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REGIONE
SABATO 21 DICEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
mino della base militante «oggi, comunque, compiremo un ulteriore passo avanti verso la costruzione di un partito a vocazione federale, autonomista e territoriale, capace di allargare al resto del Paese il buongoverno degli amministratori leghisti»; c’è chi storce il naso e malcela il dispetto per l’abbandono della vocazione nordista e l’abiura del secessionismo culminata nell’abbraccio tricolore... «Qualche malumore è fisiologico ma la Lega ha radici forti e il sostegno all’azione del segretario Salvini è unanime». E il Leone di San Marco? «Quello non si tocca», fa eco Gianantonio Da Re, già a capo del lighismo veneto, oggi parlamentare a Strasburgo «il simbolo della Serenissima è e resterà la nostra bandiera identitaria».
oggi il congresso federale straordinario
Lega, addio al Nord il partito è tricolore Veterani aggrappati al Leone di S. Marco Scompare la Padania, il nuovo simbolo è Salvini Premier Marcato e Da Re: cambia la pelle, non il Dna autonomista Filippo Tosatto
a milano
VENEZIA. Neanche uno straccio di tweet, silenzio glaciale su Facebook, muto come un pesce anche il sito ufficiale leghista. Stamani la maggiore forza politica italiana si riunisce in congresso straordinario a Milano in un clima vagamente fantasmatico: con i 500 delegati dotati di un «braccialetto inamovibile da tenere sempre in vista» per scongiurare l’accesso di «non addetti ai lavori» alle aree riservate dell’hotel Da Vinci; con un regolamento stile Soviet Supremo che blinda in partenza i regolamenti e le modifiche statuta-
Il governatore Zaia parlerà alla platea 95 i delegati veneti Sono 95 i delegati veneti al congresso federale straordinario, in gran parte parlamentari, consiglieri regionali, eurodeputati, i presidenti di provincia e sindaci. A nome di tutti interverrà dal palco Luca Zaia, unico governatore a prendere la parola accanto a Matteo Salvini e agli esponenti più importanti del partito.
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RUOLO RISERVATO A BOSSI
rie messe a punto dai fedelissimi di Matteo Salvini; con i mugugni silenziati in nome della disciplina di partito, pena espulsione. Perché tanto mistero? E cosa succederà davvero? BAD COMPANY, 49 MILIONI
Matteo Salvini in visita a Verona e al suo fianco il governatore Luca Zaia
La verità, sussurrata dai veterani, è che nel capoluogo lumbard va in scena l’ultimo atto della Lega Nord per l’Indipendenza della Padania, destinata a diventare una bad company erede del “buco” di 49 milioni di euro che, previa patteggiamento con il Tribunale di Genova, il Carroccio rimborserà nell’arco di 75 anni con rate a tasso zero. A scanso di sgambetti elet-
torali, il marchio “bossiano” – corredato dall’Alberto Da Giussano – resterà nella disponibilità di Via Bellerio (magari nella persona del commissario Roberto Calderoli) e nella fase di transizione verso il nuovo soggetto – la Lega Salvini Premier che salperà entro il 2020 – le due tessere conviveranno, garantendo però i “diritti acquisi-
ti” agli iscritti di lungo corso, leggi candidabilità a ruoli direttivi e cariche elettive (locali, nazionali, europee) altrimenti preclusi. L’unica concessione alla vecchia guardia nostrana è la (probabile) dizione regionale abbinata al simbolo: «Lega del Veneto? Mi piacerebbe di più Liga», commenta Roberto “bulldog” Marcato, il benia-
«Non sarà un funerale, semmai un battesimo, stiamo lavorando alla nascita di tutti gli altri soggetti regionali in Italia», lo stringato messaggio salviniano alla vigilia. E il senatur? L’assemblea dei delegati confermerà Umberto Bossi “presidente a vita” salvo ridimensionarne ulteriormente il ruolo: se la bozza del nuovo statuto sarà approvata (e a riguardo persistono pochi dubbi), il padre fondatore non potrà più sostituire pro tempore il segretario federale, in caso di dimissioni di quest’ultimo, né convocare il congresso. Vatti a fidare dei fratelli padani. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
BELLUNO
SABATO 21 DICEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
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la crisi economica
Safilo, vertice al Mise il 16 gennaio «Intervenga il distretto» I sindacati hanno incontrato l’assessore Donazzan Spunta l’ipotesi dell’applicazione di contratti di solidarietà BELLUNO. La disponibilità a ra-
gionare in chiave di distretto e un prossimo incontro al Mise, stabilito per il 16 gennaio, dove si tenterà la carta di un confronto sul piano industriale che possa mitigare l’impatto sui lavoratori di una delle più gravi crisi occupazionali degli ultimi anni in Veneto. È ancora Safilo al centro dell’impegno delle istituzioni regionali e nazionali dopo l’annuncio del 9 dicembre di un piano di esuberi da 700 dipendenti che colpirà 400 lavoratori di Longarone, 250 circa di Martignacco, che attendono la chiusura dello stabilimento il 10 gennaio, e 50 colletti bianchi della sede centrale padovana. Ieri pomeriggio le categorie dei chimici-tessili di Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato la direzione Lavoro della Regione, alla presenza dell’assesso-
re Elena Donazzan. Una riunione in assenza della dirigenza di Safilo, che si è conclusa con l’impegno della Regione di affrontare la crisi in una chiave di distretto, sulla base dell’assunto secondo cui questa crisi va in controtendenza con una crescita dei volumi del settore. Le commesse di Safilo passano infatti ad altre aziende e ad altri stabilimenti, per altro, come nel caso di Longarone, anche contigui a quelli di altri gruppi (come ad esempio Thelios-Lvmh e Kering da tempo attive in programmi di internalizzazione delle produzione). «Non riteniamo accettabile che i volumi produttivi passino di mano, anche a poche centinaia di metri e che i lavoratori invece restino a casa» hanno spiegato i sindacalisti. «È prioritario che si apra
una nuova sessione degli stati generali dell’occhialeria in cui, senza prescindere dalle responsabilità di Safilo, si lavori per riassorbire i lavoratori all’intero di un distretto che gode di ottima salute». Ma tra le righe delle trattative in corso, alcune soluzioni alternative al licenziamento di 700 lavoratori starebbero emergendo. Contratti di solidarietà, prima di tutto, che secondo i sindacati potrebbero coinvolgere non solo Longarone ma pure gli altri due stabilimenti. In subordine, la peggiore delle ipotesi al vaglio potrebbe prevedere, per Martignacco, l’utilizzo della cassa integrazione per chiusura come prevista dal decreto crescita di Di Maio. Circa 12 mesi di ossigeno in attesa di una complessa ricollocazione per 250 lavoratori. — Riccardo Sandre
longarone
Formazione e conoscenza l’incontro natalizio a Thelios L’azienda ha anche destinato parte dei budget delle feste per consegnare ai dipendenti una borraccia a sostituire le bottiglie di plastica LONGARONE. Modi diversi di farsi gli auguri nelle aziende bellunesi. Quello scelto da Thelios parla di formazione, conoscenza e rispetto dei valori. E di ambiente. L’azienda, in occasione del Natale, ha deciso infatti di destinare parte dei budget dotando tutti i dipendenti di una borraccia che possa sostituire il quotidiano utilizzo delle bottiglie di plastica, con un risparmio figurativo calcolato di Co2, a seguito dell’implementazione anche del carpooling aziendale. Non solo. In sostituzione dei regali di Natale, come da tradizione, ha scelto di dedicare la somma alla causa di un’associazione locale che lotta contro la violenza sulle donne. Tutte opzioni – si spiega in azienda – che derivano dalla pratica di un ben preciso sistema valoriale. Ed è questo lo spirito anche dell’originale sensibilizzazione nell’ultimo giorno di lavoro prima delle festività natalizie. Thelios ha dedicato la
L’incontro con i dipendenti Thelios
giornata pre-ferie a una sessione di lavoro di squadra formativo sulla conoscenza e interiorizzazione dei valori aziendali: questo è stato reso possibile grazie all’investimento dei fondi formativi aziendali anche legati al protocollo Regione Veneto – Anfao Fse, all’ente formativo Certottica che ha coordinato bando e Dof che ha erogato la formazione ad appannaggio di tutte le 360 persone dell’azienda. Tutti i lavoratori si sono riuniti per un momento di condivisione, riflessione e
formazione che potesse essere patrimonio di tutti. La giornata si è svolta al palazzetto dello Sport di Longarone dove nello spazio della palestra tutti assieme si è discusso, ci si è conosciuti meglio anche grazie alla tecnica del «Teatro d’Impresa» e si è dato spazio alla creatività delle varie anime di Thélios e delle sue persone in un momento ludico che ha avuto lo scopo di dipingere i valori aziendali e di imprimere così la loro interpretazione. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
La recente manifestazione di protesta a Longarone
la decisione dell’azienda
Gli alimenti del pranzo di Natale agli anziani di Longarone e Zoldo La festa di Natale alla Safilo quest’anno non si farà. Gli inviti ai dipendenti erano già partiti ma sono stati anche restituiti, visto la concomitanza con la decisione dell’azienda di tagliare centinaia di posti di lavoro nel-
lo stabilimento di Longarone. A quel punto in segno di protesta i dipendenti avevano restituito gli inviti, lamentando proprio l’inopportunità di una simile iniziativa: «Non c’è proprio nulla da festeggiare» aveva-
no detto. Ieri Safilo ha comunicato «che gli alimenti destinati alla festa di Natale inizialmente programmata e che è poi stata annullata saranno donati agli ospiti delle case di riposo di Longarone e Val di Zoldo per il pranzo di Natale. Ringraziamo per il supporto i sindaci di Longarone e Val di Zoldo, Roberto Padrin e Camillo De Pellegrin, e per l’organizzazione Arrigo Boito, direttore della casa di riposo di Longarone».
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Nordest
Sabato 21 Dicembre 2019 www.gazzettino.it
BRACCONAGGIO Alcuni uccellini strappati dagli alberi insieme ai nidi, per essere allevati e utilizzati come richiamo dai cacciatori
Dati Arpav sull’acqua: migliorano le criticità
L’INDAGINE
LE ANALISI
VENEZIA Il “rapimento” avveniva in Polonia, dove migliaia di uccellini, ancora senza piume, venivano strappati dagli alberi, per lo più nei frutteti, assieme ai loro nidi. Passavano così la frontiera ed arrivavano in Italia, in un allevamento di Sedegliano, in provincia di Udine, dove venivano svezzati, allevati e infine messi illecitamente sul mercato, nel Trevigiano, fino a raggiungere gli acquirenti, per lo più cacciatori ma anche commercianti, allevatori e appassionati di gare canore. È di 18 arresti, con sette ordinanze di custodia cautelare in carcere, il bilancio della maxi operazione anti bracconaggio del Corpo forestale della Provincia di Trento, che ha indagato 48 persone ed eseguito 46 perquisizioni tra Trentino, Lombardia, Veneto, Friuli, Marche, Campania e Toscana. Gli indagati sono accusati a vario titolo di bracconaggio, ricettazione, furto venatorio, riciclaggio, maltrattamenti su animali e detenzione abusiva di armi. A finire in carcere tre trevigiani, Alessandro Lavina, 50enne di Godega di Sant’Urbano e la compagna Zelina Corbonese, 51enne di Conegliano, Maurizio Pasini, 61enne di Vittorio Veneto, Alberto Visintini e la moglie Giuliana Tuttino, entrambi di Sedegliano (Udine), di 58 e 52 anni, Paolo Cincinelli, 58enne di Cesena e Girolamo Pietro Panteghini, 75enne di Brescia. Ai domiciliari Alessio Visintini, 27 (Ud), Alberto Francesco Reniero, 40 (Vi), Ivan Giuseppe Rossato, 41 (Vi), Giuseppe Lino Raimondo, 67 (Ce), Lino Imelli, 75 (Ms), Vasco Corinno Ballati, 76 (Pt), Michele Tonolini, 36 (Bs), Giuseppe Moras, 65 (Pn), Egiziano Ovarelli, 79 (Pu), Gabriele Chiarini, 57 (Bs) e Giuseppe Cremaschini, 68 (Bs).
no alcuni passaggi che non corrispondono effettivamente a quanto fatto. Dispiace senz’altro essere arrivati a questo punto». Di tutt’altro umore invece è Massimiliano Filippi, l’allevatore dei visoni. «Sono molto sereno - commenta – ho condotto per anni un’attività di allevamento autorizzata e in piena regola. Adesso me ne vado in vacanza, a caccia e ne riparliamo dopo le feste». Mirian Pozzato
Tra i 48 indagati compaiono i nomi anche di un bellunese, un veneziano e diversi cacciatori vicentini. Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati oltre 20mila esemplari, sia vivi che morti. Stando alle stime della Procura di Trento e del Corpo Forestale, il traffico illecito di nidiacei tra Veneto e Lombardia valeva circa 2 milioni di euro. Nel corso delle perquisizioni sono stati posti sotto sequestro anche denaro contante, armi, munizioni e macchinari utilizzati per sofisticare gli anelli identificativi. Alberto Beltrame
PADOVA Migliora la qualità dell’acqua dei fiumi e dei laghi veneti, ma resta sorvegliato speciale, a causa del Pfas, il bacino Fratta-Gorzone. Sotto osservazione anche il bacino scolante della laguna di Venezia. Gode di buona salute, invece, il lago di Garda. A certificarlo è il nuovo Rapporto delle acque superficiali del Veneto, realizzato dall’Arpav che è stato presentato ieri dal neo direttore generale dell’Agenzia Luca Marchesi. Agenzia che ha elaborato negli anni un metodo analitico in grado di misurare le sostanze chimiche a dimensioni infinitesimali. Dal 2017, grazie ad un know how scientifico di altissimo livello e all’acquisto di strumentazione di ultima generazione, i laboratori dell’Arpav sono in grado di individuare sostanze chimiche fino a 5 nanogrammi per litro. Un ulteriore sforzo scientifico è stato fatto quest’anno per adeguarsi alla normativa europea che prevede per i Pfos, uno dei composti dei Pfas, lo standard ambientale di 0,65 nanogrammi litro. Per rendere possibile tutto questo, l’agenzia ha investito 8 milioni di euro. «I dati dimostrano l’impegno assoluto che la Regione del Veneto negli ultimi anni continua a porre per garantire la qualità dell’ambiente e, in questo caso, la qualità delle acque superficiali- ha commentato l’assessore regionale all’Ambiente Gianpaolo Bottacin - Mentre il ministro Costa esulta perché l’Unione Europea pone limiti a 100 nanogrammi per litro ai Pfas, noi in Veneto consideriamo il limite virtuale zero e grazie ad Arpav misuriamo la presenza di sostanze inquinanti fino a 0,2 nanogrammi». I risultati dello studio confermano, così, le criticità legate alle pressioni antropiche soprattutto nei corsi d’acqua di media e bassa pianura (Fratta Gorzone tra Padova e Vicenza, bacino scolante in laguna di Venezia), sia per qualità chimica che per stato ecologico (si registra la presenza di Pfas nel Fratta Gorzone), ma indicano anche una tendenza generale di lento e progressivo miglioramento osservato a partire dal 2000, da attribuire alle norme ambientali sugli scarichi più rigorose. Dati incoraggianti anche dal versante veneto del lago di Garda. Alberto Rodighiero
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IL BUSINESS I nidiacei (uccellini appena nati), venivano procurati al prezzo medio di 26 euro ciascuno, per poi essere rivenduti, una volta allevati, a circa 300 euro. I volatili erano utilizzati prevalentemente come richiami per l’attività venatoria. I traffici ave-
I VOLATILI VENIVANO PROCURATI A 26 EURO L’UNO E ALLA FINE NE FRUTTAVANO 300. SONO 48 GLI INDAGATI, SOPRATTUTTO A VICENZA
Traffici da milioni di euro con uccellini da richiamo Diciotto persone arrestate tra Veneto, `Gli esemplari arrivavano dalla Polonia Friuli e Trentino: “rapiti” 20mila nidiacei per essere allevati e venduti ai cacciatori `
vano due percorsi paralleli. Uno lombardo, con base operativa nella Piana Rotaliana, in Trentino, e uno veneto-friulano, in mano, secondo gli inquirenti, ad Alessandro Lavina e ad Alberto Visintini. L’allevamento era a casa di quest’ultimo, a Sedegliano, dove ogni settimana arrivavano dall’estero migliaia di vola-
tili. Lavinia si occupava di mantenere la rete con i clienti e di organizzare le cessioni, evitando controlli, utilizzando diverse utenze telefoniche, individuando zone di scambio appartate. Per i nidiacei catturati illecitamente all’estero veniva preparata una documentazione specifica. Ad occuparsene era il porde-
nonese Giuseppe Moras, che forniva anelli e certificati falsi di provenienza, depositati a casa di un altro trevigiano indagato, il 75enne castellano Giuseppe Scremin. Pasini, invece, secondo le accuse, era l’autista di Lavina, l’uomo che in più occasioni avrebbe anche messo a disposizione la propria auto, così come Zelina Corbonese, per il trasporto degli animali. Il 17 novembre 2018 Pasini e Lavina erano stati già intercettati ed arrestati dalla forestale a Villorba, dov’erano stati fermati in auto e trovati in possesso di 16 Tordi Sassello, 51 Merli, 15 Ciuffolotti e alcune Crociere.
Rovigo, il Tar blocca l’allevamento di visoni `Accolto il ricorso
contro il Comune di Villadose e la Regione IL VERDETTO ROVIGO Il Tar del Veneto ha accolto il ricorso delle associazioni Lav ed Essere Animali contro l’insediamento di un allevamento di visoni a Villadose (Rovigo). La notizia è stata divulgata dalle stesse associazioni che hanno comunicato che l’allevamento di via Romolo Andreotti a Villadose, sorto tre anni fa a circa un chilometro dal centro del paese e a
una cinquantina di metri dalle abitazioni, dovrà cessare. «La sentenza del Tar Veneto sia uno stimolo per Governo e Parlamento a esaminare le proposte di legge per introdurre in Italia il divieto di produzione di pellicce», commentano le associazioni. Il ricorso è stato presentato contro il Comune di Villadose, la Regione, l’Azienda Ulss 5 Polesana e nei confronti dell’azienda agricola che ha inizialmente richiesto la conversione dell’allevamento da bovini a visoni e dell’impresa che lo ha poi rilevato. «Ho bisogno di verificare quanto viene riportato dai comunicati – commenta a caldo il sindaco Gino Alessio – perché ci so-
I SEQUESTRI VISONI Un allevamento
Ater, ufficiali le modifiche ai canoni popolari delibera e regolamento con tutti i correttivi
menti sul Bur sono due: c’è la delibera 1919 del 17 dicembre e c’è il Regolamento numero 4 del 19 dicembre che riporta tutti i dati, dai valori dell’Isee-erp al canone minimo fissato in 40 euro.
IL TESTO
LE TASSE
`Pubblicati sul Bur
VENEZIA Case popolari e nuovi canoni di locazione, sul Bollettino ufficiale della Regione Veneto ieri è stata pubblicata la delibera con i correttivi introdotti dopo le proteste degli inquilini e gli interventi dell’opposizione a Palazzo Ferro Fini. Modifiche che hanno portato da 5.823 a 269 le famiglie a rischio sfratto nel giro di due anni, avendo alzato le soglie di reddito e di patrimonio e verificato i casi anomali. Attenzione, però, perché i provvedi-
Intanto l’assessore regionale alle Politiche sociali e all’edilizia pubblica residenziale, Manuela Lanzarin, punta il dito nei confronti del decreto fisco e della connessa legge di stabilità statale che ha confermato l’applicazione di Imu-Tasi e Ires anche agli enti di edilizia residenziale pubblica (Ater e municipalizzate). «Peccato - dice Lanzarin - la manovra approvata dal Parlamento con fiducia incrociata, non solo riempie di tasse il paese, ma affossa anche le possibili-
Scuola
La direttrice Celada lascia il Veneto Augusta Celada lascia la guida delle scuole venete. L’attuale direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale del Veneto dal prossimo anno assumerà l’analogo incarico in Lombardia. Una promozione per la dirigente che dopo l’esperienza maturata a Nordest andrà al vertice di una regione numericamente più grande. Lasciando però di fatto un posto libero che potrebbe rimanere tale
fino a quando non si riesce ad individuare il dirigente che potrà sostituirla. Al momento non circolano nomi su chi subentrerà al suo posto. È stata attivata una procedura d’interpello, che consiste nel fare la raccolta di tutti coloro che hanno i requisiti e la disponibilità a ricoprire l’incarico. Analogo iter era già stata attivato anche in Sicilia che però è rimasta senza direttore generale della scuola per sette mesi. (r.ian)
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tà di investire e riqualificare il patrimonio di case popolari per i meno abbienti. In Veneto il peso dell’Imu per gli enti che gestiscono i 40 mila alloggi del patrimonio di edilizia residenziale pubblica vale circa 8 milioni di euro l’anno, una cifra che consentirebbe ogni anno la ristrutturazione e riqualificazione di almeno 160 alloggi. Se si calcola che la Regione Veneto riceve nel quinquennio da Stato e Ue poco più di 50 milioni di fondi pubblici per programmi e interventi di rigenerazione del patrimonio residenziale pubblico, risulta che in pratica i piani di investimento di Ater, Comuni e municipalizzate sono vanificati dagli esborsi per l’imposizione fiscale sugli immobili». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Rubrica di Gare, Aste, Appalti e Sentenze
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Nordest
POLITICA VENEZIA Elezioni regionali in Veneto 2020, mentre i più nel centrosinistra danno praticamente per scontata la candidatura a governatore del civico padovano Arturo Lorenzoni, ecco che nel Partito Democratico c’è chi chiede le primarie. Lo annuncia Stefano Fracasso, capogruppo a Palazzo Ferro Fini, pure lui nel toto-nomi nella sfida contro la Lega. «Le primarie non sarebbero una novità - dice Fracasso - le abbiamo già fatte nel 2014, solo che rispetto a cinque anni fa stavolta non si avrebbe un risultato già scritto, visto che tra la Moretti, la Rubinato e Pipitone, all’epoca la prima partiva avvantaggiata dal successo ottenuto alle Europee con oltre 200mila voti personali. Stavolta invece le primarie sarebbero aperte, coinvolgenti e, soprattutto, importanti e utili per poi far condividere il candidato da tutta l’alleanza. Di questo tema dovremo sicuramente parlare nella direzione regionale del partito appena il segretario Alessandro Bisato la convocherà».
LA RICHIESTA Si andrà, ormai, all’anno prossimo. Subito dopo le feste il Pd dovrà fare chiarezza al proprio interno e decidere come e con chi correre in Regione. È vero che Luca Zaia non ha ancora ufficializzato la sua terza candidatura (e
ARTICOLO UNO SOSTIENE IL VICESINDACO DI PADOVA: «BASTA CON LE LOGICHE AL RIBASSO»
Sabato 21 Dicembre 2019 www.gazzettino.it
Fracasso: primarie aperte per scegliere l’anti-Zaia `«Lorenzoni? Diamo per scontate tante cose Il capogruppo in Regione: «Un errore se il Pd rinunciasse a priori al candidato» che scontate non sono. In partito si discuta» `
non l’ha fatto neanche l’altro giorno al brindisi natalizio con i consiglieri regionali leghisti, tanto da suscitare preoccupazioni tra i suoi), ma è altrettanto vero che il centrosinistra ha bisogno di cominciare al più presto una mobi-
litazione sul territorio, se non altro per non uscire massacrato dalle urne. Nel Pd non c’è una linea unanimemente condivisa: un pezzo di partito - i cosiddetti “modernisti” - è per l’alleanza con il mondo civico e se possibile con il
M5s e disponibile a rinunciare alla candidatura di partito per Palazzo Balbi; un altro pezzo di partito - i “conservatori” - non concorda sull’ipotesi di cedere a terzi il candidato presidente. «Non mi sento né modernista né conserva-
tore, semmai postmoderno - dice Fracasso - Nessuno mette in discussione l’alleanza con i civici, ma va discusso e chiarito come si costruisce l’alleanza e come si sceglie il candidato presidente. Si danno per scontate tante cose che
La polemica Il leghista Bottacin contro il manifesto elettorale della dem Serri
Elisoccorso sulle Dolomiti “rubato” per lo spot della candidata in Emilia Falco, l’elicottero dell’Ulss di Belluno, e le Dolomiti entrano nella campagna elettorale dell’Emilia Romagna. «Fa sorridere che Bonaccini prenda come esempio un’immagine della sanità veneta per esaltare quella dell’Emilia Romagna». A svelare l’ultima “svista” dell’accesissima campagna elettorale che vede contrapporsi l’ex sottosegretario leghista, Lucia Borgonzoni, al governatore uscente, Stefano Bonaccini, è stato l’assessore regionale del Veneto, Gianpaolo Bottacin, che nella sua pagina Facebook ha mostrato la foto utilizzata in un manifesto dalla candidata del Pd Luciana Serri. In primo piano l’elicottero giallo con il logo del’Ulss1 Belluno Dolomiti. Anche le montagne assomigliano poco all’Appennino. «Con ogni probabilità - spiegano da Belluno - si tratta di una foto realizzata durante un’esercitazione». Rimane comunque curiosa la scelta: la Regione Emilia, infatti, ha in dotazione un elicottero uguale in tutto e per tutto a Falco. Quello che non ha, ovviamente, sono le Dolomiti. A.Zam.
scontate non sono. Io dico che il Pd sbaglierebbe ad abdicare a priori al candidato presidente e non solo perché, con tre sottosegretari, parlamentari, consiglieri regionali e qualche buon sindaco, ha più di una persona capace. Sbaglierebbe perché c’è un pezzo di società che si riconosce nel Pd». Dunque, dice Fracasso, si facciano le primarie: «Mai come stavolta sarebbero utili». L’altro tema che la direzione regionale del Pd dovrà affrontare sarà quello delle deroghe. Il paradosso è che, da statuto nazionale del partito, i parlamentari possono fare tre mandati pur essendo di fatto “nominati”, mentre i consiglieri regionali, da statuto veneto, dopo due mandati devono farsi da parte pur essendo eletti con le preferenze. Fracasso: «A nome del gruppo consiliare ho già detto a Bisato che questo vincolo venga rivisto».
ARTICOLO UNO Intanto Articolo Uno si schiera per la candidatura dell’attuale vicesindaco di Padova. «Quello di Arturo Lorenzoni - dice il segretario veneto Gabriele Scaramuzza può essere il profilo giusto per costruire l’alternativa a Zaia e alla destra in Veneto. L’ipotesi di candidatura emersa negli ultimi giorni del vicesindaco di Padova alla presidenza del Veneto nel 2020 è un segnale importante, che va colto. Questa è l’indicazione del coordinamento regionale veneto di Articolo uno, allargato ai propri esecutivi provinciali. Chiediamo a tutti i potenziali soggetti, alle forze politiche del centrosinistra e dell’ambientalismo, di lavorare in questa direzione, abbandonando logiche al ribasso in una dimostrazione di generosità e responsabilità politica e istituzionale». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
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XI
Treviso Economia
Sabato 21 Dicembre 2019 www.gazzettino.it
La Doc a lezione da mister Champagne ` «La realtà del Prosecco mi interessa, voglio dare dei consigli Maxime Toubart, co-presidente del consorzio francese ospite d’onore nel decennale della denominazione trevigiana Un vino ha stabilità solo quando lo si protegge a dovere» `
L’INCONTRO TREVISO Concorrenti sì, ma con
fair play. E pronti ad imparare da una denominazione che ha due secoli di vita. Maxime Toubart, co-presidente del consorzio dello Champagne, è arrivato ieri nella terra del prosecco ospite del Consorzio Doc. Ospite del convegno che chiude le celebrazioni per i 10 anni della Doc. «Abbiamo molto da imparare da come la Francia ha saputo proteggere e tutelare le sue bollicine», commenta il Presidente della Doc Stefano Zanette. La Doc chiude anche quest’anno col segno positivo. «Nel 2019 sono state vendute 485 milioni di bottiglie, per un fatturato pari a 2,4 miliardi. Ci attestiamo su 25 milioni di bottiglie in più rispetto allo scorso anno per un 4/5% in più», conferma Zanette. Con 300 milioni di bottiglie vendute e un fatturato di 5 miliardi, il volume d’affari delle bollicine francesi è esattamente il doppio dell’economia che muove la Doc. Mentre però il costo della nostra bollicina è democratico a partire dalle uve, nello Champagne in vite il prodotto viene venduto a 6/7 euro al chilo.
consumo interno: possiamo arrivare a produrre 330 milioni di bottiglie. E siamo al massimo della produzione possibile». Le bollicine coprono oggi il 36% del segmento: «Oggi però il cambiamento climatico mette a dura prova la produzione - prosegue per questo noi ci siamo cautelati con 200 milioni di bottiglie di riserva da sbloccare in caso di necessità (in un tempo di 15 mesi) o dando la possibilità ai nostri viticoltori di acquistare lotti da altri produttori della denominazione». Toubart parla anche della
IL CONFRONTO «È stato un bell’incontro il nostro-spiega Toubart- ieri ho degustato il vostro prosecco, sono molto interessato a questa realtà. Sono qui per dare dei consigli, maturati in due secoli di storia». Toubat è produttore e a capo di un consorzio che gestisce 15 mila viticoltori. La Francia ha inoltre il più antico sindacato di vigneron, fondato nel 1904. «Se vogliamo che un vino abbia stabilità dobbiamo proteggerlo», conferma. «Nel 2019 per la prima volta, il nostro export ha superato il
IL CONVEGNO Tavolo del relatori
«ABBIAMO DUE SECOLI DI ESPERIENZA E NEL 2019 L’EXPORT HA SUPERATO IL CONSUMO INTERNO PER LA PRIMA VOLTA»
PROTAGONISTI Maxime Toubart brinda assieme a Stefano Zanette
grande frizione tra Francia a Stati Uniti: «Abbiamo un rapporto molto complicato oggi», ammette. L’altra grande operazione per salvare il prodotto è la protezione: «Noi francesi sembriamo spesso paranoici, ma dobbiamo davvero tutelare il nostro vino dalla concorrenza sleale. Un caso per tutti? Il finto champagne californiano. Con gli Usa abbiamo una vertenza legale in corso: devono capire che la tutela conviene a tutti, anche ai vini della Napa Valley».
I FALSI Ma il Presidente del distretto francese parla anche di contraffazione: «Anche lì, mai abbassare la guardia. L’ultima scoperta? La carta igienica allo champagne». Pianificazione attenta «quasi sovietica», sottolinea - e protezione non bastano. «Noi facciamo un prodotto di alta gamma: dobbiamo lavorare sulla desiderabilità e mantenere elevatissima la qualità». L’arrivo di Toubart segna il primo scambio ufficiale tra prosecco e champagne. «Siamo onorati. Il motivo è anzitutto dimostrare la grande ammirazione che abbiamo per il prodotto che abbiamo sempre tenuto come punto di riferimento non tanto per il vino in sé ma per quello che rappresenta come strategia di stabilità e posizionamento nei mercati», sottolinea Zanette. Il 2020 si aprirà nel segno dell’incognita Brexit: «È un provvedimento che ci può portare fino a un meno 5 di perdina o una crescita fino al 5/7% in più se si sblocca la vertenza. Abbiamo fatto delle azioni preventive. L’incognita della Brexit è legata agli accordi di uscita che non saranno blandi. Siamo fiduciosi che sul piatto venga messo anche il capitolo Scozia, che è la vera spina nel fianco della Gran Bretagna, perchè in quanto scotch wisky che andrà a pesare nelle trattative. La vera incognita sarà piuttosto nella contrazione del potere d’acquisto dei sudditi di sua maestà. E questo si ripercuoterà anche sul lusso democratico del prosecco». Elena Filini
I TIMORI DI ZANETTE: «C’È L’INCOGNITA DELLA BREXIT SIAMO IN ATTESA DEGLI ACCORDI PER L’USCITA»
LA POLEMICA I sindaci dei territori patrimonio dell’Unesco hanno trovato l’intesa sulla nuova sede
Sede Unesco, torna la pace Soldan: «Ci siamo chiariti» LA DISCUSSIONE VALDOBBIADENE Ieri pomeriggio, a
Pieve di Soligo, si è tenuto il tavolo IPA dei sindaci dell’area Unesco. Un franco scambio di opinioni, dopo una settimana di polemiche, sulle quali è intervenuto, ultimo in ordine di tempo, anche il Governatore Zaia: « C’è stato il doveroso chiarimento spiega Stefano Soldan, sindaco di Pieve di Soligo e presidente dell’Ipa - e il percorso continuerà con l’unitarietà che ha sempre contraddistinto il nostro lavoro». I sindaci hanno scelto di meditare un documento univoco, che verrà diramato oggi. Cercando di contenere, forse, le esternazioni che hanno irritato Palazzo Ferro Fini. Un intervento che ha l’obiettivo di mettere ordine nella prima frattura dell’area Unesco.
IL NODO Il tema, è noto, riguarda la sede di rappresentanza dell’associazione che verrà ufficialmente costituita il 2 gennaio. La maggioranza dei sindaci ha firmato un appello per riconosce-
re questa prerogativa a Valdobbiadene, in quanto comune in zona d’eccellenza (core zone) e in quanto denominazione legata in maniera chiarissima al prosecco. Ma Pieve di Soligo pare non aver digerito le modalità in cui la decisione è maturata. E insieme a Soldan, altri sindaci. Il nodo della sede si era profilato l’indomani dell’iscrizione delle colline del prosecco superiore nel World Heritage. . Oltre a Soldan, era stato critico anche Mattia Perencin, sindaco di Farra di Soligo: «Personalmente non ho nulla contro la decisione di porre a villa dei Cedri la sede dell’associazione Unesco; ci sono comuni che hanno più da dare in alcuni termini di altri. E tuttavia credo che Farra, che ha il 90% del territorio più fotogra-
RIUNIONE DEI SINDACI PER RISOLVERE I CONTRASTI «CONTINUEREMO A LAVORARE ASSIEME COME SEMPRE»
fato ed è quindi la cartolina dell’Unesco, avrebbe potuto dire la sua. In questa prima fase è mancata del tutto la condivisione». Hanno smorzato un po’ gli altri primi cittadini: «Non ho firmato è vero, ma sono stato interpellato. A me Valdobbiadene sta benissimo come sede istituzionale dell’associazione Unesco, però avrei preferito che la decisione avvenisse in altro modo. Agli altri sindaci dico: non cominciamo bene, perchè deve emergere sempre il lato litigioso e divisivo?”, ha sottolineato Mauro Canal, sindaco di Refrontolo. Fabio Chies, da cui si attendeva forse una reazione pro-Conegliano si è invece collocato sulla lunghezza d’onda del sì. «Ognuno avrà il suo ruolo: Conegliano sarà il polo logistico e Valdobbiadene la sede di rappresentanza. Giusto così». Parere condiviso dal presidente della commissione cultura regionale Alberto Villanova: «Valdobbiadene è una scelta strategica opportuna. Conegliano sarà la sede logistica e Pieve di Soligo dovrebbe diventare il cuore culturale delle Colline Unesco». E. F.
Supermercati Auchan in agitazione Cadore arredamenti il 23 dicembre otto ore di sciopero spegne 50 candeline LA VERTENZA
sempre di 8 ore, in altra data ancora da stabilire.
TREVISO Sciopero di 8 ore lunedì
L’OBIETTIVO
23 dicembre per i lavoratori di Margherita Distribuzione, la nuova denominazione sociale dei supermercati dell’ex Gruppo Auchan dopo l’acquisizione del Gruppo da parte di Conad. Per la provincia di Treviso la mobilitazione riguarda 70 lavoratori di cui 40 assunti all’Ipersimply di Montebelluna e 30 al Simply Market di Ormelle. Lo sciopero è stato indetto dai sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs al termine dell’incontro con la direzione aziendale dello scorso 9 dicembre e sarà articolato in due giornate per un totale di 16 ore: la prima a livello nazionale sarà lunedì 23 dicembre; la seconda,
Alla base della mobilitazione, il destino incerto dei lavoratori dei punti vendita Auchan che verranno ceduti a Conad. L’acquisizione da parte di Conad dei supermercati Auchan è stata ufficializzata nel maggio di quest’anno. Secondo le intenzioni dichiarate da Conad tutti i
DIPENDENTI IN AGITAZIONE PER LA CESSIONE DEL GRUPPO «NELLA MARCA 70 POSTI A RISCHIO»
negozi e tutti i dipendenti sarebbero stati assorbiti dal nuovo gestore. Ma dopo una prima tranche di poco più di un centinaio di negozi acquisiti, il processo si è fermato. La complicata vertenza conta circa 6mila esuberi a livello nazionale mentre le Organizzazioni Sindacali denunciano la mancanza di un piano di salvaguardia occupazionale. «Ove è subentrata Conad - sottolinea Claudio Cavallin della Fisascat Cisl - sono stati disdettati i contratti territoriali e i rapporti con le Organizzazioni Sindacali sono stati ridotti al minimo. Su 6 mila esuberi dichiarati, almeno 600 riguardano il Veneto. La fretta dimostrata dal Gruppo Auchan nel voler lasciare il nostro Paese mette in bilico la posizione di molti lavoratori tra cui i 70 della Marca».
LA RICORRENZA TREVISO Cadore arredamenti,
storica azienda di San Vito di Altivole, ha festeggiato nei giorni scorsi l’importante traguardo dei cinquant’anni di attività con una cena che ha coinvolto oltre 140 persone tra dipendenti, familiari, collaboratori, clienti e delle autorità locali. I fondatori dell’azienda Antonia e Bernardo Cadore hanno accolto gli ospiti con i figli Stefano, attuale Ceo di Cadore arredamenti, Marta e Linda. L’evento è stato l’occasione per fare un bilancio dal 1969 ad oggi, rievocando la storia e gli obiettivi raggiunti, ma soprattutto sottolineando l’attitudine e lo stile con cui sono stati conseguiti, con decisioni che han-
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no definito l’identità dell’azienda. Cadore si è specializzata negli anni nella produzione di arredamenti di alta gamma, tanto con la divisione Interiors che nella divisione Contract. Il processo produttivo riunisce così alto “saper fare” artigiano con l’innovazione tecnologica e si declina sempre più sot. Antonia e Bernardo Cadore hanno sempre privilegiato il valore dei collaboratori, oggi oltre cinquanta, e i rapporti corretti con loro, i clienti e i fornitori. Tradizione ma anche visione e attenzione al futuro, con la seconda generazione rappresentata da Stefano Cadore con la moglie Sonia.
NUOVA PAGINA Per l’azienda l’anniversario è stato infatti anche l’occasio-
SODDISFATTI I titolari della Cadore
ne per scrivere un nuovo capitolo della propria storia. A partire dalla presenza in aprile a Milano, ad Eurocucina 2020, dove l’azienda sarà capofila del progetto “Beyond Tailoring”, insieme ad altre imprese selezionate nel settore dell’arredamento su misura. Un ambito nel quale Cadore, già forte di una consolidata esperienza, vuole continuare a investire per il futuro, proponendosi come realtà di riferimento sul mercato internazionale.
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Nordest
GIOVANNI CREMA GUIDA GLI EX PARLAMENTARI Il bellunese Giovanni Crema eletto coordinatore veneto dell’Associazione ex parlamentari. Luciano Righi acclamato presidente permanente
Sabato 21 Dicembre 2019 www.gazzettino.it
I nuovi eroi d’Italia: in 4 dal Nordest Sono 32 i “campioni” che ieri il presidente Sergio Mattarella `Giovani e anziani, italiani e stranieri protagonisti di gesti ha premiato con onorificenze al Merito della Repubblica straordinari a tutela di persone o valori come l’ambiente `
Giuseppe Pistolato
I RICONOSCIMENTI
MESTRE Il diacono Giuseppe Pistolato, 93 anni
VENEZIA Quattro storie targate Nordest di quattro persone che, loro malgrado, sono diventate eroi. Gesti che i protagonisti considerano normali, ma che di fatto nascondono umanità profonda e generoso altruismo. Per questo ieri sono stati premiati dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Hanno ricevuto il titolo di commendatori al Merito della Repubblica italiana Giuseppe Pistolato, 93 anni, il diacono di Mestre che assiste i detenuti e Mauro Pelaschier, 70 anni, il celebre velista di Monfalcone ambasciatore della tutela dei mari. Sono stati insigniti, invece, del titolo di cavalieri della Repubblica Christian Bracich, l’imprenditore 44enne di Trieste che ha assunto nella sua
Il diacono operaio per vent’anni vicino ai detenuti ino all’ottobre dell’anno scorso, e aveva 92 anni, faceva su e giù da Mestre a Venezia per portare assistenza - spirituale ed anche materiale - ai detenuti del carcere di Santa Maria Maggiore. Giuseppe (ma lo chiamano tutti Bepi) Pistolato diciamo che ha smesso “per raggiunti limiti di età”, ma da allora svolge il suo servizio di diacono nel Centro Anziani Nazaret di Zelarino, a Mestre, e le primavere sono arrivate a 93. «Commendatore? Per me era già tanto essere diacono...» commenta dopo aver saputo della nomina arrivata dal Presidente della Repubblica. Qualcuno che lo conosce bene, completamente a sua insaputa, aveva segnalato la sua incredibile storia iniziata come carpentiere della Breda di Porto Marghera, l’attuale Fincantieri, dove dopo la Seconda guerra mondiale aderì al Partito comunista per lasciarlo dopo 4 anni dopo aver saputo delle purghe sovietiche di Stalin. Poi, dopo 40 anni di lavoro, in pensione e rimasto vedovo, accoglie l’invito a diventare diacono della diocesi di Venezia, il primo (e il più anziano) “diacono operaio” che dal 1997 entra all’interno di un carcere. Porta una parola di conforto, ma anche cose concrete come scarpe, ciabatte, maglieria intima e altre cose di prima necessità che raccoglie e acquista non appena esce dal carcere. Ventuno anni senza perdere un appuntamento, nonostante gli inevitabili acciacchi dell’età. «Prima di averci messo piede dentro non ero nemmeno mai passato di fronte ad un carcere» racconta, poi quest’esperienza gli ha segnato la vita facendogli conoscere «un mondo di persone, prima che detenuti, ai quali ho offerto la mia amicizia». La motivazione del riconoscimento del Quirinale parla chiaro: «Per l’impegno profuso, nel corso della sua vita, nella promozione del valore della solidarietà». «Certo, sono emozionato e alla mia età devo stare attento alle emozioni - riprende Pistolato -. Sono un timido, non mi piace essere al centro delle attenzioni... Devo stare attento a non montarmi la testa». Ma non si corre questo pericolo: Bepi non sarà mai un cumenda qualsiasi. Fulvio Fenzo
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«SONO UN TIMIDO, NON MI PIACE ESSERE AL CENTRO DELLE ATTENZIONI... DEVO STARE ATTENTO A NON MONTARMI»
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azienda una dipendente incinta e le ha pure aumentato lo stipendio per affrontare con maggiore tranquillità le spese del bebè in arrivo, e Carlo Santucci il medico di 34 anni che la scorsa estate, sul treno delle Dolimiti, ha salvato la vita ad una donna praticando un massaggio cardiaco di 40 minuti. Quattro storie ordinarie per i protagonisti, ma straordinarie per chi è stato aiutato dal loro agire.
L’ESERCITO DEI BUONI Sono 32 gli eroi della quotidianità che il Presidente Mattarella ha voluto premiare con l’onorificenza al Merito della Repubblica Italiana. È la quinta volta che questo accade dall’inizio del suo mandato. Sono giovani e anziani, donne e uomini, religiosi e laici, italiani e stranieri ora diventati cavalieri, commendatori e ufficiali per
essersi distinti in atti di eroismo. Non hanno le sembianze dei campioni, ma il volto semplice di Romolo Carletti, l’84enne toscano che ogni giorno percorre sessanta chilometri di tornanti per portare a scuola Xhafer, bimbo macedone di 7 anni non vedente. O il viso sofferente di un padre, Gaetano Angeletti di Macerata, che dopo aver perso un figlio per overdose dedica la propria vita a salvare quella di altri giovani nel vortice delle dipendenze. Ma anche il sorriso spensierato del 20enne argentino Vargas Fernandez che si è lanciato ad accogliere tra le proprie braccia un bimbo di 4 anni caduto da un balcone a Lodi. E via di seguito in un alternarsi di grandi gesti compiuti da gente solo in apparenza comune. Raffaella Ianuale © RIPRODUZIONE RISERVATA
Le onorificenze Conferite ieri dal Presidente della Repubblica COMMENDATORI
UFFICIALI
Alessandra Rosa Albertini, 68 anni (Pavia) Gaetano Angeletti, 76 anni (Corridonia-MC) Romano Carletti, 84 anni (Montemignaio - FI) Giuseppe Distefano, 70 anni (Riposto - CT) Dino Impagliazzo, 89 anni (Roma) Donato Matassino, 85 anni (Ariano Irpino-AV) Greta Reinberg Mastragostino, 89 anni (Genova) Mauro Pelaschier, 70 anni (Monfalcone - GO) Giuseppe Pistolato, 93 anni (Venezia) Rosalba Rotondo, 61 anni (Scampia - NA) Mons. Filippo Tucci, 90 anni (Roma)
CAVALIERI
Suor Gabriella Bottani, 55 anni (Milano) Elisabetta Cipollone, 57 anni (Milano) Maria Coletti, 50 anni (Roma) Giovanna Covati, 58 anni (Piacenza) Emanuela Evangelista, 51 anni Claudio Latino, 59 anni (Aosta) Alfredo Murgo, 52 anni (L'Aquila) Angelo Pessina, 57 anni e Francesco Defendi, 55 anni (Bergamo) Massimo Pieraccini, 56 anni (Firenze) Paolo Pocobelli, 48 anni (Milano) Tiziana Ronzio, 49 anni (Roma)
Pompeo Barbieri, 25 anni (San Giuliano di Puglia - CB) Christian Bracich, 44 anni (Trieste) Samba Diagne, 52 anni (Senegalese) Marco Giazzi, 26 anni (Castiglione delle Stiviere - MN) Stefano Morelli, 42 anni (Roma) Alfredo Murgo, 52 anni (L'Aquila) Giacomo Perini, 23 anni (Roma) Carlo Santucci, 34 anni (Roma) Angel Fernandez, 20 anni (Casalmaiocco - LO) Riccardo Zaccaro, 22 anni (Roma)
Carlo Santucci
DOBBIACO Il medico Carlo Santucci, 34 anni
Medico precario che in treno salvò una donna
er il suo autorevole contributo nella sensibilizzazione al rispetto e alla tutela degli ecosistemi marini, il presidente Sergio Mattarella, ha conferito a Mauro Pelaschier, 70 anni, velista, il titolo onorifico di commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Originario di Monfalcone (Gorizia), già timoniere nel 1983 di Azzurra, la prima barca italiana in America’s Cup, Pelaschier segue la tradizione del nonno Francesco, del padre Adelchi e dello zio Annibale, olimpionici nel 1952, 1956 e 1964. Il 29 giugno 2018 ha compiuto il periplo d’Italia a vela, con una barca d’epoca, come ambasciatore della Fondazione One Ocean per testimoniare il rispetto degli ecosistemi marini e diffondere la Charta Smeralda, un codice etico di comportamenti virtuosi per la conservazione dell’ambiente marino.
uando ha saputo che una sua dipendente era incinta, ha scelto di trasformare il suo contratto a termine in uno a tempo indeterminato, dandole anche un aumento per fare fronte alle spese che avrebbe comportato il rientro al lavoro dopo la maternità. «Volevo vivesse la gravidanza in modo sereno», perché «all’interno di una azienda la cosa più importante sono i dipendenti». Era il 2018 e la sua storia diventa un modello per molti. Oggi Christian Bracich, imprenditore triestino di 44 anni, per quel «suo esemplare contributo nella promozione di politiche aziendali fondate sulla conciliazione tra vita professionale e familiare», è stato insignito del titolo di Cavaliere dal presidente della Repubblica. Amministratore unico della Cpi-Eng, azienda di ingegneria e progettazione meccanica con 60 dipendenti, Bracich si dice «emozionato e grato al capo dello Stato».
ono orgoglioso non solo come medico, ma come persona per aver salvato una vita». È fiero Carlo Santucci, il medico precario che ieri ha ricevuto il riconoscimento di cavaliere al Merito conferitogli dal Presidente della Repubblica. È lui il 34enne eroe che sul treno delle Dolimiti, il 27 agosto scorso, ha tenuto in vita, con un massaggio cardiaco di quaranta minuti, una donna toscana colpita da malore fino all’arrivo dell’elicottero del soccorso. Un intervento fondamentale che di fatto ha salvato la vita a Letizia Bevanati, 40 anni, che in ottobre si è recata a Roma per abbracciare il suo salvatore. Il giovane medico laziale era nel convoglio e stava tornando a Dobbiaco quando sentì gridare: «Un medico, c’è un medico?». A urlare era il marito della donna, con a fianco la figlia di 6 anni che piangeva disperata. Nessun indugio, Santucci si lanciò in soccorso della turista e cominciò il lunghissimo massaggio cardiaco e alla fine nel vagone scattò l’applauso. Da qui il riconoscimento «per l’altruismo e l’impegno profuso nel delicato intervento di primo soccorso» si legge nella motivazione. Per Santucci, inoltre, è pronta l’assunzione nel servizio sanitario veneto. «Siamo felici di poter avere il dottor Carlo Santucci tra i nostri futuri medici - annuncia il governatore Luca Zaia - ha fatto bene il Presidente della Repubblica a cogliere la grandezza del suo intervento». Santucci conferma il proprio arrivo in Veneto: il 20 gennaio ha infatti il colloquio per la scelta della sede dove inizierà il nuovo lavoro. Non si esclude che possa essere assegnato a Cortina, un luogo che ama molto. Ma ci tiene a precisare che non si sente un eroe: «È stato un gesto spontaneo, c’era quella bimba disperata che piangeva; dobbiamo imparare a radicare un senso civico che permetta a tutti di riconoscere nell’altro un po’ di noi stessi». r.ian.
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Mauro Pelaschier
Christian Bracich
Il velista di Azzurra L’imprenditore che difende i mari a prova di mamma
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«SONO ORGOGLIOSO DEL MIO LUNGO MASSAGGIO CARDIACO CHE HA PERMESSO DI TENERE IN VITA UNA GIOVANE MADRE»
19
Economia
Sabato 21 Dicembre 2019 www.gazzettino.it
Imprese in rete: più profitti e vendite Per una ricerca di Ca’ Foscari le alleanze di filiera `Le intese però rimangono ancora troppo spesso in Veneto migliorano le performance delle aziende informali e c’è difficoltà nel gestire i conflitti interni `
LO STUDIO VENEZIA Le imprese in rete del Nordest fanno gol nella crescita e nei profitti. La prima indagine condotta dall’Osservatorio nazionale, coordinata dal dipartimento di management di Ca’ Foscari, ha verificato che l’accordo di filiera permette di aumentare la competitività delle imprese che vi partecipano e ne favorisce l’innovazione. Più che raddoppiati nel solo ultimo biennio, sono oggi oltre 740 i contratti di rete in Veneto (circa 5.860 quelli nazionali), siglati da 2.755 imprese: di queste, il 31% fa riferimento al settore dei servizi, il 32% a quello dell’industria e dell’artigianato, il 16% all’agricoltura e pesca, l’11% al commercio, il 9% al turismo (dati Infocamere, dicembre 2019). Se si analizza poi la distribuzione territoriale, il 21% delle imprese è localizzato in provincia di Verona, il 20% a Venezia, il 19% a Treviso, il 16% a Vicenza, il 6% a Belluno e il 3% a Rovigo. Per la regione la ricerca si è concentrata su un campione significativo di 57 contratti di rete (su circa 500 attivi al 1° maggio 2019 all’avvio dell’indagine), per un totale di 276 imprese coinvolte (una media di 4-5 imprese per contratto), 5.663 addetti e un fat-
LA COORDINATRICE DELL’OSSERVATORIO VENEZIANO MORETTI: «MANAGER E ACCORDI PRECISI PER GESTIRE I CONFLITTI INTERNI»
turato complessivo di oltre 407 milioni (dati bilanci 2017). Introdotto giusto dieci anni fa, il contratto di rete è uno strumento normativo unico nel suo genere nel panorama internazionale. Il 61% degli intervistati veneti dichiara che la rete ha raggiunto i propri obiettivi e il 53% che è profittevole. E circa il 40% afferma di cogliere un aumento della quota di mercato della rete, alla crescita delle vendite e dei profitti. La ricerca evidenzia però come ancora sia debole e poco strutturato il monitoraggio interno alle reti in merito alle attività e al raggiungimento degli obiettivi: il 40% non dispone di un sistema di analisi, il 47% ne ha uno di tipo informale, infine solo il 13% ne ha uno di tipo formale. Emerge tuttavia come le reti più performanti siano proprio quelle dotate di un sistema di monitoraggio e di prassi di condivisione delle conoscenze. E quasi un’impresa su due segnala difficoltà nella gestione dei conflitti. «I risultati ottenuti suggeriscono che reti performanti richiedono specifiche competenze volte a favorire meccanismi di scambio della conoscenza e di monitoraggio dei risultati, servono competenze estese e manager di rete per far rendere al massimo questa nuova organizzazione - afferma Anna Moretti, docente del Dipartimento di Management e coordinatrice scientifica dell’Osservatorio veneziano - la gestione dei conflitti è uno dei problemi che si devono affrontare in queste strutture che possono essere alleviati avendo un’impresa leader, rapporti e incontri frequenti tra i partner con regolamenti chiari per entrata e uscita dei membri
I contratti di rete tra imprese in Veneto Il fatturato delle imprese in rete rispondenti al questionario (2017) Belluno
407.290.018
36
5.041.817
Padova
166
Padova Rovigo
ENEL L’Ad Francesco Starace
Gli addetti delle imprese in rete rispondenti (2018) Belluno
TOTALE VENETO
16.208.201
Rovigo
17
TOTALE
3.493.059
Treviso
846
5.663
Venezia
Treviso
1.087
70.098.201
Vicenza Venezia Vicenza
57
93.638.634
Verona
3.454 5.192.341
Verona
213.617.765
della rete».
Bauli
DECENNIO NERO
Fatturato a 493 milioni, utile in crescita VERONA Il gruppo Bauli ha chiuso il bilancio 2018-2019 con un fatturato di 493 milioni di euro, in aumento di 16,7 milioni (+3,3%) rispetto all’esercizio precedente, e un utile netto di 11 milioni (+7,2%), rispetto ai 10,2 milioni di euro del 2017-2018. Il gruppo, viene evidenziato in una nota, conferma la propria leadership nel segmento ricorrenze, dove detiene una quota di mercato dei prodotti del Natale del 38,3%, con i brand Bauli, Alemagna e Motta, che nel 2019 ha festeggiato i 100 anni di storia.
«Questo risultato, che posiziona il gruppo Bauli come il principale del settore, riflette i continui investimenti negli impianti produttivi e in ricerca. Ci impegniamo commenta Michele Bauli, presidente del gruppo - per una crescita stabile grazie all’innovazione nel settore delle ricorrenze, in cui siamo leader, e nella differenziazione delle attività di business, con ulteriore sviluppo della gamma di prodotti continuativi e maggiore presenza all’estero». Che ora vale il 15% del fatturato.
Negli ultimi dieci secondo Unioncamere vi è stata una moria di 19mila imprese in Veneto, a fine 2018 ne restano attive 487mila. Nel periodo 2009-2018 crescono soprattutto quelle dei servizi (+14,5%) e dell’alloggio e ristorazione (+13,3%). A Padova si concentra la maggior parte delle aziende (20,3%) e dell’occupazione (19,6%), ma è anche la provincia con la flessione imprenditoriale più marcata nel decennio (4,7%). «Un dato che non sorprende perché inserito negli anni della grande crisi - afferma Moretti ora però il tessuto economico sembra più strutturato anche grazie ai contratti di rete». M.Cr. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Artigiani, è l’ora della sfida digitale e dei lavori ibridi Bonomo: «Dobbiamo diventare luogo di formazione»
AGOSTINO BONOMO Presidente Confartigianato Veneto: dal 2020 Sergio Maset direttore al posto di Francesco Giacomin
di” e abbracciano i settori dell’autoriparazione, impiantistica e metalmeccanica. Ovvero il 58% dell’artigianato. «Dobbiamo uscire da alcuni stereotipi – ha detto il presidente Agostino Bonomo -. C’è bisogno di cambiare il paradigma dell’impresa, deve diventare un luogo dove si fa formazione. Dobbiamo far sognare al giovane ingegnere un percorso di crescita nelle nostre imprese artigiane, perché per gli studenti delle scuole professionali siamo già attrattivi. C’è ancora un gap da colmare. Si stanno costruendo le premesse non solo per una nuova concezione della professionalità del lavoro artigiano, ma anche per riprogettare la geografia
persone». Tra le azioni indicate: competenze digitali di base per tutti e accesso autonomo alle informazioni, ambienti di lavoro più responsabilizzanti e formazione delle maestranze. L’incontro è stata anche l’occasione per le presentazioni ufficiali del nuovo direttore generale di Confartigianato Veneto, Sergio Maset, 47 anni, di Treviso. Tra qualche giorno si chiude la proroga di un anno del direttore in carica, Francesco Giacomin. «C’è poca propensione dei giovani a fare impresa, tanti ritengono che sia più conveniente fare l’impiegato», afferma Maset. Elisa Fais
LA RICERCA PADOVA Le imprese artigiane, per essere attrattive e per crescere, devono riorganizzare i processi interni e guardare al digitale. Spazio quindi ai lavori ibridi, in cui si combinano competenze tecniche e tecnologiche. È quanto emerge da una ricerca di Confartigianato Imprese Veneto in collaborazione con l’università di Padova. Lo studio ha permesso di fissare dieci azioni per una “road map” dell’evoluzione del lavoro artigiano. In Veneto oltre 56 mila imprese, per quasi 420mila addetti, sono potenzialmente coinvolte dai “lavori ibri-
Patto tra Enel e Melita: insieme nelle case fibra ed energia
del lavoro, con l’obiettivo di avere luoghi desiderabili per viverci e lavorare».
GAP DA COLMARE La ricerca ha coinvolto 21 aziende, intervistate come casi di studio da Paolo Gubitta, docente di organizzazione aziendale all’università di Padova. «All’interno di questo quadro - spiega Gubitta -, la ricerca ha studiato i cosiddetti lavori ibridi, intesi come mestieri in cui si combinano e si integrano le competenze tecniche, gestionali, professionali o relazionali con quelle informatiche e digitali, le conoscenze per comunicare nei social network, le abilità per interagire con altre
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DIGITALE VENEZIA Enel Energia e Melita Italia hanno siglato una partnership per offrire dal 9 gennaio 2020 nuovi servizi ai clienti domestici, che potranno abbinare alla fornitura di energia elettrica e gas una connessione in fibra con tecnologia Ftth (Fiber To The Home). Nel Nordest, i clienti di Enel Energia dei comuni di Venezia, Padova, Treviso, Verona e Udine potranno associare al proprio contratto di fornitura di energia elettrica o gas una connessione ad alta velocità con tecnologia Ftth-Fiber to the home. Complessivamente sono circa 355mila le abitazioni dei 5 capoluoghi di Veneto e Friuli raggiunti da una connessione in fibra ottica di tipo Ftth, 125mila solo nel Veneziano, 86mila a Padova, 31mila a Treviso, 45mila a Udine.
NEL NORDEST 355000 CASE «La connessione ad alta velocità è un fattore abilitante per sfruttare a pieno le innovazioni della smart home e i vantaggi che derivano dalla digitalizzazione del settore energetico – commenta Nicola Lanzetta, responsabile Mercato Italia di Enel (+ 2,93% ieri in Borsa) -. Grazie a questa collaborazione con un partner come Melita, che ha una consolidata esperienza nel settore delle telecomunicazioni, metteremo a disposizione dei clienti una terza commodity che sta assumendo un valore sempre più centrale nelle attività quotidiane». «Questo è un accordo molto positivo per Melita - commenta Riccardo Ruggiero, presidente esecutivo di Melita Italia - che ci consente di abbinare la nostra offerta, esclusivamente in fibra ottica fino alle abitazioni (Fiber To The Home), ai servizi luce e gas del principale player italiano».
La Borsa Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
CAMBI IN EURO Dollaro Usa Yen Giapponese Sterlina Inglese Franco Svizzero Fiorino Ungherese Corona Ceca Zloty Polacco Rand Sudafricano Renminbi Cinese Shekel Israeliano Real Brasiliano
Quotaz.
Var.%
1,1097 121,3100 0,8513 1,0883 330,5000 25,4450 4,2593 15,7936 7,7764 3,8584 4,5175
-0,180 -0,345 0,071 -0,147 -0,006 -0,110 -0,056 -0,782 -0,214 -0,626 0,027
ORO E MONETE Oro Fino (per Gr.) Argento (per Kg.) Sterlina (post.74) Marengo Italiano
Min. anno
Max anno
Quantità trattate
FTSE MIB A2a
1,703
1,34
1,435
1,806
2237847
Atlantia
22,07
-0,32
18,115
24,76
613583
Azimut H.
21,50
0,00
9,455
23,66
114458
Banca Mediolanum
8,965
-1,32
5,016
9,283
96243
Banco Bpm
2,038
-0,54
1,612
2,181 2744300
Bper Banca
4,516
-0,96
2,945
4,588
594859
11,000
-0,81
8,202 11,841
107415
Buzzi Unicem
22,04
-0,14
14,925
23,46
76455
Brembo
Denaro
Lettera
Campari
8,255
1,41
7,347
9,238
446003
40,60 465,05 305,45 237,20
44,40 493,35 335,00 266,10
Cnh Industrial
9,890
1,27
7,741 10,415
468317
Enel
7,206
2,93
5,057
Eni
13,974
0,92
Exor
71,10
1,25
Fca-fiat Chrysler A
13,650
Ferragamo
19,075
Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
Min. anno
Max anno
Quantità trattate
Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
Min. anno
Max anno
Quantità trattate
Finecobank
10,870
-0,50
8,589 12,426
748916
Ubi Banca
2,940
-2,33
2,103
3,044
1860055
Generali
18,975
2,60
14,443 19,431
1064152
Unicredito
13,460
-0,25
9,241 13,550
3073661
Intesa Sanpaolo
2,405
1,05
1,819
2,395 22063049
Unipol
5,396
1,66
3,438
5,394
Italgas
5,666
1,21
5,005
6,234
744104
Unipolsai
2,762
1,99
1,955
2,758 3451090
10,655
0,24
7,567 11,821
449362
NORDEST 3,815
1,60
2,931
4,243
42781
14,160
-0,84
11,248
20,28
43140
2,200
0,92
1,712
2,619
11398
7,057
Leonardo Mediaset Mediobanca Moncler
2,669
0,07
2,566
3,015
114641
Ascopiave
10,090
1,04
7,250 10,921
844883
B. Ifis
40,89
1,41
28,13
147412
Carraro
42,33
421978
10,430
1,31
417318
Cattolica Ass.
7,210
0,00
8,891
63518
Prysmian
22,00
1,06
14,954
21,97
225902
Danieli
16,500
0,24
14,711 19,467
4867
Recordati
38,20
1,65
29,44
40,66
75491
De’ Longhi
19,050
0,05
16,456
25,71
6745
Eurotech
8,460
3,30
3,284
9,791
106771
Geox
1,180
0,17
1,147
1,906
34024
M. Zanetti Beverage
5,940
-0,34
5,565
6,515
385
2,000
-0,89
1,101
Poste Italiane
6,926 11,171
Saipem
4,254
-0,91
3,225
4,991
858012
7,146
7708716
Snam
4,722
2,21
3,895
4,820
2729550
13,054 15,941
2218625
Stmicroelectr.
24,35
1,04
10,842
24,79
479193
72,04
74459
Telecom Italia
0,5743
2,65 0,4370 0,5853 15420770
Ovs
2,121
163896
0,35
11,073 14,692
1056193
Tenaris
10,170
0,59
9,088 13,446
Stefanel
0,1100
0,00 0,0780 0,1632
N.R.
1,76
15,871
Terna
6,004
1,83
5,026
Zignago Vetro
12,640
3,44
46,35
21,53
83866
b489b0d4-29e6-40e5-8e26-6bb73bce7125
584065
6,009 1406956
8,442 13,429
7448
16
REGIONE
SABATO 21 DICEMBRE 2019 IL MATTINO
l’inCHiesta
Bracconaggio, raffica di arresti e perquisizioni Indagine della Procura di Trento: 18 ordinanze di custodia cautelare e 50 indagati fra Veneto e altre regioni del Nord Giorgio Barbieri TREVISO. Arresti e indagati. È il frutto di una maxi inchiesta portata a termine dal Corpo Forestale dello Stato contro un traffico illecito di richiami utilizzati principalmente per l’attività venatoria. Oltre al bracconaggio, agli indagati vengono contestati ricettazione, furto venatorio, riciclaggio, maltrattamenti su animali e detenzione abusiva di armi. Sequestrato anche denaro in contante e diverso materiale, tra cui decine di migliaia di munizioni, armi e alcune macchine in grado di sofisticare gli anelli identificativi. GLI ARRESTI
L’operazione ha avuto sviluppi anche nel Veneto, in particolare nel Trevigiano e in provincia di Vicenza. In carcere sono finiti fra gli altri i trevigiani Alessandro Lavina, 50 anni residente a Godega, Maurizio Pasini, 61 anni residente a Vittorio Veneto, e Zelina Corbonese, 51 anni residente a Conegliano. I cinque indagati
sono Renzo Pagotto, 61 anni residente a San Fior, Sergio Cavecchia, 40 anni residente a San Pietro di Feletto, Giuseppe Scremin, 72 anni residente a Castelfranco, Daniela Tomasella, 35 anni residente a San Fior, e Edoardo Cauz, 79 anni residente a Cordignano. Oltre a questi risulta indagato anche il bellunese Antonio Broi, 73 anni di Ponte nelle Alpi.
quisizioni e tre arresti. Gli esemplari, appena raccolti, valevano in media circa 30 euro, ma con lo svezzamento e l’ingrasso potevano arrivare a valere anche 300 euro. Le stime, quindi, parlano di un traffico illecito del valore di diverse centinaia di migliaia di euro. Sequestrato anche denaro in contante e diverso materiale, tra cui decine di migliaia di munizioni, armi e alcune macchine in grado di sofisticare gli anelli identificativi.
LE ACCUSE
Complessivamente l’indagine condotta dalla Procura di Trento ha portato a 18 arresti, con sette ordinanze di custodia cautelare in carcere, tre delle quali eseguite nella Marca, oltre 50 persone indagate e circa 46 perquisizioni effettuate tra Trentino, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Marche, Campania e Toscana, con oltre 250 uomini dei carabinieri del Corpo forestale, di sette diversi reparti, impegnati direttamente sul campo, con la collaborazione anche della sezione autostradale della Polizia di Stato. Nell’ambito dell’indagi-
I SEQUESTRI
La conferenza del Corpo forestale della Provincia di Trento
ne sono stati sequestrati oltre 20.000 esemplari, vivi e morti, ed è emerso che venivano raccolte oltre 1.000 nidiacee a settimana in media, di tordo bottaccio dal Burgraviato e val di Non. Dalla base operativa nella Piana Rotaliana, secondo
IN BREVE Villadose Allevamento di visoni il no del Tar Veneto
San Bonifacio Ex Ferroli, due assessori alla festa natalizia
Venti forti con rinforzi di scirocco sono previsti in Veneto sui rilievi, sulla costa e la pianura limitrofa fino a questa mattina. La fase di tempo perturbato che è iniziata ieri interesserà il Veneto fino alla mattina di oggi con precipitazioni sulle zone centro-settentrionali, a tratti forti sulle Prealpi. In montagna è previsto anche un abbassamento del limite delle nevicate intorno ai 1300/1400 metri. Sempre da oggi schiarite con un probabile nuovo aumento di nuvolosità in serata che potrà protrarsi fino alla mattinata di domani.
Il Tar del Veneto ha accolto il ricorso delle associazioni Lav e Essere Animali contro l'insediamento di un allevamento di 11mila visoni a Villadose, in provincia di Rovigo. L'allevamento, sorto tre anni fa a un solo chilometro dal centro del paese e a soli 45 metri dalle abitazioni, dovrà cessare l'attività. Il ricorso è stato presentato contro il Comune di Villadose, la Regione Veneto, l'Azienda Ulss 5 Polesana e nei confronti dell'azienda agricola che ha inizialmente richiesto la conversione dell'allevamento da bovini a visoni e dell'impresa che lo ha poi rilevato.
Gli assessori regionali al lavoro Elena Donazzan e allo sviluppo economico Roberto Marcato hanno partecipato all'accensione dell'albero nello stabilimento della Cooperativa Fonderia Dante a San Bonifacio, nata nel 2017 grazie al coraggio di 63 lavoratori della fallita fonderia della società Ferroli, costituitisi in società cooperativa. La festa di Natale, con l'accensione di un originale abete realizzato con i dischi freno in ghisa prodotti dalla fonderia, è stata l'occasione per celebrare i successi aziendali ottenuti durante il rilancio produttivo.
la nostra salute
Nella sanità del Veneto 68 nuovi medici di base Lanzarin: «Tante donne» vi medici di medicina generale si sono diplomati e sono pronti a entrare nel sistema della sanità territoriale del Veneto. Una bella notizia, in un momento storico nel quale la carenza di camici bianchi, non solo ospedalieri, è un tallone d'Achille della sanità italiana». Lo rende noto l'assessore regionale alla Sanità, Manue-
Bergamo. IL TRAFFICO
Un’altra parte consistente del traffico ha riguardato il Veneto, e in particolare le province di Vicenza e Treviso, quest’ultima un epicentro importante, con 19 per-
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treviso
Meteo Venti forti poi piogge fino a domani mattina
VENEZIA. «Sessantotto nuo-
l’accusa formulata dalla Procura di Trento, l’avifauna veniva poi conferita a privati residenti in Lombardia e a noti commercianti della provincia di Brescia, i quali poi a loro volta smistavano a singoli acquirenti operanti nelle province di Brescia e
Oltre agli esemplari di avifauna, è stato sequestrato denaro in contante e diverso materiale, tra cui decine di migliaia di munizioni, armi e alcune macchine in grado di sofisticare gli anelli identificativi che vengono apposti di norma sugli uccelli per la loro identificazione, a dimostrazione, secondo gli inquirenti, che le operazioni della filiera illecita che andava dalla raccolta delle nidiacee, al trasporto, fino alla rivendita - venivano svolte in modo meticoloso. —
la Lanzarin, al termine delle sessioni di colloquio finale del triennio della Scuola di Formazione Specifica di Medicina Generale della Regione. «Non solo abbiamo forze giovani e ben preparate da mettere in campo - aggiunge Lanzarin - ma registriamo anche che il 74% dei nuovi medici sono donne: un segnale inequivocabile e positivo che la medici-
na è sempre più declinata al femminile. È un evento molto importante, non solo a fronte delle carenze di medici di famiglia che si riscontrano nell'intero territorio regionale, ma soprattutto perché la figura del Mmg ricopre un ruolo centrale nell'assistenza territoriale e per la presa in carico della cronicità, grande sfida del nostro sistema sanitario. L'alta qualità delle tesi presentate dai candidati ci fornisce un altro riscontro molto significativo: si tratta di nuovi medici molto ben preparati, attenti all'evoluzione della realtà sociosanitaria veneta - conclude l’assessore Lanzarin - e già proiettati nel futuro della loro professione». —
Insolvenza di Veneto Banca nove indagati per bancarotta TREVISO. La sentenza con cui la Corte d’Appello di Venezia ha respinto il ricorso di Vincenzo Consoli contro la dichiarazione dello stato d’insolvenza di Veneto Banca dà ossigeno all’inchiesta più attesa dalla platea dei risparmiatori, quella per bancarotta fraudolenta. La Procura di Treviso infatti sta procedendo per questa ipotesi di reato, che allunga sensibilmente i tempi della prescrizione e, oltre all’ex amministratore delegato e direttore generale, vede indagate altre otto persone. Secondo il sostituto procuratore Massimo De Bortoli che coordina le indagini il dissesto di Veneto Banca fu il risultato di una pessima gestione che condusse al depauperamento e alla dissipazione del patrimonio per effetto della concessione di crediti milionari diventati sofferenze - di cui si conoscevano i rischi - e dei soldi dati a numerosi clienti per acquistare le azioni della ex popolare, le cosiddette baciate. È questo il perno attorno al quale si sta sviluppando l’indagine della Guardia di Finanza. E ad occuparsi di questo filone c’è il minipool che comprende, oltre a De Bortoli, anche il sostituto procuratore Gabriella Cama. All’origine di questa inchiesta sui reati fallimentari c’è lo stato di insolvenza
Vincenzo Consoli
dichiarato nel giugno dell'anno scorso dai giudici del Tribunale di Treviso e confermato nei giorni scorsi in Appello alla luce della perizia effettuata dal professor Lorenzo Caprio, ordinario di Finanza all’università Cattolica di Milano. Secondo il consulente ammontavano infatti a più di 900 milioni di euro le passività di Veneto Banca il 25 giugno 2017, giorno della sua messa in liquidazione da parte del governo Gentiloni. Bene dunque ha fatto il tribunale fallimentare di Treviso ad accogliere l’istanza di insolvenza secondo la quale l’istituto era già nelle condizioni di non poter pagare i creditori prima della cessione a Intesa San Paolo. «Il consulente tecnico», era il quesito chiave posto
dai giudici di Venezia al professor Caprio, «accerti l’ammontare delle passività di Veneto Banca alla data del 25 giugno 2017 (data in cui il ministro dell’Economia e delle Finanze aveva disposto la liquidazione coatta amministrativa per l’istituto trevigiano, ndr) e determini, sempre con riferimento a quella data, il più verosimile valore di realizzo dei cespiti della medesima entro un orizzonte temporale tale da consentire la massimizzazione dei ricavi destinati all’integrale soddisfacimento dei creditori della stessa». La risposta è contenuta in una relazione di 254 pagine e riassunta in una tabella in cui il professore delinea quattro scenari valutativi in cui sono illustrati «il più verosimile valore di realizzo dei cespiti e l’ammontare delle passività». In buona sostanza il professor Caprio doveva valutare la sufficienza o meno del patrimonio della banca a chiudere una liquidazione in bonis. E i numeri non hanno lasciato spazio a dubbi: nel primo scenario le passività ammontavano a 2.285 milioni di euro, nel secondo a 1.313 milioni, nel terzo a 1.761 milioni e nel quarto, il più favorevole, a 920 milioni di euro. — G.B. © RIPRODUZIONE RISERVATA
VENEZIA - LIDO - ISOLE
SABATO 21 DICEMBRE 2019 LA NUOVA
salvaguardia
Mose, l’allarme delle imprese «Non bloccate tutto il resto» Devis Rizzo (Kostruttiva): «380 milioni già affidati per i lavori all’Arsenale e gli interventi di compensazione voluti dall’Europa. Non dobbiamo fermarli» porto volute dal Piano Europa. Il 2018 è passato per le progettazioni, adesso le imprese (le cooperative e le imprese minori come Salmistrari, Consorzio San Marco), chiedono di poter andare avanti. Dopo l’uscita di scena delle tre grandi azioniste Mantovani, Condotte e Grandi Lavori
Alberto Vitucci VENEZIA. Non solo Mose. La
commissaria Sblocca cantieri dovrà accelerare la conclusione della grande opera. Ma le imprese minori denunciano: «Ci sono 250 milioni di lavori affidati alle nostre consorziate lo scorso anno che vanno a rilento», dice il presidente di Kostruttiva Devis Rizzo, «giusto concludere il Mose. Ma questo non si dovrà fare a scapito degli altri interventi e delle opere complementari». Il timore insomma è che per chiudere in fretta il Mose si dirottino i fondi alla grande opera. È già successo in passato, quando la città è stata privata dei finanziamenti per la sua manutenzione. Fra i 350 milioni di lavori già assegnati, gli interventi per il restauro dell’Arsenale e la messa a norma dei Bacini di carenaggio, le opere complementari e inserimento paesaggistico alle bocche di
Gli amministratori strordinari del Consorzio «garanzia di legalità»
Il bacino di carenaggio dell’Arsenale, tra gli interventi affidati
Fincosit, gli incarichi sono stati affidati dagli amministratori straordinari del Consorzio Venezia Nuova alle imprese minori. «Sono in grado di fare questi lavori», aveva detto il commissario Giuseppe Fiengo. Adesso il panorama della governance sta cambiando. E si pensa alla gestione e manutenzione futura, oltre
I residenti chiedono di poter gestire la chiesa di San Francesco della Vigna, ora in difficoltà
«Non chiudete la parrocchia» Un nuovo appello al Patriarca IL CASO
er Natale il Patriarcato riceverà in dono una busta con le firme delle oltre 1.500 persone che chiedono che si tenga aperta la parrocchia di San Francesco della Vigna. A fine ottobre, senza che nemmeno i frati lo sapessero, il Patriarcato ha infatti comunicato che, a causa del numero
P
Fedeli in processione
uil critica codess
esiguo di preti, la parrocchia sarà chiusa. I frati presenti, solo cinque, non riescono a seguire anche la parrocchia perché sono impegnati in tantissime altre attività, come la gestione del convento, dell’istituto e della biblioteca. I cittadini, quando hanno appreso la notizia, si sono riuniti in un’assemblea e hanno provato a chiamare il Patriarcato, ma dopo la comunicazione non c’è stata più rispo-
sta. L’appello per la raccolta firme, pubblicato sul sito Change.org, è partito proprio dai cittadini che si sono offerti di gestire la parrocchia fino a quando non sarà di ritorno Frate Pedro che ha dato la sua disponibilità a rientrare. Il frate in questione deve infatti per motivi personali andarsene per qualche mese, ma nonostante la sua disponibilità a tornare, sembra che verrà destinato in altri po-
le onorificenze al Quirinale
Stella Maris, San Camillo Il commendator “Bepi” e Steeb: allerta personale Pistolato diacono operaio premiato da Mattarella LIDO. «Lo scenario che si pre-
senta al Lido è complesso: il tentativo che si intravede di una gestione unica di tutti i servizi delle due case di riposto (Stella Maris e Carlo Steeb) e del San Camillo da parte di Codess non ci convince», sostengono in una nota Uil Fpl e Uil Tucs, che smentiscono di aver rotto le trattative sul futuro del personale, ricordando di essere stati presenti il 17 dicembre al tavolo del prefetto e partecipato al-
le assemblee dei lavoratori. «Ci preoccupa che Codess abbia comunicato la disdetta alla ditta Sodexo che da tempo gestisce la cucina per le due strutture e per Santa Maria del Rosario», prosegue Uil, «ma più che alimentare polemiche è necessario mettere insieme le conoscenze per raggiungere l’obiettivo del rilancio dei servizi socio sanitari del Lido attraverso tutto il personale che ad oggi ne è protagonista». —
VENEZIA. Tra i 32 premiati ieri
al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella c’è anche un 93enne veneziano. è stato nomimato Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica, Giuseppe Pistolato, 93 anni. L’anziano risiede a Zelarino vicino al centro Nazareth, dove svolte attività di volontariato e assistenza agli anziani. “Bepi” come tutti lo chiamano in
Giuseppe Pistolato, 93 anni
che alla fine dei lavori del Mose prevista per il 31 dicembre 2021. Un affare da centinaia di milioni di euro. Cento l’anno solo il per la manutenzione delle paratoie. Il Comitatone ha deciso di riformare la governance. E le spinte sono contrapposte. Il sindaco Luigi Brugnaro chiede di entrare a far parte della plancia di comando. «La città deve essere coinvolta», dice. La supercommissaria Elisabetta Spitz, che ha preso ufficio a Roma, dovrà sveltire i passaggi per arrivare alla fine dei lavori. In accordo con il nuovo Provveditorato alle Opere pubbliche e il provveditore Cinzia Zincone. «Abbiamo assunto cento persone, gli uffici saranno rinforzati», ha promesso la ministra Paola De Micheli. Infine gli amministratori straordinari. A Giuseppe Fiengo, avvocato dello Stato e Francesco Ossola, ingegnere che si occupa della parte tecnica, è stato aggiunto ora un terzo, anch’egli dell’Avvocatura dello Stato, Vincenzo Nunziata. Tre figure di garanzia, volute dopo lo scandalo del 2014 dal prefetto di Roma su indicazione dell’Anac, l’Autorità nazionale Anticorruzione. «La fase commissariale è finita», dice adesso il deputato del Pd Nicola Pellicani. I contrari allo smantellamento sostengono invece che il versante della «legalità» garantito fino a oggi dall’amministrazione straordinaria potrebbe essere ancora prezioso. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
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la vicenda al tar
«A San Marco per un caffé» ma niente manifestazione Il Tar del Veneto ha deciso che sia dei colleghi giudici del Tar del Lazio la competenza sul ricorso del “Comitato per il ritorno di piazza San Marco alla città”, che aveva chiesto di poter manifestare domani in Piazza. Da giorni i membri del movimento si erano dati appuntamento alle 11 del 22 dicembre sotto l’Ala Napoleonica per scambiarsi gli auguri, come hanno confermato che faranno, aggirando l’ostacolo del divieto. «Non vogliamo spingerci fino alla disobbedienza civile ed esporre i partecipanti a rischi di sorta», ha detto il portavoce Giovanni Leone, «rinunciamo a manifestare, ma non al carattere civico dell’iniziativa e per questo ci troveremo comunque per prendere un caffè». La vicenda nasce un paio di mesi fa, quando un gruppo di veneziani chiede di poter “riprendersi” metaforicamente la Piazza. Di mezzo ci si mette la direttiva Maroni che nega la piazza per manifestare. Da qui nasce il ricorso al Tar. La battaglia legale ora si sposta nel Lazio. — V.M.
sti. «Nella parrocchia si riuniscono tantissime associazioni e persone di ogni età» spiega il portavoce dell’assemblea Simone De Bellonia. «Ci sono l’associazione San Francesco che organizza diverse attività, inclusa la festa di Sant’Antonio e la manifestazione di Natale, i gruppi di catechisti e di volontariato e il gruppo di lavoro per signore. È davvero un peccato che in uno dei pochi posti di Venezia che sono ancora rimasti abitati da residenti si tolga una parrocchia che ha una grandissimo ruolo di aggregatore sociale». Da anni la Chiesa si è appellata ai frati per chiedere a qualcuno di trasferirsi qui, ma senza esito. Così anche il Patriarcato ha preso una decisione che i cittadini chiedono però di rivedere, dando loro stessi la disponibilità di gestire la par-
rocchia, di aprile e di chiuderle e di tenerla pulita. La preoccupazione è che questa sia una prima mossa per poi smantellare tutta la struttura che si trova, secondo i cittadini, in un’areache fa gola a imprenditori senza scrupoli. Se è vero che a Messa si vedono soltanto una trentina di fedeli, è anche vero che i cittadini si sono sempre fatti in quattro per organizzare la processione di Sant’Antonio e che togliere una parrocchia non contribuirebbe ad aumentare chi frequenta la Chiesa, quanto semmai ad allontanarsene. Così con questo appello di Natale i residenti di San Francesco sperano che sia data loro un’altra possibilità che potrebbe essere un’occasione anche per rafforzare una comunità. — V.M.
città, è stato un diacono operaio, il primo ad entrare nelle carceri veneziane. Lo elogia con affetto anche il governatore del Veneto Luca Zaia. Tanto di cappello a questo vero e proprio paradigma del meglio del Veneto: lavoro, onestà, generosità, solidarietà», ha commentato con orgoglio il governatore del Veneto. Pistolato diventa commendatore e questa è la motivazione del premio del presidente della Repubblica: per «l’impegno profuso, nel corso della sua vita, nella promozione del valore della solidarietà». Pensionato e vedovo, Pistolato, infatti, ha lavorato per 40 anni nel cantiere navale Breda di Porto Marghera, prima come ribattitore e poi come carpentiere.
Nel 2018, dopo 21 anni, ha concluso il suo servizio di carità come diacono nel carcere maschile di Santa Maria Maggiore. Nella diocesi veneziana, è stato infatti il primo diacono permanente ad essere entrato in una struttura penitenziaria. Per vent’anni questo anziano ha dedicato due ore del suo tempo ai detenuti all’interno del carcere ma il suo impegno continuava anche fuori dalla struttura per recuperare tutto ciò di cui i detenuti avessero bisogno (indumenti, prodotti per l’igiene personale, beni di prima necessità). Insomma, una vita spesa nella solidarietà. Un grande messaggio di apertura ai più deboli e fragili della città. — Mitia Chiarin
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SABATO 21 DICEMBRE 2019 LA NUOVA
VENEZIA
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Piazza San Marco I masegni distrutti dall’acqua alta È emergenza Le lastre di trachite divelte e danneggiate. Le pietre instabili e sempre più a rischio. Pronto un progetto da 30 milioni Alberto Vitucci Emergenza masegni. Il degrado, la mancata manutenzione e adesso le ultime acque alte di una serie nera che sembra non finire mai hanno ridotto in questo modo la pavimentazione più famosa del mondo. La storica trachite euganea – oggi quasi scomparsa – risale in gran parte al XVIII secolo, poi in parte rifatta alla fine dell’Ottocento. Il progetto di Andrea Tirali, grandi lastre grigie lavorate con decori in pietra d’Istria. Adesso i lastroni di trachite sono instabili. Alcuni sollevati, altri rotti e spezzati, in frammenti Un patrimonio mondiale che rischia di andare distrutto. Perché il degrado aumenta, e alcune parti delle pietre sono già scomparse. Non molti lo notano, più attenti ad ammirare la Basilica e le Procuratie, o i centimetri raggiunti dall’alta marea. Ma i danni delle acque alte - quasi quotidiane nel mese di novembre - non sono solo quelli visibili. Le murature impregnate di sale, le pietre che accelerano il loro degrado. Così per i masegni, simbolo della città. La condizione della pavimentazione di San marco è ormai oltre l’emergenza. I primi progetti per «riparare» le pietre danneggia-
te e mettere al riparo piazza San Marco dalle acque alte risalgono agli anni Novanta. Uno, firmato dai consulenti del Consorzio Venezia Nuova - tra loro anche l’attuale commissario Sblocca cantieri del Mose, Elisabetta Spitz prevedeva di irrigidire la pavimentazione e isolarla dall’ingresso dell’acqua salsa. Poi si era proposta la grande guaina, sempre sotto i masegni. Con altri interventi, mai attuati. La precedenza anche dei fondi a disposizio-
Opera di Andrea Tirali del XVIII secolo in parte rifatta a fine ’800 È sempre più a rischio ne - era stata data al Mose. Risultato, la Piazza è andata sotto da allora decine di migliaia di volte. Più ancora negli ultimi tempi, da quando la frequenza delle maree è aumentata, a causa della meteorologia e dell’aumento del livello medio del mare dovuto al riscaldamento del pianeta. Adesso un nuovo progetto è pronto a essere presentato alla Soprintendenza. Lo hanno messo a punto le società Thetis e Kostruttiva, con l’apporto di esperti dell’Università di Padova. Prevede di
verso le elezioni
Accordo pro Brugnaro di tutto il centrodestra Progetto civico si muove Un appello per arrivare ad un «accordo politico unitario di tutte le forze del centrodestra in tutti i comuni del Veneto». E il lavoro «per una vasta alleanza del centrodestra» a sostegno della rielezione di Luigi Brugnaro. La presa di posizione è di Progetto civico, rete di centrodestra presieduta a livello metropolitano da Francesco Piccoli e a cui aderiscono in pro-
Paolino D’Anna
restaurare con cura le pietre danneggiate, di ripristinare i gatoli e gli scarichi di acque piovane, distinti alle acque nere. Poi di classificare le singole pietre che compongono il mosaico della pavimentazione della Piazza. E infine le mini barriere con pompe per evitare il «sormonto» dell’acqua. Difesa locale, utile per tutte le acque medio-alte per cui il Mose non entrerebbe in funzione. Opera delicata, perché si tratta di intervenire nel sottosuolo della piazza più bella del mondo per intercettare le acque. Interventi in parte già avviati qualche anno fa sul Molo di San Marco, ora rialzato fino alla quota di 110-115 centimetri, mezzo metro in più del punto più basso di San Marco, del nartece e dell’area davanti alla Basilica, dove è stata realizzata una difesa con pompe per acque fino a 88 centimetri. Un’opera di restauro sempre più urgente, viste le condizioni della trachite. Rispetto ai 100 milioni del progetto originario, il «rialzo» e la messa all’asciutto di San Marco costerà molto meno: intorno ai 30 milioni di euro. Soldi che fanno parte dei finanziamenti per il Mose. Che è urgente però impegnare subito per salvare la Piazza. —
il degrado
Maree tutti i giorni E le lastre vanno a pezzi Tre immagini eloquenti delle condizioni in cui versano i preziosi masegni in trachite euganea di Piazza San Marco. In alcuni casi le pietre si sono sollevate e adesso sono danneggiate e instabili.
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vincia 18 consiglieri comunali e assessori. A Venezia il capofila è il consigliere delegato al lavoro Paolino D’Anna. La formazione invita all’unità del centrodestra nella convergenza a sostegno di Brugnaro. Messaggio diretto alla Lega di Salvini, che non ha ancora ufficializzato l’appoggio a Brugnaro anche se i rapporti con il governatore Zaia facilitano il processo. A mettere qualche dubbio anche le recenti dichiarazioni di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia e che non ha espresso pieno convincimento su un nuovo appoggio a Brugnaro. Insomma occorre lavorare. «Vogliamo affermare il primato della persona innanzitutto, di conseguenza tutelare il lavoro, la qualità di vita, il sostegno alle famiglie, la
sicurezza dei territori. Possiamo raggiungere queste mete mettendo assieme le varie esperienze civiche del territorio che unitamente al centrodestra possono dare una risposta di cambiamento e ammodernamento di questo nostro Paese», dice Piccolo. «Questa proposta viene ancor più potenziata e qualificata, quando una personalità di livello come Luigi Brugnaro, a Venezia si pone alla guida di tale processo che fa proprie le istanze delle realtà politiche tradizionali assieme a quelle civiche e spontanee del territorio che puntano al buon governo». Progetto Civico, quindi, è al lavoro per favorire una vasta alleanza, possibile «modello su scala nazionale». — M.Ch.