Golf moderno maggio-giugno 2016

Page 1

olf G

V I AG GI L U N G O L A V I A E M I L I A T R A C A S T E L L I E G O L F

moderno

ANNO 2 • NUMERO 4 • MAGGIO/GIUGNO 2016

STORIE DI MAJOR

L’OPEN CHAMPIONSHIP E LA LEGGENDA DI TOM MORRIS “YOUNG”

Enrico Di Nitto

CHI BEN COMINCIA...

Open d’Italia 2017 il più ricco della storia all’Olgiata GC Golf moderno •

1


olf G moderno

Sommario

Primo piano

L’intervista

4 Open d’Italia 2017

6 Di Nitto: ok

all’Olgiata Golf Club

l’inizio è giusto

In chiave Ryder Cup 2022 sarà il primo con un montepremi di sette milioni di euro

È entrato nel mondo dei pro vincendo quasi subito. Ora prova i passi successivi

Story

Viaggi

10 Tre moschettieri

14 Sulla via Emilia

e un super maestro

castelli, storia e golf

Casera, Grappasonni, Angelini e Manca: la loro impronta indelebile sul golf italiano

Tra Reggio Emilia, Parma e Piacenza ottimi percorsi in un territorio ricco di attrattive

Major 19 La leggenda

di Tom Morris Young

A luglio l’Open Championship: lo presentiamo ricordando un mitico campione

2 • Golf moderno

Notiziario 26 Intensa attività e giovani al proscenio Campionati, iniziative per studenti e giovanissimi, circuiti e convegni


Golf moderno

Editoriale

Un doveroso riconoscimento

O

rmai da mesi il golf italiano vive nel clima euforico, per l’assegnazione, e assolutamente impegnativo, per la realizzazione, della Ryder Cup 2022, ma nel Lazio c’è sicuramente qualcosa di diverso. La prima scossa è arrivata con la scelta del Marco Simone Golf & Country Club quale teatro dell’evento e la seconda di recente quando il Consiglio Federale ha deciso di portare all’Olgiata Golf Club l’Open d’Italia nel 2017. E’ innanzi tutto un riconoscimento doveroso a quanto la dirigenza del circolo è stata capace di realizzare nel corso degli oltre cinquant’anni di vita del club, dove sono transitate manifestazioni di grande livello, come la World Cup, e come lo stesso Open d’Italia che nel 2002 consacrò l’inglese Ian Poulter, all’epoca ancora ai primi passi della sua bella carriera. Inoltre si giocherà su un percorso di qualità superiore, che la rivista Golf Digest ha inserito tra i migliori cento campi al mondo praticamente quasi nel momento in cui un’altra rivista italiana lo ha messo al vertice dei tracciati nazionali. E toccherà proprio all’Olgiata Golf Club inaugurare la serie degli Open d’Italia con il montepremi di sette milioni di euro, il più alto della sua storia, quasi quintuplicato rispetto a quello di 1,5 milioni del 2015 e di due volte e mezzo superiore a quello di quest’anno che salirà a tre milioni di euro. In sostanza, anche per la felice collocazione nel calendario dell’European Tour a maggio, la settimana prima del BMW PGA Championship, c’è solo da attendersi un evento di grande caratura che attirerà parecchi grandi giocatori. Inutile aggiungere che il circolo sarà chiamato a dare un contributo importante alla causa della Ryder Cup 2022. Il sito di Golf Moderno, un quotidiano on line - Golf Moderno, che mantiene una cadenza bimestrale, ha anche il suo “quotidiano” on line. Infatti è attivo il sito www.golfmoderno.it che riporta giornalmente tutto quanto avviene nel mondo del golf con notizie in tempo reale sulle più importanti gare dei circuiti internazionali. Inoltre vengono trattati numerosi argomenti attraverso interviste, ricordi storici, profili di grandi campioni attuali o del passato, descrizioni di interessanti viaggi per i turisti golfisti e tanto altro ancora. La copia digitale gratuita - Ritenendo di fare una cosa utile per i lettori, abbiamo creato un servizio attraverso il quale è possibile farsi inviare gratuitamente la copia digitale della rivista attuale, e di quelle future, in contemporanea con l’uscita. Basta farne richiesta seguendo le modalità, molto semplici, descritte a pagina 23. Buona lettura. Il direttore editoriale

Mario Cappelli

ANNO 2 • NUMERO 4 MAGGIO/GIUGNO 2016

In copertina: Enrico Di Nitto, una carriera da pro iniziata nel modo giusto

Direttore Editoriale Mario Cappelli cappelli.m@tin.it Direttore Responsabile Patrizia Romana Rossi direzione@golfmoderno.it Redazione Via del Castello 36 02014 Cantalice (RI) Tel 331 2002516 redazione@golfmoderno.it Editore RPN Style di Rossi Rosa Sas mail: rpnstyle@gmail.com Sede legale: Via Palombarese 427 00013 Fonte Nuova (RM) Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 142/2015 del 24 luglio Iscritto al Registro degli Operatori di Comunicazione il 8 ottobre 2015 con n° 25937 Pubblicità RPN Style di Rossi Rosa Sas mail: marketing@golfmoderno.it Tel 3331410102-3312002516 Sito internet www.golfmoderno.it Grafica e impaginazione Francesco Morini francescomorini.grafica@gmail.com Stampa Tipografia Fabri Via G. Garibaldi 107 02100 - Rieti (RI) Tel: 0746 482886 Rivista a distribuzione gratuita Copia omaggio

Golf moderno •

3


Golf moderno

primo piano

L’Open d’Italia 2017 all’Olgiata Golf Club Il torneo farà ritorno nel club romano dopo l’edizione del 2022. Avrà un montepremi di ben sette milioni di euro, il più ricco della storia, e richiamerà giocatori tra i più forti del mondo grazie anche all’ottima collocazione nel calendario dell’European Tour

L’

Open d’Italia nel 2017 si disputerà sul percorso dell’Olgiata Golf Club. Sarà il primo di una lunga serie con un montepremi da sette milioni di euro, che lo allinea ai più grandi tornei mondiali. La decisone presa dal Consiglio della Federazione Italiana Golf è un giusto riconoscimento per le qualità e l’attività di un circolo, sempre all’avanguardia che nel tempo ha ospitato tante prestigiose manifestazioni. Sarà il primo di una lunga serie con un super montepremi di sette milioni di euro, che lo allinea ai più grandi tornei mondiali. “E’ il primo passo del grande cammino che ci

4 • Golf moderno

Un giusto riconoscimento per le qualità e l’attività di un club sempre all’avanguardia che nel tempo ha ospitato tanti eventi prestigiosi

porterà alla Ryder Cup 2022” ha dichiarato Franco Chimenti, Presidente di Coni Servizi e della FIG. “L’Open d’Italia diventa così un appuntamento irrinunciabile per gli appassionati, che avranno l’opportunità di seguire dal vivo le più grandi stelle del golf internazionale”. Grande soddisfazione espressa dal Presidente dell’Olgiata Golf Club, Andrea Pischiutta: “E’ il migliore riconoscimento agli sforzi che, con l’intera compagine sociale, abbiamo condotto negli anni per mantenere elevati i livelli qualitativi del campo”. Il Progetto Ryder Cup 2022, il percorso di avvicinamento al terzo evento sportivo al mondo


Franco Chimenti (foto Maiozzi)

Franco Chimenti riconfermato presidente di CONI Servizi

Andrea Pischiutta, presidente dell’Olgiata Golf Club, ha sottolineato come l’assegnazione dell’Open d’Italia 2017 gratifichi l’intera compagine sociale

dopo Giochi Olimpici e Mondiali di calcio, non poteva che partire da Roma in modo da catalizzare l’interesse di appassionati italiani e stranieri sia attraverso un avvenimento di grande spessore, sia per la qualità dei suoi protagonisti. Infatti l’Open richiamerà giocatori tra più forti del mondo, grazie anche alla nuova collocazione nel calendario dell’European Tour (18-21 maggio): sarà abbinato infatti al BMW PGA Championship, che si svolgerà nella settimana immediatamente successiva al Wentworth Club, in Inghilterra, considerato alla stregua di un major e che offre cinque milioni di euro. Con due montepremi di tal genere sarà quasi naturale per i migliori protagonisti del circuito inserire nei proprio programmi entrambe le gare, considerato anche il fascino che Roma ha indistintamente su tutti i membri del circuito. L’Open d’Italia all’Olgiata, inoltre, darà un grande sostegno alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024, confermandola come location ideale per grandi manifestazioni sportive. Ma già l’edizione di quest’anno dell’Open d’Italia segnerà un altro importante momento di crescita per il golf italiano: al Golf Club Milano, dove l’anno scorso si registrò il record di 50 mila spettatori, dal 15 al 18 settembre andrà in scena un evento di assoluto rilievo con un montepremi

che passerà da 1,5 milioni a 3 milioni di euro. L’Open farà ritorno all’Olgiata Golf Club dopo l’edizione del 2002, vinta dall’inglese Ian Poulter che con quel successo praticamente diede inizio alla sua ottima carriera arrivando, tra l’altro, a giocare anche la Ryder Cup. Nel tempo il circolo è stato teatro di tanti avvenimenti di peso quali due World Cup, una Coppa del Mondo dilettanti, una finale della Dunhill Cup, tre tornei del Ladies European Tour, alcune gare del Challenge Tour oltre a una lunghissima serie di campionati nazionali. Il percorso, appena inserito dalla prestigiosa rivista Golf Digest tra i migliori cento del mondo, è stato inaugurato nel 1961. È opera dell’architetto inglese C. Kenneth Cotton, che ha potuto dare ascolto alla sua fantasia grazie agli ampi spazi che ha avuto a disposizione, ispirandosi poi per la club house ai tipici country club americani armonizzando la sua grandezza con l’ambiente. Successivamente sono stati fatti due restyling ad opera dell’architetto Jim Fazio, il primo nel 1994 e il secondo nel 2012, nel quale praticamente sono state ridisegnate quasi tutte le buche. Gli adeguamenti hanno, inoltre, riguardato la lunghezza totale del tracciato, il riposizionamento di bunker, tee e ostacoli d’acqua, ma anche le rivisitazioni del patrimonio arboreo. p.r.r.

Franco Chimenti, presidente della Federazione Italiana Golf, è stato riconfermato nella carica di Presidente di CONI Servizi S.p.A. Nel corso dell’Assemblea della Società, che si è tenuta nella sede del CONI al Foro Italico, è stato nominato per il triennio 20162018, il Consiglio d’Amministrazione di cui, oltre a Chimenti, fanno parte Alberto Miglietta, Annarita Balzani, Giovanna Boda e Francesco Parlato, quali Consiglieri. Rivolto un particolare ringraziamento al Consigliere Vincenzo Iaconianni, per la sua opera in favore della Società nel mandato appena concluso, è stato approvato dall’Assemblea il bilancio 2015. Successivamente si è svolta la prima riunione del nuovo Consiglio d’Amministrazione in cui sono stati attribuiti deleghe e poteri al Presidente Franco Chimenti e ad Alberto Miglietta, riconfermato nella carica di Amministratore Delegato della Società.

Golf moderno •

5


Golf moderno

l'intervista

Enrico Di Nitto ok, l’inizio è giusto Il giocatore romano, cresciuto al Parco d Roma Golf Club, è entrato nell’Alps Tour vincendo alla settima gara disputata. Ora l’obiettivo più vicino è il Challenge Tour

“I

n famiglia c’è un solo golfista, mio nonno, e quando ero piccolo mi regalò un set di bastoni di plastica”. Così Enrico Di Nitto ha iniziato il suo cammino nel mondo del golf, per gioco, come è giusto che sia per tutti i giovanissimi. “Successivamente - racconta - presi le prime lezioni dal maestro Mario Napoleoni a Punta Ala, dove ci recavano d’estate con la famiglia. A undici anni mia madre mi ha portato al Parco di Roma e, sotto la guida di Pancrazio Venanzi, ho fatto i veri primi passi. Mi sono trovato a mio agio, sono stato coinvolto dal gioco, ma l’ho sempre interpretato insieme ad altri sport, il calcio, la scherma, l’atletica e la pallavolo, senza mai tralasciare la preparazione atletica”. Oggi, a 24 anni, sta facendo la

6 • Golf moderno

Sono entrato nell’Alps Tour con il piede giusto e sin dall’inizio ho preso a girare attorno alla vittoria che è arrivata quasi subito sul percorso del GC Colli Berici

sua strada nel mondo professionistico seguito dal maestro Filippo Del Piano, ma c’è stato un momento di svolta. “Dopo l’ultimo anno di scuola, mi sono trovato a un bivio. Avrei voluto proseguire gli studi e poi intraprendere la carriera, ma al secondo anno di università ho capito che le due cose insieme non funzionavano. Nè in Italia esistono percorsi simili a quelli delle università americane. Il golf mi piaceva di più: era più facile allenarmi tutti i giorni piuttosto che rimanere sui libri per ore. Direi che la scelta è stata giusta”. Il Parco di Roma Golf Club si distingue per il suo vivaio e Di Nitto ha fatto parte di un team di ragazzi veramente di qualità. “In realtà essere in un gruppo così è vantaggioso,


perché ci si scambiano tante cose utili a tutti. Io ho visto relativamente poco Andrea Pavan, perché lui era più grande, ma sono stato molto a contatto con Renato Paratore. Sin da giovanissimo dava l’impressione di avere un passo diverso. Abbiamo effettuato numerose trasferte insieme con la nazionale azzurra, ci siamo divertiti e io ho cercato sempre di apprendere qualcosa da lui. Era un piacere vederlo anche nelle gare di approcci che facevano tra di noi. L’ho sempre considerato un fratello minore e abbiano instaurato un ottimo rapporto”. Il cambio di categoria alla fine del 2014, a 22 anni. Tardi, presto? In merito i pareri sono tanti, ma la risposta in realtà è molto soggettiva. “Non credo esista un’età ottimale. Semmai ci sono degli esempi che non vanno seguiti, parlo in senso buono naturalmente, e mi riferisco a Tiger Woods, Jordan Spieth o anche a Matteo Manassero che hanno fatto il salto giovanissimi, perché sono giocatori pazzeschi, ma solo pochissimi hanno quelle qualità. Io mi ritengo uno normale e credo di aver scelto il momento opportuno, ossia quando mi sono sentito veramente pronto. In questo sport la fretta è una cattiva consigliera e non bisogna mai averne”. Nella carriera da dilettante sono arrivati buoni successi, ma l’ingresso al professionismo è stato dirompente con un titolo alla settima gara disputata. “Sono entrato nell’Alps Tour con il piede giusto, tanto è che sin dall’inizio della stagione ho preso a girare attorno alla vittoria, però nel finale di gara mancava sempre qualcosa per agguantarla. Trovandomi più volte in quella situazione, ha capito come avrei dovuto gestirmi e nell’Alps Tour Colli Berici è andata bene. L’obiettivo a quel punto era di classificarmi tra i primi sei della money list per accedere al Challenge Tour, però la buona condi-

LA CARRIERA E’ nato a Roma il 26 dicembre 1992. Ha iniziato a giocare a golf a undici anni al Parco di Roma Golf Club. Messosi in mostra per le sue qualità, è entrato a far parte della nazionale azzurra. Ha vinto per due volte di fila il Gran Premio Vecchio Monastero a Varese (20142014). Nel 2013 è divenuto campione italiano Foursome con Renato Paratore. Nel 2014 ha fatto parte del team del suo circolo, che si è imposto nel Campionato Assoluto a squadre e in quello europeo. Ha chiuso la sua ultima stagione da ama-

teur con il primo posto nell’ordine di merito italiano e offrendo una bella prova con il nono nel Campionato Nazionale Open. E’ passato al professionismo il 19 dicembre 2014 dopo aver acquisito la ‘carta’ per l’Alps Tour con la sesta posizione nella finale della Qualifying School, a cui aveva avuto accesso con la vittoria nello Stage 1. Ha provato senza fortuna la via dell’European Tour: superato lo Stage 1 al CG Bogogno (17°), si è poi fermato allo Stage 2 in Spagna. 2015: appena all’ottava gara da professionista è andato a segno nell’Open Colli Berici.

Un successo quasi annunciato dall’apprezzabile inizio di carriera con il nono posto nel Red Sea El Ein Bay Open, con l’11° nel Tunisian Golf Open, con il 14° nel Red Sea Little Venice Open e con il quinto, fuori circuito, nel Campionato Nazionale Open. Nella sua ottima prima annata sull’Alps Tour (18 tornei) ha siglato anche il quarto posto nell’Open Frassanelle e il quinto nel Memorial G. Bordoni e nell’Alps de Andalucia. Altri piazzamenti:, 12° Open International de Marcilly e Israel Masters. 15° Gosser Open, 25° Citadelle Trophy, 33° Servizitalia Open, 37° Alps de Las Castillas.

In 12ª posizione nella money list. Ha disputato due gare nel Challenge Tour superando il taglio nello Swiss Challenge (48°). Come nella scorsa stagione, passato lo Stage1, non è riuscito ad accedere alla finale nello Stage2 della Qualifying School dell’European Tour. Ha vinto l’ordine di merito dell’Italian Pro Tour ed è terminato 13° in quello italiano. Quest’anno ha iniziato la stagione con due ottime prestazioni in Egitto nel Ein Bay Open dove ha ottenuto il terzo posto e poi è andato nuovamente a un passo dalla vittoria nel Tunisian Golf Open, terminando secondo.

Golf moderno •

7


Golf moderno

l'intervista zione, dopo due o tre tornei, mi ha abbandonato e purtroppo il perché l’ho capito solo a fine anno. Mi sono classificato 12° nell’ordine di merito dell’Alps Tour, un piazzamento che mi ha lasciato un po’ deluso, pur nel contesto di una prima stagione dal professionista certamente soddisfacente e con il successo nella money list dell’Italian Pro Tour. Se debbo darmi un voto penso a un sette”. Ci sono stati anche due passaggi sul Challenge Tour. “Ci sono belle differenze, a iniziare dai campi, che sono migliori, ma ciò che mi ha impressionato di più è stata la professionalità dei giocatori. Posso però affermare che i primi dell’Alps Tour non hanno niente da invidiare loro. Ho compreso che per entrare almeno nei primi venti della classifica devi esprimerti ad ottimo livello. Io penso di essere sulla buona strada. In quest’ottica in inverno, insieme a Filippo Del Piano, abbiamo effettuato diversi cambiamenti nel mio gioco, lavorando in generale sulla tecnica, dal driver al putting, e in particolare sul gioco corto. Debbo migliorare nei colpi dai 70 ai venti metri dalla bandiera. Sono anche andato una settimana in America dal coach Kevin Smeltz”. Nel frattempo Di Nitto ha provato due volte a salire direttamente nell’European Tour attraverso la Qualifying School fermandosi in entrambe le occasioni allo Stage 2. “Sono eventi in cui la pressione è forte, o almeno è quello che ho provato io. Il primo anno ero ancora dilettante e, debbo ammetterlo, mi sentivo un po’ fuori luogo in quel contesto. L’anno passato sono arrivato carico al punto giusto, in buona forma, convinto, ma il putter non mi ha assistito”. C’è anche il fattore casualità. “In effetti nello Stage 2 il campo non lo puoi scegliere e quindi può capitartene uno che non si addice alle tue caratteristiche. Se dovessi dare delle percentuali direi che il caso incide per il 30% e la pressione per il 70%”. Il cammino passa anche attraverso le squadre nazionali, da quella dilettanti all’altra dei professionisti. “Essere inserito nel gruppo è sicuramente positivo. E’ vero che da pro ti gestisci da solo, però in quelle circostanze puoi confrontarti con altri giocatori che sono nel tour da anni e da loro apprendi parecchio”. Chari gli obiettivi.” Fare ulteriore esperienza, in particolare sul Challenge Tour, e a fine anno salire di almeno un circuito” Infine la vita di tutti i giorni quando non è in gara. “Vado al circolo e pratico la mattina. Qualche altra buca nel pomeriggio e palestra tre volte alla settimana. Mi prendo mezza giornata di riposo la domenica, poi nel pomeriggio torno di nuovo al club. Hobby? Per la verità la sera sono un po’ affaticato e ho poco tempo per dedicarmi ad altro”. n.m.

8 • Golf moderno


Golf moderno

È il sito del momento sul web

L’ATTIVITÀ AGONISTICA MINUTO PER MINUTO ATTUALITÀ, INFORMAZIONE, VIAGGI E TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE SUL MONDO DEL GOLF

www.golfmoderno.it

Golf moderno •

9


Golf moderno

story

Tre moschettieri e un super maestro Aldo Casera, Ugo Grappasonni, Alfonso Angelini e Pietro Manca hanno lasciato un’impronta indelebile sul golf italiano e non solo

A

settembre si è concluso l’Open d’Italia più frequentato della storia con quasi cinquantamila spettatori, un numero incredibile che ha polverizzato il precedente record di 41.000 presenze registrare nel 2008 al Castello di Tolcinasco G&CC. Purtroppo all’entusiasmo del pubblico non ha corrisposto ancora una volta una vittoria azzurra che manca dal 2006, quando proprio sullo stesso tracciato milanese si impose Francesco Molinari, sesto italiano ad andare a segno in un totale di 72 tornei. Il torinese ha affiancato il suo nome a quelli di Francesco Pasquali, vincitore dell’edizione inaugurale del 1925, di Aldo Casera (1948), di Ugo Grappasonni (1950-1954), di Baldovino Dassù (1976) e di Massimo Mannelli (1980). Tra i “magnifici sei” soffermiamo l’attenzione Da sinistra, su Aldo Casera e Ugo Aldo Casera, Grappasonni, due Alfonso Angelini, il esponenti dei mitici conte Giuseppe Sabini “Tre moschettieri” la sua vita in quello per tanti anni dirigente del golf italiano, che che era divenuto il federale, e Roberto da soli hanno firmato suo piccolo regno: il quasi il cinquanta per circolo dell’AcquasanRivetti cento dei successi. ta a Roma. Furono loro, Del trio faceva parte anche tra l’altro, che il 18 novemAlfonso Angelini, che non ebbe bre 1963, insieme ad Antonio mai la fortuna di vincere l’Open, ma Roncoroni presidente del Golf Club che detiene un primato probabilmente Menaggio, fondarono l’associazione dei destinato a perenne imbattibilità: si im- professionisti, prima chiamata APIG e pose per ben dieci volte nel Campionato successivamente PGA Italiana. Nazionale Omnium. La loro storia si intreccia con quella di un altro grandissi- ALDO CASERA - Aldo Casera conmo personaggio, Pietrino Manca “il ma- quistò il titolo Open (1948) nell’immeestro dei maestri” che ha trascorso tutta diato dopo guerra, nella sua Sanremo.

10 • Golf moderno

Ci aveva provato già l’anno prima, ma fu bruciato dall’olandese Flory Van Donck, che si era imposto nell’edizione del 1938, l’ultima prima degli eventi bellici, e che dunque era il campione in carica. Van Donck, autentico gentleman, si era sentito in dovere di venire a difendere il titolo, quando nessuno gli avrebbe certo rimproverato il contrario. A Casera non fu sufficiente stabilire il nuovo record del percorso con 61 colpi e perse soprattutto per uno scarso feeling con il putter. Un giornalista definì i suoi putt “miserabili”, ma Casera non se la prese poi più di tanto. “In fondo - ebbe a dire -


Aldo Casera è stato il secondo italiano a vincere l’Open d’Italia. Ottenne il titolo nel 1948 sul percorso di Sanremo dove era di casa. Aveva già sfiorato il successo nell’anno precedente, ma in quella occasione fu costretto a lasciare strada al grande campione olandese Flory Van Donck che detiene il record di vittorie nel torneo con quattro insieme al francese August Boyer

avrei potuto avere un palmares molto più consistente, ma ero troppo nervoso e sul green ne combinavo di tutti i colori, mandando regolarmente in fumo quanto avevo seminato dal tee. Avevo un drive molto lungo e eseguivo approcci eccellenti, poi però c’era sempre il green... Così nella mia carriera ho collezionato tanti secondi e terzi posti, ma meno successi di quanti forse ne avrei meritati”. Nel 1948 si prese la rivincita, ma la vittima non fu Van Donck. Sconfisse Pietrino Manca e Ugo Grappasonni in una gara memorabile. Dodici mesi dopo Casera sfiorò il bis. Fu superato a Villa d’Este dall’egiziano Hassan Hassanein, all’epoca trentatreenne, un fior di giocatore che, tra l’altro, batté il famoso australiano Norman Von Nida nella finale dell’Egyptian Match Play nel 1951. Ebbe un destino tragico: perse la vita per lo scoppio di una stufa a kerosene nel 1957. Casera fu ancora secondo nel 1960 a Venezia alle spalle di Brian Wilkes, anno in cui terminò la prima serie, chiamiamola così, dell’Open d’Italia (che non si disputò tra il 1961 e il 1970) e in cui si concluse anche il periodo forse migliore per i giocatori italiani, quello appunto iniziato nel 1947, con tre successi e nove

secondi posti. Casera era nato nel 1920 a Sanremo. Da bambino vide nascere il Circolo degli Ulivi, strappato alla collina da 250 operai. Fu un amore a prima vista, che i genitori non vedevano di buon occhio. Gestivano un ristorante a Ventimiglia prima di trasferirsi in Valle Crosia, nei pressi di Bordighera dove c’era un percorso che avevano creato gli inglesi vacanzieri, che con questo sistema (costruire tracciati in tutto il mondo ovunque avessero un motivo per sostare) hanno contribuito in maniera determinante allo sviluppo della disciplina. I Casera avevano perso alcuni terreni espropriati per dar vita al percorso sanremese e, in particolare, era di loro proprietà una casa nel luogo dove sarebbe poi nata la buca sette. In essa il progettista Peter Gannon lasciava sacca e ferri, che qualche volta il piccolo Aldo usava. Aveva imparato a giocare seguendo il greenkeeper Placido Calegari come un’ombra e proprio nel 1931 vinse la sua prima gara a Bordighera. Limitò la scuola alle elementari e a un corso di scuole serali, poi fu solo golf, prima come caddie di Peter Gannon, poi come assistente del maestro Prette a Menaggio e a Carezza. A diciotto anni fu terzo ai

Campionati italiani, ma la sua ascesa venne interrotta dalla guerra. “Durante la prigionia - raccontò più tardi - usavo un badile per eseguire lo swing”. Ripresa l’attività vinse l’Open di Normandia (1947) e l’anno dopo accompagnò il successo nell’Open d’Italia con quelli nell’Open delle Dolomiti e nel Campionato Italiano. Seguirono l’Open Championship dei Laghi e il Campionato Nazionale Omnium (1949), l’Open di Svizzera (1950), l’Open del Marocco, il Campionato Italiano Match Play e l’European Open (1954), il Campionato Nazionale Italiano (1956/1959), l’Open Lancia d’Oro (1965) e l’Open de Vallescure (1969). Nel 1948 divenne maestro titolare del Golf Club Milano, dove rimase fino al 1967, e nel frattempo ebbe l’incarico di rendere praticabili le 18 buche di Sanremo devastate dagli eventi bellici. Soleva dire di aver dato tanto al golf, ma riconosceva di aver ricevuto molto di più. Tra i suoi fiori all’occhiello, l’aver insegnato golf a Re Baldovino del Belgio. Aldo Casera era un gentiluomo vecchio stampo, sempre pacato e misurato nel linguaggio, dotato di grande umanità e “così signorilmente modesto”, come

Golf moderno •

11


Dal 1946 fino al 1960 i giocatori italiani hanno ottenuto tre successi e nove secondi posti nell’Open nazionale scrisse di lui il giornalista Gabriele Villa, inviato de “Il Giornale”. Avanti con gli anni, era sempre presente ai maggiori avvenimenti, quasi un’istituzione. Scomparve improvvisamente nel 1999, nella notte del 2 maggio per una crisi cardiaca, dopo aver assistito alla terza giornata dell’Open d’Italia, disputato a Torino in occasione del Centenario della Fiat. UGO GRAPPASONNI - Ugo Grappasonni, autentico “romano de Roma”, era nato al Quarto Miglio, un chilometro oltre il circolo dell’Acquasanta l’8 maggio del 1922. Andava a scuola chiedendo passaggi sui carri da vino che, all’epoca,

Nella foto, Alfonso Angelini, Pietro Manca, Ugo Grappasonni e Aldo Casera insieme a Francesco Ruspoli (al centro), che è stato presidente della Federazione Italiana Golf dal 1946 al 1968. Angelini non ha mai vinto l’Open d’Italia, ma detiene un record probabilmente imbattibile: si è imposto per dieci volte nel Campionato Omnium (oggi Campionato Nazionale Open).

12 • Golf moderno

facevano la spola con i Castelli Romani “e quando arrivavo in classe - ricordava - puzzavo di mosto”. La via del ritorno era sempre uguale, con una sosta alle Capannelle, poco più avanti del Quarto Miglio, per vedere i cavalli nelle scuderie e magari appassionarsi nel tempo all’ippica, oppure al circolo dell’Acquasanta. E Ugo venne irresistibilmente attratto dal più antico tracciato d’Italia. Si univa a un nugolo di ragazzi che andavano a raccogliere palline, ma a lui piaceva il gioco e scoprì presto di avere un talento innato. A dodici anni aveva cancellato l’handicap e a 16 vinse il primo torneo. Poi prese a girare il mondo, esprimendosi in un inglese dallo spiccato accento romanesco e con la sigaretta tra le labbra che non l’abbandonava mai, neanche al momento di eseguire il drive. Vinse due Open d’Italia, nel 1950 a Roma bruciando Alfonso Angelini, e nel 1954 a Villa d’Este superando John Jacobs. Sul percorso dell’Acquasanta, per sconfiggere Angelini e altri campioni di caratura internazionale tra i quali il blasonato Henry Cotton, Grappasonni

dovette ricorrere al meglio del suo repertorio. Così stabilì per due volte il record del campo, con 69 colpi al mattino e con un 66 incredibile per l’epoca nel pomeriggio. “Dovevamo nascere più tardi - ripeteva come un ritornello senza fine - Io, Manca, Casera e Angelini giocavamo per una bottiglia di champagne. Oggi gira un mucchio di soldi. E noi che praticamente ci giocavamo la cena”. Arrivò decimo all’Open Championship (1954) e giocò una World Cup alla quale partecipò Ben Hogan. A fine gara Hogan gli chiese di accompagnare la moglie a colazione, perché doveva rivedere qualcosa in campo pratica. Li avrebbe seguiti. Non vedendolo arrivare tornarono indietro e lo trovarono ancora lì, che stava provando e riprovando un colpo che non lo aveva soddisfatto durante il giro. Nessuno, secondo la critica del tempo, era capace di uscire dai bunker come Grappasonni, considerato un giocatore di precisione e che si distingueva con dei drive che morivano quasi sempre a centro pista. La svolta nel 1962, quando si


sposò con Maura. Definì l’evento come “la più bella partita della mia vita”. Smise di giocare definitivamente nel 1967 e divenne maestro titolare all’Olgiata, con la moglie impegnata a gestire il pro-shop. E’ deceduto nel 1999 all’età di 77 anni. ALFONSO ANGELINI - Non ebbe un rapporto fortunato con l’Open il terzo “moschettiere”, Alfonso Angelini, scomparso nel 1995. Era nato a Roma il 26 giugno del 1918, ma non in periferia come Grappasonni. Aveva un linguaggio meno colorito, ma con gli altri due grandi campioni condivideva la passione per il golf vissuto come lavoro, spesso duro, sacrificio, ma anche esaltazione nei momenti della vittoria o delle grandi sfide sia tra di loro che con i grandi campioni dell’epoca. Erano autodidatti e avevano l’umiltà di osservare continuamente tutti coloro dai quali potevano apprendere qualcosa di nuovo, letteralmente “rubando” segreti dove potevamo. E furono tutti e tre grandi maestri, capaci di trasmettere con estrema efficacia quanto avevano appreso nei loro viaggi in Italia e all’estero. “Occorre sacrificio - soleva dire Angelini negli ultimi anni della sua vita - per diventare campioni in questo sport. Oggi è tutto più facile, perché c’è la possibilità di guadagnare molto. E anche i campi sono ben diversi: noi trovavamo tra l’erba persino i carciofi. Eravamo tre amici, prima che avversari sul campo. Uno guardava l’altro e ci davamo dei consigli per migliorarci. Ugo aveva un movimento invidiabile; Aldo era un giocatore “lungo”; io lasciavo a desiderare sotto l’aspetto stilistico, ma ero potente”. Figlio di un ingegnere delle Ferrovie dello Stato, da bambino spesso tralasciava i compiti per correre all’Acquasanta dove faceva il caddie e dove passava anche molto tempo a osservare Pietro Manca e Robert Doig. Vinse la sua prima gara a 11 anni, a 18 era già maestro e aveva tra gli allievi i nipoti di Pio IX. Poi la guerra che lo vide impegnato nella campagna di Russia. Tornò con tre ferite e gli furono amputate due dita del piede sinistro. Si riprese da quella terribile esperienza grazie al golf e a un matrimonio felice con Maria che gli diede tre figli. Vinse più di trenta tornei, tra i quali i dieci Omnium già ricordati, due Open del Portogallo (196266), due Open di Svizzera (1957-1966) e due Lancia d’Oro (1968-70).

Massimo Mannelli vincitore dell’Open d’Italia nel 1980, tra Ugo Grappasonni e Pietro Manca

L’Open fu tabù. Quattro secondi posti (1950-51-58-59), ma ci andò soprattutto vicino nel 1951. Lo perse per colpa di un temporale che si abbatté sul percorso di Villa d’Este quando mancava da giocare l’ultima buca. Si riprese il giorno dopo. “Prima dell’interruzione - raccontò in seguito - sentivo praticamente di avercela fatta, ma il giorno dopo le cose sono cambiate e fui sorpassato in extremis dallo scozzese Adams”. Iniziò l’attività di maestro a Villa d’Este e dopo due anni si trasferì in Egitto alla corte di Re Faruk rimanendovi cinque anni, vivendo tra Il Cairo e Alessandria. Rientrato in Italia andò al Circolo Golf Torino, quindi partì nuovamente con destinazione l’Estoril, in Portogallo, a fare per tre anni l’allenatore della squadra nazionale lusitana. Poi i vent’anni trascorsi al Golf Club Varese, prima di passare nel 1986 a Castelconturbia. Re Faruk non fu l’unico monarca incontrato, perché ebbe anche un ottimo rapporto con Re Leopoldo del Belgio. IL MAESTRO DEI MAESTRI Ricordando i “Tre Moschettieri” non si può dimenticare Pietrino Manca, il “teacher” che fu maestro di Grappasonni e Angelini e capitano in tanti incontri internazionali affrontati insieme ai tre moschettieri. Tra i numerosi successi quelli contro i francesi a Saint Cloud e due volte contro i tedeschi, all’Acquasanta (1935) e a Francoforte (1936). Nato il 24 gennaio 1914 e deceduto

l’11 novembre 2004 Manca, che è stato il primo professionista di golf insignito dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica, ha passato tutta la vita all’Acquasanta. Nel 1931, a 17 anni, divenne assistente sotto la guida di Robert Doig e cinque anni dopo fu maestro titolare. Iniziò in tal modo un’autentica leggenda nella storia dell’insegnamento. Non bisogna tuttavia dimenticare che è stato un ottimo giocatore, come testimoniano il titolo Omnium del 1940 e il secondo posto, già ricordato, nell’Open d’Italia del 1948. A Manca viene unanimemente riconosciuto il merito di aver dato origine alla prima vera scuola di golf per professionisti. Almeno tre generazioni di giocatori hanno avuto per guida “Mamma Lupa”, come lo chiamavano affettuosamente i suoi allievi più famosi. Nella lunga lista oltre ai due “moschettieri” appaiono, tra gli altri, i nomi di Roberto Bernardini, Ovidio Bolognesi, Alberto Croce, Romolo Croce, Giancarlo Grappasonni, Massimo Mannelli, Mario Napoleoni. Tra i dilettanti i grandissimi Franco Bevione e la sorella Isa Goldschmid Bevione. Alla sua scuola, però, sono passati oltre ai tantissimi soci del circolo anche personaggi famosi: teste coronate, nobili romani e non, politici, attori, sportivi. Come detto, Manca non ha mai lasciato l’Acquasanta, ma ha prestato la sua opera durante i periodi estivi nei club di Venezia, Punta Ala, Stresa, Campo Carlo Magno, Venezia e nel circolo elvetico di Crans sur Sierre.

Golf moderno •

13


ďƒ˝ VIAGGI

Lungo la via Emilia tra castelli, storia e golf La Regione Emilia Romagna prende il suo nome dalla Via Emilia, l’antica strada romana che collega il mare Adriatico alle grandi pianure del nord, correndo da Rimini a Piacenza: un territorio adagiato tra gli Appennini, il Po e il mare Adriatico, che ha conservato intatto nel tempo un ricco patrimonio di tradizioni, costumi e storia

14 • Golf moderno


L

e radici etrusche, celtiche, romane, longobarde e bizantine rendono unica, e al tempo stesso poliedrica, la fisionomia culturale di questa terra. Bologna, Ferrara, Ravenna e tutte le altre città d’arte della regione sono mete rinomate del turismo culturale, luoghi la cui storia si respira negli atrii dei palazzi signorili ed è raccontata dalle mura che definiscono la geometria delle città. Ma l’Emilia-Romagna è anche grande golf, eccellente gastronomia ed è la capitale dei motori. Lungo le 14 Strade dei Vini e dei Sapori, gli amanti dell’enogastronomia trovano oltre mille tappe fra aziende agricole, cantine, caseifici, prosciuttifici, agriturismi, botteghe artigianali e lungo la Via Emilia gli appassionati di motorismo possono conoscere da vicino i più grandi miti nati in questa Terra di Motori, dalla Ferrari alla Ducati, dalla Lamborghini alla Maserati. L’Emilia-Romagna è anche golf, tanto golf e di qualità, nell’ora e nei giorni che volete voi, su 25 magnifici percorsi da Campionato situati uno vicino all’altro, pronti ad accogliervi 365 giorni all’anno. Un solo green fee per 25 fantastici campi, tutti a pochi minuti di macchina, un percorso nuovo ogni giorno, una sfida interminabile ed affascinante.

Golf moderno •

15


Matilde di Canossa Golf

Salsomaggiore Golf & Thermae

Nel cuore delle splendide Terre Matildiche, appena fuori dalla città, il Matilde di Canossa Golf è stato costruito nel 1987 nella spettacolare cornice di splendidi paesaggi, circondato da terre ricche di storia e tradizioni importanti. In questo suggestivo contesto, riportato agli antichi splendori, il circolo è sorto grazie al brillante connubio tra amore per la natura, passione per il golf e spirito di iniziativa dei soci promotori. Il campo, progettato dall’architetto Marco Croze (18 buche, 6.200 metri, par 72), è caratterizzato da un’estrema varietà di configurazione, soprattutto grazie al torrente Quaresimo che lo attraversa per tutta la lunghezza. I dolci declivi naturali e la vegetazione rendono il gioco tecnico ed avvincente oltre che estremamente divertente. Il percorso regala numerose e incantevoli viste panoramiche, offrendo un’esaltante sensazione di libertà, a pieno contatto con la natura.

Disteso lungo le dolci colline salsesi e immerso in un paradiso naturale di 70 ettari, il Salsomaggiore Golf & Thermae è il luogo ideale per concedersi una pausa e immergersi in un’oasi di tranquillità, lontani dal rumore cittadino. Il circolo, passato nel 2011 sotto la gestione di International Golf Corporation, è stato completamente rinnovato e presenta oggi molte novità sia sotto il profilo del gioco che per quanto riguarda i servizi dedicati agli ospiti. Il percorso con le sue 18 buche di campionato si snoda in una valle silenziosa e spettacolare, sia per la tecnica che per la bellezza del paesaggio. Fairway ondulati e green veloci permettono a giocatori di ogni livello di confrontarsi al meglio su un campo ulteriormente perfezionato e sotto la costante cura dei greenkeeper. Il golfista può avvalersi di servizi in grado di soddisfare qualsiasi esigenza: putting green, pitching green, una confortevole club house, piscina e solarium, ristorante, pro shop. I giocatori meno esperti possono inoltre migliorare la propria tecnica di gioco nel campo pratica, seguiti dai maestri Alberto Limonta e Norbert Aziaga. Tutti i servizi del Salsomaggiore Golf & Thermae sono all’insegna del massimo comfort e della modernità, ma senza stridere con la tradizione: come nel Ristorante del circolo, dove si propone una cucina variegata e di qualità, con ricette tipiche della tradizione parmigiana e nazionale, e una carta dei vini con un’ampia scelta di etichette, in un ambiente completamente rinnovato, intimo e accogliente nella sua semplicità.

MATILDE DI CANOSSA GOLF

I campi da golf Cinque percorsi di qualità che si dipanano in luoghi suggestivi e in grado soddisfare le esigenze dei golfisti di qualsiasi livello

Golf Del Ducato Il percorso La Rocca del Golf Del Ducato trova sede nel cuore della Food Valley dove golf e gastronomia si fondono in un magico connubio. Fondato nel 1985 ai margini del parco naturale dei Boschi di Carrega a soli 10 minuti da Parma si dipana tra boschi di querce e acacie, splendidi laghetti e in un territorio dolcemente collinare che da vita a uno straordinario parkland a 18 buche con panorami indimenticabili. Il ristorante del club è molto famoso per i piatti della tradizione emiliana e per le specialità del territorio tra cui regnano sovrane due eccellenze alimentari a livello mondiale come il Parmigiano Reggiano e il Prosciutto di Parma. Prima Feudo dei Farnese ed in seguito dei Borbone la città di Parma offre il fascino esclusivo che si respira solamente dove storia e cultura hanno segnato lo scandire del tempo. GOLF DEL DUCATO

16 • Golf moderno

SALSOMAGGIORE GOLF & THERMAE

Golf Club

Castell’Arquato GOLF CLUB CASTELL’ARQUATO

Croara Country Club Il Croara Country Club è situato ai confini nord-occidentali dell’Emilia, a pochi chilometri da Piacenza, in una zona collinare che risente positivamente del clima temperato della vicina Liguria. La felice posizione del percorso, per metà posto sui depositi alluvionali del fiume Trebbia e per l’altra metà adagiato sulle colline delle prime propaggini appenniniche, gli conferisce caratteristiche di continua varietà di panorami e di situazioni di gioco. Ne risultano così 18 buche molto tecniche, con fairway mediamente stretti, bordati da querce, castagni, pioppi, robinie e dall’affascinante scenario lungo il corso del fiume, sui quali si alternano colpi lunghi con altri particolarmente delicati. Il percorso è già stato consacrato da una manifestazione internazionale di alto livello quale il primo Open Femminile d’Italia. (Uno scorcio del club nelle pagine 14 e 15).

Nato nel 1991, il Golf Club Castell’Arquato sorge nel punto di congiunzione tra le verdi vallate piacentine e le colline parmigiane. E’ inserito in 64 ettari di verde, a 220 metri sopra il livello del mare. Dista poche decine di chilometri da Piacenza ed è a pochi minuti dal bellissimo borgo medievale di Castell’Arquato. Il percorso si snoda su 18 buche di campionato, incastonate in una verde e sinuosa vallata. E’ un percorso di pregio, disegnato da Cotton & Pennick, che impegna e diverte tanto il giocatore più esperto quanto il principiante. Un’ampia e luminosa club house è a disposizione del golfista per brevi soste o per qualche ora di relax.


BEST WESTERN HOTEL FARNESE

ANTICO BORGO DI TABIANO CASTELLO

Best Western Hotel Farnese

Gli hotel Antico Borgo di Tabiano Castello L’Antico Borgo di Tabiano Castello è immerso in un’atmosfera suggestiva di relax e natura. Un hotel di charme in un antico borgo con castello nella provincia di Parma. L’antico borgo risale all’11° secolo ed è stato costruito su rovine romane. Le ampie stanze ricavate in parte nella torre di guardia e nell’antica dimora storica offrono tutti i moderni comfort (tv a schermo piatto e internet veloce). Da ogni finestra si gode una vista d’eccezione: le torri, le mura di cinta, gli ulivi e le alte piante secolari dell’ampio parco e poi l’Appennino tosco-emiliano e la pianura fino alle Alpi. Il ristorante L’Antico Caseificio offre una selezione di prodotti tipici e a km. zero. Il Centro Benessere è stato ricavato in una grotta naturale con sauna, bagno turco, vasca idromassaggio e possibilità di massaggi. Pacchetti: Antico Borgo di Tabiano Castello – Tabiano / Salsomaggiore Terme (Parma) San Bartolomeo (Reggio Emilia) 7 notti B&B + 5 green fee (Matilde, Ducato, Salsomaggiore, Croara e Castell’Arquato) Euro 690,00 (per persona in camera doppia)

MATILDE DI CANOSSA GOLF, SPA & HOTEL RESORT

Matilde di Canossa Golf, spa & Hotel Resort Nel meraviglioso contesto delle terre matildiche ha aperto nel 2009 il Matilde di Canossa Golf, Spa & Hotel Resort (4 stelle S), il primo resort golfistico della Regione Emilia-Romagna. Il Resort offre ai suoi ospiti un albergo di lusso, una Wellness Farm e un Borgo con residenze raffinate, dove abitare lontano dallo stress cittadino, ma circondati da servizi di prima categoria. Si tratta di un luogo unico che coniuga relax e benessere, sport e cultura. L’aspetto esteriore del Borgo è riconducibile alla tradizione architettonica della collina reggiana in assoluto rispetto con l’ambiente naturale circostante. I bastioni, le recinzioni in muratura, le pavimentazioni in pietra di strade e piazze, contribuiscono a creare l’atmosfera tranquilla di un borgo tradizionale della campagna padana. Un angolo di paradiso, dove poter vivere momenti di tranquilla intimità, protetti da servizi continui di guardiania. All’interno del Resort sorge il Golf Club con 18 buche da campionato, una club house elegante e raffinata, un ristorante dove gustare le delizie della cucina tipica reggiana ed un Wine Bar per un pranzo veloce. Nelle vicinanze del Resort è possibile giocare su altri 5 campi da golf da campionato. Pacchetti: Matilde di Canossa Golf, Spa & Hotel - 4 stelle Superior San Bartolomeo (Reggio Emilia) 7 notti B&B + 5 green fee (Matilde, Ducato, Salsomaggiore, Croara e Castell’Arquato) Euro 576,00 (per persona in camera doppia)

Best Western Hotel Farnese è un rinomato 4 stelle nel quale modernità e tradizione si fondono con eleganza e passione in un pezzo di storia della città. La sua raffinata hall con i suoi arredi e complementi etnochic, le sue ampie vetrate che si aprono sul garden piscina, fanno pensare di essere in un luogo ideale per un soggiorno di qualità. L’hotel, dotato di un ampio parcheggio, unico nella zona centrale di Parma dotato di piscina esterna, gode di una posizione strategica che lo fa essere il più vicino alle Fiere di Parma (5,0 Km), a pochi chilometri dall’aeroporto di Parma (2 Km), dalla stazione ferroviaria (1,3 Km), a soli 500mt dalla tangenziale nord (Uscita 7 Fiera-Via Baganzola) e dal centro storico (1,6 Km). All’eccellente servizio 4 stelle, si aggiunge la professionalità e la cordialità del personale dell’albergo che rendono il soggiorno davvero piacevole facendovi sentire come a casa vostra. Che voi siate a Parma per lavoro o per una piacevole vacanza Best Western Hotel Farnese vi offrirà ogni comfort. L’hotel è situato a 18 km dal Golf Del Ducato, a 30 km dal Salsomaggiore Golf & Thermae e dal Matilde di Canossa Golf ed a 40 km dal Golf Club Castell’Arquato. Pacchetti: Best Western Hotel Farnese - 4 stelle – Parma 7 notti B&B + 5 green fee (Matilde, Ducato, Salsomaggiore, Croara e Castell’Arquato) Euro 520,00 (per persona in camera doppia)

Golf moderno •

17


Per informazioni, vendita e quotazione pacchetti turistici e prenotazioni alberghi e Tee Times: Emilia Romagna Golf c/o Cervia Turismo Via Evangelisti 4 48015 Cervia (Ravenna) Tel.: 0544.916280 / 72424 Fax: 0544.972911 E-mail: info@emiliaromagnagolf.com Web site: www.emiliaromagnagolf.com

TERME DI MONTICELLI, PARMA PIAZZA GARIBALDI A PARMA

E dopo il golf?

hotel romagnosi

SE VENITE IN EMILIA A REGGIO, PARMA, PIACENZA E SALSOMAGGIORE NON DIMENTICATEVI DI:

”Albergo Casa Romagnosi” è un edificio storico che vide i natali del filosofo e giurista Gian Domenico Romagnosi, fu convertito in albergo alla fine dell’800. Completamente ristrutturato è stato inaugurato nel dicembre 2005 (4 stelle). La costruzione è collocata in zona centrale, di fronte al bellissimo Centro Benessere Termale “Berzieri” a pochi passi dalle Terme L. Zoja. Unisce al fascino della storia la cura dei particolari, per rendere il soggiorno rilassante e indimenticabile. Le 39 camere sono dotate di TV satellitare, aria condizionata, cassaforte, frigo bar,prese fax e computer, phon. La cucina, particolarmente accurata, offre piatti italiani e internazionali, pur accondiscendendo alle richieste di regimi alimentari particolari. L’albergo mette a disposizione dei propri ospiti, deposito per sacche da golf, city bike, salette per meeting e riunioni, posti auto riservati.

Esplorare le meraviglie architettoniche ed i musei di Parma con una sosta speciale presso il Duomo, il Battistero e alle Terme di Monticelli. Visitare la terre verdiane e la casa di Roncole di Busseto dove Giuseppe Verdi nacque il 10 Ottobre 1813 ed immergersi nel magico mondo della grande musica classica presso il Teatro Regio di Parma. Gustare un pranzo tipicamente medievale nei castelli degli ex Ducati di Parma e Piacenza fra squilli di tromba, duelli epici, splendide dame e nobiluomini. Rilassarvi per un’intera giornata alle Terme di Salsomaggiore e di Tabiano. Perdervi nel Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci, il più grande del mondo, un dedalo con 200.000 piante di bambù di varie specie a Fontanellato. Approfittare degli ottimi prezzi dell’Outlet Fidenza Village.

18 • Golf moderno

Pacchetti: Hotel Romagnosi - 4 stelle - Salsomaggiore Terme (Parma) 7 notti B&B + 5 green fee (Matilde, Ducato, Salsomaggiore, Croara e Castell’Arquato) Euro 610,00 (per persona in camera doppia) HOTEL ROMAGNOSI


Golf moderno

storie di major

Tom Morris “Young” una leggenda Vinse quattro Open Championship consecutivi, primato ancora imbattuto, fu un idolo dell’epoca e un innovatore nella tecnica di gioco, ma con lui il destino non fu benevolo

N

essuno ancora è riuscito a eguagliare la sua impresa di vincere quattro Open Championship consecutivi, record che ormai resiste da 144 anni, distribuiti nell’arco di tre secoli. Tom Morris jr probabilmente sarebbe stato famoso ai suoi tempi quanto lo è attualmente Tiger Woods, se i mezzi di comunicazione fossero stati gli stessi di oggi, ma ha comunque lasciato una traccia indelebile nella storia del golf se la sua leggenda continua a sopravvivere in un mondo che fagocita i suoi protagonisti alla velocità di un lampo. Aveva 17 anni, cinque mesi e otto giorni quando nel 1868 indossò per la prima volta il “Belt”, la cintura che spettava al primo classificato nell’Open Championship. Stabilì un primato come vincitore più giovane, ancora imbattuto, ma già si era assicurato quello di partecipante più giovane quando era sceso in campo nel 1865 a 14 anni, quattro mesi e quattro giorni. Morris alla prima delle dodici buche del percorso di Prestwick (dove il torneo era nato il 17 ottobre 1860 e si disputò con-

secutivamente fino al 1972), la “Back of Cardinal”, par 5, mise a segno un eagle e chiarì subito le sue intensioni. Vinse con 157 colpi, primo a scendere sotto i 160, lasciandosi alle spalle Robert Andrew (159). L’anno dopo fu lotta in famiglia. “Young Tom” superò il padre “Old Tom”, che nel 1867 aveva firmato il suo quarto Open Championship bruciando Willie Park, il quale ne aveva tre all’attivo compreso quello inaugurale. Per vincere dovette ancora migliorarsi e portò lo score a 154, contro i 157 del genitore. Il terzo successo di “Young Tom”, nel 1870, mise in crisi tutto il sistema. Fu un autentico trionfo: con 149 colpi infranse il muro dei 150 e lasciò a 12 colpi David Strath e Bob Kirk. Non riuscì a superare il record del padre che nel 1862 aveva distaccato Willie Park di tredici lunghezze, primato ancora imbattuto, ma si prese la soddisfazione di portarsi definitivamente a casa il “Belt”, una cintura di marocchino rosso ornata di medaglioni d’argento, destinata per regolamento a divenire proprietà del giocatore che avesse vinto la gara per tre volte consecutive.

Qualcuno si dimentico di far approntare un nuovo trofeo per l’anno dopo e quando gli organizzatori se ne resero conto fu troppo tardi. Così l’edizione del 1871 non venne disputata. Forse la causa non fu solo questa, ma piuttosto qualche accomodamento politico necessario per un torneo che stava divenendo sempre più prestigioso. Di certo si ripartì con un accordo tra i clubs di Prestwick, St. Andrews e Musselburgh per una rotazione dei tracciati. Si decise anche di mettere in palio una coppa, molto simile all’attuale Claret Jug, con l’intesa che non sarebbe mai divenuta proprietà di nessuno. Non è dato a sapere se fu la proverbiale parsimonia scozzese a dettare le regole oppure il timore di un’altra clamorosa dimenticanza. I campi che avevano il privilegio di ospitare la manifestazione rimasero tre fino al 1891 quando entrarono in scena anche Muirfield ed Hoylake. Nel 1872 si ripartì da Prestiwick e Morris jr firmò la quaterna con il suo punteggio più alto, 166 colpi, ma David Strath, gliene rese tre. Questi giunse ancora secondo nel 1876, perché rifiutò di disputare lo

Golf moderno •

19


Golf moderno

storie di major

Una foto del 1890. Tom Morris “il vecchio” sul tee della buca 1 dell’Old Course di St. Andrews

spareggio con Bob Martin. Non ebbe più occasione per vincere. Sebbene si fosse agli albori del golf professionistico, non bisogna credere che i successi di “Young Tom” siano stati favoriti dalla scarsità dei propri avversari. Giocatori come Willie Park, lo stesso Strath, Bob Kirk, Allan Robertson erano bravi e famosi quanto i campioni dei nostri giorni. “Old Tom Morris”, poi, era ritenuto in assoluto il migliore, almeno fino a quando entrò in scena il figlio, a cui nessuno si sognò mai di paragonarlo. La popolarità di Morris “il giovane” non fu determinata soltanto dalle quattro vittorie, ma anche dal modo come le ottenne. Punteggi record e superiorità indiscussa. Fece sensazione il 149 del 1870, rimasto primato assoluto per la fase in cui l’Open Championship (che gli americani chiamano British Open facendo irritare da sempre i sudditi di Sua Maestà) si svolse su 36 buche, ossia fino al 1892 quando Harold H. Hilton si impose con 305 colpi su 72 buche a Muirfield. In uno dei tre giri sulle 12 buche di Prestwick Morris jr segnò un 47, ossia “uno sotto il quattro” secondo il linguaggio dell’epoca. La media di 74,5 a giro resistette per ben 34 anni, fino al 1904, quando Jack White superò la barriera dei 300 colpi, vincendo al Royal St. George con 296 e la media di 74 colpi. L’anno prima era stato Harry Vardon a emulare il 74,5 con 300 colpi tondi sullo stesso traccia-

20 • Golf moderno

Open Championship fascino dal sapore antico L’Open Championship, il major più longevo, si svolgerà quest’anno al Royal Troon GC in Scozia. Come tradizione avrà luogo nella terza settimana di luglio (da giovedì 14 a domenica 17), sarà la 145ª edizione e richiamerà, come tutti i tornei del grande slam, i migliori giocatori del mondo. Naturalmente in una gara che ha attraversato tre secoli sono tante le storie che l’hanno accompagnata, infarcite di incredibili imprese, di personaggi che hanno scritto pagine indelebili, di colpi rimasti nella leggenda e di altri che per questione di centimetri non vi hanno fatto parte, come il putt che nel 2009 passò a fianco dell’ultima buca del percorso di Turnberry e impedì al sessantenne Tom Watson di vincere il suo sesto Open a un’età incredibile. Poi perse al playoff per mano di Stewart Cink. Non facciamo previsioni su quanto accadrà, certi che comunque sarà ancora una volta spettacolo da non perdere che verrà portato nelle case di tutto il mondo dai grandi network televisivi offrendo in visione anche il minimo dettaglio. Preferiamo invece tornare indietro nel tempo per ricordare quanto, pur senza l’intervento dei gradi mezzi di comunicazione, è rimasto comunque negli annali, con tanta verità, ma forse anche con un pizzico di mistero e fantasia. Il primo Open Campionship si disputò nel 1860 a Prestwich e lo vinse Willie Park. Rimase sul quel tracciato fino al 1872 dove i grandi protagonisti furono Tom Morris “Old” e Tom Morris “Young”, padre e figlio. E fu su quel campo che Tom Morris “Young” divenne una leggenda dell’evento, vincendolo per quattro volte consecutive, primato ancora imbattuto, e del golf. Ve ne raccontiamo la storia.

to di Prestwick. Il 166 con cui “Young Tom” concluse la sua quarta fatica vittoriosa, all’apparenza mediocre rispetto alla sua media, da ritenersi strepitosa se rapportata ai materiali e ai campi di quel periodo, trovò ampia giustificazione nelle critiche condizioni meteorologiche, come fu abbondantemente sottolineato nelle cronache dell’epoca. La superiorità di Tom Morris “il giovane” nei riguardi dei suoi avversari fu comunque straripante. Per cercare di stabilirne i motivi tecnici si può solo ricorrere alle varie testimonianze scritte, perché non esiste praticamente nella di visivo a parte una foto che lo ritrae in un address. E le testimonianze concordano sul fatto che la sua tecnica di gioco avesse del rivoluzionario e non a caso influenzò generazioni successive di golfisti. Addirittura qualcuno sostiene che alcune delle innovazioni siano state seguite dai professionisti almeno fino agli anni Ottanta. Morris jr, altezza media, simpatico e molto intelligente, aveva un bel fisico con spalle larghe e torace possente. Disponeva di una forza non comune nelle mani e negli avambracci: il suo grip veniva definito “a morsa” e si dice che fosse in grado di fratturare la mano di una persona, stingendola. All’epoca tutti i campioni eseguivano lo swing “stile St. Andrews”, ossia con un arco molto lungo e piuttosto piatto, con l’avambraccio destro che si portava quasi parallelo al terreno all’apice del backswing. Morris jr, invece, diede luogo al primo backswing “controllato” che si sia visto sui campi da golf con un movimento più corto e più verticale. Grazie alla compattezza di tale movimento effettuava con i ferri eccellenti colpi dalla media distanza e alla bandiera, con al massimo tre quarti di swing. Anche nei colpi lunghi andò contro corrente creando il suo stile personale. La tesi dell’epoca era che la palla dovesse essere tenuta per quanto possibile bassa, imprimendole un leggero hook per meglio controllarla sui links battuti dal vento. Poiché le palline erano di guttaperca era ritenuta efficace un’azione a spazzola nell’impatto. Morris jr, invece, dava alle sue palline una traiettoria piuttosto alta così che, quando toccavano terra, si arrestavano in pochi metri. In tal senso sono molti a ritenere che colpisse la palla con


Tom Morris “il vecchio”, a sinistra, con il figlio. Questa foto è l’unica esistente in cui Morris “il giovane” è in posizione di gioco. A pagina 19: Tom Morris “Il giovane” in una sua rarissima fotografia. Indossa il “Belt”, la cintura destinata inizialmente ai vincitori dell’Open Championship

il metodo adottato più tardi da Arnold Palmer, ossia far avvenire l’impatto prima che la testa del bastone raggiungesse il punto più basso dello swing. Qualunque fosse l’accorgimento di Morris jr per ottenere un maggior backspin fu sicuramente rivoluzionario. Talvolta eccedeva nel colpire prima la palla e poi il terreno specie con i ferri, ma era proverbiale l’efficacia dei suoi colpi anche dai lie più difficili. Fu anche il primo a utilizzare il mashie,

ossia un ferro corrispondente all’incirca all’attuale “sei”, a faccia piccola che gli permetteva una maggior precisione nei colpi dalla media distanza. Era quasi impeccabile sul green. Usava un putter a “maglio”, con la testa di legno, e imprimeva alla palla un marcato “overspin”. Se però non trovava un tappeto erboso all’altezza, allora ricorreva a un ferro con la faccia più aperta. Suo principio fondamentale, attaccare sempre la buca e mai rimanere corto. Probabilmente sarebbe

stato in difficoltà nel tour attuali, dove occorre rispettare i tempi per non incorrere in penalità per gioco lento: infatti studiava a lungo i colpi, anche i più semplici putts, perché non ammetteva l’errore. Sapeva domare anche i green più veloci o quelli che somigliavano a lastre di vetro, ma come facesse rimarrà per sempre un mistero. E poiché era estremamente preciso anche nei chip, praticamente il suo gioco non aveva “buchi”. I punteggi realizzati da Young Tom Morris sono da ritenersi eccezionali per l’epoca. Vanno, infatti, considerate le condizioni dei campi e i materiali. L’erba di rough e fairways, ad esempio, non veniva tagliata e la manutenzione era affidata a... pecore e conigli. I green non venivano annaffiati e solo saltuariamente il manto erboso veniva tagliato con la falciatrice, ma il risultato era un’erba di altezza simile a quella degli attuali fairways. E quanto ai bunker non subivano alcun intervento. La pallina di guttaperca, poi, se non veniva colpita nel modo giusto non faceva molta strada e, in ogni caso, studi fatti nel tempo hanno dimostrato che rispetto alle attuali, con lo stesso colpo percorreva almeno un centinaio di metri in meno. Quanto ai bastoni erano molto rudimentali. Un esempio per tutti: gli shaft di hickory erano molto flessibili e se non si voleva rischiare di veder volar via la testa occorreva evitare di portare indietro il bastone con troppa energia. Lo stesso Morris jr subì più volte questo tipo di incidente. Fu il primo vero professionista della storia, perché al contrario dei suoi colleghi non lavorava nei circoli. Suo padre, ad esempio, si può considerare l’inventore della moderna attività del greenkeeper. Morris jr viveva esclusivamente con i proventi derivanti dalla sua attività agonistica, ma essendo il più forte doveva spesso concedere ai suoi avversari colpi di vantaggio, persino ben nove a giro su un tracciato di dodici buche. Tra le tante sfide ne vinse una con Davie Strath e Jamie Anderson, giocando contro la loro miglior palla. La sua carriera fu molto breve, vittima di un destino crudele. Morì di crepacuore ad appena ventiquattro anni, stroncato dal dolore per la perdita della moglie e del figlio appena nato. Riposa nella cattedrale di St. Andrews.

Golf moderno •

21


Golf moderno

eventi

Il grande tennis a Montecarlo e a Roma

C

a cura di

Isabella Dindo

22 • Golf moderno

arissimi sportivi, è sempre un gran piacere assistere all’elegante torneo di tennis di Montecarlo. E’ davvero unica l’atmosfera che si respira nella splendida terrazza del Country Club, dove, seguendo le partite e degustando una coppa di champagne, si notano le barche a vela che lentamente si dirigono verso il Beach. E’ un contesto incantevole. Montecarlo è un gioiello esclusivo per chi sa vivere e apprezzare il bello della vita. Anche a Roma, quest’anno è tornato il grande

tennis, dove i campioni del circuito internazionale ATP hanno mostrato tutte le loro capacità sportive. L’organizzazione è stata ottima e impegnativa. Oltre alla sfida sportiva, infatti, erano previsti anche momenti culturali e musicali, tutti da vivere. Sono state sicuramente le serate più glam della capitale. Un evento sempre più innovativo che ha coinvolto il mondo dello sport, dove anche i golfisti, per qualche giorno, hanno abbandonato la pallina sul green per andare ad emozionarsi con la pallina da tennis.


Due eventi di grande fascino quasi in sequenza, spettacolari e dove i grandi campioni esprimono il meglio. Due occasioni in cui il tennis riesce a coinvolgere anche gli appassionati di altri sport

Nelle foto a destra: in alto, Lea Pericoli e Isabella Dindo; al centro, Nicola Pietrangeli e Isabella Dindo a Montecarlo; in basso Isabella Dindo e Paolo Bertolucci nella terrazza del Country Club a Montecarlo

Golf moderno

Richiedi gratuitamente una copia digitale della rivista inviando un’email con il tuo nome, cognome e circolo di appartenza (se tesserato) all’indirizzo redazione@golfmoderno.it Riceverai il numero in distribuzione e i prossimi in uscita Golf moderno •

23


Golf moderno

dal mondo

Virginia Elena Carta, uno show nel NCAA Virginia Elena Carta ha ottenuto un successo di prestigio assoluto imponendosi nel NCAA Womens Medal Championship, ossia il più importante evento statunitense a livello di College e secondo solo all’US Womens Amateur. Sul percorso dell’Eugene Country Club, a Eugene nell’Oregon, l’azzurra, che difende i colori della Duke University di Durham (North Carolina), ha concluso con 272 colpi (-16) ben otto di vantaggio su Haley Moore (Arizona University) e su Dewi Weber (Miami). Un’impresa straordinaria di cui i numeri danno l’esatta dimensione: punteggio più basso nella storia del torneo e distacco sulle seconde più ampio, superando il precedente primato di sei colpi stabilito da Annie Park (2013). Inoltre ha eguagliato il record della svedese Annika Sorenstam, unica fino ad ora ad imporsi da matricola (1991). Virginia Elena Carta, 20 anni a dicembre, nata a Milano e tesserata per il Golf Club Udine, dedica almeno 20 ore alla settimana al golf e sette o otto giornaliere allo studio di “Environmental Sciences (Scienze ambientali)”. Ha cominciato a giocare a golf a 8 anni, ma il suo Dna è quello di una sportiva doc: bici, vela, sci, calcio, scherma, basket tra le varie discipline praticate. Con il golf non è stato subito amore a prima vista: a chi le chiedeva se davvero le piacesse, rispondeva che non si

Solheim Cup 2017: Annika Sorenstam capitana europea

24 • Golf moderno

divertiva poi tantissimo, ma che voleva capire quanto sarebbe riuscita a migliorare. A tredici anni ha indossato per la prima volta la maglia azzurra divenendone una delle colonne portanti e partecipando anche a vari Campionati Europei. Nel 2010 ha vinto il Leoncino d’Oro, nel 2012 il Trofeo Umberto Agnelli e il GP Città di Milano ed è giunta seconda nel Campionato Nazionale Ragazze e nel Leone San Marco e quarta nello Slovenian International Ladies. Nel 2013 è arrivata la prima

La svedese Annika Sorenstam è stata nominata capitana della squadra europea di Solheim Cup per la 15ª edizione della sfida con la selezione degli Stati Uniti, che si terrà sul percorso del Des Moines Golf & Country Club a Des Moines, nello Iowa, dal 18 al 20 agosto 2017. L’annuncio è stato dato a Palm Springs, in California. Annika Sorenstam si è ritirata dalle scene agonistiche nel 2008 dopo essere stata ai vertici mondiali per

vittoria in campo internazionale nell’Austrian Open e si è classificata terza nel German Girls Open e nel Campionato Nazionale Femminile medal. Ha disputato la Junior Solheim Cup con la formazione continentale. Nel 2014 ha conseguito altri tre titoli all’estero nell’arco di tre mesi conquistando il French International Lady Juniors, lo Slovenian International Ladies e il German Girls Open. Ad agosto ha partecipato alle Olimpiadi Giovanili in Cina riportando la medaglia di bronzo nella gara a squadre,

oltre un decennio e aver vinto 72 gare nel LPGA Tour (con dieci major), 14 nel Ladies European Tour, quattro nel circuito australiano, due in quello giapponese e tre tornei a squadre, compresa la World Cup (2006). Ha disputato la Solheim Cup per otto volte con due successi nel 2000 e nel 2003. Ha ricoperto il ruolo di vice capitana per tre volte con due vittorie continentali nel 2011 (capitana Alison Nicholas) e nel 2013

insieme a Renato Paratore, e terminando quarta in quella individuale. Ha preso parte all’Open d’Italia femminile, superando il taglio e ricevendo l’argento quale miglior amateur. Nel 2015 si è trasferita negli Stati Uniti dove è si è classificata settima nel Ruth’s Chris Tar Heel Invitational e quest’anno, prima del successo nell’Oregon, ha ottenuto il secondo posto nel LSU Tiger Golf Classic, il settimo nel NCAA Baton Rouge Regional e il decimo nell’ ACC Women’s Golf Championship.

(capitana Liselotte Neumann), mentre nel 2015 (capitana Carin Koch) hanno prevalso le statunitensi in Germania (14,513.5) condotte da Juli Inkster, che sarà nuovamente alla loro guida nello Iowa. “E’ un grandissimo onore - ha detto la 46enne di Bro - poter guidare la formazione europea. La Solheim Cup è stata una componente importante nella mia carriera ed essere stata vice capitana nelle ultime tre edizioni mi ha per-

messo di prepararmi a dovere per affrontare questo impegno con la dovuta esperienza. Negli ultimi dieci anni l’evento è molto cresciuto sia qualitativamente che nelle aspettative dei media e lo sarà ancora di più a Des Moins”. Annika Sorenstam è la nona capitana continentale nella storia della competizione dopo Mickey Walker, Pia Nilsson, Dale Reid, Catrin Nilsmark, Helen Alfredsson, Alison Nicholas, Liselotte Neumann e Carin Koch.


Cartellino rosso per Muirfield Il prestigioso circolo di Muirfield ha ricevuto un “cartellino rosso” dal Royal and Ancient ed è stato estromesso dalla lista dei dieci percorsi che, a rotazione, ospitano l’Open Championship. Il motivo è nell’ostracismo ancora una volta ribadito nei confronti delle donne. E’ accaduto che la Honourable Company di Edimburgo, proprietaria del celebre club, ha invitato i propri

soci a votare sull’ammissione delle signore. Si pensava più che altro che la votazione fosse solo una formalità, ma così non è stato. Dei 648 soci di Muirfield, 616 hanno votato e solo il 64% è stato favorevole all’ammissione delle donne, e la proposta è tata bocciata non essendo stata raggiunta la maggioranza dei due terzi. Di qui l’ira funesta del R&A. “Non

organizzeremo l’Open in un percorso che non ammette le donne come socie”, ha dichiarato il Chief Executive della R&A Martin Slumbers. “Solo se la politica del club cambierà, riconsidereremo la cosa”. Sono piovute ccritiche da tutto il mondo del golf e in particolare è stata molto dura la reazione di Rory McIlroy: “La R&A ha fatto la cosa giusta. Siamo nel 2016 e

i tempi devono cambiare. Ci è voluto anche troppo. Persino la Royal and Ancient ha permesso alle donne di far parte di St. Andrews poco più di un anno fa. Muirfield è un grande percorso ma nella rotazione per l’Open giochiamo sempre anche su tanti altri grandi campi, non ne sentiremo quindi la mancanza. Penso che la loro perdita sia maggiore e peggiore della nostra”.

Rocca-Sergas un team per vincere

Adam Scott

Giulia Sergas

Con l’oro olimpico si va ai major I vincitori delle Olimpiadi di golf saranno ammessi per un anno a tutti i major. Chi conquisterà la medaglia d’oro maschile avrà diritto a partecipare a Masters, US Open, Open Championship e PGA Championship del 2017. L’esenzione nei cinque major femminili per la campionessa olimpica comincerà dall’Evian Championship del prossimo settembre e proseguirà nei quattro major successivi in programma nel 2017: ANA Inspiration, Women’s PGA Championship, US Women’s Open e Women’s British Open. In tal modo i responsabili del golf mondiale hanno voluto dare un ulteriore incentivo

per invogliare il maggior numero possibile di grandi giocatori ad essere presenti alle Olimpiadi, poiché ci sono stati già alcuni forfait importanti come, ad esempio, quelli dell’australiano Adam Scott e del fijiano Vijay Singh. Quest’ultimo lo ha motivato con la paura per del virus zika, stessa preoccupazione che forse farà prendere la stessa decisione a Rory McIlroy. In realtà, però, questa iniziativa è piuttosto singolare in relazione all’obiettivo per cui è stata presa, perché tutti i grandi campioni l’esenzione per i major già l’hanno in tasca. Diciamo che può aver presa sui giocatori del... ceto medio

Costantino Rocca e Giulia Sergas si sono incontrati casualmente sul campo per un giro di pratica e da quel momento è nato un sodalizio per dovrebbe portare la campionessa triestina a esprimere tutta la propria potenzialità, che non è mai arrivata al massimo nei 17 anni di LPGA Tour. “Con il gioco che ha non riesco a capire come Giulia ancora non abbia vinto” ha detto Rocca, che poi l’ha raggiunta a marzo in Arizona. “L’ho seguita nel primo giro della JTBC Founders Cup e ha segnato un 64, otto sotto par e miglior score della sua carriera. E’ stato un primo passo importante. Ora stiamo lavorando sul gioco corto, perché su quello lungo Giulia non ha praticamente nulla da cambiare. Tira con il driver dove vuole. Dai centro metri al green, invece, può ancora migliorare e di molto e stiamo lavorando su quello”. Dopo quello score la Sergas, in quel momento terza in classifica ebbe a dire: “Sto lavorando da

gennaio con Costantino. La sua grande esperienza sul tour è essenziale per ottenere dei miglioramenti. A volte è solo questione di dettagli e lui conosce tutti i dettagli”. Due gli obiettivi della triestina. Il primo, ossia quello di recuperare la ‘carta’ per il circuito lo ha già raggiunto. Dopo aver disputato le prime cinque gare dell’anno grazie a una medical exemption, causa l’infortunio che l’ha fermata nel 2015, è riuscita ad avere il pass per il resto della stagione grazie al re-ranking. Ora vuole guadagnarsi il pass per la gara olimpica a Rio 2016. Nel frattempo sta facendo progressi: “Mi sembra - ha aggiunto Rocca - che come era accaduto a me anni addietro lei non creda molto in se stessa e quindi sto operando perché in gara possa partire senza alun timore, ma con la piena consapevolezza della sue doti e di quello che può fare. Ci vuole tempo e al momento la parola d’ordine è: calma, respira, gioca buca per buca e pazienza perché siamo solo all’inizio”.

Golf moderno •

25


Notiziario

Interregionale: vincono Marco Simone e Castelgandolfo • Sull’impegnativo percorso del Golf Club Fiuggi si è disputato il Campionato Interregionale a squadre di Lazio, Abruzzo e Molise. Vi hanno preso parte undici team di quattro giocatori nel torneo maschile e sei di tre elementi in quello femminile per due giornate di gara molto combattute. Nel campionato maschile si è imposta la formazione del Marco Simone Golf & Country Club composta da Francesco Ciancarelli, Jacopo Fertuzzi, Andrea D’Agostino e da Giulio Marinelli che nel turno conclusivo ha sorpassato con un margine di due colpi la compagine del Golf Nazionale (Valerio Rossi, Valerio Incocciati, Salvatore Caruso, Niccolò Agugiaro) in vantaggio di uno dopo il primo giro. Al terzo posto con tre lunghezze di ritardo Roma Acquasanta (Simone Perfili, Gianmarco Federici, Aldo Di

26 • Golf moderno

Da sinistra, Giorgio Fertuzzi, capitano Marco Simone, Maria Vittoria Corbi, Francesco Ciancarelli, Jacopo Fertuzzi, Giulio Marinelli, Andrea D’Agostino , Elena Colombo, Francesca Fiorellini e Marco Luzzi, allenatore Castelgandolfo

Battista, Matteo Sebastiani), altra formazione protagonista dell’evento e seconda dopo 18 buche. A seguire Castelgandolfo, Parco di Roma e Olgiata. Nella gara femminile gran rimonta di Castelgandolfo (Maria Vittoria Corbi, Elena Colombo, Francesca Fiorellini), che ha recuperato cinque colpi sul team di Marco Simone (Andreina Pupa D’Angelo, Barbara Borin, Francesca Pannoni) leader dopo un giro e poi staccato di due. In terza posizione Archi di Claudio (Alessia Mengoni, Anna Gazzellone, Benedetta Reina) e quarta la squadra del circolo ospitante (Asia Giansanti, Maria Emilia Benassi, Federica Rossi). In occasione del Campionato Interregionale a squadre di Lazio, Abruzzo e Molise il Comitato Regionale Lazio ha realizzato alcune riprese delle fasi di gioco più significative e mini-interviste ai partecipanti che possono essere visualizzate sul sito del Comitato Regionale Lazio (www.federgolflazio.it) e sul sito you tube dello stesso Comitato.


Notiziario un’interessante promozione della federgolf

Due mesi di lezioni per neofiti a 99 euro

• La Federazione Italiana Golf ha lanciato una nuova e interessante iniziativa promozionale per favorire tutti coloro che vogliono avvicinarsi al golf. Gli interessati possono partecipare a corsi collettivi, per quattro o otto persone, studiati appositamente per i principianti, tenuti da insegnanti abilitati all’interno dei circoli aderenti al progetto. Il tutto a un costo particolarmente vantaggioso. Tali corsi hanno la durata di due mesi: quelli con 8 partecipanti si articolano in 16 ore da svolgersi in 8 settimane; quelli con 4 partecipanti si suddivi-

dono in 8 ore distribuite in 8 settimane. Il costo è di 99 euro e comprende, oltre alle lezioni, l’uso delle attrezzature, le palline di pratica e la possibilità di frequentare il campo pratica del club anche al di fuori delle lezioni collettive e per un ulteriore mese, dopo la fine del corso. Sempre entro un mese dal termine delle lezioni, i partecipanti devono decidere se continuare o meno a giocare: in caso positivo, possono scegliere tra l’iscrizione a uno dei circoli riconosciuti dalla Federazione oppure il tesseramento libero.

All’iniziativa federale hanno già dato la loro disponibilità oltre 150 circoli. Ne segnaliamo alcuni. LAZIO: Amoroma, Archi di Claudio, Castelgandolfo, Fioranello, Fiuggi, Frosinone, Latina, Marco Simone, Nazionale, Oasi, Olgiata, Terre dei Consoli, Tevere Golf, Viterbo. UMBRIA: Lamborghini, Perugia. ABRUZZO: Valpescara. MOLISE:Termoli, Zio Carlo Isernia

Coppa d’Oro Città di Roma

Cianchetti e Fanali non fanno sconti • Luca Cianchetti (Modena) e Alessandra Fanali (Marco Simone) hanno vinto la 63ª edizione della Coppa d’Oro Città di Roma, gara prestigiosa e di lunga tradizione disputata sul percorso del Circolo del Golf Roma Acquasanta presentato in splendide condizioni. Il torneo, che è stato sempre frequentato dai migliori dilettanti nazionali, ha spesso portato alla ribalta atleti e atlete che poi si sono distinti anche in campo professionistico. L’esempio più recente è quello di Nicolò Ravano e di Francesco Laporta, past winner e approdati in questa stagione sull’European Tour. Nel torneo maschile Luca Cianchetti, lo scorso anno a segno nell’Abruzzo Open, evento dove ha sconfitto i pro dell’Alps Tour, ha effettuato un’ottima rimonta nei riguardi del compagno di club Jacopo Vecchi Fossa, che dopo tre giri aveva un vantaggio di cinque colpi. Cianchetti con un gran 67 (-4) e lo score di 276, otto

Alessandra Fanali e Luca Cianchetti insieme a Carlo Alfiero, presidente uscente del Circolo del Golf Roma Acquasanta

Silvio Plazzotta nuovo presidente • Al

Circolo del Golf Roma Acquasanta. si è svolta l’Assemblea elettiva per il rinnovo delle cariche sociali. E’ stato eletto nuovo presidente Silvio Plazzotta, subentrato a Carlo Alfiero, e fanno parte del nuovo Consiglio Direttivo: Alberto Alfiero, Andrea Di Giacomo, Rita Goldschmid, Marzia Grabau, Angelo Maria Granati, Piero Mannelli, Gianluca Napoleone e Jacopo Sgaravatti.

sotto par, ha avuto partita vinta a sua volta con due colpi di margine. Buone prove di Daniele Bomarsi (Nazionale) e di Andrea Cavallaro (Tolcinasco), terzi, e di Andrea Saracino (Parco di Roma) e di Carlo Casalegno (Royal Park I Roveri) quinti. Nel torneo femminile, disputato su 54 buche, dopo la leadership iniziale di Barbara Borin (Marco Simone), è passata a condurre Alessandra Fanali, stesso club, con un colpo di margine su Elena Verticchio (Olgiata) e quattro sulla stessa Borin. Nella volata finale le posizioni sono rimaste invariate perché tutte e tre le contendenti, che hanno giocato insieme, hanno realizzato un 74 (+3). La vincitrice ha concluso con 217 colpi, quattro sopra par, la Verticchio con 218 e la Borin con 221. Alle loro spalle Amber Lee Svendsen (Castelgandolfo), quarta, Benedetta Moresco (Padova), quinta, Alessia Avanzo (Villa Condulmer) e Sharon Rossini (Olgiata) seste.

Golf moderno •

27


Notiziario Lamborghini Un’immagine del Golf Club Lamborghini. Il circolo umbro sta avviando una lodevole iniziativa promozionale tendente alla diffusione del golf presso gli studenti della prima media, con l’obiettivo di sviluppare un fiorente Club dei Giovani

Largo agli studenti della prima media • Al Golf Club Lamborghini, Pa-

nicale, ha avuto inizio un progetto di avviamento al golf in cui vengono coinvolte le classi della prima media dell’istituto omnicomprensivo Rosselli-Rasetti di Castiglione del Lago. L’idea è nata dalla volontà del circolo e degli insegnanti di proporre un’attività alternativa ai ragazzi e mostrare alle famiglie che il golf non è solo uno

• In una cornice storica unica al mondo, davanti al monumentale Acquedotto Romano, si trova un circolo di golf a a nove buche molto suggestivo: il Golf Club Archi di Claudio. Nel cuore del Parco dell’Appia Antica e più precisamente all’interno del Parco degli Acquedotti, sorge una realtà sportiva che sfata in modo assoluto la convinzione che il golf sia per poche persone e soprattutto avanti con l’età. Il Golf Club Archi di Claudio è un’associazione sportiva dilettantistica senza finalità di lucro fondata da un gruppo di cittadini romani che punta sin dalla sua costituzione (settembre 2003) ad avvicinare a questo sport più neofiti possibili, in particolare bambini. Basti

28 • Golf moderno

sport per pochi, ma una disciplina che insegna il rispetto per se stessi e per altri, che può essere praticato singolarmente o a squadre e che i costi non sono superiori a quelli di altri sport più diffusi. Il progetto si svolge in cinque incontri di due ore ciascuno durante i quali viene spiegato agli alunni lo scopo del gioco, le aree di gioco e le norme di

comportamento. I ragazzi vengono poi suddivisi in tre gruppi che a turno provano i tre principali tipi di colpo: per gioco lungo, approcci e putt. L’obiettivo è quello di poter proseguire il progetto anche nei prossimi anni e trovare nuovi giocatori, con la speranza di poter poi creare una squadra agonistica che rappresenti il club nei campionati giovanili.

Archi di Claudio

Una realtà fondata sui giovani

Un momento della manifestazione. Un punto fermo del club: i giocatori juniores non pagano quota d’iscrizione

pensare che nel 2015 il circolo è riuscito a tesserare presso la Federazione Italiana Golf ben 112 atleti juniores, assidui partecipanti a tutti gli appuntamenti del Club dei Giovani. Punto fermo è inoltre la “quota di iscrizione juniores”, assolutamente gratuita. Per sensibilizzare più ragazzi possibili ad uno sport dalla così lunga tradizione, l’associazione ha inoltre attivato da diversi anni una fitta collaborazione con le scuole del territorio, elementari e medie, strutturandola in modo semplice e pratico: unire due ore

scolastiche, compresa quella di educazione fisica, e facendo raggiungere a piedi il circolo così da poter trascorrere del tempo all’aria aperta e in pieno divertimento. Per garantire maggiori possibilità di allenamento ai più piccoli è stato infine aperto il nuovo bellissimo percorso a 9 buche di Pitch & Putt. Alla gara inaugurale hanno partecipato 52 ragazzi del Club dei Giovani, divisi per età e livello di gioco. Durante la giornata sono state organizzate tre competizioni, la prima riservata al team agonistico, la seconda per il gruppo Under 12 e la terza per i più piccoli (Under 8) che hanno gareggiato con formula pro-am insieme ai maestri del club.


Notiziario

A Tor Vergata

Il golf in un Convegno tecnico-scientifico • Si è tenuto presso il Garden Golf dell’Università di Tor Vergata il convegno “Postural control and evidence based medicine in Golf ”. La realizzazione è stata possibile grazie ai finanziamenti alle attività studentesche dell’Università di Tor Vergata che ha visto come responsabile Alessandro Pinto, membro dello Stoid (Studenti Tor Vergata di Odontoiatria e Igiene Dentale), come tutor scientifico e organizzativo il prof. Baggi e con la disponibilità e supporto del Garden Golf University e al suo Presidente Stefano Bianconi. Hanno organizzato la parte scientifica e condotto l’evento il corso di Laurea in Scienze Motorie e il prof. D’Ottavio. Il Convegno si è svolto alla presenza del Magnifico Rettore prof. Giuseppe Novelli, del Preside della facoltà di Medicina e Chirurgia prof. Schillaci, del Direttore di dipartimento prof. Modesti, del Presidente del corso di laurea in odontoiatria e protesi dentaria prof. L. Calabrese, del Presidente del corso di laurea di scienze motorie prof. Lombardo, del consigliere della Federazione Italiana Golf Andrea Pischiutta, del direttore dell’Orto Botanico Canini e del sindaco di Frascati Alessandro Spalletta. Il comitato scientifico era composto dal prof. D’Ottavio, dal prof. Foti e dal prof. Baggi che ne ha sostenuto e seguito lo sviluppo. Ottimo il riscontro di pubblico e soprattutto relazioni rilevanti dal punto di vista scientifico. La prima relazione è stata tenuta da Gianluca Crespi, direttore tecnico FIG, che ha introdotto il tema del Congresso, e il prof. D’Ottavio ha esposto un’analisi della letteratura scientifica internazionale sulla performance del golf. Il prof. Iacovitti poi ha trattato della preparazione fisica per la pratica del golf, mentre il prof. Foti ha magistralmente parlato della relazione tra sport e disabilità, facendo riferimento specifico al

“Postural control and evidence based medicine in Golf” l’argomento su cui hanno dibattuto illustri docenti e tecnici

golf. Il prof. Baggi poi ha incentrato la sua relazione sull’influenza del sistema stomatognatico sul rendimento sportivo, mentre il prof. Bellia ha analizzato come l’attività aerobica si correla alle patologie metaboliche. Un aspetto interessante è stato affrontato dal prof. Cei che ha esposto circa la gestione dello stress nella pratica sportiva e nello specifico nel golf, infine il prof. Iellamo ha analizzato gli adattamenti del sistema nervoso autonomo al training fisico. I maestri federali della FIG Stefano Bonardi, Rolfe Passagrilli, Massimiliano Venier e Fabrizio Cecchetti hanno tenuto lezioni di gruppo e si è analizzato lo swing nella cabina del flightscope.

Nella foto in alto: lezione di gruppo sul campo pratica con i maestri federali; a fianco, il maestro Stefano Bonardi con gli studenti di odontoiatria

Golf moderno •

29


Notiziario Le premiazione della prima gara stagionale del circuito intitolata “Golf & Cashmere”. In alto Isabella Antonelli e sotto Marco Bizzarri, entrambi con il direttore dell’Antognolla Golf Gabriele Bigini

E’ giunto alla terza edizione il Circuito “Umbria Golf in Excellence” che sul percorso di Antognolla Golf, fa scendere in campo le eccellenze dell’Umbria coniugando le migliori produzioni locali al mondo del golf. Con il Patrocinio della Regione dell’Umbria e del Comune di Perugia, ha preso il via il ciclo di sette gare che porteranno alla finale programmata per il 12 novembre, con le tappe dedicate al Cashmere, alla Ceramica e all’Arte. L’Umbria si è distinta, sia all’interno, quanto sui mercati internazionali, non per le sue produzioni di “massa”, ma piuttosto per le sue eccellenze. Questo grazie ad aziende che operano da protagoniste nel loro territorio per la specificità ed altissima specializzazione delle proprie produzioni, ma anche per l’attenzione che dimostrano costantemente alle esigenze sociali, ambientali e culturali della collettività nel rispetto dei “sistemi” in cui sono inserite. Imprese che hanno saputo creare, con piena consapevolezza, relazioni significative con il sistema socio-economico di riferimento e che, in moltissimi casi, hanno sviluppato una promozione internazionale del “made in Italy” realizzata mediante il successo delle proprie produzioni, di un’idea, o di una iniziativa commerciale, affermando l’identità e l’immagine della Regione Umbria sui mercati stranieri. Imprese che credono fermamente nello sviluppo e nell’innovazione, che investono strategicamente in ricerca e sviluppo ed in capitale umano, creando così uno strettissimo legame con il territorio cui sono fiere di appartenere. Il progetto di coniugare il mondo del golf alle eccellenze dell’Umbria, muo-

30 • Golf moderno

I tanti obiettivi di “Umbria Golf in Excellence” E’ in corso la terza edizione del fortunato circuito in cui il golf diventa volano per promuovere una fiorente Regione e le sue migliori aziende ve proprio da tali considerazioni, fino a giungere alla convinzione che anche il golf può essere un veicolo di promozione per le aziende che esprimono la miglior qualità nel territorio, così come le stesse I PROSSIMI APPUNTAMENTI 25 giugno 2016 4° prova – Golf & Wine 9 luglio 2016 5° prova – Golf & Beer 23 Ottobre 2016 6° prova – Golf & Chocolate 6 Novembre 2016 7° prova – Golf & Oil 12 Novembre 2016 Finale del circuito

rappresentano un elemento di sviluppo e di traino del turismo legato al mondo del golf. Sinergia è quindi l’elemento caratterizzante dello sviluppo regionale che passa anche attraverso l’attrazione di flussi turistici. Il turismo golfistico, infatti, ha subito, nel corso degli ultimi anni, un notevolissimo impulso e sta vivendo una stagione di concreta crescita, anche perché legata all’aspetto culturale, paesaggistico, storico ed enogastronomico della zona. Il circuito si è arricchito di un nuovo elemento, la Birra, e pertanto saranno sette i temi della stagione in corso: oltre a Cashmere, Ceramica, Arte e Birra terranno banco anche Vino, Cioccolato e Olio. Alla finale saranno ammessi tutti i giocatori che ne acquisiranno il diritto nelle prove di qualifica.


Notiziario Campionato Doppio PGAI

Al GC Fiuggi Mari-Bravetti d’autorità

Marco Fabio Mari e Guglielmo Bravetti hanno vinto con 125 colpi (64 61, -15) il Campionato di Doppio della PGA Italiana, giunto alla 24ª edizione e disputato sull’impegnativo percorso del Golf Club Fiuggi (par 70) sulla distanza di 36 buche con formula quattro palle la migliore. Come nel 2015, sullo stesso campo, si sono classificati al secondo posto Emmanuele Lattanzi e Gianluca Pietrobono. Al terzo Adriano Ciancarelli/Marco Monforti Ferrario, al quarto Jonathan Baglioni/Luca Torchio, al quinto Nunzio Lombardi/Lorenzo Magini, Mauro Bianco/Matteo Verardo e Luca Bordogna/Zeke Martinez. Solo al decimo i campioni uscenti Alessandro Trillini/ Marco Bernardini alla pari con Federico Ranelletti/Leonardo Sbarigia. Sempre nel cuore degli spettatori e molto applaudito, Costantino Rocca, in coppia con Gabriele Terrinoni, ha chiuso in 24ª posizione . Mari/Bravetti, leader dopo il primo giro alla pari con Lattanzi/Pietrobono, hanno iniziato il secondo round con grande determinazione e dopo nove buche, con un passaggio in sei sotto par, hanno preso cinque colpi di margine sugli avversari. La reazione di Lattanzi/Pietrobono è stata molto decisa e hanno ridotto lo svantaggio a un solo colpo a tre buche dal termine. Si è giunti con la stessa situazione sull’ultima buca dove Mari ha chiuso la partita con un approccio in bandiera per il birdie che ha fissato il distacco definitivo a due colpi. Marco Fabio Mari ha fatto più volte parte della squadra dilettanti azzurra e oggi insegna

Nella foto in alto: Marco Fabio Mari, ex azzurro e insegnante al Castelgandolfo Country Club, e Guglielmo Bravetti, giocatore dell’Alps Tour e maestro al Golf Virginia, hanno avuto ragione di Emmanuele Lattanzi e di Gianluca Pietrobono, vincitori di numerose gare in carriera e con l’esperienza maturata sui circuiti continentali. A fianco, uno scorcio del Golf Club Fiuggi

Il Golf Club Fiuggi è nato nel 1928 per volere del Cavaliere del Lavoro Adelmo Della Casa. Inizialmente furono costruite solo tre buche, che divennero nove nel 1940, in piena guerra mondiale. Negli anni Settanta fu costruita la club house, elemento architettonico ben integrato nel contesto ambientale, composta al piano principale da quattro zone ben distinte: l’ingresso con ai lati la segreteria e la direzione, un ampio salone con salottini tv e bar, la sala ristorante e infine una grande terrazza con una splendida vista sul campo. Negli anni novanta il percorso è stato ampliato alle attuali 18 buche. Il circolo, legato anche alla città e alle sue Terme, ha avuto la sua importanza nello sviluppo turistico della città, frequentato agli inizi dai giocatori romani desiderosi di evadere dal caldo. E’ comunque stato meta nel tempo di personaggi famosi quali politici, cantanti, attori, sportivi e imprenditori e ha ospitato tante gare importanti, nazionali e internazionali. Inoltre i suoi maestri hanno saputo creare un fiorente vivaio con parecchi giocatori che hanno frequentato la ribalta professionistica italiana ed europea.

al Castelgandolfo Country Club. Guglielmo Bravetti, cresciuto al Castello di Tolcinasco G&CC, è professionista dal 2014, gioca da tre stagioni sull’Alps Tour ed esercita l’attività di maestro al Golf Virginia. Per loro una prima moneta di tremila euro su un montepremi di 15.000 euro. L’evento ha avuto quali main partner Acqua e Terme di Fiuggi (Atf) e Gran Caffè Michelangelo, locale storico nella piazza principale della città termale. Hanno dato il loro contributo anche Allianz Assicurazioni, Area Centro Anagni, I Love Nord-Sud, Luce & Gas Metania, Romana Chimici, Tecno Pitture e Trattoria da Gino.

Golf moderno •

31


32 • Golf moderno


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.