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REGIONE
MARTEDÌ 5 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
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Il braccio di ferro con Roma cifre e dati
la svolta dopo l’addio di toninelli
Ecco gli interventi in attesa del via libera di Palazzo Chigi
«Conte firmi l’intesa Anas-Veneto Pronti sette appalti per 85 milioni» 50 L’assessore De Berti: il dossier sulla riclassificazione della rete stradale è bloccato a Palazzo Chigi Albino Salmaso VENEZIA. Quanto può valere una firma? 85 milioni di euro, già stanziati da Anas e Veneto Strade per sette gare d’appalto bloccate perché manca la sigla ufficiale di Palazzo Chigi al decreto che riclassifica la viabilità. Non è un dispetto della burocrazia romana se la partita dell’autonomia del Veneto s’intreccia con quella del federalismo stradale alla rovescia: 33 “arterie d’asfalto” grandi e piccole piene di buche che Zaia ha restituito all’Anas, ai tempi del manager Armani e del ministro Delrio. Non stiamo parlando di Pedemontana o di terza corsia A4 Venezia-Trieste o della Valdastico Nord da completare, ma della rete di 1800 chilometri così suddivisa: 700 regionali, 700 statali e gli altri 400 provinciali con una convenzione ad hoc per Belluno. Dopo 14 mesi di incontri a Roma con lo staff del ministro grillino Toninelli, l’assessore Elisa De Berti ha tagliato il traguardo e ora lancia un appello al premier Conte: «Il dossier per la riclassificazione della viabilità del Veneto è fermo a Palazzo Chigi da metà luglio, dopo il via libera delle commissioni parlamentari. Manca solo la firma del professor Giuseppe Conte. Non è mia abitudine sollevare polemiche, ma credo che si debba passare dalle parole ai fatti concreti. Ad agosto c’è stata la crisi Lega-M5s, a settembre è nato il nuovo governo, ad ottobre hanno presentato la Finanziaria e abbiamo portato pazienza. Ora credo ci siano tutte le condizioni per firmare il Dpcm con la riclassificazione della rete, che continuerà ad essere gestita da Veneto Strade d’intesa con Anas», spiega l’assessore. Perché il premier Conte non firma? A Roma, radio Lega di-
24 Il progetto del secondo stralcio della Grezzanella a Villafranca di Verona è pronto da tempo: si tratta di investire altri 24 milioni di euro già disponibili.
20 L’intervento è ambizioso, atteso da decenni dal Bellunese e dal Trentino: si tratta della galleria Pala Rossa a Lamon. Si parte con una spesa di 20 milioni di euro, 17 dei quali arrivano dai fondi di confine e dalla Provincia autonoma di Trento. Stiamo parlando della regionale 50 del Grappa e del Passo Rolle, una delle zone turisticamente più pregiate con il parco naturale.
L’assessore Elisa De Berti durante un vertice a palazzo Balbi con gli amministratori di Treviso
1800 chilometri così suddivisi: 700 regionali, 700 statali e gli altri 400 provinciali ce che si rischia un altro braccio di ferro stile bozza “autonomia-Stefani”. A tirare il freno a mano fino ad agosto è stato Danilo Toninelli per nulla convinto di consegnare all’Anas le vecchie statali che Galan e Zorzato avevano trasferito a Veneto Strade 15 anni fa, con un atto di autentico federalismo con la riforma Bassanini e la gestione di Silvano Vernizzi, uno dei padri del Passante di Mestre e della Cav. I dirigenti del
nicola dell’acqua lancia l’allarme
Non solo Pfas nella falda «Attenti a GenX e Pbde» VENEZIA. Nuovo allarme per le sostanze che inquinano. La commissione Ambiente e salute ha richiesto all’Arpav una relazione. «Ciò che interessa principalmente – spiega il direttore Nicola Dell’Acqua – è la presenza ambientale di sostanze chimiche persistenti, tra cui i Pfas, e affrontare le difficoltà di tipo analitico e di messa a punto di sistemi e metodi di trattamento. La Regione ha disposto una serie approfondimenti tecnici, che saranno con-
50 milioni è l’investimento previsto per il primo stralcio funzionale della Padana Inferiore, nel tratto fra Este e Legnago. Se ne parla da 40 anni e i sindaci della zona ritengono fondamentale completare la connessione tra Carceri e il casello della Valdastico sud a Santa Margherita d’Adige: ora chi esce dall’autostrada si trova in aperta campagna. La Padana inferiore è un’arteria fondamentale per collegare il Veronese con il Rodigino e la Bassa padovana.
dotti da Arpav, per monitorare la presenza di diversi microinquinanti, in particolare fitofarmaci e sostanze organiche persistenti, tra i quali: nuove sostanze perfluorurate (oltre a c6O4 e GenX), in particolare il nuovo Adona (sostituto del PFOA); diversi fitofarmaci (Cipermetrina, Chinossixifen, Aclonifen, Bifenox, e Eptacloro, Etofumesate, Flufenacet, Penconazolo, ecc.); glifosato; la DACT un metabolita degli erbicidi triazinici; residui di
Mit hanno bloccato Elisa De Berti con un ragionamento banale: perché mai Anas si dovrebbe accollare la gestione della rete veneta quando Zaia vuole la devolution non solo delle strade ma anche delle ferrovie regionali, con la sua proposta di autonomia differenziata stile 23 materie? Caduto Toninelli, al Mit si respira aria nuova, con il ministro Paola De Micheli che ha già incontrato il governatore della Lega, mentre con il sottosegretario Variati ha ripreso in mano il filo della Tav Brescia-Padova e della Valdastico. Ma la cessione di sovranità all’Anas è o non è un passo indietro sulla strada del federalismo? «No, affatto. Non faccia-
prodotti ritardanti di fiamma (Polibromo difenileteri o Difenileteri bromurati, meglio noti come PbdE). “Tra gli approfondimenti richiesti, per esempio, vi è uno studio preliminare relativo ai Pbde. – prosegue Dell’Acqua Si tratta di sostanze sottoposte da tempo a restrizione d’uso, la maggior parte delle quali vietate, ma ancora ampiamente diffuse in tutta Europa. Noi riteniamo che ne vada studiata la diffusione nell’ambiente, anche se i dati preliminari sono in linea con quelli europei e mondiali. Il monitoraggio di questi composti rientra, tra l’altro, nell’ambito della direttiva comunitaria per definire gli standard di qualità ambientale nelle acque». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Il Pd va all’attacco: è un passo indietro rispetto alla richiesta di autonomia mo la politica del gambero. Lo so che il Pd si diverte con le sue analisi strampalate. Ora sono di nuovo al governo e a guidare l’Anas c’è l’ingegner Simonini che il M5S ha voluto al posto di Armani, scelto da Renzi e Delrio. L’autonomia resta sempre un miraggio nel deserto della politica, mentre il Veneto continua a regalare ogni anno 15 miliardi tasse a Roma. In attesa della legge quadro di Boccia sui Lpe e del via libera
presidente del senato
La Casellati al Sacrario di Redipuglia e a Gorizia La presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati durante la cerimonia al Sacrario di Redipuglia (Gorizia), in occasione del 4 Novembre, ha voluto incontrare anche gli studenti. Poi la visita al sindaco di Gorizia. Oggi invece sarà a Trieste e visiterà la risiera di San Sabba e la Foiba di Basovizza.
del Parlamento, siamo convinti che il governo debba investire parte di quei 15 nostri miliardi per asfaltare le strade venete. Noi siamo pronti. Ci sono sette progetti con assolta priorità: l’elenco l’ho spedito il 7 febbraio scorso al manager Simonini. Stiamo parlando della Padana inferiore e superiore, della Galleria Pala Rossa a Lamon e del Bellunese. Tirate le somme siamo a 85 milioni. Il Pd lancia accuse ma prende un abbaglio: manca solo la firma del premier Conte, Anas deve solo fare la gara d’appalto e impegnare i soldi. Capito? Veneto Strade ha aggiornato gli esecutivi: Pd e 5Stelle ora facciano la loro parte a Roma». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
3,5 Altri 3,5 milioni sono previsti per l’innesto tra la statale 48 delle Dolomiti e la provinciale 532 ad Auronzo di Cadore: anche questa è un’opera di assoluta priorità per garantire una viabilità efficiente al Bellunese, in vista dei mondiali 2021 di sci a Cortina d’Ampezzo e nelle valli.
1 Per completare la rotatoria dell’ospedale di Dolo basta 1 milione: a quando l’appalto?
MARTEDÌ 5 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
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Consiglio regionale
Autogol leghista sul referendum elettorale L’aula nega il quorum assoluto richiesto. Choc, scambi di accuse. Ciambetti si barcamena: «Esito del voto in Cassazione» Filippo Tosatto VENEZIA. Investito del ruolo di
capofila nella crociata referendaria “maggioritaria”, il Veneto a trazione leghista fallisce maldestramente la missione affidatagli da Matteo Salvini a Pontida. Al pari degli altri sette consigli proponenti, l’assemblea di Palazzo Ferro-Fini aveva omesso dal quesito i testi integrali delle disposizioni elettorali di cui chiede l’abrogazione; tant’è: sollecitata dalla Corte di Cassazione a correggerne la formulazione, ieri la maggioranza ha riproposto la modifica in aula ma a fronte del quorum qualificato richiesto pari a 26 voti- i sì sono stati 25, i contrari 14 e gli astenuti 2. Proposta respinta, suggella una nota dell’ufficio stampa. Choc nel Carroccio tra veleni e scambi accuse, con l’opposizione lesta a cantare vittoria. In serata, il contrordine: interpellati i colleghi di altre regioni, sentito l’ufficio legale, il presidente Roberto Ciambetti - irritatissimo dalla piega degli eventi - si convince che la maggioranza semplice sia in realtà sufficiente a sancire il via libera e comunica che giovedì l’esito del voto sarà depositato presso la Suprema Corte. Staremo a vedere. Ma cosa è accaduto davvero?
IL DISPETTO DEGLI ALLEATI
Le defezioni nella maggioranza sono state numerose e assortite. All’abituale assenza del governatore si sono sommati il forfait di Nazzareno Gerolimetto (Lista Zaia) e il mancato voto della leghista Sonia Brescacin, partecipe ai lavori ma impegnata altrove nel momento cruciale. Vistoso il vuoto sui banchi di Fratelli d’Italia: se Elena Donazzan e Massimo Giorgetti hanno accennato a “disguidi casuali” dichiarandosi favorevoli al quesito, Sergio Berlato si è letteralmente dileguato. Anche Maurizio Conte (Forza Italia) è uscito al momento di premere il pulsante mentre l’altro az-
zurro Marino Zorzato (convinto proporzionalista) si è astenuto al pari dell’indipendente Franco Ferrari. Antonio Guadagnini (Siamo Veneto) è rimasto nell’emiciclo optando per il non voto. Choc e nervi tesi nelle fila del Carroccio con scambi d’accuse circa le responsabilità nella «figuraccia» - applausi e clima di festa tra gli oppositori dem , M5S e Leu, compatti nella bocciatu-
Fdi punta al 10% in Veneto
La destra: «Riforma autonomista? Prima l’unità nazionale... »
Assente Zaia, defezioni da Fratelli d’Italia e FI Pd e M5S: «Figuraccia senza precedenti» ra del provvedimento. OPPOSIZIONE SFERZANTE
«Maggioranza in confusione dopo la prima sberla della Cassazione», è il commento di Orietta Salemi (Pd) «dopo aver compiuto in fretta e furia un’operazione di pura propaganda per compiacere Salvini, il Veneto diventa la pecora nera delle otto regioni che avevano fatto a gara, come soldatini, a rispondere “signorsì” al loro Capitano, fautore di un maggioritario puro che, se applicato senza correttivi, potrebbe addirittura assicurare il 100% dei seggi a un’unica forza politica, come neanche in Bulgaria prima della caduta del Muro di Berlino». «Siamo al cortocricuito leghista», l’eco sferzante dei 5 Stelle Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco e Simone Scarabel «tutto per un voto, proprio quello di Luca Zaia che non si accorge che i partiti alleati non sono in linea e, come al solito, evita di presentarsi in consiglio. Chissà cosa gli starà dicendo il suo Capo. Si consoli: noi abbiamo voluto e ottenuto il taglio dei parlamentari, di conseguenza alle prossime elezioni si voterà con una diversa legge elettorale. Ma non sarà Salvini a decidere quale». Penitenze, penitenze. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Dall’alto in senso orario: Roberto Ciambetti, l’opposizione democratica manifesta in aula, Sergio Berlato
il dibattito sui conti
Manovra economica da 12 mld Il voto su investimenti e spesa Il Pd segnala quattro priorità: lotta ai cambiamenti climatici rilancio dell’edilizia popolare maggiore sicurezza sul lavoro e contrasto alle dipendenze VENEZIA. È iniziata la discussione della manovra economica di fine anno, l’ultima della legislatura. Approvato all’unanimità il bilancio di previsione 2019-2022 del consiglio, oggi l’aula affronterà i documenti contabili principali, Documento di economia e finanza regionale e relativa nota d’aggiornamento al Defr. Nel complesso le risor-
se in ballo ammontano a poco più di 12 miliardi su scala annuale ma si tratta in gran parte di quattrini vincolati a spese fisse; il margine d’iniziativa della maggioranza si aggira intorno alla settantina di milioni e a riguardo Gianluca Forcolin, assessore al bilancio e vice di Zaia, ha già tracciato le principali voci di “spesa libera”: 20 milioni ai Giochi invernali di Cortina, 12 e mezzo per la manutenzione viaria, 5 in lavori pubblici urgenti, 10 alla mobilità (rotatorie, punti critici) e altri 20 da investitre nella tutela idrogeologica.
Una prospettiva che non convince affatto il gruppo del Pd, artefice di una “contromanovra” che individua quattro priorità. La lotta ai cambiamenti climatici con aumento del 20% delle fonti energetiche rinnovabili; sostituzione del 10% dei bus diesel con veicoli elettrici, incremento del bonus di rottamazione; raddoppio delle colonnine di ricarica per auto elettriche; fondo di ricarica per auto elettriche (Claudio Fracasso, Andrea Zanoni, Graziano Azzalin). Il rilancio dell’Ater con uno stanziamento di 10 milioni – dal
«In Veneto Fdi punta a superare il 10%», dichiara baldanzoso il capogruppo Sergio Berlato; al suo fianco, il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida dà per scontata la presenza della destra nella coalizione a Zaia («L’intesa tra Salvini, Meloni e Berlusconi si estende a tutte le regioni») ma interpellato sull’autonomia precisa che «la riforma non ci vede contrari purché rispetti i valori dell’unità nazionale. Iil nostro non è un sì a scatola chiusa, aspettiamo che le clausole dell’intesa siano illustrate al Parlamento». Fdi infine lancia 4 referendum: presidenzialismo, abolizione dei senatori a vita, tetto alle tasse in Costituzione, prevalenza dell’ordinamento italiano su quello Ue.
2003 ad oggi le case popolari sono calate di 4 mila unità - e garanzia di permanenza agli inquilini «fragili e anziani» con l’impegno a non conteggiare nel reddito i proventi derivati da pensione, Tfr e polizze assicurative (Claudio Sinigaglia e Bruno Pigozzo)La sicurezza sul lavoro con l’aumento di ispettori Spisal in una regione che da gennaio a settembre ha contato 56.480 infortuni e 69 vittime (Orietta Salemi, Anna Maria Bigon, Francesca Zottis); la prevenzione e il contrasto delle dipendenze: «Nel Veneto c’è chi consuma eroina a 13 anni e si avvertono già crisi d’astinenza tra i neonati». La ricetta dem richiederebbe 40 milioni di spesa supplementare, previa reintroduzione dell’addizionale Irpef sui redditi medio-alti. Chissà se la maggioranza leghista vi presterà ascolto. — Filippo Tosatto
L’OPINIONE
FERDINANDO CAMON
Quei turisti incauti che sfidano la montagna e il meteo
dati, perché sono più preparati di me. Ma sono incauti, questo è il problema. L’incautela più frequente è quella di non chiedersi adesso che tempo farà fra poco. Della montagna è saggio aver paura, e cercar di capire come sarà 4-5-6 ore dopo. Aver paura non è stupido. Ho fatto l’ufficiale degli alpini, e alla fine avevo paura della montagna molto più che all’inizio. Non me ne vergogno. La considero esperienza. Adesso anche questi turisti padovani han fatto esperienza, e speriamo che gli basti. —
on so se accadrà, ma se accadesse sarebbe giusto che quelli del Soccorso Alpino che son saliti in quota con il maltempo per salvare due turisti padovani rimasti incrodati sulla Cima dei Preti, nelle Alpi Friulane, si facciano pagare salato. La tassa sul salvataggio in montagna è l’unico modo per fermare gli escursionisti dilettanti. Sono sempre più numero-
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si. E perché? Perché una cultura popolare poco saggia presenta la scalata, la salita in quota, l’avventura sulla roccia nuda come sport domenicale, che esige salute e buone gambe ma non esperienza specifica, coraggio e non cautela. Ormai il cosiddetto limite della vegetazione, che una volta era fermo sui 1800 metri, s’è alzato sui duemila. Per aver a che fare con la roccia nuda devi superare i duemila. E se non sei a tu
per tu con la roccia nuda non ti senti in montagna. Invece i criteri per valutare una salita in quota sono altri, e bisogna tenerne conto: anzitutto il meteo, quello che c’è quando parti, quello che c’è quando arrivi, e quello che ci sarà quando tornerai. Se è prevista neve, non la sfidare. La neve ha questo di pericoloso: copre i crepacci, sicché non li vedi, ci metti il piede sopra credendo di poggiarlo sul sicuro, invece
la lastrina di neve si spacca e il tuo piede s’incastra e la caviglia si sloga. Sei fritto, non riesci più a camminare. Ma molte volte non occorre nemmeno che tu ti sloghi un piede per sentirti bloccato: basta che il nevischio ti annebbi la vista e non distingui più il paesaggio, non sai in che direzione andare. Sei paralizzato. Chiami aiuto. Ti è difficile orientarti perfino usando carta e bussola, perché queste, le Dolomiti, sono mon-
tagne ricche di minerali, e i minerali fanno impazzire l’ago magnetico della bussola, che devia dal Nord. Bisogna tener conto di questa deviazione. Ogni foglio delle carte topografiche al 25mila reca in alto l’indicazione dell’angolo di declinazione magnetica. Il turista normale non ne tiene conto. Le squadre di soccorso lo sanno a memoria. Non considero sciocchi i turisti che si perdono o restano incro-
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Nordest
LA POLEMICA VENEZIA Striscioni, gesti simbolici, qualche segnale di distensione, ma sullo sfondo ancora i toni della polemica sul “caso” del liceo Marco Polo di Venezia, dove la scorsa settimana un incontro con due esponenti delle forze armate, in vista del 4 Novembre, era stato disertato di fatto dagli studenti, con la protesta di alcuni insegnanti nel nome del pacifismo. Ieri era la giornata della prova del nove, non fosse altro perché in piazza San Marco a suonare l’inno di Mameli davanti ad autorità militari e civili sono stati gli allievi dell’istituto Marco Polo, indirizzo musicale. Una sorta di “nemesi” dopo le polemiche della scorsa settimana, poche ore prima - tra l’altro - che i loro compagni del classico si riunissero in assemblea nell’istituto per discutere di questa sorta di obiezione di coscienza scolastica.
Martedì 5 Novembre 2019 www.gazzettino.it
4 Novembre, i liceali divisi tra blitz e guerra di striscioni Venezia, l’assessore Donazzan al Marco Polo `La banda dell’istituto “ribelle” va in piazza lettera e messaggio di Mattarella: «Riflettete» con le forze armate: mediazione del prefetto `
GLI STRISCIONI
CERIMONIA La banda musicale del liceo Marco Polo in piazza San Marco con i militari e, sotto, lo striscione del Bsv davanti alla scuola
«Auspichiamo di chiudere una polemica che fa solo male alla serenità della scuola, degli studenti e alla reputazione del Liceo Marco Polo perché non può esserci polemica che possa riguardare una legge dello Stato e le sue istituzioni. Purtroppo, arrivati davanti al Liceo - hanno commentato gli amministratori regionali - con lo spirito di portare un contributo alla discussione, abbiamo trovato uno striscione banale quanto provocatorio, appeso sul ponte alla destra della scuola, con scritto “Assemblea studentesca contro la guerra”». Ma non era l’unico. A quello, infatti, era stato contrapposto uno striscione sulla riva del “Blocco studentesco veneto”, riconducibile a Casa Pound con la scritta “Grida al vento: Fante
LA VISITA Ed è qui, nella sede del Marco Polo di palazzo Bollani a Dorsoduro, che ieri mattina l’assessore regionale all’istruzione Elena Donazzan e il vicepresidente del Consiglio regionale Massimo Giorgetti si sono recati per consegnare ai rappresentanti degli studenti una lettera, suggerendo una riflessione sul messaggio del Presidente Mattarella per le celebrazioni del 4 Novembre. Questo affinché se ne potesse discutere nell’assemblea pomeridiana e dopo che la stessa Donazzan nei giorni scorsi aveva minacciato un’ispezione. Ispezione che, come detto poi dalla stessa Donazzan, a questo punto non sarà chiesta. Gli studenti, comunque, avevano subito precisato che quella era stata una loro decisione, appoggiata dagli insegnanti e non viceversa.
La proposta «Inno e alzabandiera in tutte le scuole» VENEZIA Alzabandiera e canto dell’inno nazionale a scuola. A chiederlo sono Elena Donazzan e Massimo Giorgetti che ieri hanno presentato in consiglio regionale del Veneto un ordine del giorno per ripristinare la festività nazionale del 4 novembre. I due esponenti di Fratelli d’Italia chiedono anche che nel primo giorno di scuola di ogni anno scolastico si faccia l’alzabandiera e gli studenti cantino l’inno nazionale.
Casellati a Redipuglia: «Ricordare è un dovere»
REDIPUGLIA Il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati
L’ANNIVERSARIO REDIPUGLIA La presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha visitato ieri il Sacrario di Redipuglia in occasione del Giorno dell’Unità nazionale e delle Forze armate. La seconda carica dello Stato, in abito verde scuro, ha ricevuto gli onori militari e incontrato le autorità, i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma, le famiglie dei caduti e dei dispersi in guerra. Accolta da un lungo applauso dopo aver percorso la Via Eroica ha deposto una corona a ricordo dei caduti. «Sono qui a testimoniare che lo Stato è custode della memoria - ha detto nel suo messaggio Voglio rivolgere un pensiero comune a tutte le vittime dei conflitti che hanno lacerato e diviso
il nostro Paese. Ai soldati che sui campi di battaglia hanno scritto pagine di eroismo e di coraggio e a tutti i civili, uomini, donne e bambini, che hanno dovuto sacrificare la propria vita nella lotta per costruire un Paese migliore e conquistare la pace, la libertà, la democrazia». «Le istituzioni - ha aggiunto Casellati - hanno il dovere di preservare la memoria e il ricordo di tutte le vittime, militari e civili: è un imperativo etico perché dalla testimonianza di quelle vittime e dagli ideali che hanno rappresentato noi abbiamo costruito l’Italia». Nel pomeriggio la presidente del Senato ha visitato l’Ossario di Oslavia e il Parco della Rimembranza a Gorizia, mentre oggi si recherà a Trieste alla Foiba di Basovizza e alla Risiera di San Sabba. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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d’Italia! E dormirò contento”. Che evidentemente gli esponenti regionali non avevano notato.
A SAN MARCO In Piazza San Marco in mattinata si è consumato invece un altro atto di questa vicenda. Dopo la cerimonia dell’alzabandiera, con tanto di picchetto e parata delle forze armate, il prefetto Vittorio Zappalorto, rompendo gli schemi dell’etichetta, si è recato dai 26 studenti musicisti del “Marco Polo”, assieme ai vertici militari e all’assessore Donazzan, ringraziandoli pubblicamente per la loro esibizione. Infine ha gridato con i militari: «Per il Marco Polo hip hip hurrà!». Un modo per marcare lo stacco con le posizioni del gruppo di studenti e docenti del liceo classico, stemperando però le tensioni. Il Comune, dal canto suo, pur senza voler entrare direttamente nelle polemiche, ha puntato al coinvolgimento delle scuole, anche primarie, portando alunni e studenti oltre che a San Marco, anche nelle varie piazze della città, a Mestre e a Marghera. Michele Fullin (ha collaborato Tullio Cardona)
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Nordest
SOTTO I 50 MILIONI LE SPESE DEL FERRO FINI Il funzionamento del consiglio veneto anche nel 2020 costerà 49,9 milioni. Bruno Pigozzo: «Da valutare come impiegare i 5 milioni risparmiati»
Martedì 5 Novembre 2019 www.gazzettino.it
Non passa il referendum della Lega Autogol del centrodestra in Regione Veneto: manca un voto `Pesano le assenze di Fratelli d’Italia, l’ira di Zaia sugli alleati alla proposta per modificare il quesito sulla legge elettorale Pd e M5s: «Poteva venire lui». Ma l’atto sarà depositato lo stesso `
HANNO DETTO
IL CASO VENEZIA Increduli. Frastornati. La stessa faccia di chi prende un pugno sul naso e non se ne capacita. Sono le 16.19, il tabellone delle votazioni nell’aula del consiglio regionale del Veneto è fisso sulla seconda videata, quella che, dopo i pallini rossi e verdi, dà l’esito finale. 42 presenti, 41 votanti, 25 sì, 14 no, 2 astenuti, 1 non votante. Sotto, in stampatello, la scritta che nessuno si aspettava: “Il Consiglio respinge”. Respinge perché serviva la maggioranza qualificata, 26 voti su 51. Il referendum di Matteo Salvini, quello che per il leader della Lega dovrebbe abolire la quota proporzionale e instaurare un sistema maggioritario assoluto naufraga a Palazzo Ferro Fini. Per un punto Martin perse la cappa e per un voto il Veneto a maggioranza leghista non riesce ad approvare il nuovo quesito del referendum. Più che beffa, umiliazione. E poi scambi reciproci di accuse. Perché i voti, sulla carta, c’erano. Solo che una consigliera della lista Zaia Presidente, Sonia Brescacin, al momento di pigiare il bottone si era momentaneamente assentata. Un altro, Nazzareno Gerolimetto, in aula non si è proprio visto. Perfino gli alleati di Fratelli d’Italia hanno dato forfait in blocco. «Involontariamente», ha specificato Elena Donazzan. E Massimo Giorgetti: «Ero nella stanza attigua all’aula a parlare con l’assessore De Berti». Berlato? In giro per il Palazzo con i parlamentari in visita a Venezia. E fortuna che a votare sì sono stati anche Casali, Barbisan e Negro, sennò sarebbero stati 22 i favorevoli. Solo che dall’altra parte del Canal Grande, a Palazzo Balbi, quelle tre improvvise meloniane assenze assumono i contorni di un «incidente politico». E poi le recriminazioni nei confronti di Nicola Finco e Silvia Rizzotto: «Toccava ai capogruppo vigilare, il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti aveva avvertito nelle chat che si votava». Già. Però al momento del voto mancava anche il governatore e Piero Ruz-
«La maggioranza sbaglia a fare i conti e disobbedisce a Capitan Salvini» GRAZIANO AZZALIN, PD
«Non ci sono precedenti ma la legge 252 prevede che il voto sia qualificato» GUIDO RIVOSECCHI, COSTITUZIONALISTA
zante (LeU) ci mette un attimo ad associare la débacle all’illustre assenza: «Zaia mancava, è lui il 26° voto che vi manca».
BLITZ Doveva essere una passeggiata, nonostante il blitz della “lenzuolata”. Va detto che il consiglio aveva già approvato il quesito del referendum ed era stato il primo in tutta Italia, poi seguito da Piemonte, Lombardia, Friuli, Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Liguria. In base alla legge un referendum abrogativo può essere proposto da almeno cinque consigli regionali, ma per far contento Salvini si erano mosse tutte le assemblee a guida Lega-centrodestra. Depositato il quesito, la Cassazione aveva eccepito: non è chiaro, bisogna specificare le norme che si vogliono abrogare. Così il quesito era diventato lungo sette pagine. In aula Graziano Azzalin (Pd) si è divertito a esibire un facsimile di
I numeri
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I presenti in aula su 51 solo 41 hanno votato: 25 i sì, ne servivano 26
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Gli assenti, tra cui 3 della Lega, 3 di FdI e 1 di Forza Italia
SBERLEFFI Le opposizioni si scatenano. Graziano Azzalin (Pd): «La maggioranza sbaglia a fare i conti e disobbedisce a capitan Salvini». Orietta Salemi (Pd): «La maggioranza di Zaia applica “autonomia” sul diktat di capitan Salvini». Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco e Simone Scarabel del M5s: «La granitica maggioranza che sostiene il governo Zaia non è così granitica e davanti alla propaganda di Salvini non tutti si mettono in riga». Il deputato azzurro Roberto Caon posta ovunque un colorato pallottoliere: «Vogliono governare e non sanno neanche contare». Raccontano che Zaia si sia infuriato. E che anche tra i tecnici siano volati stracci. Sicuri che servisse la maggioranza qualificata? Il professor Guido Rivosecchi, ordinario di Diritto costituzionale dell’Università di Padova, contattato dal Gazzettino, ammette la singolarità del caso: «Non ci sono precedenti, siamo in presenza di una deliberazione votata una prima volta a maggioranza assoluta e poi integrata su richiesta della Cassazione. Ma c’è stata una nuova votazione e l’articolo 30 della legge 252/1970, che disciplina il referendum, richiede espressamente la maggioranza dei consiglieri assegnati. Credo sia stato corretto dichiarare non approvata la delibera». A seduta conclusa Ciambetti fa diramare una nota: «Giovedì sarà depositato in Cassazione l’esito del voto». Della serie: decida la Corte se è valido o no? Alda Vanzan
Palazzo Ferro Fini Parlamentari in visita
«Regionali, FdI punta al 10%» VENEZIA «Alle Regionali 2020 in Veneto superemo il 10%, l’ho scommesso con Giorgia Meloni». Così Sergio Berlato che ieri, con i colleghi di Fratelli d’Italia Elena Donazzan e Massimo Giorgetti, ha accolto a Palazzo Ferro Fini i parlamentari Francesco Lollobrigida, Luca De Carlo, Ciro Maschio, Marco Osnato. Lollobrigida, capogruppo alla Camera, si è detto certo: «Saremo sempre in alleanza con Zaia».
scheda di due metri per due. Ma se quella era commedia, al voto c’è stata la tragedia. Non vota Guadagnini, come l’altra volta. Si astengono il neo azzurro Zorzato e il civico Ferrari. Di chi è il voto che manca? La lista degli assenti dà 9 nomi, quelli di maggioranza sono sette: i “fratelli” Berlato, Donazzan, Giorgetti, l’azzurro Conte, i leghisti Brescacin e Gerolimetto, più Zaia. Due gli unici consiglieri che ieri al Ferro Fini non si sono visti: Gerolimetto e il governatore.
BEFFA IN AULA La “scheda-lenzuolo” ipotizzata dal Pd
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«Più bonus per rottamare le auto inquinanti e via i vecchi bus» LA MANOVRA VENEZIA Se la giunta di Luca Zaia decide di indebitare la Regione per pagare la Pedemontana o le Olimpiadi, perché non potrebbe farlo per incrementare le case popolari o contribuire a ridurre l’inquinamento atmosferico? Con 40 milioni di euro il Veneto potrebbe fare di più sul fronte dell’ambiente, del sociale, della sicurezza sul lavoro e della prevenzione e lotta contro le dipendenze. Lo sostiene il gruppo consiliare del Partito Democratico che ieri, in occasione dell’avvio della discussione in aula del Defr, il Documento di Economia e Finanza Regionale, ha presentato la propria manovra emendativa. Che prevede, tra i vari interventi, la sostituzione degli auto-
bus inquinanti («Per oltre il 60% sono tutti da Euro4 in giù») e bonus più cospicui per i cittadini che decidono di rottamare l’auto per passare a un veicolo elettrico.
LE RICHIESTE Il capogruppo Stefano Fracasso e i consiglieri Andrea Zanoni, Claudio Sinigaglia, Graziano Azzalin, Orietta Salemi, Anna Maria Bigon, Francesca Zottis e Bruno Pigozzo hanno illustrato le principali richieste di intervento per un Veneto «sostenibile, popolare, sicuro al lavoro e contro le dipendenze». C’è il capitolo ambiente: «Per Zaia assistiamo semplicemente a cambiamenti naturali. Per la scienza, invece, vi sono precise responsabilità umane. Pertanto, chiediamo da subito che vadano
La Cia si appella alla Regione
Gli allevatori: «Quote latte, stop alle multe» «Quote latte, i calcoli erano sbagliati: occorre bloccare sia le multe che rideterminare i prelievi supplementari». Gianmichele Passarini, presidente di Cia Veneto, ha posto ieri - al Tavolo Verde con la Regione - la questione, invitando l’assessore all’agricoltura a portarla all’attenzione del Governo e del tavolo Stato-Regioni. «Qualche giorno fa - spiega Passarini - il Consiglio di Stato ha annullato il prelievo supplementare imputato ai produttori di latte bovino che
hanno superato le quote nei bienni 1996/97 e 1997/98 e non hanno beneficiato della compensazione di fine periodo». «Gli errori aggiunge Passarini - si sono riflessi su tutti gli allevatori: «Non devono essere danneggiati i produttori che hanno sempre lavorato e continuano a lavorare onestamente, che hanno rispettato le quote di produzione, che le hanno acquistate oppure hanno pagato i prelievi sulle eccedenze in caso di superamento dei limiti».
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ridotte drasticamente le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Serve solo una volontà politica». C’è il capitolo casa: «Stiamo assistendo a una impennata dei canoni di locazione, da 150 a 500 euro mensili. Il Piano strategico sulle case popolari di Zaia prevedeva l’investimento di 300 milioni dal 2015 al 2021, ovvero 50 milioni annui collegati al Piano di vendita degli alloggi. Ma a tutt’oggi il Piano è rimasto sulla carta».
IL PD PRESENTA IL PACCHETTO DI EMENDAMENTI AL DEFR. «I SOLDI? INDEBITAMENTO COME PER LA PEDEMONTANA»
E poi le morti sul lavoro, 69 in Veneto dall’inizio dell’anno: «Inaccettabile, servono maggiori investimenti per la formazione e l’incremento degli organici dei tecnici degli Spisal». Il Pd chiede anche «maggiore prevenzione e un impegno più forte per contrastare le dipendenze», specie della droga che, viene consumata ormai in età sempre più precoce, anche a 13 anni: «È prioritario e urgente che la Regione Veneto si doti di un Piano triennale per le dipendenze». Ma anche un’attenzione sul problema «della tutela della laguna di Venezia, che vede ancora una volta la Regione inerte. Da una parte Zaia chiede l’autonomia anche in materia ambientale, dall’altra non interviene per il completamento del Mose». © RIPRODUZIONE RISERVATA
XXI
Padova
IL PRESIDENTE DELLO STABILE «Una produzione di teatro civile» Ribadita la sistemazione del comunale: nuova illuminazione e poltrone «per svecchiare il grigiore»
Eventi
Martedì 5 Novembre 2019 www.gazzettino.it
Da domani a domenica al Verdi lo spettacolo tutto padovano “Da qui alla Luna” apre con una “prima” la stagione di prosa L’autore Righetto: «Una tragedia locale per parlare dello stravolgimento del pianeta». Zaia: «Bene che ne parli chi fa cultura»
Vaia, il grido della Terra L’INAUGURAZIONE Un teatro che parla dell’oggi, della tempesta Vaia che ha sconvolto nell’ottobre 2018 le Alpi Orientali e del cambiamento climatico globale. «Un teatro civile, che entra dentro la vita del territorio e sollecita una sensibilità in tutta Italia», lo definisce il presidente del Teatro Stabile del Veneto, Giampiero Beltotto. È “Da qui alla Luna”, lo spettacolo al debutto in prima nazionale che da domani a domenica andrà in scena al Verdi per l’apertura ufficiale della stagione di prosa.
LA MESSINSCENA “Da qui alla luna”, spiega lo scrittore Matteo Righetto, all’esordio nella drammaturgia, perchè è la distanza che coprirebbero i 16 milioni di alberi abbattuti da Vaia messi uno in fila all’altro. «Lo spettacolo racconta la tragedia locale per parlare degli stravolgimenti a livello planetario, è un grido della Terra che si ribella all’uomo e un invito a riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente. Vaia è stata derubricata a tempesta, ma di fatto è stato un tifone tropicale». Per l’assessore alla cultura Andrea Colasio «si tratta di un teatro politico, che con una drammaturgia toccante e intelligente restituisce la vicenda alla società civile». Una scrittura e una messinscena tutta padovana, per la regia dell’aponense Giorgio Sangati, con le musiche di Giorgio Gobbo e Carlo Carcano, e il ruolo protagonista dell’Orchestra di Padova e del Veneto, diretta da Lorenzo Pagliei, che si fa parte narrativa con le sue note contemporanee nel monologo affidato ad Andrea Pennacchi. «Si parla di una comunità locale violentata e lacerata - dice l’attore - ma con un riverbero mondiale, è uno specchio dove ci si riflette e che fa riflettere». Tre i protagonisti sul palco, disseminato di tronchi schianta-
ti dalla tempesta e donati dal Comune di Falcade: Il cinquantenne muratore Silvestro, il sedicenne studente Paolo e la vecchissima Agata. Un requiem che «affida all’ironia e all’umanità di Pennacchi il racconto di questo immane disastro naturale, creando una narrazione a più voci che ricorda la fragilità del pianeta in cui viviamo e si fa insieme monito collettivo e invettiva politica».
Il concerto
Novecento cameristico con il duo Dindo-De Maria
L’APPREZZAMENTO Già in programma la tournèe a Belluno, Monselice e Vigonza, ma l’auspicio è che “Da qui alla Luna” possa toccare tutti i teatri veneti e uscire anche dalla regione. L’evento prodotto dallo Stabile ha il totale apprezzamento del governatore del Veneto e commissario per l’emergenza, Luca Zaia: «Fa piacere che di questa tragedia si parli anche fra chi fa cultura, tenendo viva una discussione sui drammatici cambiamenti climatici». Dopo l’anteprima di sabato con Marcello Veneziani e il suo “1919 - I rivoluzionari”, si rinnova la collaborazione del Teatro Stabile con l’Opv, «un’alleanza fra teatro e musica - sottolinea il vicepresidente Paolo Giaretta che valorizza reciprocamente le risorse culturali della città». Fra gli appuntamenti collegati allo spettacolo, la presentazione, sabato alle 18, del libro “Il passo del vento. Sillabario Alpino” scritto a quattro mani da Righetto e Mauro Corona. In occasione dell’inaugurazione sarà attivato il nuovissimo servizio di navetta dalla Prandina al Verdi, mentre il presidente Beltotto ribadisce la volontà di “svecchiare” il teatro comunale «togliendoli il suo depressivo grigiore». In programma la nuova illuminazione interna ed esterna ed il cambio delle poltrone di platea. «Perchè il teatro della città deve essere una casa accogliente, presentarsi all’altezza del suo pubblico e farlo sentire a suo massimo agio». Maria Grazia Bocci © RIPRODUZIONE RISERVATA
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SUL PALCOSCENICO Da sinistra Giorgio Sangati, Giorgio Gobbo, Lorenzo Pagliei, Carlo Carcano, Matteo Righetto, Andrea Pennacchi, Giampiero Beltotto, presidente dello Tsv, e il direttore Massimo Ongaro
Il nuovo servizio BusItalia
Navetta gratis da Prandina e fermata Eremitani Parte domani, in concomitanza con l’apertura ufficiale della stagione di prosa al Taetro Verdi, il nuovo servizio di bus navetta gratuito per gli spettatori. Un servizio, spiegano al Teatro Stabile del Veneto, richiesto dagli spettatori che denunciano difficoltà di parcheggio nelle vicinanze del Verdi e un tratto di strada troppo lungo per raggiungere il teatro dal parcheggio della ex Prandina in fondo a corso Milano. «Inizialmente sarà un
servizio sperimentale spiega il presidente di BusItalia, Andrea Ragona ma se avrà un buon riscontro potrà essere confermato». Per il tragitto sarà utilizzato un bus elettrico di dodici metri non inquinante. Due i punti di raccolta degli spettatori: il parcheggio Prandina (ingresso di corso Milano) e la Fermata Eremitani, dove oltre al tram confluiscono numerose linee di bus. All’andata, da mercoledì al sabato, la navetta passerà
alla Prandina alle 19.45 e alle 20.15 e alla fermata Eremitani alle 20; la domenica alle 15 e alle 15.30 alla Prandina e alle 15.15 alla fermata Eremitani. Per il ritorno, da mercoledì a sabato prima corsa in programma venti minuti dopo la fine dello spettacolo, seconda corsa trenta minuti dopo la prima. Stessi orari per lo spettacolo della domenica. Essendo sperimentale, il servizio, precisano Stabile e BusItalia, potrà subire variazioni d’orario durante la stagione.
Silberstein e Benny Green al Padova Festival LA SETTIMANA JAZZ Sette giorni ricchissimi di jazz. Tre gli appuntamenti della 22. edizione del padova Jazz Festival. Si comincia domani al Caffè Pedrocchi che ospita alle 21,45, il quartetto guidato dal chitarrista newyorkese Yotam Silberstein. Con lui Vitor Goncalves a piano e fisarmonica, Petros Klampanis al contrabbasso e Daniel Dor alla batteria. Altro grande artista statunitense, il pianista Benny Green, sarà protagonista giovedì alle 21 nella Sala dei Giganti al Liviano. Nel 1993 a soli 34 anni, Green è entrato a far parte dei grandi del jazz, diventando uno dei pianisti più richiesti a livello internazionale. Lunedì pros-
simo, alle 21 nella sala Fronte del porto-Porto Astra concerto del Maria Grand Trio con Grand al sax tenore, Kanoa Mendenhall al contrabbasso e Savannah Harris alla batteria. Per la rassegna Jazz@Bar oggi alle 22 al Cr/ak Brewery Tap Room a Campodarsego, suonano Fabrizio Puglisi al piano, Stefano Senni al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria. Venerdì alla trattoria Nalin a Sant’Andrea di Campodarsego, alle 20,30 concerto Sing Song Swing! con Camilla Busetto alla voce, Lucio Paggiaro al piano e Giancarlo Tombesi al contrabbasso. Sempre venerdì alle 21,30 all’Otivum Cafè in via Roma, Francesca Viaro alla voce, Michele Bonivento a pianoforte e organo e Pietro Valente alla batteria. Ancora ve-
IL CHITARRISTA AL CAFFÈ PEDROCCHI, L’ATTESO CONCERTO DEL PIANISTA USA GIOVEDì SERA ALLA SALA DEI GIGANTI
nerdì alle 22 a Campodarsego al Cr/ak Brewery, la musica di Coltrane suonata da Carlo Atti al sax tenore, Danilo Memoli al piano, Marc Abrams al contrabbasso ed Enzo Carpentieri alla batteria. Nello stesso locale sabato alle 22 il concerto Funky Football suonano Miles Davis con Fulvio Sigurtà a tromba ed elettronica, Tino Tracanna a sax sop e ten, Enrico Merlin a chitarra ed elettronica, Danilo Gallo al basso, Alfonso Santimone a tastiere ed elettronica, Federico Scettri alla batteria e Veniero Rizzardi a sampling e dsp. Per la rassegna PianoP all’hotel Plaza di Abano Terme, venerdì ecco lo swing e i ritmi latino della Sauro’s Band diretta da Marco Carollo, mentre sabato protagonista il Modem Xtet
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guidato dalla voce di Eugenio Pendini. I concerti iniziano alle 21,30. Al Cockney London pub di Correzzola, due i concerti. Giovedì sul palco alle 22, il quartetto guidato dal trombettista romano Francesco Fratini. Domenica alle 21,30, protagonista il batterista e compositore neworkese Kassa Overall, che ama combinare sonorità africane ed americane di varie sfumature ed influenze, a combinazioni elettroniche contemporanee. Continua al giovedì dalle 21,30 al Circolo Nadir in piazza Gasparotto, la jam session “Jazzedì”. Riprende sabato la rassegna Monselice Jazz al Parco Buzzaccarini-Boschetto dei Frati. Alle 21,30 il Stefano Bedetti Quintet suona Horace Silver. Michelangelo Cecchetto
2019 di “Novecento Cameristico Italiano”, rassegna della Fondazione Musicale Omizzolo Peruzzi in collaborazione con l’Archivio Musicale Guido Alberto Fano di Venezia e il Teatro Verdi, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Padova e il contributo del Fus. L’istituzione nata in memoria del pianista e compositore padovano Silvio Omizzolo (1905-1991) chiuderà il cartellone stasera alla 20.30 con un concerto ospitato nella Sala del Ridotto del Verdi che vedrà l’esibizione del duo composto da Enrico Dindo al violoncello e Pietro De Maria al pianoforte. Enrico Dindo (1965) giovanissimo diventa primo violoncello solista nell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, dove rimarrà fino al 1998. Comincia poi la carriera solista e si esibisce in Italia e all’estero con le migliori orchestre, lavorando con i più grandi direttori. Compositori quali Carlo Boccadoro, Giulio Castagnoli, Carlo Galante e Roberto Molinelli hanno creato musiche appositamente per lui. È fondatore e direttore musicale dell’ensemble cameristico I Solisti di Pavia e direttore dell’Hrt Symphony Orchestra di Zagabria. Il violoncello usato da Dindo è un Pietro Giacomo Rogeri (ex Piatti) del 1717 della Fondazione Pro Canale. Pietro De Maria (1967) ha vinto il Premio della Critica al Concorso Internazionale Tchaikovsky di Mosca nel 1990. Vince inoltre i concorsi Dino Ciani (1990), Geza Anda (1994) e il Premio Mendelssohn ad Amburgo (1997). Ha suonato in orchestra sotto la direzione di Roberto Abbado, Gary Bertini, Myung-Whun Chung, Vladimir Fedoseev, Daniele Gatti, Eliahu Inbal, Marek Janowski, Ton Koopman, Peter Maag, Gianandrea Noseda, Corrado Rovaris, Yutaka Sado, Sandor Vegh. In programma musiche di Mario Castelnuovo-Tedesco (1895-1968), Silvio Omizzolo (1905-1991), Fryderyk Chopin (1810-1849). Biglietti € 10, ridotti € 5, studenti € 3.
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IL GIORNALE DI VICENZA Martedì 5 Novembre 2019
VENETO
VENEZIA.Gondolieri-subripescanocarrettodeglispazzini
C’erapersinouncarrettodeinetturbiniperlaraccoltadeirifiutinel«bottino»recuperatodallasquadradiotto gondolierisubacquei,assistitidaseicollaboratori,nellazonadelCanalGrandetralaPescheriaeilPontedi Rialto.Èstatoripescatograzieallagrudiun’imbarcazionedellamultiutilityVeritas(dicuièilcarretto).
Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
CONSIGLIOREGIONALE. Esito a sorpresa per una votazioneche si dava per scontata a favore della consultazione pro maggioritariopuro. Scatta la polemicasugli assenti
Referendumelettorale,giallo:mancaunvoto Lamaggioranzainciampa:metteassieme25“sì” ecenevolevano26.MaCiambetti:«Tuttook,sivaa depositareilquesitogiovedì».ValuteràlaCassazione Roberta Labruna
INVIATA A VENEZIA
Manca un voto. Colpo di scena ieri in Consiglio regionale: al Veneto scappa una nota stonata rispetto alle altre sette Regioni che hanno presentato la proposta referendaria per modificare il sistema elettorale in senso maggioritario. Anche se alla fine la bocciatura, legata al mancato raggiungimento della maggioranza assoluta per alcune defezioni tra FdI e e lista Zaia, diventa un giallo. Col presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti, che annuncia: «Giovedì depositeremo in Cassazione l'esito del voto». Poi toccherà alla Corte dire se il sigillo della maggioranza semplice è sufficiente oppure no. E pensare che quello di ieri pomeriggio doveva essere un passaggio di routine, giusto per correggere il testo depositato così come chiesto dalla Cassazione, e invece al momento del voto è successo il patatrac tra le fila della maggioranza. Perché che le opposizioni si preparassero a votare contro era scontato, e lo si è capito subito: «Questa proposta non va nel verso di un maggioritario, ma di un super maggioritario, di un turbo maggioritario. Come in Bulgaria, prima della caduta del muro di Berlino», sintetizza il capogruppo Pd, Stefano Fracasso. Mentre poco prima il compagno di gruppo Graziano Azzalin aveva esposto un facsimile della ipotetica scheda elettorale: sette pa-
Unaseduta delConsiglio regionale
gine formato A4. E pure dalle fila di Forza Italia Marino Zorzato non le manda a dire: «Questa proposta è una provocazione: ci sarà una modifica nazionale alla legge elettorale, che andrà ad annullare il referendum. E poi, suvvia: la Lega ha sempre voluto il proporzionale puro, adesso avete cambiato idea?». Zorzato poi si è astenuto. Fin qui la discussione in aula. Poi scatta il momento di decidere e al momento del risultato più di qualcuno strabuzza gli occhi: il provvedimento non viene approvato. I favorevoli sono 25, 14 i contrari e 2 gli astenuti. Per passare il numerino magico dovrebbe essere il 26: cioè il 50 per cento per cento più uno degli aventi diritto. Quali voti si sono persi per strada? Basta dare un occhio agli assenti. Il cortocircuito è tutto interno alla maggioranza: non ci sono Sergio Berlato di Fratelli d’Italia, Maurizio Conte di Forza Italia, Elena Donazzan c'è ma in quel momento è fuori dall'aula. E lo stesso vale per il collega di partito Mas-
simo Giorgetti. La spiegazione ufficiale è che si erano assentati un momento, senza alcun intento di tipo diverso. Stessa cosa per Sonia Brescacin della lista Zaia, mentre l'altro collega Nazareno Gerolimetto in consiglio non c'è. «Colpa di Zaia», urla ad un certo punto Ruzzante. Già, perché sì, Zaia non c’è, e non ha quindi votato. Volti scuri nella maggioranza e poca voglia di commentare. Con un autorevole esponente di centrodestra che sul gruppetto che si è assentato dall’aula nel momento clou si lascia sfuggire un «passeranno dei brutti “cinque minuti”». C'è chi riferisce di un Luca Zaia infuriato. Il Veneto, che era stata la prima regione a far approvare in consiglio la proposta di legge per chiedere il referendum abrogativo della quota proporzionale del referendum, adesso stecca nel coro. A meno che la Cassazione non dia per approvata con 25 sì, come vorrebbe la Regione, la proposta ri-votata dalla maggioranza relativa. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Dfer2020-22: anchesociale elavoro
«Al votoinsieme,c’è un pattonazionale»
IlPdattaccasulbilancio FdIrispondeallaLega «Prioritàambiente:ecco «Siamoperl’autonomia lemisuregiàfinanziabili» macolpresidenzialismo» INVIATA A VENEZIA
INVIATA A VENEZIA
Ambiente,sociale,sicurezza sullavoro elotta contro le dipendenze.Sonoi temi cardinesucui il Pdimpernia le sueproposteper il Defr 2020-22.Il conto complessivo dell’ambiziosoprogramma arriverebbea quota 40milioni, unacifra sostenibile,secondoi dem,alzando l’indebitamento a 100milioni.Stefano Fracasso, capogruppodelPda palazzo FeroFini, accusaZaiadiscarsa sensibilitàinmateria ambientale(«Perluisono semplicicambiamenti naturali»)eavverte l’esigenza dipartireproprio daqui,per «porreincampo azioniefficaci percontrastare i cambiamenti climaticieil riscaldamento globalenelmare, chehanno provocatol’uraganoVaia nell’ottobre2018». Primo punto,ridurredrasticamente le emissioni:«Comesi stanziano 20milioni perle Olimpiadi invernali2026-attacca Fracasso-si possono tranquillamentetrovare adeguaterisorseper contrastarei cambiamenti climatici.Gli obiettiviche noi proponiamosono assolutamenteconcreti e misurabili».AndreaZanoni ricordail tornadodel2015in RivieradelBrenta,la siccità del 2017,l’uraganoVaia nel2018, siccità-piovositàeccessiva e cimiciquest’anno.Gli obiettivi
«L’autonomia?Certo chesiamo favorevoli,nelrispetto della Costituzioneedell’unità nazionale.Dopodiché aspettiamodicapire comesi declinaquestaautonomiavisto cheaRoma, nellecommissioni, nonèmaiarrivato nullasucui discutere».Testoemusica del capogruppoallaCamera di Fratellid’Italia, Francesco Lollobrigida.Con lui, ieri mattinaa Venezia,nellasede delconsiglioregionale,c’è tutto lostato maggioredel partito veneto:ilcoordinatore e capogrupporegionaleSergio Berlato,il consigliereMassimo Giorgetti,l’assessoreElena Donazzan,i parlamentariLuca DeCarlo, CiroMaschioe Marco Osnato.Si parladelleproposte diiniziativapopolare per cui il partitosta raccogliendole firme:quellaper l’elezione direttadelpresidentedella Repubblica,quellaper l’abolizionedeisenatori a vita, quellaper mettereuntettoalle tasseinCostituzioneequella perla supremazia dell’ordinamentoitalianosu quelloeuropeo.Ma siparla, soprattutto,diautonomia. E anchese nessunolo dicelo sifa perdare unarisposta indiretta alcapogruppodellaLega, NicolaFinco.Questele sue parole:«L’alleanzaper le regionalidiprimaveranon è scontata.Pretendiamo
Zanoni,Fracasso eAzzalin delPdsono inlineacon l’agenda Onu:«Aumentare leenergie rinnovabilidel20%,sostituire il 10%degli autobusdieselcon quellielettrici,aumentare ilbonus rottamazionedellevecchie auto (negliultimi annisolo1,5milioni) perl’acquisto diveicolielettrici, raddoppiarele colonninedi ricaricaperauto elettriche».Esul socialeClaudio Sinigagliaattacca lariformadell’Erp-ediliziapubblica(«unfallimento»):«Chiediamo subitodimodificare la legge»per l’aumentodeicanoni dilocazione, giudicatoinsostenibile. «È assurdocherientrino nelcalcolo IseeilTfr, l’indennità diaccompagnamento,il premioassicurativo dopounincidente.Diciamo noal contrattodi5anni, privodisenso afrontedel canonedipermanenza».Eper il Pdpoi lasicurezza sullavoro èa rischio:«Dall’inizio dell’anno,inVeneto, si sono registrategià 69morti bianche:è inaccettabile–afferma Anna MariaBigon– servono maggiori investimentiperincrementare gli organicidegliSpisal».Eper combattere,aggiunge Orietta Salemi,le dipendenze. RO.LA.
Giorgetti,LollobrigidaeBerlato chiarezza:a livellonazionale, pensoadesempio allaMeloni,non mipare diaverli sentitiparlare moltodiautonomiao chesi siano spesiper essa.Per amministrare il Venetobisognaaveregli stessi obiettivi».Detto, fatto.Pocheore dopoèarrivatala convocazione dellaconferenzastampaandata in scenaieri. «La nostra posizione sull’autonomiaèchiara- dice Berlato-edèstata diappoggio al referendumdel2017. Ci auguriamodivedere qualche risultatoedipoterciconfrontare quantoprimasuunaproposta concreta,per confermarecon ancoramaggiorefermezza la nostraposizione a favore”»Il punto,riprende Lollobrigida, è questo:“Siamoper l’autonomia.A pattochenonsi mettain discussionel’unità nazionale,ma dalVeneto nonc’èun segnaleche vainquestoverso». FdIlega a doppiofiloautonomia e presidenzialismo.E sull’alleanza perle regionali del2020 Lollobrigidadicesicuro: «Il centrodestrasi presenteràunito, c’èunaccordo nazionale, che riguardatuttele Regioni». RO.LA.
«SIAMO GLI UNICI A FARLO IN ITALIA». Non solo Pfas. Zaia e Dell’Acqua: «Cercarli, e poi abbatterli»
LaRegione dàil viaalla caccia aglialtriinquinanti emergenti
in tutta Europa. Noi riteniamo che ne vada studiata la diffusione nell’ambiente, anche se i dati preliminari sono in linea con quelli europei e mondiali. Il monitoraggio di questi composti rientra, tra l’altro, nell’ambito della direttiva comunitaria per definire gli standard di qualità ambientale nelle acque».
AffidatiadArpavstudisuiPbde,fitofarmaciel’Adona(alpostodelPfoa) VENEZIA
C’è il rischio di nuovi inquinanti: nell’acqua, come nell’aria o nei terreni. E allora bisogna allargare la caccia. È il coordinatore della commissione “Ambiente e salute” della Regione, il direttore generale “Territorio” Nicola Dell’Acqua, ad annunciare che l’ultima riunione da lui guidata ha aperto un nuovo fronte: le «sostanze emergenti e/o persistenti e i relativi sistemi di trattamento per abbatterle». Sono «pochissime le Regioni che si stanno muovendo in questo campo», rimarca la nota diffusa ieri, quindi «al fine di non sottovalutare alcun aspetto, la Regione ritiene necessario procedere ad un accurato approfondimento scientifico». «È inuti-
le mettere la testa sotto la sabbia - dichiara il governatore Luca Zaia - dobbiamo procedere a tutti gli approfondimenti necessari, consapevoli che, nel caso in cui venissero riscontrati nuovi inquinanti, bisognerà affrontare il tema. Significa che la Regione affronta la realtà con il comportamento virtuoso tenuto da sempre». Zaia ribadisce che il Cnr nel 2013 segnalò a tutti il problema Pfas, ma «il Veneto è l’unica Regione che si è attivata da subito», con 6 milioni investiti in un laboratorio che «oggi è punto di riferimento a livello nazionale». «ARPAV INDAGHI». Ora, spie-
ga Zaia, «ci preoccupano i nuovi inquinanti. Per questo la task force lavora alacremente e con la massima attenzione: serve totale cono-
scenza di quello che noi cittadini abbiamo nell’ambiente. Avanti tutta, e speriamo che questo approccio sia attuato a livello nazionale e che il ministro usi la buona pratica del Veneto per estenderla a tutta Italia». La commissione di Dell’Acqua ha chiesto una relazione all’agenzia regionale Arpav: «Ciò che interessa principalmente - spiega il dirigente - è la presenza ambientale di sostanze chimiche persistenti, tra cui i Pfas, e affrontare le difficoltà di tipo analitico e di messa a punto di sistemi e metodi di trattamento. La Regione ha disposto una serie approfondimenti tecnici, che saranno condotti da Arpav: provvederà a ricercare, accanto alle numerose sostanze già oggetto di monitoraggio, nuovi composti ‘emergenti’ nelle matri-
ci ambientali». Via quindi alla caccia a «diversi microinquinanti, in particolare fitofarmaci e sostanze organiche persistenti, tra i quali: nuove sostanze perfluorurate (oltre a C6o4 e GenX), in particolare il nuovo Adona (sostituto del Pfoa); diversi fitofarmaci (Cipermetrina, Chinossixifen, Aclonifen, Bifenox, e Eptacloro, Etofumesate, Flufenacet, Penconazolo, ecc.); glifosato; la Dact, un metabolita degli erbicidi triazinici; residui di prodotti ritardanti di fiamma (Polibromo difenileteri o Difenileteri bromurati, meglio noti come Pbde)». Proprio per questi ultimi (Pbde) è richiesto «uno studio preliminare. Si tratta di sostanze sottoposte da tempo a restrizione d’uso, la maggior parte delle quali vietate, ma ancora ampiamente diffuse
«NUOVI ABBATTIMENTI». La LucaZaia
NicolaDell’Acqua
«Bonificaeacquedotti: questionidiverse» ExMiteni: «I soldiperla bonificaci sono»,ha detto il ministrodell’Ambiente, SergioCosta, inaudizione commissione“Finanze” dellaCamera(riporta il “MattinodiPadova”). Peccatochepoi ha indicato lerisorse dateperi nuovi acquedottiche portino acquapulitada Pfasalla centraledi Lonigo. Eha poi dinuovo promessochefarà undecreto chefissi limiti nazionalisui Pfas. Immediatala replica della Regione,affidataal
commissarioperinuovi acquedottiNicola Dell’Acqua. Primo,lenuove tubazioniper l’acquaela bonifica sonodue cosediverse. Secondo,per tutteedue comunqueci vogliono«limitinazionali che ancoranon sonorealtà:questa assenzafasentire isuoi pesantiriflessi sia a livello legale,sia operativo». IlVeneto hapromesso 3 milionidi suo maha chiesto«di trattareil sitodellaMiteni allastreguadi altrisiti nazionali(Bagnoli, Pioltelloe altri)»:commissario perlabonifica del sitoe fondi.
Regione «è l’unica in Italia ad aver avviato una serie di iniziative, ad esempio, per l’abbattimento della presenza di sostanze emergenti e/o persistenti e dei sistemi di trattamento per abbatterle», rimarca la nota. «Solo cercando nell’ambiente queste molecole persistenti - conclude Dell’Acqua - possiamo impostare eventuali misure per ridurne, per quanto possibile, la diffusione nell’ambiente. Il compito della commissione è approfondire tutti i possibili sistemi di abbattimento più innovativi, un tempo impensabili con le normali tecnologie, cercando di comprenderne la valenza e far capire il valore in termini di tutela dell’ambiente e di tutto ciò che da esso deriva». • P.E. © RIPRODUZIONERISERVATA
SAN DONÀ DI PIAVE
MARTEDÌ 5 NOVEMBRE 2019 LA NUOVA
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la tragedia di musile
Alberto ha chiesto di Giulia risveglio choc in ospedale Il giovane è stato di nuovo sedato dai medici, non sa che la fidanzata è morta Domani il funerale della giovane a Castelfranco, attese migliaia di persone MUSILE. . È iniziato ieri il percorso per accompagnare Alberto Antonello verso il risveglio dal coma farmacologico. Le condizioni del diciannovenne restano gravi ma registrano un lieve miglioramento. Secondo la trasmissione La Vita in Diretta ieri, a oltre 72 ore dal ricovero del ragazzo, i medici hanno provato a svegliarlo ma la sua reazione sarebbe stata quella di agitarsi, chiedendo subito di Giulia. Una situazione drammatica, un quadro clinico ancora complesso e precario, avrebbero quindi spinto i medici a sedare nuovamente il paziente, per tranquillizzarlo. Papà Franco, sempre al capezzale del figlio ricovera-
to all’ospedale Dell’Angelo di Mestre, sentito dall’inviato della trasmissione di Rai Uno, avrebbe detto solo queste parole: «Oggi è una giornata difficilissima, oggi non riesco a pensare ad altro che a Giulia». Per ora Alberto ancora non sa che la sua fidanzata diciottenne, Giulia Zandarin, non c’è più. Dopo l’incidente stradale di venerdì, quando Alberto è uscito di strada lungo la Treviso Mare a Musile di Piave, le vite dei due giovani si sono separate, per sempre. Per rispondere alla domanda di Alberto: «Dov’è Giulia? », i familiari e i medici si stanno preparando. Devono gestire questa complicata e difficile situazione. Il funerale
della giovane si terrà domani alle 10. 30 nel Duomo. Ci saranno i tanti amici di Giulia, tutta la comunità di Castelfranco si stringerà attorno alla famiglia Zandarin, ma Alberto non potrà esserci. Il giovane è ancora nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Dell’Angelo di Mestre, dov’è ricoverato da venerdì mattina. Vista la gravità dei traumi riportati nell’incidente stradale di venerdì, la procedura che lo riporterà allo stato cosciente è iniziata, ma nel modo più graduale possibile. Si sta procedendo a piccoli passi, con la massima prudenza, per permettere al giovane di sopportare il dolore fisico uscendo dal-
lo stato di sedazione. Oggi, trascorsi quattro giorni dal drammatico incidente, se il quadro clinico continuerà a migliorare, i medici valuteranno se sarà possibile risvegliare il giovane completamente Per Alberto le ferite saranno difficili da rimarginare, soprattutto quella per la perdita di Giulia. Sarà complicato e durissimo trovare pace dopo la morte di una giovane che aveva una vita davanti. Sono molti i messaggi di vicinanza che continuano ad arrivare ad entrambe le famiglie. Da una parte la famiglia Zandarin, per cui Giulia è ora «un angelo», che continuerà a vivere nel cuore di chi l’aveva conosciuta. Dall’altra parte la
l’allarme degli ambientalisti
«Il Piave in sicurezza solo a parole» A San Donà il fiume fa ancora paura SAN DONÀ. Il Piave è ancora
tranquillo. Scorre placido nonostante le piogge e il vento di scirocco. Ma solo un anno fa era arrivato al limite, ricordandoci prepotentemente il terrore del 1966 quando questi territori finirono sott’acqua con immagini catastrofiche rimaste indelebili nella memoria. L’anno scorso ci è mancato davvero poco. Le abitazioni di via Tiro a Segno invase dell’acqua, lo stesse quelle lungo l’argine. A Eraclea è stato evacuato il primo piano della casa di riposo, mentre il fiume sfiorava l’argine e molti residenti furono costretti a correre in Comune per trovare un posto in cui dormire. Tanto allarme, paura, emergenza, ma non è stato fatto comun-
que nulla, come niente è stato fatto in concreto dal 66. Mai, ad esempio, è stato dragato l’alveo, operazione assolutamente necessaria in questi 50 anni. La denuncia degli ambientalisti è severa e non lascia nulla di intentato. Andrea Marin della Leidaa, lega italiana per la difesa dell’ambiente e animali, lancia l’allarme in questo periodo dell’anno in cui tutto può accadere per le coincidenze climatiche. «Quello dell’anno scorso è stato un evento che ha lasciato il segno», ricorda Marin, «due giorni pieni d’ansia e ricchi di emozioni quelli del 29 e 30 ottobre. Oltre ad aver sistemato la ciclabile, a un anno dalla piena di fine ottobre non è stato fatto niente o comunque pochissi-
Andrea Marin
mo per la salvaguardia del corso e degli argini del nostro fiume. La priorità dev’essere la maggiore sicurezza di tutto il territorio del Basso Piave, pensando alla prevenzione perché questi eventi
la polemica
«No all’autostrada del mare» Legambiente contro la Regione MEOLO. «Ribadiamo la nostra contrarietà al progetto, quindi anche alla sua riesumazione». Legambiente Veneto Orientale rilancia la mobilitazione contro l’autostrada del mare Meolo-Jesolo, dopo che l’assessore regionale alle Infrastrutture, Elisa De Berti, ha annunciato che la giunta Zaia ha intenzione, non appena arriverà il via libera definitivo del Cipe, di aprire le buste per l’assegna-
zione dei lavori. «Riteniamo che i veneti, grazie ai cosiddetti progetti di finanza, abbiamo già abbondantemente contribuito ad arricchire le varie società proponenti, togliendo loro ogni rischio d’impresa e garantendogli lauti guadagni», attaccano dal circolo Pascutto-Geretto di Legambiente, «quel progetto è nato in un’epoca vicina in cui si mascheravano gli interessi di pochi con grandi
benefici per i cittadini. Crediamo che, dai vari ospedali costruiti alla Pedemontana, sia chiaro che chi paga sono solo i cittadini che garantiscono tutto ai privati. Siamo convinti che l’attuale strada possa essere semplicemente adeguata per raggiungere la rotonda Frova a Jesolo, con costi nettamente inferiori senza devastare il territorio». Legambiente si rivolge ai sindaci della costa. «Chie-
non sono più fenomeni isolati, ma tendono a ripetersi in maniera preoccupante». «Gli esperti idrogeologici», aggiunge, «sostengono che certi eventi atmosferici ed esondazioni del fiume saranno la regola in futuro e si ripeteranno nei periodi di maltempo, quindi i fenomeni climatici come quello dello scorso fine ottobre rischiano ogni volta di trasformarsi in tragedia. Sarebbe urgente predisporre un piano idrogeologico dove sarebbe fondamentale una riqualificazione e la messa in sicurezza delle rive franate e degli argini danneggiati. Ed è utile asportare la legna, ripulire gli argini del nostro fiume da alberi e vegetazione morta. Gli alberi sradicati dalla furia dell’acqua che sono an-
diamo loro cosa intendano fare per agire nel contrasto ai cambiamenti climatici di cui il traffico è uno dei maggiori contribuenti», concludono gli ambientalisti, «le previsioni al 2050, praticamente domani, dicono che tutta l’attuale linea di costa del litorale finirà sommersa a causa dell’innalzamento del livello dei mari. A cosa servirà l’ennesima strada se non ci saranno più le spiagge? Invitiamo i sindaci a pretendere investimenti che riducano il consumo di suolo e le emissioni, perciò anche ridurre il traffico. Gli investimenti devono favorire forme collettive di mobilità a basso impatto». — Giovanni Monforte BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Alberto Antonello e Giulia Zandarin all’interno del King’s di Jesolo
famiglia Antonello, che si trova a subire anche un processo mediatico, sui social network. Lo scrittore Fulvio Ervas, autore del besteller “Se ti abbraccio non aver paura” sulla storia della famiglia Antonello, ha detto: «Basta» all’odio sul web. L’esito delle analisi tossicologiche su Alberto è atteso tra domani e giovedì. Quando,
cora lì, caduti nel fiume, costituiscono un grave pericolo, perché possono creare danni in caso di emergenza per una nuova piena. Vegetazione morta che è dentro l’alveo del fiume, che trascinata dall’acqua, nelle pile dei ponti può fare da barriera incastrandosi e bloccando il regolare scorrere dell’acqua in caso di piena, con il rischio di un’esondazione». Gli ambientalisti lanciano l’allarme nel momento in cui in altre regioni, come la Liguria, mareggiate e alluvioni stanno mettendo nuovamente in ginocchio il territorio. «Ci vuole un progetto», conclude Marin, «che deve prevedere una manutenzione straordinaria continuativa e programmata degli argini, che inoltre deve riguardare la piantumazione di nuove piante per poter rafforzare gli argini del fiume. Serve una sinergia tra enti e un’azione congiunta tra le amministrazioni locali e la Regione, con l’intento di agire il prima possibile con interventi rapidi». — Giovanni Cagnassi BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
IN BREVE San Donà’ Via Falesè, la protesta dei residenti continua Via Falesè pericolosa e senza park, dopo la raccolta di firme nulla è stato ancora fatto. I residenti si sono lamentati stanno ancora attendendo. La lista civica la Frazione aveva denunciato il problema più volte invocando un intervento senza ottenerlo. E questo è stato uno dei motivi dell’uscita dalla maggioranza. Ora la Lega protesta e si unisce ai cittadini lungo questa strada in cui si sono verificati già numerosi incidenti anche gravi.
nel viaggio di andata, gli era stata ritirata la patente, gli era stato trovato mezzo grammo di hashish, ma il giovane era lucido. Sarà una perizia, disposta dalla procura che nei prossimi giorni conferirà gli incarichi ai tecnici, a fare chiarezza la dinamica dell’incidente. — Maria Chiara Pellizzari BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
noventa di piave
Via libera ai lavori sulle strisce pedonali NOVENTA. Via libera al pia-
no per la messa in sicurezza degli attraversamenti pedonali lungo le strade di Noventa. La giunta comunale ha approvato un progetto che prevede interventi per complessivi 270 mila euro. Si tratta di opere che saranno realizzate in più fasi, anno per anno, in base alle disponibilità finanziarie. Tra le priorità, la sistemazione degli attraversamenti pedonali lungo le provinciali 48 e 83, per cui il Comune ha ottenuto il sostegno della Città Metropolitana. «Abbiamo avuto dalla Città Metropolitana un contributo di 50 mila euro», dice il sindaco Claudio Marian, «a seguito di una serie di segnalazioni da parte nostra sulla pericolosità di alcuni attraversamenti posti lungo le strade provinciali, in particolare nelle località di Romanziol e Ca’ Memo». Di recente il Comune ha scritto nuovamente alla Città Metropolitana, per chiedere di poter inserire il contributo all’interno del più ampio progetto generale che prevede anche la sistemazione di vari passaggi pedonali su strade comunali. Grazie a questo piano complessivo, il Comune intende sistemare, passaggio dopo passaggio, tutti gli attraversamenti pedonali individuati come pericolosi, in base alla disponibilità finanziaria che ci sarà anno dopo anno. — G.Mo. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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MARTEDÌ 5 NOVEMBRE 2019 LA TRIBUNA
REGIONE
verso i giochi invernali milano-cortina
Ultimi incontri per scegliere l’uomo giusto per le Olimpiadi Oggi a Milano e domani a Roma i confronti decisivi con i tre candidati a.d. Fatta la nomina bisognerà costituire la società e specialmente varare la legge
Francesco dal Mas CORTINA. Chi la spunterà tra Tom Mockridge (ex di Sky), Alberto Baldan (ex Rinascente e Grandi Stazioni) e Vincenzo Novari, a lungo amministratore delegato di Tre Italia? È fra questi tre nomi che il Comitato di indirizzo delle Olimpiadi Milano-Cortina dovrà oggi sceglie l’amministratore delegato della Fondazione che gestirà quasi un miliardo di euro messo a disposizione dal Cio per organizzare i Giochi invernali. È stata la società americana Spencer Stuart a individuare la short list che oggi, dalle 13, a Milano, verrà sottoposta ai lombardo-veneti. «Io ci sarò» anticipa il sindaco di Cortina, Giampietro Ghedina «e quello che più mi interessa capire sono le motivazioni che ciascuno dei candidati dovrà
Da sinistra Tom Mockridge , Alberto Baldan e Vincenzo Novari
palesare. Perché questa di fatto è una missione, dai costi e, quindi, dai compensi molto sostenibili». Oltre a Ghedina ci sarà un dirigente della Regione Veneto. E ci saranno pure il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e il governatore lombardo Attilio Fontana, insieme al verti-
ce del Coni. «Io trovo che siano tre candidature buone» si limita a dire dei candidati il sindaco di Milano «e ho già detto che non farò una battaglia per un candidato. Esaminiamoli tutti e tre» insiste Sala «perché sarà importante vederli di fronte a noi
la camorra nel veneto orientale
e vederli argomentare sul perché sono motivati a fare una cosa del genere. Esattamente come la pensa Ghedina: «Desidero davvero guardare ciascuno di loro negli occhi e capire se hanno compreso, come io immagino, che queste sono Olimpiadi del tutto diverse
dal passato. Si tratta di una sfida nuova perché la sostenibilità non è solo una carta da giocare. E, di conseguenza, da questa edizione dei Giochi non si materializza un palcoscenico. Il lavoro, insomma, sarà duro». Il prescelto fra i tre candidati, in ogni caso, non si paleserà con un nome e un volto già questo pomeriggio, più probabilmente succederà domani, nel vertice del Comitato di indirizzo con il ministro Spadafora, al quale prenderà parte anche il presidente Luca Zaia. «Per la verità» aggiunge Ghedina «l’ufficializzazione del Ceo dovrebbe essere fatta dal cda dell’Ocog, il Comitato Olimpico che darà vita alla Fondazione. E, non dimentichiamolo, tra i prossimi impegni c’è pure la definizione dello statuto di questo organismo. Infine, la sospirata Legge Olimpica. Il tutto, io spero, entro l’anno». Ghedina si sintonizza, in questo, con Diana Bianchedi, la coordinatrice del dossier di candidatura. «Stiamo organizzando i giochi da circa quattro mesi e ora dobbiamo accelerare» ha dichiarato ieri «Mercoledì ci sarà un incontro, con la probabile nomina del ceo, ma la società che dirigerà non è ancora stata costituita. Ci sarà un incontro, ma l’esito dipenderà dai candidati e dalla società. Le cose da fare sono tante e stiamo lavorando». — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
occupazione
Il 13 novembre giornata regionale per trovare lavoro Sono aperte le selezioni per partecipare alla quarta edizione di IncontraLavoro, l’iniziativa di recruiting promossa da Regione Veneto e Veneto Lavoro, in collaborazione con Almalaurea, in programma il 13 novembre. L’invito a partecipare alla giornata, organizzata nell’ambito dell’Italian Employers Day 2019 per favorire l’incontro tra le aziende e i disoccupati, è rivolto in particolare alle persone in cerca di lavoro. Gli operatori dei 39 Centri per l’impiego del Veneto hanno già vagliato 100 mila curriculum presenti nelle proprie banche dati e sono pronti ad accogliere quanti si candideranno in questi giorni. Alla prima edizione, lo scorso anno, hanno partecipato quasi 3 mila candidati che hanno incontrato oltre 300 imprese e agenzie per il lavoro; i colloqui di lavoro svolti sono stati più di 4.500, per oltre 1.200 posti disponibili. Il 13 novembre verranno convocati anche i beneficiari del Reddito di cittadinanza. I disoccupati interessati a partecipare possono contattare il Centro per l’impiego o candidarsi online sul portale ClicLavoro Veneto, scegliendo una delle 16 sedi che ospitano l’evento e consultando tutte le offerte disponibili.
l’eX Boss Della mafia Del Brenta
Giovedì la commissione dirà Maniero pronto a patteggiare se Eraclea è comune mafioso per poter uscire dal carcere VENEZIA. Lo Stato sta per chiu-
dere i primi conti con il Comune di Eraclea dopo l’arresto per mafia del sindaco Mirco Mestre. Giovedì la Commissione di accesso nominata dal prefetto Vittorio Zappalorto, che ha visionato tutta l’attività del Comune - dagli appalti alle delibere di giunta, dai documenti consiliari agli incarichi, per verificare eventuali decisioni prese per agevolare il clan Donadio, come dire “i casalesi di Eraclea” - depositerà la sua relazione conclusiva. Entro 45 giorni dal deposito delle conclusioni, il Prefetto, sentito il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, integrato con la partecipazione del Procuratore della Repubblica competente per territorio, invia al ministro dell’Interno una relazione nella quale si dà conto dell’eventuale sussistenza degli elementi che possano portare allo scioglimento del Comune per mafia. Nella relazione, il Prefetto potrà allegare gli appalti, i contratti e i servizi interessati dai fenomeni di compromissione o interferenza con la criminalità organizzata o comunque “connotati da condizionamenti o da una condotta antigiuridica”. Entro la prima metà di dicembre si saprà se Vittorio Zappalorto chiederà lo scioglimento del Comune di Eraclea per infiltrazioni mafiose.
VENEZIA. Felice Maniero è
Un arresto effettuato durante l’operazione antimafia a Eraclea
Decisione che comunque dovrà essere presa dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Se fosse così, sarebbe la prima volta per un Comune del Veneto. La Commissione di accesso ha incontrato, inizialmente, difficoltà nell’accedere ad atti e documenti. Situazione che fece dire a più persone che c’era un clima di omertà in paese. Su questo l’onorevole del Pd e componente della commissione parlamentare Antimafia, Nicola Pellicani, ha pure presentato una interrogazione all’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Che attende ancora risposta. Il Prefetto Zappalorto, pur non entrando nel merito della questione, parlò di difficoltà. Queste difficoltà, insieme alla montagna di atti da controllare, ha indotto la Commissione a chiedere e a ottenere altri tre mesi, oltre al primo trimestre concesso per effettuare il lavoro. Tempo impiegato per sentire diverse persone e visionati migliaia di documenti, interni ed esterni al Comune, per capire se qualche scelta amministrativa sia stata “pilotata”. — Carlo Mion BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
pronto a patteggiare la pena, se questo gli permetterà di uscire dal carcere di Voghera, dove è stato trasferito da Bergamo per motivi di sicurezza. Al patteggiamento sta lavorando Luca Broli, l’avvocato dell’ex boss della Mafia del Brenta, che ieri mattina ha anche depositato istanza al tribunale del Riesame di Brescia per chiedere l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare che nelle scorse settimane ha fatto finire in carcere l’ex boss accusato di violenza domestica sulla compagna. «Per gli episodi contestati siamo davanti a una misura sproporzionata», sostiene la difesa. L’udienza al Riesame è fissata per martedì prossimo. L’ex boss è finito in carcere il 18 ottobre per maltrattamenti alla compagna tra l’ottobre del 2016 e il maggio del 2019. Insulti e botte secondo l’accusa della procura di Brescia. Confermati solo in minima parte da Maniero che, interrogato per rogatoria a Bergamo, dove era in carcere, ha parlato solo di insulti e di qualche spintone, nell’ambito di un rapporto di coppia in crisi anche per via delle difficoltà economiche, e della crisi del lavoro come consulente ambientale. Tutt’altro racconto rispetto a quello della compagna, che da mesi vive in una comunità protetta.
Felice Maniero ai tempi del processo alla mafia del Brenta
Nei giorni scorsi il 65enne Maniero è anche stato trasferito dal carcere di Bergamo a quello di Voghera (Pavia) per questioni di sicurezza. La posizione di Maniero, che a metà degli anni Novanta ha cominciato a collaborare con lo Stato facendo smantellare la sua banda, è delicata nonostante siano passati molti anni. Anche perché, quelli che come lui decidono di parlare, non sono ben visti dagli altri carcerati. All’ipotesi di patteggiamento sta lavorando la difesa di Maniero, cercando un’intesa con la procura. Sarebbe per l’ex boss un mezzo
per ottenere la scarcerazione, e stare vicino alla figlia, la sua più grande preoccupazione. La paura - ne aveva parlato anche nell’interrogatorio di garanzia - riguarda l’ex suo braccio destro Antonio “Marietto” Pandolfo, uno che non si è mai pentito e l’ha giurata al suo ex capo per averlo venduto. Pandolfo, 64 anni, dopo 25 anni di galera, la scorsa settimana è uscito dal carcere di Sulmona, ma non è tornato in libertà: è stato destinato a una casa lavoro per ex detenuti a Vasto (Chieti). — Francesco Furlan BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI