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Anne-Claire Abadie (Sycomore AM

Anne-Claire Abadie

PORTFOLIO MANAGER, SRI AND ENVIRONMENTAL SPECIALIST, SYCOMORE AM

CONTRIBUIRE ALLA TRANSIZIONE AMBIENTALE ED ENERGETICA, CON FOCUS SULL’EUROPA

Il Sycomore Europe Eco Solutions, con Rating FundsPeople 2022, coniuga obiettivo ambientale e finanziario, “un’azienda ben posizionata per la transizione è più esposta alle opportunità finanziarie a essa connesse”.

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el 2021 gli investimenti globali nella transizione energetica sono stati pari a 750 miliardi di dollari USA. Il dato riferito dall’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), si discosta fortemente da quello indicato per il raggiungimento dello scenario Net Zero, che ammonta a 2.300 miliardi di investimenti annui. E questo ammontare è riferito soltanto alla spesa legata al settore elettrico. “Se dovessimo aggiungere gli investimenti legati alla transizione energetica, all’economia circolare e alla biodiversità si tratta di grandezze tre volte superiori: più del Pil annuo di Germania e Francia”. Numeri alla mano, Anne-Claire Abadie, fund manager del comparto Sycomore Europe Eco Solutions di Sycomore AM (parte di Generali Investments) riporta come l’investimento in attivi legati alla sostenibilità trovi conferma nelle richieste di risparmiatori e organismi internazionali. Per questo motivo il fondo, che ha ottenuto Rating FundsPeople 2022, coniuga due obiettivi: quello ambientale e quello finanziario. Abadie calca l’attenzione sul tema della transizione ambientale che “non si limita alla transizione energetica o climatica”. In Sycomore AM, afferma l’esperta “abbiamo una visione dell’ambiente più olistica, che fa rientrare nell’ambito dell’investimento anche la biodiversità, l’acqua, i rifiuti, le risorse naturali e la qualità dell’aria”. Tuttavia, “siamo anche investitori azionari e questo ci riporta al secondo obiettivo: che è sovraperformare il mercato”. Come coniugare questi due campi di azione? “La condizione per avere un ritorno in termini di performance è data dal fatto che un’azienda ben posizionata per la transizione è più esposta alle opportunità a essa connesse, e meno esposta ai rischi, e intendo rischi finanziari come le tasse sul carbonio”. Certo è che si tratta di obiettivi di lungo periodo. “Nel breve si possono incontrare condizioni di mercato diverse, è una soluzione che si rivolge a investitori di lungo termine, con un orizzonte di almeno cinque anni”.

LA SELEZIONE DEI TITOLI

Il fondo Sycomore Europe Eco Solutions si concentra su società che contribuiscono alla transizione ambientale ed energetica in cinque aree chiave (mobilità, energia rinnovabile, elettrificazione ed efficienza, ristrutturazione/costruzione, economia circolare e attività legate agli ecosistemi) con un focus particolare sulle aziende europee (il 75% dell’investimento del fondo) “e può avere una piccola diversificazione al di fuori dell’Europa”, specifica Abadie. A fine maggio le masse gestite ammontavano a 671 milioni di euro, con performance in linea con l’andamento del mercato (il benchmark di riferimento è l’MSCI Europe NR). Il comparto “non ha vincoli in

LA SELEZIONE SOSTENIBILIE

“Alla base si colloca la Net Environmental Contribution (NEC), metrica in grado di verificare non solo l’allineamento delle società investite con la transizione ambientale, ma anche il loro contributo a questa”

termini di geografia, di capitalizzazione di mercato e di settori, quindi l’universo di investimento iniziale è abbastanza ampio”, afferma Abadie. Alla base della selezione, Sycomore ha perciò collocato una metrica: il Net Environmental Contribution (NEC), “sviluppato nel 2015 insieme a ingegneri specializzati in life cycle assessment, in grado di verificare non soltanto l’allineamento delle società investite con la transizione ambientale, ma anche il loro contributo a questa”.

La transizione ambientale mantiene, infine, un alto livello di attenzione anche alla luce delle conseguenze del conflitto in Ucraina. Al centro l’aumento del prezzo dell’energia e in particolare quella derivante da gas e petrolio. “Un prezzo elevato del petrolio è indirettamente positivo per il fondo sul lungo termine, perché spinge gli investimenti in direzione di fonti rinnovabili ed efficienza energetica”. A questo si somma la definizione di nuovi interventi. Il richiamo, in tal senso va al Repower EU, il piano della Commissione europea per la riduzione della dipendenza del blocco dai combustibili fossili e che, come definito a metà maggio, comporterà investimenti aggiuntivi per 210 miliardi entro il 2027. “In aggiunta, il conflitto sta mettendo ancora più in crisi le supply chain e contribuisce all’incremento dell’inflazione ormai strutturale. Per questo motivo – conclude Abadie – il fondo si orienta anche sulle società che mostrano best practice per rispondere alle sfide legate alle risorse e ai materiali, con modelli più circolari e strategie di approvvigionamento più sostenibili”.

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