04-GEN-2020
da pag. 12 Quotidiano nazionale
Direttore: Virman Cusenza
Lettori Audipress 10/2019:
90.129 63
04-GEN-2020 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 10 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 10 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 24 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 24 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020
da pag. 2 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 09/2019: 268.950 63
04-GEN-2020
da pag. 2 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 09/2019: 268.950 63
04-GEN-2020
da pag. 2 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 09/2019: 268.950 63
04-GEN-2020 Estratto da pag. 33 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 10 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 10 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 6 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020
da pag. 7 Quotidiano nazionale
Direttore: Virman Cusenza
Lettori Audipress 10/2019:
90.129 63
04-GEN-2020
da pag. 7 Quotidiano nazionale
Direttore: Virman Cusenza
Lettori Audipress 10/2019:
90.129 63
04-GEN-2020 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 35 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 3 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020
da pag. 17 Quotidiano nazionale
Direttore: Carlo Verdelli
Lettori Audipress 09/2019: 203.515 63
04-GEN-2020
da pag. 17 Quotidiano nazionale
Direttore: Carlo Verdelli
Lettori Audipress 09/2019: 203.515 63
04-GEN-2020
da pag. 4 Quotidiano nazionale
Direttore: Carlo Verdelli
Lettori Audipress 09/2019: 203.515 63
04-GEN-2020
da pag. 4 Quotidiano nazionale
Direttore: Carlo Verdelli
Lettori Audipress 09/2019: 203.515 63
04-GEN-2020
da pag. 4 Quotidiano nazionale
Direttore: Carlo Verdelli
Lettori Audipress 09/2019: 203.515 63
04-GEN-2020 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 5 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 2 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020
da pag. 15 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 09/2019: 268.950 63
04-GEN-2020
da pag. 15 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 09/2019: 268.950 63
04-GEN-2020 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020
da pag. 10 Quotidiano nazionale
Direttore: Carlo Verdelli
Lettori Audipress 09/2019: 203.515 63
04-GEN-2020 Estratto da pag. 10 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 7 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 23 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
03-GEN-2020 Estratto da pag. 30 6566
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
03-GEN-2020 Estratto da pag. 30 6566
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
03-GEN-2020 Estratto da pag. 30 6566
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
03-GEN-2020 Estratto da pag. 30 6566
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020
da pag. 22 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 09/2019: 268.950 63
04-GEN-2020 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020
da pag. 14 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 09/2019: 268.950 63
04-GEN-2020
da pag. 14 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 09/2019: 268.950 63
04-GEN-2020 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020
da pag. 21 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 09/2019: 268.950 63
04-GEN-2020
da pag. 21 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 09/2019: 268.950 63
04-GEN-2020 Estratto da pag. 20 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 20 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 16 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 16 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 16 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020
da pag. 8 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Travaglio
Lettori Audipress 09/2019:
46.029 63
04-GEN-2020
da pag. 8 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Travaglio
Lettori Audipress 09/2019:
46.029 63
04-GEN-2020
da pag. 8 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Travaglio
Lettori Audipress 09/2019:
46.029 63
04-GEN-2020
da pag. 8 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Travaglio
Lettori Audipress 09/2019:
46.029 63
04-GEN-2020
da pag. 8 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Travaglio
Lettori Audipress 09/2019:
46.029 63
04-GEN-2020
da pag. 17 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Travaglio
Lettori Audipress 09/2019:
46.029 63
04-GEN-2020
da pag. 17 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Travaglio
Lettori Audipress 09/2019:
46.029 63
04-GEN-2020
da pag. 17 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Travaglio
Lettori Audipress 09/2019:
46.029 63
04-GEN-2020
da pag. 17 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Travaglio
Lettori Audipress 09/2019:
46.029 63
03-GEN-2020 Estratto da pag. 26 6566
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
03-GEN-2020 Estratto da pag. 26 6566
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020
da pag. 8 Quotidiano nazionale
Direttore: Virman Cusenza
Lettori Audipress 10/2019:
90.129 63
04-GEN-2020
da pag. 8 Quotidiano nazionale
Direttore: Virman Cusenza
Lettori Audipress 10/2019:
90.129 63
04-GEN-2020 Estratto da pag. 25 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 35 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020
da pag. 19 Quotidiano nazionale
Direttore: Carlo Verdelli
Lettori Audipress 09/2019: 203.515 5546
04-GEN-2020
da pag. 19 Quotidiano nazionale
Direttore: Carlo Verdelli
Lettori Audipress 09/2019: 203.515 5546
04-GEN-2020
da pag. 19 Quotidiano nazionale
Direttore: Carlo Verdelli
Lettori Audipress 09/2019: 203.515 5546
04-GEN-2020 Estratto da pag. 11 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 18 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020
da pag. 18 Quotidiano nazionale
Direttore: Carlo Verdelli
Lettori Audipress 09/2019: 203.515 63
04-GEN-2020
da pag. 18 Quotidiano nazionale
Direttore: Carlo Verdelli
Lettori Audipress 09/2019: 203.515 63
04-GEN-2020 Estratto da pag. 29 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 29 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
03-GEN-2020 Estratto da pag. 7 6566
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 1 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 9 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 14 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 14 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020
da pag. 15 Quotidiano nazionale
Direttore: Luciano Fontana
Lettori Audipress 09/2019: 268.950 63
04-GEN-2020 Estratto da pag. 17 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 17 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 16 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 16 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 15 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 15 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020
da pag. 9 Quotidiano nazionale
Direttore: Virman Cusenza
Lettori Audipress 10/2019:
90.129 63
04-GEN-2020
da pag. 9 Quotidiano nazionale
Direttore: Virman Cusenza
Lettori Audipress 10/2019:
90.129 63
04-GEN-2020
da pag. 16 Quotidiano nazionale
Direttore: Virman Cusenza
Lettori Audipress 10/2019:
90.129 63
04-GEN-2020 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 13 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 15 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 19 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020 Estratto da pag. 8 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
04-GEN-2020
da pag. 18 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Travaglio
Lettori Audipress 09/2019:
46.029 63
04-GEN-2020
da pag. 18 Quotidiano nazionale
Direttore: Marco Travaglio
Lettori Audipress 09/2019:
46.029 63
04-GEN-2020 Estratto da pag. 19 3043
a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
2 VE
PRIMO PIANO
Sabato 4 Gennaio 2020 Corriere del Veneto
La politica Le reti istituzionali
Cercasi Capitale metropolitana piano strategico degli industriali
Una fondazione per rilanciare la Patreve oltre la politica. Primi consensi da categorie e sindacati Maria Cristina Piovesana rilancia la posta in gioco e nello stesso tempo prova a stanare la politica, il governatore Luca Zaia in testa. La numero uno di Assindustria Venetocentro torna a sostenere la necessità di una vera città metropolitana in quel vasto territorio che unisce Padova, Treviso e Venezia: la famosa Patreve, da anni esistente nella realtà, nel sistema produttivo e nella mobilità dei cittadini, ma non riconosciuta a livello istituzionale e meno che meno sul piano della programmazione socio-economica. Non basta: siccome la politica non è mai stata in grado di fare decollare il progetto «per le sue logiche competitive e le sue conflittualità», la spinta può venire solo dal basso. Da qui la chiamata a raccolta di organizzazioni di categoria, fondazioni bancarie, università, camere di commercio e, perché no, dei sindacati. Obiettivo: la creazione di una entità (un’associazione, un consorzio o quant’altro) che elabori un progetto concreto di capitale metropolitana del Veneto. In tutte le sue articolazioni: dalla governance alle infrastrutture, ai servizi di trasporto. Un progetto completo e condiviso, da mettere infine a disposizione del dibattito pubblico e della stessa politica, alla quale spetta pur sempre il compito decisivo: il passaggio dalle parole ai fatti. Proprio così. Piovesana crede a tal punto nella città metropolitana da volerci stringere un patto di ferro che nasce dalla società civile. Il modello cui ispirarsi è Lille Métropole, ente che unisce le municipalità di Lille, Roubaix e Tourcoing, con un respiro addirittura sovranazionale, fra aree situate in Francia e Belgio. Ma dalla sua Piovesana ha soprattutto l’esperienza dell’aggregazione tra le associazioni industriali di Treviso e di Padova, alle quali presto si aggiungerà Venezia. Risultato: la seconda struttura confindu-
● L’acronimo PATREVE
Con questo termine si intende l’area metropolitana che aggrega le aree urbane di Padova, Treviso e Venezia sempre più sibili ad un unico soggetto urbano da 2,6 milioni di abitanti. Sin dagli anni Ottanta la politica ha cominciato a immaginarla come una sorta di capitale competitiva di un Nordest altrimenti policentrico e sofferente di nanismo, immaginando nuove infrastrutturazioni e collegamenti tra uomini e merci. Un processo che si è rilevato più lento del previsto.
❞
Pozza Noi siamo d’accordo e pronti a sederci ad un tavolo Ferrari E’ l’ora di piani coordinati, no a logiche di campanile
striale d’Italia (a fusione completata, 4.500 imprese affiliate e 210 mila addetti), in grado di competere con Assolombarda. La massa critica conta, eccome. E piccolo, piaccia o no, non è più bello. In questo scenario, il problema è evidente: al Veneto manca un centro di gravità permanente. Per dirla con un linguaggio da economisti, il nuovo triangolo economico non ha un vertice nordestino del calibro di Milano e Bologna. Ergo, bisogna costruirlo. Più rapidamente possibile, visto che sono stati persi in chiacchiere una ventina d’anni. A imporlo, semplicemente, è la competizione globale. «Noi siamo d’accordo sull’impostazione e siamo pronti a sederci a ogni tavolo di discussione» è la prima reazione di Mario Pozza, presidente della Camera di commercio di Treviso e Belluno nonché di Unioncamere del Veneto. «Per capire che cos’è la Patreve è sufficiente salire una sera sul
Grappa e vedere le luci in basso. I capoluoghi sembrano quartieri. Oggi è doveroso chiedersi: mettiamo insieme la governance e i servizi, oppure no? È il momento del salto di qualità. L’unione fa la forza. È il modo migliore per attrarre investimenti: si pensi alla Tav, alla rete autostradale, alla banda ultralarga. E per fermare la fuga dei cervelli». Sulla stessa lunghezza d’onda, Christian Ferrari, segretario generale della Cigl del Veneto. «Non ci sono dubbi» sottolinea: «è ora di ragionare in una logica di coordinamento e progettazione dello sviluppo del territorio. In questo senso, è evidente che la dimensione istituzionale deve essere adeguata alle sfide che abbiamo davanti. La nuova Via della Seta, per esempio, è un’opportunità che il Nordest non può lasciarsi sfuggire. Con lo spontaneismo, il faida-te, o peggio il campanilismo, non si va da nessuna parte».
Imprenditrice Maria Cristina Piovesana, presidente di Assindustria Veneto Centro, trevigiana, ha scritto una lettera aperta per rilanciare una forte area metropolitana
Il testo integrale dell’appello
La società civile L’appello è rivolto alle categorie e alle forze della società prima che alla politica
«Serve un forte innesco per completare il nuovo triangolo industriale»
L
SEGUE DALLA PRIMA
a prima: era la presa d’atto, ormai consapevole, che una serie di indicatori economici davano forma e sostanza a questa nuova «soggettività» nel panorama economico e sociale italiano. Una entità, compresa tra Milano, Bologna e Padova-TrevisoVenezia, composta da una rete di piccole e medie imprese appartenenti a settori molto diversificati; di grandi imprese leader private e «pubbliche»; di distretti e filiere, in grado di reggere la competizione globale malgrado le croniche e pesanti zavorre del nostro paese. Un insieme legato anche da un sistema infrastrutturale ancora incompleto ma in via di definizione. La seconda: era l’evidenza, appunto, che questa nuova entità presenta ancora elementi di incompletezza, in particolare dal punto di vista infrastrutturale e urbano. A questa parte mancante si riferiva il «costruire» del titolo dato all’assemblea. La terza: era l’individuazione chiara di ciò che ancora manca perché quel triangolo possa dirsi compiuto. Vale a dire l’esistenza di un vertice Veneto di rango metropolitano assimilabile a Milano e Bologna e la chiusura, da un punto di vista infrastrutturale di due dei tre lati del triangolo: quello tra Milano e Padova, nel tratto fra Verona e Padova; è quello tra Padova e Bologna. Mi riferisco naturalmente e in particolare, ai collegamenti dell’alta velocità e alta capacità. Da questo punto di vista, anche la rappresentazione e semplificazione grafica di questo triangolo, hanno dato chiara evidenza della mancanza di questi elementi. E peraltro, proprio in questi giorni abbiamo letto della «rivendicazione» di una candidatura a capitale del Veneto, da parte addirittura di ulteriori due città della nostra Regione (oltre a Venezia naturalmente):
Padova e Verona. Ecco: é questo il punto. Io credo che queste rivendicazioni e questo modo di pensare siano l’esatta rappresentazione delle ragioni per le quali il Veneto non riesce ad esprimere leadership politica ed economica a livello nazionale e rischia di condannarsi alla marginalità anche all’interno del nuovo triangolo industriale. Esprimono cioè l’incapacità del Veneto di fare rete al proprio interno e di individuare pochi obiettivi comuni di lungo termine. C’è infatti da chiedersi: come mai, malgrado il fiorire di Capitali, il Veneto non ha una «Capitale vera», un centro metropolitano degno di questo nome e in grado di confrontarsi con le altre capitali italiane ed europee?
❞
Una Fondazione o un Consorzio Creiamo un’entità (associazione, fondazione o consorzio) sovra istituzionale ed extraistituzionale, che elaborari un piano condiviso Perché, malgrado tutto gli studi e le competenze accademiche a disposizione, non si riesce ancora ad enucleare un progetto chiaro, visibile e condivisibile (o anche solo discutibile) di spazio metropolitano, in grado di chiudere dignitosamente nel Veneto quel triangolo industriale che si ê realizzato di fatto? Come mai, malgrado l’esistenza di un quadro normativo magari imperfetto ma disponibile, non si stanno costruendo le reti istituzionali che possono portare a questa realtà? In altre parole, perché si continuano a rivendicare primati e primazie e non si é mai «industrializzato» un processo di questo tipo? Io credo sia proprio il momento (anzi sia tardi) per provare a
dare corpo o sostanza a questo disegno di completamento del nuovo triangolo industriale partendo proprio dalla creazione di quel vertice che ancora manca. È necessario un innesco ampio, forte e il più possibile condiviso. E quell’innesco probabilmente non può venire dalla politica per le sue «naturali» logiche competitive e conflittualità. Penso sia necessario, analogamente a quanto avvenuto in altri contesti europei, che questo innesco venga dalle componenti economiche, sociali e culturali, rappresentative della nostra comunità (Associazioni, Fondazioni bancarie, Università, Camere di Commercio), svincolate da esigenze di consenso elettorale. E l’iniziativa potrebbe e dovrebbe partire proprio da quelle componenti che, più di altre, hanno dimostrato di saper andare oltre il proprio interesse particolare e di saper costruire le maglie di una rete. Mi riferisco alla creazione da parte di questi soggetti di una entità (associazione, fondazione, consorzio, o qualunque altra forma giuridica ritenuta adatta allo scopo), sovra istituzionale ed extraistituzionale, che cominci ad elaborare un progetto condiviso di capitale metropolitana del Veneto. Un progetto da discutere con la politica e le Istituzioni e da mettere a disposizione del dibattito pubblico, credo rappresenti quell’innesco di cui questi territori e la nostra regione hanno bisogno per continuare a trattenere qui i nostri giovani che se ne stanno andando via cercando altrove quegli stimoli che qui non trovano, e per non rimanere la parte marginale e più debole del nuovo triangolo industriale. Questo, credo, sarebbe il migliore proposito che potremmo pronunciare e il più importante obiettivo che potremmo darci per questo nuovo anno che si avvia. Maria Cristina Piovesana Presidente di Assindustria Veneto Centro © RIPRODUZIONE RISERVATA
L’attesa, ora, è per le prese di posizione delle potenti (o meglio, ex potenti) fondazioni bancarie. Proprio uno studio di qualche anno fa commissionato dalla Fondazione di Venezia e condotto dall’Ocse aveva messo in evidenza gli straordinari punti di forza della Patreve (o in qualunque modo la si voglia chiamare). Unire in una (autentica) struttura istituzionale Venezia, con il suo brand, il porto, l’attrattività turistica planetaria, Padova, polo della conoscenza e della ricerca, e Treviso, nella top five delle province manifatturiere italiane, creerebbe un’area capace di rapportarsi alla pari con Milano (ormai lanciatissima sul piano internazionale) e Bologna (in grande rilancio specialmente sul versante dell’innovazione). C’è da chiedersi perché la politica non abbia imboccato già da tempo questa strada. Zaia ha sempre sostenuto che, in fondo, tutto il Veneto è metropolitano. In ogni caso, «il tema delle città metropolitane verrà affrontato dopo aver avuto l’autonomia». Di fronte a questo scetticismo (che qualcuno chiama «regionecentrismo»), uno scossone proveniente da chi lavora e produce non può che essere prezioso. E chissà mai che non faccia riflettere anche il Pd veronese, che a Capodanno ha pensato bene di chiedere lo spostamento nella città scaligera del capoluogo di regione. Di tutto il Veneto ha bisogno tranne che rinfocolare l’antica rivalità tra Verona e Venezia. Sandro Mangiaterra © RIPRODUZIONE RISERVATA
8
Sabato 4 Gennaio 2020 Corriere del Veneto
TV
Treviso
NUMERI UTILI Comune Provincia
04226581 04226565
treviso@corriereveneto.it
Prefettura Questura PoliziaStradale PoliziaMunicipale
0422592411 0422248111 0422299611 0422658340
GuardiaMedica 0422405100 04223221 OspedaleCa’Foncello 04224281 OspedaleSanCamillo Provveditorato 042242971
Emergenzainfanzia
114
FARMACIE AllaTestaD'Oro S.Angelo
0422546322 0422400206
Mozziconi gettati sui marciapiedi Ecco la Tradotta Guerra Il Comune minaccia la linea dura lavaprima in bicicletta La ciclabile
Si partirà con la sensibilizzazione e poi scatteranno le sanzioni fino a 400 euro La vicenda ● Il sindaco Mario Conte ha aderito alla compagna «No mozziconi a terra» lanciata da Striscia La Notizia ● La campagna impegna i Comuni a monitorare il fenomeno e multare ● Le sanzioni arrivano fino a 400 euro
TREVISO A memoria d’uomo, di
multe per i mozziconi di sigaretta buttati a terra a Treviso non ne sono state fatte. La legge che prevede sanzioni ai trasgressori non è stata applicata per diversi motivi, primo fra tutti l’impossibilità di destinare risorse umane (in questo caso i vigili) al pedinamento dei fumatori lungo le strade. Nei giorni scorsi però il sindaco di Treviso Mario Conte ha aderito alla campagna della trasmissione Striscia La Notizia «No mozziconi a terra» che impegna i Comuni a monitorare il fenomeno e multare. E quindi adesso e per tre mesi la città sarà una specie di sorvegliato speciale, con un’attività che la polizia locale spera sia di sensibilizzazione
ma che mette a rischio sanzione i più viziosi fra i cittadini. Nel 2016 Ca’ Sugana (allora guidata dal Pd) aveva già dichiarato guerra ai rifiuti cosiddetti minuti, assicurando controlli a tappeto. Adesso si prova a riaccendere i riflettori su una brutta abitudine perché i mozziconi sono anche un rifiuto difficile da smaltire, altamente inquinanti. «Siamo il
❞
Gallo (Polizia locale) Treviso è una città pulita e ordinata, ogni elemento fuori posto si nota subito
primo capoluogo per raccolta differenziata – spiega Conte e proprio per questo primato che ci rende molto soddisfatti sposiamo volentieri la campagna di Striscia contro un malcostume diffuso. L’accordo prevede l’applicazione della normativa e le sanzioni. Salvaguardiamo l’ambiente». Le multe vanno da 60 a 300 euro per i mozziconi abbandonati sul suolo pubblico (anche in corsa dall’auto) mentre, se buttati altrove, come ad esempio su fioriere o al di fuori degli appositi raccoglitori, può essere applicato il regolamento comunale anti-degrado, quindi 400 euro. «Oltre che norma del codice della strada, è una norma di educazione e buon senso – aggiunge il co-
Le multe Le multe per chi sgarra vanno da 60 a 400 euro
L’intervista
La vicenda ● Avvocato civilista nel campo del diritto di famiglia e della responsabilità civile, Simonetta Rubinato inizia la sua carriera politica nel 1995 come consigliere comunale a Roncade ● Esponente de La Margherita, diventa coordinatrice provinciale e nel 2004 viene eletta sindaco di Roncade ● Nel 2006 viene eletta al Senato, sempre nelle fila de La Margherita fino alla nascita del Pd. Nel 2008 viene eletta alla Camera e nel 2009 è rieletta sindaco ● Nel 2013 viene rieletta alla Camera ● Nell’estate del 2017 costituisce il comitato Veneto Vivo per il Sì all’autonomia e nel 2019 esce dal Pd
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ex deputata Simonetta Rubinato ha fondato Veneto Vivo e ha lasciato il partito democratico
di Silvia Madiotto
Roncade, l’autonomia hanno cominciato ad applicarla tredici anni fa. Non come la si intende oggi in Veneto. «Nel 2006 è stato un Comune precursore» spiega Simonetta Rubinato, nominata dall’attuale sindaco presidente della Fondazione Città di Roncade che si occupa di assistenza agli anziani e delle fragilità. «La Fondazione è nata per restituire nel tempo, in benefici concreti nel sociale, l’investimento necessario per realizzare il centro diurno e della Residenza Sanitaria Assistita. L’invecchiamento della popolazione è un tema di grande attualità, sarà sempre più necessario sviluppare la programmazione ed erogazione di servizi integrati volti alla domiciliarità e alla fragilità». Rubinato, per dieci anni sindaco di Roncade, ex parlamentare del Pd e fondatrice di Veneto Vivo, è stata tra i primi nel centrosinistra a parlare di autonomia e dare il proprio sostegno al referendum. Il tema a queste latitudini è antropologicamente leghista e il Pd ha dimostrato una diffusa freddezza, ma non Rubinato. A maggior ragione ora che la tessera del partito non ce l’ha più, a pochi mesi dalle elezioni regionali spinge sull’acceleratore, smarcandosi dalla pagina di Facebook «Rubinato 2020» che la vorrebbe candidata a governatrice ma pronta per la partita, auspicando la nascita di un partito «veramente autonomista», come a Bolzano. E avvisando il presidente della Regione Luca Zaia perché, dice «il referendum ha preso il doppio dei suoi voti nel 2015». Rubinato, cosa significa oggi autonomia? «Significa che le energie vitali, che possono far crescere
mandante della polizia locale Andrea Gallo -. Treviso è una città pulita, ordinata, molto rispettata, per questo ogni elemento fuori posto si nota maggiormente e non va sottovalutato. Il sindaco ha chiesto attenzione, i comportamenti scorretti saranno segnalati». Ma non per fare cassa, sottolinea Gallo: «L’obiettivo è sensibilizzare i trevigiani al rispetto di una norma esistente e ridurre il fenomeno, perché la città sia sempre più bella». E a leggere le reazioni sulla pagina Facebook di Conte, sembra che i trevigiani abbiano particolarmente in odio questi abbandoni: auspicano tutti la linea dura. S.Ma.
RONCADE A
Rubinato:«Autonomia, dobbiamodarerisposte Adessoserveunpartito comehafattoBolzano»
❞
il benessere delle persone, sono nei territori e nelle comunità. In tempi complicati ci consentono di reggere nuove sfide, come salvaguardare il welfare in uno Stato messo in difficoltà da un debito pubblico enorme. Gli aumenti della spesa pubblica gravano su famiglie e imprese con tassazione diretta e indiretta.
Il risultato del referendum è superiore al voto delle regionali
L’autonomia responsabile invece mette le comunità in condizione di sviluppare talenti e la crescita sostenibile, liberando risorse positive». Il Veneto l’ha chiesta due anni fa ma il dialogo con Roma è difficile. «Il Veneto è l’unica comunità regionale tra autonomie speciali, l’unica Regione del centronord penalizzata nella spesa storica. Ci sono troppi nodi aperti e con la scusa di mettere tutti d’accordo si sta ricentralizzando l’operazione. Non è una legge scritta con spirito autonomista. Bisogna lasciar lavorare i territori perché usufruiscano delle risorse che producono, mettendoli in condizione di fare di più e meglio. In un Pa-
ese malato di centralismo come il nostro, l’autonomia è l’opportunità di sussidiarietà e aiuto alle comunità». Si avvicinano le regionali. Veneto Vivo che posizione prenderà? «Da tempo sono convinta che la risposta del referendum abbia un significato importante. I numeri sono stati superiori al voto delle regionali precedenti. È una richiesta dei veneti, è il momento di darsi da fare e trovare soluzioni. Credo che in Veneto dovrebbe nascere un movimento regionale seriamente autonomista, europeista, inserito nei meccanismi della Costituzione, con la schiena dritta, come la Csu bavarese o il Svp di Bolzano». Lega e Partito dei Veneti ne hanno fatto una bandiera. Lei come si colloca in questo scenario politico? «C’è una domanda politica ma non le forze politiche adeguate a rappresentarla. C’è da chiedersi per prima cosa se la Lega di Zaia sia ancora federalista e autonomista, oggi è più sovranista. Nel Partito dei Veneti scorgo ancora un equivoco tra autonomia e indipendenza. E non parliamo degli altri partiti, come M5s e Pd». Lei che ruolo avrà nella creazione di questa alternativa? Si candiderà? «Veneto Vivo è un movimento culturale. C’è un vuoto di rappresentanza e mi sono impegnata a creare le condizioni perché si trovi una risposta politica, assieme a chi ci crede. Non so se ci saranno le occasioni e le condizioni per le regionali, ci ragioneremo, molti mi hanno cercata per questo facendomi delle offerte ma io non cerco posti. Mi interessa il progetto politico». © RIPRODUZIONE RISERVATA
MONTEBELLUNA Diciotto chilometri e mezzo fra Montebelluna e Nervesa della Battaglia lungo la ferrovia militare che, durante la Grande Guerra, portava i soldati sulla linea del Piave: è «La Tradotta», una pista ciclopedonale che attraversa cinque Comuni e che può diventare una meta turistica per i tanti amanti della bicicletta e della storia, nei luoghi che hanno segnato la Marca. I lavori sono partiti nei giorni scorsi: l’intervento, che ha ottenuto un finanziamento regionale di 700 mila euro per l’acquisto dell’area e costerà 400 mila euro di lavori, è frutto di una lunga trattativa con Rfi e il consorzio Bosco del Montello. Il percorso, ampio 6 metri, passa anche per Crocetta del Montello, Volpago e Giavera: percorre le ultime miglia dei militari sulla ferrovia coinvolta nei combattimenti tra l’esercito italiano e quello austroungarico. L’operazione acquista ancora più significato in questi anni: nel 2018 la Marca ha ricordato il centenario della Grande Guerra (s.ma.). © RIPRODUZIONE RISERVATA
La sicurezza
Arrivano a Roncade 50 telecamere RONCADE Cinquanta
telecamere per monitorare il territorio comunale di Roncade: grazie a uno stanziamento di 100 mila euro, sono stati acquistati nuovi occhi elettronici che saranno accompagnati da nuovi server e programmi di gestione. Il sistema, gestito dalla polizia locale sarà accessibile anche ai Carabinieri in un’azione sinergica per rafforzare la collaborazione con le forze dell’ordine per prevenire e risolvere le emergenze di sicurezza. Il progetto sarà completato in più stralci con implementazioni successive: «Partiremo già quest’anno con l’acquisto dell’attrezzatura e la copertura del sistema di videosorveglianza e collegamenti sui tre accessi alla città e al parco del Musestre» spiega l’assessore alla sicurezza Daniele Biasetto. Il progetto della giunta realizzato da Contarina prevederà la copertura di 23 accessi alla città di Roncade. La telecamera posizionata sul ponte tra Quarto d’Altino e Musestre sarà cofinanziata dai due Comuni. I nuovi strumenti di ultima generazione sono capaci di leggere i numeri di targa anche con luce scarsa (s.ma.) © RIPRODUZIONE RISERVATA
12
REGIONE
SABATO 4 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
verso le elezioni regionali
Bisato: «Il Pd pronto a valutare l’autorevole profilo di Baban» Il segretario regionale dem: «Basta con le bugie di Zaia sulla Pedemontana Gli aumenti dei pedaggi chiesti da Serato, presidente di Cav in quota Lega» PADOVA. C’è fermento nel cen-
trosinistra che si prepara alla scelta del candidato con cui sfidare Luca Zaia alle regionali 2020. Alessandro Bisato, segretario regionale Pd, conferma di valutare con interesse il nome di Alberto Baban arruolato da Carlo Calenda come uno dei big veneti di Azione. «Si tratta di una bella ipotesi, l’autorevole profilo dell’imprenditore sarà valutato alla pari di altre candidature che si stanno profilando, ammesso che il nome venga ufficializzato» dice Bisato, ieri alle prese con il falò della Befana a Noventa, paese di cui è sindaco. C’è un solo rammarico: qualche settimana fa, nell’incontro tra Pd e Azione, il partito di Calenda non ha avanzato alcuna richiesta. Ma la partita è appena iniziata, anzi, siamo al riscaldamento prima del match. La strada è ancora lunga e sul tappeto resta la figura di Arturo Lorenzoni, vicesinda-
Da sinistra Alessandro Bisato, Achille Variati e Nicola Zingaretti nella sede del Pd regionale a Padova
co di Padova che i tre sindaci civici Giordani, Massaro e Gaffeo hanno “promosso” in regione come “portavoce” delle istanze di Padova, Belluno e Rovigo che non accettano il neocentralismo di Zaia. Lorenzoni è in vacanza e tra
oneri a carico dello stato
Cdp stanzia 120 milioni per le scuole del Veneto VENEZIA. Centoventi milioni di
euro per le scuole del Veneto. Cassa Depositi e Prestiti ha stipulato con la Regione Veneto un contratto per la concessione di un prestito, con oneri a carico del bilancio dello Stato, di 119,8 milioni di euro. Serviranno a finanziare interventi per costruzione, ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento sismico, efficientamento energetico di immobili dedicati all’istruzione scolastica. Nel Veneto sono 88 gli interventi previsti, praticamente in tutte le province. In particola-
re, a Venezia e provincia sono 11, a Padova e provincia sono 12, a Verona e provincia sono 10; a Treviso e provincia sono 29, a Vicenza e provincia sono 16, a Rovigo e provincia sono 3 e a Belluno sono 7. Il finanziamento rientra nell’ambito del programma di edilizia scolastica 2018-2020 ed è possibile a seguito della stipula di un protocollo di intesa con Miur, Mef, Banca europea per gli investimenti e Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa. Il Veneto in questo è tra le prime regioni d’Italia a muoversi: in questi giorni è in
qualche giorno scioglierà la sua riserva, attorno alla sua figura sta maturando l’adesione di altri comitati civici, la galassia dei movimenti ambientalisti guidata da Michele Boato che ha elaborato il programma all’Oic.
programma la stipula di ulteriori contratti di prestito con altre regioni beneficiarie di contributi statali, per un ammontare complessivo di 1.550 milioni di euro. Spiegano da Cassa Depositi e Prestiti: «Cdp conferma nuovamente il proprio impegno nel finanziamento di interventi da realizzarsi nel settore dell’edilizia pubblica scolastica, proseguendo un percorso avviato nel 2015 che ha già permesso di stipulare con le regioni prestiti per un importo di circa 1,2 miliardi di euro». Gli oneri di ammortamento, come già sottolineato, saranno a carico dello Stato e, grazie a specifiche modalità di erogazione, i beneficiari finali potranno utilizzare le risorse senza impatto sul proprio patto di stabilità interno. — Nicola Cesaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
disservizi ferroviari
TrenItalia avvia la Conciliazione pure per le controversie sui Regionali I contenziosi nel 2019 sono stati 9.561 VENEZIA. Nel corso del 2020
la Conciliazione paritetica extragiudiziale per tutti i tipi di controversie, che si verificano in TrenItalia, potrà essere utilizzata non solo per le problematiche avvenute sulle Frecce e sugli Intercity, ma anche sui treni Regionali. Una bella conquista per i pendolari e per gli utenti dei Regionali, sia veloci che ad andamento lento, visto che si-
no ad oggi i passeggeri erano costretti a rivolgersi a strumenti amministrativi che, in genere, risultavano costosi e dai tempi lunghissimi. Un nuovo modo di ottenere “giustizia”, anche alla luce della crescita continua dei ricorsi contro TrenItalia che, negli ultimi tempi, sono aumentati del 15% all’anno. Nel solo 2019 i dati sono risultati assai preoccupanti.
E il M5s che strada intende prendere? La corsa solitaria sarà decisa dopo il voto in Emilia Romagna, un test fondamentale per capire se conviene presentare un presidente grillino o se non sia più utile convergere magari sul civi-
co Lorenzoni, svincolato dal Pd. Alessandro Bisato mette un po’ di petardi nel falò della Befana e se la prende con Luca Zaia. «Merita l’oscar della comunicazione, spaccia per regalo ai veneti la Pedemontana realizzata con 17 anni di ritardo e con un debito che si spalmerà in 39 anni. Ancora più grande è la frottola dei pedaggi di Cav: gli utili finiscono nelle casse della Regione e i meriti sono ovviamente tutti di Zaia, mentre è colpa dei cattivi del Pd di Roma se aumentano le tariffe. Basta con le bugie: Cav è controllata al 50% da Anas e al 50% dalla Regione che ha nominato presidente Luisa Serato. Che è una dirigente della Lega Nord, alla guida del Cda che ha chiesto l’aumento dei pedaggi: la richiesta è partita da Venezia e non siamo stati certamente noi a chiedere la stangata. Le colpe sono tutte del ministero dei Trasporti.... Sa cosa dico in dialetto: Caro Zaia no sta strucarme la siola nei oci e pretendere che rida. E mi viene da piangere anche quando dice in tv che la Pedemontana è un grande regalo ai veneti: intanto la deve finire, che di tempo se n’è perso anche troppo. Poi da project è diventato un contratto di somministrazione, con il rischio d’impresa trasferito sulla Regione Veneto che incasserà i pedaggi. Nessuno sa dire se ce la faremo a ripagare il colossale debito. Non vorrei che fosse un altro buco nell’acqua come il Mose».—
PADOVA. Fa discutere la
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Verona Accoltella il marito durante la zuffa al bar
Una scossa di terremoto di magnitudo 3 è stata registrata ieri alle 13.53 con epicentro a 4 chilometri da Forni di Sopra, in provincia di Udine. Il sisma è avvenuto a una profondità di 10 chilometri.
Un cittadino cinese è stato ricoverato all’ospedale di Legnago dopo essere stato accoltellato dalla moglie connazionale, all’interno del bar che la coppia gestisce a Men, frazione del Comune di Castagnaro, al confine tra la Bassa veronese e la provincia di Rovigo. Nella notte all’interno del bar è scoppiata una lite tra i coniugi; la donna ha colpito al ventre il marito con un coltello da cucina con lama da 6 centimetri. Entrambi al momento dell’intervento dei sanitari erano ubriachi. Durante l’aggressione la donna si ferita alla mano.
Le richieste di rimborso, ad esempio quelle per eventuali ritardi dei treni oppure per sciopero, sono state 4.232 nel Veneto. I reclami, tra cui quelli per mancato riscaldamento a bordo oppure per bagni inutilizzabili invece 5.315, mentre i ricorsi al giudice di pace sono stati 14. In tutto i casi di contenzioso nel 2019 sono stati 9.561. Molti, ma percentualmente solo lo 0,017% rispetto ai 55 milioni di viaggi effettuati all’interno del territorio regionale. Grazie all’estensione della conciliazione paritetica anche ai passeggeri dei treni regionali, le richieste di rimborso e i reclami dovrebbero diminuire, anche perché la conciliazione è di facile utilizzo ed è gratuita, i tempi di risolu-
Francesca Businarolo
zione delle controversie sono in media di 38 giorni. Il nuovo tipo di rapporto fra TrenItalia e gli utenti dei treni regionali si è reso possibile anche grazie a una nuova intesa raggiunta tra le Fs e le associazioni dei consumatori e dei pendolari del Veneto. A tale proposito c’è già il commento positivo dell’Adiconsum. «Era ora» sottolinea Roberto Nardo, del direttivo Adiconsum del Veneto «Finalmente uno strumento agile per superare le controversie. Anche perché tanti reclami vengono inoltrati da passeggeri che, specialmente nei giorni festivi, trovano chiusi i punti vendita dove si acquistano i biglietti regionali». Felice Paduano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Udine Scossa di terremoto a Forni di Sopra
Sono stati 41 i veronesi che nel 2019 hanno spento ben cento candeline, 33 donne e 8 uomini. Un numero da record, sono stati ben 9 in più dello scorso anno.
Businarolo «Già versati 26 mila euro Sono in regola»
contabilità dei parlamentari 5 Stelle, che hanno l’obbligo “morale” e statutario di versare una quota rilevante della loro indennità a un fondo destinato poi al microcredito aziendale. La pattuglia veneta eletta a Roma è in arretrato di 60 mila euro, ma c’è l’impegno a saldare gli arretrati. Francesca Businarolo, presidente della commissione Giustizia della Camera, scrive che al 31 dicembre 2019 ha restituito, dal primo gennaio dello stesso anno, la somma di 26.533,60 euro, relativa al periodo da gennaio a novembre. Il mese di dicembre, non ancora scaduto, sarà saldato con il prossimo versamento. «Dopo gli articoli di stampa che mi accusavano, insieme a molti altri colleghi del Veneto, di non aver restituito le somme concordate con il Movimento, ho deciso di precisare quanto versato mese per mese con le relative date dei bonifici effettuati», afferma Businarolo. «In realtà» prosegue la deputata «non c’è mai stato alcun mistero, né ritardo: le restituzioni dei mesi di settembre e ottobre 2019 erano da versare entro il 31 dicembre, e così è stato fatto. Spiace, dopo sette anni in Parlamento all’insegna della trasparenza più totale, essere costretta a rettificare informazioni parziali e non verificate. È normale, del resto, che i conti in tasca vengano fatti solamente ai parlamentari del Movimento 5 Stelle. Nessun altro, infatti, può dire di aver versato tanto o poco, perché siamo e restiamo gli unici a farlo». Da inizio mandato, nel 2013, Businarolo ha restituito la somma di 243.530,41 euro, investiti in diversi progetti, a cominciare dal microcredito aziendale. In ballo restano gli altri deputati: dal sito “tirendiconto.it” risultano in arretrato i deputati Alvise Maniero, Raphael Raduzzi, Mattia Fantinati, Arianna Spessotto e anche il ministro Federico D’Incà. Lo stesso vale anche per i senatori Orietta Vanin, Gianni Pietro Girotto, Giovanni Endrizzi e Barbara Guidolin, che si sono impegnati a regolarizzare gli arretrati.
IN BREVE
Verona Record di centenari festeggiati nel 2019
i fondi del m5s
BELLUNO
SABATO 4 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
i conti degli enti locali
Fondo di solidarietà: i tagli annunciati saranno ridotti a breve Entro fine gennaio il premier Conte firmerà il decreto che ripartisce ulteriori 100 milioni ai Comuni italiani
Alessia Forzin BELLUNO. Il taglio al Fondo di
solidarietà comunale dovrebbe essere ricucito. Al comma 849 dell’articolo 1 della legge di bilancio dello Stato, infatti, si legge che ai Comuni arriveranno 100 milioni di euro in più rispetto al 2019, per “specifiche esigenze di correzione
nel riparto del Fondo di solidarietà”. «Da un esame approfondito della finanziaria», spiega il presidente dell’Uncem (Unione Comuni e enti montani), Marco Bussone, «individuiamo in questo provvedimento, e nello stanziamento che aumenterà poi dal 2021, una buona soluzione per far fronte ai tagli finora individuati dai Comuni sul
il futuro dei rifiuti
Un mezzo di Bellunum in azione
Bellunum si allarga: prima a Feltre poi in sinistra Piave Massaro: «Ci sono contatti con diversi Comuni interessati» La società è ormai pronta a gestire la raccolta dei rifiuti in un ambito provinciale BELLUNO. Bellunum allarga il
suo raggio d’azione. Il prossimo Comune a entrare nella compagine societaria dovrebbe essere quello di Feltre, che nel consiglio comunale del 29 novembre ha deliberato di “avviare un processo esplo-
rativo finalizzato a valutare la fattibilità dell’adesione del Comune alla Bellunum”. Ma ci sono contatti anche con altri territori, ha spiegato il sindaco Massaro durante l’ultimo consiglio. «Almeno tre comuni hanno chiesto proiezioni per capire se il sistema di raccolta proposto da Bellunum può essere adattato al loro territorio». L’obiettivo di Palazzo Rosso, del resto, è chiaro ed è reso esplicito nel Dup: “Bellu-
accertamenti
I contribuenti sono morti il Comune perde 56 mila € BELLUNO. I contribuenti sono morti o sono irreperibili: il Comune non potrà incassare le tasse che non hanno versato. In particolare l’Imu e la Tasi. Come ogni anno gli uffici di Palazzo Rosso hanno effettuato gli accertamenti per omessi versamenti delle annualità pregresse, concentrandosi sul 2014. Erano emerse Imu e Tasi non pagate per 356.329,45 euro. Ma circa 56 mila euro non potranno mai essere incassati: una successiva verifica
Lucia Olivotto
sito del ministero dell’Interno. Entro il 31 gennaio le risorse dovranno essere ripartite con un apposito decreto del presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno di concerto con il ministro dell’Economia e delle finanze, previa intesa in Conferenza Stato-città e autonomie locali. Prima si procede, meglio è». Molti Comuni devono
ancora approvare il bilancio previsionale, da qui l’urgenza di sapere con certezza che cifra inserire nella casella del Fondo di solidarietà. BELLUNO PRUDENTE
Chi ha già portato in aula il documento previsionale, invece, potrà sempre fare una variazione in corso d’anno. Il Comune di Belluno, però, era stato prudente: «Abbiamo messo a bilancio tre milioni di euro, il dato sotto il quale non possiamo andare», conferma il vicesindaco, e assessore di riferimento, Lucia Olivotto. «Però contavamo sul fatto che la cifra venisse aumentata, com’è sempre successo negli ultimi anni». Belluno con i tagli perderebbe quasi 200 mila euro. Il fondo di solidarietà finisce in parte corrente, quella sezione del bilancio con la quale vengono pagati il personale e i servizi. Non poter avere a disposizione quei 200 mila euro, dunque, significherebbe dover trovare in altri capitoli i soldi per pagare i servizi. «È una mazzata che non ci aspettavamo»,
num dispone delle competenze e delle risorse per consolidare ed estendere un bacino di utenza più ampio del solo Comune di Belluno”, si legge, “ponendosi di fatto fra i principali interlocutori in tema di raccolta dei rifiuti nell’ambito provinciale”. Il consiglio di Bacino, ente che si occuperà degli affidamenti del servizio a partire dal 2021, ha di recente ricevuto mandato dai sindaci di valutare la modalità di gestione in house (ovvero con società partecipate dai Comuni) per il futuro. Bellunum si candida dunque ad essere uno dei soggetti in grado di occuparsi della raccolta in un territorio più ampio di quello che serve oggi (Belluno, Limana e Trichiana). Con l’arrivo di Feltre, e degli ex comuni di Mel e Lentiai che appare molto probabile, Bellunum coprirà tutta la sinistra Piave da Belluno a Feltre. In consiglio comunale è stata votata (sei le astensioni) la delibera che dà mandato alla giunta di procedere con le attività finalizzate a valutare la fattibilità dell’ingresso del Comune di Feltre, e di altre eventuali amministrazioni interessate, nella compagine societaria di Bellunum. Primo passo per il futuro ampliamento del suo raggio di azione. — A.F.
ambiente
anagrafico-tributaria ha evidenziato che quegli obblighi tributari sono prescritti a causa del decesso o per l’irreperibilità di alcuni soggetti passivi. Il Comune ha quindi annullato o rettificato 117 avvisi di accertamento (cento per l’Imu e diciassette per la Tasi) emessi nel corso del 2019, applicando il principio di autotutela. «Può capitare sia necessario annullare o rettificare gli avvisi di accertamento», spiega il vicesindaco e assessore al bilancio, Lucia Olivotto. In questi casi la cartella di pagamento non viene trasmessa all’agente della riscossione. Quei 55.780,67 euro (50.192,56 per l’Imu e 5.588 per la Tasi) non potranno mai essere incassati dal Comune. — A.F.
nevegal
continua la Olivotto. «È vero che nel bilancio siamo stati prudenti, ma negli ultimi anni abbiamo sempre ricevuto 3,2 milioni come fondo di solidarietà. Facevamo conto di avere la stessa cifra anche quest’anno. Nella parte corrente siamo già tirati all’osso, ogni riduzione di trasferimenti incide e pesa molto». Neanche a parlarne di poter assumere qualche dipendente per dare respiro ad alcuni uffi-
Uncem soddisfatta De Carlo invece attacca «Basta penalizzare le realtà più virtuose» ci, da tempo sotto organico: con le disponibilità economiche così ridotte, non ci sono margini. DE CARLO ATTACCA
«Con questi tagli si contribuisce a fomentare la guerra tra poveri, senza redistribuire le risorse e, anzi, con l’aggravante che sono le realtà virtuose a es-
Gli studenti della 2D del Renier con le borracce donate dal Comune
Puliscono la città il Comune regala borracce a scuola I ragazzi del liceo Renier di Friday For Future hanno ricevuto in dono anche la borsa in tessuto prodotta da Bellunum BELLUNO. Dalle parole ai fatti:
in occasione dei Friday For Future di settembre e di novembre, due classi del liceo Renier si sono impegnate nella pulizia di alcuni angoli della città, raccogliendo rifiuti e cartacce dalle strade e dai par-
chi. Un gesto che non poteva passare inosservato agli occhi dell’amministrazione comunale; così, dopo i ringraziamenti del sindaco prima via social e poi di persona in occasione di una visita all’istituto ai primi di dicembre, a scuola è arrivato un regalo di Natale: «Proprio per premiare il loro impegno per l’ambiente, abbiamo voluto dare loro un riconoscimento ecologico e sostenibile», spiega il
Scomparso un anno fa oggi messa per Tacconi BELLUNO. Un anno fa scom-
pariva Riccardo Tacconi. Il commercialista milanese, in vacanza sul Nevegal con la famiglia, era uscito per fare una corsa di prima mattina e aveva dato un appuntamento per pranzo ai familiari sul Visentin. Ma a quell’appuntamento non è mai arrivato. Le ricerche erano durate giorni e avevano coinvolto moltissime persone, dai vigili del fuoco al soccorso alpi-
Riccardo Tacconi
17
sere penalizzate da questo meccanismo», denuncia il deputato di Fratelli d’Italia, e sindaco di Calalzo, Luca De Carlo. «Gli amministratori delle province di Belluno e di Treviso, solo per fare due esempi, sono da sempre ottimi gestori della cosa pubblica, in grado di lavorare con intelligenza e abilità per i propri territori superando le difficoltà imposte dai tagli lineari. Oggi ne abbiamo le scatole piene: lo dico da deputato e da sindaco, ormai stufo di assistere a questo stillicidio sulla pelle dei nostri cittadini». De Carlo in questi giorni ha raccolto il disagio e le difficoltà di sindaci e amministratori di Fratelli d’Italia e non solo e dichiara che gli amministratori sono pronti a fare fronte comune contro i tagli. Ma potrebbe non essere necessario: entro il 31 gennaio dovrebbero essere comunicati gli aggiustamenti al fondo di solidarietà. Condizionale d’obbligo, fino a quando il provvedimento non sarà firmato dal presidente Conte. —
sindaco, Jacopo Massaro. «A ciascuno studente delle due classi coinvolte abbiamo regalato una borraccia in metallo con il marchio della nostra società Bellunum, così da incentivarli a consumare l’acqua di rubinetto per limitare al massimo l’utilizzo delle bottigliette di plastica, particolarmente inquinanti». Quarantasei le borracce consegnate, ventuno per la 2D e ventitré per la 5A, entrambe del liceo linguistico. Ne sono state omaggiate anche le due professoresse che hanno coordinato l’attività, Paola Brunello e Marta Piazza. Alla consegna erano presenti anche la dirigente Viola Anesin e la direttrice dei servizi generali e amministrativi Bruna Paccagnella. «Abbiamo fatto realizzare questi gadget in alluminio appositamente per questa occasione», commenta l’amministratore unico di Bellunum, Davide Lucicesare, «e abbiamo donato ai ragazzi anche la borsa riutilizzabile in tessuto marchiata Bellunum per incentivare alla spesa consapevole». «Speriamo», conclude Massaro, «che i ragazzi abbiano gradito e che possa essere anche uno stimolo per tutti a rivedere il nostro stile di vita nei consumi e tutelare così l’ambiente». —
no a tanti volontari e residenti sul Nevegal, ma senza alcun esito. Erano state riprese in aprile, ma anche in quel caso non erano state trovate tracce di Tacconi. I familiari hanno organizzato per oggi alle 11.30 una messa al Santuario di Maria Immacolata, per pregare e ricordare Tacconi ma anche per incontrare e ringraziare le persone e i volontari che un anno fa hanno perlustrato il colle e mezzo Castionese in cerca di qualche traccia del 58enne. Alla messa infatti seguirà un rinfresco nei locali attigui alla chiesa. Sempre oggi sarà celebrata una messa anche a Milano, nella parrocchia di San Gioachimo alle 8. — A.F.
REGIONE
SABATO 4 GENNAIO 2020 CORRIERE DELLE ALPI
11
Il braccio di ferro sulle concessioni
Veneto e Friuli prenotano le autostrade di Benetton Fedriga rilancia la proposta: Autovie è pronta a subentrare nella gestione del tratto della A23 da Udine al Tarvisio. Poi c’è la A27 Mestre-Ponte nelle Alpi Mattia Pertoldi UDINE. Il piano è ambizioso, ma qualora si realizzasse consentirebbe di completare il passaggio in mani pubbliche (sotto il controllo della Regione) dell’intera rete autostradale del Friuli Venezia Giulia consegnando ad Autovie Venete, o meglio alla futura Newco, il monopolio locale del settore.
Non solo. Perché dalle parti di piazza Unità si pensa di allargare il raggio d’azione anche in Veneto, modificando la struttura azionaria della concessionaria e giocando di sponda con Luca Zaia. In realtà Massimiliano Fedriga sta guardando con parecchio interesse a come si muoverà il Governo nei confronti di Autostrade per l’Italia (Aspi). Da qualche giorno non c’è più so-
lo il M5s a premere per la revoca delle concessioni in mano alla società della famiglia Benetton, ma anche il Pd, dopo il crollo di un pezzo del soffitto della galleria Berté lungo la A26, sempre di competenza di Aspi. Nel caso in cui il processo di revoca dovesse concretizzarsi, in Friuli Venezia Giulia si “libererebbe” il tratto di A23 che da Udine Nord porta a Tarvisio. Poco più di cento chilo-
metri che, certamente, potrebbero finire sotto il controllo di Anas, ma che invece Fedriga vorrebbe mettere a disposizione di Autovie. «Sarei più che disponibile a lavorare a una possibilità di questo genere» conferma il governatore «e non sarebbe un errore pensare di allargarci anche in Veneto, aumentando la partecipazione azionaria di Zaia, trasformando così Auto-
vie in un player ancora più importante nel panorama del settore delle infrastrutture». Quando parla del Veneto, Fedriga, si riferisce a quel tratto di autostrade locali gestito, oggi, da Aspi e cioè l’A27 che da Mestre viaggia per un’ottantina di chilometri fino a Ponte nelle Alpi attraversando tutta la Marca trevigiana. E se per l’assessore ai Trasporti Graziano Pizzimenti l’acquisizione dell’A23 sarebbe «un’opportunità non banale per il Friuli Venezia Giulia non solo da un punto di vista infrastrutturale, ma, sul lungo periodo, anche della realizzazione finanziaria». Fedriga, con ogni probabilità, si muove anche lungo due altri assi di ragionamento. Il primo è di natura squisitamente politica e poggia sul fatto che il M5s – attuale azionista di maggioranza del Governo – ma in realtà nemmeno il Pd, non potrebbe opporsi a un’o-
Il presidente della giunta regionale raccoglie con favore la proposta e dettaglia il progetto lanciato un paio d’anni fa
Zaia: «È un mio cavallo di battaglia Cav motore della holding a Nordest» L’INTERVISTA
Albino Salmaso
P
residente Luca Zaia, l’idea della holding delle autostrade del Nordest è un suo cavallo di battaglia, che anche Fedriga sta ora cavalcando: che scenari si possono aprire? «Massimiliano Fedriga sfonda una porta aperta. L’idea della holding autostradale a Nordest l’ho proposta in tempi non sospetti, ben prima del dibattito sulla eventuale revoca ad Aspi. Ho proposto due emendamenti alla legge finanziaria 2020 che andavano in quella direzione ma sono stati bocciati dal centrosinistra. Ora il governo vuole togliere le concessioni autostradali ai privati ma non consente alle società pubbliche efficienti come Cav di subentrare nella gestione. È un paradosso da cui uscire in fretta». Che giudizio si è fatto lei del dibattito sulla gestione delle autostrade in Italia? Mi pare che abbia preso una piega bruttissima. Quando in un Paese c’è uno scricchiolio sulla certezza del diritto diventiamo meno attrattivi a livello internazionale: quando parliamo di autostrade e concessioni sono in ballo miliardi di euro e ci vuole cautela. Mi sembra di capire che il governo ha già deciso: se è così la culla per il neonato c’è già e il Veneto è pronto a dare vita alla holding autostradale del Nordest. Si tratta di mettere insieme il know how e potenziare i nostri talenti. Il Friuli con Autovie Venete gestisce un servizio importante sulla A4, noi abbiamo un’esperien-
za positiva con il Passante di Mestre controllato da Cav, il cui assetto è per il 50% della regione Veneto e per l’altro 50 dell’Anas, con gli utili investiti interamente nella nostra viabilità. Poi diamo la concessione alla Pedemontana Veneta che ha un tracciato di 94 chilometri e altri 68 di opere di adduzione: nel calcolo complessivo delle concessione entrano anche i raccordi». Questa è la fotografia della situazione: lei cosa propone nel concreto, da un paio d’anni a questa parte? «Sto mandando avanti in Parlamento un paio di emendamenti che non sono forcaioli con un solo obiettivo: consentire a Cav di allargare il suo perimetro di azione con la revisione della concessione, prima tappa del nuovo business con la garanzia che tutti gli utili restano pubblici. Non c’è un perimetro definito a priori, ma è legato alle opportunità del mercato. Se mai ci sarà la dismissione di una concessione di Aspi, qualcuno dovrà pur subentrare nella gestione della rete. E non mi si dica che Anas è nelle condizioni di assolvere con efficienza a questo compito strategico in tutt’Italia. Io qualche dubbio lo nutro. Non perché siano incapaci ma perché si tratta di strutture con 7 mila dipendenti e con l’assetto pubblico non si può alzare il telefono e ordinare un camion d’asfalto dall’oggi al domani. Ci sono altre procedure che il privato per fortuna non deve rispettare». Presidente Zaia, che ne pensa lei della linea di condotta del governo sul caso Aspi-Benetton? «Non ho rapporti diretti ed esprimo giudizi solo sulla base delle notizie pubblicate
8 febbraio 2009: Silvio Berlusconi e Luca Zaia inaugurano il Passante di Mestre, gestito da Cav
dai giornali. Fatta questa premessa, si deve partire dal big bang dei 43 morti del ponte Morandi di Genova, una ferita indelebile per l’Italia simile alle grandi catastrofi naturali. Da quel giorno si è aperto il dibattito sulla gestione delle autostrade ma bisogna rispettare il diritto. Non ho mai letto il contratto con Aspi, che prevede certamente delle penali in caso di revoca e rescissione. A meno che il governo non decida di andare muro contro muro, contestare tutte le inadempienze e affidarsi ai tribunali. Nessuno può sapere alla fine
Ho presentato due emendamenti alla Finanziaria bocciati dal governo Si tratta di dare nuovi poteri e allargare il perimetro della società del Passante L’assessore Elisa De Berti
perazione di questo genere. In fondo, se l’obiettivo di Luigi Di Maio è quello, ripetuto anche in questi giorni, di riportare in mano pubblica l’intero sistema autostradale italiano, difficilmente il grillino sarebbe in grado di bloccare la richiesta di una società – la futura Newco – i cui azionisti vestiranno esclusivamente i panni delle Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto. Il tutto senza dimenticare l’aspetto di monetizzazione stretta, perché A23 e A27, nel medio periodo, potrebbero valere una serie di incassi davvero rilevante per la Newco e tale da irrobustire ulteriormente i piani economico-finanziari del futuro ottenendo pure con maggiore facilità quelle aperture di credito necessarie a mettere in cantiere operazioni di potenziamento stradale che vadano anche al di là della Terza corsia. — © RIPRODUZIONE RISERVATA
chi vincerà. Io penso alle 43 famiglie che hanno perso i loro cari e dobbiamo avere la garanzia assoluta che chi ha sbagliato venga processato nei tribunali. Credo però che i toni del dibattito abbiano provocato un downgrade del nostro Paese. Di Maio e Toninelli pochi minuti dopo la tragedia hanno proposto la revoca immediata delle concessioni ma dopo 18 mesi non è successo nulla». La sua proposta di holding del Nordest è antecedente e prescinde dalla tragedia di Genova, o no? «Sì, ma casca a fagiolo. Se si liberano le concessioni noi siamo qui. Il governo però ci deve dare lo strumento giuridico perché ora abbiamo le mani legate. Ecco quindi che sono stati presentati due emendamenti alla Finanziaria per consentire a Cav di allargare il perimetro d’azione che oggi si ferma al Passante. Siamo bloccati da un paradosso: lo Stato che toglie le concessioni ai privati ma non assegna nuovi poteri alle società degli enti locali che vogliono subentrare nella gestione». Nel concreto lei cosa propone: l’ultima parola spetta al governo. Pensa di convincere Conte e la De Micheli? «L’assessore De Berti ha in agenda un nuovo incontro con la ministra dei Trasporti. Noi puntiamo a far approvare quei due emendamenti, ci stiamo lavorando da un anno: si tratta di dare vita ad una Newco tra Cav e Autovie Venete e creare la holding del Nordest che avrà enormi ricadute positive perché tutti gli utili saranno investiti sul territorio». Presidente, il primo gennaio sono scattati gli aumenti dei pedaggi. Chi li ha decisi: Cav o il governo? «Il governo con Anas è socio al 50%, si tratta di una materia gestita interamente da Cav, che aveva presentato delle richieste mai considerate da Toninelli. Capisco la preoccupazione degli automobilisti, ma siamo l’unica regione in Italia che non applica l’addizionale Irpef e rinunciamo a un gettito di 1 miliardo e 250 milioni di euro l’anno». — © RIPRODUZIONE RISERVATA
17
Economia
Sabato 4 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
La proposta MariaCristina Piovesana* Assemblea degli industriali di Padova e Treviso del 2018, che ha segnato la nascita di Assindustria Venetocentro, ha dato visione politica e proiezione strategica a un fatto che, precedentemente, era limitato a mera rappresentazione di dati economici da parte di qualche fondazione, o ad analisi degli stessi dati da parte di qualche osservatore e opinionista sullastampa. Mi riferisco all’avvenuta formazione nell’arco degli ultimi decenni, di fatto e in maniera quasi inconsapevole, di un nuovo triangolo industriale, proiettato a Nord-Est, alternativo al tradizionale e consolidato triangolo costituito tra i capoluoghi di Regione del Nord -Ovest d’Italia (Milano Torino- Genova). “Costruire il nuovo triangolo industriale” era infatti il titolo e il messaggio politico affidato a quell’assemblea. Due otre erano e rimangono le considerazioni implicite in quel titoloevocativo. La prima: era la presa d’atto, ormaiconsapevole,che una serie di indicatori economici davano forma e sostanza a questa nuova “soggettività” nel panorama economico e socialeitaliano. Una entità, compresa tra Milano, Bologna e Padova-Treviso-Venezia, composta da una rete di piccole e medie imprese appartenenti a settori molto diversificati; di grandi imprese leader private e “pubbliche”; di distretti e filiere, in grado di reggere la competizione globale malgrado le croniche e pesanti zavorre del nostropaese.
MARIA CRISTINA PIOVESANA Presidente di Assindustria Venetocentro, la seconda più importante associazione territoriale di Confindustria in Italia e la prima del Nordest
L’
INCOMPLETI Uninsieme legato anche da un sistema infrastrutturale ancora incompleto ma in via di definizione. La seconda: era l’evidenza, appunto, che questa nuova entità presenta ancora elementi di incompletezza, in particolare dal punto di vista infrastrutturale e urbano. A questa parte mancante si riferiva il “costruire” del titolo datoall’assemblea. La terza: era l’individuazione chiara di ciò che ancora manca
«SERVE UNA CAPITALE VERA IN GRADO DI CONFRONTARSI CON LE ALTRE CAPITALI ITALIANE ED EUROPEE»
«Una fondazione per dare una metropoli al Veneto» Gli industriali Padova-Treviso: o questo `«Costruiamo assieme lo spazio per essere territorio fa sistema o resterà marginale protagonisti del nuovo triangolo industriale» `
81,45
i miliardi di valore aggiunto nel 2018 delle province di Treviso, Padova e Venezia
28,68
i miliardi di export messi a segno nel 2018 dalle tre province (Cgia Mestre)
234
le migliaia di imprese attive tra Venezia, Treviso e Padova (Cgia Mestre)
perché quel triangolo possa dirsi compiuto. Vale a dire l’esistenza di un vertice Veneto di rango metropolitano assimilabile a Milano e Bologna e la chiusura, da un punto di vista infrastrutturale di due dei tre lati del triangolo: quello tra Milano e Padova, nel tratto fra Verona e Padova; è quello tra Padova e Bologna. Mi riferisco naturalmente e in particolare, ai collegamenti dell’alta velocità e alta capacità. Da questo punto di vista, anche la rappresentazione e semplificazione grafica di questo triangolo,hanno dato chiara evidenza della mancanza di questi elementi. E peraltro, proprio in questi giorni abbiamo letto della “rivendicazione” di una candidatura a capitale del Veneto, da parte addirittura di ulteriori due città della nostra Regione (oltre a Venezia naturalmente): Padova e Verona.Ecco: é questo il punto. Io credo che queste rivendicazioni e questo modo di pensare siano l’esatta rappresentazione delle ragioni per le quali il Veneto non riesce ad esprimere leader-
ship politica ed economica a livello nazionale e rischia di condannarsi alla marginalità anche all’interno del nuovo triangolo industriale. Esprimono cioè l’incapacità del Veneto di fare rete al proprio interno e di individuare pochi obiettivi comuni di lungo termine. C’è infatti da chiedersi: come mai, malgrado il fiorire di Capitali, il Veneto non ha una “Capitale vera”, un centro metropolitano degno di questo nome e in grado di confrontarsi con le altre capitaliitaliane ed europee? Perché, malgrado tutto gli studi e le competenze accademiche a disposizione, non si riesce ancora ad enucleare un progetto chiaro, visibile e condivisibile (o anchesoltantodiscutibile) di spazio metropolitano, in grado di chiudere dignitosamente nel Veneto quel triangoloindustriale che siê realizzatodi fatto? Come mai, malgrado l’esistenza di un quadro normativo magariimperfetto ma disponibile, non si stanno costruendo le reti istituzionali che possono portare a questarealtà? In altre parole, perché si conti-
1,163
i milioni di occupati 2018 tra Treviso, Padova e Venezia (Cgia Mestre)
2,679
i milioni di abitanti della nuova “metropoli” a gennaio 2019 (Cgia Mestre)
249
le migliaia di lavoratori autonomi nell’area Treviso, Padova e Venezia
nuano a rivendicare primati e primazie e non si é mai “industrializzato” un processo di questotipo? Io credo sia proprio il momento (anzi sia tardi) per provare a dare corpo o sostanza a questo disegno di completamento del nuovo triangolo industriale partendo proprio dalla creazione di quel verticeche ancoramanca. È necessario un innesco ampio, forte e il più possibile condiviso. E quell’innesco probabilmente non può venire dalla politica per le sue “naturali” logiche competitivee conflittualità. Penso sia necessario, analogamente a quanto avvenuto in altri contesti europei, che questo innesco venga dalle componenti economiche, sociali e culturali, rappresentative della nostra comunità (Associazioni, Fondazioni bancarie, Università, Camere di Commercio), svincolate da esigenzedi consensoelettorale. E l’iniziativa potrebbe e dovrebbe partire proprio da quelle componenti che, più di altre, hanno dimostrato di saper andare oltre il proprio interesse particolare edi saper costruire le maglie di unarete.
UN’ENTITÀ NUOVA Mi riferisco alla creazione da parte di questi soggetti di una entità (associazione, fondazione, consorzio, o qualunque altra forma giuridica ritenuta adatta allo scopo), sovra istituzionale ed extraistituzionale, che cominci ad elaborare un progetto condiviso di capitale metropolitana del Veneto. Un progetto da discutere con la politica e le Istituzioni e da mettere a disposizione del dibattito pubblico, credo rappresenti quell’innesco di cui questi territori e la nostra regione hanno bisogno per continuare a trattenere qui i nostri giovani che se ne stanno andando via cercando altrove quegli stimoli che qui non trovano, e per non rimanere la parte marginalee piùdebole del nuovo triangoloindustriale. Questo, credo, sarebbe il migliore proposito che potremmo pronunciare e il più importante obiettivo che potremmo darci per questo nuovo anno che si avvia. *PresidenteAssindustria Venetocentro
«UN PROGETTO DA DISCUTERE CON LA POLITICA E LE ISTITUZIONI, OBIETTIVO: TRATTENERE QUI I NOSTRI GIOVANI»
La Borsa Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
CAMBI IN EURO Dollaro Usa Yen Giapponese Sterlina Inglese Franco Svizzero Fiorino Ungherese Corona Ceca Zloty Polacco Rand Sudafricano Renminbi Cinese Shekel Israeliano Real Brasiliano
Quotaz.
Var.%
1,1147 120,5400 0,8512 1,0840 330,5300 25,3600 4,2493 15,9222 7,7712 3,8766 4,5271
-0,411 -0,994 0,338 -0,230 0,167 -0,201 -0,120 1,096 -0,300 0,196 0,894
ORO E MONETE Oro Fino (per Gr.) Argento (per Kg.) Sterlina (post.74) Marengo Italiano
Min. anno
Max anno
Quantità trattate
FTSE MIB A2a
1,664
-0,75
1,657
1,677
863895
Atlantia
20,35
0,94
20,18
20,40
253627
Azimut H.
21,22
-1,99
21,25
21,61
98767
Banca Mediolanum
8,775
-1,35
8,765
8,901
65174
Banco Bpm
2,001
-2,39
2,002
2,059
3174286
Bper Banca
4,592
-0,07
4,568
4,573
268708
10,900
-2,42
10,921 11,170
56663
Buzzi Unicem
22,00
-2,65
22,09
22,57
65847
Brembo
Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
Min. anno
Max anno
Quantità trattate
Prezzo Var. % chiu. pr.chiu.
Finecobank
10,710
-2,68
10,755 10,937
229938
Ubi Banca
2,855
-2,89
Generali
18,415
-0,51
18,380 18,500
290030
Unicredito
13,328
-1,19
Min. anno
Max anno
Quantità trattate
2,869
2,948
1015727
13,274 13,373
1575805
Intesa Sanpaolo
2,349
-1,32
2,350
2,375 8684339
Unipol
5,058
-2,84
5,068
5,191
261387
Italgas
5,558
-0,18
5,521
5,567
235908
Unipolsai
2,551
-1,12
2,549
2,594
406576
Leonardo
10,580
1,00
10,515 10,524
157140
NORDEST
Mediaset
2,702
0,26
2,696
2,703
188918
Ascopiave
3,805
0,00
3,803
3,810
10643
Mediobanca
9,914
-0,86
9,903
9,966
293316
B. Ifis
14,060
-1,88
14,009 14,253
40669
Moncler
40,09
-1,23
40,23
40,52
61662
2,110
-5,17
10,062 10,158
Carraro
2,148
2,231
37226
7,192
10,065
-1,28
229903
Cattolica Ass.
7,170
-2,12
7,323
71076
Prysmian
21,30
-1,84
21,34
21,71
107140
Danieli
16,860
-0,35
16,828 16,923
4217
Recordati
38,33
1,00
37,90
38,14
28857
De’ Longhi
18,900
-1,05
18,904 19,112
14489
Saipem
4,419
0,87
4,389
4,429
948064
Eurotech
8,590
-1,94
8,578
8,715
43795
Snam
4,664
0,15
4,641
4,685
999566
Geox
1,190
0,34
1,186
1,190
27537
Stmicroelectr.
24,59
-0,69
24,52
24,68
302432
M. Zanetti Beverage
5,900
-0,67
5,911
5,947
298
1,954
Poste Italiane
Denaro
Lettera
Campari
8,180
0,74
8,140
8,141
227035
42,90 485,00 312,50 245,50
45,90 542,00 336,00 270,60
Cnh Industrial
9,986
-0,78
9,987 10,021
263782
Enel
7,211
-0,01
7,183
Eni
14,106
0,70
Exor
68,82
-1,35
Telecom Italia
0,5577
-0,32
0,5558 0,5621
4723208
1,936
-3,78
2,025
253097
Fca-fiat Chrysler A
13,078
-2,08
13,087 13,339 1050350
Tenaris
10,235
1,34
10,145 10,202
503161
Stefanel
0,1100
0,00
0,1103 0,1103
N.R.
Ferragamo
18,605
-1,85
18,647 18,925
Terna
5,902
-0,37
454085
Zignago Vetro
12,720
0,47
12,680 12,726
2042
7,191 2399248
13,988 14,106 1436086 68,57
69,62
29751
34644
038a3c1c-f9d5-47a3-bfed-289b8fceb01c
5,882
5,937
Ovs
9
Primo Piano
Sabato 4 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Lo scontro istituzionale IL CASO VENETO Gonfalone di San Marco sugli edifici pubblici statali, Luca Zaia ci riprova. La Prima commissione del consiglio regionale del Veneto esaminerà nella seduta di mercoledì prossimo la proposta di legge presentata dalla giunta per rendere obbligatoria l’esposizione della bandiera veneta all’esterno degli edifici sedi della Prefettura e degli uffici periferici delle amministrazioni dello Stato. La novità rispetto alla precedente legge del 2017, quella che la Corte costituzionale aveva bocciato, è che adesso scompaiono le sanzioni. E quindi non si capisce come la Regione riuscirà a far rispettare questo “obbligo” normativo. Il dato politico, però, c’è tutto. E assume ancora più rilevanza dopo le polemiche delle bandiere del Veneto sequestrate negli stadi.
IL PRECEDENTE Le Regioni - aveva detto la Consulta bocciando la precedente legge 28/2017 - «non possono porre a carico di organi e amministrazioni dello Stato compiti e attribuzioni ulteriori rispetto a quelli individuati con legge statale», tanto più che erano previste sanzioni: da 100 a 1.000 euro. «Non esiste, la ripresentiamo. E chiediamo entri nell’intesa sull’autonomia», aveva detto all’epoca il governatore Zaia.
LA PRECEDENTE NORMA ERA STATA BOCCIATA MONTAGNOLI (LEGA): CI SARÀ COLLABORAZIONE FRACASSO (PD): SI CERCA LO SCONTRO
Bandiera del Veneto, torna l’obbligo ma senza multa Inizia l’iter in Prima commissione `Il gonfalone dovrà essere esposto anche della nuova proposta di legge di Zaia nelle Prefetture. Rischio impugnazione `
bandiera viene esposta: a) all’esterno degli edifici sedi della Prefettura e degli uffici periferici delle amministrazioni dello Stato; b) all‘esterno degli edifici degli enti pubblici nazionali e statali che ricevono in via ordinaria finanziamenti o contributi a carico del bilancio regionale; c) ogni qualvolta sia esposta la bandiera della Repubblica o dell’Unione Europea; d) sulle imbarcazioni di proprietà delle amministrazioni statali e degli enti e organismi statali e nazionali acquistate con il contributo, anche parziale, della Regione del Veneto”.
I COMMENTI In realtà la nuova proposta di legge sull’uso della bandiera arriva dalla giunta regionale due anni dopo la sentenza della Corte, il 12 novembre 2019. E cioè due giorni dopo la polemica esplosa allo stadio Euganeo di Padova dove gli addetti alla sicurezza vietarono a dei tifosi di far entrare il gonfalone di San Marco. La motivazione era che la normativa consente l’accesso solo alle bandiere delle due squadre in campo e al tricolore.
Le regole Come esporre la bandiera del Veneto?
legge attualmente in 1 La 6 vigore stabilisce che la
NIENTE MULTE Il testo della nuova legge che mercoledì sarà presentata in Prima commissione ha una novità: non sono contemplate multe. “La proposta di legge - recita la relazione - reintroduce l’obbligo di esposizione della bandiera rappresentativa della Regione del Veneto negli edifici statali e di enti nazionali nonché sulle imbarcazioni di proprietà statale o di enti e organismi statali ma sottrae a sanzione l’eventuale mancata esposizione della bandiera del Veneto”. Ecco cosa dice il testo: “Relativamente agli edifici delle amministrazioni ed enti pubblici statali e nazionali, la GOVERNATORE Luca Zaia ha ripreso la battaglia della bandiera
2120b35d-3c23-4e38-aa73-000d7e7b2d96
bandiera del Veneto venga esposta all’esterno degli edifici regionali nuova legge 2 La 6 presentata da Zaia prevede che la bandiera venga esposta anche all’esterno di uffici statali e ogni qualvolta sia esposta la bandiera della Repubblica o dell’Unione Europea bandiera dovrebbe 3 La 6 essere esposta anche sulle imbarcazioni statali acquistate con il contributo della Regione
Ammesso che la legge, una volta approvata dal consiglio regionale, non venga impugnata dal governo davanti alla Corte costituzionale, cosa succederà se le prefetture non rispetteranno l’obbligo di esporre la bandiera veneta, visto che non c’è più regime sanzionatorio? «Sicuramente ci sarà una collaborazione tra gli enti», dice Alessandro Montagnoli (Lega), presidente della Prima commissione che ha già approvato la proposta di Gabriele Michieletto (Zaia Presidente) di donare una bandiera del Veneto ai neonati. Critico il capogruppo del Pd, Stefano Fracasso: «Bandiere ai neonati, bandiere nei uffici dello Stato. Il tentativo di usare la bandiera del Veneto per fini strumentali continua. Invece che farne motivo di unione Zaia la sventola per creare occasione di scontro istituzionale. Riproporre la norma già bocciata dalla Corte costituzionale ha solo questo scopo. La vera bandiera del Veneto la portano le migliaia di giovani che fuggono da questa regione che pensa più alle bandiere che a creare lavoro per loro». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
15
Nordest
Sabato 4 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
L’INIZIATIVA VENEZIA Ferrovie più vicine a chi viaggia in Veneto. Trenitalia lancia infatti la conciliazione paritetica nel trasporto regionale, una procedura semplificata e gratuita che eviterà il ricorso a vertenze legali per le piccole controversie. Si tratta di un sistema già adottato per Frecce e Intercity, estesa dal 2020 sul trasporto locale. La novità è frutto di un’intesa raggiunta a livello nazionale fra Trenitalia (Gruppo Fs Italiane) e i rappresentanti delle associazioni dei consumatori e delle persone con disabilità. Obiettivo rendere operativo il procedimento nelle diverse Regioni entro i primi mesi del 2020, attraverso incontri con le amministrazioni regionali e le rappresentanze locali dei consumatori e dei pendolari. Quindi l’intesa non è ancora ma secondo fonti istituzionali dovrebbe decollare poche settimane. Questo strumento di conciliazione extragiudiziale sarà adottato da Trenitalia per i clienti del Veneto che riterranno di non aver trovato adeguata soddisfazione al proprio reclamo o a una richiesta di indennizzo, e potranno così farsi rappresentare da un’associazione di consumatori per cercare una mediazione con l’azienda che soddisfi la loro richiesta.
LUNGA PERCORRENZA Introdotto nel 2009 nel comparto dei treni a lunga percorrenza e giudicato una delle migliori pratiche a livello europeo, l’istituto della conciliazione paritetica di Trenitalia ha visto crescere in maniera esponenziale (+ 15% medio all’anno) il numero di domande presentate e ammesse e ha raggiunto nel 2018 un 95% di esiti positivi, con l’accettazione delle proposte formulate dalla commissione di conciliazione. I tempi di risoluzione delle controversie si attestano a 38 giorni dalla
NELLE PROSSIME SETTIMANE LE INTESE OPERATIVE CON LE ASSOCIAZIONI PER FAR DECOLLARE LA SEMPLIFICAZIONE
I LAVORI VENEZIA «Sono stati avviati e procedono in maniera spedita i lavori di pulizia del lago di Alleghe. Come promesso, impegno massimo per la messa in sicurezza e per riportare i luoghi devastati da Vaia alla loro bellezza. Il lago di Alleghe con i Serrai di Sottoguda sono interventi simbolo, ma ricordo che i cantieri sono quasi mille». A dare la notizia è Luca Zaia nei panni di “Commissario delegato per i primi interventi urgenti di Protezione civile in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che hanno interessato il territorio della Regione Veneto a partire da ottobre 2018” che nei giorni scorsi ha ricevuto un report di dettaglio dal soggetto attuatore dell’opera, Veneto Acque spa. L’intervento progettato prevede la pulizia del lago con la realizzazione di un sistema di sicurezza in caso di piene con un importo stanziato complessivamente di 8.000.000 di euro. Va ricordato che tale intervento, insieme al ripristino dei Serrai di Sottoguda, rappresentano le due maggiori opere finanziate
FERROVIA REGIONALE Da novembre in funzione in Veneto i nuovi treni tecnologicamente innovativi Pop e Rock
Treni, reclami e rimborsi più “diretti” da quest’anno `Procedura facile e gratuita, il viaggiatore In partenza la conciliazione paritetica che evita le cause per le piccole controversie insoddisfatto potrà rivolgersi ai consumatori `
Veneto
4232 richieste di rimborso a Trenitalia in Veneto nel 2019.
5315 i reclami e 14 ricorsi al Giudice di Pace. In tutto 9561 casi su circa 55 milioni di viaggi all’anno, 150mila al giorno, 180mila se si tiene conto di quelli anche in altre regioni limitrofe come Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.
presentazione della domanda. In Veneto nel 2019 si sono registrate 4232 richieste di rimborso (ritardi, cancellazioni, scioperi), 5315 reclami (che riguarda tutto, per esempio il bagno chiuso) e 14 ricorsi al Giudice di Pace. In tutto 9561 casi, pari allo 0,017% dei circa 55 milioni di viaggi che si svolgono annualmente entro i confini regionali, 150mila al giorno, 180mila se si tiene conto di quelli che si svolgono anche in altre regioni come Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige. In Friuli Venezia Giulia, nel 2019 si sono registrate 1375 richieste di rimborso, 556 reclami e 2 ricorsi al Giudice di Pace. In tutto 1933 casi, pari allo 0,02% dei circa 7,3 milioni di
Dal lago di Alleghe asportati 18mila metri cubi di ghiaia
viaggi che si svolgono annualmente entro i confini regionali. Ma quando possono essere richiesti i rimborsi a Trenitalia? Per esempio quando la partenza del treno è ritardata di un almeno un’ora o il ritardo all’arrivo sia superiore a un’ora oppure in caso di sciopero del personale delle Ferrovie dello Stato Italiane (dalla dichiarazione dello sciopero stesso ed entro le 24 ore lavorative successive al termine). Per ulteriori informazioni https://www.trenitalia.com/it/informazioni/la_guida_del_viaggiatore/i_rimborsi.html Il nuovo contratto di servizio tra Regione Veneto e Fs è stato firmato nel gennaio del 2018 e definisce le caratteristiche prin-
18.000 metri cubi di materiale. La prima fase di lavoro ha visto anche l’avvio della fase di disbosco di alcune aree di stoccaggio del materiale escavato con rimozione di alberi abbattuti dall’evento alluvionale. Le operazioni di scavo - recita una nota di Palazzo Balbi - sono state possibili grazie alla collaborazione di Enel Green Power che, regolandone le portate idriche, ha consentito l’abbassamento del livello del lago di Alleghe, senza che vi siano controindicazioni di tipo ambientale e visivo per la stagione turistica invernale sul comprensorio Ski Civetta.
IL PROGETTO CANTIERE Lavori in corso per pulire il lago di Alleghe
per il ripristino dei danni alluvionali post Vaia.
I TEMPI I lavori sono stati avviati nell’ottobre 2019 e in soli 28 giorni lavorativi, comprensivi anche delle opere di installazione dei cantieri, sono stati estratti circa
TEMPESTA VAIA, PROCEDONO I LAVORI DI PULIZIA DOPO I DANNI PROVOCATI UN ANNO FA
Il progetto prevede un primo stralcio di lavori per la rimozione di circa 207.000 metri cubi di materiale alluvionale depositato nell’area lacustre dal torrente Cordevole. Nel successivo stralcio si provvederà all’ulteriore dragaggio di circa 293.000 metri cubi di materiale. Complessivamente saranno asportati 500.000 metri cubi di materiali depositati nel lago in seguito alla disastrosa tempesta Vaia dell’autunno 2018. RIPRODUZIONE RISERVATA
66d1d054-2216-4da6-9883-1bbcb847c1b2
Friuli Venezia Giulia
1933 i casi registrati ufficialmente di contenzioso con Trenitalia in Friuli Venezia Giulia l’anno scorso
cipali dell’offerta ferroviaria regionale puntando a incrementare la qualità dei servizi destinati ai pendolari. Del valore di 4.546 milioni di euro - comprensivo di corrispettivi e ricavi da mercato - definisce anche un investimento in autofinanziamento di più di un miliardo di euro, di cui 619 milioni per l’acquisto di 78 nuovi treni Rock e Pop, 250 per manutenzione ciclica, 59 per rinnovo di treni già in circolazione, 60 per impianti di manutenzione, 18,4 per tecnologie e informatica. Il contratto di servizio ha la durata di 10 anni (+ 5) ed è stato sottoscritto in coerenza con la Normativa Europea 1370, che presuppone per tale durata la presenza di consistenti investimenti. La progressiva entrata in esercizio di nuovi treni continuerà ad abbassare l’età media della flotta regionale. Già nel 2021 sarà ridotta da 16,3 a 6,2 anni. Nel 2026 l’intera flotta veneta sarà stata completamente rinnovata.
CONTRATTO DI SERVIZIO Il contratto, attraverso una innovativa politica della qualità dei servizi, introduce un ulteriore incremento degli standard di puntualità dei collegamenti, oltre a uno stringente sistema di valutazione delle prestazioni di Trenitalia da parte della Regione. La Regione del Veneto, competente in materia di programmazione e finanziamento del servizio, versa a Trenitalia corrispettivi medi per 148,5 milioni di euro all’anno a fronte di una produzione annuale in aumento, dai 14,6 milioni di treni/km attuali ai 15 nel 2021, per circa 700 treni al giorno. Nel 2017 la valutazione positiva del viaggio nel suo complesso da parte della clientela è aumentata di quasi 10 punti percentuali (90,8%) rispetto al 2013 (81%). Ai vertici nazionali anche la puntualità complessiva, 92,6% che sale al 97,6% se si considerano le sole cause di ritardo imputabili a Trenitalia.
PROROGA
1375 le richieste di rimborso da parte di passeggeri insoddisfatti, 556 i reclami e 2 i ricorsi al Giudice di Pace su un totale di circa 7,3 milioni di viaggi prevalentemente da pendolari fatti in regione nel 2019.
Il Friuli Venezia Giulia invece il contratto di servizio è scaduto da oltre due anni e si è in regime di proroga in attesa di un affidamento di servizio. La Regione autonoma versa a Fs circa 40 milioni all’anno per 150 treni al giorno per 20mila viaggi al giorno. Maurizio Crema © RIPRODUZIONE RISERVATA
Nomine, pochi candidati per i Consorzi di bonifica `Riaperti i termini
adesso c’è tempo fino al 23 gennaio L’AVVISO VENEZIA Troppo poche le domande arrivate in Regione per entrare nei consigli di amministrazione dei Consorzi di bonifica del Veneto. E così la giunta regionale ha disposto la riapertura dei termini: chi vuole, può presentare domanda. Il nuovo termine è il 23 gennaio.
DATI CARENTI Lo scorso 27 agosto il presidente della giunta regionale aveva reso noto che si doveva provvedere alla nomina di un rappresentante regionale in ciascun consiglio di amministrazione degli 11 Consorzi di bonifica veneti e cioè Acque Risorgive, Adige Euganeo, Adige Po, Alta Pianura Veneta, Bacchiglione, Brenta, Delta del Po, Piave, Veneto Orientale, Veronese e in-
fine il Consorzio di bonifica di II° grado Lessinio Euganeo Berico. Le relative proposte di candidatura dovevano essere presentate entro il 6 ottobre 2019. Ne sono arrivate 78 suddivise tra gli 11 Consorzi di bonifica veneti; la più parte dei candidati si è proposta in più di un Consorzio. Pertanto - ha concluso la giunta - il numero dei candidati che hanno presentato la loro candidatura è stato particolarmente esiguo. “Stante l’esiguità del numero delle candidature pervenute - recita la delibera di giubnta pubblicata ieri sul Bur - si valuta opportuno al fine di ampliare la possibilità di scelta della giunta regionale, disporre la riapertura dei termini per la presentazione delle candidature da parte dei soggetti interessati, provvedendo alla pubblicazione di un nuovo avviso”. Le candidature già pervenute e riportate nell’allegato A al decreto del direttore della Direzione Difesa del suolo dello scorso 20 dicembre mantengono la loro validità. © RIPRODUZIONE RISERVATA
XIII
Primo Piano
Sabato 4 Gennaio 2020 www.gazzettino.it
Vigilia di polemiche
Lo smog non cala «Bloccate i falò dell’Epifania» Valori ancora superiori ai limiti di legge `Esposto a Regione, Comune e Ulss 3 ma l’ordinanza sul traffico rimane sospesa in vista dei tradizionali roghi della Befana `
AMBIENTE MESTRE Lo smog resta alto ed è
destinato a salire ancora di più con gli ormai imminenti roghi del Panevin (o Brusa ea vecia, Pirola Parola o Casera che dir si voglia, a seconda delle zone e delle usanze) in programma tra domani, vigilia dell’Epifania, e lunedì, in tutta la città e in tutta la provincia. Ne scaturiranno alte colonne di fumo diffuso che con ogni probabilità andranno a peggiorare ulteriormente le condizioni dell’aria già avvelenata dai fuochi d’artificio e dai botti della notte di San Silvestro. Ieri tutte le centraline dell’Arpav hanno rilevato il quarto giorno consecutivo di superamento del limite giornaliero delle polveri sottili (Pm10) fissato a 50 microgrammi per metro cubo d’aria. L’aria viene classificata come scadente e, in alcune circostanze, persino pessima.
Novo. Ieri il trend non è sostanzialmente cambiato rispetto ai primi due giorni dell’anno, che avevano segnato un sensibile peggioramento dell’aria rispetto a una prima giornata già critica registrata il 31 dicembre: nella stazione di riferimento urbano del parco Bissuola i valori hanno oscillato tra i 50 e i 100, mentre come sempre le rilevazioni sono state peggiori nelle altre due centraline di terraferma. In parallelo sono molto ele-
vati pure i livelli delle polveri sottilissime (Pm2,5), ancora più insidiose per i polmoni e anch’esse al quarto giorno consecutivo di superamento nelle stazioni di Portogruaro, San Donà e Malcontenta, con una punta notturna di 107 nella prima, vale a dire oltre quattro volte tanto il limite massimo giornaliero fissato a 25. Insomma, dati alla mano la cappa d’inquinamento che soffoca la città e la provincia è omogenea, peral-
L’altra notte, infatti, ci sono state anche punte sopra i 100 microgrammi per metro cubo, tanto in terraferma – 125 in via Tagliamento alla Gazzera, a ridosso della tangenziale, e 115 in via Beccaria a Marghera – che in centro storico – 102 in Rio
IL PROGRAMMA
SMOG Polveri ancora sopra il livello di guardia in città
gnano anche le polemiche. Il professor Fabio Mozzato Gardazzo, di Dorsoduro, ha inviato al sindaco Luigi Brugnaro, al prefetto Vittorio Zappalorto, al presidente della Regione Luca Zaia e al Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 3 Serenissima, la richiesta urgente d’impedire l’accensione dei fuochi per contenere i rischi per la salute pubblica, paventando eventua-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
In piazza Aurora la scuola circo dei Folletti
ESPOSTO I falò rischiano di incidere sulla qualità dell’aria
JESOLO (g.b.) Ancora un fine settimana di eventi in città. Allo Jesolo Christmas Village, oggi in piazza Aurora, dalle 15.30 alle 17, si esibirà la “Scuola Circo dei Folletti” e dalle 16.30 alle 17 in piazza Mazzini ci sarà lo spettacolo delle Majorette Magic Stars. Domani ultimo appuntamento di animazione sui temi del Natale: dalle 16 in piazza Mazzini, Francis racconta la saga dello Jesolo
Christmas Village. Nel pomeriggio laboratori creativi in piazza Mazzini. Lunedì, dalle 15.30, arrivo della befana. Ultimi giorni anche per il Paese di Cioccolato tra spettacoli teatrali e laboratori didattici. Lunedì, alle 20.45, nella chiesa di San Giovanni Battista, concerto dell’Epifania con l’esecuzione della Messa di Gloria per tenore, baritono, coro e orchestra di Pietro Mascagni Il
Decine di fuochi per trarre gli auspici del nuovo anno
MESTRE «Pan e vin la pinza soto el
camin. Faive a ponente, panoce niente. Faive a levante, panoce tante». È uno, ma non l’unico, dei ritornelli usati per l’interpretazione dei presagi che i contadini erano abituati a trarre dalla direzione presa dal fumo e dalle faville originati dai roghi accesi nelle campagne. L’origine è antichissima, risalente al popolo celtico, e si è tramandata fino ad oggi per una tradizione ancora molto sentita e non soltanto nei contesti rurali. Le cataste di legno e frasche cui viene appiccato l’incendio simboleggiano l’anno passato che se ne va. La fiamma rappresenta invece la forza di bruciare l’anno vecchio e la speranza di lasciare spazio al nuovo che arriva, confidando che l’annata sia positiva. Con questo spirito, e la voglia di trovarsi insieme, tra domani sera e lunedì, festa dell’Epifania, i Panevin tornano in città così come in tantissime località della provincia. A fare da corollario ci sarà la consegna delle calzette ai
li azioni legali. Gli anni scorsi, nelle settimane invernali più critiche per lo smog, erano scesi in campo anche i medici, in particolare i pediatri, sollecitando le istituzioni ad adottare provvedimenti a tutela della popolazione, soprattutto dei bambini che sono i più esposti ai problemi respiratori. Alvise Sperandio
Allo Jesolo Christmas Village
TREND COSTANTE
VALORI SUPERIORI A 100 MICROGRAMMI PER LE POLVERI SOTTILI UN RUOLO DECISIVO LO GIOCHERÀ ANCORA IL METEO
tro in linea con quanto avviene di questi giorni tutti gli anni. Se il Comune non avesse sospeso le limitazioni al traffico per la “finestra” natalizia, Arpav dovrebbe adesso decretare l’allerta arancione fermando in aggiunta ai veicoli più datati anche quelli alimentati a diesel euro 4. Le limitazioni, invece, torneranno in vigore solo martedì, una volta terminate le feste, e sarà da vedere se la serie dei superamenti consecutivi si interromperà una volta passati i Panevin oppure se andrà avanti. Al solito un ruolo decisivo lo giocherà il meteo, in particolare se dovessero arrivare delle piogge che aiuterebbero a disperdere gli inquinanti sospesi nell’atmosfera. Sta di fatto che il copione si ripete e come ogni inizio d’anno allo smog e ai fuochi dell’Epifania si accompa-
La festa comincia, tutti gli appuntamenti La tradizione ora va anche in streaming bambini da parte delle befane e la distribuzione a tutti i presenti di specialità tipiche come vin brulè, pinza, cioccolata calda, tè e pasta e fagioli. C’è da ricordare che se formalmente possono tenersi solo i fuochi autorizzati – in Comune sono quelli inseriti nel programma delle Città in fe-
ALLA GAZZERA E DOMENICA A NOALE LE MANIFESTAZIONI DI MAGGIOR RICHIAMO DELL’AREA METROPOLITANA
sta – di fatto è impossibile sorvegliare e impedire le iniziative dei privati. Il primo falò in assoluto in città si terrà domani nel campo sportivo della parrocchia di Campalto alle 17 mentre alle 19 sarà la volta del Panevin della famiglia De Toni in via Agostini alla Gazzera, giunto quest’anno alla 59. edizione e trasmesso anche in diretta streaming. In provincia uno dei falò più importanti si terrà a Noale alle 17.30, con una grande festa sparpagliata in tutto il centro, da piazza XX settembre a piazza Castello, fino ai giardini della rocca dove ci sarà il rogo con la presenza del vate, della marantega e la lettura del presagio. Un centinaio di figu-
TRADIZIONE La “Pirola Parola” sotto la Rocca di Noale
173710f5-4f86-4bfc-b4af-fd3f2607d5fd
ranti in costume rappresenteranno i vari borghi della cittadina che ogni anno è presa d’assalto in occasione della festa, quest’anno anticipata dalla Pro loco alla vigilia dell’Epifania (ma sarà spostata a lunedì in caso di maltempo). Sempre domani ci saranno quattro roghi a Jesolo, tutti in contemporanea alle 17.30: in centro storico lungo il Sile vicino al municipio; a Sabbiadoro vicino l’ospedale; a Ca’ Fornera al campo sportivo; e in piazza Trieste col comitato Marconi. Tre ne sono previsti a Cavallino-Treporti: alle 18 in piazza Santa Maria Elisabetta, alle 18.30 a Ca’ Ballarin e alle 19 a Treporti. A San Donà il Panevin domani tornerà al-
Maestro Mauro Perissinotto, che ha più volte concertato questa composizione, dirigerà il Coro Metropolitano Veneto, l’Orchestra Filarmonica “E. Segattini” e due voci soliste di chiara fama: il tenore pavese Emanuele Servidio e il baritono cipriota Stavros Mantis. Domani sera, alle 17.30, accensione dei falò del Pan e vin, allestiti a Jesolo Paese, nel parcheggio di fronte all’ospedale a Ca’ Fornera, in piazza Trieste e nella zona artigianale della città.
le 18 sulla golena del Piave, a Portegrandi sarà acceso alle 18.30, a Quarto d’Altino alle 20 sul Sile con i sommozzatori che arriveranno a incendiare la zattera, a Concordia Sagittaria alle 20 sul Lemene. Altri appuntamenti, sempre domani in serata, sono in programma a Torre di Mosto, a Santa Teresina e Ca’ Memo di Noventa di Piave, Losson della Battaglia e Marteggia a Meolo. Lunedì, giorno dell’Epifania, in città ci saranno tre roghi: a forte Bazzera, al campo sportivo della parrocchia di Zelarino, al parco di Catene. Un altro sarà nei giardini di via Boito a Malcontenta. Lunedì sarà festa nell’isola di Sant’Erasmo e, ancora nel Veneto orientale, a San Stino di Livenza. A Mira, infine, il Panevin verrà bruciato sul Naviglio al termine di una lunga giornata di festa domenica 12 nella consueta appendice festiva rispetto al celebre motto “l’Epifania tutte le feste si porta via”. Insomma, tante occasioni in agenda per ritrovarsi attorno al caldo di un fuoco, festeggiare e per capire, per chi ci crede, che 2020 sarà. A.Spe.