PSICOTERAPIA E AMORE

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LETTERE ALLO PSICOANALISTA

Gentile Professore, ho ventisei anni e sono una giovane medico, interessata alla psicologia, sebbene non abbia mai fatto un’esperienza diretta della pratica psicoterapeutica.

Seguo con interesse la sua rubrica e ne ho ricavato l’idea, assieme ad altre letture, che il percorso di analisi si presenti irto di ostacoli, di difficoltà, di asprezze et cetera et cetera. Mi domando, dunque, se si tratti di una mia impressione, magari frutto delle personali apprensioni riguardo all’idea di compiere un percorso del genere, oppure di

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un dato oggettivo. E, nel secondo caso, mi chiedo: cosa spinge, allora, il paziente a continuare il lavoro intrapreso? La ringrazio della sua attenzione e la saluto. Lettera firmata

PSICOTERAPIA E AMORE

di Francesco Frigione

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Non t’amo come se fossi rosa di sale, topazio o freccia di garofani che propagano il fuoco: t'amo come si amano certe cose oscure, segretamente, tra l'ombra e l'anima. T'amo come la pianta che non fiorisce e reca dentro di sé, nascosta, la luce di quei fiori; grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo il concentrato aroma che ascese dalla terra.

T'amo senza sapere come, né quando, né da dove, t'amo direttamente senza problemi né orgoglio: così ti amo perché non so amare altrimenti 3


che così, in questo modo in cui non sono e non sei, così vicino che la tua mano sul mio petto è mia, così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno. Pablo Neruda, Cento sonetti d’amore e una canzone disperata –XVII

Gentile lettrice, se, in questa mia settimanale corrispondenza, ho eccessivamente sottolineato gli aspetti penosi del lavoro psicoterapeutico, la ringrazio vivamente dell’occasione che mi offre con la sua lettera di mettere in luce il forte potenziale erotico del percorso analitico. Infatti, è la dimensione del piacere che tiene in piedi il rapporto tra paziente e terapeuta, anche e soprattutto in presenza di esperienze penose e drammatiche.

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Per intendere questo apparente paradosso bisogna recuperare la lezione del Fedro e del Simposio di Platone (428 a. C. – 348 a. C.). Per il grande filosofo ateniese, infatti, esistono quattro fondamentali forme di mania amorosa, ossia di possessione/ispirazione (non pensi alla “mania” in quanto patologia psichiatrica, in questo caso): 

la mania mantica, correlata ad Apollo;

la telestica, procurata da Dioniso;

la poetica, legata alle Muse;

l’erotica, generata da Afrodite/Eros. 5


La mania mantica si presenta inizialmente come invasamento divino (tipico era quello della sacerdotessa Pizia, nel santuario greco di Delfi, o della 6


Sibilla, a Cuma) che porta visioni oracolari, preveggenze, aperture su prospettive future. Questa violenta corrente tende, però, a divenire ordinato e armonico progetto, quando l’Io del soggetto (ma anche di un gruppo, di una comunità o di un popolo) ne assimila trasforma la materia col suo ordinato lavoro mentale, un “metabolismo” progressivo, retto da una pratica della concentrazione e della riflessione.

La mania telestica appartiene al regno di Dioniso, un dio orgiastico e viscerale che, passando per meandri “inferi”, ha il potere, con l’ebbrezza della gioia, ma anche con la violenza ferina, di sconvolgere il piano consueto della 7


realtà umana, di riportarlo ai suoi primordi, a uno stato pre-civile, al potente desiderio istintuale da cui scaturisce ogni rinnovamento e palingenesi, sia individuali che collettivi.

La mania poetica pertiene alle Muse e spinge a vivere nel segno della bellezza e della costante trasfigurazione della realtà esistente in una alternativa umana ad essa; e ciò rappresenta il cardine dell’esperienza creativa, non solo artistica, ma intellettuale, psichica, etica, spirituale.

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La mania erotica, infine, è la manifestazione di Afrodite ed Eros. Essa pervade di sé tutte le altre forme, anzi le genera e le rende possibili. Si esplica nell’amore carnale, nel desiderio di procreare, nella spinta a fonderci con l’altro (Eros propriamente detto), nell’affinità e l’amicizia (Filia), nella pietà (Agape) e nella pulsione alla conoscenza (Episteme e Sofia).

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In effetti, questi piani sono preponderanti nel lavoro psicoterapeutico del profondo e, se pure vi è inibita la fusionalitĂ carnale - in funzione di uno spostamento dell’amore verso le immagini psichiche inconsce - ogni altro aspetto compare, via via, nel lavoro e lo sostanzia.

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Prendiamo quale semplice esempio l’analisi dei sogni, queste cristallizzazioni mnemoniche dei nostri viaggi notturni negli “inferi”, nei “purgatori” o nei “cieli”, per obbedire alla tripartizione cristiana e dantesca: essi sono riverberi, a volte pallidi, altri veementi, di esperienze vivissime che, mano a mano, che la Coscienza si avvicina loro cominciano a pervaderla, a penetrarla e a “persuaderla”. La conoscenza che nasce da questo contatto sensoriale ed emotivo irrora l’intuizione fulminea e il pensiero riflessivo, schiude prospettive sconosciute oppure misconosciute.

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Ma in più, il sogno si svela anche ominoso, presago, divinatorio, oltre che diagnostico di un processo psichico in atto e latente. Esso parla, inoltre, della storia passata, narra di ciò che fu, dell’origine in cui si mostra il “daimon”, l’essenza unica della personalità.

E se infine pensiamo al rito di una seduta o, ancor più, di un incontro di gruppo di psicodramma, come quelli che sono solito condurre, vi ritroviamo la sfrenatezza dell’azione che rompe la consuetudine e le barriere, qualità di puro stampo dionisiaco, vi rinveniamo la capacità di alterare, scompigliare e rinnovare gli schemi personali e comuni altrimenti senescenti e incancreniti. Forse, non è un caso che Jacob Levi Moreno (1889 – 1974), lo scopritore dello psicodramma, chiamasse “Tele” l’unità di misura fondamentale del 12


legame tra esseri umani, quell’elemento che li salda tramite l’emozione solidale ed empatica oppure mediante l’avversione e l’odio.

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Francesco Frigione è psicologo e psicodrammatista analitico, psicoterapeuta individuale e di gruppo, docente di psicodramma nella scuola di specializzazione per psicoterapeuti PsicoUmanitas; formatore di educatori e studenti, autore di progetti psico-socio-culturali in Italia e all’estero. Nato a Napoli, vive e lavora a Roma. Ăˆ membro del Centro Studi di Psicologia e Letteratura, fondato da Aldo Carotenuto, e del Direttivo del Giornale Storico di Psicologia e Letteratura. Ha fondato e dirige il webzine e la rivista internazionale Animamediatica.

Contatti E-mail: francescofrigione62@gmail.it Facebook: <Francesco Frigione> Sito Internet: www.francescofrigione.com Rivista: www.animamediatica.it

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