04-DIC-2019
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04-DIC-2019
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MERCOLEDÌ 4 DICEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
La grande riforma
Vertice con Boccia sull’autonomia Gap infrastrutture: 3,6 miliardi dal 2022 La riunione di maggioranza convocata dal ministro D’Incà Ecco le tappe del cronoprogramma della legge quadro Albino Salmaso PADOVA. Se il federalismo
non è né di destra né di sinistra ma un modello di efficienza dello Stato, la vera rivoluzione della legge quadro sull’autonomia di Boccia si chiama “fondo di perequazione per le infrastrutture”: 3,6 miliardi da spendere in 12 anni per ridurre il gap tra Sud e Nord e tra la montagna e le grandi aree metropolitane. 300 milioni l’anno per tenere unita l’Italia con i fondi strutturali da Venezia a Brindisi e scongiurare la “secessione dei ricchi”. Si parte dal 2022 e non tra qualche mese ma il meccanismo di funzionamento è delineato in tutti i suoi passaggi nei sei commi dell’articolo 3 del “provvedimento urgente” presentato lunedì sera da Francesco Boccia al consiglio dei ministri. Riuscirà mai il governo giallorosso a tagliare il traguardo assegnando nuovi poteri alle Regioni? Si accettano scommesse dopo l’ultima tempesta scatenata da Di Maio che non vuole approvare il Mes, il fondo salva-stati dell’Ue. Un ritorno di fiamma del sovranismo populista che mal si concilia con il rigore dei bilanci imposto da Bruxelles, ma l’incubo delle elezioni tiene unita la maggioranza Pd-M5S-Iv- LeU che non vuole regalare il Paese a Salvini e alla Meloni. Chi tira diritto per la sua strada è ovviamente Boccia, ieri in visita a Palermo dove ha incontrato il governatore siciliano Nello Musumeci. E a chi gli chiese se le fibrillazioni nella maggioranza rischia-
no di bloccare il ddl sull’autonomia, lui risponde: «No, perché l’informativa in Consiglio dei ministri è andata molto bene e oggi ci sarà un vertice di maggioranza e definiremo la rotta. Io non penso ci siano fibrillazioni per i contenuti», ha dichiarato Boccia. A convocare il vertice di maggioranza è stato Federico D’Incà, ministro dei Rapporti con il Parlamento, che ha seguito passo dopo passo il dossier autonomia: la posizione del M5s oscilla tra il “no” assoluto dell’ex mini-
Il fondo perequativo sarà alimentato con 300 milioni fino al 2034 stro Barbara Lezzi al Senato al “sì” pragmatico di D’Incà e Fraccaro, che vogliono però coinvolgere fino in fondo il Parlamento in tutti i suoi passaggi. Ecco perché la “legge quadro” non può essere approvata come emendamento alla legge di Bilancio 2020: l’iter velocissimo se accontenta i governatori delle regioni mal si concilia con le dinamiche di deputati e senatori che vogliono contribuire con i loro emendamenti alla fase 2 del federalismo. Le 11 cartelle protocollate come “Dagl 0012239” alla presidenza del consiglio dei ministri delineano le tappe dell’autonomia, rimasta lettere morta dal 2001. Nei tre articoli si delinea il perimetro della riforma e si affida ad un commissario governativo il compito di realizzare i Lep, i
livelli essenziali in tre-quattro materie: trasporto pubblico locale, servizi sociali, asili nido, formazione professionale scolastica oltre alla sanità, affidata alle regioni dopo lo storico referendum che l’ha sottratta allo Stato. I Lep con i relativi fabbisogni standard dovranno essere definiti da Mef e da Sose nel giro di un anno dall’approvazione della legge quadro. La clamorosa novità che alimenta il dibattito parlamentare si chiama “fondo di perequazione per le infrastrutture” la cui filosofia viene ricondotta all’articolo 117 della Costituzione: è questo lo strumento che Boccia intende utilizzare per ridurre il deficit tra chi ha già l’alta velocità (Milano-Torino e Milano-Bologna) e chi la sta aspettando da trent’anni come la Brescia-Padova. E i fondi da dove arrivano, visto che gli Affari Regionali sono un dipartimento di Palazzo Chigi senza “portafoglio”? Il meccanismo inventato affida al Mef il ruolo della cassa di ultima istanza, con 100 milioni nel 2022 , duecento nel ’23 e addirittura 300 fino al 2034. Come verrà diviso il “tesoretto” nato dalla compartecipazione di tutti i ministeri? Sarà il commissario dell’autonomia con la sua struttura di missione a misurare i livelli di efficienza delle infrastrutture, con gli standard aggiornati ogni 5 anni, mentre l’accordo quadro con le regioni resterà i vigore per un decennio. La “perequazione” è una rivoluzione copernicana: i ministri sono davvero pronti a collaborare? — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Comunicato sindacale I comitati di redazione dei 13 quotidiani locali del gruppo Gedi, prima di esprimere valutazioni sul nuovo assetto societario, attendono un incontro chiarificatore sulle future strategie che l'azienda intende intraprendere. Consapevoli che per anni gli ex quotidiani Finegil sono stati la cassaforte del gruppo, continuando a garantire utili all'azienda anche in una fase di contrazione nelle vendite e sulla pub-
blicità, rivendichiamo l'importanza, la qualità e l'autonomia dell'informazione locale. Allo stesso tempo non possiamo scordare la critica vertenza che vede tuttora coinvolti i nostri colleghi poligrafici, colpiti da un piano di esuberi che riguarda 121 famiglie. Crediamo che alla luce di questa trattativa si potrà esprimere un giudizio più nel merito su quella che al momento appare come
un'operazione finanziaria di cui restiamo all'oscuro per strategie, contesto e piano industriale.
Il ministro Francesco Boccia e il governatore del Veneto Luca Zaia a Venezia
daniela sbrollini parla del vertice
Renzi e Lezzi in agguato Scuola: Piemonte alleato di Zaia, Fontana e Toti PADOVA. Chi tira il freno nella maggioranza? Matteo Renzi che con il referendum perso nel 2016 voleva ridurre drasticamente i poteri delle regioni, ha chiesto un chiarimento a Conte e a Boccia sulla riforma dell’autonomia. E oggi a palazzo Chigi dal ministro D’Incà si presenteranno i capigruppo di Camera e Senato di Pd, Iv, M5S e LeU oltre ai parlamentari delle Bicamerali del federalismo e delle Regioni. «Vogliamo studiare a fondo il testo definitivo della legge», spiega la senatrice Daniela Sbrollini, «Italia Viva ha chiesto che non si procedesse con l’emendamento in Finanziaria per evidenti motivi di opportunità politica:si tratta di una riforma troppo importante per entrare con una corsia accelerata, il
Fra veneto e trentino
Traffico di stupefacenti arrestati 35 spacciatori VERONA. Trentacinque arre-
I comitati di redazione di Corriere delle Alpi, Gazzetta di Mantova, Gazzetta di Modena Gazzetta di Reggio, Il Mattino di Padova, Il Piccolo, Il Tirreno, La Nuova Ferrara, La Nuova Venezia, La Provincia Pavese, La Sentinella del Canavese, La Tribuna di Treviso, Il Messaggero Veneto
Parlamento va coinvolto e non scavalcato. Noi siamo a favore dell’autonomia e lo dico da senatrice veneta, consapevole della sfida lanciata con il referendum del 2017. Qualche giorno fa c’è stato un vertice tra i parlamentari veneti e i ministri D’Incà e Boccia e abbiamo capito che se il governatore Zaia è pronto a collaborare, il suo leader Salvini invece vuole l’esatto contrario e ciò spiega perché in 14 mesi il governo della Lega non abbia fatto un passo avanti». Sul fronte opposto, quello delle regioni, arrivano i primi segnali di insofferenza per i bisticci della maggioranza: «Si rischia di bloccare tutta la procedura, dopo il via libera della conferenza delle regioni» dice Attilio Fontana della Lombar-
sti, stupefacente sequestrato per oltre 2 mila dosi, 40 consumatori identificati: questo il bilancio dell’operazione «Sommo poeta», condotta dalla Squadra mobile di Trento coordinata dalla Dda. L’indagine, il cui nome si riferisce a piazza Dante, uno degli epicentri dello
spaccio a Trento, prende le mosse da una precedente operazione del 2018, sempre legata al traffico di droga, e come per allora anche in questo caso le persone coinvolte nel traffico di eroina e marijuana sono tutte di nazionalità nigeriana. Veri e propri pendolari della droga, che ogni giorno da Verona, Vicenza, Ala, Rovereto o
dia. Ieri il consiglio regionale a Milano ha approvato una mozione presentata dal Pd in cui si chiede che «l’autonomia differenziata valga anche per la Città metropolitana e per le Province e i Comuni lombardi». Da Torino arriva invece una sfida aperta a Boccia: ottenere la competenza sull’organizzazione dell’Istruzione con una legge presentata da Lombardia, Piemonte, Veneto e Liguria. La proposta, lanciata dal governatore del Piemonte Alberto Cirio, nel corso dell’evento Italia direzione Nord, è stata accolta positivamente dal presidente della Lombardia. «Sono pronto se il governatore Fontana vorrà, visto che abbiamo già fatto un incontro a Milano con lui, Zaia e Toti, a presentate tutti e 4 la stessa legge. Quello dell’istruzione potrebbe essere un tema perché c’è già una sentenza della Corte costituzionale», ha sottolineato Cirio. Da Roma però non ci sentono: la scuola resta nelle mani del Miur o sarà il caos. — Al.Sal. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
giungevano nel capoluogo in treno e si davano appuntamento in stazione per suddividersi lo stupefacente e poi muoversi tra le principali piazze del centro per spacciare. Sono 27 le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse, e alcuni dei destinatari sono stati anche arrestati in flagranza in quanto, durante le perquisizioni, sono stati trovati in possesso di droga, per un totale di 35 arresti effettuati. Per tutti l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Alcuni arrestati risultano inoltre godere di protezione internazionale. —
12
MERCOLEDÌ 4 DICEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
La commissione premia Dal Ben (Serenissima) e Scibetta (Padova) In coda Rasi Caldogno (Dolomiti) e Bramezza (Veneto Orientale)
Vertici della sanità veneta promossi dalla politica A sei direttori su tredici va il massimo dei voti IL RETROSCENA
Filippo Tosatto Sono stati di manica larga i consiglieri di Palazzo Ferro-Fini chiamati a valutare l’operato dei manager di Ulss e Aziende del Veneto nel corso del 2018. La procedura complessiva di voto prevede un massimo di cento punti: 20 competono, appunto, alla commissione sanità - e riguardano l’esito della programmazione - altrettanti spettano alle Conferenze dei sindaci dei rispettivi bacini che si è pronunciata sulla qualità dei servizi territoriali; 60 (riguardanti gli obiettivi raggiunti e i conti economici) saranno espressi a fine an-
no dalla Giunta di Luca Zaia. Alla pagella finale, en passant, è condizionato il premio-obiettivo di 15 mila euro. Ebbene, ben 6 dei 13 direttori sotto esame hanno conseguito il massimo dei voti, con un progresso, rispetto all’anno precedente, particolarmente evidente nei casi di Giuseppe Dal Ben (Serenissima) e Domenico Scibetta (Padova), già premiati dagli amministratori locali. Pieno apprezzamento anche ai vertici scaligeri da Pietro Girardi (Ulss) a Francesco Corbello (Azienda ospedaliera universitaria) - nonché a Giorgio Roberti, a capo dell’Iov. BORON: LIVELLI ELEVATI
Ad un passo dalla vetta troviamo il polesano Antonio Compostella, a quota 19
domenica 15 dicembre al voto
Si rinnovano le assemblee dei 10 consorzi di bonifica In lizza trecento candidati VENEZIA. È un appuntamento
elettorale lontano dai riflettori, eppure tutt’altro che banale per le sue ricadute sul territorio, quello del rinnovo delle assemblee dei Consorzi di bonifica del Veneto in programma domenica 15 dicembre, dalle 8 alle 20, in una miriade di seggi distribuiti sul territorio. In ballo c’è l’assetto dei dieci enti nostrani - Veronese, Adige Po, Delta del Po, Alta Pianura Veneta, Brenta, Adige Euganeo, Bacchiglione, Acque Risorgive,
Piave, Veneto Orientale - incaricati di coordinare gli interventi pubblici e l’attività privata nei settori della difesa idraulica e dell’irrigazione.A designare gli amministratori sono, gli stessi consorziati, un folta platea che comprende tutti i proprietari di immobili di qualsiasi natura dai terreni ai fabbricati - ricadenti nel comprensorio di bonifica. Ciascuno di loro ha il diritto di votare e di candidarsi alle cariche consortili che si rinnovano ogni 5 anni e si arti-
Francesco Benazzi che guida la sanità trevigiana. Meno liete le note riguardanti Bortolo Simoni (il dg della Pedemontana) accomunato a due personalità di primo piano: Luciano Flor dell’Azienda di Padova e Patrizia Simionato al timone della governance Azienda Zero; a quest’ultima è stata contestata la scarsa divulgazione del numero verde a disposizione degli utenti (appena 800 chiamate e un migliaio di mail in un anno) mentre Flor sconta, presumibilmente, il faticoso decollo del nuovo policlinico universitario. Fanalini di coda , con un risicato 18, i veterani Adriano Rasi Caldogno (Dolomiti) e Carlo Bramezza (Veneto Orientale): i commissari rimproverano loro il ritardio nell’allesta-
colano in un Consiglio, eletto da tutti i soci e integrato dai rappresentanti della Regione e delle Province, il quale, a sua volta, elegge la Giunta e il presidente del Consorzio. Ma quali sono, nel dettaglio, le sue competenze? Progettare, eseguire, mantenere, gestire opere di bonifica (canali di scolo e irrigui, impianti idrovori di sollevamento e altri manufatti idraulici); concorrere alla difesa del suolo per contenere le alluvioni ed evitare gli allagamenti; favorire l’utilizzo e la gestione delle risorse idriche per un razionale sviluppo economico e sociale; e predisporre il Piano generale di bonifica e di tutela del territorio rurale, lo strumento di pianificazione della Regione che detta norme in ordine alle opere di di irrigazione e alle altre opere necessarie per la salvaguardia e
LA PAGELLE (PROVVISORIE) DEI MANAGER * ULSS E AZIENDE
DIRETTORE GENERALE
Dolomiti Marca Trevigiana Serenissima Veneto Orientale Polesana Euganea Pedemontana Berica Scaligera Azienda Ospedaliera Padova Azienda Ospedaliera Verona Istituto Oncologico Veneto Azienda Zero
Adriano Rasi Caldogno Francesco Benazzi Giuseppe Dal Ben Carlo Bramezza Antonio Compostella Domenico Scibetta Bortolo Simoni Giovanni Pavesi Pietro Girardi Luciano Flor Francesco Cobello Giorgio Roberti Patrizia Simionato
mento degli hospice e degli ospedali di comunità - esplicitamente previste, come alternativa al ricovero prolungato, dal Piano sociosanitario 2019-2023. ASTENUTI DEM E 5 STELLE
«Il nostro compito non era quello di promuovere o bocciare, questa graduatoria mira piuttosto a stimolare il miglioramento dei servizi al territorio ai cittadini», commenta il leghista Fabrizio Boron, presidente della
la valorizzazione del territorio e per la salvaguardia dei suoli agricoli rispetto a destinazioni d’uso alternative. Le opere vengono realizzate a spese della Regione e dello Stato mentre i costi di manutenzione, esercizio e custodia sono sostenute dai consorziati che versano un’imposta annuale. Tornando al voto, è facile prevedere un’affluenza modestissima alle urne mentre le liste sono divise in tre fasce di rappresentanza che riflettono il rapporto tra la contribuenza consortile totale di ciascun consorzio ed il numero totale delle ditte consorziate. Nel complesso i candidati in lizza sono 322, espressi dalle organizzazioni agricole Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Agricoltori italiani - ma anche da gruppi civici e da cordate vicine ai partiti. —
Guidolin: un aiuto diretto alle famiglie con disabili
«La bandiera ai neonati è sparita dall’agenda»
VENEZIA. «Nella giornata dedi-
VENEZIA. «Durante la riunio-
ne dei capigruppo, nessuno della maggioranza ha chiesto di mettere all’ordine del giorno del prossimo consiglio regionale il progetto di leggecon il quale la Lega intende impegnare i soldi dei contribuenti per regalare ai nuovi nati la bandiera veneta». Lo annunciano soddisfatti Pietro Ruzzante (Leu) e Patrizia Bartelle (IiC): «Dato il vigoroso sbandieramento leghista, il cambio rotta ci
18 19,33 20 20 20 20 18 18,35 20 -
** Le conferenze dei sindaci non esprimono voti riguardanti Aziende e Iov
la sinistra soddisfatta
slative». Parole di Barbara Guidolin, la bassanese portavoce grillina al Senato; «Molto è stato fatto», aggiunge, il Governo ha stanziato 830 milioni di euro nella Manovra 2020», ora l’obiettivo è il sostegno diretto: «Non si può’ ignorare il peso che la disabilità costituisce, soprattutto nell’economia di una famiglia, che si ritrova membri esclusi dal mondo del lavoro e a far fronte a servizi a pagamento inevitabili». —
18 19 20 18 19,5 20 18,5 20 20 18,5 20 20 18,5
* La valutazione complessiva è espressa in 100 centesimi, 20 spettano alla commissione sanità del Consiglio regionale, altri 20 alla Conferenza dei sindaci del rispettivo bacino territoriale, 60 alla Giunta regionale che li renderà noti a fine anno
la senatrice Grillina incontra conte
cata alla disabilità, insieme agli altri colleghi del M5S della commissione Lavoro, ho incontrato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che già trattenendo per sè la delega alla disabilità ha voluto assumere un impegno importante in prima persona. Presto vi sarà un ufficio dedicato, al quale potranno fare riferimento tutti i portavoce del territorio e noi che dobbiamo elaborare proposte legi-
VOTO VOTO COMMISSIONE SANITÀ CONFERENZE SINDACI**
ha stupiti e non poco. Avevamo pronti molti emendamenti per contrastarne il fine chiaramente propagandistico. È chiaro che avevamo ragione quando abbiamo definito il tempismo della proposta “irrispettoso, oltraggioso e irridente” all’indomani dell’emergenza provocata dal maltempo»; «Pericolo scampato, per ora: se hanno 200 mila euro da spendere diano pannolini e omogenizzati ai nuovi nati». —
commissione «dall’esame dei report pervenuti emerge che nel complesso il servizio sanitario regionale funziona bene e garantisce i migliori standard qualitativi, assicurando, primo in Italia per puntualità e qualità, l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza. Ma per tutti noi c’è sempre spazio e modo per progredire e nessuno deve riposare sugli allori». Tant’è. A conclusione di un confronto protrattosi per tre ore, il punteggio è
stato deciso a maggioranza, con il sì di Lega e centrodestra e l’astensione di Pd e 5 Stelle; «La valutazione è generalmente positiva, con qualche ombra però», fa eco il dem Claudio Sinigaglia «auspichiamo che nell’immediato futuro siano sviluppate ulteriormente le strutture intermedie sul territorio, l’attivazione del fascicolo sanitario elettronico e un numero verde e che sia conosciuto e davvero utile agli utenti». —
via libera dall’associazione amministratori
Inquilini, si cambia Le assembleee condominiali in videoconferenza Già sperimentata a Mestre e a Treviso, la soluzione mira a ridurre l’assenteismo e a mitigare le tensioni tra vicini spesso litigiosi MESTRE. La tecnologia cambia anche un rito della tradizione italiana, l’assemblea di condominio, croce e delizia di tanti. Ora partecipare in videoconferenza è accettato dall’associazione degli amministratori di condominio. Da sempre considerato il luogo delle più furibonde liti, emblema della difficoltà moderna del vivere assieme agli altri, l’assemblea condominiale cambia pelle. L’Anaci del Veneto, l’associazione degli amministratori condominiali e immobiliari, ne ha discusso a Soave, nel Veronese. L’incontro è servito a chiarire che, come nelle prassi oggi in uso nelle società di capitali, è ammissibile la partecipazione in videoconferenza alle assemblee di palazzo. Norma che sarebbe bene inserire nel regolamento condominiale ma si può già chiedere all’amministratore di partecipare in videoconferenza. Basta assicurare, dicono dall’Anaci, la “reciproca
comprensione ed interlocuzione, affermando così equipollenza tra presenza fisica e presenza virtuale”. In parole povere, occorre che sia garantito un buon segnale di trasmissione di audio e immagini per validare la partecipazione. L’Anaci Veneto gioisce per aver indicato una «strada per gli almeno 40.000 condomini con oltre 600.000 unità immobiliari presenti nella regione». Sul fronte inquilini, chi cerca di evitare l’appuntamento non avrà scuse; ora potrà scegliere se sfogarsi di persona con i vicini di palazzo o far valere le proprie regione, a distanza di sicurezza. Ci sono anche i pionieri, come Alessandro Zuin, attivo tra Mestre e Treviso: «Io lo faccio da un paio d’anni e va tutto benissimo», spiega. Altri, come il mestrino Luca Rizzi, lodano la scelta di categoria. «La nostra è una professione, che vogliamo cambiare radicalmente», dice il presidente Lino Bertin, «valorizzandone il ruolo di custodi di un bene comune, quale è la casa in condominio, microcosmo dove si riflettono le tensioni e le contraddizioni sociali». — Mitia Chiarin
MERCOLEDÌ 4 DICEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
CADORE - COMELICO Regione nel maggio scorso, gli interventi e le azioni di cui sopra finirebbero con l’essere ostacolati o impediti del tutto dai procedimenti burocratici e dalle incertezze tecniche generate dal provvedimento avviato dalla Soprintendenza, con spreco di risorse e conseguenze, in termini di efficacia, tempestività ed economicità, che i cittadini e l’opinione pubblica nazionale ed internazionale non sarebbero in grado di comprendere e giustificare». La lettera è puntualmente argomentata e si conclude rilanciando l’appello dei sindaci allo stesso Franceschini: la sospensione del provvedimento. «Le chiedo pertanto, signor ministro, vista anche l’imminente scadenza di cui all’articolo 141, comma 5, del Codice, di voler differire l’emanazione del provvedimento conclusivo (i cui termini procedimentali non sono peraltro, come è noto, perentori) e di favorire l’instaurarsi di una positiva interlocuzione nel merito tra il suo ministero e questa Regione, al fine di raggiungere una indispensabile convergenza sulle tematiche della sostenibilità e della migliore realizzazione di tutti gli interventi destinati ad interessare l’area di cui si discute». L’argomento delle Olimpiadi è stato tirato in ballo, sempre con Franceschini, anche dall’onorevole Roger de Menech nell’appun-
tamento che ha avuto con Franceschini. Il 6 dicembre è vicino e in quella data si concluderà l’iter procedurale. L’imposizione dei vincoli ci sarà o il ministro concederà un anno di sospensione? I rumors anticipano che un provvedimento ci sarà, ma in buona sostanza più blando di quello programmato. Dovrebbero essere alleggerite (ma non cancellate) 20 delle 97 prescrizioni, raccogliendo in questo modo le istanze dei sindaci. Dove si andrà a parare lo lascia intuire la lettera di Zaia, che tra i problemi sollevati ne cita alcuni di più grave preoccupazione per i sindaci. «Non va sottaciuto», scrive il governatore, «che la proposta in questione se, da un lato, trova fondamento in analisi della situazione esistente non sufficientemente approfondite e spesso sommarie, dall’altro introduce, in particolare per i centri abitati e gli insediamenti sparsi, la viabilità rurale e il sistema idrico della montagna, prescrizioni d’uso vaghe e generiche. In grado cioè di moltiplicare a dismisura quel margine di discrezionalità o arbitrarietà tecnica in sede di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica che, viceversa, il piano paesaggistico di cui agli articoli 135 e 143 del Codice, intende superare una volta per tutte». —
all’interno dei campetti del parco Nevelandia, quest’ultimo ancora in capo a privati che ne cureranno la gestione anche per la stagione invernale ormai alle porte. Situazione in divenire dunque, con il
sindaco che intanto esulta per il primo tassello portato felicemente a compimento: «La trattativa, almeno per quanto riguarda il Comune, non ruotava attorno ad una mera questione economica», ha sottolineato il primo cittadino Manuel Piller Hoffer, «la cosa più importante, per quanto ci riguardava, era avere la garanzia sui futuri investimenti. Abbiamo un impegno ben preciso, quello di garantire un futuro ad una località che vive di turismo; e questo futuro, oggi, passa inevitabilmente attraverso un miglioramento generale dell’offerta che riguarda anche gli impianti di risalita». Investimenti che al momento segnano già delle cifre ben precise: Promoturismo Fvg, infatti, ha annunciato nell’immediato, almeno per Sappada, un investimento iniziale di trecento-
mila euro a cui andranno ad aggiungersi un milione e mezzo di euro da destinare all’innevamento programmato. Numeri confermati nei giorni scorsi anche dall’assessore al turismo della Regione Friuli Venezia Giulia, Sergio Emidio Bini. «Grazie al primo passo compiuto nelle scorse ore abbiamo cancellato quella che era la domanda ricorrente di questi tempi a Sappada», aggiunge il sindaco Piller Hoffer, «adesso ci sono tutti i presupposti per garantire la regolare apertura degli impianti, cosa attorno alla quale Sappada si è interrogata per trent’anni». La delibera di cessione dell’impianto Pian dei Nidi a Promoturismo Fvg era stata votata all’unanimità venerdì scorso in consiglio comunale. — Gianluca De Rosa
ne: Carlo Gandini “Carlin”, Scoiattolo anziano e autore di numerosi testimonianze scritte sulla vita del sodalizio. Dall’altro lato del tavolo Emanuele Svaluto Ferro, originario di Perarolo e che, insieme ad Aldo Da Vià di Calalzo, è stato tra gli ultimi entrati a far parte della prestigiosa compagine ampezzana. «Questa è la terza volta che gli Scoiattoli scendono a Pieve», ha esordito Gaspari, «segno evidente dell’ottimo rapporto esistente tra le associazioni delle due località. Con il gruppo Ragni collaboriamo sempre, tanto che anche in occasione della manifestazione “Dolomia” ci siamo trovati a lavorare insieme, e nell’ultima edizione abbiamo scalato insieme sulla Di
Bona e su altre vie della Tofana di Rozes». Dopo aver ricostruito la storia degli Scoiattoli, gruppi fondato da dieci giovani ampezzani (Albino Alverà “Boni”; Silvio Alverà “Boricio”; Luigi Ghedina “Bibi”; Romano Apollonio “Nano”; Angelo Bernardi “Alo”; Ettore Costantini “Vecio”; Siro Dandrea “Cajuto”; Giuseppe Ghedina “Tomasc”; Bortolo Pompanin “Bortolin”) che avevano in comune la passione per la montagna e per le arrampicate sportive, Gaspari, aiutandosi con molte fotografie d’epoca, ne ha ripercorso le vicende segnate da alcuni lutti ma anche da moltissime vittorie. «Il momento più importante e significativo», ha affermato, «ovviamente, è stato quello della conquista
del K2, la seconda cima della terra, dove è arrivato per primo il nostro grande Lino Lacedelli che con orgoglio ha sempre esibito la sua appartenenza agli Scoiattoli. E loro, per questo affetto, gli sono sempre stati riconoscenti. Lacedelli è scomparso giusto dieci anni fa all’età di 83 anni, dopo aver partecipato anche alla salita del K2 in ricordo del 50°». Poi è stato tutto un ricordo di vicende vicine anche ai Ragni di Pieve che sono nati, come ha ricordato il presidente Ferruccio Svaluto, solo due anni dopo gli Scoiattoli. La serata si è conclusa con lo scambio dei libri tra gli Scoiattoli e i Ragni e con un gustoso rinfresco nella sala del Caffè Tiziano. — V.D.
auronzo/comelico
Zaia: «I vincoli paesaggistici freno alle ricadute dei Giochi» Il governatore scrive al ministro Franceschini alla vigilia della firma sul decreto «Differisca la firma e avvii con la Regione un confronto sul tema sostenibilità» di sci alpino (Cortina, 18/22 marzo 2020), dei campionati mondiali di sci alpino (Cortina, 8/21 febbraio 2021) e della XXV edizione dei Giochi olimpici invernali (6/22 febbraio 2026), numerose gare delle quali si svolgeranno nella conca ampezzana ma richiederanno interventi di adeguamento e migliora-
Francesco Dal Mas AURONZO. I vincoli paesaggistici, se venerdì verranno confermati così come sono stati previsti, saranno un’ipoteca sulla ricaduta delle Olimpiadi, in termini di sviluppo. Lo ha spiegato il presidente della Regione nella lettera inviata al ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. «Come a lei ben noto», scrive Zaia, rivolgendosi al ministro anche con un più familiare “Caro Dario”, «la Regione Veneto è impegnata nella ricostruzione del territorio montano dopo gli eventi calamitosi dell’autunno del 2018 che hanno gravemente colpito il patrimonio naturalistico e boschivo, nonché nell’organizzazione di alcuni appuntamenti sportivi di rilevanza planetaria. Si tratta delle finali della Coppa del mondo
Allo stato i rumors parlano di un via libera con l’alleggerimento di venti prescrizioni mento destinati ad interessare anche l’area in oggetto». Quindi Auronzo, Misurina e il Comelico. «Appare evidente», aggiunge Zaia, «che, qualora la proposta dichiarativa in argomento venisse emanata nella forma inoltrata alla
Il governatore Luca Zaia
sappada
Pian dei Nidi, firmato l’atto per la cessione a Promoturismo Fvg
L’impianto di Pian dei Nidi
SAPPADA. La vicenda dell’impianto di risalita di Pian dei Nidi si chiude come previsto: ieri a Udine è stato ratificato il passaggio dal Comune di Sappada all’ente Promoturismo Friuli Venezia Giulia. La firma del sindaco Manuel Piller Hoffer comporterà un risparmio sensibile per le casse municipali: 100.800 euro. Non solo. Il Comune di Sappada incassa dalla cessione dell’impianto una cifra di poco superiore ai duecentomila euro. Pian dei Nidi andrà ad implementare l’offerta di Promoturismo Fvg che, per i prossimi anni, ha deciso di investire una cifra monstre, tra i dieci ed i dodici milioni, per il rilancio turistico della località sappadina. A tal proposito va “collegata” all’operazione Pian dei Nidi quella attualmente ancora in corso e che chiama in causa altri impianti
Nella prestigiosa sede della Magnifica, a Pieve, una serata di ricordi incentrati sulla impresa storica che portò Lino Lacedelli sul K2
Gli Scoiattoli ospiti dei Ragni per spegnere le 80 candeline L’EVENTO
G
li Scoiattoli di Cortina quest’anno hanno festeggiato il loro compleanno a Pieve. Ed è stata una ricorrenza importante, perché si spegnevano le 80 candeline. Un giorno importante non solo per gli Scoiattoli, ma anche
per tutto il mondo alpinistico cadorino che, per dimostrare la sua stima al sodalizio ampezzano, ha accolto il presidente Alberto Gaspari Moroto e gli altri ospiti nella prestigiosa sede della Magnifica. «A festeggiare gli 80 anni del prestigioso gruppo di rocciatori dal maglione rosso», ha spiegato il sindaco Giuseppe Casagrande salutando gli
ospiti, «ci hanno pensato la sezione del Cai di Pieve insieme al gruppo rocciatori Ragni e alla locale stazione del Soccorso alpino, sostenuti dal Comune di Pieve e dalla Magnifica». Il posto d’onore è stato riservato al presidente Gaspari, che ha voluto al suo fianco quella che oggi è da considerare ormai la memoria storica dell’associazio-
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di Sappada fino allo scorso anno in gestione alla società Gts: Pista Nera, Monte Siera e Sappada 2000 per i quali la trattativa è ancora in corso ma al momento lontana da una felice risoluzione. Promoturismo Fvg si appresta invece ad acquisire (domani la firma? ), dopo Pian dei Nidi, anche la sciovia Quinz collocata
Il Comune incassa circa 200mila euro e ne risparmia 100mila in costi di gestione
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Primo Piano
Mercoledì 4 Dicembre 2019 www.gazzettino.it
Le spine della maggioranza
Strappo prescrizione, il Pd: inaccettabile così salta il governo `Respinta in aula l’urgenza per il testo Altolà di dem e Iv al testo Bonafede Il Nazareno: senza intesa, un nostro ddl Costa, decisive le assenze dei renziani
I nodi della riforma della giustizia
Prescrizione
La riforma Bonafede prevede un accorciamento dei tempi dei processi con una durata massima di sei anni
I tempi
La riforma del Csm dovrebbe prevedere una fase elettiva e poi un sorteggio. Ma secondo l’Associazione magistrati la norma sarebbe incostituzionale
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IL CASO ROMA «Così salta il governo». Il Pd e Italia Viva alzano la voce e lo hanno fatto parlando direttamente con Conte. Per ora sono messaggi inviati affinché sia Bonafede a sminare il terreno e a trovare un accordo sulla riforma della prescrizione. In assenza di un’intesa Zingaretti e Renzi hanno fatto capire al premier che si muoveranno in autonomia. Il Pd è pronto a presentare una proposta sulla prescrizione processuale, facendo propria la tesi dell’ex procuratore di Milano Bruti Liberati, con l’estinzione dell’azione penale qualora non vengano rispettati i tempi prefissati. «Invece che far prescrivere i reati, si fanno prescrivere i processi e, quindi, rispetto al tema della prescrizione, si tornerebbe al punto di partenza», il no di Bonafede. «Siamo vicini ad un punto di svolta, non ci fermiamo», osserva il responsabile di via Arenula. Italia Viva però minaccia di votare il ddl del forzista Costa quando arriverà nell’Aula di
DELEGAZIONE RENZIANA DA CONTE DI MAIO ATTACCA: «IL SEGRETARIO DEMOCRAT PARLA COME BERLUSCONI»
Montecitorio. Ieri le forze di maggioranza hanno comunque deciso di non concedere la via d’urgenza per imporre lo stop alla riforma Bonafede. Ma i renziani si sono smarcati, non partecipando al voto. E lo hanno comunicato prima al presidente del Consiglio in un incontro a palazzo Chigi. La richiesta di FI è stata bocciata alla Camera con 269 no, 219 sì e due astenuti. Le forze dell’opposizione hanno tentato il blitz, chiedendo invano il voto segreto. Il ministro della Giustizia è disposto ad aprire un confronto sulla prescrizione all’interno della riforma del processo penale, chiede un dialogo nel merito ma di fatto non è intenzionato ad accontentare i dem, nonostante sia in corso un’interlocuzione soprattutto con il vicesegretario Pd Orlando. Il Guardasigilli ha apprezzato il messaggio di compattezza del Pd e criticato Iv: «Ognuno fa le sue scelte, le nostre sono chiare da sempre».
NERO SU BIANCO E allora Zingaretti ha messo nero su bianco la posizione del Nazareno: «Il Pd si è confermato forza leale con la maggioranza. Ma riteniamo inaccettabile l’entrata in vigore delle norme» inserite nello Spazzacorrotti «senza garanzie sulle durate dei processi. Non si può rimanere sotto processo per un tempo indefinito». Del resto i deputati riuniti di prima mattina hanno espresso il proprio malessere con interventi di fuoco.
«Così non si può andare avanti. Basta con lo scontro ideologico, altrimenti anche noi cominciamo a piantare le bandierine», il refrain generale. «Avere processi infiniti non tutela gli innocenti, ma nemmeno le vittime dei reati. Anzi, c’è il rischio che i colpevoli non scontino le pene», ha spiegato anche la renziana Boschi. Conte si è fatto carico di trovare una soluzione insieme al Guardasigilli per assicurare che l’entrata in vigore della riforma della prescrizione sia accompagnata da norme che assicurino una durata certa dei processi. Ma ormai Pd e Italia viva non si
fidano. E stanno progettando di inserire la richiesta di rinvio nel dl Milleproroghe. «O si trova una quadra in tempi brevissimi o, se resta il muro eretto dal M5S, come Pd presenteremo entro fine anno una proposta di legge autonoma di riforma della prescrizione, con l’introduzione della prescrizione processuale e meccanismi di garanzia della durata del processo», dice chiaro e tondo Zingaretti. Commento di Di Maio con i suoi: «Sembra di sentire Salvini o Berlusconi...». Insomma la strada maestra resta quella dell’intesa e per questo motivo (per ora) si è chiusa la
L’agitazione
Penalisti in sciopero per una settimana Una settimana di astensione dalle udienze, da lunedì scorso fino al 7 dicembre, e in concomitanza una «maratona oratoria» a Roma, in piazza Cavour, davanti alla sede della Corte di Cassazione. E’ in corso la protesta dell’Unione delle Camere Penali contro lo stop alla prescrizione. Centinaia di avvocati da tutta Italia - come spiega l’avvocato Gian Domenico Caiazza, presidente dei penalisti - per raccontare ai cittadini quello che accade nei tribunali ogni giorno: «Protestiamo non in favore
della prescrizione in quanto tale, ma contro un principio barbarico che sta per essere affermato - dal primo gennaio in questo Paese: che il cittadino debba restare in balia della giustizia penale per un tempo indefinito, fino a quando e se lo Stato riuscirà a pronunciare una sentenza definitiva sulla sua vicenda giudiziaria. E questo vale sia per gli imputati che per le persone offese dal reato». «Un principio barbaro rimarca - che non appartiene a nessuna civiltà giuridica ».
Dal 2020 in presenza di una sentenza di primo grado non c’è più scadenza alla durata del processo ma, per diventare operativa, questa norma ha bisogno di una ulteriore riforma del processo finale
Il Csm
Si prevede la cancellazione dell’obbligo di un corso di perfezionamento per i neo-magistrati
L’accesso porta al ddl Costa. Tuttavia non si escludono emendamenti e perfino la minaccia di approvare un testo proprio in cui di fatto si chiederà di abrogare la riforma della prescrizione, anche nei primi mesi del nuovo anno. L’esponente azzurro in Aula ha attaccato la maggioranza, salvando solo Iv: «Ci sono forcaioli come i Cinque Stelle e, come loro complici, i pavidi del Pd» che vogliono lasciare «le impronte digitali sull’ergastolo processuale». «La nostra battaglia di civiltà giuridica non si ferma», promette l’ex ministro. Lo scontro ora si sposta in Commissione. Ma M5S già avverte che non sarà possibile far arrivare il ddl nell’emiciclo entro la fine dell’anno. Emilio Pucci © RIPRODUZIONE RISERVATA
LO SCONTRO SULLA PROPOSTA DI LEGGE AZZURRA IN COMMISSIONE: NIENTE VOTO FINO AL NUOVO ANNO
Autonomia, oggi il vertice giallorosso Boccia: «Per me si va in aula a gennaio» LA TRATTATIVA VENEZIA Nel lungo e tortuoso percorso dell’autonomia differenziata, arrivano due snodi cruciali. Questa mattina si tiene l’atteso vertice di maggioranza promosso dal ministro pentastellato Federico D’Incà con il collega dem Francesco Boccia, mentre per domani sera è prevista la discussione a Palazzo Chigi presieduta dal premier Giuseppe Conte. Il titolare degli Affari Regionali è fiducioso, rispetto al cammino del provvedimento e alla possibilità di convincere i perplessi o critici di Movimento 5 Stelle, Partito Denocratico e Italia Viva: «Non penso ci siano fibrillazioni per i contenuti. Non ho mai chiesto di forzare, non avrei mai violato le regole. Se ci sono le condizioni e c’è l’unanimità lo si porterà avanti secondo i meccanismi che decideranno tutti i gruppi parlamentari. Nella nota di aggiornamento al Def, ho assunto un impegno che ci sarebbe stato un collegato alla manovra chiamato “Disposizioni
per l’attuazione dell’autonomia differenziata” ed è quello che sto facendo nei tempi previsti, ossia dicembre. Dal 2 gennaio per quanto mi riguarda possiamo andare in Parlamento ».
LA CORNICE Ieri lo schema del disegno di legge, definito «urgente», è stato diramato agli Uffici legislativi di Camera e Senato e alla Ragioneria generale dello Stato. Secondo quanto trapelato, si tratta della stessa versione che giovedì scorso era stata approvata dalla Conferenza Stato-Regioni: tre articoli in tutto. La legge-quadro definisce una cornice nazionale di tutele all’interno della quale si potran-
STAMANI L’INCONTRO DI MAGGIORANZA PROMOSSO DA D’INCÀ E DOMANI SERA LA DISCUSSIONE A PALAZZO CHIGI
no poi indicare le materie e le funzioni oggetto delle successive intese con le diverse Regioni che lo chiederanno, salvo l’approvazione finale da parte del Parlamento. All’articolo 1 si legge che «lo Stato nella sottoscrizione delle intese con le quali sono attribuite alle Regioni ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia» indica «obiettivi e previsioni» per «assicurare su tutto il territorio nazionale i livelli essenziali delle prestazioni» nonché «i fabbisogni standard». Al conferimento delle funzioni, «si procede tenuto conto delle funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città Metropolitane definite dalla legislazione statale». Se entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di approvazione dell’intesa «non siano stati adottati i decreti», le funzioni sono «attribuite con decorrenza dal 1° gennaio dell’esercizio immediatamente successivo e fino alla loro adozione». Inoltre, «lo Stato ha la facoltà di stabilire, in relazione agli andamenti del ciclo economico e dei conti pubbli-
ci, misure transitorie a carico della Regione, a garanzia dell’equità nel concorso al risanamento della finanza pubblica». Entro 10 giorni, il ministro per gli Affari Regionali trasmette lo schema di intesa sottoscritto con il presidente della Regione alle Camere, per le conseguenti analisi da parte del Parlamento, da assumere entro 60 giorni dal recapito. Le deliberazioni vengono poi trasmesse al Governo e alla Regione per le rispettive valutazioni, «per determinare il testo definitivo dell’intesa», dopodiché il Consiglio dei ministri autorizza il premier a stipulare l’intesa definitiva.
I LEP L’articolo 2 riguarda invece le modalità per la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni, degli obiettivi di servizio e dei fabbisogni standard nelle materie che sono oggetto dell’intesa. L’articolo 3 concerne infine la perequazione infrastrutturale, per «assicurare su tutto il territorio nazionale il recupero del deficit infrastrutturale delle diverse
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DEM Francesco Boccia (LAPRESSE)
aree geografiche del territorio nazionale e anche all’interno delle singole Regioni». La relazione illustrativa che è allegata al testo del disegno di legge fa sapere che ad oggi, sono quattro le Regioni che con delibere dei rispettivi Consigli hanno formalizzato richieste di autonomia differenziata: Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, le tre che dovrebbero ormai essere in dirittura d’arrivo, più la Liguria che si è aggiunta in seguito. A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
“Partecipa”, il nuovo sito del governo stile Rousseau ue ministri, Fabiana Dadone e Federico D’Incà, più il sottosegretario alla presidenza di Palazzo Chigi, Riccardo Fraccaro. I tre big M5S domani presenteranno il lancio della piattaforma “Partecipa”, fiore all’occhiello del grillissimo di governo, coltivato con cura già ai tempi dell’esecutivo gialloverde. Si tratta di un esperimento di democrazia partecipata per le pubbliche amministrazioni. A metà tra le sfide italiane lanciate da Rousseau e le buone pratiche del comune di Barcellona (la sindaca Ada Colau da anni spinge sul protagonismo dei cittadini e proprio grazie a questa carta è stata rieletta lo scorso giugno). Di cosa si tratta nel merito? L’iniziativa si articola su tre fronti: il nuovo portale raccoglierà le consultazioni in corso e quelle concluse, sarà predisposta la guida alle consultazione per gli utenti e infine il “sistema” sarà messo a disposizione delle pubbliche amministrazioni a partire dai Comuni. Un esempio: per decidere come riqualificare un quartiere o per capire da che ora far scattare la zona a traffico limitato nel centro storico di una città, d’ora in poi le amministrazioni potranno consultare i residenti e i commercianti, ma anche gli imprenditori. La prima consultazione che sarà testata riguarda le norme sull’Anticorruzione. Verrà chiesto come poter ridurre la burocrazia e i tempi di risposta delle amministrazioni. «In generale - raccontano al ministero della Pubblica amministrazione - non si tratta di referendum sì o no ma appunto di consultazioni». Per fornire così alla politica una bussola, ma senza sostituirla. Simone Canettieri
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Conegliano PievediSoligo
Mercoledì 4 Dicembre 2019 www.gazzettino.it
C’è tutto il Veneto nel presepe di Parè per Papa Francesco La rappresentazione della natività realizzata dai volontari sarà presentata domani: conterrà molti riferimenti al territorio `
CONEGLIANO La Città del Cima mai così “di casa” in Vaticano. Mancano poche ore a un momento particolarmente atteso dai coneglianesi e dalla comunità cristiana di Parè in particolare: domani sarà inaugurato nell’aula Nervi – Paolo VI nella Città del Vaticano il presepe realizzato dai volontari del presepio artistico Parè, che da quasi 15 anni allestiscono rappresentazioni della Natività di varia ambientazione e ispirazione nei locali della parrocchia dedicata alla Beata Vergine di Fatima, che il mese scorso ha subìto il grave lutto della scomparsa dello storico parroco monsignor Fausto Scapin.
città potrà fregiarsi di un onore riservato a pochi» commenta l’amministrazione comunale, che con il sindaco Fabio Chies e il presidente del consiglio comunale Giovanni Bernardelli sarà presente domani all’inaugurazione del presepe di Parè in Vaticano e che a fine novembre ha dato il via libera alla concessione alla parrocchia di via Ortigara di un contributo di 7mila euro a parziale copertura delle spese sostenute per realizzare il presepio, quantificate al momento in
IL PROGETTO Il presepio di quest’anno sarà ricco di riferimenti al territorio veneto: la Sacra Famiglia troverà ospitalità nell’ottocentesca casera di Malga Fittane di Erbezzo, in provincia di Verona. Ci sarà la Lessinia con i suoi archi gotici a sesto acuto che rimanderanno all’immaginario dell’umile grotta in cui nacque Gesù, che nell’opera di Parè sarà rappresentato – come tutti gli altri personaggi – da statue di legno interamente scolpite a mano e alte circa 120 centimetri. Religiosità popolare, arte e amore per le origini rivivranno nel capitello posto a fianco della grande struttura, e l’immagine sacra della Madonna con Bambino sarà ripresa da un’opera di Giovanni Battista Cima, il pittore coneglianese per antonomasia. L’intera opera d’arte sarà permeata dallo spirito dell’enciclica “Laudato si”, che richiama i cristiani al rispetto della Terra e delle sue risorse. In una sola opera si ritroveranno dunque valori come il volontariato, la dedizione, la professionalità, l’attenzione al passato, al territorio locale e all’ambiente. Un mix che ha permesso al gruppo dei presepisti di Parè di avere l’onore di donare l’opera d’arte a Papa Francesco e a tutti i pellegrini che visiteranno Roma e il Vaticano in questo Natale. «Si tratta di un’occasione di rilevanza mondiale, dove la nostra
CIRCA 500 PERSONE IN TRENO O PULLMAN IN VATICANO PER L’INAUGURAZIONE SARANNO PRESENTI CHIES E ZAIA
poco più di 25mila euro. «Riteniamo questo evento unico e irripetibile, e quindi anche meritevole di un sostegno» spiegano sindaco e assessori nella delibera che approva il contributo.
LA CERIMONIA Le autorità, tra le quali il governatore del Veneto Luca Zaia, saranno presenti a Roma al momento dell’inaugurazione del presepe, prevista per domani alle 16.30, insieme a un folto gruppo di coneglianesi: circa 500 quelli che già oggi dovrebbero raggiungere la capitale in treno o pullman. Sono stati invitati a partecipare alla cerimonia, destinata a rimanere indelebile nei cuori di molti fedeli, anche gli sbandieratori e tamburi della Dama Castellana e i ragazzi della scuola Enaip, questi ultimi per l’allestimento del brindisi finale. Il gruppo che cura il presepe di Parè sarà ricevuto in udienza da Papa Francesco domani mattina insieme a quelli di Scurelle (Valsugana, Trento) che ha realizzato il presepe di piazza San Pietro e di Rotzo (Vicenza) che ha donato l’abete rosso che rimarrà in Vaticano, come i presepi, fino a domenica 12 gennaio. Sabato nel piazzale della chiesa di Parè sono stati benedetti i mezzi che nel fine settimana hanno trasportato i materiali della Natività fino a Roma. Bernardelli ha lodato i volontari del presepio: «L’entusiasmo è alle stelle, siete fantastici». Luca Anzanello
LA BELLEZZA Nelle foto sopra due particolari dal presepe del 2018
PRONTI I volontari arrivati lunedì in Vaticano sono al lavoro per allestire il presepio
Torta al radicchio di Treviso per la tavola del Pontefice PIEVE DI SOLIGO Dieci torte al radicchio di Treviso, preparate dal pizzaiolo pievigino Mirko Fariello, che è anche docente di lievitati all’Enaip di Conegliano, saranno domenica sulle tavole della mensa per i poveri in Vaticano. E al pranzo è atteso anche Papa Francesco. L’iniziativa coinvolge la scuola professionale e diverse realtà del territorio coneglianese, tra loro anche i presepisti della parrocchia di Parè che domenica scorsa sono arrivati in Vaticano per allestire il presepe nell’aula Paolo VI. E per Fariello l’aver potuto ideare e sfornare questo dolce, nella speranza ora che anche il Pontefice lo possa assaggiare, è senz’altro una grande soddisfazione. Lunedì Fariello ha ultimato la cottura delle ultime delle dieci teglie di dolce che oggi sono in viaggio verso Roma, dove domenica saranno servite ai partecipanti al pranzo. «Viaggeranno con i presepisti di Parè e con la delegazione dell’istituto Enaip di Conegliano che domenica saranno in Vaticano – spiega il pizzaiolo -
Nei giorni scorsi, durante la lezione di lievitati a scuola, mi è stato proposto di preparare qualcosa, dolce o salato, con del radicchio di Treviso da portare in Vaticano. Una pietanza da degustare insieme ad altri prodotti del nostro territorio che pure saranno a Roma: il prosecco, il formaggio imbriago e la porchetta di Treviso. Ed ho optato per una dolce, una sorta di torta di mele rivisitata. Nell’impasto oltre a uova, farina, zucchero, lievito ed aromi anche del radicchio di Treviso a crudo. E il risulta-
ONORATO Il pizzaiolo pievigino Mirko Fariello con le torte
to è davvero ottimo. Spesso non ci si pensa, ma questo ortaggio si presta anche per dei dolci». Le dieci torte, ciascuna di 40 per 30 centimetri, ieri sono state confezionate per essere oggi pronte per il viaggio fino a Roma. E fino a domenica non perderanno morbidezza e profumo, visto che prima il tutto è stato testato da Fariello. «So che al pranzo sono attese molte persone – prosegue Fariello che a Pieve di Soligo è titolare della pizzeria Tramonti e della Tramonti Academy Si parla comunque di assaggi dei prodotti tipici del nostro territorio. So che papa Francesco sarà sicuramente presente, speriamo possa assaggiare anche la mia torta al radicchio di Treviso». I dolci sono stati preparati e cucinati dal pizzaiolo pievigino all’Enaip di Conegliano. Fariello si è scattato anche un selfie davanti al forno e alle torte in cottura che, pubblicato su Facebook, ha incuriosito molti amici e pievigini. «Sono molto soddisfatto» afferma il pizzaiolo. E molti gli hanno già chiesto di poter assaggiare il dolce. Claudia Borsoi © RIPRODUZIONE RISERVATA
Luminarie e iniziative per il Natale Corsi di specializzazione sulle aritmie medici da tutta Italia in ospedale il Comune stanzia 54mila euro CONEGLIANO Per sostenere i costi delle luminarie e delle manifestazioni natalizie sono stati impegnati finora dal Comune 54mila euro. Non basta infatti l’apporto degli sponsor, ma serve pure un sostanzioso contributo del Comune, per coprire le spese. Per il Natale a Conegliano, l’associazione Conegliano in Cima, presieduta da Patrizia Loberto, ha presentato un preventivo di spesa di 148mila euro, a fronte di entrate stimate in 110mila. Per collaborare il Comune ha deciso di fornire un contributo indiretto di 4mila euro per l’allacciamento e la fornitura dell’energia elettrica e dell’acqua e di un altro di 5mila euro, in quanto sarà interdetto, dal 7
dicembre al 6 gennaio, l’uso di 30 stalli a pagamento per la sosta. Inoltre a Conegliano in Cima si è deciso di assegnare un acconto quantificato in 15mila euro a rimborso delle prime urgenti spese necessarie per l’organizzazione dei vari eventi. Ma consuntivo ne potrebbero servire degli altri. Alla stesa Conegliano in Cima, che lo ha richiesto, si è deciso di assegnare un contributo di 30mila euro
SABATO DALLE 16.30 TAGLIO DEL NASTRO DELLE ATTRAZIONI DAL BISCIONE A VIA CARDUCCI FINO A PIAZZA CIMA
per l’installazione nelle vie più centrali delle luminarie, «nell’ambito delle iniziative per valorizzare l’attrattiva e lo sviluppo commerciale e turistico della città». L’inaugurazione del Villaggio di Natale è prevista sabato con questo programma: alle 16.30 in piazzale Fratelli Zoppas l’arrivo di Babbo Natale e l’apertura della casa di Babbo Natale; alle 17 l’accensione della ruota panoramica “The Wheel” in viale Carducci, lungo il quale le casette in legno accoglieranno i visitatori con prodotti tipici natalizi; alle 17.30 apertura della pista di pattinaggio sul ghiaccio in piazza Cima con lo spettacolo “Christmas Gala on Ice”. Inoltre in Corte delle Rose verranno posizionati un trenino e alcune casette di legno. (g.p.m.)
CONEGLIANO Prosegue la tradizione di tenere corsi di alta specializzazione sulla terapia delle aritmie presso la Cardiologia dell’ospedale di Conegliano. In questi giorni hanno presenziato da numerose regioni italiane. La Cardiologia di Conegliano è un centro di alta specializzazione nella terapia delle aritmie e periodicamente accoglie medici provenienti da tutta Italia per corsi teorico pratici sul trattamento avanzato di queste patologie. «Il nostro centro possiede l’esperienza e tecnologie avanzate – conferma il dottor Roberto Mantovan, direttore dell’Unità operativa e promotore dei corsi- per affrontare la correzione di tutta la patologia aritmica.
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Siamo riferimento per casi complessi sia dal Veneto che da fuori regione. Molti medici ci chiedono di venire ad assistere alle nostre procedure e conoscere l’utilizzo di nuove tecnologie». La recente apertura della nuova
emodinamica consentirà un ampliamento delle sale dedicate all’aritmologia portando Cardiologia ai massimi livelli in questo settore. In questo momento ci sono 6 medici esperti dedicati a queste patologie.
XI
Mestre Favaro Mogliano
Mercoledì 4 Dicembre 2019 www.gazzettino.it
Il post referendum «Chi ha votato vuole l’autonomia» IL NUOVO FRONTE VENEZIA «Torneremo a chiedere
CONDANNATO Ancora un caso di maltrattamenti su una donna da parte del convivente, condannato a due anni e otto mesi
Violenze, stalker condannato Due anni e otto mesi a un cinquantenne `Minacce di morte e messaggi minatori di Favaro che maltrattava la convivente L’uomo era già finito agli arresti domiciliari `
TRIBUNALE VENEZIA Una condanna di due an-
ni e otto mesi per il reato di maltrattamenti in famiglia e per alcuni episodi di stalking. Ad emetterla, ieri mattina in Tribunale, è stato il giudice Gilberto Stigliano Messuti, al termine dell’udienza, con il rito abbreviato, a Venezia. Nel mirino della Procura era fino un cinquantenne di Favaro che dopo una serie di episodi di maltrattamenti nei confronti della convivente, era stato destinatario di alcuni provvedimenti di allontanamento. Non avendoli rispettati per lui erano quindi scattati gli arresti domiciliari.
LA VICENDA
I rapporti con la donna, dalla quale aveva anche avuto una figlia, negli ultimi tempi si erano resi sempre più tesi. Oltre ai maltrattamenti, che stando agli accertamenti erano avvenuti dall’agosto 2018 al marzo di quest’anno senza lesioni particolarmente gravi, l’uomo una volta che il rapporto ventennale si era definitamente interrotto era stato protagonista di alcuni episodi di stalking. Nel corso del processo era emerso che in più occasioni la vittima (parte civile
avvocato Bellato) sarebbe anche stata minacciata di morte tramite telefonate e messaggi al cellulare. Una volta che il protagonista era stato sottoposto agli arresti domiciliari i carabinieri di Favaro lo avevano anche sorpreso a trascorrere alcune ore al bar con gli amici. Da qui era scattato il controllo che lo aveva quindi portato al carcere per maltrattamenti ed evasione. Nel corso del procedimento l’uomo, che ha risarcito la parte civile con 5mila euro, si è anche detto disponibile a seguire una sorta di programma di recupero come spesso avviene in queste circostanze. Su questo specifico aspetto il gip Stigliano Messuti, sulla base di tutti gli elementi raccolti in questo procedimento, si è riservato di prendere una decisione nei prossimi giorni.
LE AGGRESSIONI
LO SCORSO ANNO I CARABINIERI HANNO RACCOLTO 46 DENUNCE PER CASI SPECIFICI CON SEI ARRESTI
In attesa di numeri del 2019, quelli dell’anno scorso confermano che il problema dei maltrattamenti e delle violenze nei confronti delle donne è abbastanza frequente. Nel corso di tutto il 2018, infatti, nel Veneziano sono stati trattati 62 casi di violenza sessuale (di cui tre culminati con un arresto), praticamente cinque al mese. La statistica prende un significato ancor più significativo se la si confronta con quella dell’anno precedente, ferma a 32 (e comunque con tre ar-
resti). Un raddoppio che da un lato evidenzia la gravità del fenomeno, dall’altro però sottolinea anche una tendenza delle donne a denunciare di più gli abusi rispetto a un tempo. L’appello dei militari è sempre lo stesso: denunciare il prima possibile. Nel 2018, i carabinieri hanno infatti raccolto 46 denunce per stalking (6 gli arrestati) e 102 episodi di maltrattamenti in famiglia (in questo caso 11 arresti). G.P.B. © RIPRODUZIONE RISERVATA
Mogliano
Bar mobilitato per gli aiuti a Venezia MOGLIANO Continuerà per tutta questa settimana la raccolta fondi per aiutare Venezia al “Retrò Bar” a Marocco di Mogliano. Il 30 novembre, dalle 11 alle 19, si è svolta la giornata di solidarietà promossa da Benny, del Retrò Bar, insieme con Denjse di Glamour Acconciatore. Nel locale su piazza Sant’Antonio, nel quartiere di Marocco, insieme a musica, panini e spritz sono stati raccolti fondi per aiutare le attività veneziane a rialzarsi
dopo le tragiche giornate di acqua alta del mese scorso. Molti i partecipanti nonostante la scarsa divulgazione data all’evento da parte dell’associazione del Quartiere Marocco. «Speravamo che i componenti del consiglio di quartiere e il presidente passassero di qua, ma non sono venuti» dichiara l’organizzatore. Ha partecipato invece l’assessore alle Politiche sociali di Mogliano, Giuliana Tochet.
alla Regione di applicare il terzo comma dell’articolo 6 della legge 25 del 1992 per ottenere lo scorporo dal grande comune unico della realtà veneziana. Il primo round va ai sostenitori del no e dell’astensione, ma è una vittoria di Pirro». Metabolizzata, o quasi, la dura sconfitta al referendum, Gian Angelo Bellati, presidente del Movimento per l’Autonomia di Venezia, detta la linea per il futuro. Un ragionamento che parte dai dati della maggiore affluenza registrata nella città d’acqua e nella vittoria, ovunque, del sì. «È chiara la volontà della Venezia di centro storico, della zona insulare e dell’estuario di avere un proprio comune – scrive nella sua analisi del voto – Nelle isole da più di 50 anni si stanno aspettando soluzioni, ma non arrivano e questo con grande imbarazzo per tutti noi a livello internazionale, perché Venezia è patrimonio dell’umanità, patrimonio mondiale. Siamo sotto la lente di ingrandimento di tutti coloro che all’estero amano Venezia».
IL PIANO POLITICO
In attesa dell’esito del ricorso al Tar contro la previsione del quorum, la riflessione si fa politica. «Noi – prosegue Bellati – abbiamo come obiettivo la salvaguardia fisica e socioeconomica della città, cosa che doveva essere fatta dalla legge speciale, ma non è ancora stata attuata. Venezia è solo stata sfruttata e i primi a pagare sono stati i residenti che hanno dovuto lasciare la città: ben centomila nell’arco degli ultimi 40 anni. Un numero enorme e noi abbiamo l’obbligo di contrastare questa tendenza drammatica che ci porterà ad una cittadina che nell’arco di 10, al massimo 20 anni, sarà ridotta ad avere 15-20 mila residenti». Anche il segretario generale dell’Ugl, Sebastiano Costalonga, analizza l’esito del referendum con una nota, dichiarandosi preoccupato per l’affluenza bassissima. «Anche al referendum per l’autonomia del Veneto nel nostro comune il quorum non fu raggiunto, fermandosi al 44,9% e anche cinque anni fa il sindaco Brugnaro non fu eletto al ballottaggio dalla maggioranza degli aventi diritto», ricorda. «Non posso minimamente credere - aggiunge - che la bassa affluenza sia stata dovuta all’indicazione di certi
Batteria irregolare, disabile lasciato a terra IL CASO MESTRE È rimasto a terra per un
disguido sulla batteria della propria carrozzina. Senza alcun preavviso lo spiacevole episodio è accaduto domenica scorsa all’aeroporto Marco Polo di Tessera, pochi minuti prima dell’imbarco su un volo diretto a Palermo. Vittima inconsapevole, pur in possesso di un regolare biglietto, Giovanni D’Aiuto, capitano dei Red Cobra, squadra palermitana di wheelchair hockey, lo sport giocato in carrozzina, nonché presidente dell’Unione italiana lotta alla distrofia muscolare di Palermo. Insieme a Marcello Cacioppo, suo accompagnatore e alle-
natore della squadra, Giovanni D’Aiuto si era presentato allo scalo veneziano per imbarcarsi con un volo Volotea ma la compagnia aerea gli ha comunicato che non sarebbe potuto partire a causa di un regolamento interno che esclude dai propri aeromobili carrozzine elettroniche dotate di batterie che superino i 600 watt di potenza. Una misura adottata probabilmente per ragioni di sicurezza del volo aereo. Di fronte al rifiuto di consentire l’imbarco, a nulla sono servite le rimostranze dei due passeggeri, malgrado fossero in possesso della documentazione relativa alla dotazione della batteria. «Mi sono sentito obiettare la violazione di un presunto rego-
lamento di cui non vi è traccia sul sito di Volotea - ricorda D’Aiuto – e in ogni caso la compagnia avrebbe dovuto informarmi per tempo di questo problema perché allora mi sarei procurato una carrozzina tradizionale. Quando sono arrivato all’accettazione, ho fatto leggere la scheda tecnica in cui risultava come la mia carrozzina fosse dotata di una batteria
NIENTE IMBARCO ALL’AEROPORTO DI TESSERA PER LA CARROZZINA DEL PRESIDENTE UILDM DI PALERMO
A TERRA Il passeggero ha dovuto prendere un altro volo
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al piombo e non al litio, ritenuta pericolosa, ed in ogni caso la batteria era chiusa ermeticamente, tanto che con le altre compagnie aeree ho sempre viaggiato regolarmente senza alcun problema». D’Aiuto e Cacioppo sono quindi rimasti a terra diverse ore perdendo il volo per Palermo e durante l’attesa al Marco Polo è intervenuta la Polizia presente nello scalo veneziano che ha aiutato i due passeggeri ad acquistare altri due biglietti con la compagnia Ryanair per un volo in partenza dall’aeroporto di Treviso. Includendo anche le spese per un taxi dotato di scivolo per il trasporto di disabili, l’imprevisto cambio di programma è però costato al passeggero l’esborso di altri
esponenti o partiti che dicevano di non andare a votare, ma penso sia comunque molto pericolosa visto che tra pochi mesi saremo chiamati ad esprimerci per le elezioni amministrative». Costalonga guarda ai numeri: «Per il sì, tra Venezia e Mestre, si sono espresse 30mila persone, avvicinandosi alle 35mila che nel 2015 votarono la lista del sindaco: una quota di elettori che merita assoluto rispetto e attenzione. Spero sia chiaro all’attuale sindaco, ma anche a chi aspirerà a farlo per i prossimi cinque anni, che è necessario prestare più attenzione alla realtà lagunare senza snobbare il dato del referendum e delle persone che a prescindere dalla fede politica vi hanno partecipato». E conclude con una critica: «Alcuni esponenti che ricoprono cariche amministrative del Comune sono intervenute scorrettamente, raccontando mezze verità e strumentalizzando sulla pelle dei lavoratori scenari apocalittici con licenziamenti e chiusura di aziende partecipate. Hanno paventato ripercussioni catastrofiche della macchina amministrativa con la paralisi della città. Mi auguro che non accada mai più perché il lavoro è dignità, un lavoratore vive per la sua famiglia e il solo pensiero di poter perdere il proprio posto può portare a gravi conseguenze». Alvise Sperandio
GIAN ANGELO BELLATI: «VENEZIA SCORPORATA DAL TERRITORIO COMUNALE» COSTALONGA (UGL): «NON CI SNOBBATE»
IL DOPO VOTO Costalonga e Bellati rilanciano l’autonomia
600 euro, oltre al disagio per il ritardo e per il forzato trasferimento all’aeroporto di Treviso. «Riferirò l’accaduto alle sedi opportune affinché non accada nulla di simile ad altre persone con disabilità; è triste aver constatato di non aver ricevuto alcuna assistenza logistica né economica - osserva D’Aiuto - né tanto meno mi è stata offerta un’alternativa come quella di togliere la batteria e farla viaggiare a parte». In merito all’episodio la compagnia aerea Volotea, che si è scusata per i disagi causati al passeggero, fa sapere che l’ispezione delle batterie non avrebbe portato alla corretta identificazione delle stesse e di aver offerto il rimborso del costo del biglietto e delle spese sostenute per il rientro a Palermo con un volo alternativo. Paolo Guidone © RIPRODUZIONE RISERVATA
VII
Treviso
Mercoledì 4 Dicembre 2019 www.gazzettino.it
Imprese d’eccellenza, domani l’inserto delle Top 300 `Oggi in anteprima
la presentazione alle 17 all’H-Farm di Ca’ Tron IL FOCUS TREVISO Una fotografia fedele
dell’economia trevigiana e dell’andamento delle sue principali aziende, perché basata su indicatori oggettivi. È quella scattata dall’Ordine dei commercialisti analizzando i bilanci di 10.660 società di capitali della provincia nell’ambito del progetto “Eccellenze del Nordest, le im-
prese più dinamiche”, curato in collaborazione con l’Università Ca’ Foscari. I risultati saranno contenuti in un inserto speciale di 32 pagine in allegato domani al Gazzettino, con i dati delle Top 300 imprese trevigiane, delle cento maggiori su scala regionale e anche delle realtà più dinamiche, ovvero quelle con la crescita più cospicua indipendentemente dalle dimensioni. Questo pomeriggio la ricerca sarà presentata e discussa in anteprima, nella sede di H-Farm Big Rock, in via Boschi 12, a Ca’ Tron di Roncade. Ultima tappa di un tour che ha toccato tutte le tredici province del Triveneto, per al-
trettanti approfondimenti locali. Dalle 17, dopo i saluti istituzionali di Riccardo Donadon, fondatore e presidente del gruppo del digitale, e di David Moro, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Treviso, seguiranno gli interventi di Thomas Vanin, ricercatore gruppo di lavoro Symposium 2019, che illustrerà gli esiti dello studio in chiave trevigiana, e di Camilla Menini, consigliere segretario dell’Ordine provinciale, che interverrà sul modo in cui le reti tra imprese e i sistemi locali influenzano la competitività delle aziende. A seguire la tavola rotonda, moderata da Roberto
Papetti, direttore de Il Gazzettino, in cui imprenditori, economisti e professionisti si confronteranno sullo stato dell’economia della Marca e del Triveneto e sulle prospettive per il 2020. In particolare, tra i partecipanti figurano Gianmarco Russo, direttore generale di Veneto Sviluppo, Tiziano Cenedese, presidente di Centromarca Banca, Giancarlo Corò professore di Economia applicata a Ca’ Foscari, Mario Pozza, presidente della Camera di commercio di Treviso e Belluno, Giuseppe Bincoletto, vicepresidente di Assindustria Venetocentro, Alessandro Angelo, ad di Forno d’Asolo, Matteo Bressa-
DOTTORI COMMERCIALISTI Il presidente David Moro
nin, manager di Luxottica, e Rossella Pagot, senior vice president finance di Silca. Conclusioni affidate a Massimo Miani, presidente del Consiglio Nazionale dei Dottori commercialisti ed esperti contabili, intervistato da Roberto Papetti. La ricerca ha esaminato i bilanci di 85mila società, situate lungo i 400 chilometri dell’asse da Bolzano a Trieste: un tessuto economico portante che copre i 40mila chilometri quadrati tra Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia e di cui sono parte gli undicimila commercialisti. Mattia Zanardo © RIPRODUZIONE RISERVATA
Israa, cda deciso: Michielon presidente L’ufficialità arriverà solo a gennaio, ma i giochi sono fatti ` L’ex assessore destinato a raccogliere l’eredità di Caldato Per rappresentare l’Usl si fanno i nomi di Carraro e Biviano Ca’ Sugana si affida a Duodo e Tordini, le scelte di Manildo `
La maratona degli avvocati per opporsi alla riforma
LE NOMINE TREVISO Si compone, un tassel-
lo alla volta, la fisionomia del prossimo consiglio d’amministrazione dell’Israa, l’istituto che governa le case di riposo trevigiane. L’Usl 2 entro il 13 dicembre darà i nomi dei suoi due rappresentanti da inserire nei cinque che andranno a comporre la nuova squadra che andrà a guidare l’istituto. Al momento i due più probabili sono Mauro Carraro e Giuseppe Biviano, ex preside dell’istituto Turistico e primo dei non eletti della lista Gentilini/Zaia alle ultime elezioni comunali. Due nomi espressione dalla Lega, molto vicini al sindaco Mario Conte e alle linee politiche di questa amministrazione. Ma le ipotesi sono anche altre, di nomi ne girano tanti, se ne saprà di più a metà mese. È invece praticamente certo che la Provincia indicherà come proprio rappresentante Mauro Michielon, ex deputato, ex assessore al Sociale nell’ultima giunta guidata da Gian Paolo Gobbo e destinato a ricoprire la carica di presidente dell’istituto. Già noti invece i due rappresentanti di Ca’ Sugana, nominati ormai un anno e mezzo fa dall’ex sindaco Giovanni Manildo in uno degli ultimi atti portati a termine prima di lasciare Ca’ Sugana: si tratta di Andrea Duodo, commercialista trevigiano, e Ivonne Tordini, già assessore proprio a Ca’ Sugana tra gli anni Ottanta e gli anni Novanta. E Conte non ha intenzione di cambiare, manterrà le scelte fatte da Manildo perché convinto dal curriculum e dalla qualità delle persone scelte.
GIOCHI FATTI Questi i nomi in ballo, salvo possibili sorprese legate all’Usl 2. Michielon quindi è destinato a prendere il posto attualmente occupato da Luigi Caldato, presidente che comunque lascia un buon ricordo e un discreto numero di opere portate a termine. Per molto tempo ha cullato la possibilità di essere riconfermato
I FALCHI DEL CARROCCIO HANNO SPINTO PER SOSTITUIRE GLI AMMINISTRATORI ATTUALI, RITENUTI VICINI AL CENTROSINISTRA
L’ASTENSIONE TREVISO Una maratona oratoria,
LE INDAGINI
IL MALORE
Intanto continuano le indagini della Procura per accertare con precisione la dinamica dell’omicidio. Dopo l’esame autoptico sul corpo di Marilena, durante il quale sono state riscontrate più ferite provocate da un oggetto contundente, sono stati prelevati dei campioni di Dna, che potrebbero appartenere ai due indagati e che verranno analizzati nei prossimi giorni in Portogallo visto che nell’isola non ci sono laboratori abilitati a farlo. «Su questo caso c’è la priorità assoluta, faremo quanto possibile per accertare tutta la verità» le parole di rassicurazione rivolte dalla magistratura di Capo Verde alla comunità italiana.
Nella giornata di ieri Pierangelo Zigliani è stato trasferito dal carcere in ospedale a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute. Sarebbe dovuto tornare in Italia pochi giorni per sottoporsi dalle cure, ma nei suoi confronti, martedì, sono scattate le manette. Ora è piantonato in ospedale. Secondo la polizia il 68enne avrebbe aiutato Coppola a ripulire la scena del delitto dopo il pestaggio di Marilena, aggredita dal socio 48enne per motivi economici. Da giorni la donna e Coppola, ex istruttore di kick boxing già in passato finito nei guai per aggressioni e pestaggi, litigavano per il debito accumulato dal 48enne e da Zigliani nei confronti della 52enne. I due avevano preso in gestione dalla trevigiana la pensione di Sal Rei senza mai effettivamente avviarne l’attività. La lite di martedì sarebbe scoppiata proprio per l’ennesimo rifiuto di Coppola di onorare il debito, qualche migliaia di euro per 5 mesi d’affitto. (a.belt)
ore e ore di interventi di penalisti da tutti Italia e per tutta la settimana che in piazza Cavour a Roma, davanti al “Palazzaccio” sede della Corte di Cassazione, interverranno pubblicamente per spiegare la contrarietà degli avvocati alla riforma della prescrizione. Tra quelli che stamattina si cimenteranno nello sferrare colpi a destra e a manca contro la proposta del Governo ci sarà anche il presidente della Camera Penale di Treviso, Federico Vianelli. «Il nostro - spiega Vianelli - è un no deciso al processo senza fine che viola principi cardine dell’ordinamento e della nostra Costituzione». Nel suo intervento “fiume” il noto penalista espliciterà come la riforma sia «liberticida e contraria ai principi di civiltà giuridica». «Tutti gli addetti ai lavori sanno benissimo - dirà Vianelli - che se c’è una spinta propulsiva alla trattazione dei processi essa è proprio data dall’evitare che vadano in prescrizione. Se anche questa spinta verrà meno, con il congelamento della prescrizione dopo la sentenza di primo grado non vi sarà di fatto più alcun interesse ad accelerare i già lentissimi meccanismi del processo, il quale diverrà ancora più lungo e in taluni casi non finirà mai. Un processo senza fine, dunque, dove a rimetterci saranno non solo gli imputati ma anche le persone offese, i danneggiati, insomma tutti i protagonisti del processo del quale si saprà forse l’inizio ma non la fine». Il presidente della Camera penale trevigiana spiegherà come «senza una riforma di sistema, queste riforme spot che rispondono ad esigenze di pancia ed elettorali e che riflettono la sempre più difficile convivenza tra alcuni settori della politica e della magistratura non possono che avere effetti devastanti e comunque non servono a risolvere alcunché. E sacrificare su questo altare e con queste modalità un istituto di civiltà giuridica come quello della prescrizione non può che lasciare basiti». de.bar.
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IL RINNOVO Ormai imminente la nomina dei nuovi amministratori dell’Israa: Mauro Michielon destinato alla presidenza dell’istituto
ma poi, nella Lega, ha prevalso l’ala propensa a un cambiamento totale. A Caldato, i falchi del Carroccio, impuntano un’eccessiva vicinanza col centrosinistra anche se i rapporti con l’attuale amministrazione sono sempre stati molto buoni.
Marilena, nulla osta per il rimpatrio Il pm: «Questo caso priorità assoluta»
IL NODO
TREVISO La Procura di Boa Vista
Ma molto hanno anche pesato i progetti legati al cohousing, quella politica dei mini-alloggi destinati ad anziani autosufficienti che invece non è piaciuta per niente a una parte della Lega. Alcuni consiglieri comunali gli contestano non tanto il progetto in sé, quanto gli eccessivi costi a carico degli ospiti. In una delle ultime riunioni di maggioranza il suo operato è stato fortemente messo in discussione e a nulla sono valse anche le difese di Conte. Molto probabilmente il suo destino come presidente dell’Israa sarebbe stato comunque a rischio. Il nome di Michielon come possibile nuovo presidente gira da mesi ed stato confermato anche durante un recentissimo incontro tra i big trevigiani del Carroccio. Sarà lui quindi a raccogliere il testimone da Caldato. Paolo Calia
IL DELITTO DI CAPOVERDE ha concesso il nulla osta per il rimpatrio della salma di Marilena Corrò, la 52enne trevigiana colpita con un corpo contundente e uccisa martedì 26 novembre a Capo Verde, all’interno della pensione “A Paz” di sua proprietà data in gestione a Gianfranco Coppola, 48enne romagnolo di origini anconetane e Pierangelo Zigliani, 68enne milanese, entrambi accusati (anche se i ruoli appaiono ben distinti) dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere della donna, gettato nella cisterna dell’acqua dopo l’aggressione. Il corpo della 52enne potrebbe rientrare in Italia già la prossima settimana. Per occuparsi delle pratiche di rimpatrio domenica è sbarcato a Capo Verde Simone Corrò, fratello della donna, al quale sono state riconsegnate le chiavi del bed breakfast. La pensione di Sal Rei, dove è avvenuto l’omicidio, è stata già dissequestrata.
UNO DEI DUE ARRESTATI SI SENTE MALE IN CARCERE: TRASFERITO IN OSPEDALE A BOA VISTA
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Nordest
ADDIO A SANDRO BOATO L’urbanista e poeta è morto a 81 anni. Maggiore dei cinque fratelli Boato, Sandro è stato fondatore dei Verdi e consigliere del Trentino Alto Adige.
Mercoledì 4 Dicembre 2019 www.gazzettino.it
Un anno per un Mose “d’emergenza” Dopo la prova al porto di Malamocco, le previsioni sono di poterlo utilizzare entro il prossimo autunno `
Cinzia Zincone: «Gli impianti completati entro settembre» Il sindaco Brugnaro: «Al momento non può essere utilizzato» `
una sola bocca di porto. Ma a regime ci saranno tre bocche di porto e quattro schiere da seguire contemporaneamente.
LA GRANDE OPERA VENEZIA Le barriere del Mose, a Malamocco, si sono alzate. Un test positivo, quello dell’altra notte, per la grande opera che separando la laguna dal mare dovrà salvare Venezia dalle acque alte più elevate, ma prima di vedere davvero in funzione l’intero sistema bisognerà attendere. Un anno o poco meno, nelle previsioni più ottimistiche. «Ci auguriamo di usare il Mose in emergenza per il prossimo autunno confida il provveditore alle Opere Pubbliche “in pectore”, Cinzia Zincone - La maggior parte degli impianti sarà completata tra giugno e settembre. Ora le prove continueranno con situazioni di marea sempre più critiche. La mia speranza è di arrivare ad evitare, nel prossimo autunno, un altro 12 novembre». All’indomani della prova tanto attesa, si respira un certo ottimismo sia in Provveditorato, che al Consorzio Venezia Nuova, il concessionario che deve completare l’opera. La schiera di Malamocco si è alzata senza veri intoppi. Una delle 19 paratoie con un po’ di ritardo, ma ai tecnici è bastato resettarla. Inconveniente che fa parte di questa fase di test. La barriera, poi, si è dimostrata stabile. E anche se la marea era debole, tra laguna e mare si è creato un dislivello di qualche centimetro.
LAVORI INCOMPLETI Ciò detto, tutti ribadiscono come il lavoro da fare sia ancora tanto, prima di poter usare il Mose anche solo in emergenza. Mancano non solo gli impianti, ma anche tecnici in numero adeguato a guidare le operazioni alle tre bocche di porto. Se n’è reso conto anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che per la prima volta ha voluto assistere di persona alla movimentazione, facendosi ospitare nella control room allestita a Malamocco. «Un’opera per poter essere utilizzata deve prima essere stata collaudata - spiega - ma, più semplicemente, perché il Mose sia fun-
IL NODO GESTIONE
IL TEST Il sollevamento delle paratoie a Malamocco e nella foto tonda il Provveditore in pectore alle Opere pubbliche Cinzia Zincone
zionante devono prima funzionare ed essere collegati tutti i compressori. Lunedì sera ce n’era uno solo, e provvisorio. Credo che il Mose in questo momento non sia in condizione di essere utilizzato». Un’opera ancora incompleta,
insomma, rinvio dopo rinvio. Doveva essere finita, stando a uno degli ultimi cronoprogrammi, per fine 2018, in modo da dedicare gli ultimi tre anni, fino a fine 2021, all’avviamento, con i test di sollevamento in condizioni di marea sempre più impegnative.
In realtà, per i ritardi accumulati, le due fasi sono state unite: la consegna è stata mantenuta per fine 2012, ma si devono finire i lavori e contemporaneamente eseguire i test di avviamento. Ed ecco che l’altra sera, a Malamocco, il primo sollevamento
della barriera è avvenuto con il solo compressore provvisorio, anziché tre, come sarà a regime. Le complesse operazioni, poi, sono state guidati dai tecnici di Comar e Cvn, ma anche in questo caso la squadra è unica, sufficiente a seguire le operazioni in
«Danni del maltempo, è solo un primo acconto»
Governo – saranno successivamente stanziate ulteriori risorse per l’attivazione di prime misure economiche di immediato sostegno al tessuto economico e sociale e alla ricognizione dei fabbisogni per il ripristino delle strutture e delle infrastrutture, pubbliche e private, danneggiate». Ad occuparsi della gestione commissariale, con poteri straordinari, saranno i governatori Luca Zaia e Massimiliano Fedriga. (a.pe.)
I fondi del Governo
VENEZIA Dunque sono stati stanziati i primi soldi per i danni del maltempo patiti a novembre anche dai territori del Nordest. L’ha deciso il Consiglio dei ministri nella seduta di lunedì sera, deliberando l’estensione anche al Veneto e al Friuli Venezia Giulia dello stato di emergenza che tre settimane
fa era stato proclamato per il Comune di Venezia. Si tratta però solo di un acconto, ha precisato nella notte Palazzo Chigi: gli importi ripartiti in questa fase, infatti, riguardano solo le somme urgenze. Ecco dunque spiegate le cifre contenute nell’ordinanza di Protezione Civile illustrata dal premier Giuseppe Conte,
relative al riparto dei 100 milioni complessivamente messi a disposizione per le dodici regioni italiane interessate: 3.937.468,69 euro per il Veneto e 932.628,50 euro per il Friuli Venezia Giulia. I danni riportati dagli enti pubblici e dai soggetti privati veneti e friulgiuliani sono in realtà molto più ingenti. «Come previsto dalla normativa – ha tuttavia puntualizzato una nota del
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Ora il Provveditorato confida nel prossimo autunno. Ma l’altro grande tema è quello della governance del Mose. L’opera non è ancora stata consegnata alla Stato, ma resta nelle mani del concessionario che deve completarla. E c’è da definire anche come sarà gestita. Va detto che anche un anno fa, dopo l’acqua alta del 28 ottobre, l’allora provveditore Roberto Linetti aveva spinto per accelerare i lavori e arrivare ad un utilizzo del Mose per le emergenze. L’idea era di essere pronti proprio per autunno 2019. C’erano state lettere, riunioni. Alla fine era diventato un altro tema di scontro tra Provveditorato e il Cvn gestito dagli amministratori straordinari. Ora c’è stato il disastro 12 novembre che ha puntato i riflettori sui ritardi del Mose e accelerato anche le nomine. É stato nominato un terzo amministratore straordinario per il Cvn, Vincenzo Nunziata. Soprattutto è stata individuato il commissario “sblocca cantiere”, Elisabetta Spitz, che dovrà velocizzare il completamento dell’opera e organizzare quella cabina di regia necessaria per gestire la grande opera. Impresa non da poco. L’altro giorno, in collegamento telefonico con la control room, anche lei ha seguito la prova di Malamocco. Una delle tante che dovranno essere eseguite. Nel 2020 con un ritmo di una ogni 45 giorni per ogni schiera. Per arrivare, in autunno, ad alzarle tutte insieme Roberta Brunetti © RIPRODUZIONE RISERVATA
Direttori generali, primi voti: c’è anche Azienda Zero SANITÀ VENEZIA Con la fine dell’anno, si avvicina il momento delle “pagelle” per i direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere del Veneto. Con una novità, per quest’anno: nella valutazione, ora che è stata superata la fase iniziale della gestione commissariale, entra anche Azienda Zero. Ieri la commissione Sanità del Consiglio regionale ha dato i propri giudizi, che pesano fino a 20 punti su 100; altri 20 spetteranno ai sindaci e ulteriori 60 alla Giunta nel caso delle Ulss, oppure 80 a Palazzo Balbi per quanto riguarda gli ospedali collegati alle Università e l’Istituto oncologico veneto.
I VOTI Sotto la lente è l’attività svolta nel 2018, verso cui i consiglieri regionali si sono mostrati più severi, rispetto all’anno precedente. Se infatti nell’esame riguardante il 2017 erano stati dati 20 punti su 20 a quasi tutte le aziende (solo l’Ulss 6 Euganea ne aveva ricevuti 19), questa volta le considerazioni sono state più articolate. Questi, ad ogni modo, sono i primi voti della tornata: 18 all’Ulss 1 Dolomiti (dg Adriano Rasi Caldogno); 19 all’Ulss 2 Marca Trevigiana (Francesco Benazzi); 20 all’Ulss 3 Serenissima (Giuseppe Dal Ben); 18 all’Ulss 4 Veneto Orientale (Carlo Bramezza); 19,5 all’Ulss 5 Polesana (Antonio Compostella); 20 all’Ulss 6 Euganea (Domenico Scibetta); 18,5 all’Ulss 7 Pedemontana (Bortolo
Simoni); 20 all’Ulss 8 Berica(Giovanni Pavesi); 20 all’Ulss 9 Scaligera (Pietro Girardi); 18,5 all’azienda ospedaliera di Padova (Luciano Flor); 20 a quella di Verona ( Francesco Cobello); 20 allo Iov (Giorgio Roberti); 18,5 a Patrizia Simionato (Azienda Zero).
I COMMENTI Per le griglie complete bisognerà aspettare i giudizi di Giunta e Comuni: un’attesa che interessa soprattutto ai manager, dato che la valutazione è legata all’emolumento. Ma al di là di questo aspetto, va detto che ogni anno i risultati finali sono complessivamente molto alti. «Bisogna sottolineare l’indubbia qualità del lavoro svolto da tutte le strutture socio sanitarie venete –
A PADOVA La sede di Azienda Zero
LA COMMISSIONE È STATA PIÙ SEVERA DELLO SCORSO ANNO, ORA SI ATTENDONO I GIUDIZI DELLA GIUNTA E DEI SINDACI
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commenta lo zaiano Fabrizio Boron, presidente della commissione – ma è anche giusto ricordare che, per tutti, c’è sempre spazio e modo per migliorare. Nessuno deve riposare sugli allori. Abbiamo affrontato con un dibattito pacato e sereno la valutazione dei direttori generali assegnando in maniera articolata e motivata i 20 punti a nostra disposizione sulla scorta di criteri approvati lo scorso anno. Parametri vasti che spaziano dall’attivazione delle cure intermedie al rispetto degli obiettivi delle liste d’attesa, recupero farmaci, presidi medici e via dicendo lungo una lista oggettivamente e necessariamente dettagliata fino all’implementazione del fascicolo elettronico». Proprio su questo, però, il dem Claudio Singaglia chiede di più,
tanto che il Pd si è astenuto: «Per il 2019 auspichiamo che siano sviluppate ulteriormente le strutture intermedie, l’attivazione del fascicolo sanitario elettronico e un numero verde che sia conosciuto e davvero utile agli utenti. Le valutazioni sono state alte, ma alcuni direttori generali sono stati penalizzati per la mancata realizzazione delle strutture intermedie come hospice, ospedali comunità, altri per la mancanza di tempestività nel fornire comunicazioni alla Commissione consiliare competente. Infine c’è il “caso” del numero verde dell’Azienda Zero che in un anno è stato contattato solo 1.800 volte perché, di fatto, non è conosciuto dagli utenti». A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
II
Primo Piano
Mercoledì 4 Dicembre 2019 www.gazzettino.it
La Pediatria contesa
Zaia: «Darò battaglia alla Sovrintendenza, pronto a fare causa» Il presidente: «Siamo aperti al dialogo `«Non è una minaccia ma se facciamo ma non esiste che fermiamo l’opera» muro contro muro non avrò scelta» `
L’INTERVISTA PADOVA Determinato lo è sempre stato. Per la Pediatria di Padova ancora di più. Sarà per il fatto che con discrezione, ogni volta che fa un’uscita pubblica all’ospedale si lascia alle spalle i giornalisti ed entra da solo a visitarla. Luca Zaia è fatto così. Esiste un problema, si accende la spia. É per questo che la Regione non ha esitato a mettere sul piatto 53 milioni di euro per rifare un ospedale che ormai è a rischio crollo. Un progetto che rischia di non decollare per i distinguo della Sovrintendenza sull’impatto nel contesto storico del nuovo edificio. Presidente Zaia a che punto siamo? «Guardi ho molto rispetto del lavoro della Sovrintendenza, le nostre porte sono aperte. Vogliamo cercare una soluzione. Ma se ci sarà il muro contro muro faremo decidere a un tribunale». Dice nel caso mettesse un vincolo di tutela che fermasse il piano? O chiedesse modifiche radicali? «Sì. Anche nel caso di richieste impossibili. Io non sono un guerrafondaio ma non posso rinunciare a un’opera per il vezzo di qualcuno». Tipo quello della doppia parete in vetro che servirebbe per alleggerire l’impatto,
LA SITUAZIONE PADOVA Al momento di certo c’è solo il fatto che un tavolo che metta insieme Sovrintendenza, Azienda ospedaliera (cioè Regione) Comune e progettisti non c’è ancora stato. Se ne parlerà probabilmente la prossima settimana. Sembra ci sia però un indirizzo degli uffici ministeriali sul quale i tecnici stanno lavorando a diverse soluzioni per ridurre l’impatto. Anche se quello principale, il doppio rivestimento in vetro, è impraticabile per i costi e perché costringerebbe a restringere l’edificio, già al limite.
migliorare il raffrescamento ma costa una follia e costringerebbe a stringere le stanze mettendo a rischio il posto mamma? «Io penso che non possiamo né restringere né brigare. Penso che stiamo parlando di quest’opera da anni e che siamo già oltre i supplementari. Lancio un appello al dialogo con la Sovrintendenza ma non possiamo stravolgere l’opera sia per i costi che per la sostenibilità di tutto il progetto sull’ospedale. Il dettaglio costoso rischia di portare via budget al resto della sanità». Proprio il Sovrintendente chiede di ragionare su un piano più vasto rispetto al singolo edificio. É una parte della città quella vicino alle mura che è già stata violentata in passato e non vuole ripetere gli stessi errori... «Ecco, siamo sulla stessa linea vede? Il progetto è generale e riguarda tutta la riqualificazione dell’area del Giustinianeo e delle cliniche. Un rinnovo totale dell’area, esaltando i resti storici, facendo pulizia
«LE MIE PRIORITÁ: I BAMBINI, IL PIANO DEL NUOVO POLICLINICO LA RIQUALIFICAZIONE DELL’INTERA ZONA E NON MI FERMERÓ»
degli edifici sui bastioni, dei veri obbrobri, regalando un parco urbano alla città. Io credo che la Sovrintendenza dovrebbe solo apprezzare queste cose». Che domanda bisogna porsi per capirlo? «Semplice. Sarà più bello il nuovo o quello che c’è adesso? Noi non stravolgiamo proprio niente. Facciamo un’opera che ne sostituisce una ormai superata, inadatta. E i bambini alla fine avranno un parco dove poter uscire per qualche minuto con le madri. Facciamo un esempio... «Se volessimo fare un edifi-
cio nuovo a Marghera ci porremmo il dubbio che sia bello oppure penseremmo che andiamo a sostituire un capannone marcio?». Allora mettiamo in fila le cose... «Al primo posto delle priorità i bambini. Al secondo il piano del nuovo policlinico-Giustinianeo da portare a termine, al terzo la riqualificazione delle mura. Come vede non si tratta di mettere una bandierina». Dunque bisogna guardare l’obiettivo finale? «Certo. Se c’è da cambiare pitture va bene ma se qualcu-
no pensa che rifacciamo tutto no. Dove finisce la loro competenza inizia la mia. E non sto realizzando un casinò ma qualcosa che oltre a fare del bene ridarà storia a Padova laddove non si vede più perchè le mura oggi sono affogate e non rispettate. É come se ci fossero passate le invasioni barbariche sopra».
LA POSIZIONE Il presidente della regione Luca Zaia è deciso ad andare fino in fondo con il progetto della nuova Pediatria. Se non si troverà un accordo con la Sovrintendenza sul volume dell’edificio allora il governatore è pronto alla battaglia legale nelle aule dei tribunali
NON ESISTE ANCORA UN TAVOLO CONGIUNTO FRA ENTI PUBBLICI E I VINCITORI DEL BANDO PER MODIFICARE L’ATTUALE PROGETTO
dendo la porta ai tanti benefattori che si erano prodigati, regalando del proprio. La mastodontica operazione prevedeva una struttura a forma di nave, composta da due edifici collegati tra loro da un “ponte” di vetro: complessivamente 24 mila metri quadrati articolati su nove piani.
Nel 2007 nello stesso posto fu bloccata la “barchetta” dell’architetto Mario Botta
mento che supererà il finanziamento dovrà andare al Crite, commissione regionale che si riunisce una volta al mese, per l’approvazione di un ulteriore stanziamento. Ricordiamo che la Pediatria doveva costare 53 milioni, attrezzature comprese, lievitati a 61 per il fatto che dai 14.400 metri quadri previsti siamo passati a oltre 22mila complessivi comprendendo anche i I TEMPI 6mila dell’attuale edificio. QueSe anche le modifiche doves- sti due passaggi al minimo porsero essere concordate in poco teranno via altri due mesi. Infine tempo si aprirebbe tutta la parti- si dovrà rifare il progetto definita burocratica. Dal momento in cui le prescrizioni sono ratificate possono passare 2-3 mesi di incontri fra Azienda ospedaliera, progettisti e Sovrintendenza per “capire” esattamente come fare quello che si può fare. Fino ad ora lo studio di progettazione infatti non è stato coinvolto. Il progettista poi dovrà rifare il progetto preliminare e dal mo-
UNA NECROPOLI ROMANA PARALIZZÓ I LAVORI CHE NON RIPRESERO PIÚ MA LA “SALUS PUERI” AVEVA RACCOLTO OLTRE 500 MILA EURO
tivo, altri 3-4 mesi di lavoro. Tutto questo per ritornare al punto in cui siamo oggi. Ovvero preparare il progetto esecutivo, quello con i conti alla virgola, sul quale aprire il bando per la costruzione.
IL PRECEDENTE
PROGETTISTA Mario Botta aveva progettato la nuova Pediatria
Tutto questo se si riuscirà a superare un limite che è stato finora invalicabile, la Sovrintendenza. Bisogna ricordare infatti che non saremmo a questo punto se la scoperta, sotto il terreno vicino alla Pediatria attuale, di un’area votiva risalente all’epoca romana non avesse decretato la parola fine alla “barchetta” ideata dall’architetto Mario Botta, un archistar. Eravamo a gennaio del 2007 ed era quella la nuova Pediatria (sempre al posto di Pneumologia) racchiusa in un progetto costato un miliardo di vecchie lire, finanziato dalla Fondazione Salus Pueri, chiu-
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III
Primo Piano
Mercoledì 4 Dicembre 2019 www.gazzettino.it
La rabbia delle famiglie: «Andremo da Mattarella» Roberta Zito, Forum delle associazioni: «Ogni volta un pretesto per ritardare ma il presidente della Repubblica deve sapere che mancano anche i fasciatoi» `
LE REAZIONI PADOVA «Ogni volta c’è qualcosa che non va. Cominciamo a pensare che la Sovrintendenza non voglia proprio la nuova Pediatria a dispetto dalla salute dei bambini. Com’è possibile che il progetto è stato aggiudicato in via provvisoria due anni fa e solo adesso non va più bene? E lo vengono a dire adesso che la Pneumologia è stata abbattuta?» Roberta Zito è la portavoce del Forum delle associazioni amiche della pediatria che riunisce le famiglie dei piccoli pazienti. «Ci siamo battuti presentando anche un nostro progetto perché le stanze avessero la disponibilità dello spazio mamma e ora ci dicono che le modifiche andrebbero a toglierlo? É inaudito. Io credo proprio che questa situazione vada portata al di fuori della città e della regione. La porteremo davanti al presidente Mattarella».
GLI SPAZI
Ma un edificio di otto piani comunque a ridosso delle mura non è impattante? «Guardi, le ville del Palladio oggi sono ritenute patrimonio del paesaggio veneto. Chi oggi ne facesse una del genere sopra a una collina finirebbe in galera. Questo per dire che è tutto aleatorio, siamo a livelli di discrezionalità. Non voglio
Costo 60 milioni 30 già finanziati dalla Regione. Era la fine degli anni Novanta quando si cominciò a parlare di una nuova Pediatria: troppo angusti gli spazi, i bambini ricoverati necessitavano di locali più ampi. Un leit-motiv ripetuto nel tempo, la volontà di realizzare qualcosa di nuovo,
offendere il loro lavoro ma siamo tutti pagati per lavorare bene. Una soluzione va concertata e trovata. Mi consentirà che non si può fermare un ospedale per i bambini partendo poi dalla situazione in cui si trovano ora pazienti, famigliari e medici. Una situazione drammatica e continuamente denunciata». Il tribunale non è un’azione radicale? «Mi creda non è una minaccia ma una presa d’atto. Non avrò scelta. Eppure sarebbe una sconfitta che i bimbi non si meritano». Mauro Giacon
la proposta di creare non solo qualcosa di nuovo ma una struttura profondamente avveniristica, un gioiello dal punto di vista architettonico. Per questo la Salus Pueri, associazione privata, si affidò alle sapienti mani di uno dei migliori architetti sulla piazza, quel Mario Botta autore di musei, teatri, chiese, grattacieli. Tre anni di lavoro, nel 2003 lo stesso Botta illustra alla città la “sua” Pediatria. La Salus Pueri dona il progetto all’Azienda ospedaliera. Comune e Regione danno il loro placet ma, per lacci e lacciuoli burocratici, i cantieri stentano a partire. Poi affiorano vasi, anfore e ossa proprio quando si stanno compiendo i lavori preliminari. La Soprintendenza ai beni architettonici blocca tutto. La scoperta impone una revisione del progetto, una variazione per salvaguardare il sito archeologico, non incorrere in problemi di impatto ambientale. Il progetto sostanzialmente non cambierà, si sentiva ripetere. Ma l’ipotesi della Pediatria-Botta, già per la verità offuscata dalla discussione su un nuovo polo ospedaliero, acquisterà il sapore dei carteggi lasciati macerare nel cassetto. M.G.
Il Forum sa di essere da anni la sola voce di coloro che vivono dentro la Pediatria. «Se venissero a vedere che situazioni ci sono cambierebbero idea. Le diagnosi si fanno nei corridoi per la mancanza di spazi. Chiunque può sentire. Una mamma mi ha detto che non sapeva come cambiare il suo bambino che ha meno di un anno per la mancanza di un fasciatoio nel bagno. Ci sono bambini con patologie rare mischiati ad altri». «Nelle stanze degli infermieri si entra uno alla volta. I medici sono allo stremo anche perché pure per loro arrivare di notte al letto di un paziente significa dover scavalcare il materasso dove dorme il genitore. Che se viene da fuori non ha un solo angolo di privacy. Nemmeno per lavarsi».
L’INIZIATIVA PADOVA A meno di un mese dal passaggio dell’ospedale Sant’Antonio all’Azienda ospedaliera il sindacato dei medici ospedalieri, Anaao Assomed, fa ricorso al Tar per annullare il piano attuativo. L’intenzione è di bloccare l’iter di trasferimento della struttura in via Facciolati, che dal primo gennaio passerà dalla gestione dell’Ulss 6 Euganea a quella dell’Azienda. Le quattro delibere contestate dal segretario regionale Adriano Benazzato sono state approvate lo scorso 20 settembre dal direttore dell’Euganea, Domenico Scibetta e dal direttore di via Giustiniani, Luciano Flor. La prima è la numero 834 dell’Ulss: “Proposta di piano aziendale dell’Ulss n. 6 Euganea di cui alla deliberazione della giunta regionale del Veneto n. 614 del 14 maggio 2019”. La seconda è la 835 “Progetto per il passaggio dell’ospedale Sant’Antonio all’Azienda ospedale - Università di Padova”. La terza è la 1.174 dell’Azienda ospedaliera, “Approvazione del piano aziendale di adeguamen-
LA CRITICA I dubbi sono venuti dopo l’abbattimento di Pneumologia dove sorgerà la nuova Pediatria
I MEDICI «Qui si sta scherzando sulla pelle dei bambini e si fa un danno alla stessa scuola medica di Padova. I medici migliori se ne andranno dove trovano un ambiente adatto per esprimersi continua - La Pediatria che ha un valore nazionale rischia di dequalificarsi se la distruggiamo così». « poi le modifiche sarebbero solo per l’estetica mi pare. Ma è tutto discutibile: ciò che è bello per loro può non esserlo per un ammalato, un ospedale di vetro ad esempio creerebbe un sacco
di problemi per la manutenzione con passaggi nelle stanze».
PNEUMOLOGIA «Ma quello che è più assurdo è che i rilievi vengano mossi a lavori in corso. Dentro la Pneumologia erano stati messi ambulatori e studi medici, che adesso sono rientrati nel vecchio edificio. Sono tutti ammassati, e se anche tutto andasse per il meglio continuerebbero così per altri due anni. E pensare che senza questi ritardi avremmo già potuto costruire un’ala».
Caso Sant’Antonio Anaao e Assomed ricorrono al Tar I MEDICI Il sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed impugna le delibere del passaggio dell’ospedale
LE SIGLE SINDACALI PROCEDONO CONTRO IL TRASFERIMENTO ALL’AZIENDA OSPEDALE «MANCANO I PARERI ANCHE DEI SINDACI»
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to della dotazione ospedaliera e della struttura intermedia in attuazione delle disposizioni di cui alla Dgr n. 614 del 14 maggio 2019”. E l’ultima, la 1.175, parla di “Approvazione del progetto per il passaggio dell’ospedale Sant’Antonio dall’Azienda Ulss 6 Euganea”.
Quindi la soluzione è Mattarella? «Il presidente deve sapere che alla Pediatria di Padova c’è una situazione scandalosa e qualcuno si oppone al nuovo progetto per far durare di più il disagio. Se è una strategia dev’essere sconfitta. Se poi la scusa sono le mura di Padova direi che per 50 anni sono state trascurate al punto che ormai non si vedono più. E ci si attacca a questi 50 metri senza vedere il degrado in tutto il resto della cinta muraria? Ecco mi domando: ma ha tutto questo potere la Sovrintendenza?». M.G.
«Con questo bel regalo di Natale e Felice Anno Nuovo per i lavoratori del Sant’Antonio - afferma il segretario aziendale Anaao, Mirko Schipilliti - dopo un preludio di annunci avvolti nell’indifferenza, nell’arroganza, nella banalizzazione e due insoddisfacenti ed inadeguate consultazioni con i sindacati sono state presentate tre paginette a fine novembre con contenuti inaccettabili poiché non veri, bilanci e risorse secretati, garanzie inadeguate e concessioni come briciole, discriminazioni». La battaglia di Anaao non si ferma qui. Nelle prossime settimane saranno impugnati al Tar anche i rispettivi visti di congruità della Regione Veneto, che non sono stati resi noti ad Anaao, benché richiesti alla Regione stessa con istanza di accesso del 13 novembre scorso. «Dove sono i pareri/visti di congruità e il documento per il trasferimento dell’immobile – domanda Schillipiti - Manca anche il parere della Conferenza dei sindaci. In Azienda ospedaliera è grottesco che sia già stato proposto un nuovo atto aziendale che include il Sant’Antonio». E.Fa
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MERCOLEDÌ 4 DICEMBRE 2019 LA NUOVA
PRIMO PIANO
Verso le elezioni
Un patto con Brugnaro La Lega si prepara a costruire l’alleanza Forcolin: «Il sindaco è un candidato forte ed è uscito vincitore dal referendum» Nel 2020 ci sarà l’election day (Comune e Regione). «Inutile farci la guerra» Francesco Furlan VENEZIA. La premessa è che «l’ultima parola spetta a Salvini». Ma il vice-presidente della Regione, Gianluca Forcolin, riflettendo sul post-referendum per la separazione tra Venezia e Mestre, parte da quello che considera un dato politico. «Brugnaro è un candidato forte, e si può dire che il referendum l’abbia vinto lui». Quindi? La sua risposta: «O la Lega trova un candidato altrettanto forte che possa competere con Brugnaro, oppure bisognerà fare un patto». Forcolin riprende così quanto dichiarato lunedì sera ospite della trasmissione televisiva Ring di Antenna 3. Riflessione arrivata nei minuti finali del dibattito, e già diventata argomento di discussione in casa Lega. Perché dopo il referendum per la separazione, sia nel centrodestra che nel centrosinistra, si torna a ragionare su nomi e alleanze in vista delle elezioni amministrative di primavera. E dal referendum Brugnaro esce più forte. Prima considerazione in casa Lega: non c’è stata la spallata che qualcuno sperava e anche chi aveva invitato a votare no, come il Pd, ne è uscito con le armi spuntate. La Lega indicato libertà di scelta. Seconda considerazione: in primavera ci sarà l’election day quindi, nello stesso giorno di maggio, gli elettori veneziani dovranno esprimersi sia per il sindaco di Venezia che per il presidente della Regione; perché correre il rischio di farsi la guerra? «In questi an-
ni», dice Forcolin, «c’è sempre stata una leale collaborazione tra Zaia e Brugnaro, e più in generale tra la Regione e il Comune di Venezia». Considerazioni che - pur nella rapidità con cui possono mutare le posizioni politiche - aprono le porte a un’alleanza. A quel «patto» che Forcolin tratteggia nell’orizzonte politico di Brugnaro e Lega. C’è una fetta del partito più recalcitrante ma i più sembrano spingere in questa direzione - «lo dovremo fare, conviene a tut-
ti», dice un dirigente del Carroccio - a condizione che, se l’alleanza dovesse risultare vincente, nella nuova amministrazione della città ci siano spazi adeguati riservati agli esponenti del Carroccio. Anche se il vero nodo politico sarà il peso dei leghisti nel parlamentino locale. Il commissario provinciale del partito, il 29enne Andrea Tomaello, non chiude all’alleanza ma invita a non darla per scontata. «In questi cinque anni», dice, «La Lega non ha inciso molto
sugli indirizzi dell’amministrazione. Ci sono state delle difficoltà nelle gestione dell’assessorato al commercio (La Lega ha cambiato tre assessori nell’arco di tre anni, ndr) e su questo dobbiamo anche noi come Lega fare autocritica, ma se ci sarà un’alleanza lavoreremo per un cambio di passo su sicurezza, turismo e commercio. E anche sulle Municipalità, che devono recuperare il loro ruolo dal momento che sono la prima interfaccia per i residenti». In que-
ste settimane Tomaello ha in programma alcuni incontri con rappresentanti delle associazioni di categoria, sta incontrando gli iscritti - come ha fatto due sere fa dopo il voto del referendum - con i quali sta preparando una bozza di programma. Anche alle ultime elezioni i voti non sono mancati ma in città manca ancora una classe dirigente. Gli incontri di Tomaello con Brugnaro per ora sono stati due: a fine ottobre per conoscersi davanti a un caffè, e nei gior-
LA POSIZIONE DI VINCENZO CONTE
Dopo il referendum, rilanciare i municipi «Ora il sindaco dica cosa vuol fare di noi» MESTRE. «Ora sarà bene che noi presidenti prendiamo posizione e chiediamo con una lettera conto al sindaco di cosa intende fare delle Municipalità. Altrimenti i cittadini andranno a votare degli involucri vuoti il prossimo anno». Vincenzo Conte, presidente di Mestre Carpenedo, suona la sveglia ad una città che non avrà due Comuni autonomi ma che
ha anche sei Municipi oggi disattivati. Fallito il referendum autonomista, che aveva sostenuto in dissenso con il suo partito, il Pd, Conte ricorda a tutti che il decentramento resta un “bubbone” da risolvere. Non farlo produce malcontento. «Ovviamente, a parte il risultato di Mestre Centro, sono deluso dall’astensione di moltissimi miei concitta-
dini mestrini. Avrei perso volentieri anche 70 a zero ma con partecipazione. Quello che è evidente è che la terraferma mestrina non si è espressa, vedo in questo tanta stanchezza e rassegnazione e appiattimento sulle indicazioni del sindaco. Spiace anche il No del mio partito ma ne prendo atto». Ora Conte intende chiedere al sindaco che ha fatto
fallire il referendum se intende ridare deleghe e funzioni alle Municipalità svuotate di poter finora. «Ricordo che noi presidenti abbiamo solo una delega, quella di firmare i trattamenti sanitari obbligatori che ci portano i vigili ma la riforma del decentramento resta tema centrale e deve trovare risposta. E le Municipalità servono ma fin dalla giunta
Orsoni ci hanno tolto deleghe. Iniziò quella giunta togliendoci le piccole manutenzioni. E ricordo che gli stessi contrari ai Comuni autonomi facevano leva proprio sulla utilità delle Municipalità. E adesso che si fa? Tutti zitti?», incalza il presidente di Mestre Carpenedo. Da Marghera, che come Favaro, ha votato compatta per il No ai due Comuni divi-
ni dell’acqua granda, quando c’è stata la visita del leader Salvini. Dal confronto con gli iscritti, a quelli con i vertici della Lega, a partire dall’ex ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, commissario in Veneto. «Certo è che se entreremo nell’alleanza con Brugnaro per il governo di Venezia», dice il consigliere regionale Alberto Semenzato, «lo faremo per costruire il candidato a sindaco per il 2025». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
si, si fa sentire il presidente della Municipalità Gianfranco Bettin. «Penso che Brugnaro almeno fingerà di ripristinare un po’ di decentramento», sentenzia. E spiega che un dialogo sulla proposta di Conte è già iniziato. Ma incalza: «A mio avviso dobbiamo anche portare il caso in Parlamento, di nuovo», spiega. Andrea Martini da Venezia precisa: «Noi crediamo in un decentramento vero, con deleghe e adeguate risorse. E Brugnaro non potrà mai promettere nulla sul decentramento. L'ha dimostrato in questi quattro anni di promesse di restituzioni di deleghe mai mantenute. È un uomo solo al comando». — Mitia Chiarin