Obiettivo La gente ha opinioni diverse sulla Qualità, non perché questa sia diversa, ma perché la gente è diversa in termini di esperienza. (R.M.Pirsing, Lo zen e l’arte della manutenzione della motocicletta)
Il volume è nato dalla presuntuosa ipotesi che le attività di Spettacolo in Italia, e soprattutto quelle cosiddette “dal vivo”, abbiano bisogno di un ripensamento e di una riqualificazione sul piano organizzativo, e che debbano altresì “misurarsi” con gli altri servizi pubblici culturali (biblioteche, musei, etc.) oltre che con l’industria del tempo libero. Il presupposto, ormai generalmente percepito ma ancora provocatorio per gli addetti ai lavori, è che sia giunto il momento per l’organizzazione dello Spettacolo di confrontarsi con “modelli” aziendali preconfigurati e derivanti da culture professionali nettamente diverse. Fra i tanti modelli che le teorie organizzative potrebbero produrre (e che la pratica dei singoli organizzatori puntualmente contesterebbe!), l’autore ha deliberatamente scelto a priori le norme internazionali sulla Qualità: una Qualità che porta la maiuscola perché usata in una accezione tecnica specifica e non in quella del linguaggio comune; una Qualità, cioè, che è meglio subito identificare con l’appellativo di “gestionale” o anche “organizzativa”. Queste norme stanno subendo, a conferma della loro programmatica adattabilità, una revisione già ampiamente divulgata. Pertanto il volume approccia l’organizzazione delle attività dello Spettacolo attraverso il testo in corso di approvazione delle norme conosciute con la sigla ISO 9000; in particolare propone alle strutture dello Spettacolo di “simulare” l’adozione del progetto di norme internazionali ISO/DIS (International Organization for Standardization / Draft International Standard) 9000:2000, 9001:2000 e 9004:2000 intitolato: Sistemi di gestione per la Qualità.