Soft Secrets 2004 2

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GRATIS

Soft Secrets viene pubblicato 6 volte all’anno dalla Discover Publisher BV Olanda - Numero 2 - 2004

Piante maschili e femminili Composti e substrati

La pagina del Canapaio Fiera Highlife, Barcellona

Talee facili

Recensioni prodotti e negozi Lettere dai lettori Manifestazioni Notizie di cronaca Musica e molto altro

Rox

Black Domina

Vinci i semi

Highlife a Barcellona



Soft Secrets

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Editoriale

Integralismo biologico Italia, anno 2004. proibizioni & inverni. Questo l’ambiente in cui il grower respira e vegeta, e quelle le cause che lo determinano all’indoor. Certo, certo, il sole, la terra, la cacca di cavallo. Tutte gran belle cose. Il bio piace a tutti, tanto meglio se alla luce del buon vecchio sole. Bietole, pomodori, erba, tutto. Tutto dovrebbe essere bio e tutto dovrebbe vegetare sotto la luce della nostra stella madre. Alcuni fortunatissimi growers, hanno il piacere di avere spazi outdoor “protetti” da indiscreti sguardi. Altri, ancor più fortunati, dispongono di serre, di molte serre, entro le quali coltivano ortaggi per scopi commerciali, e fra le quali è spesso facile mimetizzare una serretta “galeotta”. Si sente a volte parlare delle tecniche di coltivazione indoor e fuori terra, con discreta sufficienza e, più raramente, con malcelato disprezzo. Si esalta il concime organico, di provenienza animale, e si critica a volte l’utilizzo di costosi fertilizzanti importati dall’estero. Ma tutte queste sono parole che provengono, quasi invariabilmente, dalle bocche dei fortunati growers che l’outdoor si possono permettere, vuoi perché dotati di casa con giardino “sicuro”, o perché di stirpe contadino-serraiola. La realtà di noi cittadini, che siamo moltissimi, è radicalmente differente. Il problema, per noi, è che si vuole produrre piccole quantità in maniera continua, al sicuro, anche di inverno. C’è bisogno di spiegarne i motivi? Piccole quantità per ridurre il rischio in caso di incontri ravvicinati con il braccio operativo della proibizione. Al sicuro, per lo stesso motivo. In maniera continua perché producendo in piccole quantità le scorte finiscono in fretta. Ecco perchè, nonostante alcune voci avverse, l’arte dell’indoor sarà durissima a morire. L’integralismo biologico, se ci si permette la definizione, è sicuramente condiviso da moltissimi. Chi non vorrebbe poter coltivare alla luce del sole ? Chi non vorrebbe, vista l’impossibilità di coltivare in quantità e crearsi copiose scorte senza aumentare il rischio, poter coltivare alla luce del sole tutto l’anno, magari in uno splendido clima tropicale? Ma la realtà è differente. Il clima, sia quello sociale che meramente atmosferico, è pesante. Ecco perché moltissimi di noi acquistano fertilizzanti organici provenienti da lontano e piccoli soli elettrici temporizzati. Per stare in sicurezza ed in abbondanza continua. Punto. Tutto il resto è molto carino da sentirsi dire, molto “puro”, ma purtroppo, per moltissimi, difficilmente realizzabile. Questo, nostro malgrado, il punto di vista di molti coltivatori indoor.

La bimba di pagina 3 BLACK DOMINA Quest’Indica purosangue con larghe brattee ti avrà presto ai suoi piedi per implorarne ancora. Questa ruvida, ultrapotente lady fa semplicemente sgorgare resina appiccicosa per la quale molti uomini sembrano provare un’attrazione fatale. Una parola di avvertimento: questa potente, compatta Indica ha avuto un effetto devastante su parecchi uomini, lasciandoli manifestamente percossi e frustati, con uno strano sorriso sulle loro facce.

Fioritura: Altezza: Raccolto:

50 giorni. 100 - 130 cm. 90 - 120 gr.

Oltre a ciò, vorremmo far chiarezza su alcuni punti, che spesso sono confusi o poco chiari. Tempo fa, un redazionale di una famosa rivista italiana sulla Cannabis, definiva più o meno generalizzando, come “schifezze chimiche prodotte in Olanda”, tutti i prodotti fertilizzanti che i growers spesso utilizzano. Crediamo che questa definizione sia immeritata perché le aziende produttrici sono molto differenti, le une dalle altre, ed adottano procedimenti di produzione molto diversificate. I fertilizzanti “chimici” sono in realtà chiamati, dai produttori, “minerali” poiché sono in genere, per l’appunto, complessi minerali disciolti in acqua. Questi fertilizzanti dovrebbero essere “puri” ovvero in sospensione nel liquido non dovrebbe esserci null’altro che le sostanze di cui la pianta ha bisogno e che in genere trova, o cerca di trovare, nel substrato, nella terra. Se in questi fertilizzanti vi fossero tracce di metalli pesanti o di altri elementi non necessari alla pianta, e quest’ultima, suo malgrado, si ritrovasse a metabolizzarli, trattenendoli fra le proprie cellule, allora queste sostanze Editoriale 3 inutili e dannose andrebbero senz’altro Flash Prodotti 4 a finire nell’organismo del consumatore. Ethnoworld 7 Ma se il procedimento di produzione Lettere-foto dai lettori 9 fosse in grado di garantire che nella soluzione si trovino solo elementi “buoni” Idroponica 12 allora il problema della mancanza di Talee 14 sole e di cacca di cavallo, sarebbe Le meraviglie di Weckels 15 ridotto quasi esclusivamente ad una disquisizione su gusto ed aroma, fattori Giurisprudenza 18 certamente importanti, ma non collegati Fiera di Barcellona 20 alla bio-logicità del prodotto. Il gusto Shop review 22 e l’aroma sono parte del piacere, ma la Censimento Negozi 23 mancanza di un buon gusto non significa automaticamente nocività e depositi di Le meraviglie di Weckels 26 metalli pesanti nel nostro organismo. Poster 30 Recensioni musicali 31 Vi sono poi i cosiddetti fertilizzanti bio-minerali, ovvero fertilizzanti la cui La pagina del Canapaio 33 componente minerale ha una derivazione Il mondo del crimine 34 organica. Cioè è stata ottenuta dalla Notizie Italia 36 lavorazione di elementi organici e non Indice pubblicità/Redazione 46 sintetizzata.

INDICE

Foto: www.sensiseeds.com


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tti Flash prodo

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Stash Boxes

Knaster Se non sapete dove riporre i frutti del vostro hobby preferito eccovi la soluzione ideale: disponibili in vari formati e modelli,dalle piu’ economiche e meno rifinite mini-stash boxes e stardard fino alla costosa (480 euro

inclusa spedizione) ma superaccessoriata versione Elite. Sono costruite interamente in legno e vengono rifinite senza utilizzare prodotti chimici che potrebbero inquinare l’aroma delle erbe conservate nella Stash Box,solo il fondo dove si raccoglie la resina e’ in vinile nero per questioni di utilita’ pratica. Cio’ che distingue una normale scatola dalle Stash Box e’ il setaccio a misura che trattiene le parti vegetali e ci permette di raccogliere sul fondo in plastica un hashish piuttosto puro e quindi di buona qualita’ senza alcuno sforzo:ci bastera’ infatti solamente riporre le nostre cime all’interno della scatola e girarle ogni tanto per produrre piccole quantita’ di ottimo “polm”. Una volta raccolta la resina filtrata dalla rete potremo utilizzare i palmi delle mani per ottenere delle palline di hashish pronto all’uso o una piccola pressa ottenuta con due piani lisci per ottenere un prodotto piu’ pressato e concentrato. E’ un prodotto il cui uso richiede pazienza da parte del fumatore:non potremo certo aspettarci di riporre qualche cima per una settimana e ottenere una buona quantita’ di cristalli:dovremo avere pazienza e accumulare la resina con un uso prolungato della Stash Box ma alla fine verremo ripagati con una discreta quantita’ di hashish di qualità e che andrebe altrimenti perso sul fondo dei contenitori in cui conserviamo la nostra erba.Un ottima proposta per il fumatore paziente fatta realizzare con grande attenzione e ottime rifiniture da Gypsy Nirvana di Seedsdirect: caldamente consigliata a chi non sa piu’ dove mettere la sua erba! Disponibile su: www.stash-boxes.com

Lampade fluorescenti a basso consumo Envirolites 200 w Direttamente dall’importatore inglese delle lampade a basso consumo energetico Envirolites, arrivano in Italia i nuovi bulbi MG LIGHTS – ENVIROLITES 200 Watt. Queste lampade, hanno come caratteristica principale la bassa emissione di calore unita all’efficenza energetica del trasformatore elettronico entrocontenuto. Inoltre lo spettro luminoso utile alle piante (PAR = Photosyntetic Active Radiation) è notevolmente migliorato rispetto alle tradizionali lampade a scarica HID, in particolare la disponibilità di luce blu per la versione 6400K° e di luce giallo-rossa per la versione 2700K°, inoltre tutti i bulbi forniscono la corretta quantità di raggi UV, assenti nelle lampade HPS-MH. Le lampade fluorescenti ENVIROLITES si applicano con successo in spazi con altezze ridotte, in coltivazioni tipo Sea of Green o Screen of Green, per il mantenimento di piante madri, per la propagazione di talee, in piccoli setup e dove il calore generato da un normale bulbo non sia tollerabile per le piante. Per approfondimenti: http://www.envirolites.co.uk/ Potenza Luminosità Distanza dalle piante Attacco portalampada

200 Watt 17500 Lumens 5-10cm E 40

Easy’s Prima di tutto una parola: Easy’s! Questo futuristico ed intelligente contenitore aerodinamico contiene un pacchetto cartine di grandi dimensioni e un mazzetto di filtri. Si appende intorno al collo e non dovrete mai più cercarli in giro. Non solo sembra di tendenza ma è anche decisamente pratico. Non dovrete mai più svuotare le tasche alla ricerca di quelle carte sfuggenti, solo per ricominciare dall’inizio e trovarne l’estremità. Ora potrete avere tutti i mezzi per realizzare un grande spinello a portata di mano. Tutto merito di Easy’s! Informazioni allo +31 630 240 264 oppure tramite e-mail scrivendo a postmaster@easydoesit.com

Nonostante in molti stati europei, inclusa l’Italia, il monopolio del “fumo” sia rigidamente detenuto dalle amministrazioni statali, in molte zone si sta diffondendo una alternativa al tabacco che potrebbe aiutare chi a questa nociva “droga pesante” è assuefatto. Smettere, o perlomeno diminuire la quantità di tabacco consumata, potrebbe essere un pochino più semplice, utilizzando questa miscela oramai famosa in Europa. Il Knaster è una miscela di erbe distribuita in varie versioni, che viene utilizzata sia pura, che come base per “misti” dai consumatori di Haschisc e Marihuana europei. Alla versione originale, il “Knaster Hemp” costituita prevalentemente di canapa a tasso di THC inferiore allo 0,001%, e quindi assolutamente legale in praticamente tutta Europa, si sono affiancate, negli ultimi anni, altre versioni. Esiste il Knaster Cherry, aromatizzato alla ciliegia, il Knaster fresh, un misto di canapa e menta, lo Special Quality, versione “afrodisiaca” con foglie di Damiana, il Knaster Red, con foglie di Yerba santa ed il Knaster Vaniglia. La più gettonata versione, e cioè quella alla canapa, viene importata in Italia in 2 tipi di confezione, la classica da 35 grammi ed una versione “da tavolino” in scatola di metallo verniciata da 80 grammi. Il distributore che ha curato la legalizzazione e la traduzione di tutte le informazioni richieste dalle regolamentazioni italiane, è reperibile al seguente indirizzo web: www.neardark.it La distribuzione avviene esclusivamente attraverso i canapai e smart shops della penisola. Per informazioni sulle versioni già italianizzate: info@neardark.it

Chilum Nerone Il chilum, uno degli storici articoli di paraphernalia conosciuti dal popolo dei fumatori, ha da sempre una sua nicchia di amanti ed estimatori, contrapposta alla corrente dei sostenitori del fumare tradizionale. Eppure, testimonianza diretta, aldilà delle preferenze di uno o dell’altro, il chilum Nerone “the gentle giant” (650mm.) e il suo non meno ambizioso fratello Neronino (270mm), sono una nuova gradevolissima presenza nel mercato italiano ed europeo della paraphernalia che anche i più convinti “tradizionalisti” avranno modo di apprezzare. Un esclusivo design, realizzato e prodotto artigianalmente in Italia e non replicabile da alcuna tecnologia per la lavorazione della porcellana o da (schiava) manodopera indiana, racchiude in sé le migliori caratteristiche richieste da un pubblico sempre più esigente: - Estrema resistenza: grazie a 3 differenti processi di cottura ad alta temperatura nonché allo spessore (5mm il Giant 4mm il Neronino) ; - Perfetta pulizia della camera di combustione e di tutta la superficie interna perché totalmente vetrificata e lavabile anche in lavastoviglie a 90°! (per i più rigorosi!) - La pietra, prodotta nello stesso materiale del chilum, adeguatamente realizzata permette di gustare al meglio aroma, fragranza e freschezza del prodotto combusto Ogni pezzo è diverso dall’altro per sfumatura e disegno ottenuti dalla decorazione manuale e dotato di una pratica e utilissima custodia in alpaca per la custodia ed il trasporto Il prezzo varia da 54 a 115 Euro secondo la versione ed è garantito 3 anni (escluso l’utilizzo come mazza da baseball o clava) Distribuito da: Il Canapaio Ducale Tel. 3471556550 - Near Dark Italia Srl Tel. 010.6962196

Biobest – Lotta biologica con antiparassitari naturali Biobest è un’azienda belga che porta avanti un’intensa ricerca, riguardante la lotta biologica ai parassiti infestanti, dal 1987 ad oggi. Fondata dal Dr. Roland De Jonghe con l’intento di promuovere nelle serre l’impollinazione naturale tramite insetti volanti la Biobest arriva nel 2004 sul mercato con un amplio catalogo dedicato all’impollinazione naturale e alla lotta biologica. Per i coltivatori di Cannabis la parte del catalogo riguardante la lotta biologica agli insetti può risultare molto interessante poiché permette il controllo e l’eliminazione di tutta una serie di fastidiosi parassiti quali il ragno rosso, la mosca bianca, le lumache ecc. Per esempio per combattere la diffusissima Mosca Bianca possiamo usare vari parassiti, a seconda delle condizioni climatiche del ns giardino e dallo stato dell’infestazione, la Encarsia formosa è una di questi, distrugge le larve di mosca bianca agendo a sua volta come un parassita e ne trasforma il colore in nero permettendoci così di controllare l’evoluzione del suo “lavoro”. Possiamo usare, in condizioni climatiche estreme, l’ Eretmocerus mundus attivo sia alle basse temperature che alle alte e cosi via.... Ogni insetto ha uno o più nemici naturali e BioBest ci aiuta a scoprirli e a combaterli con un ricco catalogo informativo presto tradotto nella ns. lingua e con un sito web completo e ricco di informazioni.



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tti Flash prodo

BioBizz e GH unione di forze per portare i prodotti organici nel Nord America Dopo un’estenuante ricerca del fertilizzante organico più all’avanguardia, la General Hydrophonics si è associata al principale produttore europeo di concimi organici, l’olandese BioBizz. La BioBizz è la prima compagnia europea a beneficiare della certificazione OMRI. La BioBizz possiede la più vasta linea di prodotti organici disponibili attualmente. La BioBizz è considerata unanimemente il miglior produttore di fertilizzanti e integratori organici. L’unione tra la GH e la BioBizz è “un matrimonio baciato dal cielo”. La profonda conoscenza delle sostanze organiche unite alla loro eccellente reputazione e al crescente seguito nel Nord America si sposa perfettamente con il credito di cui gode la GH nel campo industriale. Risulterà presto evidente agli amanti del giardinaggio come questa accoppiata migliorerà la linea di nutrienti minerali della GH, aggiungendovi un componente organico, che fino ad ora mancava. L’ottima reputazione della General Hydrophonics a livello di eccellenza produttiva, accortezza nel marketing e vasta penetrazione del mercato renderà i prodotti BioBizz ampiamente reperibili nel Nord America. Entrambe le compagnie guardano con entusiasmo alla prospettiva di lavorare congiuntamente per l’innovazione ed il progresso attraverso prodotti nuovi e straordinari. La sinergia di queste due compagnie darà sicuramente un impulso all’industria idroponica. I prodotti BioBizz sono certificati OMRI. E come tutti sappiamo: se non è approvato dall’Omri, non è organico.

Cortina di fumo – Robert Sabbag COLLANA PAGINE PREZZO PUBBLICAZIONE

Paesi, parole 350 circa € 14,70 Novembre 2003 Aerei carichi di droga che atterrano su autostrade californiane, macchine lanciate contromano nelle stradine della periferia messicana, poliziotti che interrogano cadaveri e festini non stop… La vita spericolata di Allen Long, regista mancato diventato trafficante di successo tra Colombia, Messico e Stati Uniti.

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One plus One = il primo produttore di beni organici certificato in tutto il mondo BioBizz è orgoglioso di presentarvi l’approvazione dell’organizzazione europea SKAL/EKO Skal International è un organismo di controllo e certicazione, che garantisce la qualità dei prodotti organici, dei processi produttivi e delle risorse. Inoltre, Skal International controlla e certifica legname e materiale tessile. Skal International opera in tutto il mondo. Attraverso la sua rete di azionisti quasi tutti i paesi risultano coperti. Skal International è stata autorizzata come organismo internazionale di controllo e certificazione ai sensi della normativa CEE n. 2092/91. Il marchio di qualità EKO Skal International è l’unico organismo di controllo e certificazione che può esibire il marchio di certificazione, il simbolo di qualità EKO, al di fuori dell’Unione Europea. I consumatori possono riconoscere un prodotto organico, controllato e certificato da Skal International, proprio grazie al simbolo di qualità EKO. Il simbolo di qualità Eko è un logo di qualità internazionale destinato ai prodotti organici. Viene applicato alle materie prime prodotte da coltivazioni organiche e lavorate utilizzando metodi organici. Per ulteriori informazioni: www.skalint.com Per di più SKAL/EKO Biobizz è la prima compagnia olandese ad essere certificata OMRI. L’OMRI è un’organizzazione no profit creata per tutelare e beneficiare la comunità organica ed i consumatori. La certificazione OMRI è riconosciuta in tutto il mondo come standard elevato per i produttori di beni organici, i distributori e, ovviamente, i consumatori finali. La sua missione principale è quella di pubblicare e diffondere liste generiche e specifiche (brand name) dei materiali ammessi o vietati nella processi di produzione, lavorazione e trattamento di cibi e fibre organiche. L’ OMRI effettua inoltre ricerche scientifiche ad opere di educazione all’uso di materiali dell’industria organica. Per ulteriori informazioni: www.omri.org Grazie alla recente attestazione Biobizz può affermare con orgoglio: “i nostri prodotti sono certificati in tutto il mondo.”

Robert Sabbag è un giornalista americano che scrive su numerose riviste, tra le quali spicca Rolling Stone. Oltre a Cortina di fumo è autore del best seller Con la neve agli occhi, edito da Bompiani. A metà tra racconto biografico e romanzo d’avventura, il libro narra la storia vera di Allen Long, un regista mancato diventato uno dei pionieri del traffico di stupefacenti tra Sudamerica e Stati Uniti. Negli anni Settanta gli States erano attraversati da correnti di cultura alternativa che facevano dell’uso della cannabis una bandiera di libertà e di emancipazione. Il commercio della droga non era ancora un’esclusiva della criminalità organizzata, ma spesso era il frutto dell’iniziativa improvvisata di un manipolo di intraprendenti fumatori, senza qualche rotella ma con molto fegato. Uno di questi era Allen Long. Partito per il Messico con il progetto di girare un documentario sul traffico di marijuana e rimasto a corto di finanziamenti, Long si rese conto che entrare nel business della droga sarebbe stato ben più redditizio, oltre che divertente. Da qui l’inizio di una serie di avventure ad alto tasso di adrenalina, tra spericolati viaggi aerei con atterraggi notturni sulle autostrade californiane, festini a base di poker, donne e droga e soprattutto tanti, tanti soldi. Storia avvincente ed esilarante che si legge tutta d’un fiato, Cortina di fumo rappresenta l’esaltazione di uno spirito d’avventura senza tempo e senza limiti.

www.highlife.nl

www.soft-secrets.nl


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Kratom… C’è molto da imparare sopraggiunge l’effetto oppiaceo: resistenza al dolore (fisico ed emotivo) rilassatezza, sonnolenza ed un generale stato di “sogno da sveglio”. Gli effetti si percepiscono dopo pochi minuti dall’assunzione e possono durare fino a 6 ore. Spesso si percepisce una forte carica euforica il giorno dopo l’assunzione. Alcuni studi effettuati dimostrano come l’utilizzo sporadico del Kratom non dia assuefazione, ma è probabile che in alte dosi e costante utilizzo nel tempo possa portare alla dipendenza o provocare effetti secondari quali secchezza del cavo orale, perdita dell’appetito, sonnolenza, generale costipazione e depressione del sistema nervoso centrale. Kratom, Krathom, Ithang, Kakuam, Thom o Ketum sono i nomi comunemente usati per indicare la Mitragyna Speciosa Korth (il nome del genere deriva dalla caratteristica forma a mitra degli stigmi), un albero della famiglia delle Rubiacee che cresce spontaneo in Tailandia, nelle foreste pluviali delle regioni tropicali e sub-tropicali dell’Asia e nelle regioni paludose dell’Africa. L’albero di Kratom può facilmente raggiungere e superare i 15 metri di altezza, con un fusto eretto e molto ramificato, fiori gialli e foglie sempreverdi ovali-acuminate. L’impiego tradizionale del Kratom è caratteristico della Tailandia, e risale a tempi immemorabili. Il 3 agosto 1943, il governo Tailandese promulgò il Kratom act 2486, con il quale dichiarava illegale l’albero di Kratom, richiedendo l’abbattimento delle piante esistenti e proibendone la coltivazione. Questo provvedimento non ebbe alcuna efficacia, dato che in Tailandia la pianta cresce spontaneamente ovunque. Ad oggi la legge Tailandese classifica il Kratom allo stesso livello della cocaina e dell’eroina: un’oncia di estratto è punibile con la morte. Come per tutte le forme di proibizionismo nel resto del mondo, questa legge ha solo avuto successo nell’incrementare i prezzi del Kratom sul mercato nero. Qui, gli utilizzatori, ne distinguono le caratteristiche in a base alle venature delle foglie: rosse o verdi/bianche. Pur essendo queste ultime quelle con la più alta percentuale di alcaloidi, viene generalmente preferita una mistura delle due tipologie. Tradizionalmente la foglia di Kratom viene masticata fresca (o seccata e poi reidratata), rimuovendo la venatura centrale e aggiungendo del sale per prevenire la nausea, e bevendo poi acqua calda o caffè. In alcune regione viene utilizzata come spezia nella cucina locale. Le foglie possono anche essere fumate (anche se la dose efficace è troppo elevata per essere fumata con facilità) o messe in infusione per fare un tè. Un altro uso molto popolare consiste nella realizzazione di una resina grezza ottenuta tramite la lenta bollitura delle

foglie fresche o secche. L’impasto che si ottiene viene poi plasmato in piccole palline che vengono cosparse di farina e immagazzinate fino all’utilizzo. Il Kratom si usa nella medicina tradizionale come rimedio per la dissenteria, come analgesico, per calmare la tosse e per curare la dipendenza da oppio. Più raramente viene usato per prolungare il rapporto sessuale. I tradizionali utilizzatori del Kratom sono i contadini, e gli agricoltori, con un età mediamente alta, che usano le foglie come stimolante/ euforico per aiutarsi nella quotidiana fatica del loro lavoro, mentre è invece raro l’utilizzo tra le donne. La credenza che chi fa uso di foglie di Kratom sia un grande lavoratore è ancora oggi molto diffusa in Tailandia, infatti in alcune regioni i genitori preferiscono dare la figlia in sposa ai masticatori di Kratom piuttosto che ai fumatori di Marijuana. Ad oggi sono stati isolati oltre 40 alcaloidi presenti nella foglia di Kratom, tra cui i predominanti sono 3 indoli e 2 ossindoli. I 3 indoli sono Mitraginina, Painantina, e Specioginina (i primi due sembrano essere una caratteristica esclusiva della Mitragyna Speciosa). I due ossindoli sono Mitrafillina e Speciofolina. La Mitraginina, isolata per la prima volta da Hooper nel 1907 e “battezzata” nel 1921 da Field, è l’alcaloide presente in maggior quantità nella foglia di Kratom. La sua struttura chimica, determinata nel 1964 da Zacharias, Rosenstein e Jeffrey, è simile agli alcaloidi presenti nello Yohimbe (Corynanthe yohimbe) e nel Voacanga (Voacanga africana) e, per certi versi, simile ad alcuni principi attivi psichedelici basati sulle triptamine come la psilocibina o l’LSD. Nonostante questa somiglianza, non è stato riscontrato nessun effetto psichedelico da parte degli alcaloidi del Kratom. L’effetto viene invece descritto come stimolante o rilassante in relazione alla quantità assunta.

Oggi, il Kratom, viene attentamente studiato come rimedio per combattere l’assuefazione da diverse sostanze: in Nuova Zelanda è stato testato con successo per la disintossicazione da metadone. Presso l’Istituto Nazionale della Medicina Tradizionale Tailandese si stanno conducendo ricerche sulla Mitraginina come rimedio per la dipendenza da oppio e per la depressione. Altri gruppi di ricerca hanno condotto esperimenti sulla Mitraginina, somministrando foglie di Kratom da fumarsi ogni qualvolta il paziente manifesta crisi di astinenza per un periodo di 6 settimane, ottenendo un graduale allontanamento dagli stupefacenti.

vive e foglie secche è stata praticamente nulla fino a poco tempo fa. Oggi il governo Tailandese sta prendendo in considerazione l’abrogazione del Kratom Act, nello sforzo di aiutare i quasi 3 milioni di persone attualmente dipendenti dall’uso dello “speed”. Recenti studi hanno infatti dimostrato che gli alcaloidi presenti nella foglia potrebbero essere utilizzati come sostituto organico delle metamfetamine, per facilitare il processo di disintossicazione.

Sebbene il Kratom sia utilizzato da tempi immemorabili dai nativi della Tailandia, la scienza occidentale non se né mai interessata. Le ricerche esistenti sono spesso apparentemente contraddittorie, e la conoscenza della pianta stessa fuori dalla Tailandia è limitata a pochi etnobotanici e ad alcuni ricercatori farmacologi. La disponibilità di piante

Alcuni usi tradizionali del Kratom Tailandese Tè di foglie: Il tè viene tradizionalmente preparato bollendo a fuoco lento, per 15 minuti, 50 grammi di foglie secche e tritate in 1 litro d’acqua. Dopo aver filtrato bene il liquido (premendo bene le foglie in modo da ottenerne più liquido possibile), si ripete il procedimento una seconda volta. L’unione delle 2 bolliture viene poi unito e fatto cuocere ancora a fuoco lento fino ad ottenere 100 ml di liquido. Il tè così preparato viene a volte mescolato con una parte di liquore (vodka, whisky o rum) per ogni tre parti di tè di Kratom. In alcune regioni viene invece mescolato con tè nero e miele, oppure tè di papavero rosso (Papaver rhoeas) o di loto blu (Nymphaea caerulea). Il tè viene spesso assunto fumando tabacco o cannabis.

Tè di resina secca: La resina secca (6 grammi circa) viene fatta sciogliere in una tazza di acqua bollente. Il risultato è un infuso molto amaro che viene edulcorato con molto miele e a volte con l’aggiunta di un liquore dolce.

Resina morbida: In piccole dosi (5 o 6 grammi) si percepisce una stimolazione a livello mentale e fisico, a volte anche sessuale, una maggior propensione verso i lavori manuali e monotoni, e verso i rapporti sociali. Con l’aumentare della dose (10 grammi)

La resina fresca di Kratom viene solitamente disciolta in acqua come la resina secca, oppure ridotta in piccole palline che vengono ingerite senza masticarle.

Polvere fine: La polvere fine viene tradizionalmente mescolata (5 o 6 grammi) con succhi di frutta o latte.



Lettere-foto dai lettori

Soft Secrets

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Soft Secrets Italia, via Varenna 39, 16255 - Genova E-mail: italy@softsecrets.nl

Le vostre lettere

Complimenti! Finalmente la versione italiana! Vi spedisco subito la mia foto con le mie bambine...non ho un bel seno, ma mi piacerebbe comunque conoscere da vicino una miss jack herer, o una okè 47... buona fortuna e al prossimo numero! Skinhead

Per la partecipazione a la raccolta delle foto dei nostri giardini siamo lieti di allegarvi immagine di grow room in dwc, substrato argilla, hps 400w agro il tutto per quattro cloni di hollandshope ed un di durgamata; Complimentoni e i migliori auguri per la rivista. Massimiliano Ciao Massimiliano. Grazie per gli auguri. Tienici aggiornati sulla tua grow.

Ciao Skinhead. Complimenti per le tue “bambine”. Faremo il possibile per accontentare le tue richieste.

Il mio piccolo grande EDEN...bello da coltivare fantastico da cremare.... Ciao a tutti gli amanti della Ganja Ivano Ciao Ivano. Il tuo eden promette bene: tienici aggiornati!

Ciao Soft Secrets! E’ con grande piacere che vi invio questa foto. Non credo servano commenti! Pace Amore Legalizzazione. J.H. La prima foto ufficiale di un topless italiano: complimenti! Effettivamente, non servono commenti.

Sperando che voi non siate sbirri sotto false spoglie, vi mando una foto della mia pianta. Sono curioso di provare le vostre semenze. Emanuele

Ciao Soft Secrets. Finalmente anche in Italia potremo iniziare a sensibilizzare le persone sulla cultura e coltura di una pianta magica ed unica. Basta con moralismi e proibizionismo dettati solamente dall’interesse economico! Canapicultori di tutta Italia unitevi! Le foto appartengono alla mia Mexican (sativona di provenienza Messicana, semi trovati nella ganja fumata) outdoor. Per la foto indoor sono 7 Silver Haze (Sensi Seeds) dell’età di un mese. Barricate Parma Bellissime piante Barricate: complimenti! Il nostro intento è proprio quello di sensibilizzare la gente e diffondere cultura e informazioni.

Caro Emanuele, probabilmente non leggeresti queste parole, se fossimo “sbirri” sotto false spoglie. Aspettiamo altre foto, nel frattempo avrai modo di provare i semi di High Quality Seeds.

Attenzione Coltivatori! Ti piacerebbe ricevere gratis una confezione di semi d’Alta Qualità? Sogni di far crescere Master Kush, Holland’s Hope, White Widow, Olè 47, BlueBerries, Sensi Star, Jack Herer o Neville’s Haze? Allora mandaci una fotografia del tuo giardino e noi ti spediremo i semi. Se la fotografia conterrà una copia ben visibile di Soft Secrets Italia noi ti spediremo due confezioni di semi High Quality Seeds a scelta. Ma non è tutto! Se nel tuo giardino sarà ritratta in topless la tua fidanzata, o tua moglie, potrai avere 3 confezioni di Black Label di prima scelta. (I soggetti delle foto non sono obbligati a mostrare il volto). Inviate le vostre lettere e foto in email a italy@softsecrets.nl NOTA: Naturalmente, le foto devono essere allegate ad una descrizione. Nomi, lettere e indirizzi saranno cancellati appena i semi saranno spediti.


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ettori l i a d o t o f Lettere-

Soft Secrets

Queste sono le modeste bambine di quest’ anno; non ho proprio avuto il tempo, speriamo di rimandarvi qualcosa tra qualche mese. Cristiano Modeste? A questo punto siamo curiosi di vedere le tue prossime foto. Facci sapere le caratteristiche delle tue “bambine”. Buon proseguimento.

Flora e fauna del mio giardino. Grazie per il vostro lavoro (e anche per il regalo). M. Che dire?! Splendida foto, complimentissimi! Mandacene ancora, saremo contenti di beneficiarti dei nostri regali.

Ciao Soft Secrets. Vi invio questa foto che ho intitolato: “Campa cavallo, l’erba cresce”. W l’Italia in fiore! La confezione di semi che ho scelto è: Hollad’s Hop. Vi ringrazio per la promozione. MassiPaolo Sembra essere una ottima grow-room: complimenti! Aspettiamo altre foto e aggiornamenti.

Ciao, desidererei ricevere una busta di White Widow ed una di Jack Herer; per questo vi allego un paio di foto che contengono una copia ben visibile della vostra magnifica rivista e non solo. Queste due belle donne di nome marja sono dedicate a tutti voi che sperate nella legalizazion. Viva la legalizzazione! Con la speranza che pubblichiate le foto vi auguro buona fortuna grazie e a presto. Giorgio Ciao Giorgio. Come vedi, la tua foto è pubblicata. Dall’immagine, si nota come gli internodi siano abbastanza lontani uno dall’altro: un consiglio, tieni le piante più vicine alla luce.


Lettere-foto dai lettori

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Ciao ragazzi, sono Roberto ed ho 26 anni (da 10 assaporo la pregiata sostanza). Finalmente vivo per conto mio ed ho potuto avviare ed ampliare la passione per la coltivazione (vedi le bimbe della foto: UltraSkunk!). Quando mi sveglio la mattina, apro la porta della camera e… capisco il senso della vita! Ti amo Mary, non mi tradisci mai. Un salutone mitici e se potete speditemi White Pearl + White Widow. Grazie. Roberto Ciao e complimenti x la rivista innanzitutto, finalmente in lingua Italica. Spero proprio che iniziative come questa oltre che a susseguirsi contribuiranno a fare crescere uno spirito nuovo e benevolo verso la cannabis in genere facendo piazza pulita delle ipocrisie e delle menzogne che purtroppo la accompagnano tuttora nel nostro bel paese. Di certo vanno ad aumentare la cultura di tutti noi coltivatori (e non solo) grazie agli splendidi articoli e consigli in essa contenuti. Grazie davvero. Queste sono alcune babies da pochi giorni in fioritura. SPIRITO ECOLOGICO: Al posto dell’auto nel box ho messo una bella grow room Ferdinando

Ciao Roberto. Complimenti per la tua “bimba”, gode di ottima salute. Cercheremo di esaudire le tue richieste.

Ciao Ferdinando. Appoggiamo il tuo “spirito ecologico”. Grazie a te per foto e messaggio.

Ciao magica redazione!! Non sapete che felicità trovare dal mio canapaio il vostro giornale IN ITALIANO!!! Veramente grandi....vi auguro tantissima fortuna… con la speranza che questo giornale sia un esempio per tutti e che prima o poi le cose cambieranno! Vi allego la foto che ritrae le mie ragazze, hanno 26 giorni di vegetativa sotto una 400W. Auguroni e saluti Mattia Ciao Mattia. Complimenti per le tue “ragazze”: in gran forma! Grazie per gli auguri e i complimenti.


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Soft Secrets

rada Prove su st

Idroponica di William Texier (continua dal primo numero)

Idroponica aerea: Questa tecnologia è stata sviluppata contemporaneamente in Israele e alla Davis University, in California, negli anni Settanta. Sta guadagnando terreno sui metodi più tradizionali, in particolare nei paesi recentemente conquistati dalla produzione commerciale idroponica, come l’Australia. Essendo dei sistemi di circolazione ridotti, non rappresentano un pericolo per l’ambiente. Su larga scala, quando l’inquinamento diventa un problema, rappresentano una risposta alla tecnologia tesa allo spreco, ampiamente diffusa oggigiorno. Inoltre, con la circolazione dinamica d’acqua, aiutano ad eliminare i gas dalla soluzione nutriente. Si può tenere una pianta per mesi senza che si formino accumuli tossici nella zona delle radici. L’idroponica aerea usa sia pompe d’aria che pompe d’acqua. Sistemi a pompe d’aria di piccola taglia: un secchiello dal fondo bucherellato, riempito con sassolini di creta che fungono da supporto fisico per le piante (i sassolini irregolari risultano più efficaci), inserito a sua volta in un altro contenitore, il serbatoio. Una pompa a basso voltaggio, del tipo usato per gli acquari, ossigena l’acqua in maniera continuativa. Attraverso una colonna aspirante, la soluzione nutriente sale fino in cima all’unità. Poi si diffonde sulle radici per opera dell’effetto di gravità, ritornando al fondo del contenitore. Questi recipienti sono eccellenti per singole piante di grandezza rilevante. Vi si possono coltivare per anni, fino a che raggiungono dimensioni sorprendenti. Sono sistemi molto efficaci ma, a meno che non disponiate di un secondo serbatoio, dovrete prestarvi estrema attenzione: immersa nell’acqua calda, una pianta grande assorbirà tutto il liquido in due o tre giorni. Su scala più ampia, vi sono sistemi modulari a pompe d’acqua. Si tratta di

tubi, allineati per far posto a vaschette apposite nelle quali una manciata degli stessi sassolini di creta forniscono il supporto materiale per le piante. La soluzione nutriente copre le radici fino ad una profondità di 8 cm. Viene iniettata nei tubi in crescita con getti dinamici. La soluzione viene ossigenata nel momento in cui è a contatto con l’aria (da qui il nome idroponica aerea). Il liquido può circolare in continuazione oppure si può spegnere la pompa durante la notte. Questi sistemi sono disponibili in tutte le dimensioni, Da 2 x 1 m fino a 30 X 7 m! Sono i miei preferiti. Forniscono un livello d’ossigeno ottimale nella zona della radici e conseguentemente favoriscono un livello di crescita che ha del miracoloso. Inoltre non generano scorie: le vaschette e i sassolini possono essere riutilizzati più volte. Ciononostante, essendo le radici immerse direttamente nell’acqua, è cruciale la temperatura nella zona delle radici stesse. Questi sistemi, infatti, agiscono meglio in spazi ventilati.

Cosa scegliere? Non è semplice rispondere. Dipende dalla personalità dell’utente, dai suoi obiettivi. Ovviamente, si devono considerare i mezzi finanziari ed il tempo disponibile per il progetto. Come regola generale, migliore è il sistema, più rapida sarà la crescita e maggiore dovrà essere l’attenzione. Simili sistemi generalmente non sono a buon mercato. Sono prodotti da compagnie di media grandezza, che non posseggono i mezzi di produzione della grande industria. Ad ogni modo, qualsiasi appassionato di bricolage può costruirsene uno con un po’ di tempo, intelligenza e alcuni accessori di plastica acquistati da qualche produttore o in un negozio di ferramenta. Il costo relativamente alto non deve farvi desistere. Gli investimenti verranno presto ricompensati dal raccolto… Con in più il piacere di ritrovare nella vostra casa tecnologie accessibili fino ad ora soltanto ai professionisti.

Qualunque sia la vostra scelta, alcuni principi generali si applicano ad ogni raccolto e a tutti I tipi di coltivazione indoor: • La stanza dove tenete le piante deve essere ben ventilata. Ricordate, non lo sarà mai troppo! Se il tempo atmosferico lo permette, una ventilazione costante eliminerà l’eccesso di umidità e apporterà l’anidride carbonica necessaria alle vostre piante. • Se invece non c’è ricambio d’aria, i ventilatori renderanno omogenea l’aria nella stanza, eliminando sacche d’aria calda e umida. Aumenteranno inoltre la forza strutturale delle vostre piante. • Nell’utilizzare le luci artificiali, non scordate che hanno un raggio di efficacia molto limitato. Dovete posizionare la fonte di luce il più vicino possibile alla sommità delle piante… senza però bruciarle. La distanza varia a seconda al tipo di illuminazione usato. Dovete potare i rami inferiori che ricevono meno luce. • D’estate, utilizzando le luci in uno spazio circoscritto, potrete accenderle durante la notte per approfittare dell’aria più fresca. • La soluzione nutriente deve essere conservata al fresco per mantenere la massima ossigenazione nella zona delle radici. La temperatura ideale sarebbe di 18º C. La soluzione deve essere leggermente più acida di quella per la coltivazione in terra, con un PH dal 5,5 a 6,5. I sali minerali dissolti (o elettro conduttività - EC) deve essere intorno al 0,4 – 0,8 EC per le talee, 1,6 per piante appena interrate, 1,6 – 2,0 per lo stadio vegetativo e 1,6 – 1,8 EC per gli stadi di fioritura e fruttificazione. • La scelta del nutriente è di primaria importanza: per definizione, il mezzo usato è neutrale e la soluzione nutriente è la sola fonte dalla quale la vostra pianta può alimentarsi. Deve quindi essere completa e bilanciata. Visto che l’assorbimento è rapido, i sali devono essere puri. Eventuali impurità provocherebbero accumuli tossici. Scegliete di preferenza nutrienti liquidi o perfettamente solubili in modo da non ostruire i tubicini attraverso cui passa il nutrimento. Leggete le etichette e non esitate a fare i vostri esperimenti, mettendo a confronto

le diverse marche. Un nutriente ben formulato è il principale contributo al successo della vostro piano di coltivazione.

Per concludere: Per più di vent’anni ho coltivato le mie piante con i sistemi idroponici. Ma pianto sempre alcuni esemplari per controllo. Dopo tutto questo tempo, mi meraviglio ancora della differenza. Soltanto pochissime specie non si prestano a questo tipo di coltivazione, generalmente piante che risultano difficili da trapiantare. Queste devono essere seminate nel posto giusto, il che può a volte essere complicato in un sistema idroponico. La qualità della produzione è essenziale per il coltivatore fai da te. Per quanto ne so, nessun nutriente idroponica al mondo ha ottenuto la certificazione di nutriente organico (sebbene alcuni sostengono che effettivamente sia “organico”). Infatti, per essere considerato organico, un nutriente deve essere trasformato da organismi viventi e reso fruibile per le piante. In un sistema idroponico, questi organismi gareggiano con la pianta per accaparrarsi l’ossigeno. Essi crescono rigogliosamente nel nutriente ben ossigenato e si sviluppano fino al punto di colonizzare il sistema. Dopodiché, si accumulano sulle radici e bloccano il processo di suzione della pianta. Ad ogni modo, attraverso queste tecnologie è possibile ottenere prodotti di alto valore nutrizionale con un gusto almeno uguale a quello del miglior concime. Durante tutti questi anni, ho sempre cercato di creare un tipo di coltivazione che fosse il più naturale possibile, sebbene i tubi di plastica sembrano molto distanti dalla natura. Non ho mai usato pesticidi (né, ovviamente, erbicidi). È meglio combattere i parassiti con l’aiuto di insetti benefici ed altri organismi viventi. Creare, in un situazione artificiale, un microcosmo naturale biologicamente diversificato e relativamente stabile è una sfida affascinante. Qualunque tecnologia scegliate; anche se non potete fare a meno del dubbio piacere di sporcarvi le mani nella terra, la coltivazione è un’infinita fonte di piacere, che spero scoprirete da voi. William Texier E-mail: WilliamT@eurohydro.com



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talee

Talee facili (da www.ENJOINT.com) di Foz - ENjOINTeam

La propagazione delle piante può essere fatta essenzialmente in due modi: per seme (sessuata) o mediante escissione di parti di pianta messe in condizione di radicare (asessuata, o vegetativa). La riproduzione vegetativa consta di diverse tecniche, questo scritto tratta in particolare della propagazione asessuata per talea semilegnosa con foglie. Detta pratica ha due vantaggi principali: primo, riproduce esattamente le caratteristiche genetiche della pianta madre, secondo la pianta da talea fiorisce in meno tempo rispetto a quella nata da seme. Per il buon esito dell’operazione è importante maneggiare attentamente la talea prelevata minimizzando così lo stress e velocizzando i tempi di radicamento. E’ altresì fondamentale comprendere quali siano i fattori che influenzano la capacità del germoglio di continuare i processi fisiologici e, in relazione a questi fattori, creare un ambiente appropriato che incentiverà la talea ad emettere radici avventizie e a diventare una nuova pianta. Tali fattori possono essere così riassunti:

Umidità Il successo della radicazione dipende dal bilancio idrico della talea. L’acqua, necessaria per mantenere il turgore delle cellule, muovere gli elementi nutritivi, fare avvenire la fotosintesi e rinfrescare la pianta, si muove dalle radici, attraverso il fusto e i rami fino alle foglie dove viene persa per traspirazione. E’ importante ricordare che le radici sono gli organi della pianta più efficienti nell’assorbimento dell’acqua, di contro l’estremità tagliata di una talea non è una struttura altrettanto efficace per attingere il prezioso liquido. Pertanto allorché asportiamo dalla pianta madre la talea, il flusso di traspirazione è interrotto e non c’è modo di recuperare l’acqua che viene perduta. Visto che il tasso di traspirazione viene regolato dalla differenza che c’è tra la pressione dell’acqua all’interno della foglia e la pressione dell’acqua presente nell’aria che la circonda, si evince che controllare le condizioni ambientali e, in particolare l’umidità, è la chiave per ridurre le perdite d’acqua.

Temperatura Per una talea con foglie, i processi biochimici necessari per iniziare le nuove radici richiedono temperature costanti del substrato tra i 23°C e i 26°C.

Luce La fotosintesi (e quindi la luce) è necessaria durante la radicazione? Se la luce possa influenzare questo processo è ancora in corso di studio. Quello che è noto è che la crescita e l’espansione delle radici richiede i carboidrati prodotti dalla fotosintesi e immagazzinati nelle foglie, questo spiega l’ingiallimento delle medesime durante la formazione delle radici.

La situazione più probabile è che mentre la formazione delle nuove radici avventizie sia una risposta ai livelli ormonali della pianta ed alla temperatura, l’allungamento e lo sviluppo delle stesse dipendano dalla disponibilità di carboidrati; è pertanto opportuno che livelli di luce siano adeguati per continuare i processi fotosintetici. I neon, per la loro capacità di fornire lumen senza scaldare troppo, sono le lampade d’elezione per tale pratica.

AEROCLONER Quanto detto finora può essere messo in pratica per l’assemblaggio di un semplice, economico e valente sistema per la radicazione noto con il nome di Aerocloner. Nello spaccato in [Fig. 1] ne sono schematizzate le parti.

In linea di principio si tratta di un contenitore con coperchio riempito per circa tre quarti della sua capienza di acqua in cui è immersa una pietra porosa a sua volta collegata ad un aeratore. Le talee vengono inserite all’interno del contenitore attraverso degli appositi fori e rimangono ivi sospese appena sopra il pelo dell’acqua. L’azione delle bolle prodotte dalla pompa e dalla pietra porosa, in particolare il loro continuo rompersi sulla superficie crea un’atmosfera satura di umidità all’interno del contenitore. Si realizzano così le condizioni che consentono alle talee di mantenere il loro turgore e di iniziare a produrre radici avventizie. Coprire l’aerocloner con un contenitore di plastica trasparente aiuta ulteriormente a prevenire le perdite d’acqua per evaporazione; la copertura è una soluzione da adottarsi in casi in cui l’umidità dell’aria della growroom sia al di sotto del 35%, in caso contrario non é consigliabile visto che eleva la temperatura dell’aria a livelli critici producendo condizioni favorevoli allo sviluppo di patogeni del suolo e del fogliame e compromettendo i normali processi fisiologici. Gli ‘ingredienti’ necessari per comporlo sono i seguenti (per 12 cloni): • Un contenitore per alimenti con coperchio e con le pareti di colore scuro. Capacità: 5 litri • Una pietra porosa da 10cm. (se non la trovate potete collegarne tra loro 2 o 3 più piccole). • Una pompa aeratore. Portata100 litri/ora • 1/2 metro di tubo di gomma. Sezione 0,5cm. Per collegare la pompa alla pietra porosa. • 20 cm. di tubo di gomma. Sezione 1 cm. Per i manicotti di sostegno per le talee.

• Un contenitore di plastica trasparente. Stesse dimensioni del precedente (un acquario di plastica è l’ideale) E’ indispensabile l’utilizzo di un trapano con una punta da 1cm. più una serie di punte più piccole. Il costo totale per la realizzazione non supera i 25-30 euro. Gli ingredienti più ‘esotici’ come la pietra porosa o la pompa aeratore (compreso il tubo per collegarli) possono essere reperiti con facilità in ogni negozio di acquari. Per tutto il resto, un semplice negozio di casalinghi soddisferà le nostre esigenze. L’assemblaggio di un aerocloner è estremamente semplice giacché dovremmo modificare unicamente il contenitore per alimenti. In particolare, con l’aiuto del trapano, andremo a realizzare una serie di buchi di un centimetro diametro distanti tra loro almeno quattro/cinque centimetri [Fig. 2]. A tal uopo è utile servirsi di punte diverse iniziando con quella da 2mm. Per poi allargare progressivamente i fori in modo da limitare eventuali fratture alla plastica del coperchio. Una volta modificato il coperchio si provvederà realizzare un ulteriore buco nella parte superiore di una delle pareti del contenitore stesso. Questo foro, con una sezione di 0,5 cm. consentirà il passaggio del tubo di gomma per il collegamento tra aeratore e pietra porosa.

Procedure d’utilizzo Verranno ora fornite una serie di procedure atte a far radicare in pochi giorni delle talee mediante l’utilizzo di un aerocloner.

sterilizzati ma quantomeno puliti. Consigliato l’uso di una lametta o di una buona forbice molto affilata. La pianta madre andrà preparata al taglio con almeno 72 ore di anticipo, verranno individuate delle porzioni di rami di lunghezza tra 10/15 cm. (circa 3-4 internodi) e se necessario marcate con un etichetta o una stringa colorata per distinguerle una volta poste nell’aerocloner. In relazione alle considerazioni precedentemente fatte sui livelli di auxina per il taglio si cercherà di privilegiare i germogli apicali. Un ramo alla volta si procederà all’ablazione totale delle foglie e ramoscelli nel tratto compreso tra i due ultimi internodi avendo cura di lasciare le foglie apicali. [Fig. 3]. Come detto, si darà modo alla pianta di recuperare allo stress per almeno 72 ore, dopodichè si opererà il taglio a livello dell’ultimo internodo pulito in precedenza. Se si ha la possibilità di farlo, durante i tre giorni di ‘convalescenza’ è opportuno somministrare sulle foglie dell’Olio di Neem tramite uno spruzzino da giardiniere. La cosa non è in nessun modo indispensabile, io ho quest’abitudine sia perché mi garantisce una protezione contro alcuni parassiti in una fase di maggiore vulnerabilità della pianta e sia perché lascia sulle foglie un sottile film oleoso che limita le tanto temute perdite d’acqua.

Una volta operato il taglio, le talee saranno inserite all’interno dell’aerocloner. Per dar loro maggiore stabilità e per ottenere un corretto piazzamento poco sopra il pelo dell’acqua, saranno utilizzati dei pezzettini di tubo di gomma della lunghezza di 1 cm. Tagliati longitudinalmente verranno adoperati come dei piccoli manicotti da inserire nel buco del coperchio dell’aerocloner attorno allo stelo della talea. [Fig. 4] Completata la messa a dimora, il tutto verrà coperto con il contenitore trasparente e verrà accesa la pompa. E’ opportuno cambiare l’acqua all’interno dell’aerocloner una volta al giorno per i primi 2/3 giorni, quindi solo se il livello scende troppo. Con questo sistema i tempi d’attesa sono ridottissimi, si possono formare le prime radici dopo appena 4 giorni e la pianta è pronta ad essere trapiantata dopo una settimana dieci giorni dal taglio.

Per effettuare i tagli si useranno sempre e solo strumenti dedicati, non dico

Buoni Cloni!


Soft Secrets

Le meravigl di Weckelsie

weckels world of wonders

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Weckels è un fotografo ed un reporter esperto di coltivazione per numerose riviste olandesi. Ha raggiunto una certa fama in Olanda per i suoi servizi sulla produzione di marijunana (indoor ed all’esterno), specializzandosi nella documentazione di piantagioni all’aperto. Coltivatore di talento in entrambi gli ambienti, in questo numero sentiremo da lui quale parte della casa è meglio per coltivare. Nei successivi articoli, Weckels approfondirà ulteriormente il tema della coltivazione di marijuana al chiuso. Fate tesoro di questo. Testo e fotografie: Weckels, lo specialista della coltivazione da Atami

Composto e miscele terra/composto come substrati Uno dei termini più utilizzati per definire le miscele di terra e di terreno è il composto. Per alcuni il composto è semplicemente la roba che si vende in diversi vivai, ma per altri è un nome collettivo utilizzato per indicare del terreno mescolato con vari concimi. Quale dei due sia il più adatto per coltivare la marijuana dipende dai desideri del coltivatore e dalla sua volontà di aggiungere o no del concime liquido alle sue piante durante la fase di crescita e quella di fioritura.

Una buona e ben areata miscela di terreno può fare una gran differenza quanto al raccolto per pianta. della pianta di estrarre acqua, ossigeno e nutrimenti dalla miscela di terreno. Le piante di marijuana possono crescere in terreni poveri dal punto di vista nutrizionale oppure con un ph al di sotto di quello ottimale eppure crescere ragionevolmente bene. Ma se la struttura della miscela di terreno è troppo compatta e le radici sono ostruite oppure la loro crescita ritardata, allora praticamente nient’altro nella pianta crescerà bene. Problemi del genere si presentano spesso quando i coltivatori utilizzano solo il composto (senza altri additivi quali concimi o perlite) come base per la crescita delle piante. Dato che questo composto proviene generalmente dalla torba contiene, per sua natura, poco ossigeno.

Nel caso in cui scegliamo di comprare un composto economico da uno di questi vivai, dobbiamo anche regolare le nostre aspettative di conseguenza. In altre parole, un composto normale, con poca o nessuna aggiunta di concimi ed una struttura insufficiente, non porterà ad un raccolto di prim’ordine. Quella della marijuana è una pianta che può crescere in modo straordinariamente rapido ma, proprio per questo, necessita di molta più acqua e nutrimento della media delle piante da appartamento. I coltivatori intelligenti ne tengono gran conto e si assicurano che le loro miscele di terreno soddisfino la lista di controllo delle qualità presentato di seguito.

In particolar modo, quando il composto (realizzato con della torba) diventa saturo d’acqua, si gonfia come una spugna e quindi entra poco ossigeno. Non per niente quasi tutti i preziosi manufatti preistorici furono ritrovati in pantani di torba. Questo particolare tipo di terreno assorbe così poco ossigeno che qualsiasi cosa venga sommersa da esso può rimanere inalterata per anni e anni (pensate solamente ai vari corpi preservati dalla torba che sono stati scoperti).

Drenaggio dell’acqua Innanzitutto, la miscela di terreno deve essere capace di un buon drenaggio dell’acqua. Le piante di marijuana non sopportano un sottosuolo troppo umido e, inoltre, eviteremo un’intera serie di fastidiose malattie quali il marciume della radice e simili se ci assicuriamo che la miscela di terreno sia capace di drenare tutta l’acqua in eccesso abbastanza rapidamente. Inoltre, una miscela di terreno con un drenaggio ben selezionato è spesso un composto che assicura che le piante ricevono una quantità di ossigeno più che sufficiente. Vale la pena menzionare il fatto che i vasi in cui vengono collocate le piante o le tavole su cui vengono fatte crescere devono avere sufficienti fori in modo che l’eccesso di acqua ricca di nutrimenti possa effettivamente defluire (tramite il canale di scolo verso il tubo di drenaggio). Il terreno non riesce a rimanere ben areato senza un numero sufficiente di fori nella parte inferiore del vaso e/o senza che la sommità della tavola sia forata. Altrimenti saremo preoccupati dal fatto che l’acqua non riesce a defluire.

Ossigeno Una sufficiente quantità di ossigeno nel terreno o nel substrato è di fondamentale importanza per un buon sviluppo delle piante. In particolar modo nel caso in

In una buona miscela di terra, in cui è stata mescolata abbastanza perlite, una buona quantità di marijuana può essere portata alla maturità.

Concime cui la miscela di terriccio è ben areata e, quindi, contiene una gran quantità di ossigeno, le radici possono svilupparsi ad un ritmo veloce e, di conseguenza, anche le piante possono crescere più rapidamente. Non sempre dipende dalla grande esperienza del coltivatore se già dopo cinque giorni le sue piante sono ad uno stadio fiorente, mentre un altro coltivatore dopo dieci giorni si sta ancora chiedendo se le sue piante sono finalmente abbastanza grandi da poter entrare nel ciclo delle 12 ore di luce. Grazie all’ossigeno le radici riescono ad espandersi in modo ottimale e, quindi, ancorare in modo appropriato la pianta dopo di che lo stelo e di conseguenza i rami possono vigorosamente crescere in volume ed ampiezza. Uno stelo spesso e dei rami ben sviluppati assicurano che la pianta, quando raggiungerà il suo periodo di fioritura, potrà sostenere un maggiore peso di grappoli di fiori e quindi incrementare il raccolto per pianta. Spesso sono proprio piccoli dettagli come questi che determinano un

raccolto superiore per alcuni - grazie ad una crescita in una miscela di terra ben areata – mentre altri coltivatori combattono per ottenere 5 grammi dalla loro pianta – per il fatto di essere cresciute in un suolo di calcestruzzo. Una buona miscela di terra areata non deve costare troppo ma bisogna ripartire i dividendi per la quantità di raccolto che si può ottenere.

Struttura Un altro importante aspetto della miscela di terreno o di composto che ancora non abbiamo affrontato è la sua struttura (a volte si parla di “ruvidezza” della miscela di terra). La struttura della miscela di terreno determina la sua capacità di trattenere l’acqua e di farla scorrere, la permeabilità all’aria e all’ossigeno e la facilità con cui le radici possono diramarsi e crescere in salute in esso. Infine tramite questi fattori la struttura determina l’abilità

Tuttavia, un composto di torba ha anche buone qualità, come quella di trattenere acqua per molto tempo. Se vogliamo sfruttare le buone qualità del composto di torba ottimamente la migliore cosa da fare è mescolarlo con della perlite, in questo modo la struttura viene migliorata e quindi lascia penetrare una maggiore quantità di ossigeno e di aria. Ancora meglio mescolare il composto con del concime oppure affidarsi a delle miscele pronte da usare che vengono spesso vendute nei vivai. Spesso queste miscele vengono create appositamente per le piante di marijuana e possono accrescere le possibilità di successo in modo considerevole. Di sicuro, se

Un sottosuolo troppo umido può generare rapidamente marciume delle radici o altre malattie.


Advertorial

Dutch Passion fu lanciata nel 1978 come azienda produttrice di semi di cannabis ad Amsterdam, realizzando semi di cannabis di prima qualità nei Paesi Bassi. Oggi Dutch Passion è la più importante produttrice di semi mondiale. Famose varietà multipremiate quali Mazar®, Blueberry ®, Euforia® e Super Haze® sono creazioni della Dutch Passion. Anche varietà commerciali che hanno venduto molto quali Passion#1® (in precedenza Amstel Gold), Orange Bud® and Power Plant® fanno parte della Collezione Dutch Passion. Più di ogni altra cosa, Dutch Passion è l’inventore della rivoluzionaria “tecnologia” dei Semi Femminilizzati di Cannabis. Oggi, ad una

distanza di 5 anni dall’introduzione dei semi femminilizzati, questi semi vendono più di quelli normali. La vasta collezione di semi della Dutch Passion comprende 25 varietà di semi di Cannabis femminilizzati e 30 varietà di semi di Cannabis normali. La collezione di semi della Dutch Passion è disponibile in più di 450 vivai, head shop e negozi virtuali soprattutto in Europa. Nei loro cataloghi vengono fornite le percentuali del livello TCH delle loro varietà. Inoltre viene attribuita molta attenzione all’immagazzinamento e al confezionamento, in modo da fornire sempre ai clienti semi di cannabis genuini. La Dutch Passion stessa vende al dettaglio i

suoi prodotti nei suoi due Vivai Globali “Seeds of Passion” (ad Amsterdam e Maastricht, vedere la foto). Inoltre i negozi “Seeds of Passion” vendono una collezione di semi di 200 buone varietà, realizzate da 20 affermate aziende produttrici di semi nel Sud Africa, Canada, Svizzera, Spagna, Inghilterra e Olanda. Vantaggi di coltivare “Semi Femminilizzati” I semi femminilizzati hanno una discendenza femminile al 99%. Occasionalmente spunta fuori un maschio o un ermafrodito. Tenetelo sempre in mente. I semi femminilizzati hanno altri due vantaggi in più rispetto ai semi normali. Innanzitutto, paragonata alla forma normale di una determinata varietà, la forma femminilizzata della stessa varietà si presenta molto più uniforme e consistente. E’ stato riscontrato in circa l’80% dei nostri esperimenti. In secondo luogo, la forma femminilizzata di una varietà è di regola più potente della forma normale della stessa varietà. Immagazzinamento a lungo termine e confezionamento dei semi di Cannabis Dopo un ben controllato processo di produzione, i loro preziosi semi di cannabis vengono raccolti insieme ai gusci dei semi e Ufficio della Dutch Passion Utrechtsestraat 26 -2 1017 VN Amsterdam 0031 20 4215051 www.dutchpassion.nl

ad altri avanzi fogliari e vengono messi a seccare per 2 settimane a temperatura ambiente. I passi successivi vengono eseguiti con lo scopo di assicurare un periodo di immagazzinamento di 5 o 6 anni prima che i sedi germoglino: Gli avanzi fogliari vengono rimossi dai semi tramite un’elica antibrina, in modo che rimangano solo i semi e alcuni steli. I semi vengono scelti a mano in base alla maturità (i semi che vanno da un colore verde al marrone chiaro, a seconda della varietà, germineranno perfettamente). I semi scorrono attraverso una serie di filtri e vengono selezionati in base alla loro dimensione. Due parti vengono tenuti per uso commerciale. Gli altri vengono eliminati. Ora questi semi selezionati vengono conservati in una camera umidostatica per qualche giorno in modo da assicurarsi che l’umidità relativa all’interno dei semi sia del 30%. Questa umidità relativa del 30% è il maggior fattore per controllare la vitalità dei nostri semi di cannabis. Con un’umidità del 30% a 6 gradi Celsuis, i semi saranno vitali (con un tasso di germinazione del 90-95%) per un periodo prolungato di 5 o 6 anni. I semi vengono tolti dalla camera umidostatica e sigillati ermeticamente in contenitori

in lamina di alluminio, contenenti ognuno 1000 semi. Ora i semi sono pronti per essere immagazzinati. Di tutte le varietà di semi della DP (femminilizzati e regolari) viene immagazzinata una scorta per un anno, a 6 gradi Celsuis. Grazie alle procedure descritte tutte le varietà di semi della DP sono disponibili fresche per tutto il tempo. Per il consumo clientelare, viene aperto un contenitore per semi in alluminio e direttamente sottoposto alla nostra macchina contatrice per semi ed infine impacchettati in sacchetti professionali in lamina di plastica

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ripiegati (10 semi per sacchetto) che vengono di nuovo sigillati ermeticamente. Secondo la DP, le procedure sopra menzionate assicurano un’ottima germinazione dei semi per un periodo di tempo dai 5 ai 6 anni. Sul rovescio dei nostri pacchetti per consumatori professionalmente sigillati, abbiamo stampato 4 piccole frecce, uno per ogni lato. Se tutte le quattro frecce sono visibili, allora vuol dire che i pacchetti non sono stati aperti e sigillati nuovamente. Potete essere sicuri che questi pacchetti contengono puri sei “Dutch Passion”. Semi DP freschi sono disponibili sul sito della DP e nei negozi al dettaglio.

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Soft Secrets

Se non aggiungiamo nessun prodotto organico al composto, significa automaticamente che dobbiamo fornire alle piante una maggiore quantità di nutrimento liquido. trovate difficile preparare da soli le miscele o se siete preoccupati di nutrire le piante in modo eccessivo, queste miscele di terra possono essere una buona alternativa. Inoltre contengono anche sostanziali quantità di composto. In molti casi il personale del tuo vivaio può consigliarti la quantità esatta di nutrimento, per queste miscele pronte da usare, da mettere nelle nostre sessioni di irrigazione o negli irrigatori automatici, in modo da poterci prendere cura delle piante con due risorse di nutrimento. Quando non aggiungiamo nessun concime alla nostra miscela di terreno, significa automaticamente che dobbiamo fornire una maggiore quantità di nutrimento liquido alle piante. La dose da aggiungere all’acqua è generalmente raddoppiata, spesso dovremo utilizzare il doppio di nutrimento liquido se la pianta cresce in una miscela di terreno povera. In questo modo, avremo di fronte una situazione in cui le piante cresciute in una base nutriente ricca di concime possono determinare da sole quando vogliono assumere i nutrienti. Quando vengono coltivate usando un sistema di irrigazione automatico come unica risorsa di nutrimento, le piante possono assumere i nutrienti solo durante il periodo di irrigazione e rimanere il resto del tempo senza nutrimento disponibile.

Vita del terreno Un buon consiglio per i coltivatori che concimano la propria terra è di

Grazie ad una miscela di terra areata e ad un abbondante fornitura di concimi e luce le piante sviluppano rapidamente una spessa copertura fogliare.

preparare la miscela di composto molto tempo prima (circa sei mesi) di quando hanno intenzione di usarlo. Il che significa che avremo la nostra miscela di terreno pronta in attesa (ad esempio in una stalla oppure un fienile) prima di essere pronti ad iniziare un nuovo raccolto. La ragione di questo comportamento consiste nel dare alla vita microbica nel composto o alla vita del terreno la possibilità di stabilizzarsi. Questa vita del terreno consiste di molti batteri che assimilano i costituenti del concime, in modo che la pianta possa usufruirne direttamente appena collocata nel terreno. Questa è spesso una di quelle cose per le quali i coltivatori rimangono delusi quando preparano da soli le miscele di terreno e le piante, contrariamente alle loro aspettative, crescono ancora in modo

fiacco. Di solito ciò non è dovuto ad una base di miscela di terreno erronea, ma semplicemente al fatto che la pianta non riesce a raggiungere i nutrienti del concime per assimilarli perché la vita del terreno non ha avuto la possibilità di svilupparsi pienamente. La vita del terreno è inoltre in gran parte responsabile dell’assunzione dei nutrimenti da parte della pianta. Ciò suona un po’ strano per molti coltivatori ma, accidenti, qualche volta date un’occhiata a quanto valore danno gli ortofrutticoltori alla vita del terreno nelle loro fattorie. Non per niente ottengono i migliori risultati quando la vita del terreno ha avuto un tempo decente per svilupparsi e quindi produrre maggiore soddisfazione ai loro raccolti.

Terminerò consigliandovi di non usare uno strato di miscela di composto troppo denso se coltivate le piante in serra, tranne nel caso in cui volete coltivare delle piante davvero grandi. Considerato che in serra possiamo fornire nutrimento ed acqua con grande accuratezza e regolarità, il terreno non deve trattenere molta acqua , quindi un sottile strato di composto con prodotti organici (tra gli altri, concime fatto di vermi e gesso) mescolati insieme, sarà sufficiente per una buona crescita. Inoltre, uno strato sottile ha anche il vantaggio di massimizzare la permeabilità di aria e ossigeno e, soprattutto, il terreno viene riscaldato più rapidamente e facilmente e di questo la pianta vi ricompenserà ampiamente.

Se la vita del terreno non è sufficientemente sviluppata, la pianta non è in grado semplicemente di assimilare i prodotti organici.

Tanti buoni motivi per autoprodurre Nell’epoca in cui viviamo , avere dei bisogni significa diventare automaticamente dei consumatori. Ci sembra normale soddisfare questi bisogni acquistando i prodotti necessari che troviamo in commercio. Eppure da quando l’umanità esiste, ogni essere umano può, sviluppando la propria conoscenza e cultura , autoprodursi i beni di cui ha bisogno. La rivoluzione industriale prima e l’evoluzione tecnologica poi, hanno spinto la produzione di beni e la soddisfazione dei bisogni, ma hanno anche veicolato un modello di sviluppo che rende la vita piu’ facile per pochi e più frustrante per tanti. Autoprodurre significa proporre un’altra strada, non nuova , ma vecchia come l’umanità stessa. Per veicolare le conoscenze, la cultura dell’autoproduzione e suggerire a tutti un’alternativa al solo consumo, da 5 anni esiste a Genova un punto di riferimento specifico per l’autoproduzione di cannabis. Ma non solo, anche ricerca storica e interventi pubblici in favore di questo vegetale tanto controverso. Noi indirizziamo la soddisfazione dei bisogni attraverso l’autoproduzione. Abbiamo le competenze, le tecniche, gli strumenti pratici che permettono alle persone la produzione in autonomia del bene di cui hanno bisogno. Nello specifico la Cannabis, perchè soddisfa tutti i bisogni fondamentali degli esseri umani. In 5 anni di vita, siamo riusciti non solo ad essere un negozio tematico sulla Canapa ma anche una Associazione di promozione sociale. Siamo nel centro storico della città in Stradone S. Agostino 26r e siamo diventati un riferimento per chi, con o senza esperienza, vuole imparare come si fa e cosa serve.

Inoltre, si utilizza tutto lo spazio che le leggi attuali consentono. Non si vende qualunque cosa a chiunque, ma ci si rivolge ai più consapevoli, a chi a buona volontà e sufficiente spirito critico per assumersi delle responsabilità. E comunque siamo andati avanti, nonostante le difficoltà, senza nessun finanziamento pubblico o privato, senza nessun patrocinio di personaggi più o meno famosi, senza la benedizione del prete antagonista di turno, perchè siamo laici e indipendenti da qualsiasi schieramento politico e non. Crediamo nel potenziale umano e nel potenziale della Canapa, crediamo nell’ autoproduzione perchè produce coscienza e benessere. Sopratutto ora, che il governo propone la carcerazione dei consumatori con un decreto legge che ha l’obbiettivo di criminalizzare ancora una volta la Cannabis, ma soprattutto di instaurare una vera e propria dittatura di controllo sociale. Ci teniamo a sottolineare che tale decreto legge NON E’ IN VIGORE ! Lo dobbiamo fare perchè ci sono giunte decine di segnalazioni riguardo ad abusi dei tutori dell’ordine, i quali agiscono come se la propaganda del governo fosse già realtà. E pur sottolineando che l’attuale legge non è ancora stata sostituita da quella proposta dal governo, noi ribadiamo la necessità della totale cancellazione della Cannabis dalle tabelle delle sostanze stupefacenti. Cancellare la Cannabis dalle tabelle delle sostanze stupefacenti produrrebbe un sostanziale cambiamento della politica sulle droghe, tutte. Un risparmio del denaro pubblico che oggi viene impiegato per reprimere il consumo, il traffico, la coltivazione, che produrrebbe un miglioramento della vita di tutti, anche di chi non consuma o non conosce questa pianta. Associazione TAI MA per la promozione della Canapa - Genova


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za Giurispruden

Risposta antiproibizionista Gli enti locali e la società reagiscono alla proposta di legge Fini sulle droghe di Luca Marola Esattamente un anno fa il vice premier Gianfranco Fini anticipava le linee guida del progetto di legge sugli stupefacenti fondate sulla tolleranza zero, recrudescenza delle pene, parificazione delle sostanze. Solo oggi le commissioni Sanità e Giustizia del Senato hanno iniziato la discussione del testo. I tempi sembrano fortunatamente lunghi. Un dato positivo comunque c’è ed è da registrare: l’esplosione di una forte opposizione sociale, trasversale ed organizzata. Mai come in questo periodo sul tema-droghe si sono trovati sullo stesso fronte soggetti tanto diversi: comunità terapeutiche e sindacati di polizia, magistrati e scienziati, cattolici e laici, operatori sociali ed artisti. La società ha prontamente reagito: mobilitazioni studentesche, assemblee pubbliche e tavoli di lavoro hanno caratterizzato i primi mesi della protesta sfociata poi nella grande manifestazione a Roma di fine febbraio. Gli appelli pubblici contro la repressione nelle scuole, per un approccio “umanista” alla materia (appello “Dal penale al sociale”) e quello per gli amministratori pubblici sono stati firmati da migliaia di persone, collettivi ed associazioni creando, alla luce del sole, un fronte attivo, variegato e moltitudinario. Anche la politica e le istituzioni si stanno finalmente muovendo legandosi all’opposizione nata spontaneamente nel Paese in questi mesi. Numerosi sono gli episodi significativi che ci fanno ben sperare. E’ stato presentato da poco in Senato un progetto di legge alternativo sottoscritto da tutti i partiti di opposizione i cui punti principali sono la piena depenalizzazione del consumo, le misure alternative al carcere per i tossicodipendenti, il rafforzamento delle politiche di riduzione del danno e la punibilità solo per la vendita. Il testo dunque non prevede alcuna sanzione né amministrativa né tanto meno penale per la detenzione per uso personale e non fa alcun riferimento a quantità massime detenibili, cancellate dal referendum del ’93 e pronte ad essere reintrodotte con la legge Fini. Per la prima volta concetti come depenalizzazione, riduzione del danno ed consumo personale accomunano partiti e scuole di pensiero tanto diversi. Un ulteriore elemento positivo è la dichiarazione dei primi firmatari sul fatto che questo testo rappresenterà la piattaforma di lavoro del futuro governo del centrosinistra. Un’altra iniziativa significativa arriva dalla Toscana dove è in via di approvazione la legge regionale sulle droghe. L’elemento cardine è la previsione di politiche integrate pubblico-privato sulla prevenzione e riduzione del danno in un’ottica di rifiuto di ogni criminalizzazione del consumo di droghe. I promotori hanno ricordato come “dopo il decreto Fini ci siamo mossi unitariamente per mettere in campo un’iniziativa toscana che dicesse chiaramente che c’è un altro modello di politiche per combattere la diffusione del consumo si sostanze, un modello agli antipodi della ricetta Fini che vuole sbattere in carcere anche i fumatori di spinelli”. Numerosi sono infine i Consigli Comunali e Provinciali che hanno approvato ordini del giorno contro la proposta Fini in cui si impegnano gli enti locali a “sostenere politiche attive di riduzione del danno ed a sostenere ipotesi legislative che si muovano nel solco della decriminalizzazione, prevenzione e depenalizzazione”. La mobilitazione di oggi,nel mondo politico ed istituzionale, è stata resa possibile grazie agli sforzi dei tanti antiproibizionisti, semplici cittadini, che hanno da subito reagito alla sciagurata proposta del Governo manifestando, informando,organizzando iniziative antiproibizioniste. Ognuno di noi, nel suo piccolo, può e deve partecipare a questa battaglia di civiltà e libertà. La strada verso la legalizzazione, che consenta a chi vuole di fumare e a chi si buca di curarsi senza finire in galera, è ancora lunga. La rivista che stai leggendo vuole essere un passo su questa strada. Siti di riferimento: fuoriluogo.it - antiproibizionisti.it - confinizero.it

ANCORA VIOLENZA A STONY BROOK The Marijuana Review, luglio 1969

Nella notte del 12 maggio la polizia ha fatto un’altra irruzione in cerca di marijuana nel campus dell’università. Questa volta quattordici studenti sono stati messi dentro. Da mille a duemila studenti si sono lanciati fuori dai dormitori,hanno sfasciato i parabrezza delle auto della polizia. Il giorno dopo il corpo studentesco ha decretato uno sciopero generale. Mercoledì il senato accademico ha decretato il suo appoggio allo sciopero; dopo una settimana di sciopero e picchetti davanti alla locale stazione di polizia, il corpo studentesco ha votato di mandare ad ogni parlamentare dello Stato di New York una lettera nella quale si chiede la REVOCA delle leggi contro la marijuana: “Tutte le prove concordano nel confermare che la marijuana è più innocua dell’alcool. Vi chiediamo di fare tutto ciò che è in vostro potere per ottenere l’abolizione di una legge che è sia di natura discriminatoria, sia, nella sua pratica applicazione, strumento di repressione nei confronti del dissenso politico…” LeMar è felice di dare il benvenuto all’intero corpo studentesco di Stony Brook nella campagna che sta svolgendo. Vedete, legislatori, a cosa conducono le leggi che bandiscono sul serio l’uso della marijuana?”. Tratto da “L’altra America negli anni sessanta” a cura di Fernanda Pivano

Soft Secrets

LA NASCITA DEL PROIBIZIONISMO IN ITALIA LA STAMPA SI ARRUOLA In concomitanza con l’interesse del Governo italiano alla promulgazione di una nuova normativa in materia di stupefacenti che recepisse le indicazioni dell’Aja, i quotidiani amplificano l’interesse sui fatti di cronaca legati all’uso di droghe, in primis la cocaina. Dal 1921 infatti, quasi quotidianamente i giornali informano il grande pubblico sugli eventi “cocainici”. In un primo momento si tratta di articoli di cronaca, solitamente brevi, tratti evidentemente dalle veline delle forze dell’ordine, dai processi celebrati nei tribunali o da episodi delittuosi; successivamente questi cominciano ad essere affiancati da articoli di commento. I quotidiani ed i settimanali, pur essendo l’espressione dei poteri politici ed economici spesso in contrapposizione, intervengono con tempestività ed omogeneità di vedute sulle vicende legate alle droghe. Così sulla Domenica del Corriere viene illustrato l’attivismo mediatico dell’epoca: “La crociata dunque che gli igienisti e i legislatori hanno intrapresa contro gli stupefacenti è una vigorosa e salutare battaglia alla quale devono partecipare tutti gli uomini di fibra d’ogni ceto e d’ogni partito. E’ assolutamente necessario che coloro a cui spetta la difesa della società, colpiscano il male alle radici.” Dai piccoli trafiletti di cronaca si passa a veri e propri articoli e dagli articoli si passa ai commenti. Questo fenomeno accompagna tutto l’iter delle proposte di legge in discussione al Parlamento, salvo poi scomparire del tutto una volta approvata la legge. I drammi personali, ed i vizi collettivi od individuali divengono di dominio pubblico. I “drogati” conquistano loro malgrado le prime pagine insieme alle indagini di polizia nel mondo del vizio, i sequestri di sostanze, gli arresti, i malori, i ricoveri in manicomio ed i decessi. Si arriva anche ad attribuire, senza alcuna certezza e prova, alcuni atti criminosi a drogati o a presumere che di fronte a strani malori si tratti inequivocabilmente di droga. Toni di drammaticità si affiancano a critiche spietate contro gli spacciatori; a velati sentimenti di pietismo nei confronti dei drogati e delle loro famiglie, a plausi verso le operazioni delle forze dell’ordine, a richieste di interventi più incisivi e repressivi. Agli articoli di cronaca si affiancano quelli “culturali”, gli articoli di fondo e quelli da terza pagina. Si sviluppa perciò tutta una produzione giornalistica impregnata di pregiudizi e di interpretazioni moralistiche, quasi al limite dell’esasperazione e di un vituoso furore. Iniziano le inchieste giornalistiche, si interpellano sedicenti esperti per sondare la materia in tutte le sue implicazioni: medico-terapeutiche, antropologiche, storiche,culturali, legislative e sociali.413 La “voce agli esperti” conclude sempre gli articoli con opinioni come le seguenti: “Colpire adunque senza pietà e senza riserve: impedire che certe categorie di deboli, di pervertiti, di degenerati possano facilmente trovare la tentazione della droga se no saran guai che non si potranno evitare!” oppure “Nella mia esperienza ho potuto verificare come la grande maggioranza di cocainizzati avesse un albero genealogico con grandi tare degenerative”. Ma anche questi “illustri” pareri risultano insufficienti. Occorre creare evidentemente del sensazionalismo per svegliare le coscienze sulla nuova piaga del secolo, convincere il pubblico dell’inutilità e della pericolosità delle esperienze con la droga. Al di là di facili slogan quali “il flagello sociale”, “il contagio sociale”, “il vizio alla moda”, si sviluppano esclusivamente delle analisi superficiali nelle quali si attribuiscono le colpe al progresso, alla vita moderna, ai ritmi accelerati ed alla seduzione delle città. Il “Corriere della Sera” sull’argomento scrive: “Il vizio della cocaina è di origine esotica ma, come molti altri flagelli sociali, esso si è perfezionato, acutizzato e trasformato in piaga inguaribile solo al contatto dei centri civili del mondo”. Vengono messi in risalto anche la mondanità del vizio, la voluttà dei sensi, la colpevolezza delle donne pervertitrici. Per far fronte a questa “drammatica” situazione, i mass media chiedono al Governo ed alle forze dell’ordine di intervenire sollecitamente e con maggior vigore. Il cerchio si sta chiudendo. Scrive “La Sera”: “Ci vuole una legge. Si punisca con venti anni di galera gli spacciatori di questi veleni, si puniscano gli untori(..) E se qualche “stupefacente” si ucciderà per la pena di non provare più la voluttà che gli procurava la cocaina, non lo rimpiangiamo, era un paria della società: meno ve ne sono, meglio è. Ma si abbia il coraggio civile di procedere energicamente e senza pietà.” Il “Popolo” , come tutti gli altri quotidiani, è sulla stessa lunghezza d’onda: “(..)bisogna punire e arrestare per misure di pubblica igiene i pervertiti e gli untori, bisogna porre rimedio, come per una epidemia, al propagarsi del male”. (continua)



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lona l e c r a B i d Fiera

Soft Secrets

La prima Highlife Hemp Fair a Barcellona:

“Uno strepitoso successo!”

La Fira de Cornella è stata scelta come sito per questa storica fiera.

Dopo le più o meno deludenti fiere sulla cannabis di Berlino (InterHanf, un vero e proprio fiasco), Londra (London Hemp Fair) e Colonia (CannaBusiness) di quest’anno, eravamo rimasti tutti col fiato sospeso per vedere cosa sarebbe successo alla prima audace avventura internazionale della Highlife Hemp Fair. La nazione prescelta è stata la Spagna e Barcellona la città dove ha avuto luogo il debutto internazionale di quello che è divenuto un evento famosissimo in Olanda. Ma il pubblico, e ovviamente gli stessi commercianti, non si saranno stancati di tutte queste fiere europee sulla cannabis? Fortunatamente è stato subito chiaro che l’esperienza – e il nome Highlife – funzionano ancora come garanzia di successo: la prima fiera internazionale Highlife a Barcellona è stata visitata da più di 15000 persone, il che l’ha resa di gran lunga la fiera di maggior successo in Europa in tutto l’anno! La Fira de Cornella, situata in un sobborgo di Barcellona, è una superba costruzione di vetro a forma di piramide. Trovandosi nel distretto di Cornella è vicina all’aeroporto e allo stesso tempo non lontana dal cuore pulsante della città, la Ramblas. Insomma, un’ubicazione chiave per organizzarvi una fiera, facilmente raggiungibile sia dagli abitanti della città che dai visitatori La mattina di venerdì 8 ottobre, le porte di questo moderno centro congressuale si sono aperte alle 11 in punto, inaugurando la prima edizione della International Highlife Hennep Beurs. Immediatamente hanno iniziato ad affluire i primi visitatori, il che è stato un vero sollievo tanto per gli organizzatori quanto per gli standisti perché, come dicono in Olanda: un buon inizio è metà dell’opera. Ma ciò che si sarebbe verificato nel corso del week-end avrebbe superato le più rosee aspettative: sabato e domenica l’intera fiera era letteralmente gremita di persone, mentre lunghe file di visitatori si protendevano all’esterno nell’attesa di poter entrare. Come prevedibile, per la maggioranza i visitatori erano di nazionalità spagnola e francese, eppure si potevano udire talmente tante lingue che pareva che l’intero universo vi fosse rappresentato. Solo dopo che le nuvole di fumo si sono dissipate, gli organizzatori hanno avuto la possibilità di calcolare il numero di biglietti venduti e degli inviti presentatisi e hanno scoperto che un totale di 15000 visitatori era entrato in quei locali. Il giorno di maggior picco è stato sabato 9 ottobre. Anche in termini di atmosfera, la fiera di Barcellona ha

superato le aspettative. Le migliaia di spagnoli in visita avevano tutta l’intenzione non soltanto di aggiornarsi sulle ultime novità nel mondo della canapa, ma anche di divertirsi. Sono stati comunque aiutati dagli standisti stessi, che hanno generosamente allietato la folla con drink gratuiti e omaggi promozionali. In alcuni stand come Atami, BioBizz e Futurola sembrava di essere di fronte ad una manifestazione con un importante pop star o qualcosa del genere: venivano lanciate t-shirt, accendini e gadget vari al il pubblico, che sembrava un branco di lupi affamati. Era davvero incredibile, tutto a conferma che stava accadendo qualcosa di veramente straordinario. L’atmosfera, già di per sé euforica, è stata ulteriormente riscaldata dalle performance di gruppi hip hop spagnoli come i Desinovan e i Chocadelia. Inoltre si è protratta per tutto il giorno una sfilata di modelli in canapa (vi era addirittura una strada della moda nella quale venivano esposti soltanto vestiti e prodotti di canapa). In questo modo c’era sempre movimento sul palco principale. La coppa Highlife (Highlife Cup) Il momento culminante della fiera è stata senza dubbio la presentazione della prima Coppa Highlife spagnola. Circa quaranta negozi spagnoli erano in lizza per una delle tredici coppe in palio. A questo scopo avevano distribuito campioncini della loro migliore erba, che sono poi stati giudicati da una commissione professionale di autorità spagnole esperte, come Juan Robledo, Carlos Ballesteros (editore capo dell’edizione spagnola di Soft Secrets, dal titolo La Maria) e lo “Spagnolo” Jorge Cervantes, rinomata autorità nel mondo della cannabis. Le categorie in competizione erano queste: Hydro, Bio, marijuana coltivata all’aperto e hashish. Il principale vincitore della prima e prestigiosa edizione della Coppa Highlife spagnola tenutasi in Spagna (la prima coppa nazionale mai assegnata nel paese non essendoci mai stata prima una gara nazionale di cannabis) è stata assegnata alla varietà biologica Critical Mass, proveniente dall’Ortue, negozio di Barcellona. Alcuni coltivatori spagnoli sono saliti sul podio per ritirare i loro premi con le lacrime agli occhi. Tali sono la passione e l’orgoglio che scaturiscono da una simile competizione. È stato presto evidente come la fiera non passasse inosservata tra i media locali quando sabato e domenica quasi tutti i quotidiani locali e nazionali riportavano dei lavori della Fira de Cornella.


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Soft Secrets

Orgogliosi, pieni di fuoco e passione: i vincitori spagnoli delle varie coppe.

Evidentemente non era una grande notizia che per tre giorni I visitatori – almeno la maggior parte di essi – fumavano tranquillamente nella sala del congresso (Evert era presente con il suo inseparabile vaporizzatore che come al solito concentrava tutta l’attenzione del pubblico su di sè). I media hanno invece posto l’accento sulla legalizzazione della cannabis in Spagna e sulla fiorente industria legata ad essa. Soft Secrets ha chiesto ad alcuni degli organizzatori quali fossero le loro reazioni rispetto alla fiera: Sergio Martinez, organizzatore della fiera insieme a Boy Ramsahai: “la preparazione della fiera si è protratta per più di un anno. Per me personalmente, questa è

di gente e avvo lta nel fumo. La fiera era gremita

C’è stato uno straordinario riscontro emotivo.

I vincitori della prima coppa Highlife spagnola: Categoria:

Varietà

Negozio

Hydro 1 2 3

Chronic Chronic Real Mackoy

Mundo Ganja Tjamba Loratzen

Critical Mass NYC Diesel NLX

Ortue The Plant In Out

Bio 1 2 3

Coltivazione esterna 1 2 3

Dator Sensi Star Sweet Tooth

Good House Seeds Yerbaloca Tecniques de Horticultura

Hash 1 2 3

Jack Herer/Fuma con Dios El Bruixot Hash HOG Cogollo Santander Hash Kali Mist Sant Yerbasi

HIGHLIFE CUP SPAIN 2004: Critical Mass/ Ortue

Miglior stand: Hortitech / Hesi

Migliori prodotti: 1 2 3

Mix'n'ball Vaporiser Bubble Bag

Inspirational Ergonomics Ltd. Delta 9 Bubblebags

Fotografia: Cliff Cremer e altri. Con ringraziamenti speciali a Rob da Aardvark Una bellissima visione: la gloria dell’Olanda, fuori dall’Olanda

stata la prima fiera commerciale di questa grandezza che abbia finora organizzato. Come potete vedere è stata uno strepitoso successo, ma l’anno prossimo sarà ancora meglio, visto che naturalmente abbiamo imparato tanto dall’esperienza. Sono molto soddisfatto di questa fiera. Sono felici che vi siano stati così tanti visitatori ma, se devo essere sincero, sono ancora più felice per la soddisfazione degli standisti. Ci stiamo congratulando a vicenda, ma la cosa più entusiasmante è che si può ancora migliorare molto”. “Mi sono reso conto che molti visitatori sono venuti perché richiamati dal nome della Highlife. Abbiamo avuto enorme pubblicità sui media spagnoli nei quali venivano citate ripetutamente l’Olanda e la Highlife. Per questo pubblico, probabilmente, l’Olanda ha un richiamo magico, ma la Highlife ancora di più. Esso è a conoscenza dell’esistenza della rivista (la pubblicazione gemella di Soft Secrets, solo in olandese – ed) e della fiera Highlife in Olanda, e grazie a ciò qui erano tutti estremamente curiosi di come sarebbe stata l’esperienza Highlife in Spagna”.

“Sono stato alla fiera Highlife ad Utrecht,” dice Martinez, “ e grazie a ciò ho potuto farmi un’idea migliore di quanta organizzazione vi sia dietro. Non c’è grande differenza con la nostra, ma bisogna tenere conto che la Spagna ha una cultura molto diversa e che le cose qui vanno in modo diverso rispetto a quanto non avvenga in Olanda. Penso di poter dire che abbiamo portato ogni cosa a felice conclusione e che tutti, i visitatori, gli standisti e gli organizzatori, sono rimasti soddisfatti”. Jorge Cervantes (che ha tenuto due seminari alla fiera): “è d’avvero una fiera magnifica. È stata fatta una perfetta pubblicità e si vedono giornalisti della radio e della carta stampata spagnole andare e venire; fantastico! Siamo a domenica pomeriggio ma è ancora pieno, c’è gente dappertutto quando normalmente, in Spagna, si rimane a casa la domenica. Tutti coloro con cui ho parlato fino ad ora sono veramente entusiasti. Gli standisti hanno fatto buoni affari e hanno stampati in faccia sorrisi smaglianti”. “Questo in Spagna è il periodo della raccolta dell’erba e tutti sono eccitati. Gli spagnoli sono un popolo passionale,

si dedicano alle cose anima e corpo. Sono anche assetati di conoscenza e informazioni e la gente è desiderosa di intessere nuovi contatti in questo business. Sembra essere andato tutto meravigliosamente bene; non so come altro descriverlo”. “Vivo qui da anni, ed ogni anno vedo migliorare la qualità della marijuana. Sono venuto qui sperando di vendere i miei spinelli a qualcuno, ma sembra che ognuno abbia già i propri. Non ho mai visto niente del genere. In più è poco spagnolo, perché generalmente la gente non possiede molta roba. La coltivazione domestica sta prendendo veramente piede in Spagna anche se quella in esterno è ancora la più diffusa, grazie all’ottimo clima. Oggi è il 10 di ottobre e ci sono ancora 30 gradi. Ovviamente è difficile competere con questo clima armati di una o due lampade”. “Le varietà popolari al momento coincidono esattamente con quelle che hanno vinto dei premi. Prevedo che i vincitori diverranno ancora più rinomati dopo questo week-end. La Dator, per esempio, è una varietà molto richiesta attualmente. Tutte le varietà che hanno

La band Chocadelia ha creato una perfetta atmosfera

vinto qui saranno “in” entro l’anno prossimo. Precedentemente erano le varietà olandesi ad essere le più richieste, ma ora l’interesse inizia a spostarsi verso quelle spagnole. La White Widow e la Jack Herer erano – e sono tuttora – immensamente popolari ma qui sono leggermente fuori moda ormai. E non dimenticate che la Coppa Highlife è la prima coppa nazionale di questo genere. Prima c’erano soltanto coppe locali o regionali. La Highlife ha stabilito un novo standard, il che non è da sottovalutare!”. Per concludere, riportiamo alcune parole di Boy Ramsahai, la mente di Highlife: quando presentai il mio progetto per un’edizione internazionale della fiera Highlife, erano tutti piuttosto scettici. Quest’anno in Europa ci sono state diverse fiere della cannabis ma la maggioranza ha tradito le aspettative riguardanti il numero di visitatori. Molti quindi supponevano che anche la nostra fiera sarebbe stata un fiasco, ma fortunatamente abbiamo provato il contrario: in una parola la fiera è stata superba. Anche contando solo il numero di visitatori internazionali – stimo che un buon 20% provenga dalla Francia – possiamo affermare di avere conquistato una buona fetta del mercato francese. Il successo della fiera si è rivelato una sorpresa per molti ma non per me. So benissimo che il nome di Highlife è capace di richiamare delle folle oceaniche, e ora abbiamo confermato una volta per tutte la nostra reputazione. L’anno prossimo imporremo su più larga scala; vogliamo d’avvero fare sul serio. Anche in relazione alla coppa Highlife. Tutta la pubblicità che abbiamo creato mi ha convinto del fatto che l’anno prossimo molti più negozi spagnoli tenteranno di partecipare alla competizione in un modo o nell’altro. Mi spingerei a dire che mi aspetto un raddoppio del numero di partecipanti. Credo che questa fiera abbia d’avvero fatto storia”.

Ancora una volta il Vaporizzatore è stato il centro dell’attenzione

Visitatori spagnoli con le gemelle Shanti e Shiva


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Soft Secrets

Shop review

Paradise Seeds, Amsterdam Nell’era post guerra del Vietnam si è assistito ad Amsterdam ad un aumento del consumo pubblico dei prodotti della Cannabis da parte di molti. Alcuni dei fumatori e dei fornitori hanno recentemente seguito le orme dei Beatles, sottraendosi al cinismo e alla rabbia che perseguitavano i pacifisti in molti luoghi. Chiamata all’epoca “teahouse” (sala da tè) Amsterdam iniziò a guadagnarsi la reputazione di porto verde per via dei bar e dei caffè pieni di fumo, ma a quel tempo non erano ancora tollerate vere e proprie imprese commerciali. I locali e i visitatori solevano bazzicare questi luoghi e fumare erba importata da Thailandia, Messico, Malawi e Colombia, mentre gli amanti dell’hashish preferivano erba dell’Afghanistan, dell’India o del Marocco. Nei primi anni ottanta il concetto dei “coffeshop” venne introdotto allo scopo di propiziare un ambiente relativamente regolamentato per la sperimentazione. In Luc (sinistra) e Patrick di Paradise Seeds alla fiera Highlife più c’era del denaro da guadagnare! Tutti i prodotti, ad di Barcellona ogni modo, dovevano provenire da qualche parte. La gente iniziava a vedere la Cannabis da una prospettiva botanico-genetica invece di limitarsi a coltivare la loro porzione di semi e canapa da fumare. Un gruppo oggi noto come Paradise Seeds (semi del paradiso) iniziò questo tipo di sperimentazione nel 1982 e già nel 1994 aveva trasformato la sua attività in una compagnia ben avviata. I fumatori ora potevano scegliere di fare a meno delle varietà indigene e gustarsi invece degli ibridi che Germogli grandi e compatti sono sbaragliavano i loro predecessori. Ovviamente, è stato il marchio di Paradise Seeds da queste specie originali che le molte varietà attuali sono nate, dopo anni di selezione e scrupolosa coltivazione. Paradise Seeds fin dall’inizio si è impegnata nella ricerca “ad Amsterdam e in diverse località esterne in Olanda”, il che significa che le sue sementi possono essere coltivate all’interno o all’esterno più facilmente di quelle create commercialmente in ambienti chiusi e/o con l’idroponica. A questo punto, i primi “pionieri” iniziarono farsi un nome con le loro varietà, sia nei coffeeshops che attraverso l’esportazione per uso domestico ad opera dei turisti. Paradise Seeds è una dei primi veri iniziatori della genetica e si guadagna ulteriore rispetto assumendosi

GLOSSARIO TERMINI COLTIVAZIONE di Madhatter ( da www.ENJOINT.com )

-Aerocloner Sistema idroponico per il radicamento di talee.

-Aeroponica (sistemi aeroponici) Nel sistema aeroponico un meccanismo di pompe idrauliche produce un getto nebulizzato che approvvigiona di acqua e nutrimenti le radici delle piante. -Apicale Meristema centrale. -Argilla espansa Pallini di argilla generalmente utilizzati come substrato in idrocoltura. -Breeder Professionisti che incrociano strain per vendere semi. -CO2 (anidride carbonica) Favorisce lo sviluppo della pianta. Utilizzata maggiormente dai coltivatori professionisti. Si può somministrare in tavolette ( CO2 tabs ) o erogare tramite bombola. -Cocco Substrato inerte che consente un ottima areazione delle radici, favorendo uno sviluppo veloce della pianta. Venduto in panette (coco bricks) da idratare, in sacchi preidratati o in lastre. -Cooltube Riflettore di vetro a tubo, che unito ad una ventola, permette di avvicinare la lampada alle piante, e di diminuire il calore emesso dal bulbo. -Concia Fase di stagionatura. -Correttori di PH PH down ( PH- ) abbassa il ph della soluzione nutritiva. PH up ( PH+ ) alza il ph della soluzione nutritiva.

-Cotiledone (Dicotiledone 2 foglie) foglioline presenti nel seme vicino all’embrione. -DWC ( deep water culture ) In questo tipo di sistema idroponico le radici sono completamente immerse nella soluzione nutriente. -E.C. Conducibilità elettrica espressa in Micro siemens su centimetri quadrati (ms/cm2) Indica la quantità dei sali disciolti in acqua. -Enzimi Accelerano l’eliminazione del materiale che compone le parti morte delle radici ed aiutano ad assimilare i nutrimeti. -Ermafrodita Pianta che presenta strutture riproduttive maschili e femminili. -Estrattore Sistema d’areazione a ventola che permette di estrarre l’aria per un buon ricorcolo nella growroom. -Fenotipo Caratteristiche della pianta risultanti dall’interazione tra il patrimonio genetico e le condizioni ambientali. -Fertilizzanti Esitono fertilizzanti biologici e chimici. Si consiglia di utilizzare quelli per canapa, perchè contengono proporzioni di N, P, K più adatti alla pianta. Sull’etichetta: Grow, Micro, Bloom fanno riferimento al periodo di crescita e contengono N, P, K con quantità in sintonia per le varie fasi di crescita della pianta. Consigliabile comprare i fertilizzanti specifici a seconda del substrato utilizzato. -Filtro al carbone attivo Filtro che unito all’estrattore elimina gli odori indesiderati.

la responsabilità di essere una “banca del seme”, il che implica l’offrire i semi di altre compagnie che posso considerarsi prodotti validi. Spesso, i negozi di semi vendono semi di cannabis (o canapa) di bassa qualità o che vengono sfacciatamente etichettati con un nome facilmente riconoscibile. È come vendere vestiti con vestiti di marca falsificati. Ciò non avviene con Paradise Seeds, che offre anche tredici delle sue varietà. La maggior parte delle specie della banca dei semi hanno riscosso grande successo, sia in svariati concorsi ad Amsterdam che a livello di coltivazione casalinga. Nel 1999 la compagnia è stata insignita due volte per la sua Sensi Star e per la Nebula. La Sensi Star si è piazzata al primo posto per la categoria Growshops/Seedbanks alla sesta Highlife Cup, e un altro primo premio lo ha vinto la Indica alla High Times Cannabis Cup. Questa pianta produce gemme corpose e resistenti. Ha un periodo di fioritura di 55-60 giorni e produce circa 350-400 g per metro quadro. La stessa Cannabis Cup ha insignito la Nebula di un quarto posto per contenuto di sativa. Per il contenuto leggermente elevato di sativa, la Nebula fiorisce per circa 5662 giorni ma fornisce nientemeno che 450-500g se coltivata in interni e fino a 600g se in esterni. Sono state introdotte anche due nuove varietà, la Rox e la Sativa Spirit. La Rox è una pianta cespugliosa e folta che mostra la sua dominante indica. Questa specie resistente a muffe e funghi ha un sapore che vira dalla fragola alla menta e fiorisce in otto settimane. Coltivandola all’esterno si possono ricavare sui 300 g mentre all’interno fino a 350. fedele al suo nome, la Sativa Spirit ha cole lunghe e fredde e impiega all’incirca nove/dieci settimane per fiorire al coperto; si può coltivare senza problemi in serra. Si possono ricavare fino a 500 g, se non addirittura 700, in esterni. Il suo sapore è di “uva rossa e bacche”. Visitate il sito e lasciatevi venire l’acquolina in bocca davanti ad alcune delle nuove varietà. Il sito web della Paradise Seeds offre suggerimenti ed informazioni sui nutrimenti, il clonaggio, gli insetti, e la raccolta, ed è disponibile in inglese, spagnolo, italiano, francese, tedesco e russo. Gli ordini vengono evasi con discrezione. E con grande responsabilità, la Paradise Seeds ammonisce i potenziali clienti di attenersi alle rispettive leggi nazionali. Potete ordinare e pagare on-line, o controllare i loro contatti con distributori come Pura Sativa (UK) e Legends Seeds (Canada), o passare da Flying Dutchmen, per acquisti al dettaglio direttamente ad Amsterdam. Paradise Seeds P.O. Box 377 • 1000 AJ Amsterdam • Netherlands Telephone/ Fax +31 (0)20-6795422 Email: info@paradise-seeds.com • www.paradise-seeds.com

-Fioritura Fase di formazione, crescita e maturazione dei fiori. -Fim Taglio del meristema centrale a “cucchiaino” permette la crescita di nuovi getti a calice. -Germinazione Momento in cui il seme comincia a crescere sviluppando successivamente radice e germoglio. -Grow-room Serra o camera di coltivazione. -Indoor Coltivazione in ambienti chiusi -Internodo Porzione di fusto o ramo tra due nodi -Idroponica ( Sistemi idroponici ) Il sistema comporta l’utilizzo di due vasi (uno detro l’altro). Il vaso inferiore viene riempito con la soluzione nutritiva, e la pianta (situata in quello superiore) avrà le radici immerse nel liquido tramite fori sul fondo del vaso. La soluzione viene erogata tramite un sistema di pompe, garantendo una crescita molto veloce della pianta. -Igrometro Strumento che misura l’umidità dell’aria. -Lampade -MH (ioduri metallici) Concentrazione maggiore di raggi blu-violetti. Indicate per la crescita vegetativa. -HPS (vapori di sodio) Concentrazione meggiore di raggi rosso-arancio. Indicate per la fioritura. -grolux-agro speciale HPS arrichita dello spettro blu gradito alle piante in fase vegetativa. -Lana di roccia ( rock wool ) Substrato inerte con una buona

areazione. La lana di roccia viene usata specialmente per la germinazione (cubetti 4x4x4 cm), e può essere successivamente posto su qualsiasi substrato se non in un cubo più grande di rockwool. La polvere di lana di roccia è cancerogena , si consiglia di inumidire i cubi prima di maneggiarli per questioni di sicurezza... -Meristema Gruppi cellulari non differenziati che si dividono e si specializzano in modo da formare i diversi tessuti assicurando la crescita della pianta. -Monocomponenti Singoli elementi minerali, quali ferro, azoto, fosforo, potassio, magnesio, calcio. -N ( elemento chimico ) Azoto -Nodo Punto di intersezione di una gemma o di una foglia su un ramo. Un nodo può essere il punto di origine di un nuovo germoglio o ramoscello. -Ormoni per talee In polvere. favoriscono la crescita e la formazione dell’apparato radicale delle talee appena recise. -Osmosi (impianto ad osmosi inversa) Filtra l’acqua e la purifica da nitrati e sostanze nocive. Abbassa notevolmente l’E.C. diminuendo la concentrazione dei sali. -Outdoor Colitivazione all’aperto. -P ( elemento chimico ) Fosforo -PH Unità di misura dell’acidità e della basicità di un liquido. 1: massimo grado di acidità 14: massimo grado di basicità

-Perlite Sostanza che aggiunta al substrato permette la ritenzione di umidità. Consiste in granuli leggeri e ruvidi di roccia lavica trattata a temperature elevate. -Scrog ( Screen of Green ) Lo “schermo verde” è una tecnica di coltivazione che consiste nel fare crescere la pianta su una rete orizzontale. Questa tecnica permette di ottenere cime vicine ed alla stessa altezza. -Sessatura La sessatura è un metodo che permette di conoscere, in fase vegetativa, il sesso di una pianta coprendo un solo ramo quindi esponendolo soltanto a 12ore di luce. -Sog (Sea of Green o metodo tedesco) Il “Mare di verde” è una tecnica di coltivazione che accorcia la fase vegetativa per mantenere più piante piccole nello stesso spazio, accorciando i tempi dell’intero ciclo. -Stone Effetto psicotropo. -Strain Varieta’ di pianta. -Stretch Crescita verticale. -Tester E.C. Misura l’elettroconducibilità. -Top Taglio del fusto centrale della pianta ( operazione di potatura ). -Torba Materiale organico parzialmente decomposto originato da decomposizione naturale. -Vegetativa Fase di crescita della pianta antecedente alla fioritura.


Censimento negozi

Soft Secrets

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Growshop, smartshop, canapai, ecc… Abruzzo SPORT WORLD VIA DEL SUFFRAGIO, 6/8 67100 L’AQUILA DIRTY BLOOM VIA CADUTA DEI FORTI, 23 65100 PESCARA TANGUY PIAZZA MARTIRI DELLA LIBERTA’, 24 64100 TERAMO

GREEN HOUSE S.A.S. VIA CANTONI, 19 21053 CASTELLANZA BIOSFERA ITALIA SAS PIAZZA MORBEGNO, 2 20127 MILANO ASSOCIAZIONE CULTURALE LEONCAVALLO VIA VATTEAU, 7 20125 MILANO TELO’ SAMUELE VIA GIORDANI, 40 21100 VARESE

Campania FUMERO’ VIA BASILIO PUOTI, 36 80134 NAPOLI FATTI DI CANAPA VIA D. FONTANA, 27 80128 NAPOLI PSYKEDELIK FROG VIA G. BERTA, 11 F 84100 SALERNO HEMPATIA ACERRA VIA F. CASTALDI, 41/43 80011 ACERRA KANNABIS VIA GUGLIELMO OBERDAN, 25 80078 POZZUOLI

Emilia-Romagna IL CANAPAIO DUCALE P.LE PICELLI, 7/A 43100 PARMA CANAPAJO VIA PASCOLI, 80 47841 CATTOLICA NEW ENERGY VIA SCOTO, 10 29100 PIACENZA CANAFOIA VIA ROMA, 104 B 47900 RIMINI AFRUNI SRL VIA E. MATTEI, 9 FORLI’ SOUL REBEL VIA DEL GATTAGLIO, 38 B 42100 REGGIO EMILIA NATURAL MYSTIC VIA SANTA CHIARA, 7 41012 CARPI NATURALMENTE VIA ZALAMELLA, 42 48100 RAVENNA FOGLIE D’ERBA S.N.C. VIA DE MARCHI, 29/A 40123 BOLOGNA BC JEANS FANTASY VIA BORGO SAN PIETRO, 13 A 40126 BOLOGNA K.K. DOUBLEKEY CORSO CAVOUR, 13 47023 CESENA FRAL VIALE COMMERCIO, 10/2 41012 CARPI BOTTEGA DELLA CANAPA VIA CERVESE, 1303 47023 CESENA DELTA 9 VIA PARENTI, 47 41013 CASTELFRANCO EMILIA ARIEL BAZAR SNC VIA E. FRANCHINI, 104 42027 MONTECCHIO EMILIA WIPE OUT SMARTSHOP - Via Pietro Cella 45b - Piacenza

Friuli-Venezia Giulia ERBAVOGLIO VIA S. MICHELE, 9 34124 TRIESTE EVERGREEN NATURAL HEMP STORE VIA TIMEUS, 14/A 34125 TRIESTE HEMP-ORIO VIA MARTIRI DELLA LIBERTA’, 21 33080 CORDENONS WIPE OUT SMART SHOP - Viale delle Ferriere 9 - Udine

Marche CANAPAZZIE VIA PERCOLESI, 6 62012 CIVITANOVA MARCHE NATURAL STORE VIA CHERUBINI, 6 63039 SAN BENEDETTO DEL TRONTO

Piemonte INDOORLINE VIA STATUTO, 16 10040 VOLVERA WIPE OUT ETNOBOTANICA VIA BAVA, 30 G 10124 TORINO BIOSFERA TORINO VIA SAN DALMAZZO, 7 10122 TORINO ECOSHOP SNC VIA SOLERO, 21 – VIA GORIZIA, 23 15100 ALESSANDRIA VERO VINILE VIA P. TOMMASO, 49 10123 TORINO ALTER ECO SAS VIA OZANAM, 10 10153 TORINO 3BE S.A.S. STRADA ANTICA DI GRUGLIASCO, 270 10095 GRUGLIASCO WIPE OUT SMARTSHOP - Via Bellezia 15 - Torino WIPE OUT SMARTBAR - Via Bava 30 g - Torino WIPE OUT SMARTSHOP - Via XX Settembre 84/b - Asti

Puglia FILI DI CANAPA VIA G. AMENDOLA, 61 70037 RUVO DI PUGLIA INDIKA VIA IMBRIANI, 19 B 73100 LECCE DIVINORUM SRL P.ZA MEDAGLIE D’ORO, 10 74100 TARANTO WIPE OUT SMARTSHOP - Via Isonzo 19 - Bari

Sardegna HEMP SHOP LARGO SISINI, 7 07100 SASSARI G & G VIA GARIBALDI, 32 09040 SETTIMO SAN PIETRO PURPLE HAZE SNC VIA GRAMSCI, 206 09013 CARBONIA SNAKING S.R.L. VIA G. D’ANNUNZIO 07026 OLBIA PIGA PAOLO VIA BELLINI, 9 09128 CAGLIARI FILATELIA DESSI VIA ARCIVESCOVADO, 22 07100 SASSARI WIPE OUT SMARTSHOP - Via Torres 17c -Sassari

Lazio HEMPORIUM VIA MASURIO SABINO, 23 00175 ROMA HEMPORIUM VIA DEI CAMPANI, 33/35 ROMA ROMAMEG & FLO VIA M. MASTROIANNI, 293 03100 FROSINONE FILO D’ERBA VIA R. GRAZIOLI LANTE, 46 00195 ROMA IDROPONICA SNC VIA PORTIGLIOLA, 25 00040 ROMA L’HEMPERICO VIA LUCA VALERIO, 5 00146 ROMA L’ERBA SAGGIA VIA DEGLI IRPINI, 4 00185 ROMA FACTORY SRL VIA DEI VASCELLARI, 35 00100 ROMA IMPORT SMART SRL VIALE IPPOCRATE, 61 00161 ROMA F & N SAS VIA DUCA DEL MARE, 53 04100 LATINA IN4MATICA SRL VIA REMIGIO BELARDI, 8 00045 GENZANO DI ROMA EXODUS VIA VILLANOVA, 14 01100 VITERBO HEAD SHOP VIA TERENZIO, 19 00193 ROMA FILO D’ERBA VIA VAL DI CHIENTI, 19 00195 ROMA EXODUS V.le Carlo Felice 65 ROMA

Liguria SUBURBIA VIA UNTORIA, 30 R 17100 SAVONA HEMPATIA VIA LUNGOMARE DI PEGLI, 57 R 16155 GENOVA FONTI SUSANNA PIAZZA DELLE ERBE, 2 R 16123 GENOVA NEAR DARK ITALIA VIA VARENNA, 121 R 16155 GENOVA GUDD SRL P.ZA DELLO ZERBINO, 3/3 16122 GENOVA HEMPATIA SAVONA VIA UNTORIA, 30 R 17100 SAVONA HEMP STRADONE SANT’AGOSTINO, 26 R 16123 GENOVA IRIE VISION VIA FOSSATELLO, 14R 16124 GENOVA ASHLEY & C. VICO GALLICO, 15 R 17100 SAVONA IL CANAPAIO VIA BEZZECCA, 38 18038 SAN REMO

Sicilia DO.IS. snc VIA PIGNATELLI ARAGONA, 15 90100 PALERMO GIUFFRIDA LUIGI VIA MONTESANO, 34 90100 CATANIA PANEPINTO ANNAMARIA VIA CIRCONVALLAZIONE SUD, 3 92020 SAN GIOVANNI GEMINI FREEDOM SRL VIA CROCIFERI, 68 95100 CATANIA SMARTIME SRL VIA SAN SEBASTIANO, 34 96100 SIRACUSA VINYL JUNGLE VIA BRIGATA D’AOSTA, 25 90100 PALERMO YAYA VIA QUINTINO SELLA, 61/63 90100 PALERMO RAINBOW LARGO NAZARENO, 65 92020 SAN GIOVANNI GEMINI WIPE OUT SMART SHOP, Via Cavour 31- Palermo

Toscana HEMPLIFE VIA STROZZI, 138 B 59100 PRATO MCK BIO GARDENING VIA COCCOLUTO FERRIGNI, 139 57125 LIVORNO L’ORTO DI ALBERTO VIA SANGRO, 78 A 59100 PRATO ALKIMIA SRL VIA BORGO SAN FEDRIANO, 49/R 50124 FIRENZE HAPPY HOUR C.SO AMEDEO 245/247 57125 LIVORNO CAMPO DI CANAPA VIA DEI PILASTRI, 4 R 50121 FIRENZE ASS. CULT. SANANTONIO42 VIA S. ANTONIO, 42 56124 PISA FIORI DI CAMPO VIA SALVAGNOLI, 81 50053 EMPOLI MALGRATI VERA VIA CASA COLO’, 4 51020 PAVANA BORD LINE VIA MAZZINI, 291 55049 VIAREGGIO AGORA’ SRL VIA BORGO SAN FREDRIANO, 49/R 50124 FIRENZE GIUSTI MARCO VIA TOSCO ROMAGNOLA, 2394 56021 MONTIONE CASCINA

Trentino-Alto Adige Lombardia BENNATI ANDREA VIA D’ANNUNZIO, 3 20123 MILANO KARKADE’ VIA MONTE CENGIO, 17 25128 BRESCIA TESSIER PIAZZA LUIGI DI SAVOIA, 24 20124 MILANO DREAMS LAB SRL “ECOSMARTSHOP” VIA AGILULFO, 3 20141 MILANO BABOOM VIA PIGNOLO, 61 A 24121 BERGAMO ROCK BAZAR CARNABY STREET VIA VETRUVIO, DI FRONTE AL N°1 20100 MILANO APUESTA SRL VIA BERGAMO, 225 24045 FARAGERA D’ADDA LE BOBO’S SRL VIA RUGGIERO, 19 20132 MILANO MOLGORA MAURIZIO VIA CARMINE, 18 20077 MELEGNANO SMART VIA F.LLI DELLA ROVERE, 23 21100 VARESE R.I.E. VIA TORRETTA, 6/2 20020 VARESE VECCHIO MOLINO VIA EMANUELE, 51 24050 COVO DREAMS PARTY VIA CARROBBIO, 13 21100 VARESE

CHACRUNA SAS CORSO TRE NOVEMBRE, 72/2 38100 TRENTO WHITE RABBIT HEMPSHOP VICOLO DEI BIRRI, 5 38100 TRENTO FILLA MATTEO VIA MARTIRI, 7 38068 RIVA

Veneto DREAM STORM VIA LARGHE ONGARESCA, 35 A 31020 CASTELLO ROGANZUOLO GRACE SNC VIA CAMPORESE, 33 30137 MESTRE L’OCCHIO INTERIORE SRL VIA GIORGIONE, 34 31100 TREVISO NEW WORLD VIA DEI SALICI, 1 36030 SARCEDO EL CANAPON SANTACROCE, 1906 30170 VENEZIA HEMPORIUM C.TRA’ PORTA S. CROCE, 30 36100 VICENZA Segnalazioni, richieste e informazioni: distribuzione@softsecretsitalia.com


Advertorial

IGT, Vendita internazionale all’ingrosso di supplementi per la coltivazione in serra o indoor Il venditore all’ingrosso olandese di supplementi per la coltivazione in proprio, IGT International, è pronto per iniziare l’offerta dei suoi servizi e dei suoi prodotti sul mercato internazionale. IGT International è una diramazione di Ons Stekje, un venditore ben conosciuto nei Paesi Bassi, creato per servire il mercato internazionale. L’esercizio di Ons Stekje vende strumenti per l’illuminazione, la ventilazione e altri articoli necessari alla coltivazione ed è un nome ben conosciuto tra i coltivatori dei Paesi Bassi. Come Ons Stekje, IGT International intende commerciare con compagnie registrate presso le Camere di Commercio locali e che hanno un numero VAT. Il coltivatore privato che ha una propria serra di prodotto personale compra gli strumenti necessari dagli acquirenti della IGT International. Nel suo paese la compagnia olandese fornisce i negozi e i venditori con tutti i prodotti necessari per essere un coltivatore di successo. Cinque grandi furgoni sono continuamente sulla strada da una parte all’altra del paese garantendo che tutti i negozi e i venditori all’ingrosso ricevino i loro ordini in tempo. La compagnia è cresciuta così velocemente negli ultimi quattro anni che la già vasta costruzione in cui ha sede è diventata troppo piccola, e grazie a questo successo è necessario trovarne un’altra. La Compagnia si trova adesso in un enorme spazio con 2000 mq di magazzino e 600 mq di uffici appena fuori la zona portuale della città di Rotterdam. Qui la Compagnia ha trovato lo spazio necessario per immagazzinare tutti i prodotti e per garantire servizi veloci. In questo momento sono impiegati 15 lavoratori a tempo pieno e l’organizzazione interna funziona a perfezione come un orologio. Ora che la Compagnia ha sede in questo luogo è pronta a tuffarsi sul mercato internazionale e non servirà molto tempo prima che la flotta e le navi della IGT International viaggeranno per gli oceani del mondo. Inizialmente il piano prevede la relazione con il mercato europeo,

non solo dei grandi paesi come l’Inghilterra, la Francia , l’Italia e la Spagna, ma anche acquirenti nella Repubblica Ceca e in Romania. Nonostante le persistenti richieste dall’estero, la compagnia non è mai uscita dal mercato interno perché ha sempre voluto preparasi per raggiungere quell’obbiettivo. I servizi e la qualità che da sempre la IGT International offre ai suoi acquirenti olandesi sono gli stessi che adesso vuole offrire all’estero. Il direttore Danny, cordiale e motivato, ha stabilito meticolosamente ogni cosa, ora è indaffarato nelle attività di mercato così come nella diffusione di piacevoli dossier di presentazione. IGT International vende tutti i prodotti di base di cui tu hai bisogno per iniziare la tua coltivazione personale di prodotto. Dal terriccio misto, agli strati di pietra al cocco fino a tutti i prodotti elettrici come l’illuminazione, l’irrigazione, la ventilazione e la climatizzazione. Nonostante un magazzino con 900 tipi di prodotto, la Compagnia vende solo i migliori marchi nella stragrande maggioranza di varietà disponibile sul mercato Così essa vende le sei migliori marche di concimi piuttosto che tutte le 30 varietà disponibili sul mercato, 5 tipi di decespugliatori, non venti, un solo tipo di filtro, ma questo è il migliore. Questa è la ragione per cui tu trovi la qualità commerciando con noi. Nel sito www.Indoorgardentradingbv.com potete vedere tutti i prodotti in vendita e inviare ordini. Considerato che lo sviluppo di nuovi prodotti non finirà, tu puoi tenerti aggiornato sugli ultimi prodotti, contratti e offerte via internet, nelle fiere o via posta. La qualità, i servizi e specialmente la cordialità dei venditori sono le più alte nella lista delle priorità scelta dalla IGT Intrenational, che regalando piccoli- ma anche grandi- regali, come mountain-bikes, la compagnia intende render chiaro ai suoi venditori che ognuno può beneficiare di una stretta comprensione, se le cose vanno bene al venditore allora le cose vanno bene anche per loro e viceversa. Queasta è la ragione per cui la IGT International ha una filosofia dell’ apprendere e del lascia apprendere”, e calcola margini di profitto modesti come una conseguenza. Grazie alla velocità del turnover di prodotti la IGT può vendere buona qualità a prezzi economici, e in questo modo la continuità della Compagnia così come quella del venditore è altamente valutata.Per esempio anche venditori “straight” vanno a comprare i loro “cables” alla IGT. Sotto il nome del marchio Brons essi vendono prodotti tra i quali strumenti per il riscaldamento, pompe, ventilatori, termometri, strumenti per l’essicazione, e tanto altro. Certamente la ben conosciuta macchina potatrice C.C. Cutter non può essere dimenticata così come non li possono essere “cloning blocks and cloning powder”. IGT International fornisce i negozi per coltivatori e i venditori all’ingrosso con tutta la serie di prodotti per la coltivazione in serra al fine di soddisfare ogni desiderio dei loro acquirenti coltivatori.

IGT • Indoor Garden Trading International • Rietbaan 11 • 2908 LP Capelle a/d IJssel • The Netherlands Tel: +31 (0) 10 209 9665 • Fax: +31 (0) 10 209 7309 • E-mail: info@indoorgardentradingbv.com


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Soft Secrets

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Testo e fotografie: Weckels, lo specialista della coltivazione da Atami

Piante maschili e femminili Essendo particolarmente interessati alla coltivazione di piante femminili – in effetti siamo interessati solo a quelle, a meno che non si stia cercando di incrociare delle varietà – è importante sapere come distinguerle. Sebbene pochi coltivatori necessitino che gli si dica che aspetto ha una pianta femminile, per quanto riguarda quelle maschili la questione è diversa. In questo articolo mi piacerebbe offrirvi le mie conoscenze sull’argomento, darvi qualche consiglio e descrivere a grandi linee i metodi per distinguere i due tipi nella fase iniziale. Prima di iniziare, vi aggiornerò sulle novità dell’ultimo mese e vi metterò al corrente sulle piantine, in particolar modo sul luogo adatto in cui coltivarle durante le prime due settimane, una fase importante del processo di crescita.

differente da quella esterna. Se fin dall’inizio si fanno crescere le piantine nel salotto, con una temperatura costante intorno ai 20 gradi, si potrà portarle fuori solo quando la temperatura esterna avrà raggiunto i 20 gradi. Grandi differenze di temperatura possono essere fatali. Un altro svantaggio nel far crescere le piantine nel salotto (ossia vicino la finestra), consiste nel fatto che oltre alla luce naturale che esse ricevono, saranno esposte anche alla luce artificiale della stanza durante la notte. Le giovani piante risulteranno non solo stressate da un irregolare periodo di ore di luce (la luce naturale unita a quella artificiale delle piante) ma avranno anche dei problemi nell’adattarsi alle nuove circostanze all’esterno. L’ideale sarebbe lasciar spuntare i semi verso la fine di marzo/inizi di aprile ed interrarli immediatamente dopo (preferibilmente in contenitori da un litro con una circonferenza minima di 20 centimetri). In questo modo avranno

alle piante dal momento in cui iniziano a crescere. Bisogna anche tenere presente che, se si sistemano le pianticelle in un luogo coperto all’aria aperta, o si irrigano costantemente (con acqua pura senza additivi), è necessario girare ripetutamente il vaso in cui crescono, in modo che le piante cresceranno sempre nella direzione della luce (del sole). In questo modo si impedirà che crescano curve. Alcuni coltivatori optano per una struttura costituita di bastoncini o stecchini per aiutare le piante più deboli a sopravvivere. Se si hanno abbastanza semi io sconsiglio di seguire l’esempio. Eliminando le piantine incapaci di sostenersi da soli, si effettuerà automaticamente una prima selezione di idoneità. Se una pianta riscontra problemi fin dal primo stadio della sua crescita, non sarà mai in grado di diventare una pianta solida e grande all’aria aperta. In questo caso può essere applicata la regola del “sopravvive solo il più forte” ed è una regola molto importante che i coltivatori di piante all’aperto dovrebbero osservare. Tuttavia si possono togliere i gusci del seme morto dalle piantine appena emergono, perché non sempre cadono da soli. E’ meglio dar loro una mano – se non lo facciamo la piantina potrebbe morire perché non riceve abbastanza luce.

Lasciamo che i semi spuntino in un panno bagnato che metteremo in un vaso di plastica.

Coltivazione all’aperto: giovani piantine piuttosto che cloni Per il coltivatore all’aperto è più saggio far crescere piante da semi. Non perché i cloni sono necessariamente di bassa qualità ma perché l’uso dei semi fornisce una maggiore garanzia riguardo al fatto che le piante che ne deriveranno (quando si sceglie una varietà di piante all’aperto) potranno crescere nel clima in cui si vive. Un altro fattore in favore delle piante da semi consiste nel fatto che appena vengono interrate, iniziano ad adattarsi ai brevi periodi di luce diurna delle nostre primavere e alla temperatura esterna spesso bassa.

Ovviamente i semi si svilupperanno nelle piante se si da loro un aiuto, ad esempio massimizzando il numero di ore di luce utilizzando una lampada al neon. Tuttavia per la giovane piantina (una pianta nata da un seme) è meglio se la o lo (a questo punto ancora non sappiamo se sia maschio o femmina) lasciamo crescere alla luce naturale (luce del sole) fin dall’inizio. Sebbene questo sistema non massimizzerà il processo di crescita inizialmente, alla lunga le piante saranno più forti e più sane, e ciò deve essere preso in considerazione in anticipo.

Il luogo migliore in cui coltivare le piantine: E’ preferibile sistemare le piantine in una capanna o in un armadietto che presentino una temperatura non molto

Quindi posizioneremo il vaso di plastica sotto il sistema di riscaldamento, il che farà uscire i semi in soli due giorni.

lo spazio per svilupparsi in maniera soddisfacente. Facendole crescere all’interno (preferibilmente in una capanna) dopo un mese (a volte un po’ di più) saranno grandi abbastanza da poter essere esposti all’aria aperta durante il giorno. Di notte fa ancora troppo freddo probabilmente. Se si posizionano le piante in un luogo ventilato, si potrebbe finire col dover ricominciare tutto dall’inizio, poiché gli steli delle giovani piante tenderanno a spezzarsi. Ciò è dovuto al fatto che le piantine non hanno mai affrontato il vento per cui non sono preparate allo stress. Per evitare che ciò accada, si può mettere un piccolo ventilatore vicino

E’ molto importante sistemare le piantine in un buon posto al sole da subito, preferibilmente in un luogo in cui il sole splende tutto il giorno. Se le giovani piantine vengono posizionate in un luogo con molta ombra, le piante salteranno su come dei razzi per crescere verso la luce il più velocemente possibile. Di conseguenza, lo stelo delle piantine crescerà sottile e lungo, il che impedirà loro di maturare in piante belle e ben fatte. Le piantine rimarranno scarne e misere nelle ultime fasi della crescita.

Piante maschili e femminili Se diamo un’occhiata da vicino alla biologia della pianta di marijuana, la possiamo inserire nella categoria delle piante bisessuate. Il che si spiega col fatto che ogni pianta possiede o fiori maschili o femminili durante il periodo di crescita e, di conseguenza, è una pianta o maschile o femminile. Ovviamente si tratta dell’eccezione che conferma la regola per cui, a volte, i coltivatori cercano di produrre un ermafrodite, ossia una pianta di marijuana che produce sia fiori femminili che maschili. Le possibilità di trovare una pianta di marijuana


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Soft Secrets

tradizionalmente. Io personalmente non ho mai usato dei semi da coltivare femminili al 100%. Innanzitutto perché costano di più dei normali semi e, in secondo luogo, perché nel processo che sto per descrivervi, mi sono anche assicurato tutte piante femminili – e abbastanza velocemente.

Metodi per riconoscere le piante maschili nelle prime fasi di crescita Il metodo consiste in quanto segue: quando saranno spuntati tutti i semi, farò una selezione delle piantine più forti. Userò queste per il resto del processo di crescita. Bisogna considerare che la metà delle piante sono maschili e quindi partire con un numero di piante doppio rispetto al numero di piante femminili che si vuole produrre.

Se le condizioni all’esterno sono troppo rigide, può essere saggio far crescere prima le giovani pianticelle al caldo o in una capanna, dietro una finestra.

Le piante maschili crescono in modo strano e quindi rimangono sottili.

del genere tra le proprie piante sono estremamente basse. Nel caso succeda, è meglio rimuovere direttamente la pianta, di modo che non possa fertilizzare le rimanenti piante femminili.

Ultimamente sono stati introdotti sul mercato dei semi con la sicurezza che le piante che ne deriveranno saranno tutte femminili. Si dice che questi semi non sono né altrettanto forti né paragonabili in qualità ai semi che si piantano

In generale, una pianta maschile fiorisce alcune settimane prima di una pianta femminile. Durante la fioritura, si formano sulla pianta maschile dei piccoli “grappoli a forma di banana”, all’interno dei quali si trova il suo polline. Durante il periodo di fioritura, questi “grappoli a banana” crescono splendidamente. Quando saranno abbastanza sviluppati, si apriranno con forza per diffondere il polline. Questo è un evento che nessun coltivatore vuol vedere accadere. Preferirebbe piuttosto scoprire in una fase precedente se si trova di fronte ad una pianta maschile o femminile. Ovviamente è possibile lasciare che le piantine crescano fino a diventare delle piante mature e rimuovere semplicemente tutte le piante maschili durante la fioritura. Il problema è che se si ritarda anche solo di qualche giorno nel farlo, le piante femminili verranno fertilizzate, il che lascia senza niente in mano.

Per spiegarmi meglio: una volta che una pianta femminile viene fertilizzata, dopo che il polline della pianta maschile si è unito agli ovuli nei grappoli del fiore femminile, questi ultimi non cresceranno più ma utilizzeranno tutta la loro energia per riempirsi di semi. Raccogliere i fiori fertilizzati è uno spreco di energia, dato che le sommità sono ora troppo sottosviluppate e sottili e presentano un odore acido. In questo caso è meglio lasciare le piante con i fiori fertilizzati, per assicurarsi almeno una buona scorta di semi per il raccolto successivo. Per prevenire questo dramma è molto importante rimuovere fin dalle prime fasi le piante maschili. Statisticamente, si calcola che la metà delle piantine che si sviluppano sono femminili e l’alta metà maschili. Adesso vi sarà chiaro quanto lavoro si può risparmiare rimuovendo le piantine maschili il prima possibile, in modo da non doversene preoccupare durante l’intero periodo di crescita. Le piante femminili andranno esposte ad una maggiore quantità di luce (solare) e ora che sapete che le rimanenti piante sono femminili, ve ne prenderete cura ancora meglio.

Quando saranno spuntate tutte le piantine, ognuna di loro avrà un proprio numero. Questi numeri vi aiuteranno a distinguere le piante. Quando le piante saranno abbastanza sviluppate (generalmente, dopo due mesi non sono più considerate piantine), taglio due pezzetti dai ramoscelli laterali di ogni pianta. Mai tagliare sulla sommità, altrimenti non cresceranno più in altezza.

Le piante femminili crescono più in larghezza che in altezza. Ciò le trasforma in cespugli compatti.


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Soft Secrets

In questa immagine si possono vedere chiaramente i fiori maschili. Nei baccelli a forma di banana è contenuto il polline.

Quando le piante maschili fiorite avranno raggiunto un’altezza accettabile, saranno in grado di diffondere il loro fiore per miglia. Questo è il motivo per cui è meglio rimuovere le piante maschili il prima possibile.

Quando le piante si sono sviluppate in piccoli cespugli, taglio due rametti per ogni pianta per scoprire se ho a che fare con una pianta maschile o femminile.

Ovviamente anche i coltivatori più esperti commettono degli errori. A volte si è sicuri al 100% che una pianta sia femminile e alla fine si rivela essere maschile. Per essere assolutamente sicuro, utilizzo il metodo di tagliare due rametti per ogni pianta. Comporta un maggiore sforzo ma evita di dover fare un sacco di lavoro inutilmente.

a far crescere i rametti tagliati delle piante madri – o padri – da qualche altra parte. Quindi bisogna considerare innanzitutto se si ha abbastanza spazio per tenere tutte le piante. Sebbene una manciata di semi sembrino nulla, quando tutti semi saranno sviluppati in piante cresciute vi troverete con una giungla di piante di marijuana in casa, specialmente se si tagliano due rametti per ogni pianta. Con un elevato numero di piante ci sarà inoltre un forte di profumo di marijuana dei dintorni il che renderà impossibile ai vicini non notarle e non lamentarsi. Non sareste le prime persone a pianificare di tenere solo le piante più belle per poi finire col tenerle tutte lo stesso. Vi dico questo solo per dimostrarvi che piantare semi e coltivarli non è qualcosa che si può fare senza un piano preciso o senza considerare il numero di piante e lo spazio che si dedicherà loro in casa.

Effettuo due tagli per ogni pianta, tenendone uno come riserva, nel caso che l’altro non attecchisca.

Se si vuole seguire strettamente la regola olandese di tenere solo quattro piante intorno alla casa, si è costretti

Il mio prossimo articolo tratterà di come assicurarsi la produzione ben riuscita dei ramoscelli tagliati.

I coltivatori esperti riescono a distinguere le piante maschili da quelle femminili prima che inizino a fiorire. Le piante femminili crescono in larghezza e lentamente, fino a diventare dei cespugli compatti. Le piante maschili crescono in modo insolito fino a diventare pieni di erbacce e sottili. La ragione per cui le piante maschili crescono più velocemente è che in questo modo le loro sommità possono entrare in contatto con il vento e quindi distribuire il loro polline più efficacemente.

I rametti vengono posti in due vasetti e diamo loro lo stesso numero della pianta madre (o pianta padre) dalla quale derivano. Quando i rametti hanno attecchito, li porto all’interno e li sottopongo all’illuminazione con il neon. In seguito riduco la quantità di ore di luce a 12 (a volte anche meno, nel caso in cui anche all’esterno ci siano meno ore di luce) di modo che le piante tagliate inizieranno a fiorire. Quindi si tratta solo di aspettare e controllare quali piante sono femminili e quali maschili. I numeri sui vasi delle piante maschili (tagliate) renderà possibile rintracciare le piante padri e quindi rimuoverle. E’ meglio strappare via le piante maschili e gettarle nei secchi della spazzatura. Cercate di assicurarvi che le piante non vengano scoperte dai netturbini locali! Capisco che il fatto di gettare via le piante si scontra con il modo di vedere della maggior parte dei coltivatori, ma vi dirò che lasciare che le piante maschili crescano comunque, farà più male che bene al procedimento.

Se non si ha il tempo e lo spazio per sottoporre i rametti tagliati ad un ciclo di luce di 12 ore sotto una lampada al neon, si può provare a metterli in una scatola di cartone, che verrà chiusa ogni giorno, in modo che i rametti potranno fiorire comunque. Questo metodo costituisce un’alternativa ma richiede molto tempo ed attenzione. In particolare questo metodo funziona solo se il coltivatore è disciplinato nel chiudere la scatola ogni giorno, per assicurare alla pianta un ritmo giornaliero (12 ore di luce ogni giorno). Per assicurarsi che la scatola possa restare all’aria aperta anche in caso di pioggia, è consigliabile avvolgerla in uno stato di plastica oppure posizionare una copertura di plastica sopra la scatola. Mai mettere la plastica all’interno della scatola perché l’acqua deve poter fuoriuscire dalla scatola di nuovo. Cosa fare con i rimanenti ramoscelli tagliati dalle piante femminili? Ovviamente non è necessario buttarli tutti via. Si possono far fiorire per avere un’idea di ciò che otterremo.

Anche una scatola di cartone può essere utilizzata per tenere al buio i rametti tagliati e permettere loro di ricevere solo 12 ore di luce al giorno.



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Soft Secrets

SHIVA SHANTI

Photo: Sensi Seed Bank


Recensioni musicali

Soft Secrets

JAKA:

a cura di: ONE LOVE MUSIC CORNER. Via di Porta Labicana 38 00185 ROMA • tel/fax 0644702335

LOVE TO THE PEOPLE -

pompieri quando mr. Fire Man proromperà dalle vostre casse ...

JNANA MUSIC

BUJU BANTON: BUJU & FRIENDS – VP RECORDS

LADY SAW: STRIP TEASE – VP

A lungo atteso ecco finalmente disponibile il nuovo album di Lady Saw. La tigre del dancehall style è più in forma che mai e cavalca con le sue liriche sexy e insolenti molti dei ritmi ragga usciti nell’ultimo anno. Buone anche le collaborazioni, tra le quali troviamo Sizzla e Cecile. Dedicato a tutti i dancehall fans. AA.VV.: RIDDIM DRIVEN \ I SWEAR - VP \ 5TH ELEMENTH

Il nuovo album di Jaka Giacalone, Love To The People, è una autoproduzione per la sua etichetta personale, la Jnana Music. Contiene ben 17 brani (tra i quali il mitico Ganja uscito su singolo One Love Records) ed è stato registrato tra Firenze, Roma, la Germania, New York e Kingston. Tra gli ospiti che partecipano all’album segnaliamo Luciano “The Messenjah” che duetta con Jaka nell’inno Reggae a Matina, il grande Max Romeo “in combination” con Jaka sulla leggendaria Melt Away, l’esplosiva tromba di Roy Paci in Nessun Dubbio e le voci di Kate, Jahmento, Toni Moretto, Il Generale, e quella del rapper italoamericano Dropaflo. Yes yes Jaka, Italian outernational vibes!!

Questa è una raccolta geniale che, in un cofanetto formato da due CD, ripercorre la carriera di Buju Banton da un punto di vista particolare. Sono contenuti infatti solamente combinations (brani cantati in combinazione con altri artisti), che Buju ha sempre interpretato con splendida maestria esaltando al meglio il suo roco dj style nell’alternanza con le voci dei singers che l’accompagnano. 35 pezzoni antichi e recenti ta cui due inediti, uno cantato con Gregory Issacs, l’altro con Joseph Hill dei Culture.

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sofferenza dei ghetti e della povera gente. Un vocione che denuncia l’ingiustizia e canta di rivincita, amore e giorni migliori sulle basi roots più corpose del momento. Primo album prodotto dalla 5th Elementh di Spanish Town, che già aveva colto il segno con vari singoli tra i quali I Swear. Molti dei brani sono registrati presso gli studi Tuff Gong con la partecipazione di Sly Dunbar, Benjy Myaz e altri ottimi musicisti. 1.Ruff Out Deh 2.Better Days 3.Haffi Win 4.No More Suffering 5.Serious Time 6.The Prayer 7.Survival Is The Key 8.Show Love 9.See Love 10.Mama 11.Oh My Lord 12.Hurt My Soul 13.Jah Sight 14.Poor People Cry 15.I Swear AA.VV.: IS IT ROLLING BOB, A REGGAE TRIBUTE TO BOB DYLAN – RAS

BERES HAMMOND: LOVE HAS NO BOUNDARIES – VP RECORDS

La 5th Elementh è stata recentemente la crew più attiva del panorama roots e il ritmo I Swear imperversa da un anno anche nelle dancehall più sfrenate, un onedrop morbido ed emozionante con il basso cupo, un rullante legnoso che accompagna la cassa e una chitarra che non dimentichi; sono qui presenti tutti i brani che hanno spopolato in Giamaica e nel mondo, più alcuni inediti di giovani artisti. Tra tutti segnaliamo naturalmente la big big tune di Richie Spice: Marjiuana. Yes Richie, this is the healing of the nation!!!

1.Senti Senti 2.Reggae A Matina 3.Ora (Con Kate) 4.Volontà (Con Jahmento) 5.Amuri Amuri 6.Jaka Boom (Con M.Buonarroti) 7.Pizza & Mandolino (Con Dropflo) 8.La Vita È Preziosa (Con Il Generale) 9.Un Ottimo Motivo 10.Si Ora Dub 11.Nessun Dubbio (Con Roy Paci) 12.Vita Da Leone (Con Toni Moretto) 13.Cantu 14.Ganjah (E Te Bancha) 15.2000 Passi 16.Volondub 17.Musica\ Melt Away CAPLETON: REIGN OF FIRE – VP RECORDS

E’ ben curato questo incontro tra le intramontabili canzoni del menestrello e la sweet reggae music. 21 grandi interpretazioni e un pezzo inedito dello stesso Dylan insieme a Sly Dunbarb & Robbie Shakespare. Preceduto da un tour mondiale che ha di recente toccata anche l’Italia e dal successo di Can’t Stop A Man, il cofanetto uscito per celebrare i suoi 30 anni di attività, Beres Hammond ci propone un album nuovo di zecca. L’atmosfera è calda e familiare e la sua voce sensuale e matura più che mai: venti brani quasi tutti inediti che ci fanno sognare, tra canzoni d’amore e classiche reggae hits da dancehall. CHUCK FENDA:

1.Good Morning Jah Jah – Jah Cure 2.Marjiuana – Richie Spice 3.I Swear – Chuck Fenda 4. Mama’s Blessing – Anthony Cruz 5.For You - Sizzla 6.Woman To Man – Richie Stephens 7. Conquer Dem – Natural Black 8.Dem Story – Junior Kelly 9.Tell Me – Luciano 10.Why Can’t You – Pliers 11.What A Life – Chezidek 12.Your Goals – Jah Penco 13.Tragedy – George Nooks 14.Long Way – Iley Bless 15.Never Had To Lie – Omar Silk 16.Ultimate Shine – Zion Gate

BETTER DAYS – 5th ELEMENT

Reign Of Fire è il naturale ed esaltante seguito al precedente Still Blazing. Tra le 22 tracce presenti sono numerosi i brani inediti, accanto ad alcune hits che hanno di recente infiammato le dancehall di tutto il mondo. Hardcore radicale e, soprattutto, roots intenso sono ancora una volta le armi usate dal Prophet per bruciare la corruzione ovunque si annidi; avvertite i vicini, sarà veramente inutile chiamare i

Ecco uno dei migliori dischi dell’anno, lo canta il “poor peolple defender”, l’artista che in questo momento è più di ogni altro in Giamaica il portavoce della

1.Apple Gabriel (Israel Vibration) - The Times They Are A-Changin’ 2.Toots Hibbert - Maggie’s Farm 3.Beres Hammond - Just Like A Woman 4.Mighty Diamonds - Lay, Lady, Lay 5.Nasio, Drummie Zeb, The Razor Posse, Incline - Gotta Serve Somebody 6.Luciano Knockin’ On Heaven’s Door 7.Michael Rose (Black Uhuru) - The Lonesome Death Of Hattie Carrol 8.Sizzla - Subterranean Homesick Blues 9.Gregory Isaacs - Mr. Tambourine Man 10.JC Lodge - Don’t Think Twice, It’s All Right 11.Abijah One Too Many Mornings 12.Don Carlos - Blowin’ In The Wind 13.Billy Mystic (Mystic Revealers) - A Hard Rain’s A-Gonna Fall 14.Bob Dylan - I And I (Reggae Remix) 15.Knockin’ On Heaven’s Door Dub 16.One Too Many Mornings Dub 17.Blowin’ In The Wind Dub 18.Lay Lady Lay Dub 19.The Times They Are-A Changin’ Dub 20.The Lonesome Death Of Hattie Carroll Dub 21.A Hard Rain’s A Gonna Fall Dub 22.I And I Dub



La pagina d el Canapaio

Soft Secrets

Ice-Cream in Himalaya Vivo in un posto nel cuore dell’ Himalaya dove viene prodotto quello che attualmente è riconosciuto come “il fumo più buono del mondo”, lo champagne dei fumi. Chiamerò questo posto Desh, che nel linguaggio locale significa “paese”, “regione”. Questo per la tranquillità e la sicurezza degli abitanti del posto, che di pubblicità gratuita e a sproposito ne hanno fin troppa. Tre articoli su Desh sono già apparsi nella rivista “Cannabis”, nn. 13-7, ed uno sarebbe dovuto uscire con l’ ultimo numero della rivista, che purtroppo non è mai stato pubblicato. In questo articolo parlavo della prossima costruzione di una serie di dighe in questa regione, fatte chiaramente con lo scopo di rendere le popolazioni di queste zone remote “consumatori”, esercitare su di loro un controllo totale e reprimere (questo solo per volontà degli u.s.a.) la produzione della cannabis. Quest’ anno, grazie agli u.s.a., che hanno finanziato una campagna massiccia (per ammissione degli stessi poliziotti: metà denaro alla polizia e metà ai politici, per un totale di cinquanta miliardi di vecchie lire) all’ inizio d stagione sono arrivati a Desh trecento poliziotti armati di decespugliatori e falcetti per tagliare le piante di Bhang (nome dato alla pianta di cannabis in tutto il subcontinente indiano). Dopo alcuni giorni di tagli, trattative e intimidazioni, i locali hanno deciso di “collaborare”, e si sono piegati (non tagliati) alcuni campi di Bhang, per accontentare i poliziotti e far si che se ne andassero. Il danno è stato relativo, ma la paura tanta (c’è da dire che i poliziotti venivano da lontano, perché quelli del posto hanno tutti terrore del Dio di Desh, vedi “Cannabis” n. 7). A Desh, da sempre si è prodotto charas, resina di cannabis raccolta a mano dalle piante vive, di altissima qualità (crema). Tutta la famiglia, nella stagione del raccolto, si siede davanti a casa, e in un clima di festa si producono tutti i giorni pochi grammi di un prodotto purissimo. Con lo spauracchio della polizia e della diga immanente, questa festa non sarà forse più possibile. E allora si sono pensate alternative. A Desh, diversi “aficionados”avevano già provato a far seccare le piante e estrarne hashish, ma il ricavato non è mai stato paragonabile, almeno come pienezza di gusto, alla famosa crema. Negli ultimissimi anni avevamo anche provato il nuovo sistema di estrazione con il ghiaccio, ed i risultati erano stati incoraggianti: sia con le piante fresche che secche si riusciva ad ottenere un prodotto incredibilmente puro e potente, che piaceva persino ai charsì (chi fa e usa charas) locali. Il nuovo sistema di estrazione resina con il sistema ad acqua fredda richiede alcune precisazioni: - le palline di resina mature (le teste dei tricomi ghiandolari, contenenti i cannabinoidi psicoattivi) hanno un diametro che va dai 60 ai 120-150 micron (per certe varietà coltivate indoor si arriva

fini ai 180 micron, ma non è comune) - a 2 gradi centigradi la resina si congela e non si attacca, né a sé stessa, né ad altre superfici - la resina matura è più pesante dell’acqua, il materiale vegetale più leggero - nell’ acqua, attorno alle palline di resina, insolubile, si forma uno strato tensioattivo dello spessore di alcuni micron.

Con i piedi nella neve e le mani nel ghiaccio Abbiamo deciso di provare quanto avrebbe potuto rendere fare Ice-cream (è il nome del nuovo prodotto locale: fatto con il ghiaccio, ma simile alla crema della migliore qualità). Questo in previsione di dover spostare i campi di Bhang in luoghi remoti, lontano dalle case, e quindi essere impossibilitati a fare charas con tutta la famiglia. Verso la fine della stagione (novembre) abbiamo tagliato un po’ di piante e le abbiamo messe a seccare all’ ombra. Dopo circa 15 giorni (il clima a Desh è molto secco) sono state eliminate le foglie grandi (qualcuno non l’ ha fatto) e le cime, piene di semi (a Desh non è possibile fare sinsemilla, ci sono piante dappertutto), sono state riposte in casse di metallo, al sicuro dai topi. Dopo un paio di mesi, in pieno inverno e con più di 50 cm. Di neve, abbiamo iniziato il lavoro. Premessa: a Desh non c’è elettricità. Avevamo già sperimentato che se le cime sono umide non si spezzano le foglioline ed il prodotto finale rimane decisamente più pulito. Alla sera, al calar del sole, riempiamo di cime due secchi da 20 litri, e poi li inzuppiamo di acqua fredda (se non è perfettamente pulita conviene filtrarla con il filtro coi buchi da 38 micron, sigla PES38/28 opp. N.400) Intanto bisogna anche riempire d’ acqua il bidone da 100 litri, in cui metteremo i due sacchi Ice-O-Lator, il superiore con i buchi da 165 micron (sigla PA165/44 opp. 40T) e l’ inferiore con i buchi da 70 micron (sigla PA70/43 opp. 95S, opp. 90M) Dopo il tramonto, la temperatura va sottozero, e stendiamo le cime bagnate su teli di plastica appoggiati sulla neve. Al mattino alle sei, appena fa luce, bisogna essere pronti ad iniziare: circa 5 litri di cime, che stese sulla neve durante la notte si sono ricoperte di uno strato di ghiaccio,vengono versate nel bidone da 100 litri, con i due filtri Ice-OLator montati. Con un forchettone di legno (meglio una forchetta perché non fa tanti spruzzi e perché le cime passando fra le punte tendono ad aprirsi, facilitando il distacco della resina all’ interno) cominciamo a sbattere il materiale congelato per alcuni minuti, controllando di tanto in tanto la quantità di resina che si va distaccando (ad occhio nudo, estraendo alcune cime dall’ acqua). La temperatura esterna, finché non spunterà il sole, si manterrà sottozero, condizione ideale perché l’ acqua del bidone sia freddissima (a volte, sbattendo,

si formava sempre più ghiaccio sulla superficie). Quando ci sembra che la maggior parte della resina se ne sia andata (cominciano a far male le braccia) si strizzano le cime sbattute, si tolgono e si introduce nuovo materiale, sempre congelato. Entro le 10 di mattina bisogna passare tutta l’ erba stesa la notte prima, perché poi spunta il sole e la temperatura sale rapidamente. In alcuni giorni particolarmente freddi, quando si è formato più ghiaccio sbattendo, bisogna far sciogliere questo ghiaccio in cui sarà rimasta intrappolata della resina, e il lavoro continua ancora per un po’ sotto il sole. Lasciamo depositare la resina per una mezz’ ora, e alla fine estraiamo prima il sacco con il filtro da 165 micron, poi scotendolo leggermente per facilitare l’ uscita dell’ acqua, quello con il filtro da 70 micron. Con uno spruzzatore, mantenendo il filtro teso sui bordi del secchio, spingiamo con un getto di acqua fredda tutta la resina verso il centro del filtro, lì la strizziamo leggermente e, raccolta in blocco, la grattugiamo (un colino per il tè va benissimo per questo lavoro) su un piatto grande. Se l’ estrazione è stata fatta a dovere, la resina, appena estratta assomiglia a fango bianco-giallo. Più è verde e più ci sarà materiale vegetale mischiato. Sul fondo del secchio rimane un po’ di resina immatura, che si può raccogliere sopra al filtro da 38 micron, e che darà un prodotto meno potente e con un gusto un po’ di “verde” ma sempre di altissima qualità. Dopo 3-4 giorni all’ aria, coperto da una garza leggera non a contatto, vicino a una fonte di calore moderato (la stufa a legna, o dietro ad una finestra) la resina è sufficientemente asciugata per essere pressata. L’ ideale è pressarla quando rimane un 1015% di umidità: se viene pressata troppo umida fermenta rapidamente, velocemente si rovina, se fumata non si sentono molti aromi e raschia terribilmente in gola; se si lascia seccare troppo diventa poi difficilissima da pressare e da amalgamare, il THC se ne va rapidamente

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e a volte sarà necessario aggiungere acqua per poter avere un pezzo di haschish . Il modo migliore è pressarla e amalgamarla a mano, poco alla volta, finché si stacca dalle mani come fosse crema di charas (strappandola dalla pelle come fosse un cerotto). Non fumate la resina di cannabis senza prima averla pressata, amalgamata e trasformata in un pezzo di hashish: dopo questo lavoro sarà di gusto più morbido, più rotondo, meno “crudo” e con un effetto più completo. Dopo una mattina di lavoro, con un freddo terribile, con le mani nel ghiaccio ed i piedi nella neve, riuscivamo a ricavare, da 5 – 7 kg. di cime pulite ma piene di semi , circa 30-50 grammi di resina purissima, con un gusto ed un high in grado di competere con le migliori creme fatte a mano dai più esperti charsì (se la stessa quantità di cime fossero fatte a mano, dalle piante fresche, con l’ intento di ricavarne crema, si otterrebbero max. 20-30 gr.). Se le cime non sono pulite a dovere dalle foglie, più foglie ci sono e più si sbatte a lungo, più il prodotto ricavato sarà contaminato da materiale vegetale, sarà più difficile da asciugare e da pressare, e diventerà di una consistenza e un aspetto sempre più simili ad un hashish commerciale. Il lavoro è stato fatto in condizioni estremamente disagevoli, con mezzi precari; l’ unico aiuto dalla “civiltà” sono stati il bidone ed i filtri, necessari perché la “civiltà” non vuole che si continui a fare un lavoro tradizionale. La resa è più alta, il nuovo prodotto più potente ma un po’ meno ricco di aromi del suo equivalente fatto a mano: ai locali, veri intenditori, piace molto. Ma il lavoro è tutta un’ altra cosa: quando viene (veniva) la stagione per fare charas è (era) una festa, si lavora tutti insieme al sole, ridendo fumando e scherzando, senza infrastrutture, solo con le proprie mani. Fare Ice-cream qui è nato dalla necessità di difesa ad una repressione: non è più festa, ma lavoro pesante, fatto con il cuore triste per la pazzia degli uomini e del sistema occidentale. La festa ci sarà dopo, quando si fumerà questa meraviglia, ma non sarà più la stessa cosa. Il Canapaio


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rimine c l e d o d n o Il m

Soft Secrets

Una serie di interviste che indagano sul business della cannabis alla luce del crimine semi-organizzato in Olanda. Lo scopo è disegnare un realistico profilo della gente del network illegale che rende sicuro il mercato sempre ben fornito di hashish e erba. Dai “pezzi grossi” agli spacciatori adolescenti, l’inviato speciale di Soft Secrets, Charlie Stone, svela il mondo del crimine in tutti i suoi molteplici aspetti. di Charlie Stone

Il distributore Andrè (chiamiamolo così) viene da Amsterdam e già dagli anni settanta si guadagna il pane, ma anche la marmellata, nell’ambiente. Dopo aver iniziato con la “protezione” ha ben presto fatto conoscenza col mondo dell’haschisch dove ha fatto un po’ di tutto fino a mettersi in proprio. Accanto all’haschisch inizialmente vendeva anche coca prima di scegliere la marijuana che ha cominciato a coltivarsi da sé. Andrè ha visto tutti gli aspetti di questa attività e in quest’intervista racconta a Sosft Secrets la sua vita senza censure. Andrè, come sei entrato in questa parte del “Mondo del crimine”? “Circa vent’anni fa vivevo nella stessa casa di un ragazzo che commerciava. Lui commerciava forte in coca e droghe e io vedevo roba in tutta la casa: Dopo un po’ ho cominciato a trasportare roba per lui: un chilo qui, due là, era tutto molto facile.” Portavi la roba ad altri commercianti o ai consumatori finali? “Si potrebbe dire a commercianti casalinghi. Ma il tipo per cui lavoravo ha iniziato a farsi ad usare pesantemente la roba finendo col perdercisi. Lentamente ma costantemente ho iniziato a lavorare sempre di piu’ per lui. Così cominciava ad ingrandirsi e io con lui. A un certo punto mi sono detto ‘ehi, questo si che è fantastico’ e così ho iniziato a lavorare per mio conto. Ho comprato una confezione da 25 chili e ho cominciato”. Solo haschisch o avevi anche dell’erba? “Solo haschisc. Potevi trovare Libanese, nero, Marocco, ma oggi è differente”. Che ricompensa avevi dal tuo coinquilino per l’aiuto che gli davi? All’inizio guadagnavo cento fiorini (l’equivalente di 45 €) per chilo consegnato. A volte ne consegnavo cinque o sei chili in un giorno ed erano bei soldi per un ragazzo di sedici anni. A diciott’anni avevo un entrata stabile di cinquecento fiorini al mese e in piu’ facevo dei soldi extra rimettendo a posto i debitori che non volevano pagare”. Perché hai deciso di metterti in proprio? “Perché il tipo si sparava così tanta coca che lasciava indietro un sacco di cose e così io ho cominciato a fare troppo per lui. Ormai avevo imparato molto e stabilito alcuni buoni contatti e

investigatori doveva sapere se eri malato o in ferie. La scena della droga era piu’ dura rispetto a quella di oggi?

a quel punto il passo da fare per mettermi in proprio era breve. Ma anche io ho fatto lo stesso errore con la coca e pensavo solo a spassarmela. Così i primi anni mi sono davvero fottuto”.

“All’inizio era molto piu’ facile. Comunque c’erano un sacco di imbroglioni. Era molto in voga, specie tra gli slavi. E prima erano spesso gli italiani che ci provavano”.

Come ti procuravi tutta quella coca?

“Certo, un paio di volte. Ma roba da poco. Una volta sono andato con un tipo a consegnare del fumo. Lui è sceso dalla macchina per andare a suonare il campanello all’indirizzo giusto. A malapena conoscevo il tipo, così mi ero portato una pistola, giusto in caso di necessità. Ero seduto in macchina quando lui è sparito dietro la porta. Dopo di che non accadde nulla. Cominciavo ad agitarmi e sono andato a vedere cosa fosse successo.Ero piuttosto nervoso e ho bussato alla porta tenendo la pistola in pugno, poi sono entrato e trovando una stanza piena di stranieri sconcertati. Ho salito di corsa le scale, convinto che dovesse essere da qualche parte nella casa. Nell’attico ho trovato una scaletta che portava a quello affianco. La via dalla quale era scappato. Ho avuto anche dei clienti in Inghilterra che pensavano di chiudere in bellezza con gli affari truffandomi. Avevo spedito 100 chili e loro avevano negato di averli ricevuti anche se non potevano produrre una dichiarazione della polizia a dimostrarlo. Sono stato preso in giro in questo modo un paio di volte”.

“Il mio amico aveva troppa roba, così me ne ha data un po’ dicendomi di venderla che avrei fatto molti pu’ soldi. Se compri erba per diecimila fiorini puoi rivenderla aggiungendoci due o tremila, ad essere fortunato cinquemila fiorini (nel testo c’è cinquecento, ma mi sembra un errore, ndr). Se investi la stessa cifra in cocaina il tuo margine di guadagno salta a sette o ottomila. La tagli, ovviamente, e la vendi in piccole quantità. Se vendi dieci once al giorno metti insieme diecimila fiorini. Con l’erba devi venderne cento volte di piu’ per avere lo stesso guadagno. Ero già abituato a correre dei rischi così non ho avuto problemi”. A che genere di persone hai venduto? “Non sono mai stato amante delle luci della ribalta così non conosco nessun personaggio popolare. Normalmente facevo affari con persone della classe media. Non ho mai avuto a che fare con i nomi che trovi nelle pagine scandalistiche. Ho fatto affari solo con quel tipo di gente che non ha niente a che fare con quel genere di storie”. Qual’era il rapporto tra hasch e coca, come prodotti, una volta che hai cominciato a lavorare da solo? “Circa metà e metà. Non faceva molta differenza per me se il compratore voleva 50 chili di haschisch o di coca. Piu’ avanti, quando le circostanze personali cominciavano a cambiare mi sono impegnato di piu’ nell’erba. E’ seguito un periodo di otto anni in cui tutto andava davvero bene. Dopo iniziarono a succedere strane cose, carichi di merce venivano sequestrati e la gente arrestata”. Qual’era la tua copertura ufficiale, ad esempio con gli uomini del fisco? “Ho semplicemente comprato un lavoro sulla carta. Significa che dovevi pagare tu il tuo salario invece del tuo datore di lavoro e in piu’ dovevi dargli un bonus di di 500 fiorini perchè accettasse. Un salario ufficiale di tremila fiorini costava molto ma almeno era totalmente coperto rispetto al mondo esterno. Dovevi però essere sicuro di fare un patto chiaro con il tuo ‘datore di lavoro’: in caso di controlli della polizia o di altri

Ti è mai successo?

C’è una grossa differenza tra vendere coca o haschisch? “Sicuro, quello della coca è un mondo diverso da quello dell’haschisch. Devi essere prudente nel commercio della coca. Se, ad esempio, la merce sparisce qualcuno rischia di lasciarci la pelle. Gente che parte per una vacanza senza ritorno, questo genere di cose. Le truffe stanno diventando anche molto piu’ pericolose. Un mio conoscente, proprietario di un coffeeshop è stato recentemente rapinato in casa sua. L’hanno gettato nella vasca da bagno mentre chiudevano suo figlio nel frigorifero. Gli agitavano un bisturi davanti agli occhi mentre gli tenevano la testa sotto il getto d’acqua. Tutto questo per cinquantamila fiorini. Ho pensato a me stesso quella volta, a cosa potrebbero farmi sapendo quanto guadagno. Così ho deciso di darmi una regolata col commercio di coca”. Ha smesso di vendere coca allora? “No, innanzitutto ho cominciato a fare affari con negozi di abbigliamento, società di catering, questo genere di cose. Ho anche investito all’estero. Queste società non hanno legami con la mala ma fanno affari puliti. Accanto a questo ho continuato a vendere ma

quasi come hobby. Ho tenuto due o tre clienti tranquilli e ho lasciato le teste calde ad altri. Queste persone agivano come una sorta di zona di sicurezza tra me e i clienti”. Perché avevi bisogno di questo? “Un mio buon amico è stato picchiato, un altro si è suicidato, gente che conoscevo è stata arrestata all’estero e qualcuno è poi morto. Tutto questo mi ha fatto fermare a riflettere su quello che stavo facendo. Per questo ho scelto di organizzarmi in quel modo. Così mi pulivo le mani e potevo tenere qualche distanza dalla coca. Si potrebbe dire che mi sono pensionato anticipatamente dal giro della coca. Hai notato un aumento nella domanda di pillole? “Si, clienti inglesi che prima prendevano solo fumo improvvisamente mi hanno chiesto di mettere insieme 10 o 20 mila pillole. L’ho fatto una volta perché il trasporto è facile da organizzare. Dopo hanno cominciato a ordinare meno fumo così ho deciso di smettere con le pillole. Non mi piaceva vedere una cosa accantonata rispetto ad un’altra, specie se non potevo avere il controllo totale dell’altra. E’ davvero difficile controllare la qualità delle pillole. Devi sapere davvero cosa fai, è completamente un altro mondo. Non ci si deve rivolgere ad un calzolaio per riparare un buco nel tetto! Certa gente crede che ogni cosa può essere acquistata e pretende che tu sappia se è di qualità. Ma sarebbe un vero disastro acquistare 100.000 fiorini di pillole sbagliate. Devi essere molto attento. Io sono troppo prudente per un mercato così poco controllabile”. Così hai continuato, ma solo con l’haschisch? “Ho continuato con l’haschisch per un bel po’ di anni fino a quando i prezzi hanno cominciato a fluttuare ed è diventato troppo difficile cambiare i soldi in banca. Stavo giusto cominciando a pensare ‘dimentica tutto’ quando Nederwiet, semi per coltivazione domestica olandesi, ha fatto la sua comparsa”. Era una novità per te? “Avevo un amico in California che coltivava in casa e mi ha portato a considerare quest’idea. E’ stato lui a mandarmi le lampade e i miei primi semi.All’inizio non mi aspettavo di ricavarne dei soldi. Pensavo che ne sarebbe venuto qualcosa di buono piu’ avanti. Lì ho così tenuti da parte e poi, quando la cosa ha cominciato a prendere piede e ho capito che il momento era giunto. Così mi ci sono dedicato seriamente”. Com’è stata la tua esperienza? Con un grosso feeling anche se al buio. Era davvero molto confuso perché


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c’erano molti sviluppi in rapida successione. Ho imparato tra tentativi ed errori. Mi ci sono voluti sei mesi prima di avere la mia coltivazione in funzione. Avevo un miglaio di piante e mi consideravo fortunato. Ma non era così facile. E’ un lavoro molto impegnativo. Entri in contatto diretto con la natura e non puoi barare. Mi sono reso conto che era meglio avere dieci stanze con 250 piante piuttosto che una sola grande. Si guadagna realmente di più così, e risparmi anche sul costo del lavoro: hai bisogno di una piccola squadra di tagliatori di foglie che puoi mandare in una nuova camera ogni settimana. Se il ciclo delle piante dura dieci settimane puoi organizzarti per fare in modo che in ogni camera ci sia un raccolto. Piccole porzioni portano ad un buon guadagno”.

con altri. Sanno solo che fanno parte della mia squadra di tagliatori, non sanno che tutte le stanze sono mie. Io li mando là e basta. Io finanzio il movimento e divido i profitti col proprietario della stanza su una base di 60 e 40. Il 40% per me, dedotti tutti i costi. Comprersi quelli del pagamento della squadra dei tagliatori, che così non vengono pagati da me e io mi tengo un 40% di profitto netto.

Tutto da solo o avevi qualo che ti aiutava?

“Principalmente i coffeeshop, i venditori casalinghi non erano interessati e adesso sono praticamente spariti”.

“Io sono davvero un gran pigrone, così lavoro sempre con qualcuno. Non potrei fare tutto da solo. Per esempio, per cento piante hai bisogno almeno di 500 litri di terra e se vuoi che le tue piante siano felici devi aumentarlo a 800. Questa terra poi devi distribuirla in tutti quei vasi. E questo solo dopo che hai messo insieme una camera: prima devi installare le lampade, i flitri per l’aria e così via. c’è molto da organizzare. Devi cavartela con l’elettricità, tubature dell’acqua, e di tutto e di più. Accanto a questo, avevo anche gli altri miei affari che richiedevano attenzione. Per non parlare della vita privata. Con una piccola coltivazione una persona può cavarsela da sola, con dieci è impossibile”. Se c’è un problema con una stanza ne crea anche alle altre? “No, sto molto attento a lavorare con gente diversa in ogni stanza. Ho anche alcune stanze di riserva, così se ne avessi bisogno potrei continuare altrove. Ho perso una stanza per una perquisizaione una volta, ma altrimenti sono molto fortunato. Le persone con cui lavoro non si conoscono tra loro né sanno che faccio affari anche

Vai mai nelle stanze personalmente? “Ci passo regolarmente una volta alla settimana. Gli abitanti si preoccupano delle incombenze quotidiane, come annaffiare etc.”. Chi sono stati i tuoi clienti più importanti all’inizio?

Com’erano i prezzi? “Per la qualità Nederwiet potevi chiedere 3500 fiorini (approssimativamente mille sterline). I prezzi erano gli stessi per erba africana e giamaicana. Dopo ha cominciato ad andare meglio”. Vendevi erba o haschisch? “All’inizio trasformavo tutto in pani di fumo, mischiandolo con haschisch che compravo appositamente. Un po’ di nero nella miscela e prendeva un bell’aspetto. Per l’erba è necessario un po’ di invecchiamenti. Se pressi Nederwiet diventa molto verde. Ogni cento chili devi aggiungere paraffina e latte in polvere. Poi vengono pressati in piastre di 200 grammi ciascuna”. E’ vero che all’epoca l’hascisch era molto più popolare dell’erba? “All’inizio si. I fumatori di erba volevano principalmente erba africana, ma la Nederwiet è stata la prima erba a diventare davvero popolare”. Quando hai notato la prima volta

l’arrivo dei negozi specializzati per coltivatori? “Circa quindici anni fa. Non ho mai fatto affari con loro perché ricevevo tutto dall’America. Questo mi ha anche aiutato a far sì che nessuno sapesse che coltivavo”. Come hai reagito all’aumento di quei negozi? “Ammetto di avere avuto sentimenti contrastanti. Il primo pensiero è stato ‘ahimè, la concorrenza. Ma la competizione può anche essere salutare”. Ed è risultato benefico per te o indifferente? “Sostanzialmente è risultato un vantaggio. La gente era naturalmente curiosa di sapere da dove venisse tutta quell’erba. Agli inizia c’erano forse un centinaio di persone che rifornivano il mercato, adesso sono migliaia in tutto il paese, col vantaggio che uno è meno visibile. Lo svantaggio è che la gente viene infastidita di più dalle autorità. L’uso di energia elettrica è strettamente controllato e i computer posso facilmente rivelare consumi anomali di elettricità. E questo è il risultato: la gente va nel ‘terzo mondo’ europeo e fa le cose là. La Polonia da qualche anno sta producendo migliaia di chili. L’erba è coltivata con tecnologia olandese e cloni provenienti dall’Olanda. I negozi specializzati sono responsabili di aver esportato la tecnologia olandese. Sarebbe stato più furbo tenersi questo patrimonio più esclusivo, così che tutti potessero ricavarne qualcosa”. Come hai avvertito la rapida crescita dei coffeeshops? “Alcuni olandesi hanno iniziato, in chiave amichevole, con alcuni blocchi provenienti dal Suriname. All’inizio i coffeeshops erano giusto dei posti d’incontro finchè qualcuno ha capito l’enorme profitto che poteva ricavarne. Questa prospettiva ha attratto la malavita che spesso entra nel business con grossi mezzi e in modo

molto commerciale. Se le autorità ponessero fine a questi negozi commerciali e permettessero solo i locali “amichevoli”: questo farebbe una grossa differenza”. Quale sarebbe la differenza? Tutti vogliono trarne un profitto. “Sicxuro, ma io credo che se i malavitosi fossero estromessi dal giro ci sarebbe posto per negozi normali per guadagnare di più: più consumatori, più ricambio e prezzi più onesti. Conosco negozi che ancora vendono erba a 5 € al grammo, mentre i ‘megashops’ la vendono a 7,50 €. E personalmente penso che l’atmosfera nella maggior parte di questi locali è davvero negativa. Se voglio sballare preferisco andare in un locale in cui posso rilassarmi e trovarmi bene con gente amichevole attorno a me e con un buonservizio. Ormai in alcuni locali devi stare attento a non essere picchiato dal buttauori o nonessere guardato male dal venditore. Paradiso e De Melkeweg, ad Amsterdam, usano tagliare un pezzo di haschisch davanti a te, Certi shops dove stanno provando almeno a rendere l’ambiente più accogliente hanno cominciato nuovamente a farlo. Com’è il mercato del fumo al momento? “Completamente sottosopra! Devi davvero sbatterti per starci. Oltre al fatto che rischi di restare scottato. I negozi sono responsabili di aver esportato la tecnologia olandese. Sarebbe più furbo tenersela più esclusiva così che tutti possano ricavarne qualcosa. Io finanzio il movimento e divido il profitto col proprietario della camera sulla base di 60 e 40. 40% che per me è al netto dei costi. Le persone con cui faccio affari non si conoscono tra loro e neppure sanno che faccio affari con altri. Loro sanno solo che fanno parte della mia squadra di ‘tagliatori’ e non sanno che tutte le camere sono mie.”


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Ci vediamo l’anno prossimo! Highlife ringrazia tutti gli sponsors, gli esponenti, i concorrenti per la Highlife Cup


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Ci vediamo l’anno prossimo! e tutti i visitatori della Fiera di Barcelona 2004.



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Foto copertina: Rox © Paradise Seeds Redazione: Soft Secrets Italia via Varenna 39 16155 – Genova E-mail: italy@softsecrets.nl Distribuzione info: italy@softsecrets.nl

Il primo numero del 2005 di Soft Secrets Italia uscirà il 3 gennaio 2005

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