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INVESTIRE NEL CARBONIO UN’ASSET CLASS EMERGENTE
Per raggiungere gli obiettivi climatici dell’accordo di Parigi è necessario fissare un prezzo per le emissioni di carbonio. Un modo per farlo è attraverso l’uso dei sistemi di scambio di quote di emissione (ETS). Gli ETS, infatti, stanno prendendo sempre più spazio nei portafogli degli investitori istituzionali. Il carbonio ha mostrato rendimenti storici significativi e bassa correlazione con altre asset class, rendendolo attraente all’interno di un portafoglio diversificato.

Il carbon pricing, o l’attribuzione di un prezzo alle emissioni di carbonio, è uno strumento molto importante nella lotta al cambiamento climatico. La definizione di un prezzo permette infatti di internalizzare nelle aziende le esternalità negative del cambiamento climatico, creando un incentivo finanziario che spinga imprese ed economie a ridurre sempre più l’impiego di combustibili fossili. Per raggiungere gli obiettivi climatici dell’accordo di Parigi sarà necessario che venga fatto un utilizzo generalizzato dei metodi di carbon pricing, che favoriscono la transizione a un’economia sostenibile e a basse emissioni. Attualmente esistono due meccanismi principali: l’imposizione di tasse sulle emissioni (carbon tax) e i sistemi di scambio delle quote di emissione con previa definizione dei limiti massimi (ETS o cap-and-trade).
Il vantaggio di un sistema cap-andtrade rispetto alla carbon tax è che la quantità totale di CO2 generata dai partecipanti non può superare un limite prestabilito, che viene ridotto ogni anno. Inoltre, l’uso di quote di carbonio negoziabili permette di ridurre le emissioni rilasciate nell’atmosfera al costo totale più basso per la società. I crediti di carbonio sono diventati un’asset class liquida investibile e
Premio Per Il Rischio Di Carbonio
Mercati Di Carbonio
ESSERE SOGGETTI A UN’ELEVATA VOLATILITÀ.
Questo Crea Opportunit Per Generare Alfa
tra emissioni fisiche, future e opzioni sono stati realizzati scambi per circa 800 miliardi di dollari nel 2021, più del doppio rispetto al volume del 2020. Gli investitori istituzionali sono sempre più interessati a includere il CO2 nei loro portafogli, date le caratteristiche di investimento di questa asset class e il suo ruolo nella transizione energetica. I rendimenti storici significativi e la bassa correlazione con altre asset class fanno del carbonio uno strumento potenzialmente interessante nel contesto di un portafoglio diversificato.
È ormai condivisa l’opinione che i prezzi del carbonio debbano continuare a salire per offrire un incentivo sufficiente a realizzare gli obiettivi dell’accordo di Parigi. Dal 2012 ad oggi i prezzi hanno già registrato no- tevoli incrementi, ma si mantengono ancora al di sotto degli obiettivi previsti. In un articolo di ricerca pubblicato su The Journal of Alternative Investments, Carbon Cap difende l’esistenza di un premio per il rischio di carbonio e utilizza dati noti quali i prezzi attuali, gli obiettivi delle politiche di lotta al cambiamento climatico, le traiettorie dell’offerta e i costi previsti della riduzione delle emissioni per calcolare il premio per il rischio di carbonio prospettico annualizzato.
Come illustrano i grafici, un prezzo di 120 dollari nel 2030 corrisponde a un premio al rischio annuale del 6,5%, che tuttavia diminuisce acquistando future anziché quote di emissione fisiche per via del contango esistente sui mercati compliance del carbonio.
I mercati del carbonio possono essere soggetti a un’elevata volatilità, che crea notevoli opportunità in termini di potenziale generazione di alfa quando un portafoglio opera in un quadro di rischio chiaramente definito al fine di massimizzare i rendimenti corretti per il rischio. In generale esiste una bassa correlazione tra i diversi mercati del carbonio e questa apparente distorsione può essere sfruttata come fonte di alfa nonché per ridurre il livello di rischio generale del portafoglio.
Esistono fondi di venture capital specializzati nei mercati del carbonio che hanno ottenuto la certificazione di conformità all’articolo 9 secondo il regolamento UE relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (SFDR) e il regolamento UE sulla tassonomia (Tassonomia UE). Le attività di investimento in questa asset class possono contribuire direttamente agli obiettivi mondiali di riduzione delle emissioni di CO2.
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