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L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI RISK MANAGER

Affiancare Alla Tradizionale Misurazione Una Robusta Analisi Di Scenario

Il monitoraggio, ma soprattutto la gestione dei rischi di mercato e di liquidità presenti nei portafogli gestiti assume sempre più rilevanza. Ciò che ritengo fondamentale nel monitoraggio di tali rischi è affiancare alla tradizionale misurazione basata su orizzonti periodali medio-lunghi, tipici dei prodotti di risparmio gestito, una robusta analisi di scenario sottoponendo i portafogli a stress basati sia su eventi storici che su scenari custom di tipo predittivo, che tengano proprio in considerazione l’evoluzione dello scenario economico-finanziario. In tal modo è possibile stimare l’andamento, in termini assoluti e relativi rispetto al benchmark, dei portafogli in tali situazioni e tramite una costante interazione con i gestori valutare tempestivamente eventuali correttivi da porre in essere.

In Eurizon utilizziamo la piattaforma Aladdin di BlackRock per il monitoraggio dei rischi di mercato e di liquidità; tale piattaforma è utilizzata anche come front-end della gestione, consentendo quindi una piena integrazione dell’attività di portfolio management con quella di risk management. Nell’ambito del rischio di mercato utilizziamo sia modelli multifattoriali che di simulazione storica, affiancando alla stima su orizzonte temporale di lungo periodo, anche una valutazione di breve periodo atta a catturare eventuali cambiamenti nei regimi di volatilità e correlazione di mercato. Per quanto concerne il rischio di liquidità verifichiamo che i portafogli abbiamo, su vari orizzonti temporali, asset liquidabili sufficienti a far fronte alle passività (rimborsi) stimate su tali orizzonti, tenendo anche in considerazione eventuali costi (es. bid-ask spread). In entrambi i casi vengono svolte anche analisi di scenario sottoponendo i portafogli a stress sia storici che predittivi.

È di fondamentale importanza, infine, una costante interlocuzione con i gestori in quanto il risk management non deve essere percepito come un mero guardiano bensì come una funzione con cui collaborare al fine di una più efficiente gestione dei portafogli.

MICHELE DE SARIO RESPONSABILE RISK MANAGEMENT, EURIZON

La storia dei sistemi economici e dei mercati finanziari degli ultimi anni è stata caratterizzata da molti casi di crisi e, nelle situazioni più anomale, di dissesti che hanno certamente lasciato il segno. Gestire il rischio sarà l’elemento cardine nel settore dell’asset management.

Rischio di mercato e rischio di liquidità. Nel tempo, e dopo diversi interventi delle authority, l’industria del risparmio gestito ha fatto notevoli passi avanti in ambito di monitoraggio e gestione del rischio, garantendo maggiore tutela ai risparmiatori e mitigando il rischio sistemico. Gli ultimi anni, però, sono stati caratterizzati da diversi eventi che hanno portato, per vari motivi, ad aver un impatto rilevante sull’andamento dei mercati finanziari. La pandemia, l’invasione dell’Ucraina, l’aumento dell’inflazione e il successivo cambio di politica monetaria sui tassi di interesse da parte delle banche centrali, le recenti crisi di alcune banche negli Stati Uniti e di Credit Suisse in Europa (oggi acquisita da Ubs) hanno creato un clima di grande incertezza e portato a repentini aumenti della volatilità. In questo panorama il monitoraggio e la gestione dei rischi di mercato e di liquidità nei portafogli sono diventati sempre più importanti. Per non dire cruciali.

La Gestione Del Rischio Sar Sempre Pi Strategica

In Generali A&WM utilizziamo metodologie che forniscono una misurazione integrata del rischio a livello di posizioni, portafoglio e gruppo di portafogli.

L’analisi include tre componenti principali: indicatori di rischio ex-ante e “what if analysis”; indicatori di rischio ex-post, come ad esempio indici Sharp e Sortino o la misurazione del rating di portafoglio; infine, l’analisi della performance, come drawdown, performance relativa, performance contribution. Il rischio di liquidità è valutato in condizioni di mercato standard e di stress, sia sul fronte degli assets che delle liabilities, con un duplice approccio al livello di singolo titolo e portafoglio. Nel primo, utilizzando un modello multifattoriale basato sui dati di mercato (trade realizzati, prezzi, volumi). A livello di portafoglio, utilizzando il numero di giorni necessari per liquidare date percentuali degli attivi e l’impatto che la loro liquidazione può avere sul valore di mercato del portafoglio. Crediamo che la gestione del rischio di liquidità sarà sempre più strategica, in uno scenario di elevata volatilità, bruschi movimenti sui mercati e bilanciamenti dei portafogli. Facendo leva sul solido track record maturato, continueremo ad investire sui processi, i presidi interni e la governance per la gestione del rischio, a protezione dei nostri investitori.

RICCARDO APPOLLONI CHIEF RISK OFFICER, GENERALI ASSET & WEALTH MANAGEMENT

EVOLUZIONE ENERGETICA: DAL GRIGIO AL VERDE

Non è un caso che la figura del risk manager sia tra le più ricercate nel settore dell’asset management.

Non sempre è immediato capire quali sono i compiti svolti da questi professionisti in seno agli asset manager: si muovono in autonomia rispetto alle dinamiche della società di gestione, tanto che riferiscono direttamente al top management e agiscono in sepa- rata sede rispetto alle altre funzioni di controllo. In queste pagine tre responsabili dei maggiori gruppi in Italia per patrimonio gestito spiegano quali sono oggi, in questo contesto di volatilità ormai costante, i fattori fondamentali per monitorare e gestire i rischi di mercato e liquidità all’interno di un portafoglio e quali strumenti di misurazione vengono da loro adottati .

La transizione energetica globale si trova a un punto di svolta. Gli investimenti in energia pulita sono destinati a crescere in misura significativa in quanto, oltre ai consumatori e produttori, che desiderano comportarsi in modo più responsabile, anche i governi stanno adottando misure per combattere il cambiamento climatico e garantire la sicurezza energetica. Prevediamo investimenti significativi nell’elettrificazione e nella rete, che determineranno una forte domanda di materiali critici, ovvero gli elementi costitutivi della transizione energetica. Sebbene gli investimenti globali nella transizione energetica a basse emissioni di carbonio abbiano raggiunto i 1100 miliardi di dollari americani nel 2022, nei prossimi anni la spesa dovrà almeno triplicare per raggiungere gli obiettivi di combattere il cambiamento climatico, garantire la sicurezza energetica e soddisfare la crescente domanda di energia a prezzi accessibili, determinata dall’aumento demografico. Ciò offre ampie opportunità agli investitori che desiderano generare rendimenti a lungo termine, beneficiando al contempo dell’esposizione all’evoluzione energetica.

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