosufficienza idrica nell’irrigazione dei campi. Tutto questo ci ha permesso di ottenere nel 2014 un riconoscimento speciale della Federazione Italiana Golf, mentre puntiamo a conseguire la prestigiosa certificazione della GEO“. “La presentazione anche a livello nazionale • Il golf, sport intimamente correlato con di questi progetti e l’attenzione da parte della la natura, offre un contributo sempre più Commissione Ambiente del Senato - ha detto importante alla sostenibilità ambientale. E il senatore Mario Morgoni - sono un’occasione la Federazione Italiana Golf, in tal senso, importante per testimoniare che la qualità ha fatto la sua importante parte sia con il ambientale e la promozione dello sviluppo programma “Impegnati nel verde” sia con sostenibile devono coinvolgere anche il gli studi che da moltissimi anni vengono mondo dello sport. Il messaggio è che le compiuti dalla “Sezione Tappeti Erbosi” della buone pratiche del Conero Golf Club possono Scuola Nazionale di Golf fino all’adesione al essere estese ad altre realtà”. programma internazionale che Roberto Malatini, Direttore del porta alla certificazione G.E.O. circolo, ha sottolineato: “Per L’impegno e (Golf Environment Organization). la realizzazione dei campi da In questa ottica è stata le soluzioni golf si sta ponendo sempre più estremamente importante la attenzione all’ambiente. Il nostro è del Conero presentazione delle buone pratiche club che nasce all’interno di un ambientali del Conero Golf Club, Golf Club per un Parco e che per questo punta alla avvenuta in Senato nel corso conservazione e alla valorizzazione un corretto di una conferenza stampa che del paesaggio all’insegna del si è tenuta nella Sala Nassirya. impatto risparmio energetico e della ricerca Un evidente segnale di come di fonti alternative per le necessità ambientale il connubio golf-natura sembra energetiche. Queste nostre finalmente far breccia anche nei in un parco caratteristiche ci fanno ben sperare politici. per ottenere il riconoscimento di estrema “Il Conero Golf Club - ha spiegato il GEO che può dare alla nostra presidente Marco Roccheggiani - si bellezza struttura una valorizzazione a livello estende per più di 70 ettari nella internazionale”. cornice prestigiosa di ciliegi, lecci, e corbezzoli Antonio Mastrovincenzo, Presidente del del Parco del Conero. Abbiamo iniziato un Consiglio Regionale Marche, ha detto: percorso verso la migliore efficienza grazie ai “Il 10% del nostro territorio è destinato a pannelli fotovoltaici e a un impianto solare parchi e riserve naturali e la realizzazione di termico che ci consentono di produrre il 40% strutture ad alto valore ambientale, quali il del nostro fabbisogno energetico e il 55% di Conero Golf Club, possono rappresentare un quello dell’acqua calda sanitaria. I laghetti, valore aggiunto e una risorsa fondamentale
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per la nostra Regione anche sotto il profilo occupazionale”. Il Sindaco di Sirolo, Moreno Misiti ha poi evidenziato come “il Conero Golf Club con la sua gestione ecosostenibile conferisce ulteriore prestigio ad un’area, quale quella della riviera del Conero, che vanta punte di elevata qualità ambientale con importanti riconoscimenti nazionali ed internazionali per le spiagge incontaminate, la limpidezza e la trasparenza dell’acqua, e la bellezza unica del Monte del Conero”. Ha aggiunto Lanfranco Giacchetti, Presidente del Parco del Conero: “Un’intelligenza imprenditoriale sportiva all’insegna dell’ecosostenibilità a dimostrazione che le buone pratiche in campo ambientale rappresentano un valore fondamentale a vantaggio del binomio Ambiente -Turismo che nella nostra Regione, anche grazie a strutture come il Conero Golf Club, si va sempre più rafforzando”. Alessandro De Luca, coordinatore tecnico della Sezione Tappeti Erbosi alla Suola Nazionale di Golf della FIG, ha spiegato l’importanza che la FIG ha sempre dato alle tematiche ambientali “con un impegno ultraventennale della Sezione Tappeti Erbosi nel campo della formazione, della ricerca e dell’ecosostenibilità in collaborazione con le Università e le principali organizzazioni ambientalistiche, divulgate anche con il riconoscimento “Impegnati nel verde” e con il supporto storico a GEO”. Ha concluso la serie degli interventi Andrea Pischiutta, Consigliere FIG: “Il Conero Golf Club - ha detto - dimostra la perfetta compatibilità di una struttura golfistica in un parco. I campi, inoltre, servono anche per recuperare aree degradate come dimostrano tanti esempi non solo all’estero, ma anche in Italia”.
Roberto Bernardini e Alessandro Trillini hanno conquistato il titolo nel Campionato di Doppio PGAI con un’ottima progressione nel giro conclusivo
Doppio PGAI al Golf Fiuggi Terme che vuol riproporsi come meta turistica • Alessandro Trillini (classe 1976, maestro all’Olgiata) e Marco Bernardini (romano, classe 1978, figlio del pro Roberto) hanno vinto il 23° Campionato di Doppio della PGA Italiana. L’evento si è disputato per il secondo anno consecutivo sul percorso del Golf Fiuggi Terme & Country Club. Dopo vari problemi legati a un procedimento fallimentare, il club è ora tornato nelle mani del Comune di Fiuggi che intende fare la cosa più giusta, ossia rilanciare la struttura a livello turistico. Del resto è nel DNA del circolo la vocazione turistica che peraltro nacque proprio per ospitare facoltosi giocatori, italiani e stranieri, che in estate lasciavano Roma. Trentaquattro le coppie che si sono presentate per disputare un torneo sempre divertente con la sua formula quattro palle la migliore. Con un gran 61 nel secondo turno Trillini e Bernardini hanno agganciato in vetta alla graduatoria Emmanuele Lattanzi-Gianluca Pietrobono, leader dopo un turno, annullando ben cinque colpi di ritardo, e poi hanno prevalso con un eagle alla prima buca supplementare. Ha detto Bernardini: “Alessandro nello spareggio ha segnato un birdie e questo mi ha dato fiducia per puntare all’eagle. Tra noi nella vita c’è grande affiatamento, siamo ottimi amici, ma è stata la prima volta che abbiamo giocato insieme una gara di doppio”. Ha spiegato Trillini: “Sentivo che avremmo fatto una bella gara e avevo fiducia nella vittoria. Nel primo giro siano stati messi in difficoltà dai green, diversi da quelli che frequentiamo abitualmente nei nostri club, così nel secondo abbiamo lasciato da parte la tecnica, pensando a far rotolare la palla ed è andata bene”. Al terzo posto sono terminati Marco Donghi-Francesco Milan, al quarto Lorenzo Magini-Nunzio Lombardi, Marco Fabio Mari-Guglielmo Bravetti e Pierluigi Colonna-Paolo De Salvatore. Ha preso parte all’evento Costantino Rocca, presidente PGAI, che in coppia con Gabriele Terrinoni ha concluso in 18ª posizione.
US Blind Open: successo di Andrea Calcaterra • Ancora una prestigiosa vittoria di Andrea Calcaterra, che si è imposto nella categoria B1 dell’US Blind Open, riservato ad atleti con varie categorie di visus, disputato presso il City Club Marietta, ad Atlanta in Georgia. l torneo, organizzato dalla USBGA ed in collaborazione con la IBGA, hanno partecipato 30 giocatori, Insieme a Calcaterra, presente all’evento anche Chiara Pozzi Giacosa. Nel primo giro Calcaterra ha preso il comando con 103 colpi, tallonato da Mario Tobia con 104, antefatto di una sorta di match play che ha caratterizzato la volata conclusiva, in cui l’italiano ha prevalso con uno score di 205 colpi (145 netto) e ha concesso a Tobia il netto (146). Nella B2 successo di Ty Thomson (182) e premio netto per il coreano In Chan Cho e nella B3 marcata supremazia di Tommy Marks (154) e categoria pareggiata a Greg Hoper. Nella competizione femminile Chiara Pozzi Giacosa ha ottenuto il terzo posto con 167, preceduta dalla sua eterna rivale Jan Dinsdale (140) e da Linda Port (146). Perfettamente curata l’organizzazione da Greg Hooper e da suo figlio Alan in una location veramente blind friendly.
Record particolari Un vero esempio di longevità sportiva il 103enne Gus Andreone che non solo gioca ancora a golf, ma che è anche diventato il giocatore più anziano a realizzare una “hole in one”. La prodezza al Palm Aire Country Club di Sarasota, in Florida, dove ha centrato dal tee la buca 14 di 103 metri utilizzando un drive. Ha battuto il primato di Elsie McLeans, che aveva compiuto la stessa impresa nel 2007 a 102 anni. Il suo commento? “Ho effettuato il tiro usando le braccia, come avrebbe fatto chiunque altro”. Sempre in tema di “buche in uno” singolare quanto accaduto al Golf Club Paradiso del Garda in occasione di una gara del Circuito Mediolanum. Andrea Leoni e il figlio undicenne Luca, che giocavano nello stesso team, hanno infatti realizzato l’ace, uno di seguito all’altro, alla buca 15. Evidentemente non ha altro da fare il canadese Chris Adam che in un anno ha giocato ben 14.625 buche sul percorso del King Kamehameha Golf Club Wailuku nell’isola hawaiana di Maui. In totale 809 giri da 18 buche e sette di nove con una media superiore alle 36 buche al giorno, senza saltarne uno nei dodici mesi. Circa sette/otto ore di golf, praticamente come un orario lavorativo. In occasione di un evento organizzato a Madrid dalla Real Federación Española de Golf nel quadro delle manifestazioni per sostenere la candidatura della Spagna per i Giochi Olimpici del 2016, poi andati al Brasile, 1.873 golfisti hanno colpito nello stesso momento altrettante palline da golf stabilendo un record in materia.
“Bronzi” CONI al valore atletico per undici golfisti • La Giunta Nazionale del CONI ha conferito le Medaglie al Valore Atletico 2014 agli atleti delle varie discipline sportive che si sono particolarmente distinti durante la scorsa stagione. Per il golf hanno ricevuto la medaglia di bronzo: Alessia Avanzo, Tullia Calzavara e Ludovica Farina, componenti della team del GC Villa Condulmer che ha vinto il titolo assoluto femminile a squadre; Michele Cea, Giacomo Di Gennaro, Enrico Di Nitto, Andrea Saracino e Renato Paratore, che hanno riportato per il GC Parco di Roma il successo nell’assoluto maschile; Guido Migliozzi, campione Nazionale Match Play; Laura Lonardi, a cui è andato il titolo femminile medal, e Carlotta Ricolfi, a segno nel Campionato Nazionale Match Play. Inoltre Paratore si è imposto anche nel Campionato Nazionale Medal e nel Campionato Nazionale Open.
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