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a cura dell'Ufficio Stampa e Comunicazione
2 VE
PRIMO PIANO
Mercoledì 6 Novembre 2019 Corriere del Veneto
Politica e risorse Le poste principali del bilancio 2020 Un bilancio da 17 miliardi di euro 9,6 miliardi
Sanità e il Sociale
VENEZIA Mentre
a livello nazionale si continua a litigare su chi tassare e chi no (e l’unica cosa certa è che qualche tassa ci sarà), in Veneto, dove pure si sta discutendo la manovra, il confronto è invece tra chi come il governatore Luca Zaia rivendica la scelta di non tassare nessuno a prescindere e chi come il Pd vorrebbe invece un’addizionale Irpef a carico dei più ricchi per aiutare chi oggi si svena tra case di riposo, asili nido, università. Due opposte visioni del mondo o meglio, del Veneto, che si sono scontrate ieri in consiglio regionale, dove Zaia è approdato per presentare l’ultima manovra del suo mandato bis. Il conto complessivo è di 17 miliardi di euro, che scendono a 12 tolte le partite di giro. Di questi, 9,6 miliardi vanno a finanziare il fondo sanitario e sociale. Altre partite rilevanti per importo sono quelle per il
507 milioni
Servizi istituzionali e alla gestione della macchina regionale
9,6 miliardi
Trasporti e mobilità
236,9 milioni
Politiche per lo sviluppo economico e la competitività
211 milioni
Politiche per il lavoro e la formazione professionale
146,3 milioni
Agricoltura e Pesca
144,1 milioni
Politiche per il territorio e l’ambiente
Risorse a libera destinazione: 1,2 miliardi
84,8 milioni
Relazioni internazionali
73,4 milioni
Politiche sociali e per la famiglia
10,8 milioni
65 milioni
Protezione civile
Cofinanziamento regionale dei fondi comunitari
9,3 milioni
31 milioni
Politiche per l’energia
59 milioni
Istruzione e politiche per il diritto allo studio
Contributo alle rette delle scuole materne e degli asili nido
20,5 milioni
44,6 milioni
Giochi olimpici del 2026
Territorio ed edilizia abitativa
16,6 milioni
15 milioni
Turismo
Dissesto idrogeologico
13,5 milioni
12,5 milioni
❞
20 milioni
Prevenzione idrogeologica e la riduzione del rischi idraulico
10 milioni
Mobilità e sicurezza stradale
5 milioni
Lavori pubblici di particolare urgenza
Adeguamenti della rete viaria
Cultura
25 milioni
Giovani, sport e tempo libero
Zaia: «Noi l’unica regione tax free d’Italia». Il Pd: «Quei soldi utili per case di riposo e asili»
Capogruppo Stefano Fracasso guida il gruppo del Pd
Formazione professionale
Investimenti: 63 milioni
Bilancio, scontro su nuove tasse E la giunta interviene sulle Ater
mantenimento della «macchina» (507 milioni), per i trasporti (626,5 milioni), lo sviluppo economico (236,9 milioni), il lavoro e la formazione professionale (211 milioni), l’agricoltura(146,3 milioni), l’ambiente (144,1 milioni). Ma più che sulle uscite, di cui si riprenderà a discutere da lunedì prossimo, ieri a Palazzo Ferro Fini si è dibattuto delle entrate. È noto che tolti i soldi trasferiti da Roma per la sanità (9 miliardi), la voce principale di finanziamento della Regione è data da «imposte, tasse e proventi assimilati» (un miliardo circa) e dalla «compartecipazione ai tributi», l’Iva soprattutto (400 milioni). Anche ieri, come già era accaduto per tutte le manovre dei suoi precedenti nove anni di amministrazione - e a maggior ragione per questa, l’ultima prima del ritorno al voto - Zaia ha rivendicato il merito d’aver fatto del Veneto «una Regione tax free, unica in Italia». E ha spiegato: «Abbiamo rinunciato ad applicare ai contribuenti l’addiziona-
24 milioni
le regionale Irpef e i super ticket in sanità. Una scelta che pesa per un miliardo e 219 milioni l’anno sul bilancio della Regione, ma che è stata provvidenziale perché ci ha imposto una robusta cura dimagrante. Abbiamo preferito recuperare al massimo efficienza ed efficacia, perseguendo razionalizzazione e buona gestione della spesa pubblica, piuttosto che mettere le mani nelle tasche dei cittadini e delle imprese. Pochi soldi, nessuna distrazione». Una ricostruzione che non ha convinto il capogruppo del Pd Stefano Fracasso (tra i papabili per sfidare Zaia la primavera prossima, sicché
Luca Zaia Niente addizionale né ticket, così rinunciamo a 1 miliardo 219 milioni
quello visto ieri potrebbe essere stato il primo faccia a faccia tra i due), che da tempo va sostenendo che quel miliardo e più pagato dalle fasce più ricche della popolazione ben potrebbe essere speso per migliorare i servizi a favore dei più deboli: «Le famiglie che hanno un nonno in casa di riposo sborsano ogni anno 100 milioni di euro. Per loro - ha stilettato il capogruppo dem il Veneto non è “tax free”. Non è “tax free” neppure per i 30 mila veneti che vivono nelle case Ater ed ora, grazie alla riforma varata dalla Regione, dovranno pagare 21 milioni in più all’anno. O per i papà e le mamme che si devono pagare l’asilo nido, dopo aver visto scendere il fondo dedicato da 42 a 31 milioni di euro. O per gli studenti, che non hanno libri in comodato, non hanno bonus trasporti, pur meritevoli non ricevono le borse di studio perché il fondo non ha abbastanza risorse. Per tutte queste persone, il Veneto non è affatto “tax free”». Quindi Fracasso ha affondato: «Ogni
volta che chiediamo di intervenire su questo o quel settore, ci viene detto che non ci sono soldi, si deve attendere l’autonomia, che non arriva mai. Però quando il concessionario della Pedemontana ha chiesto un aiuto, subito si è ipotizzata l’addizionale Irpef per aiutarlo e poi, in un giorno, si è acceso un mutuo da
Presentato dai sommelier
Vaia, cavatappi hi-tech per aiutare la montagna VENEZIA In occasione del 53esimo Congresso nazionale dell’Associazione nazionale sommelier, è stato presentato ieri a Palazzo Balbi un nuovo cavatappi che sarà messo in vendita per raccogliere fondi da destinare alla montagna veneta colpita da Vaia. Sulla base del brevetto innovativo di Claudio Burato dell’Hosteria del Durello sono stati prodotti 1.000 cavatappi monoleva, che consentono di gestire l’apertura di una bottiglia con un solo RIPRODUZIONE RISERVATA movimento.
L’Ego - Hub
300 milioni». L’argomento sarà sicuramente al centro della campagna elettorale che si appresta ad entrare nel vivo, insieme ad altri temi «sensibili» che Zaia ha pure toccato ieri, dalla stessa Pedemontana («Quest’anno paghiamo l’ultima tranche del mutuo») all’inquinamento da Pfas («Sono partiti i lavori dell’acquedotto per portare acqua pulita a tutte le famiglie»), dall’assunzione di 500 medici neolaureati («Andiamo avanti, nonostante i ricorsi al Tar») agli investimenti in montagna per Mondiali di sci e Olimpiadi («Il prossimo passo è il collegamento del Comelico con la Val Pusteria»). Il governatore ha annunciato anche la revisione della nuova legge sulle Ater, fortemente contestata da inquilini e sindacati: «Interverremo con un emendamento al Collegato e un regolamento, ci saranno accorgimenti per le famiglie in uscita, gli anziani e i soggetti deboli». Ma anche qui il Pd s’infuria: «Le modifiche alla legge non possono essere liquidate con un emendamento al Collegato. Avevamo concordato un percorso con l’assessore e le forze sociali in commissione, questa procedura è una furbata e una scorrettezza». Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA
Olimpiadi invernali 2026
Milano-Cortina, Oggi la scelta del manager Il renziano Novari in pole position
Fondatori Fontana, Sala, Ghedina e Zaia
VENEZIA Primo giorno di colloqui, ieri a Roma, per la scelta del manager che dovrà dirigere la Fondazione che gestirà l’organizzazione dei Giochi olimpici invernali del 2026. In corsa Tom Mockridge (ex di Sky), Alberto Baldan (ex Rinascente e Grandi Stazioni) e Vincenzo Novari, a lungo amministratore delegato di Tre Italia. Assenti il governatore del Veneto, Luca Zaia, e il presidente dell’Alto Adige Arno Kompatscher, oggi la scelta del manager verrà comunicata al ministro allo Sport, Vincenzo Spadafora, ieri rappresentato al tavolo
dei colloqui dal suo capo di gabinetto. «Per il Veneto - ha spiegato Zaia - ieri è intervenuto il dirigente Gasparin. Oggi andrò a Roma e con il Coni incontreremo il ministro. A meno di colpi di scena dell’ultima ora la scelta cadrà su uno dei tre professionista in lista». Bocche cucite sull’esito dell’incontro. «Sicuramente dice il sindaco di Cortina, Giampietro Ghedina abbiamo avuto un’impressione positiva di tutti e tre i candidati, che si sono dimostrati molto preparati. Per rispetto a chi non c’era non diremo nulla
più di questo. L’impressione è che due su tre si giochino la nomina e che uno di questi due sia in vantaggio sull’altro». Le indiscrezioni, nel corso della giornata, si sono susseguite in continuazione. In un primo momento pareva che Baldan godesse dei favori del pronostico , ma in serata sono salite le quotazioni di Novari, manager vicino al Pd specie nel periodo in cui Matteo Renzi era presidente del consiglio. Non va comunque scartata a priori l’ipotesi dell’ex di Sky Morckridge: solo oggi si avrà l’indicazione definitiva.
2 VE
PRIMO PIANO
Mercoledì 6 Novembre 2019 Corriere del Veneto
Politica e risorse Le poste principali del bilancio 2020 Un bilancio da 17 miliardi di euro 9,6 miliardi
Sanità e il Sociale
VENEZIA Mentre
a livello nazionale si continua a litigare su chi tassare e chi no (e l’unica cosa certa è che qualche tassa ci sarà), in Veneto, dove pure si sta discutendo la manovra, il confronto è invece tra chi come il governatore Luca Zaia rivendica la scelta di non tassare nessuno a prescindere e chi come il Pd vorrebbe invece un’addizionale Irpef a carico dei più ricchi per aiutare chi oggi si svena tra case di riposo, asili nido, università. Due opposte visioni del mondo o meglio, del Veneto, che si sono scontrate ieri in consiglio regionale, dove Zaia è approdato per presentare l’ultima manovra del suo mandato bis. Il conto complessivo è di 17 miliardi di euro, che scendono a 12 tolte le partite di giro. Di questi, 9,6 miliardi vanno a finanziare il fondo sanitario e sociale. Altre partite rilevanti per importo sono quelle per il
507 milioni
Servizi istituzionali e alla gestione della macchina regionale
9,6 miliardi
Trasporti e mobilità
236,9 milioni
Politiche per lo sviluppo economico e la competitività
211 milioni
Politiche per il lavoro e la formazione professionale
146,3 milioni
Agricoltura e Pesca
144,1 milioni
Politiche per il territorio e l’ambiente
Risorse a libera destinazione: 1,2 miliardi
84,8 milioni
Relazioni internazionali
73,4 milioni
Politiche sociali e per la famiglia
10,8 milioni
65 milioni
Protezione civile
Cofinanziamento regionale dei fondi comunitari
9,3 milioni
31 milioni
Politiche per l’energia
59 milioni
Istruzione e politiche per il diritto allo studio
Contributo alle rette delle scuole materne e degli asili nido
20,5 milioni
44,6 milioni
Giochi olimpici del 2026
Territorio ed edilizia abitativa
16,6 milioni
15 milioni
Turismo
Dissesto idrogeologico
13,5 milioni
12,5 milioni
❞
20 milioni
Prevenzione idrogeologica e la riduzione del rischi idraulico
10 milioni
Mobilità e sicurezza stradale
5 milioni
Lavori pubblici di particolare urgenza
Adeguamenti della rete viaria
Cultura
25 milioni
Giovani, sport e tempo libero
Zaia: «Noi l’unica regione tax free d’Italia». Il Pd: «Quei soldi utili per case di riposo e asili»
Capogruppo Stefano Fracasso guida il gruppo del Pd
Formazione professionale
Investimenti: 63 milioni
Bilancio, scontro su nuove tasse E la giunta interviene sulle Ater
mantenimento della «macchina» (507 milioni), per i trasporti (626,5 milioni), lo sviluppo economico (236,9 milioni), il lavoro e la formazione professionale (211 milioni), l’agricoltura(146,3 milioni), l’ambiente (144,1 milioni). Ma più che sulle uscite, di cui si riprenderà a discutere da lunedì prossimo, ieri a Palazzo Ferro Fini si è dibattuto delle entrate. È noto che tolti i soldi trasferiti da Roma per la sanità (9 miliardi), la voce principale di finanziamento della Regione è data da «imposte, tasse e proventi assimilati» (un miliardo circa) e dalla «compartecipazione ai tributi», l’Iva soprattutto (400 milioni). Anche ieri, come già era accaduto per tutte le manovre dei suoi precedenti nove anni di amministrazione - e a maggior ragione per questa, l’ultima prima del ritorno al voto - Zaia ha rivendicato il merito d’aver fatto del Veneto «una Regione tax free, unica in Italia». E ha spiegato: «Abbiamo rinunciato ad applicare ai contribuenti l’addiziona-
24 milioni
le regionale Irpef e i super ticket in sanità. Una scelta che pesa per un miliardo e 219 milioni l’anno sul bilancio della Regione, ma che è stata provvidenziale perché ci ha imposto una robusta cura dimagrante. Abbiamo preferito recuperare al massimo efficienza ed efficacia, perseguendo razionalizzazione e buona gestione della spesa pubblica, piuttosto che mettere le mani nelle tasche dei cittadini e delle imprese. Pochi soldi, nessuna distrazione». Una ricostruzione che non ha convinto il capogruppo del Pd Stefano Fracasso (tra i papabili per sfidare Zaia la primavera prossima, sicché
Luca Zaia Niente addizionale né ticket, così rinunciamo a 1 miliardo 219 milioni
quello visto ieri potrebbe essere stato il primo faccia a faccia tra i due), che da tempo va sostenendo che quel miliardo e più pagato dalle fasce più ricche della popolazione ben potrebbe essere speso per migliorare i servizi a favore dei più deboli: «Le famiglie che hanno un nonno in casa di riposo sborsano ogni anno 100 milioni di euro. Per loro - ha stilettato il capogruppo dem il Veneto non è “tax free”. Non è “tax free” neppure per i 30 mila veneti che vivono nelle case Ater ed ora, grazie alla riforma varata dalla Regione, dovranno pagare 21 milioni in più all’anno. O per i papà e le mamme che si devono pagare l’asilo nido, dopo aver visto scendere il fondo dedicato da 42 a 31 milioni di euro. O per gli studenti, che non hanno libri in comodato, non hanno bonus trasporti, pur meritevoli non ricevono le borse di studio perché il fondo non ha abbastanza risorse. Per tutte queste persone, il Veneto non è affatto “tax free”». Quindi Fracasso ha affondato: «Ogni
volta che chiediamo di intervenire su questo o quel settore, ci viene detto che non ci sono soldi, si deve attendere l’autonomia, che non arriva mai. Però quando il concessionario della Pedemontana ha chiesto un aiuto, subito si è ipotizzata l’addizionale Irpef per aiutarlo e poi, in un giorno, si è acceso un mutuo da
Presentato dai sommelier
Vaia, cavatappi hi-tech per aiutare la montagna VENEZIA In occasione del 53esimo Congresso nazionale dell’Associazione nazionale sommelier, è stato presentato ieri a Palazzo Balbi un nuovo cavatappi che sarà messo in vendita per raccogliere fondi da destinare alla montagna veneta colpita da Vaia. Sulla base del brevetto innovativo di Claudio Burato dell’Hosteria del Durello sono stati prodotti 1.000 cavatappi monoleva, che consentono di gestire l’apertura di una bottiglia con un solo RIPRODUZIONE RISERVATA movimento.
L’Ego - Hub
300 milioni». L’argomento sarà sicuramente al centro della campagna elettorale che si appresta ad entrare nel vivo, insieme ad altri temi «sensibili» che Zaia ha pure toccato ieri, dalla stessa Pedemontana («Quest’anno paghiamo l’ultima tranche del mutuo») all’inquinamento da Pfas («Sono partiti i lavori dell’acquedotto per portare acqua pulita a tutte le famiglie»), dall’assunzione di 500 medici neolaureati («Andiamo avanti, nonostante i ricorsi al Tar») agli investimenti in montagna per Mondiali di sci e Olimpiadi («Il prossimo passo è il collegamento del Comelico con la Val Pusteria»). Il governatore ha annunciato anche la revisione della nuova legge sulle Ater, fortemente contestata da inquilini e sindacati: «Interverremo con un emendamento al Collegato e un regolamento, ci saranno accorgimenti per le famiglie in uscita, gli anziani e i soggetti deboli». Ma anche qui il Pd s’infuria: «Le modifiche alla legge non possono essere liquidate con un emendamento al Collegato. Avevamo concordato un percorso con l’assessore e le forze sociali in commissione, questa procedura è una furbata e una scorrettezza». Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA
Olimpiadi invernali 2026
Milano-Cortina, Oggi la scelta del manager Il renziano Novari in pole position
Fondatori Fontana, Sala, Ghedina e Zaia
VENEZIA Primo giorno di colloqui, ieri a Roma, per la scelta del manager che dovrà dirigere la Fondazione che gestirà l’organizzazione dei Giochi olimpici invernali del 2026. In corsa Tom Mockridge (ex di Sky), Alberto Baldan (ex Rinascente e Grandi Stazioni) e Vincenzo Novari, a lungo amministratore delegato di Tre Italia. Assenti il governatore del Veneto, Luca Zaia, e il presidente dell’Alto Adige Arno Kompatscher, oggi la scelta del manager verrà comunicata al ministro allo Sport, Vincenzo Spadafora, ieri rappresentato al tavolo
dei colloqui dal suo capo di gabinetto. «Per il Veneto - ha spiegato Zaia - ieri è intervenuto il dirigente Gasparin. Oggi andrò a Roma e con il Coni incontreremo il ministro. A meno di colpi di scena dell’ultima ora la scelta cadrà su uno dei tre professionista in lista». Bocche cucite sull’esito dell’incontro. «Sicuramente dice il sindaco di Cortina, Giampietro Ghedina abbiamo avuto un’impressione positiva di tutti e tre i candidati, che si sono dimostrati molto preparati. Per rispetto a chi non c’era non diremo nulla
più di questo. L’impressione è che due su tre si giochino la nomina e che uno di questi due sia in vantaggio sull’altro». Le indiscrezioni, nel corso della giornata, si sono susseguite in continuazione. In un primo momento pareva che Baldan godesse dei favori del pronostico , ma in serata sono salite le quotazioni di Novari, manager vicino al Pd specie nel periodo in cui Matteo Renzi era presidente del consiglio. Non va comunque scartata a priori l’ipotesi dell’ex di Sky Morckridge: solo oggi si avrà l’indicazione definitiva.
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Corriere del Veneto Mercoledì 6 Novembre 2019
Nuove regole di Andrea Priante
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«Videopokerspenti6orealgiorno» Giocod’azzardo,strettadellaRegione
«Ludopatia, piaga sociale». Lachin (Confesercenti): «Ci sono città con limiti più severi» La Regione ordina di spegnere le slot machine per almeno sei ore al giorno. Una misura anti-ludopatia ritenuta però troppo morbida da Confesercenti, che rappresenta anche bar e pubblici esercizi che grazie alle macchinette mangiasoldi fanno affari d’oro. La Giunta Zaia era chiamata a fissare i «paletti» alla legge regionale di prevenzione e contrasto al gioco patologico, approvata due mesi fa. L’ha fatto tenendo conto dell’accordo Stato-Regioni, che puntava a garantire agli esercenti la possibilità di far funzionare slot e videolottery per diciotto ore al giorno. Per questo sono state scelte tre fasce orarie durante le quali gli apparecchi dovranno restare spenti: dalle 7 alle 9 del mattino (quando a giocare sono soprattutto giovani, donne e disoccupati); dalle 13 alle 15 (la pausa pranzo attira anziani e ragazzini che escono da scuola) e dalle 18 alle 20, quando non si registrano particolari differenze di genere o di età tra gli scommettitori. Chi non rispetta il «coprifuoco» - siano baristi o gestori di pubblici esercizi - rischia fino a seimila euro di multa. La Regione prova così a creare uniformità di regole in un settore - quello del gioco d’azzardo - che finora ha visto in prima fila i sindaci con le loro ordinanze a tutela della salute e dell’ordine pubblico. «I tre stop entreranno in vigore in tutto il territorio regionale e sono pensati per scoraggiare il nomadismo dei giocatori da un comune all’altro» spiega l’assessore alla sanità e al sociale Manuela Lanzarin. «Inoltre si vuole rinforzare il potere delle singole amministrazioni comunali, che con proprio provvedimento possono limitare ulteriormente gli orari di apertura». Il Veneto è la terza regione in Italia per volume delle giocate, con una media di 1.244 euro di spesa annua per ogni residente, dai neonati ai centenari. Sono 32.500 i giocatori compulsivi, quasi l’1 per cento della popolazione. «Si tratta di una piaga sociale - ammette l’assessore regionale - che nell’ultimo anno ha inghiottito VENEZIA
Intanto il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una mozione del Movimento 5 stelle che invita la Regione ad impegnarsi affinché i metalli (oro, argento e bronzo) delle medagli delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 siano recuperati dai rifiuti elettronici. «In questa maniera - ha detto Massimo De Rosa, primo firmatario della mozione - gli atleti vincitori porteranno al collo,oltre al loro valore sportivo,. un simbolo della tutela dell’ambiente e dei principi dell’economia circolare». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Videolottery Nuovi limiti alle slot
6,1 miliardi di euro, dei quali tre quarti giocati alle slot. I limiti orari omogenei in tutto il territorio regionale, sono un sistema di dissuasione in più
per le categorie a rischio, come casalinghe, minori, anziani a basso reddito, persone senza lavoro che possono essere attirati dal miraggio della vincita facile». Il provvedimento si inserisce in un quadro normativo che già prevede distanze minime di 400 metri dai luoghi sensibili e l’aumento massimo dell’aliquota Irap per gli esercenti che accettano di ospitare le slot machine, oltre alle maxi-sanzioni per chi viola le prescrizioni. Ma prima di entrare in vigore, i nuovi orari dovranno passare all’esame della Quinta Commissione.
Lanzarin assicura che le restrizioni approvate dalla giunta non andranno a scontrarsi con i regolamenti locali: «I Comuni, infatti, possono adottare limiti più severi, motivati da ragion di salute pubblica e dai singoli contesti locali». Tesi che non convince Michele Lachin, vicedirettore di Confesercenti Venezia-Rovigo che nel 2015 fece parte del Comitato tecnico che elaborò i limiti varati dalla prefettura: «Quell’accordo prevede che, nel Veneziano, le macchinette restino accese per 8 ore e mezza al giorno, a fronte delle 18 ore che adesso concede la Regio-
ne. Lo stesso accade in molti Comuni del Veneto. Significa quindi che la Giunta ha approvato un regolamento anti-ludopatia che in realtà è molto meno severo delle ordinanze in vigore in tante realtà locali». Il risultato? «Questa divergenza creerà solo confusione. Prevedo una pioggia di contenziosi: da un lato i gestori di bar e tabaccherie che pretenderanno dal proprio Comune un adeguamento a quanto deciso dalla Regione, dall’altro i sindaci che invece vorranno mantenere le restrizioni attuali». © RIPRODUZIONE RISERVATA
● L’editoriale
Politica e senso del tempo SEGUE DALLA PRIMA
Ogni prospettiva sembra così appiattirsi e snaturarsi, decontestualizzata dalla cornice entro cui si è creata e si è alimentata. Questo approccio può all’apparenza ritenersi astratto o ad uso dei filosofi, ma in realtà sta inconsapevolmente permeando ogni aspetto dell’esistenza, dallo studio all’educazione, dalla comunicazione alla cultura, fino ovviamente alla politica. Non è un caso, infatti, che le agende della politica si adattino, senza soluzione di continuità, agli umori della gente, gli interessi nei confronti degli argomenti caldi si gonfiano e si sgonfiano, facendo apparire ciò di cui si trattava fino al mese scorso qualcosa come di lontano e primitivo. Il tutto a scapito della comprensione e della riflessione. Gli esempi sono innumerevoli, a partire dal problema ambientale e al «fenomeno Greta» o al «dopo Vaia», alle tematiche istituzionali o a quelle legate all’istruzione o alla cultura. Un’irrefrenabile esigenza di risolvere l’oggi, in attesa che domani tutto sia passato – magari non risolto – e già pronti per una prossima novità. Una sorta di macchina delle idee in cui tutto è banalmente triturato, tralasciando tensioni e contraddizioni – sale della critica – e alla costante ricerca dell’effetto e soprattutto del compromesso. Ne discende un approccio che accontenta nell’immediato, ma che lascia un forte amaro in bocca, in quanto le risposte non possono che essere superficiali e raramente frutto di confronto e analisi critiche. La velocità che ammanta riduce la prospettiva, le scelte devono produrre risposte in tempi rapidi – sovente legati al ciclo di una legislatura o di un mandato politico – evitando di avere il coraggio di guardare oltre il proprio orizzonte. Attraverso questa modalità la politica appare miope a causa e in funzione di una società che ha perso il senso dell’attesa e della riflessione, dischiusa dalla tensione di voler per forza cancellare gli attriti e la naturale dialettica che sorge dal confronto di condizioni portatrici di identità differenti. E magari su questo si dovrebbe trovare il tempo di riflettere con molta più oculatezza e tranquillità. Davide Rossi © RIPRODUZIONE RISERVATA
MERCOLEDÌ 6 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI
REGIONE
consiglio del veneto, approvato il bilancio
Battaglia sulle tasse Pd: addizionale Irpef su redditi medio-alti Zaia: «Mai e poi mai» Manovra da 17 miliardi, l’indebitamento scende a 757 milioni Ater, i dem all’attacco. Referendum elettorale: nuove scintille Filippo Tosatto VENEZIA. Da mezzo miliardo
ad una settantina di milioni. Nell’arco di un decennio (complici i tagli) il margine di “spesa libera” del Veneto - cioè i quattrini disponibili per investimenti, al netto di costi e oneri fissi - è crollato. La circostanza, emersa nella discussione sulla manovra di bilancio a Palazzo Ferro-Fini, spinge l’opposizione del Pd a chiedere alla maggioranza leghista la reintroduzione dell’addizionale Irpef sui redditi medio-alti, così da rastrellare risorse fresche (tra i 50 e 100 milioni) da destinare al welfare e all’ambiente. «Neanche per sogno», è la replica di Luca Zaia «siamo l’unica regione in Italia “tax free”, abbiamo evitato ai contribuenti l’addizionale e i superticket sanitari, rinunciando a un miliardo e 219 milioni di entrate, e non ricorreremo mai alle tasse di scopo. Meglio razionalizzare la spesa, eliminando gli sprechi, che mettere le mani in tasca a cittadini e imprese». L E CIFRE DEL GOVERNATORE
«Veneto tax free? Ditelo alle famiglie che sborsano 2 mila euro al mese per le rette in casa di riposo, agli inquilini Ater che si vedono l’affitto raddoppiato, agli studenti privati di abbonamenti agevolati ai trasporti,
nel circuito sanitario «che pesano su questo esercizio per circa 72 milioni». I CANTIERI PEDEMONTANA
Confermati i principali capitoli di spesa: 20-25 milioni per assumere 500 nuovi medici specializzandi; 36,7 (risorse proprie) + 20,5 (accensione mutui) da iniettare sui Giochi di Cortina accreditati, insieme ai Mondiali di sci 2021, di «un giro d’affari di tre miliardi nell’area dolomitica»; l’ultima rata dei 300 milioni investiti sulla superstrada Pedemontana («L’anno prossimo segnerà la conclusione dei cantieri») contestata dall’opposizione, i 60 stanziati per rinnovare la flotta dei treni regionali e poi i contributi erogati a materne-asili nido (31 mln) e centri di formazione professionale (24). E l’edilizia pubblica? «La legge di riforma ha già consentito di assegnare l’alloggio a 400 nuove famiglie a un canone medio di 77 euro al mese», tuttavia è previsto un correttivo al regolamento «al fine di consentire ad anziani e famiglie con disabili di non perdere il diritto alla casa popolare», leggi l’innalzamento della soglia annuale di reddito da 20 a 30 mila euro, anticipato dal nostro giornale. «Ma chi è privo di titolo dovrà lasciare l’alloggio a chi ne ha veramente bisogno». COLLI EUGANEI E UNESCO
L’intervento del governatore Luca Zaia nell’aula del consiglio veneto
ai genitori gravati dai costi dell’asilo nido» è l’affondo dei dem Stefano Fracasso, Claudio Sinigaglia e Graziano Azzalin «La verità è che il governatore tutela i ricchi e non si cura di reperire i fondi utili a salvaguardare le fasce più deboli della popolazione». Il botta e risposta ha animato la seduta, culminata nell’approvazione notturna del Documento di programmazione economica
via libera al progetto preliminare
e finanziara (27 i voti a favore, 15 i contrari, un astenuto) preceduta dall’intervento del governatore che ha ricapitolato le cifre di una manovra di 17 miliardi complessivi (dei quali 9,7 assorbiti dalla sanità) a fronte di un debito «sceso dai 2,4 miliardi del 2010 agli attuali 757 milioni, con la riduzione dei tempi dei pagamenti a una media di 16 giorni» e i 1,4 miliardi di ammortamenti
Che altro? In attesa dell’autonomia («Ma la nostra pazienza non è infinita... ») l’ultimo bilancio della legislatura alimenta l’assalto alla diligenza difesa dall’assessore Gianluca Forcolin. Tra gli emendamenti approvati, spicca quello “indolore” di padovani e veronesi che impegnano la Giunta a sostenere il riconoscimento di Colli Euganei e Valpolicella a patrimonio dell’Unesco. E il quesito referendario sulla legge elettorale? «Sarà trasmesso alla Cassazione, la volontà dell’aula è chiara», taglia corto il presidente Roberto Ciambetti; «Sulle regole non si scherza, l’assemblea ha negato il quorum qualificato richiesto», ribatte Piero Ruzzante (Leu); «Se l’episodio non fosse triste, ci sarebbe da ridere», chiosa il gruppo a 5 Stelle. — BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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su iniZiativa dell’assessore lanZarin
Stretta al gioco d’azzardo Videogiochi e slot veneti spenti in tre fasce orarie
Nel Veneto i giocatori problematici o patologici sono circa 35 mila VENEZIA. Limiti agli orari di
apertura e funzionamento per sale e punti gioco, parificati in tutto il Veneto: l’amministrazione regionale di Luca Zaia ha disposto che nelle fasce orarie comprese tra 7 e 9, 13 e 15, 18 e 20, le sale gioco debbano interrompere l’attività di slot machine e le videolottery posizionate in bar e pubblici esercizi. «Si tratta di un provvedimento che dà applicazione concreta alla nostra legge di prevenzione e contrasto al gioco patologico, approvata due mesi fa, e che renderà omogenei, in tutto il territorio regionale, gli orari obbligatori di interruzione delle attività di gioco», spiega l’assessore alla Sanità e al sociale, Manuela Lanzarin «i tre stop, sono pensati per scoraggiare il nomadismo dei giocatori da un comune all’altro e per rinforzare il potere delle singole amministrazioni comunali, che con proprio provvedimento, possono limitare ulteriormente gli orari di apertura e di giocata, al fine di tutelare la salute pubblica ed evitare problemi di pubblica circolazione». «L’individuazione delle fasce orarie di chiusura obbligatoria», precisa l’assessore leghista «è avvenuta con il coinvolgimento dei medici dei servizi regionali per le di-
pendenze delle 9 Ulss, delle Conferenze dei sindaci, dei rappresentanti del terzo settore e dei legali della Regione, al fine di incrociare al meglio dati clinici, letteratura scientifica, buone prassi comunali, esperienze di prevenzione e dissuasione e di offrire ai Comuni uno strumento in più, al quale ancorare gli interventi locali di riduzione del danno». «Ricordo che i limiti di orario per slot e sale gioco in Veneto si inseriscono in un quadro normativo ad ampio spettro e rigoroso», conclude Lanzarin «prevediamo distanze minime di 400 metri dai luoghi sensibili, aumento massimo dell’aliquota Irap per gli esercenti dei punti gioco e sanzioni fino a 6 mila euro per il mancato rispetto dei limiti urbanistici, orari e di pubblicità previsti». Non è tutto. Agli interventi di dissuasione, la Regione ha affiancato dal 2017 un piano sociale e sanitario di presa in carico, cura e trattamento dei giocatori compulsivi o problematici -in termini percentuali lo 0,8% della popolazione attiva, vale a dire circa 32.500 persone in Veneto - e patologici (pari a circa il 10% dei giocatori problematici) con un impegno di spesa che lo scorso anno ha superato i 5 milioni di euro. —
Padova, l’economista ambientale Carraro su cambiamenti dell’habitat ed energia rinnovabile
Alta Velocità, sbloccato il lotto ovest di Verona De Berti: passo decisivo
«Investire nel clima è un ottimo affare»
VENEZIA. La Giunta del Vene-
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to ha dato il via libera al progetto preliminare dell’ “Ingresso Ovest” del nodo Alta Velocità-Alta Capacità di Verona, ultimo e determinante atto per ottenere l’approvazione anche da parte dal Cipe. Il provvedimento, proposto dall’assessore ai Trasporti Elisa De Berti, sancisce dal punto di vista urbanistico ed edilizio l’intesa Stato-Regione sulla localizzazione dell’opera, riavviando così l’iter approvativo della linea ferroviaria Av/Ac Torino-Milano-Venezia, sospeso dopo il completamento dell’analisi costi-benefici. Il nodo inserito nel progetto della nuova linea sarà realizzata prevalentemente in affiancamento al
tracciato storico della Milano-Venezia, fino alla stazione di Verona Porta Nuova. L’opera interessa i comuni di Verona e di Sona, e prevede la realizzazione dell’infrastruttura di ingresso nel nodo scaligero della tratta Brescia-Verona attraverso lo spostamento dei binari della linea storica per creare gli spazi necessari alla costruzione dei binari Av/Ac; la realizzazione dei due nuovi binari AV/AC nel tratto tra l’autostrada A22 e la radice ovest di Verona; la realizzazione di due nuovi binari di interconnessione merci di Verona, tra la A22 e l’innesto sulla Linea “Brennero”; la razionalizzazione e il potenziamento della stazione Porta Nuova. —
L’INTERVISTA
aremo la fine della rana bollita? Forse no se sapremo prevenire investendo bene e in fretta. A dirlo è il professor Carlo Carraro, che all’incontro di Segnavie all’Orto Botanico di Padova, ha portato il suo contributo da esperto di Economia Ambientale e membro del Bureau di Ipcc, l’Intergovernmental Panel on Climate Change, principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici. Professor Carraro, cosa fa un economista ambientale? «Trova soluzioni di tipo economico a problemi ambientali che devono passare attraverso la valutazione di costi e benefici di ogni misura. Nel momento in cui propongo una soluzio-
ne a un problema devo quantificare se i minori danni ambientali che quella soluzione mi porta valgono i costi per affrontare quel problema». Un compito importante... «Sì, perché ci ha permesso di capire che già oggi i danni del cambiamento climatico – 190 miliardi di dollari – sono così alti che è evidente che bisogna fare qualcosa». Che cosa, in particolare? «Investire per prevenire». Basterebbe per un’economia senza emissioni di CO2? «Certo. Il problema è che ci stiamo arrivando molto lentamente. Oggi produrre energia con le rinnovabili è più conveniente che con le fossili. Ad avere costi importanti sono le infrastrutture e gli investimenti necessari per transitare verso un’economia senza combustibili fossili».
Capitalismo e società consumistica sono compatibili con questo tipo di economia? «Generano importanti risorse che possono essere indirizzate verso le tecnologie che stiamo sviluppando. Una strada che si concili con la crescita di tipo capitalistico è la realizzazione di investimenti importanti in progresso tecnico per tecnologie a basso costo che non usino fonti fossili. Nei prossimi vent’anni si andrà in questa direzione». Cosa sta facendo la scienza? «Molto da molti punti di vista, compreso quello di sviluppare tecnologie per rimuovere la CO2 dall’atmosfera. Il problema è che su queste tecnologie si sta investendo troppo poco e i risultati tardano a venire». E l’Italia? «In questo campo è tra i primi
della classe, insieme ai tedeschi e ai paesi del nord Europa. L’Italia ha avuto un periodo di forti incentivi che hanno dato grande impulso alle rinnovabili. Purtroppo negli ultimi tre anni abbiamo rallentato». Che atteggiamento abbiamo in Veneto? «Il tema non è tra quelli al centro dell’agenda dei nostri imprenditori né dei nostri politici, anche se la pianura padana è un luogo più vulnerabile di altri. A livello locale, prepararsi al clima che cambia dovrebbe costituire una priorità perché interessa il settore agricolo e turistico e i comuni a rischio idrogeologico. Ma al momento non si muove granché. A livello globale ridurre le emissioni resta l’imperativo. Ma lì è ciascuno di noi che deve dare il proprio contributo». — Silvia Pittarello
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Padova
Mercoledì 6 Novembre 2019 www.gazzettino.it
Affitti, il Comune scrive a 4.099 famiglie Inviata una lettera ai residenti degli alloggi popolari: 200mila euro per andare incontro a chi fatica a pagare `
PALAZZO MORONI PADOVA Il Comune scrive a 4099
inquini delle case popolari per ricordare che l’amministrazione ha stanziato 200.000 euro per il sostegno all’affitto. Per far fronte alla revisione dei canoni fatta scattare dalla Regione, l’amministrazione Giordani continua la sua crociata. Dopo la polemica che, la scorsa estate, ha visto protagonisti il sindaco Sergio Giordani e il consigliere della lista Zaia Fabrizio Boron, palazzo Moroni torna alla carica, prende carta e penna e scrive una lettera indirizzata a tutti gli inquilini degli alloggi Erp.
MODALITÀ La comunicazione arriverà nelle case dei 4.099 interessati dall’aumento (l’89% del totale degli assegnatari). Di questi il 72% ha più di 60 anni, e il 54% più di 70. Nella lettera sono indicate le modalità per richiedere l’assegnazione del contributo e si spiega che, per far fronte alla revisione dei canoni d’affitto dell’Ater varata dalla Regione, il Comune ha messo a disposizione un fondo straordinario di 200.000 euro che servirà alle famiglie per so-
VERRÀ VALUTATO CASO PER CASO IN MODO DA FAVORIRE CHI HA UNA REALE NECESSITÀ ECONOMICA E NON I “FURBI”
stenere, almeno in parte, rincari che, in alcuni casi, hanno più che raddoppiato gli affitti. «Si è consapevoli che si tratta di un aiuto economico una tantum - si legge nel documento firmato da Giordani e dall’assessore al Sociale Marta Nalin - che non potrà risolvere il problema di tutti gli assegnatari che dovranno affrontare maggiori spese. A tal fine il Comune si sta attivando per proporre alla Regione i correttivi necessari affinché il calcolo del canone sia equo e sostenibile per ogni famiglia». A richiedere il contributo potranno essere tutti gli inquilini che hanno avuto un aumento del canone e che ora si trovano in difficoltà economica, allegato alla lettera arriverà anche un modulo per presentare la richiesta di contributo, che dovrà essere corredata dalla certificazione Isee. Il contributo verrà elargito in seguito a un’attenta valutazione delle domande e dei requisiti da parte del settore competente, favorendo così chi si trova in grave difficoltà nel sostenere le nuove condizioni, ed escludendo situazioni in cui l’aumento del canone è invece giustificato. «I nostri anziani vengono prima di tutto. Negli ultimi mesi, infatti, si sono moltiplicate nella mia segreteria i contatti allarmati di tanti padovani, specie in età avanzata, che sono preoccupatissimi per gli aumenti dei canoni legati alla nuova legge regionale – spiega Giordani – Non possiamo fare miracoli, ma possiamo fare qualcosa per queste persone come Comune ed è per questa ragione che già quest’estate ho ac-
Il sindaco Giordani: «In tanti ci avevano contattato allarmati» L’assessore Nalin: «Non risolverà il problema, ma certo aiuterà» `
cantonato e annunciato un fondo per aiutarli. So che a Venezia sono in corso riflessioni su alcune modifiche e mi auguro che alla fine prevalga il buon senso, ma intanto ci siamo mossi con questo sostegno in maniera autonoma».
CONTRIBUTO «Sappiamo che questo non potrà risolvere il problema di tutti i cittadini interessati – dice, invece, Nalin – ma esistono situazioni in cui anche quello che può sembrare un piccolo contributo può fare la differenza per una famiglia intera. Gli effetti dell’aumento del canone di affitto si
sommano alle spese condominiali e ai costi delle bollette e questo rischia di aumentare le situazioni di difficoltà. Con questo intervento vogliamo limitare i rischi per tante persone. Questa iniziativa va di pari passo con il nostro lavoro di interlocuzione con la Regione, a cui abbiamo chiesto di introdurre i correttivi necessari affinché il calcolo del canone sia equo e sostenibile per ogni famiglia». A metà novembre, sempre per rimanere in tema di Edilizia Residenziale Pubblica, uscirà la nuova graduatoria per l’assegnazione degli alloggi popolari. Alberto Rodighiero
Inquilini Ater
Riunione in attesa del tavolo tecnico L’ASSEMBLEA
PROTESTE La manifestazione di quest’estate contro l’aumento degli affitti. Ora dal Comune arriva un contributo di 200mila euro
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PADOVA Non si ferma la protesta degli inquilini degli alloggi popolari contro il caro affitti. Il coordinamento regionale degli inquilini ha indetto un’assemblea regionale per sabato prossimo alle 15 nella sala polivalente di via Valeri 17. Il coordinamento punta alla revoca della legge, mentre continua la mobilitazione degli inquilini in attesa della convocazione del tavolo tecnico di revisione. Le proteste erano iniziate in luglio e sono proseguite con cadenza quasi settimanale fino ad oggi. il coordinamento chiede la revoca della leg-
ge, sostenendo che la nuova normativa, il cui impianto è considerato sbagliato e inaccettabile. ha rivisto al rialzo i canoni di affitto, anche per persone con pensioni minime: il calcolo, sottolinea il coordinamento, viene effettuato in base all’Isee Erp, che non deve superare i 20mila euro, e si contesta poi all’Ater di aver adottato criteri di mercato nella definizione di canoni di alloggi popolari. Tra le forme di protesta adottate, oltre alle assemblee e alle manifestazioni di fronte alla sede dell’Ente, anche l’autoriduzione dell’affitto, continuando a pagare l’importo precedente al ricalcolo. L.M.
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Nordest
IL CASO VENEZIA Referendum di Salvini, il giorno dopo il clamoroso autogol del consiglio regionale del Veneto che ha bocciato il nuovo quesito per l’abolizione della quota proporzionale nell’elezione di Camera e Senato, l’imperativo tra le file della maggioranza è uno solo: minimizzare. È mancato un voto e tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia gli assenti erano addirittura sette? Assenze involontarie, si affannano tutti a ripetere, mentre l’opposizione, dal Pd al M5s, si diverte a punzecchiare. «Non è stata un’assenza voluta, ero andata al bar a prendere un cioccolatino, ho visto che c’erano un po’ di iscritti a parlare ed ero tranquilla», spiega l’assessore di Fratelli d’Italia, Elena Donazzan. «Ero qui, nell’anticamera dell’aula», ripete il collega Massimo Giorgetti. Colpa allora del governatore Luca Zaia, pure lui assente? «I nostri c’erano tutti, i 26 voti li avevamo - dice il governatore - ma per un fraintendimento sulla tempistica la consigliera Sonia Brescacin non era in aula al momento del voto». Inutile chiedere a Brescacin come si senta: «Ecco qui il mio polso».
Mercoledì 6 Novembre 2019 www.gazzettino.it
Referendum e autogol «Il voto non serviva» Zaia: «Forse bastavano due funzionari `M5s e LeU: «Il pronunciamento dell’aula per portare il nuovo quesito alla Corte» è sacro, non si cambiano così le regole» `
L’INTERPRETAZIONE
Palazzo Balbi Tra omaggi alla boxe e intese con l’Unicef Dal gelato veneto al cavatappi benefico VENEZIA Poker di presentazioni ieri a Palazzo Balbi per il governatore Luca Zaia: la 60. Mostra internazionale di gelato a Longarone (nella foto il governatore mentre serve coppette di zucca agli amaretti e tiramisù), il cavatappi che l’Associazione Sommelier metterà in vendita per raccogliere fondi per la tempesta Vaia, l’omaggio al campione di pugilato Luca Rigoldi e al suo maestro Luciano Freo, il rinnovo dell’accordo con Unicef per i 50 “baby pit stop” in musei e biblioteche.
LE RASSICURAZIONI Di sicuro non ci saranno crisi di giunta, che peraltro a sei mesi dal voto nessuno si aspetta. Se lunedì era “nero”, ieri il governatore Zaia l’ha celato perfettamente: «Non ho seguito questo percorso, perché è compito del consiglio. E il tema è dibattuto, perché tecnicamente sembra che ci voglia una maggioranza qualificata e quindi c’è un voto che balla. Ma ricordo che per quasi settemila volte la maggioranza in consiglio ha tenuto e solo due volte è andata sotto, compreso lunedì, quando comunque c’è stata la maggioranza dei presenti. È stato solo un incidente di percorso». Problemi con Fratelli d’Italia? «Questa è una partita che è stata lanciata dalla Lega, dunque non aprirei un caso politico. Lo si faccia, nel caso, su Olimpiadi, Pedemontana, Pfas», ha detto Zaia ricordando che non si tratta di un referendum regionale, ma statale. Referendum che, Cassazione permettendo, si farà perché gli altri consigli regionali a guida Lega hanno approvato il nuovo quesito. Ieri è stata la volta della Lombardia che con 47 voti a favore su un’assemblea di 80 consiglieri ha esplicitato il quesito come richiesto dalla Corte.
«NESSUN CASO POLITICO CON GLI ALLEATI DI FDI, QUESTA È UNA PARTITA DELLA LEGA»
LA MANOVRA VENEZIA Due tesi a confronto. Quella di Luca Zaia che rivendica il merito di aver governato il Veneto e di concludere questa legislatura non solo senza aver messo alcuna tassa aggiuntiva («Veneto unica Regione tax free»), ma di aver anche dipanato matasse ingarbugliate, come la Pedemontana, il disastro ambientale dei Pfas, portando a casa risultati di primissimo livello, a partire dalle Olimpiadi. L’altra tesi è quella dell’opposizione del Partito Democratico, secondo cui il Veneto è sì una Regione “tax free”, ma solo per i ricchi: «Si faccia un giro, presidente, ai Cup degli ospedali - ha provocato Stefano Fracasso - vada a vedere quanta gente è costretta ad andare nelle strutture private perché nel pubblico non c’è posto per visite e prestazioni».
IL CONSUNTIVO Inaspettatamente in aula, il governatore Luca Zaia ieri a Palazzo Ferro Fini ha approfittato del dibattito sul Defr - il Documento di economia finanziaria regionale poi approvato in serata - per tracciare un primo con-
«Unica regione tax free». Il Pd: «Ma per i ricchi» suntivo della legislatura, se non altro dal punto di vista politico. Il governatore ha proceduto per temi. La sanità che si prende 10 miliardi dei 17 complessivi del bilancio, con l’emergenza medici e la decisione di assumere i non specializzanti, operazione che “impatterà” per 20-25 milioni. Le Olimpiadi. L’autonomia: «Siamo in un limbo di ossequiosa attesa, ma qualora non ricevessimo risposte positive, allora giocheremo la nostra partita materia per materia». La Pedemontana: «Il 2020 - a dicembre sarà l’anno della conclusione dei cantieri, ad eccezione della galleria di Malo, attualmente sotto sequestro». Nel prossimo esercizio ci sarà quindi a bilancio l’ultima quota dei 300 milioni che la Regione ha investito su un project financing di 2 miliardi e 258 milioni. Poi i Pfas: «La Regione si è impegnata sul fronte politico, giudiziario, ambientale e infrastrutturale, investen-
do direttamente importanti risorse». Tra le spese che incideranno nell’esercizio 2020, oltre al monitoraggio sanitario e agli interventi di bonifica, Zaia ha ricordato i lavori da poco partiti di realizzazione dell’acquedotto che porterà acqua pulita a Lonigo e nel cuore nell’area “rossa”. Poi la Tempesta Vaia: «Siate orgogliosi che il vostro commissario, cioè io, è riuscito a contabilizzare lavori per 467,9 milioni al 30 settembre per risanare la montagna ferita dall’uragano e dalle piogge di un anno fa. Ma i danni sono ben più ingenti: lo
IL GOVERNATORE IN AULA PER LA SESSIONE DI BILANCIO CASE ATER: «CHI NON HA DIRITTO SE NE DOVRÀ ANDARE»
Domani, comunque, assieme alle altre Regioni che andranno a Roma ci sarà anche il Veneto. L’ha confermato il presidente del consiglio veneto Roberto Ciambetti, in apertura ieri mattina dei lavori, dando lettura di una comunicazione tecnicissima: «La proposta di deliberazione amministrativa n. 111 recante la conformazione del quesito referendario all’ordinanza della Corte Suprema di Cassazione, Ufficio centrale per il Referendum del 16 ottobre 2019, si configura in termini di ‘atto meramente ricognitivo’ e quindi privo di ogni carattere o profilo innovativo: ne consegue che si ritiene che la natura dell’atto possa determinare condizioni per le quali la volontà del Consiglio regionale si sia comunque espressa». Tradotto: la Cassazione potrebbe non tener conto della seconda votazione perché le modifiche al quesito appro-
VENEZIA La deputata pentastellata Francesca Businarolo aveva perfino rinunciato all’orgogliosa autodefinizione di “portavoce”, scegliendo di comparire negli atti come “onorevole”, pur di far valere in giudizio il peso del suo domicilio, appositamente fissato in una casa destinata all’esproprio per l’Alta velocità ferroviaria. Ma non è bastato: l’ex praticante avvocato e attuale presidente della commissione Giustizia della Camera ha perso, insieme ad altri 60 oppositori dell’opera, il ricorso al Tar del Lazio contro il Cipe e nei confronti
di Consorzio Cepav Due, Regione Lombardia, Rfi, Italferr e Regione Veneto. «L’impugnazione è proposta da soggetti eterogenei, non aventi in comune la medesima situazione sostanziale legittimante l’azione», si legge infatti nella sentenza, che è stata depositata ieri.
IL FRONTE Lo scorso anno gli anti-Tav avevano chiesto al Tribunale amministrativo regionale di Roma l’annullamento dei provvedimenti emanati dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e riguardanti la tratta Brescia-Verona. Nell’occasione la grillina Businarolo aveva anche deci-
so di eleggere il proprio domicilio nell’abitazione di un espropriando a Castelnuovo del Garda, contando sulla tutela costituzionale prevista per i componenti del Parlamento. Ma il fronte dei ricorrenti era variegato, come rilevano ora i giudici: «Ad alcuni proprietari espropriati si affiancano, infatti, il Comune di Desenzano del Garda, soggetti asseritamente impattati dall’opera anche se non espropriati, un parlamentare che afferma di aver eletto il proprio domicilio presso i luoghi interessati dalla futura Linea AV/AC, nonché un soggetto residente ad Alghero». E poi il Santuario della Madonna del Frassino, la Congregazione dei Po-
LE REAZIONI Le opposizioni, però, premono. «Perdere una partita e poi sostenere che le regole erano sbagliate, un comportamento che nemmeno un bambino al parco giochi assumerebbe, e invece l’ha fatto la Lega», hanno detto i consiglieri veneti del Movimento 5 Stelle. E Piero Ruzzante (LeU) ha ammonito: «Quanto stabilito a Venezia non può essere modificato a Roma. Il voto del consiglio regionale è sacro, non vanno fatte interpretazioni fantasiose». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ex sottosegretario Stato ci ha promesso un miliardo di euro». Quanto alle opere pubbliche, ha chiesto all’assessore Elisa De Berti «un segno» per il ponte sul Brenta a Curtarolo, che sta cedendo.
ATER Sulle case popolari Zaia ha difeso la legge di riforma dell’edilizia pubblica residenziale e ha annunciato correttivi - peraltro decisi ieri in giunta - al regolamento in vigore da luglio «al fine di consentire ad anziani e famiglie con disabili di non perdere il diritto alla casa popolare. Ma - ha precisato - non arretreremo rispetto ai principi di giustizia sociale affermati con la legge 39. Ci saranno famiglie che dovranno lasciare la casa popolare perché non ne hanno titolo. Le case pubbliche verranno assegnate a chi ne ha veramente bisogno». Sul tema Claudio Sinigaglia, Pd, ha protestato: «Le modifiche alla legge sull’edilizia popolare non possono essere liquidate con un emendamento della giunta all’interno del Collegato. Avevamo concordato un percorso con l’assessore e le forze sociali, questa procedura è una furbata e una scorrettezza». (al.va.)
La voce dall’Umbria: Coletto assessore «Ne sarei orgoglioso» VERONA Luca Coletto nuovo assessore regionale alla Sanità dell’Umbria? È la chiacchiera che circola a Perugia e dintorni, dopo la recente vittoria del centrodestra con la nuova governatrice Donatella Tesei. «Effettivamente questa voce gira – conferma il leghista veronese, già componente della giunta Zaia e sottosegretario alla Salute – tant’è vero che è arrivata anche a me. Ma non c’è niente di ufficiale e neanche di ufficioso. A decidere sono i presidenti e i segretari, io non ho avuto alcun contatto in questo senso. Certo che, se mi proponessero un incarico prestigioso di questo tipo, ne sarei orgoglioso». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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A MONTECITORIO Francesca Businarolo, nata a Este, presiede la commissione Giustizia
La grillina Businarolo e altri 60 perdono il ricorso contro la Tav LA SENTENZA
vato la prima volta erano solo di forma, non di sostanza. «Alcuni dicono che bastavano due funzionari a recapitare il provvedimento in Cassazione», ha detto infatti Zaia. «Se si vota serve la maggioranza qualificata come previsto dalla legge statale che disciplina il referendum - ha spiegato il costituzionalista Guido Rivosecchi, incuriosito da questo singolare caso - Ma il punto è: serviva votare una seconda volta? La norma non prevede che la Cassazione faccia dei rilievi né che il Consiglio regionale per adeguarsi a quei rilievi rivoti. L’organo politico si era già espresso, forse non serviva votare». Sta di fatto che, in quanto giudice della regolarità del procedimento, l’ultima parola spetterà alla Suprema Corte.
trebbero vedere compromessa la funzionalità della linea ferroviaria di interesse) e i cittadini proprietari dei terreni interessati dagli espropri o comunque dalla realizzazione dell’opera».
IL VIA LIBERA
LA DEPUTATA VERONESE AVEVA ELETTO DOMICILIO IN UNA CASA DESTINATA ALL’ESPROPRIO, MA PER IL TAR LE VARIE POSIZIONI SONO TROPPO DIVERSE
01cc7a83-cc24-44c3-9e3f-592722585794
veri Servi della Divina Provvidenza, il Canile di San Rocco Calcinatello, varie ditte, numerosi privati: posizioni troppo diverse, per un ricorso collettivo. «Il Comune – annota ad esempio il Tar – va a rappresentare l’intera collettività e quindi interessi contrapposti tra utenti dei servizi regionali (che po-
Intanto sempre ieri la Giunta veneta ha dato il via libera al progetto preliminare dell’ingresso ovest del nodo di Verona, un’opera da 376 milioni, già finanziati. Viene così riavviata la procedura che era rimasta a lungo sospesa per l’analisi costi-benefici. «Un tassello determinante per la realizzazione di questa strategica infrastruttura, che renderà più funzionale ed evoluta la mobilità nel territorio», ha detto l’assessore regionale leghista Elisa De Berti. A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nordest
IL CASO VENEZIA Referendum di Salvini, il giorno dopo il clamoroso autogol del consiglio regionale del Veneto che ha bocciato il nuovo quesito per l’abolizione della quota proporzionale nell’elezione di Camera e Senato, l’imperativo tra le file della maggioranza è uno solo: minimizzare. È mancato un voto e tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia gli assenti erano addirittura sette? Assenze involontarie, si affannano tutti a ripetere, mentre l’opposizione, dal Pd al M5s, si diverte a punzecchiare. «Non è stata un’assenza voluta, ero andata al bar a prendere un cioccolatino, ho visto che c’erano un po’ di iscritti a parlare ed ero tranquilla», spiega l’assessore di Fratelli d’Italia, Elena Donazzan. «Ero qui, nell’anticamera dell’aula», ripete il collega Massimo Giorgetti. Colpa allora del governatore Luca Zaia, pure lui assente? «I nostri c’erano tutti, i 26 voti li avevamo - dice il governatore - ma per un fraintendimento sulla tempistica la consigliera Sonia Brescacin non era in aula al momento del voto». Inutile chiedere a Brescacin come si senta: «Ecco qui il mio polso».
Mercoledì 6 Novembre 2019 www.gazzettino.it
Referendum e autogol «Il voto non serviva» Zaia: «Forse bastavano due funzionari `M5s e LeU: «Il pronunciamento dell’aula per portare il nuovo quesito alla Corte» è sacro, non si cambiano così le regole» `
L’INTERPRETAZIONE
Palazzo Balbi Tra omaggi alla boxe e intese con l’Unicef Dal gelato veneto al cavatappi benefico VENEZIA Poker di presentazioni ieri a Palazzo Balbi per il governatore Luca Zaia: la 60. Mostra internazionale di gelato a Longarone (nella foto il governatore mentre serve coppette di zucca agli amaretti e tiramisù), il cavatappi che l’Associazione Sommelier metterà in vendita per raccogliere fondi per la tempesta Vaia, l’omaggio al campione di pugilato Luca Rigoldi e al suo maestro Luciano Freo, il rinnovo dell’accordo con Unicef per i 50 “baby pit stop” in musei e biblioteche.
LE RASSICURAZIONI Di sicuro non ci saranno crisi di giunta, che peraltro a sei mesi dal voto nessuno si aspetta. Se lunedì era “nero”, ieri il governatore Zaia l’ha celato perfettamente: «Non ho seguito questo percorso, perché è compito del consiglio. E il tema è dibattuto, perché tecnicamente sembra che ci voglia una maggioranza qualificata e quindi c’è un voto che balla. Ma ricordo che per quasi settemila volte la maggioranza in consiglio ha tenuto e solo due volte è andata sotto, compreso lunedì, quando comunque c’è stata la maggioranza dei presenti. È stato solo un incidente di percorso». Problemi con Fratelli d’Italia? «Questa è una partita che è stata lanciata dalla Lega, dunque non aprirei un caso politico. Lo si faccia, nel caso, su Olimpiadi, Pedemontana, Pfas», ha detto Zaia ricordando che non si tratta di un referendum regionale, ma statale. Referendum che, Cassazione permettendo, si farà perché gli altri consigli regionali a guida Lega hanno approvato il nuovo quesito. Ieri è stata la volta della Lombardia che con 47 voti a favore su un’assemblea di 80 consiglieri ha esplicitato il quesito come richiesto dalla Corte.
«NESSUN CASO POLITICO CON GLI ALLEATI DI FDI, QUESTA È UNA PARTITA DELLA LEGA»
LA MANOVRA VENEZIA Due tesi a confronto. Quella di Luca Zaia che rivendica il merito di aver governato il Veneto e di concludere questa legislatura non solo senza aver messo alcuna tassa aggiuntiva («Veneto unica Regione tax free»), ma di aver anche dipanato matasse ingarbugliate, come la Pedemontana, il disastro ambientale dei Pfas, portando a casa risultati di primissimo livello, a partire dalle Olimpiadi. L’altra tesi è quella dell’opposizione del Partito Democratico, secondo cui il Veneto è sì una Regione “tax free”, ma solo per i ricchi: «Si faccia un giro, presidente, ai Cup degli ospedali - ha provocato Stefano Fracasso - vada a vedere quanta gente è costretta ad andare nelle strutture private perché nel pubblico non c’è posto per visite e prestazioni».
IL CONSUNTIVO Inaspettatamente in aula, il governatore Luca Zaia ieri a Palazzo Ferro Fini ha approfittato del dibattito sul Defr - il Documento di economia finanziaria regionale poi approvato in serata - per tracciare un primo con-
«Unica regione tax free». Il Pd: «Ma per i ricchi» suntivo della legislatura, se non altro dal punto di vista politico. Il governatore ha proceduto per temi. La sanità che si prende 10 miliardi dei 17 complessivi del bilancio, con l’emergenza medici e la decisione di assumere i non specializzanti, operazione che “impatterà” per 20-25 milioni. Le Olimpiadi. L’autonomia: «Siamo in un limbo di ossequiosa attesa, ma qualora non ricevessimo risposte positive, allora giocheremo la nostra partita materia per materia». La Pedemontana: «Il 2020 - a dicembre sarà l’anno della conclusione dei cantieri, ad eccezione della galleria di Malo, attualmente sotto sequestro». Nel prossimo esercizio ci sarà quindi a bilancio l’ultima quota dei 300 milioni che la Regione ha investito su un project financing di 2 miliardi e 258 milioni. Poi i Pfas: «La Regione si è impegnata sul fronte politico, giudiziario, ambientale e infrastrutturale, investen-
do direttamente importanti risorse». Tra le spese che incideranno nell’esercizio 2020, oltre al monitoraggio sanitario e agli interventi di bonifica, Zaia ha ricordato i lavori da poco partiti di realizzazione dell’acquedotto che porterà acqua pulita a Lonigo e nel cuore nell’area “rossa”. Poi la Tempesta Vaia: «Siate orgogliosi che il vostro commissario, cioè io, è riuscito a contabilizzare lavori per 467,9 milioni al 30 settembre per risanare la montagna ferita dall’uragano e dalle piogge di un anno fa. Ma i danni sono ben più ingenti: lo
IL GOVERNATORE IN AULA PER LA SESSIONE DI BILANCIO CASE ATER: «CHI NON HA DIRITTO SE NE DOVRÀ ANDARE»
Domani, comunque, assieme alle altre Regioni che andranno a Roma ci sarà anche il Veneto. L’ha confermato il presidente del consiglio veneto Roberto Ciambetti, in apertura ieri mattina dei lavori, dando lettura di una comunicazione tecnicissima: «La proposta di deliberazione amministrativa n. 111 recante la conformazione del quesito referendario all’ordinanza della Corte Suprema di Cassazione, Ufficio centrale per il Referendum del 16 ottobre 2019, si configura in termini di ‘atto meramente ricognitivo’ e quindi privo di ogni carattere o profilo innovativo: ne consegue che si ritiene che la natura dell’atto possa determinare condizioni per le quali la volontà del Consiglio regionale si sia comunque espressa». Tradotto: la Cassazione potrebbe non tener conto della seconda votazione perché le modifiche al quesito appro-
VENEZIA La deputata pentastellata Francesca Businarolo aveva perfino rinunciato all’orgogliosa autodefinizione di “portavoce”, scegliendo di comparire negli atti come “onorevole”, pur di far valere in giudizio il peso del suo domicilio, appositamente fissato in una casa destinata all’esproprio per l’Alta velocità ferroviaria. Ma non è bastato: l’ex praticante avvocato e attuale presidente della commissione Giustizia della Camera ha perso, insieme ad altri 60 oppositori dell’opera, il ricorso al Tar del Lazio contro il Cipe e nei confronti
di Consorzio Cepav Due, Regione Lombardia, Rfi, Italferr e Regione Veneto. «L’impugnazione è proposta da soggetti eterogenei, non aventi in comune la medesima situazione sostanziale legittimante l’azione», si legge infatti nella sentenza, che è stata depositata ieri.
IL FRONTE Lo scorso anno gli anti-Tav avevano chiesto al Tribunale amministrativo regionale di Roma l’annullamento dei provvedimenti emanati dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e riguardanti la tratta Brescia-Verona. Nell’occasione la grillina Businarolo aveva anche deci-
so di eleggere il proprio domicilio nell’abitazione di un espropriando a Castelnuovo del Garda, contando sulla tutela costituzionale prevista per i componenti del Parlamento. Ma il fronte dei ricorrenti era variegato, come rilevano ora i giudici: «Ad alcuni proprietari espropriati si affiancano, infatti, il Comune di Desenzano del Garda, soggetti asseritamente impattati dall’opera anche se non espropriati, un parlamentare che afferma di aver eletto il proprio domicilio presso i luoghi interessati dalla futura Linea AV/AC, nonché un soggetto residente ad Alghero». E poi il Santuario della Madonna del Frassino, la Congregazione dei Po-
LE REAZIONI Le opposizioni, però, premono. «Perdere una partita e poi sostenere che le regole erano sbagliate, un comportamento che nemmeno un bambino al parco giochi assumerebbe, e invece l’ha fatto la Lega», hanno detto i consiglieri veneti del Movimento 5 Stelle. E Piero Ruzzante (LeU) ha ammonito: «Quanto stabilito a Venezia non può essere modificato a Roma. Il voto del consiglio regionale è sacro, non vanno fatte interpretazioni fantasiose». Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ex sottosegretario Stato ci ha promesso un miliardo di euro». Quanto alle opere pubbliche, ha chiesto all’assessore Elisa De Berti «un segno» per il ponte sul Brenta a Curtarolo, che sta cedendo.
ATER Sulle case popolari Zaia ha difeso la legge di riforma dell’edilizia pubblica residenziale e ha annunciato correttivi - peraltro decisi ieri in giunta - al regolamento in vigore da luglio «al fine di consentire ad anziani e famiglie con disabili di non perdere il diritto alla casa popolare. Ma - ha precisato - non arretreremo rispetto ai principi di giustizia sociale affermati con la legge 39. Ci saranno famiglie che dovranno lasciare la casa popolare perché non ne hanno titolo. Le case pubbliche verranno assegnate a chi ne ha veramente bisogno». Sul tema Claudio Sinigaglia, Pd, ha protestato: «Le modifiche alla legge sull’edilizia popolare non possono essere liquidate con un emendamento della giunta all’interno del Collegato. Avevamo concordato un percorso con l’assessore e le forze sociali, questa procedura è una furbata e una scorrettezza». (al.va.)
La voce dall’Umbria: Coletto assessore «Ne sarei orgoglioso» VERONA Luca Coletto nuovo assessore regionale alla Sanità dell’Umbria? È la chiacchiera che circola a Perugia e dintorni, dopo la recente vittoria del centrodestra con la nuova governatrice Donatella Tesei. «Effettivamente questa voce gira – conferma il leghista veronese, già componente della giunta Zaia e sottosegretario alla Salute – tant’è vero che è arrivata anche a me. Ma non c’è niente di ufficiale e neanche di ufficioso. A decidere sono i presidenti e i segretari, io non ho avuto alcun contatto in questo senso. Certo che, se mi proponessero un incarico prestigioso di questo tipo, ne sarei orgoglioso». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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A MONTECITORIO Francesca Businarolo, nata a Este, presiede la commissione Giustizia
La grillina Businarolo e altri 60 perdono il ricorso contro la Tav LA SENTENZA
vato la prima volta erano solo di forma, non di sostanza. «Alcuni dicono che bastavano due funzionari a recapitare il provvedimento in Cassazione», ha detto infatti Zaia. «Se si vota serve la maggioranza qualificata come previsto dalla legge statale che disciplina il referendum - ha spiegato il costituzionalista Guido Rivosecchi, incuriosito da questo singolare caso - Ma il punto è: serviva votare una seconda volta? La norma non prevede che la Cassazione faccia dei rilievi né che il Consiglio regionale per adeguarsi a quei rilievi rivoti. L’organo politico si era già espresso, forse non serviva votare». Sta di fatto che, in quanto giudice della regolarità del procedimento, l’ultima parola spetterà alla Suprema Corte.
trebbero vedere compromessa la funzionalità della linea ferroviaria di interesse) e i cittadini proprietari dei terreni interessati dagli espropri o comunque dalla realizzazione dell’opera».
IL VIA LIBERA
LA DEPUTATA VERONESE AVEVA ELETTO DOMICILIO IN UNA CASA DESTINATA ALL’ESPROPRIO, MA PER IL TAR LE VARIE POSIZIONI SONO TROPPO DIVERSE
01cc7a83-cc24-44c3-9e3f-592722585794
veri Servi della Divina Provvidenza, il Canile di San Rocco Calcinatello, varie ditte, numerosi privati: posizioni troppo diverse, per un ricorso collettivo. «Il Comune – annota ad esempio il Tar – va a rappresentare l’intera collettività e quindi interessi contrapposti tra utenti dei servizi regionali (che po-
Intanto sempre ieri la Giunta veneta ha dato il via libera al progetto preliminare dell’ingresso ovest del nodo di Verona, un’opera da 376 milioni, già finanziati. Viene così riavviata la procedura che era rimasta a lungo sospesa per l’analisi costi-benefici. «Un tassello determinante per la realizzazione di questa strategica infrastruttura, che renderà più funzionale ed evoluta la mobilità nel territorio», ha detto l’assessore regionale leghista Elisa De Berti. A.Pe. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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IL GIORNALE DI VICENZA Mercoledì 6 Novembre 2019
VENETO
VERONA.Infrazioni:multeperil60%deirider
C’èchipassacolrossoechieffettuavaserviziosenzaaverepatente:lapolizialocale haaumentatoicontrollisuiridercheconsegnanociboadomicilio,specielasera,su mezzia2ruote.Su33fattorinifermatiinorarioserale,il60%èstatosanzionato.
Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it
LUDOPATIA. La Regionevara il provvedimento cheblocca la liberalizzazione. Servel’ultimo parere
Salegioco,scattalostop in 3 fasce orarie al giorno InVenetobare localidovrannofermare slotmachine evideolottery nelleore 7-9, 13-15 e18-20.«IComuni possono ancheampliare» VENEZIA
Arriva la scure sugli orari per le macchinette da gioco d’azzardo, nelle sale ma anche nei bar e pubblici esercizi. La Regione, come aveva preannunciato, mette fine alla parentesi liberista che, in attesa della norma veneta, vedeva applicata semplicemente la norma nazionale che impone solo sei ore di chiusura al giorno. Adesso la Regione impone lo stop in tre fasce orarie del giorno: bar ed esercizi pubblici di tutto il Veneto dovranno fermare le slot machine e le videolottery nelle fasce orarie comprese tra le 7 e
le 9, le 13 e le 15 e le 18 e le 20. «Si tratta - spiega l’assessore alla sanità e sociale Manuela Lanzarin - di un provvedimento che dà applicazione alla legge regionale di prevenzione e contrasto al gioco patologico, approvata due mesi fa: renderà omogenei, in tutto il territorio regionale, gli orari obbligatori di interruzione delle attività di gioco. I tre stop, che entreranno in vigore in tutto il territorio regionale, sono pensati per scoraggiare il nomadismo dei giocatori da un Comune all’altro e per rinforzare il potere delle singole amministrazioni, che con proprio provvedimento possono limitare ulte-
“
Sonogiàin vigoredistanze minimedaluoghi sensibiliesanzioni finoa6milaeuro MANUELALANZARIN ASSESSOREA SANITÀE SOCIALE
Arrivala strettadi orarisu tutte lemacchinettedagiocod’azzardo
riormente gli orari di apertura e di giocata, al fine di tutelare la salute pubblica ed evitare problemi di pubblica circolazione». PERSONE DEBOLI. «Le tre fa-
sce di chiusura - aggiunge Lanzarin - sono state pensate per dissuadere, per quanto possibile, il ricorso al gioco problematico delle categorie più esposte. Al mattino i più a rischio sono i giovani, le donne, i lavoratori, i disoccupati. Nella pausa pranzo, i ragazzi che escono da scuola, gli anziani e le persone inoccupate. Nel tardo pomerig-
gio un po’ tutta la popolazione. Il Veneto è la terza regione in Italia per volume delle giocate, con una media di 1244 euro per ogni residente, dai neonati ai centenari. Si tratta di una piaga sociale che nell’ultimo anno ha inghiottito 6,1 miliardi di euro, dei quali tre quarti giocati alle slot. I limiti orari omogenei, in tutto il territorio regionale, sono un paletto di dissuasione in più per le categorie più a rischio casalinghe, minori, anziani a basso reddito, persone senza lavoro che possono essere attirati dal miraggio della vincita facile».
ALTAVELOCITÀ. Si sbloccalatratta aovest L’ITER. Ora serve il parere del-
la commissione “Sanità” del Consiglio, poi ci sarà il via libera finale. La norma «fa salve le norme regolamentari e le ordinanze in materia di orari approvate dai Comuni»: come detto, possono adottare limiti più severi però devono essere motivati da ragioni di salute pubblica e dai singoli contesti locali. «L’individuazione delle tre fasce orarie di chiusura - rimarca l’assessore - è avvenuta col coinvolgimento di medici dei Servizi per le dipendenze delle Ulss, Conferenze dei sindaci, rappresentanti del terzo settore, legali della Regione, per incrociare al meglio dati clinici, letteratura scientifica, buone prassi comunali, esperienze di prevenzione e dissuasione e offrire ai Comuni uno strumento in più a cui ancorare i loro interventi». Il tutto in una norma generale varata due mesi fa che, conclude l’assessore Lanzarin, «prevede distanze minime di 400 metri dai luoghi sensibili, aumento massimo dell’aliquota Irap per gli esercenti dei punti gioco e sanzioni fino a 6 mila euro per il mancato rispetto dei limiti urbanistici, orari e di pubblicità previsti». La Regione ha anche dal 2017 un piano socio-sanitario da 5 milioni di presa in carico, cura e trattamento dei giocatori compulsivi o problematici (lo 0,8% della popolazione attiva): 32.500 persone, di cui il 10% è a livello patologico. • P.E. © RIPRODUZIONERISERVATA
LaTavel’ingresso a Verona: la Regione hadatoilvialibera VENEZIA
La Giunta regionale ha il via libera ieri al progetto preliminare dell’“Ingresso ovest” del nodo Alta velocità-capacità di Verona, «ultimo e determinante atto - sottolinea una nota - per ottenerne l’approvazione anche da parte dal Cipe-Comitato interministeriale e portare così a termine un iter estremamente impegnativo e complesso». La delibera predisposta dall’assessore ai trasporti Elisa De Berti sancisce l’intesa urbanistica ed edilizia Stato-Regione sulla localizzazione dell’opera «riavviando così l’iter approvativo della linea ferroviaria Ac/Ac Torino-Milano-Venezia, sospeso dopo lunga pausa dovuta al completamento dell’analisi costi-benefici». «È un tassello determinante per la realizzazione di questa strategica infrastruttura sottolinea De Berti - che renderà più funzionale ed evoluta la mobilità nel territorio, assicurando una riduzione dei tempi di percorrenza, l’alleggerimento della rete ferroviaria ordinaria e l’incremento della qualità e dell’affidabilità del servizio offerto, sia
L’assessoreElisaDeBerti
per le tratte a lunga percorrenza sia per il traffico pendolare. Abbiamo sempre creduto con convinzione a questo progetto e se oggi ci avviamo verso la sua concreta realizzazione lo si deve anche la caparbietà della Regione. L’opera costa 376 milioni ed è interamente finanziata». Il tracciato sarà soprattutto in affiancamento agli attuali binari Milano-Venezia (che vengono però spostati) fino alla stazione Porta Nuova, con 2 nuovi binari Av/Ac tra l’autostrada A22 e la radice ovest di Verona Porta Nuova e 2 nuovi binari per l’interconnessione merci di Verona, nel tratto tra la A22 e l’innesto sulla “Brennero”. •
CONSIGLIOREGONALE. Ieri a tarda orail vialibera al Defr-Documento di economia e finanza per il2020-22: ecco lecifre
Zaiavara«ilbilancio delle Olimpiadi» Esugli affittiAterarrivano modifiche Ilgovernatore inAula conferma il “no tasse”: soldi anche per i Pfas Roberta Labruna
INVIATA A VENEZIA
L’ultimo bilancio di Luca Zaia. «Se lo dovessi caratterizzare direi che questo è il bilancio delle Olimpiadi: ci abbiamo creduto, sarà un nuovo rinascimento per le nostre montagne e porteranno un giro di affari, tra Veneto e Lombardia, di 3 miliardi di euro». Il bilancio delle Olimpiadi, dunque, ma anche delle elezioni. Quelle che ci saranno in primavera e che “costeranno” 11 milioni di euro. Ma questa cifra obbligata è solo un piccolo tassello di un bilancio di previsione, quello “puntellato” ieri in consiglio e che in questa prima fase tecnicamente si chiama Defr-documento economico finanziario regionale, che vale 17 miliardi e che ieri sera tardi andava a votazione finale.
IlPdaccusa:«Fate comunquepagare dipiùperalloggi pubblici,anziani incasediriposoo pergliasilidinido»
“TAX FREE”. «NON È COSÌ». E
nel primo pomeriggio ieri il presidente della Regione si è voluto presentare in aula, dove si proseguiva con l’esame degli emendamenti, per metterci la sua firma. E mettere a verbale, con una punta di orgoglio, che «il Veneto è l’unica regione in Italia “tax free”, che ha rinunciato ad applicare ai contribuenti l’addizionale regionale Irpef e i super ticket in sanità. Una scelta che pesa per un miliardo e 219 milioni di euro l’anno sul bilancio, ma abbiamo optato per una robusta cura dimagrante piuttosto che pesare sui cittadini». E qui a fargli da contraltare è stato il capogruppo del Pd Stefano Fracasso: «No, presidente, il Veneto non è “tax free” per quegli anziani che si debbono pagare le case di riposo, per le famiglie che hanno i bimbi al nido o per quelle centinaia di inquilini degli alloggi popolari che si sono visti aumentare l’affitto». ATER: MODIFICA ALLE REGOLE. Un punto, quest’ultimo
delle Ater, che ha toccato anche Zaia: «Abbiamo approvato un emendamento poche ore fa in giunta e il regola-
L’interventodelgovernatore Luca Zaiain Consiglioregionale
StefanoFracasso (Pd)
mento è in via di definizione. La nuova legge va bene rispetto ai nuovi inquilini, ma ci sono degli aggiustamenti sul reddito di uscita e sul “tetto” dei risparmi in banca, soprattutto per gli over 65». Di più Zaia non dettaglia. Ma ha ag-
giunto netto: «Chi dovrà lasciare l’alloggio garantisco che è perché è nelle possibilità di pagarsi un affitto sul libero mercato». Epperò questo annuncio non è piaciuto alle opposizioni. Sempre dalle fila dei dem è Claudio Sinigaglia a contestare il metodo: «Il provvedimento sarebbe dovuto passare prima in commissione. Non può essere liquidato con un emendamento di giunta». Tant’è. Zaia ha parlato anche di molto altro. Parecchio di sanità. E non potrebbe essere diversamente visto che su un bilancio 17 miliardi di euro, 9,7 sono dedicati a questo capitolo. Con il presidente che ha ribadito: «Vogliamo assumere
500 medici laureati, ma senza specializzazione. Speriamo che della loro formazione si occupino le nostre università. Questa operazione peserà sul bilanci per 20-25 milioni di euro». Qualche altro numero: 31 milioni, spalmati su tre anni, come contributo per le rette degli asili; 21 milioni per i forestali; 24 milioni per la formazione professionale; 60 milioni per il trasporto pubblico locale; 20 milioni per il rischio idrogeologico. E il mutuo (300 milioni in tutto) per chiudere il capitolo Pedemontana: «Nel 2020 si concluderanno i lavori». EMERGENZAPFAS. Tra le spe-
se che impatteranno sull’esercizio finanziario del 2020 ci sono anche quelle per “la grande emergenza ambientale del Veneto, i Pfas”: monitoraggio sanitario, bonifica e l’acquedotto per Lonigo. E l’autonomia? «Aspettiamo la controproposta del governo. Se non avremo risposte adotteremo un disegno di legge per ciascuna materia». Ultima stiletta di Fracasso: «Questa è una legislatura condizionata dal combinato disposto Autonomia-Veneto Tax Free che non ha portato benefici ai cittadini». Un assaggio della campagna elettorale che verrà. • © RIPRODUZIONERISERVATA
Ciambetticonferma: «Deliberaa Roma»
«Referendumelettorale Solo un fraintendimento» INVIATA A VENEZIA
LucaZaiabutta acquasul fuoco:«Dettochenonho seguitodirettamentequesto percorso,perchéèprerogativa delconsiglio,nonc’è uncaso politico,semmai c’èstato un fraintendimento».Il presidente dellaRegioneseè arrabbiato nonlo dàavedere evuole chiuderesul nascerequalunque polemicasull’andamentodel consiglioregionale dilunedì: quandonon èpassata,per un voto,la richiesta dimodifica fattadalla Cassazionesulla propostaperil referendum utileadabrogarela quota proporzionalenellalegge elettorale.All’appello sono mancatideivoti tra le filadella maggioranza,daFdI, daForza Italia,un paio dallalistaZaia. «Il temaèdibattuto:sembraci voglialamaggioranza qualificata.Inognicaso ricordo che7milavoltela maggioranza inConsigliononhamai avuto problemi,èandato sottosolo duevolte. Ieri(lunedì,ndr) comunquec'è stata la maggioranzadeipresenti esiè trattatosolo diunincidente di percorso,diun fraintendimentonelle tempistichecon la consigliera Brescacin».L’esitodel voto, comeanticipatodal presidente delconsiglioregionale,verrà comunquedepositato in Cassazione.E loharibaditoieri
RobertoCiambetti ancheZaia, cosìcome il presidenteRoberto Ciambetti in aula:«Noi invieremolanostra delibera,perchériteniamo che possacomunque esserepresa in considerazione».L’occasione per parlarneèarrivataieri mattina quando,dopola giunta,Zaia ha premiatoil pugile vicentinoLuca Rigoldi,presentatola mostra internazionaledelgelato di Longaronecheandrà inscena dall’1al 4dicembre,eannunciato dueiniziative. Una èlospeciale cavatappi,chedebutterà a fine novembreal congressonazionale sommeliera Verona. «Isoldiche verrannoricavatidalla vendita – spiegailpresidenteAis Marco Aldeghieri– servirannoper Vaia». Nonbasta:Zaia harinnovato ancheunprotocollo con l’Unicef cheprevede diportareda 20a 50 ipunti, inbiblioteche, musei e ospedali,incui le mammepossono cambiareoallattare ibimbi in tranquillità.«A breve- chiudeZaia -arriverà ancheunapp. Siamo una comunitàbaby friendly». RO.LA.