LA SOLITUDINE DELL’AMORE

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LETTERE A UNO PSICOANALISTA

Gentile Professore, sono un uomo oramai maturo, ma sembra che tutta la mia esperienza passata non valga piĂš nulla, in questo momento: avverto che una forza superiore, alla quale, per altro, non voglio oppormi, mi travolge per condurmi a una nuova storia di amore, che mette a repentaglio ogni equilibrio affettivo faticosamente conquistato nel tempo.

Anche se mi rendo conto che questa passione potrebbe avere effetti devastanti e nuocere a chi mi vuole bene, sento che ho il pieno diritto di seguire il mio desiderio. 1


La donna di cui sono innamorato – la cui reciprocità di sentimenti mi pare un dono del destino – ha restituito senso alla mia vita: in gioco per me non è, dunque, un’infatuazione passeggera, ma un’affinità profonda a cui sento di non poter rinunciare. Potrei cercare di condurre ancora a lungo una vita sentimentale clandestina, ma non ne ho voglia: sento l’urgenza di uscire dall’ipocrisia e sottrarre all’ombra questo evento unico e fondamentale.

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Nondimeno, il timore di far soffrire mia moglie e i miei figli, ai quali mi lega un grande affetto, mi tormenta e rischia di intaccare la mia determinazione e questo amore bellissimo.

Di certo, non sono il primo né l’ultimo a dibattersi in un dilemma analogo, sicché lei avrà visto molti altri casi simili. Saprà, dunque, come io mi senta lacerato e e dolorosamente solo di fronte a una scelta crudele. In virtù di ciò le chiedo il conforto di un riscontro. Lettera firmata

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LA SOLITUDINE DELL’AMORE

di Francesco Frigione

«Chi ama la vita, deve forse amare il suo gioco d’incastri, entusiasmarsi non solo per il viaggio verso isole lontane, ma anche per la trafila burocratica relativa al rinnovo del passaporto. La persuasione, riluttante alla mobilitazione generale quotidiana, è amore di qualcosa d’altro, che è più della vita e balena soltanto nella pausa, nell’interruzione, quando i meccanismi sono sospesi, il governo e il mondo sono in vacanza nel senso forte di vacare, vuoto, mancanza, assenza, ed esiste soltanto l’alta e ferma luce dell’estate. Il mondo, come dice Borges, è reale, ma perché deve anche rompere tanto i coglioni? Quello che si vorrebbe, in fondo, è una pretesa modesta, solo poter marinare ogni tanto la scuola, pur conservando il rispetto per gli insegnanti.» Claudio Magris, Danubio, Garzanti, Milano 1986 – 2000, p. 375

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Gentile Lettore, sebbene il suo caso non sia “nuovo”, in un’ottica collettiva, lo è senza dubbio per lei. Se così non fosse, se lei non lo avvertisse nella pienezza della sua sensibilità, il dilemma non avrebbe più il valore di una scelta esistenziale, non rappresenterebbe un dramma e non evocherebbe indubbiamente la dimensione del desiderio.

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La forza di Eros è enorme: genera mondi e li abbatte nella sua furia innovatrice; stabilisce legami e li scioglie - anzi, li recide con un colpo di spada, come fece Alessandro Magno sbarazzandosi del celebre “nodo di Gordioâ€? (333 a. C.).

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Questo nodo che, conservato in un tempio, secondo la leggenda, avrebbe conferito il potere su immensi territori a chi avesse avuto la capacità di districarlo, appare un perfetto simbolo del potere inarrivabile della Necessità. La Necessità – “Anánke”, per i Greci - è l’archetipo che impone all’essere umano di piegarsi o morire, oppure di inventare soluzioni inaudite, al limite

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della “Hýbris” (quell’osare “tracotante”, che gli Antichi tanto deprecavano e sotterraneamente ammiravano).

Come ci ricorda James Hillman (1926 - 2011), il “Destino Immutabile” si declina quotidianamente nella società, nel lavoro, nell’amicizia, nella 8


famiglia; assume le forme della Natura, della biologia, dell’istinto; e segna il limite imposto dal sovrapersonale all’individuo.

In qualche modo, lei procede adesso sul crinale tra queste due gigantesche spinte che sorgono alla Coscienza dall’Inconscio e se ne sente ferocemente lacerato. Non a caso, nel Medio Evo, per emulare la carica distruttiva della “Ruota del Destino” avevano approntato una terribile e ferale tortura, chiamata “la ruota”, la quale, a ogni giro, smembrava lentamente i condannati, strappandogli gli arti nelle opposte direzioni.

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La nuova condizione impone alla sua personalità un salto, un’evoluzione psicologica e spirituale, una soluzione creativa, ovvero originale, personale, senza precedenti.

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Il problema più urgente è decidere (in Latino, originariamente, questo verbo descriveva l’atto sacrificale di spiccare la testa dal collo della vittima e, dunque, ha un’implicazione violenta e definitiva, che implica il lasciarsi alle spalle una vita, sia essa immaginaria o reale), decidere in cosa lei, in quanto essere umano, si rispecchi e si riconosca più autenticamente.

È questo un compito che la consegna necessariamente alla solitudine, appannaggio rituale dell’essere umano che si soggettivizza, ovvero che va incontro alla trasformazione di sé, mediante un accrescersi della Coscienza. 11


La sua volontà di far emergere «dalla clandestinità e dall’ombra» il nuovo amore testimonia, qualunque sarà la sua scelta, che c’è una consistente componente della sua vita psichica precedentemente accantonata, o inerte, che si è dinamizzata ed esige di trovare spazio nel presente assetto dell’esistenza e nei suoi sviluppi futuri, ovvero, come si suol dire in psicologia dinamica, di essere “integrata” al Sé.

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Alla determinazione, al coraggio di confrontarsi lealmente con se stesso e con le altre persone amate, si dovrĂ il senso di pienezza e realizzazione della sua esistenza, oggi, al contempo, benedetta e complicata da Eros.

Francesco Frigione è psicologo e psicodrammatista analitico, psicoterapeuta individuale e di gruppo, docente di psicodramma nella scuola di specializzazione per psicoterapeuti PsicoUmanitas; formatore di educatori e studenti, autore di progetti psico-socio-culturali in Italia e all’estero.

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Nato a Napoli, vive e lavora a Roma. Ăˆ membro del Centro Studi di Psicologia e Letteratura, fondato da Aldo Carotenuto, e del Direttivo del Giornale Storico di Psicologia e Letteratura. Ha fondato e dirige il webzine e la rivista internazionale Animamediatica.

Contatti E-mail: dott.francescofrigione@gmail.com Facebook: <Francesco Frigione> Sito Internet: www.francescofrigione.com Rivista: www.animamediatica.it

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