RASSEGNA STAMPA DEL 7 NOVEMBRE 2019

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4 VE

REGIONE ATTUALITÀ

Giovedì 7 Novembre 2019 Corriere del Veneto

Il 4 novembre spacca la maggioranza

Nuova lite in Regione dopo lo scivolone sul referendum Salvini. L’ordine del giorno «tricolore» di Fratelli d’Italia passa grazie ai voti del centrosinistra. I leghisti: «Basta provocazioni dagli alleati» La vicenda

● L’ordine del giorno presentato da Massimo Giorgetti (foto) e Elena Donazzan di Fratelli d’Italia chiede alla giunta Zaia di promuovere iniziative e attività, a partire dalle scuole, per valorizzare i simboli della Patria e accrescere lo spirito di appartenenza alla Nazione, e prevede il coinvolgimento delle associazioni combattentisti -che e d’arma il primo giorno di scuola con alzabandiera e inno nazionale

VENEZIA E’

il secondo incidente diplomatico in maggioranza nel giro di due giorni. Un caso più unico che raro in consiglio regionale, non esattamente il modo migliore d’iniziare la maratona del bilancio e neppure una gran anteprima della campagna elettorale che verrà, per il centrodestra. Lunedì il motivo del contendere era stato il quesito referendario voluto da Matteo Salvini per abolire il proporzionale e tornare al maggioritario, affossato in aula anche per via delle assenze di Fratelli d’Italia (del tutto casuali, giurano i diretti interessati). Martedì sera, invece, la lite è nata da un ordine del giorno presentato da Massimo Giorgetti ed Elena Donazzan, discusso dopo l’approvazione del Defr, alle 22.30, per far sì che il 4 novembre venga ripristinata quale festività nazionale, «promuovendo iniziative e attività, a partire dalle scuole, per valorizzare i simboli della Patria e accrescere lo spirito di appartenenza alla Nazione». L’ordine del giorno, nato sulla scia delle polemiche suscitate dal caso del liceo Marco Polo di Venezia dove le proteste di alcuni insegnanti hanno portato all’annullamento di un evento con le forze armate, prevede anche la tutela dei Sacrari Militari, il coinvolgimento delle associazioni combattentistiche e d’arma il primo giorno di scuola con alzabandiera e inno nazionale, il ripristino delle bandiere dell’Italia, del Veneto e dell’Eu-

IL CASO MONSELICE

A Belluno I bambini accolgono il presidente della Repubblica Mattarella in visita in Veneto. L’ordine del giorno di Fdi è rivolto soprattutto alle scuole

ropa in tutti gli edifici pubblici. Un ordine del giorno perfettamente in linea con la nuova Lega di Salvini, tutta «Dio, Patria e Famiglia», «Prima gli italiani» e tricolori sventolanti in piazza del Popolo, che però non è piaciuto per niente ai leghisti di stanza a Venezia, in qualche caso (il capogruppo Nicola Finco, il vice Riccardo Barbisan, il veneziano Gabriele Michieletto) descritti come letteralmente furiosi nei confronti dei «Fratelli», in altri (l’assessore Roberto Marcato) usciti dall’aula prima del voto. «Al di là della svolta nazionalista – spiega Finco – in Veneto la Lega resta fortemente identitaria, legata alle proprie radici. Donazzan sa bene che alcuni temi mettono in difficoltà la maggioranza e come noi non provochiamo Fratelli d’Italia, così vorrem-

Polemica sugli Enti locali

La Lega: tolti 400 milioni ai Comuni Variati: «Sciocchezze e falsità» VENEZIA «I 400 milioni stanziati nella scorsa legge di bilancio grazie a Matteo Salvini per dare la possibilità ai Comuni sotto i 20 mila abitanti di rimettere a posto strade, scuole, sbloccare cantieri e aprirne di nuovi sono già scomparsi nella manovra 2020. Se è questa la ”rivoluzione” del sottosegretario Variati non c’è da essere ottimisti». Lo ha detto Arianna Lazzarini, deputata della Lega e sindaco di Pozzonovo, nel Padovano. Immediata la replica del sottosegretario

all’Interno Achille Variati. «Sciocchezze e falsità: questo governo sta moltiplicando le risorse per gli enti locali. Da 400 milioni su un solo anno passeremo a 2,5 miliardi su 5 anni. La scorsa legge di bilancio, infatti, prevedeva risorse, 400 milioni, per il solo 2019. Cioè era un finanziamento una tantum. La nuova legge di bilancio assegnerà invece ai Comuni risorse per 500 milioni l’anno, per 5 anni, dal 2020 al 2024».

Deputata La leghista Arianna Lazzarini

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Il vigile-vicesindaco che ha sparato «Lo rifarei, poteva finire molto male» «Erano le 17, ero di pattuglia in auto con un collega quando un signore ci ha fermati e ci ha riferito dello scippo, aggiungendo di aver visto un uomo vestito di nero che stava scappando in via Canaletta, dietro alla ferrovia. Siamo corsi lì, lo abbiamo visto, il collega l’ha inseguito a piedi, ma lo scippatore si è infilato nel parcheggio della stazione. A quel punto sono sceso anch’io dall’auto e quando me lo sono trovato di fronte, lui ha estratto una pistola dal borsello. Mi sono trovato l’arma davanti al viso». E ha sparato. «Sono rimasto freddo e lucido, ho tirato fuori la pistola d’ordinanza col colpo in canna e ho esploso due colpi in aria per fermarlo. Lui non se l’aspettava ed è scappato con l’arma in mano. Ho sparato altri tre colpi in aria: eravamo nel parcheggio, non c’era nessuno. Quando lo scippatore è fuggito verso la stazione, inseguendolo ha rimesso la pistola nella fondina, perché lì sì eravamo in mezzo alla gente.

Gli ho gridato più volte l’alt, ma si è buttato in mezzo ai binari, incurante del passaggio di due treni: ci è passato in mezzo. Istintivamente lo avrei seguito, ma il collega mi ha fermato e il delinquente si è dileguato. Alle 21.15 l’hanno arrestato i carabinieri». E hanno trovato l’arma? «No, si era liberato di tutto: borsello con la pistola, giubbino, telefonino, borsa dell’anziana. Io però sono in grado di riconoscerlo: dal viso, che ho visto nonostante il cappuccio, e da un tatuaggio colorato sulla mano con la quale ha estratto la pistola. E poi indossava scarpe vistose. Ha precedenti penali ed era in permesso premio dalla Psichiatria di Monselice, dov’era ricoverato». Il caso è sotto i riflettori anche perché lei è il vicesindaco «sceriffo» che ha dotato i vigili di Solesino di mitraglietta e giubbotto anti-proiettile. «Lo so cosa dicono di me, ma è andata bene, mi creda. A parlare sono bravi tutti, però certe situazioni bisogna viver-

Leu, il Pd e l’Anpi Il centrosinistra ha votato a favore perché l’odg coinvolgerebbe anche l’Anpi non vadano molto d’accordo, noi invece siamo molto soddisfatti perché tra le principali associazioni combattentistiche italiane c’è anche l’Anpi, che conta oltre 120 mila iscritti, senza dubbio impazienti di poter partecipare all’inaugurazione di ogni anno scolastico per testimoniare ai giovani studenti le atrocità del fascismo e della guerra, tutelando l’onore e il nome del partigiano contro ogni forma di vilipendio o di speculazione». Marco Bonet © RIPRODUZIONE RISERVATA

Dargenio: «Chi agisce prima, vive» MONSELICE (PADOVA) A 24 ore dalla «sparatoria» in stazione a Monselice, Orfeo Dargenio, il vigile e vicesindaco di Solesino che ha esploso cinque colpi in aria per bloccare uno scippatore, è regolarmente in servizio. Non è indagato, mentre il marocchino ventunenne saltato nel cortile di casa di una signora di 77 anni per strapparle la borsa (10 giorni di prognosi) e bloccato dai carabinieri, è stato denunciato per rapina, violenza e minacce a pubblico ufficiale. «Sono al lavoro, non mi faccio intimorire — dice Dargenio — ho le spalle grosse, sono sempre in pattuglia fuori. Ho già metabolizzato. Faccio questo mestiere da 15 anni, mi sono fatto le ossa». Tornasse indietro? «Reagirei allo stesso modo. Le forze dell’ordine sempre più spesso sono vittime della delinquenza e la polizia locale ancora di più. Possiamo contare solo sul Comune e tanti vigili non vogliono armarci. Se ieri non fossi stato armato, c’era da tirare fuori il rosario». Che è successo?

mo facessero loro. Perché va bene i Sacrari e i monumenti ai Caduti, ma davvero vogliamo costringere i bambini di prima elementare a cantare l’inno e fare l’alzabandiera davanti ai militari? Per questo abbiamo deciso di lasciare libertà di coscienza al momento del voto». Col risultato che i consiglieri del Carroccio sono andati in ordine sparso, con undici voti contrari e sei astenuti, mentre l’ordine del giorno è passato comunque grazie ai voti decisivi dei partiti di centrosinistra, dal Pd a Leu. Il motivo? Lo spiega Piero Ruzzante di Leu: «Non è un mistero che la Lega e l’inno nazionale

Orfeo Dargenio L’agente di polizia municipale è vicesindaco a Solesino

le: non mi ha dato un pugno, mi ha puntato una pistola addosso. Chi prima spara, vive. Quando mi sono ritrovato la pistola in faccia ho pensato ai tre poliziotti uccisi in questura a Trieste proprio da uno arrestato per furto. E’ meglio un brutto processo che un bel funerale. Ormai la criminalità è cambiata: i furti ci sono sempre stati, ma oggi i ladri girano armati e non di cacciavite. Certo, da oggi in poi sarò ancora più attento». E’ la prima volta che spara?

«La prima e spero l’ultima. Mi è successo sette volte di estrarre l’arma, per furti o gente che non si fermava all’alt, ma sparare è un’altra storia. Tanta adrenalina. Sfido chiunque a trovarsi di fronte una persona armata e a non cercare di difendersi». Se avesse sparato anche lo scippatore? «Avrei reagito nello stesso modo. Se non avessi esploso quei colpi, mi avrebbe sparato addosso o forse sarebbe nata una colluttazione e avendo lui

una pistola in mano, non so come sarebbe finita». Occhio per occhio? «Gli operatori di polizia in servizio esterno, a contrasto dei reati pedatori, devono essere dotati di equipaggiamento, strumentazione e tecnologia di ultima generazione. Altrimenti saremo sempre in difficoltà di fronte a delinquenti preparati e capaci di usare bene le armi. E’ questione di istanti: ora che ti prepari a difenderti è tardi, se non sei tutelato ed equipaggiato». Aveva il giubbotto anti-proiettile? «No, spero che l’amministrazione provveda. Stiamo discutendo il nuovo contratto di lavoro: è prevista un’indennità per i servizi esterni tra 1 e 10 euro lordi. E’ un’offesa, mi rifiuto di firmare il contratto e anche di continuare ad andare in pattuglia fuori. Rischiamo la pelle e per di più per una cifra ridicola». Il sindaco Giorgia Bedin l’ha chiamata? «Sì, per sapere come stavo e dirmi che l’amministrazione mi è vicina. I carabinieri hanno fatto un controllo della mia pistola e poi me l’hanno restituita». E’ tranquillo? «Sono sereno, non ho fatto male a nessuno. Ricordiamoci che lo scippatore è entrato in stazione con un’arma in mano. Tanti delinquenti arrivano da Paesi in guerra, sono avvezzi ad usare le armi: per loro vale la regola vita mia, morte tua». Michela Nicolussi Moro © RIPRODUZIONE RISERVATA


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REGIONE

GIOVEDÌ 7 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

braccio di ferro venezia-roma

consiglio regionale

«La legge sulle slot machine mortifica il potere dei sindaci» Endrizzi (M5S) chiede al ministro Boccia di valutare l’eventuale incostituzionalità Nelle sale gioco venete business da 6 miliardi l’anno e 32 mila malati di ludopatia

Un a sala giochi del casinò. A destra in alto Giovanni Endrizzi (M5s) e sotto Manuela Lanzarin (Lega) VENEZIA. Il gioco d’azzardo di-

vora 6 miliardi l’anno, 1.240 euro per ogni cittadino che vive in Veneto, con 32 mila persone in cura per “ludopatia” nei centri psichiatrici della regione. Per arginare la febbre da gioco che rovina le famiglie, l’assessore Manuela Lanzarin ha fatto approvare una nuova legge a Palazzo Ferro Fini che introduce le fasce orarie, in sintonia con le altre regioni: dalle 7 alle 9 i bar dovranno spegnere le slot machine. Nuovo stop dalle 13 alle 15 e poi dalle 18 alle 20: sono questi i momenti critici per i ragazzi. L’altra svolta è legata alle distanze dai luoghi sensibili: tabaccherie e sale giochi ora saranno collocate almeno a 400 metri dalle scuole, dai patronati e campi di gioco, parchi o luoghi di culto. Se Manuela Lanzarin è soddisfatta di aver concluso una riforma nata dalla con-

sultazione con i comuni e gli esperti della materia, chi non la pensa affatto così è il senatore M5S Giovanni Endrizzi. Lo psicologo padovano, prima di approdare a palazzo Madama si è sempre occupato di ludopatia, ed è un tenace avversario della lobby dei videogiochi, una spina nel fianco del sottosegretario Pier Paolo Baretta che nei governi Renzi e Gentiloni ha gestito una delega che garantisce una fortuna allo Stato con il prelievo sulle vincite. Cosa non torna? Letto il provvedimento, il senatore Endrizzi l’ha girato all’ufficio legislativo di Palazzo Chigi e al ministro delle Regioni Boccia, chiedendo di valutarne gli eventuali profili d’ incostituzionalità. «Si tratta di un testo che lega le mani ai sindaci, cui compete il potere di regolare le licenze amministrative. Il mercato è profonda-

manuela lanzarin

«Noi vogliamo solo tutelare le famiglie» Manuela Lanzarin non cambia idea. «Nessun conflitto con i sindaci. Le 6 ore di sospensione sono previste dall’intesa stato-regioni, il provvedimento serve per uniformare lo stop alle slot machine in tutto il Veneto evitando il nomadismo. Le fasce riguardano i soggetti vulnerabili, con l’ok dei tecnici e delle conferenze dei sindaci. Rimangono le ordinanze già applicate. Le fasce orarie di interruzione sono di rinforzo a quanto già normato dai comuni e lo saranno anche per chi non lo avesse ancora fatto. Il potere discrezionale dei sindaci non è pregiudicato in alcun modo da una norma che ha come obiettivo la salvaguardia della salute delle persone e il sostegno delle loro famiglie », conclude l’assessore al Sociale.

mente cambiato, le lobby del gioco premono con forza. La normativa approvata in consiglio regionale comprime lo spazio di azione dei sindaci e determina una riduzione delle tutele dei cittadini, creando un’ invasione delle competenze statali che appare illegittima. Infatti, la Regione all’articolo 7 impedisce di agire verso l’offerta di azzardo già esistente vicino a scuole e chiese e così tutela solo il diritto d’ impresa, in contrasto con l’articolo 41 della Costituzione che subordina l’attività economica all’utilità sociale», spiega Endrizzi. L’altro punto critico riguarda l’articolo 8, che consente agli enti locali le “fasce orarie” per limitare il gioco d’ azzardo. «La giurisprudenza consolidata nei contenziosi amministrativi ha indicato come equa la limitazione ad 8 ore di apertura per il settore. L’indicazione è stata inviata dai Prefetti del Veneto a tutti i comuni che l’hanno adottata. La nuova legge regionale invece, prevedendo solamente sei ore di chiusura nell’arco della giornata, amplia a 18 ore l’apertura potenziale. Si tratta certamente di un miglioramento per i tabaccai, ma non può assolutamente valere per le grandi sale slot, Vlt e bingo, che sono praticamente dei mini casinò aperti 24 ore come nel caso di Chioggia. Infatti, il sindaco Ferro sarà costretto a resistere in giudizio per bloccare i ricorsi annunciati dai legali che contestano i suoi provvedimenti, considerati più restrittivi rispetto alla legge regionale della Lega. Ma penso che anche il senatore Bitonci sia perplesso, visto che quand’era sindaco di Padova voleva imporre la distanza di 500 metri se non di mille, mentre Zaia e Ciambetti l’hanno fissata a 400», conclude Endrizzi. — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

sanità

Una donazione di reni tra due famiglie doppio trapianto a Padova e Barcellona PADOVA. Scambio di organi fra Italia e Spagna permette il trapianto su due pazienti, uno nell’Azienda ospedaliera Università di Padova, l’altro nella Fondazione Puigvert di Barcellona. Gli organi sono stati trasportati su un volo di linea, risparmiando il classico volo speciale e i relativi costi. Si tratta del secondo trapianto incrociato fra Italia e Spagna e la ventesima catena cross-over avviata che ha consentito 55

trapianti. L’intervento è stato eseguito dal professor Paolo Rigotti, direttore del Centro trapianti di rene e pancreas dell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, con la dottoressa Lucrezia Furian. Il programma cross-over ha creato una lista dove sono inserite le coppie donatore-ricevente non compatibili» sottolinea il professor Rigotti, «e fra queste si cercano dei match per rendere possibile uno

scambio fra coppie. La lista nazionale è stata allargata con il programma Sat (South Alliance for Transplant, OES) a Francia, Spagna e Portogallo e questo ha consentito ovviamente un maggior numero di possibilità». Proprio all’interno di questo programma è stata trovata la compatibilità incrociata fra la coppia padovana e quella in lista d’attesa a Barcellona. «Noi avevamo una moglie pronta a donare il rene al mari-

to con cui però non c’era compatibilità» conferma Rigotti, «a Barcellona c’era una mamma pronta a donare il rene al figlio non compatibile: di fatto abbiamo scambiato gli organi». Entrambi gli interventi sono andati a buon fine e i due pazienti sono già stati dimessi. Un aspetto particolare dell’operazione sta nel fatto che gli organi siano stati trasferiti da un Paese all’altro su un volo di linea: «Può sembrare

Seduta del Consiglio veneto con la partecipazione di Zaia (a destra)

L’alzabandiera a scuola I leghisti contro Fdi ma in aula vincono i sì VENEZIA. Sgambetti reciproci. Il trio di Fratelli d’Italia fa un dispettuccio alla maggioranza - negando il sostegno in aula al progetto di referendum elettorale voluto da Matteo Salvini - e i gruppi di Lega e Lista Zaia provano a ricambiare la cortesia agli “alleati” di destra, bocciando la proposta tricolore di Elena Donazzan e Massimo Giorgetti, fautori del ripristino della celebrazione nazionale del 4 novembre e dell’alzabandiera all’inizio dell’anno scolastico con l’esecuzione dell’Inno di Mameli e il coinvolgimento delle Associazioni combattentistiche e d’Arma. Posta in votazione, la mozione incassa il no di una decina di consiglieri leghisti; altri inclusi il capogruppo Nicola Finco e la speaker Silvia Rizzotto - optano per l’astensione mentre il presidente dell’assemblea Roberto Ciambetti e una pattuglia di trevigiani dicono sì. Ma il dispetto non a va segno. Perché il sostegno compatto dell’opposizione (Pd, Movimento 5 Stelle, Leu, indipendenti) e di un esponente di Forza Italia - Marino Zorzato - si traduce nell’approvazione della proposta con 24 favorevoli, 11 contrari, 7 astensioni e il «non voto» di Sonia Brescacin (lunedì as-

una banalità ma non lo è» rileva il professor Rigotti, «dal momento che questo ha consentito un risparmio di 25 mila euro». Il rene della donatrice spagnola è arrivato a Venezia su un volo della compagnia Vueling che ha ospitato il contenitore isotermico nella cabina di pilotaggio. All’atterraggio gli operatori del Suem 118 di Padova hanno preso in consegna l’organo e affidato all’equipaggio il rene destinato al paziente di Barcellona. È stato grazie al complesso lavoro organizzativo del Centro nazionale trapianti e del Centro regionale trapianti del Veneto diretto da Giuseppe Feltrin che per la prima volta lo scambio di organi è avvenuto in simultanea e su volo di linea. — E.L.

sente dall’emiciclo in occasione del fatidico quesito referendario). Ridono sotto i baffi, quelli di Fdi mentre il Pd punge con Stefano Fracasso: «La Lega di Salvini ha un rigurgito padano... ». Non bastasse, a cantare vittoria è il Coordinamento Veneto 2020 composto da Piero Ruzzante, Patrizia Bartelle e Cristina Guarda: «Non è un mistero che la Lega e l’Inno nazionale non vadano molto d’accordo. Noi invece siamo molto soddisfatti perché tra le principali associazioni combattentistiche italiane c’è l’Anpi che conta oltre 120 mila iscritti, senza dubbio impazienti di poter partecipare all’inaugurazione di ogni anno scolastico per testimoniare ai giovani studenti le atrocità del fascismo e della guerra tutelando l’onore e il nome del partigiano contro ogni forma di vilipendio o di speculazione»; «Il fascismo», rincarano la dose «è stato il principale, dei mali che hanno afflitto l’Italia e l’approvazione di questo ordine del giorno rappresenta un’occasione unica per sensibilizzare i giovani rispetto ai pericoli di qualsiasi forma di tirannia e di assolutismo e fornire supporto a tutti coloro che hanno sofferto e soffrono nella lotta contro i fascismi». —

accordo fra regioni

Medici del Veneto per riorganizzare la chirurgia calabrese L’Azienda ospedaliera di Padova farà scuola in Calabria: un accordo tra Regione Veneto, Ministero della Salute e Azienda ospedaliera Università di Padova prevede un programma di 18 mesi durante i quali l’ospedale padovano contribuirà alla riorganizzazione dell’attività chirurgica del sistema sanitario della Calabria. «Il Veneto è stato scelto» sottolinea il ministero, «per aver sviluppato una riorganizzazione della rete ospedaliera con miglioramento dei processi assistenziali nel rispetto dell’equilibrio economico del sistema sanitario regionale».


GIOVEDÌ 7 NOVEMBRE 2019 CORRIERE DELLE ALPI

REGIONE

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Giochi invernali Cortina-Milano 2026

È Novari il supermanager delle Olimpiadi Sull’ex ad di 3 Italia e Omnitel l’unanimità dei partner: stipendio di 400 mila euro. Spadafora: farà un buon lavoro Filippo Tosatto VENEZIA. Ha bruciato in vola-

ta i rivali, strappando un voto unanime niente affatto scontato alla vigilia. È Vincenzo Novari l’amministratore delegato della Fondazione per i Giochi invernali Milano-Cortina: genovese, sessant’anni, laureato in Economi aziendale, un profilo manageriale elevato che l’ha visto al timone delle compagnie telefoniche 3 Italia e Omnitel 2000, avrà il compito di pilotare ogni fase operativa dell’evento da qui al 2026. «Crediamo abbia tutte le qualità per fare un buon lavoro e glielo auguriamo, sarà un grande evento per l’Italia», il viatico del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, a conclusione del vertice romano dei soci olimpici: i sindaci di Milano e Cortina, Beppe Milano e Gianpietro Ghedina; i governatori di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia; i presidenti delle province autonome Maurizio Fugatti (Trento) e Arno Kompatscher (Bolzano); il numero uno del Coni Giovanni Malagò e il suo vice vicario Franco Chimenti.

LA VOLATA VINCENTE

Accanto a Novari, la short list dei candidati stilata dai “cacciatori di teste” dell’americana Spencer Stuart, comprendeva Alberto Baldan – il veneziano già a capo di Rinascente e Grandi Stazioni – e Tom Mockridge, neozelandese con passaporto italiano già amministratore delegato di Sky Italia. Figure di rilievo, valutate positivamente nel corso dei colloqui face to face svoltisi martedì a Milano, alle quali tuttavia è stato preferito Novari, giudicato «un manager a tutto tondo» alla luce dell’esperienza maturata in più ambiti di business (dalle comunicazioni ai gruppi multinazionali L’Oréal e Danone) culminata nell’esordio imprenditoriale delll’ottobre 2016, allorché ha fondato SoftYou, una startup nel cam-

po dei servizi a valore aggiunto. Nello stesso anno è diventato Special Advisor Italia per CK Hutchinson, ruolo che ricopre tutt’ora e che l’ha indotto ad opporre un drastico “no comment” ai media, in attesa della formalizzazione della nomina e delle dimissioni dal mandato in corso. Il suo compenso? I rumors alludono ad una cifra vicina ai 400 mila euro lordi l’anno, superiore

Sessant’anni, genovese è fidanzato con Daniela Ferolla ex Miss Italia al tetto legislativo previsto nel settore pubblico ma assai lontana dai budget abitualmente riservati ai professionisti di prima fascia. Un divario compensato dalla visibilità globale assicurata dall’incarico. LO SPORT E IL BUSINESS

Delicata e impegnativa, la mission che attende Vincenzo Novari investirà più versanti. Alla supervisione esecutiva, l’ad dovrà abbinare il dialogo con i soggetti istituzionali – il Cio che eroga 980 milioni di dollari ed esige un ruolo primario, il circuito degli amministratori partecipi sul piano finanziario e delle infrastrutture – l’attenzione alla salvaguardia ambientale e la trattativa con grandi sponsor e categorie economiche, determinanti in un evento al quale le università Bocconi e Ca’ Foscari accreditano avranno un impatto di 2, 85 miliardi di euro in terra lombarda e 1,46 miliardi nell’area veneta (con un valore aggiunto rispettivamente di 1,21 e 0,73 mld) sprigionando un’occupazione stimata in circa mila posti di lavoro. Tant’è. Oltre al top manager, Milano-Cortina può contare anche su una first lady, leggi Daniela Ferolla, ex Miss Italia e fidanzata ufficiale del dinamico genovese. —

Primo piano di Vincenzo Novari, l’incontro dei partner olimpici al ministero dello Sport, il manager in compagnia della fidanzata Daniela Ferolla

i commenti politici

Zaia: noi squadra compatta Sala: «Serve subito la legge» Il governatore del Veneto ha condiviso i criteri di scelta illustrati dal sindaco di Milano Fontana e Fugatti ottimisti «Dal Governo segnali positivi» ROMA. «Un ottimo risultato

se si considera che già dalla prossima settimana ci sarà un tavolo tecnico per definire la priorità delle opere da realizzare. Con queste due riunioni siamo finalmente operativi: con il ministro De Micheli sul versante delle infrastrutture e qui da Spadafora con la scelta dell’amministratore delegato. Ancora

il preSidente del coni

Malagò: ora l’Agenzia impianti e il comitato organizzativo L’obiettivo è istituire entro il mese le due entità giuridiche rispettando i tempi dettati dal Cio. Sangalli: «Notari saprà coinvolgere le imprese» ROMA. «Le prossime mosse?

Andare entro fine mese a istituire il comitato, quindi assolvere a tutti gli atti formali dettati dal regolamento, rispettando i termini previsti dal Cio»: parole del presiden-

te del Coni, Giovanni Malagò, che non nasconde la soddisfazione per la designazione unanime di Vincenzo Novari e ritiene altrettanto significato l’esito dell’incontro con il ministro Paola De Micheli; «Il tavolo alle Infrastrutture è stato molto importante. L’obiettivo, se ci si riesce, è quello di creare contemporaneamente le due entità giuridiche del Comitato Organizzatore e dell’Agen-

zia degli impianti». Quest’ultima, si apprende, avrà carattere pubblico mentre la Fondazione sarà regolata dal diritto privato, così da agevolare le procedure amministrative consentendo vantaggi sul piano fiscale. A proposito di comitato olimpico: in vista dell’incontro sul dossier Milano-Cortina tra il ministro dello Sport, Vincenzio Spadafora, e il presidente del CioTho-

una volta il gruppo di lavoro esce compatto», è il commento di Luca Zaia a conclusione dell’incontro. Da quanto si è appreso, il governatore veneto non ha espresso preferenze personali circa la terna di candidati – «Abbiamo deciso tutti insieme che il dottor Novari fosse la persona giusta. Ringrazio quanti hanno partecipato alla selezione, tutti di grande valore ma se ne sceglie uno solo» – condividendo le valutazioni tecniche riassunte daBeppe Sala, esperto in materia alla luce del ruolo svolto al timone dell’Expo. A ri-

mas Bach, è stata fissata una riunione preparatoria il 20 novembre nella sede del Coni milanese alla quale parteciperanno i tecnici di tutte le parti coinvolteo, per arrivare poi al 10-11 dicembre a Milano con l’ “Orientation Seminar”. «I tempi si stanno rispettando, c’è un buonissimo gioco di squadra», assicura Malagò. E un plauso alla scelta dell’ad arriva anche dal mondo imprenditoriale: «La sua nomina è un importante passo in avanti nel percorso verso le Olimpiadi 2026», afferma Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e di Confcommercio Milano «Novari, per diversi anni alla guida di 3Italia, è

guardo, il sindaco di Milano appare soddisfatto ma invita la politica ad accelerare: «Dobbiamo comunicare rapidamente al Cio che la legge olimpica seguirà quello che è scritto nel dossier di candidatura, è un tema di competenza del Governo che dovrà preparare velocemente il testo legislativo. Le urgenze? Faccio un esempio: i trasferimenti che ci eroga il Cio non verranno tassati affinché tutte le risorse arrivino direttamente ma dovremo comunicare formalmente il nome dell’amministratore delegato».

un apprezzato top manager a livello internazionale e siamo certi che con la sua esperienza saprà coinvolgere il mondo delle imprese in un evento certamente strategico non solo per i territori direttamente coinvolti, quali la Lombardia e il Veneto ma per tutto il nostro Paese».

De Rosa dei 5 Stelle: «Il progetto rispetti l’ambiente e diventi un esempio globale» Ma c’è anche chi segnala la priorità della tutela ambientale: «Proprio ieri abbiamo ottenuto l’approvazione del consiglio regionale lom-

Il governatore lombardo Attilio Fontana guarda già oltre e commenta l’esito dell’incontro con il ministro delle infrastrutture: «Le ho chiesto espressamentedi iniziare a dar corso ai primi lavori. Le nostre sollecitazioni sono mirate a sbloccare quelle opere che sono già progettate e finanziate. Inoltre De Micheli ci ha comunicato l’impegno ad ottenere ulteriori risorse dal ministero dell’Economia per realizzare altri interventi infrastrutturali necessari in vista delle Olimpiadi». «Registriamo la volontà del Governo di investire concretamente sui Giochi, tanto che abbiamo già impostato un fitto programma di interventi per gli impianti, che saranno il palcoscenico delle Olimpiadi, ma anche per le necessarie opere viarie e logistiche», conclude il presidente trentino Maurizio Fugatti. —

bardo nel promuovere l’impegno di realizzare le medaglie olimpiche con metalli recuperati dai rifiuti elettronici, è un segnale importantissimo», interviene Massimo De Rosa, esponente del Movimento 5 Stelle «oggi chiediamo che l’intero progetto sia all’insegna di principi di tutela dell’ambiente e salvaguardia del territorio. Temi quali la lotta al consumo di suolo, l’efficienza energetica, le politiche che porteranno allo stop dell’utilizzo delle plastiche monouso devono essere al centro del progetto olimpico. Vogliamo – che le Olimpiadi siano ricordate come le prime, le più avanzate, in termini di tutela dell’ambiente, innovazione e sostenibilità». —


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Nordest

IMPIANTI SPORTIVI, ARRIVA UN MILIONE La Regione stanzia nuovi finanziamenti per opere di miglioria in 37 strutture. L’assessore Cristiano Corazzari: «Un veneto su 4 pratica una disciplina».

Giovedì 7 Novembre 2019 www.gazzettino.it

IL VERDETTO

LA RIUNIONE La scelta dell’ad Vincenzo Novari è stata fatta ieri in una riunione ristretta dai soli politici e amministratori. Da sinistra: Fugatti, Kompatscher, Malagò, Spadafora, Zaia, Sala, Ghedina. Dall’altra parte del tavolo Fontana

VENEZIA L’uomo dei Giochi c’è, è il genovese Vincenzo Novari, classe 1959, ex ad di 3 Italia. Adesso mancano solo la legge olimpica e, soprattutto i soldi del Governo, quindi la macchina organizzatrice per Milano-Cortina 2026 può mettersi in moto. Non è un caso che a premere su questo tasto nel giorno della fumata bianca per l’amministratore delegato sia il governatore del Veneto: «I fondi per le Olimpiadi? Io sono convinto che il governo ci deve essere su questa partita», ha detto Luca Zaia.

LA SCELTA Dopo il martedì dei colloqui con i tre selezionati nella sede milanese di Spencer Stuart, la società di cacciatori di teste che aveva inizialmente proposto 14 profili ieri a Roma sono stati i politici e gli amministratori che hanno voluto i Giochi a prendere la decisione tra i tre in “gara”: il genovese Vincenzo Novari, il veneziano-lombardo Alberto Baldan e il neozelandese Tom Mockridge. Nel palazzo di Galleria Colonna si sono seduti attorno allo stesso tavolo il ministro allo Sport Vincenzo Spadafora, i governatori della Lombardia Attilio Fontana e del Veneto Luca Zaia, i sindaci di Milano Beppe Sala e di Cortina d’Ampezzo Gianpietro Ghedina, i presidenti delle Province autonome di Bolzano Arno Kompatscher e di Trento Maurizio Fugatti, il presidente del Coni Giovanni Malagò. Il verdetto ha spazzato via tutte le chiacchiere delle settimane scorse, quelle che volevano Sala propendere per Baldan e quelle che davano bocciati Mockridge per il suo italiano poco fluente e lo stesso Novari per i conti della sua start-up. Raccontano che sia stato il ministro a rompere il ghiaccio, mettendo sul piatto il nome di Novari. E sull’ex ad di 3 Italia, senza neanche votare, c’è stata l’intesa. «Siamo tutti d’accordo nel designare il nome di Vincenzo Novari come Ceo della fondazione per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 che verrà istituita a breve», ha quindi annunciato il ministro, «crediamo che abbia tutte le qualità per fare un buon lavoro».

LE TAPPE Adesso c’è da fare la Fondazione. Avrà 22 membri, 10 di nomina del Comitato Internazionale

ATTESA PER L’INCONTRO TRA IL MINISTRO SPADAFORA E IL PRESIDENTE DEL CIO BACH

LA POLEMICA VENEZIA Niente gioco tra le 7 e le 9, le 13 e le 15, le 18 e le 20: così ha deciso la Regione, inserendo i limiti orari nell’utilizzo di slot machine e videolottery all’interno degli esercizi pubblici. Ma per il Movimento 5 Stelle, sei ore di spegnimento quotidiano sono troppo poche. «Per la Giunta regionale sono più importanti gli interessi delle lobby che la salute collettiva dei veneti», polemizzano i consiglieri Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco e Si-

Le Olimpiadi al genovese Novari «Ora il governo metta le risorse» Decisione unanime per l’ad della Fondazione `La struttura avrà 22 membri, di cui 2 per il Veneto che organizzerà i Giochi invernali del 2026 Zaia: statuto pronto al 99 per cento, siamo operativi `

Olimpico, 10 di nomina degli enti territoriali e locali (al Veneto ne spetteranno 2), il presidente che sarà nominato dal Cio, un componente in rappresentanza del governo italiano. Ci sarà anche un comitato di gestione, una sorta di esecutivo ristretto di 5-6 persone presieduto da Novari. La Fondazione avrà carattere privatistico.

Le prossime mosse - ha detto Malagò - prevedono che «entro fine mese venga istituito il Comitato, quindi assolvere a tutti gli atti formali, rispettando i termini previsti dal Cio». «Lo statuto è pronto al 99%, nel Comitato ci saranno rappresentanti di tutte le componenti», ha aggiunto Zaia, sottolineando che «da oggi siamo già

operativi. Ancora una volta il gruppo di lavoro esce con l’unanimità». Malagò ha anche evidenziato l’importanza del tavolo tecnico andato in scena in mattinata dal ministro per le infrastrutture Paola De Micheli: «L’obiettivo, se ci si riesce, è quello di creare contemporaneamente, le due entità giuridiche del Comitato Organiz-

Il profilo

Dalla telefonia ai cosmetici, ecco chi è il manager (con Miss Italia nel cuore) VENEZIA Vincenzo Novari, il nuovo amministratore delegato del comitato organizzatore delle Olimpiadi invernali 2026 di Milano-Cortina, è considerato un manager a tutto tondo. Genovese, 60 anni, laureato in Economia aziendale all’università di Genova, Novari è stato amministratore delegato di 3Italia dal 2001 al 2016, fino

alla fusione con Wind. Ha iniziato a lavorare nel 1987 presso Parfume et Collections (gruppo L’Oréal) come direttore marketing. È rimasto in L’Oréal fino al 1992, poi dal 1993-1995 è entrato nel Gruppo Danone (Johnson Wax e in Saiwa). Per Omnitel Pronto Italia spa è stato direttore marketing nel 1995, nel 1996 ne è diventato vicepresidente delle

vendite, marketing e logistica. Nel 1999 è diventato amministratore delegato di Omnitel 2000 spa. Ha fondatonel 2000 Andala spa di cui è stato amministratore delegato sin dall’inizio, lo è rimasto quando Andala è diventata 3 Italia e ha lasciato solo nel dicembre 2016 quando 3 Italia e Wind si sono fuse. Nell’ottobre 2016 ha fondato

SoftYou, una startup nel campo del business e dei servizi a valore aggiunto. Sempre nello stesso anno è diventato special advisor Italia per CK Hutchinson. Un manager noto anche alle cronache rosa per il suo legame che dura ormai da dieci anni con Daniela Ferolla, la bella salernitana eletta Miss Italia nel 2001, la vigilia dell’attacco alle Torri Gemelle, e poi conduttrice e inviata televisiva per diverse trasmissioni, da “Linea Verde” a “La vita in diretta”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

zatore e dell’Agenzia degli impianti». Quest’ultima sarà un’agenzia pubblica. E, secondo quanto riferito dal governatore della Lombardia Fontana, per le infrastrutture ci sarebbe stata l’apertura a nuovi fondi. La settimana prossima andrà in scena un nuovo tavolo tra tutti gli attori e l’Anas. In vista dell’incontro tra Spadafora e il presidente del Cio Thomas Bach è stata fissata una riunione preparatoria il 20 novembre presso la sede del Coni milanese alla quale parteciperanno i tecnici del Cio, del Coni e degli uffici del ministro, per arrivare poi al 10-11 dicembre a Milano con l’Orientation Seminar. «I tempi si stanno rispettando, c’è un buonissimo gioco di squadra», ha detto Malagò. Soddisfatto anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala, che pensa già alle prossime mosse legislative: «Dobbiamo comunicare rapidamente al Cio che la legge olimpica seguirà quello che è scritto nel dossier di candidatura», per questo «è un tema del Governo che dovrà preparare velocemente il testo». L’impegno è che la norma sia pronta entro l’anno. Alda Vanzan © RIPRODUZIONE RISERVATA

Macchinette spente per 6 ore al giorno I grillini: «Poche, è un favore alla lobby» mone Scarabel.

LA PIAGA Il gruppo M5s attacca in particolare Manuela Lanzarin (Zaia Presidente), titolare delle deleghe a Sanità e Sociale nonché promotrice della misura. «La cosa ridicola – affermano i pentastellati – è che l’assessore Lanzarin spacci questo regalo alle lobby del gioco d’azzardo per un

provvedimento a tutela della salute pubblica. In realtà si è voluto semplicemente legalizzare un limite minimo che è ormai ampiamente superato dai provvedimenti presi dai singoli Comuni, i cui sindaci devono ogni giorno affrontare la piaga della ludopatia che affligge tanti loro concittadini. L’assessore Lanzarin ci deve spiegare il senso di questo “gioco al ribasso”: la sostanza è

BERTI, BALDIN, BRUSCO E SCARABEL: «COSÌ SI È SOLO LEGALIZZATO UN LIMITE MINIMO ORMAI SUPERATO DAI SINGOLI COMUNI»

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che si potrà giocare per tutta la giornata e tutta la notte salvo tre interruzioni da due ore. Se prima eravamo di fronte a un problema serio, ora è stato legalizzato il disastro». Berti, Baldin, Brusco e Scarabel riscontrano anche un’altra contraddizione: «La cosa incredibile è che questa legge regionale sia stata approvata dalla Giunta malgrado la contrarietà perfino

delle associazioni degli esercenti pubblici, cioè di coloro che ospitano le slot machines e ne traggono una fetta del guadagno. A chi giova tutto questo? Ovviamente a chi delle slot machines è proprietario e le installa e che trae la maggior parte del profitto». I consiglieri del Movimento 5 Stelle rivendicano la proposta di disporre «lo spegnimento delle macchinette per almeno 10 ore al giorno, ma evidentemente gli interessi di pochi hanno prevalso sulla salute e la serenità dei veneti e delle loro famiglie». © RIPRODUZIONE RISERVATA


XIV

Monselice

IL PRESIDENTE CAMPAGNOLO «Il territorio merita di essere valorizzato e la proposta Unesco gli darebbe la giusta attenzione, senza dimenticarne i problemi»

Este

Giovedì 7 Novembre 2019 www.gazzettino.it

padova@gazzettino.it

Parco Colli, candidatura a patrimonio dell’umanità La proposta parte da Venezia: iniziativa `«Sarà un modo per rilanciare tutta dei consiglieri regionali Sandonà e Boron l’area che ha grande valore turistico» `

MONSELICE/ESTE «I Colli Euganei meritano di essere annoverati tra i siti patrimonio dell’Unesco». Ne sono convinti i consiglieri regionali Luciano Sandonà e Fabrizio Boron (lista Zaia Presidente), che proprio per questo li hanno inseriti in un emendamento al Documento di Economia e Finanza regionale (Defr) 2020-2022, insieme alla Valpolicella. «Il comprensorio collinare dei Colli Euganei rappresenta un unicum nel panorama naturalistico del Veneto e non solo – dichiarano i consiglieri –. Con i loro profili caratteristici, la straordinaria varietà di piante e animali, le terme e i borghi che racchiudono un passato luminoso». Grazie all’appoggio dell’assessore regionale Roberto Marcato, i consiglieri hanno inserito la candidatura nell’emendamento al Defr proposto da Alessandro Montagnoli, presidente della prima commissione consiliare. In questo modo sarà possibile verificare la percorribilità dell’iter che potrebbe portare i Colli a diventare patrimonio dell’umanità. «La candidatura rilancerebbe tutta l’area del Parco Colli, il primo parco regionale del Veneto – spiegano i consiglieri – un’area, ricordiamo, a vocazione principalmente termale, ma con specialità enogastronomiche apprezzatissime, con una rete capillare di sentieri escursionistici per gli amanti del trekking, delle biciclette e dei cavalli, con borghi medievali come Este, Monselice e Arquà Petrarca, ville venete, come Villa Vescovi e Villa Barbarigo, e i monasteri di Praglia e del Rua. Il tutto a due passi da una città, Padova, che con la sua storia e la sua cultura richiama turisti da tutto il mondo». Tutti elementi che non fanno altro che avvalorare la nostra proposta» concludono Sandonà e Boron, fiduciosi nel fatto che i Colli potrebbero aggiungersi

FUTURO INCERTO La Cementeria di fronte ad un bivio: probabile la revisione delle autorizzazioni

Sant’Urbano

Masi

Al volante con patente Arnesi da scasso in auto revocata, denunciato romeno finisce nei guai Per non farsi beccare al volante della sua Fiat Punto senza patente e senza assicurazione, ha forzato il posto di blocco dei carabinieri ed è fuggito a piedi attraverso i campi. È successo lunedì notte, verso le 3.30. Ma i militari lo hanno rintracciato e per il 28enne marocchino residente a Lendinara è scattata una serie di denunce per reiterata violazione del codice della strada, guida senza patente e per non essersi fermato all’alt dei militari. Del resto non era la prima volta che veniva sorpreso alla guida con la patente revocata. (m.e.p.)

Percorreva la strada a bassa velocità al volante della sua Opel Vectra, sbirciando nei cortili delle case di via Gramsci. Forse aveva l’intenzione di rubare. Il comportamento sospetto del 29enne romeno, pregiudicato e senza fissa dimora, non è passato inosservato agli occhi dei carabinieri di Montagnana. I militari l’hanno fermato e hanno perquisito l’auto, in cui l’automobilista nascondeva arnesi usati per scassinare porte e finestre. É scattata quindi la denuncia per possesso ingiustificato di strumenti atti allo scasso. (m.e.p.)

all’elenco dei siti Unesco padovani, in cui al momento rientrano l’Orto botanico di Padova, Codevigo con il suo tratto di laguna, il laghetto della Costa di Arquà Petrarca, Villa Pisani Placco a Montagnana e Villa Cornaro a Piombino Dese. A questi si aggiunge poi la candidatura per il 2020 di Padova Urbs Picta. L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo da Massimo Campagnolo, neoeletto presidente del Parco Colli Euganei a cui spetta il compito (malgrado il breve mandato, che durerà fino alle elezioni regionali del 2020) di avviare la nuova governance: «Il Parco merita di essere valorizzato soprattutto in chiave turistica perché è un valore aggiunto al nostro territorio. La candidatura Unesco gli darebbe la giusta attenzione, senza per questo accantonare i problemi da risolvere». Maria Elena Pattaro

Vandali al negozio: «Ragazzata o dispetti sentimentali» ESTE Apre il suo negozio come ogni mattina ma ad accoglierlo, su uno dei pilastri del portico, scritte offensive. Oltre a un taglio sulla tenda parasole e alla cassetta delle lettere divelta. Andrea Marchetto, titolare dell’omonimo colorificio di Este affacciato in piazza Trento, è amareggiato. Lunedì notte qualcuno ha vandalizzato il suo negozio che dal 1867 vende colori, vernici, cornici e tutto l’occorrente per la pittura, oltre a ospitare mostre. A mezzanotte un amico che passava di lì gli ha inviato la foto del cestino di ghisa rovesciato proprio davanti alla sua saracinesca. Ma il titolare non ci ha dato troppo peso visto che era già successo altre volte.

Non sapeva che quello era solo il più leggero degli atti vandalici compiuti da chi, nottetempo, si è accanito contro il suo negozio. «La settimana scorsa avevo lasciato fuori un cartello che pubblicizzava una mostra di pittura: me l’hanno rotto per ben due volte – racconta Marchetto – ma non mi aspettavo azioni così pesanti». Invece stavolta i teppisti hanno forzato la mano, arrivando addirittura a imbrattare con scritte poco lusinghiere un pilastro del portico. «Potrebbe trattarsi di una ragazzata o di un dispetto a sfondo sentimentale» ipotizza il titolare del negozio, che adesso dovrà mettere mano DIVELTA La cassetta delle lettere al portafoglio per riparare i dan- è stata strappata e accartocciata ni subiti. La cassetta delle lettere, a cui i vandali hanno staccato Nel frattempo Marchetto ha dee accartocciato la parte anterio- nunciato l’episodio ai carabiniere, va sostituita, come la tenda. ri. «Purtroppo in piazza Trento

non ci sono telecamere – osserva Marchetto –. Sarebbe opportuno installarne come deterrente, così i malintenzionati ci penserebbero due volte prima di agire». Il titolare del negozio farà presente la necessità di maggiori controlli nelle ore notturne e intanto, pur di scongiurare altri spiacevoli episodi, è disposto a fare dei “giri di ronda”, approfittando del fatto che abita poco distante dal negozio. «Se serve mi apposterò, avvisando le forze dell’ordine se i responsabili tornassero a colpire» conclude il negoziante, che ieri ha espresso anche attraverso i social il suo rammarico. La solidarietà dei concittadini non ha tardato ad arrivare sotto forma di messaggi di incoraggiamento a lui e di condanna ai vandali. Maria Elena Pattaro

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Banda in zona industriale “visita” 12 sedi aziendali `Assalto ai capannoni,

a volte solo danni ma rubati soldi e dispositivi PERNUMIA Raid di furti nelle aziende della zona industriale. Nel corso della notte tra martedì e mercoledì una banda di malviventi ha preso di mira una dozzina di ditte. In alcuni casi si è trattato solo di tentativi di furto: i ladri hanno provato a forzare alcuni serramenti, senza tuttavia riuscire a introdursi nei capannoni. In altri, però, ci sono riusciti e hanno portato via diversi oggetti. Secondo le prime denunce presentate alla caserma dei carabinieri di via Orti, a Monselice, sarebbero stati sottratti personal computer e macchine fotografiche, un estintore, una macchinetta per il caffè, oltre ovviamente al denaro contante custodito come fondo cassa in alcune aziende. Pare che in un caso sia stato addirittura ritrovato un pezzo di una cassa abbandonato a poca distanza dalla zona industriale, ormai ripulito del denaro che vi era custodito. Man mano che i titolari delle imprese presenteranno denuncia ai carabinieri sarà possibile avere una stima complessiva della refurtiva. Ma appare chiaro fin da subito che al valore degli oggetti rubati si dovrà aggiungere pure la somma che gli imprenditori dovranno sborsare per siste-

mare i danni causati alle strutture, sia nei casi in cui l’effrazione è effettivamente riuscita, sia in quelli in cui si è invece trattato solamente di un tentativo. Il raid dei ladri avrebbe potuto avere conseguenze addirittura più importanti se non avessero cominciato a suonare gli allarmi dei capannoni. Solo così, infatti, i malviventi hanno messo fine alla propria azione per darsela a gambe. Non ci sarebbero però testimoni dell’accaduto. Tutta l’azione si è infatti consumata in piena notte, quando la zona industriale e quella artigianale sono pressoché deserte. La banda ha potuto agire indisturbata a lungo, dedicandosi con perizia a un numero davvero notevole di obiettivi. Con sole due denunce già depositate in caserma, i militari avrebbero però già fatto sei sopralluoghi in altrettante aziende e il numero sembra destinato a crescere. «Sono veramente dispiaciuto per quanto accaduto – commenta il sindaco di Pernumia Luciano Simonetto –. E allo stesso tempo preoccupato. Nonostante l’impegno delle nostre forze dell’ordine, mi pare sempre più evidente che servirebbe aumentare la loro presenza sul territorio. Il Monselicense è vasto e il numero di militari a presidiarlo è troppo esiguo. Scriverò una lettera alla Prefettura e a tutti gli enti preposti per invocare maggiore attenzione per il territorio e rafforzare la presenza delle forze dell’ordine». Camilla Bovo

Armati di ascia assaltano il casello della Valdastico PIACENZA D’ADIGE Sfondano a colpi d’ascia le casse automatiche del casello autostradale della Valdastico e fuggono con il bottino. È successo martedì sera, verso le 22, a Piacenza d’Adige, all’uscita della A31 che collega Badia Polesine (Rovigo) a Piovene Rocchette (Vicenza). Il commando di banditi ha agito a colpo sicuro, sventrando con l’ascia due casse automatiche per poi dileguarsi con i contanti arraffati, il cui importo al momento resta ancora da quantificare. Incappucciati e armati di ascia, i malviventi avrebbero atteso il momento più propizio per passare all’azione e avrebbero addirittura lanciato dei sassi contro alcune automobili in transito per evitare che qualcuno si fermasse rischiando di mandare all’aria il loro piano. La razzia è durata pochi minuti: aperta una breccia nelle colonnine in cui gli automobilisti versano il pedaggio, la banda è scappata senza lasciare tracce. Sul posto è intervenuta la polizia stradale di Legnago (Verona), a cui si sono aggiunti poi i colleghi della stradale di Rovigo, titolari dell’indagine. Due aspetti su cui gli inquirenti stanno cercando di fare luce, anche attraverso le immagini delle telecamere di videosorveglianza, sono il numero esatto di assalitori e la presenza di eventuali complici

che facevano da palo, pronti ad assicurare alla banda una rapida via di fuga. Sui danni provocati, invece, pochi dubbi: sono molto ingenti. Il casello è rimasto chiuso sia martedì notte, sia ieri mattina per consentire i rilievi della polizia stradale e le riparazioni. Adesso è caccia alla banda, non soltanto nella Bassa Padovana ma anche nelle vicine province di Verona e Rovigo. Non è la prima volta, quest’anno, che i caselli autostradali padovani vengono presi di mira da bande di rapinatori armati. L’ultimo episodio era successo la notte tra il 24 e il 25 maggio scorso, a Terme Euganee, lungo la A13 Bologna-Padova. Tre individui col passamontagna, armati di mazze da baseball e coltello minacciarono il casellante, costringendolo a consegnare i circa mille euro in cassa. M. E. P.

POLSTRADA Caccia ai banditi


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Nordest

Giovedì 7 Novembre 2019 www.gazzettino.it

Trapianto transnazionale Gli organi in volo tra Barcellona e Venezia Scambio di reni salvati due pazienti PADOVA Una donna spagnola ha donato un rene a un paziente italiano. E la moglie di questi ha ricambiato il gesto donando il proprio organo al figlio dell’altra. La donazione incrociata risale al 22 ottobre ed è stata realizzata grazie alla “South alliance for transplant”. Quello eseguito tra Padova e Barcellona è il primo trapianto di rene incrociato Italia-Spagna in simultanea e con un volo di linea. L’organo spagnolo è arrivato al Marco Polo, dove il 118 di Padova l’ha preso in consegna e ha affidato all’equipaggio l’organo italiano.

L’ACCORDO VENEZIA La Calabria chiama e, su richiesta del ministero della Salute, il Veneto risponde. Martedì la Giunta veneta ha approvato un accordo per cui sarà l’Azienda Ospedaliera di Padova a cercare di curare la sanità calabrese, in piano di rientro dal dicembre del 2009 e sottoposta a commissariamento dal luglio del 2010, con un disavanzo quantificato alla fine del 2018 in 213 milioni di euro. Ma quell’intesa è «incomprensibile» agli occhi di Francesco Sapia, deputato cosentino del Movimento 5 Stelle: «Se alla Lega si deve regalare la vittoria delle prossime Regionali – dice – posso anche dimettermi da subito».

IL PROGETTO Il dossier del dicastero guidato da Roberto Speranza (Liberi e Uguali) è intitolato “Riorganizzazione dell’attività chirurgica per setting assistenziali e complessità di cura”. In particolare il progetto punta a migliorare le prestazioni nell’utilizzo delle sale operatorie calabresi, sulla base di una serie di dati allarmanti, così elencati dalla direzione regionale della programmazione sanitaria: «Attualmente la Regione presenta un elevato tasso di mobilità passiva, con 53.616 ricoveri annui in altre Regioni. Si evidenzia inoltre, una riduzione del ricorso all’ospedale, con un trend di riduzione delle prestazioni di ricovero erogate a residenti calabresi sia da strutture della Regione (-27% tra 2012 e

IL GOVERNATORE ZAIA: «QUESTA SOLIDARIETÀ POTREBBE AUMENTARE CON LA RIFORMA» L’ASSESSORE LANZARIN: «NON SIAMO EGOISTI»

Sanità, il Veneto “curerà” la Calabria: l’ira del M5s Il ministero della Salute affida a Padova `Il pentastellato Sapia: «Regalo alla Lega» la riorganizzazione delle sale operatorie Ma lì il sistema è commissariato dal 2010 `

2017) sia in mobilità passiva (-2,06% 2012-17). Contrariamente al trend di riduzione dei ricoveri, la spesa sanitaria in mobilità passiva della Calabria riscontra un incremento pari al +5,22% nel periodo 2012-2017». Per provare a invertire queste tendenze, come si legge nella delibera vistata dal direttore generale Domenico Mantoan, è stato scelto il Veneto, «per aver sviluppato un processo di riorganizzazione della rete ospedaliera con risultati positivi di miglioramento dei processi assistenziali nel rispetto dell’equilibrio economico del

200 mila euro di rimborso per Regione e azienda ospedaliera di Padova

18 i mesi di durata del lavoro, prorogabili per altri sei

Ricerca del Bo

Bambini, bronchioliti colpa dello smog PADOVA A causare le bronchioliti nei bambini è l’inquinamento atmosferico, in particolare le polveri sottili. A stabilirlo uno studio dall’Università di Padova che, confrontando oltre 200mila accessi al Pronto soccorso pediatrico con i dati delle polveri sottili (Pm10 e Pm2.5) nell’ultimo decennio, ha identificato un incremento di

rischio per bronchiolite in base all’andamento dello smog. «La bronchiolite è un’infezione virale che porta i lattanti ad avere grosse difficoltà respiratorie - spiega Elisa Gallo, che ha condotto la ricerca -. Negli ultimi anni il legame tra inquinamento atmosferico e patologie respiratorie è sempre più evidente».

IL CASO VENEZIA Una e trina. Nel senso che, nella stessa votazione, la Lega ha dato tre versioni differenti. Chi ha votato a favore, chi contro, chi si è astenuto. È successo martedì a Palazzo Ferro Fini, quando il consiglio regionale del Veneto ha votato gli ordini del giorno collegati al Defr, il Documento di Economia e Finanza Regionale. Quello presentato dagli esponenti di Fratelli d’Italia Elena Donazzan e Massimo Giorgetti per ripristinare la festività nazionale del 4 novembre e far cantare l’Inno d’Italia all’inizio di ogni anno scolastico, è passato grazie ai voti dell’opposizione, dal Pd al M5s, con la Lega e il gruppo Zaia Presidente che si sono frantumati. Dei leghisti, a favore Ciambetti, Calzavara, Villanova; contrari Barbisan junior, Colman, Forcolin, Montagnoli, Semenzato, Bottacin, Gerolimetto, Michieletto, Sandonà; astenuti i due capigruppo Finco e Rizzotto con Corsi, Gidoni, Possamai, Lanzarin; Brescacin non ha votato. «La Lega veneta non è sovranista, ha rigurgiti padani, altro che unità nazionale», ha detto il capogruppo del Pd Stefano Fracasso. Sottile l’ironia dei consiglieri Piero Ruzzante (LeU), Patrizia Bartelle (IiCe), Cristina Guarda (Civica per il Veneto) nei confronti dei “fratelli” Donazzan e Giorgetti: «Non è un mistero che la Lega e l’Inno nazionale non vadano molto d’accordo. Noi invece siamo molto soddisfatti perché tra le principali associazioni combat-

DIVISI NEL VOTO I leghisti Semenzato, Calzavara, Finco, Corazzari. Sopra l’assessore Donazzan alle celebrazioni del 4 novembre

4 novembre e Inno, Lega spaccata «Colpa di Donazzan, provocatrice» tentistiche italiane c’è l’Anpi che conta oltre 120.000 iscritti senza dubbio impazienti di poter partecipare all’inaugurazione di ogni anno scolastico per testimoniare ai giovani studenti le atrocità del fascismo e della guerra tutelando l’onore e il nome del partigiano

MOZIONE “PATRIOTTICA” DI FDI PASSA CON I VOTI DELL’OPPOSIZIONE FINCO: IN DIRETTORIO IL COMPORTAMENTO DEGLI ALLEATI

contro ogni forma di vilipendio o di speculazione».

Richiesta di più fondi

«Autonomia, abbiamo sfidato il Pd» VENEZIA Approvato anche l’emendamento al Defr, sempre di Massimo Giorgetti e Elena Donazzan, ma stavolta senza il voto del Pd, sull’autonomia. «Abbiamo sfidato apertamente il Pd - hanno detto i due esponenti di FdI - Il Veneto ha un residuo fiscale attivo tra i più alti in Italia, più di 3.000 euro a cittadino, oltre 15 miliardi di tasse che i veneti non vedono tornare nel proprio territorio.

Con questo emendamento abbiamo proposto una soluzione che chiede di prevedere degli stanziamenti economici in favore del Veneto, nelle more della definizione dell’autonomia, mettendo quindi da subito delle risorse a disposizione che permettano di fare tutta una serie di investimenti senza aumentare le tasse». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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I DISTINGUO Ma la Lega perché si è spaccata in tre tronconi? «È un tema sul quale si lascia libertà di voto - ha detto, di ritorno dalla riunione sulle Olimpiadi a Roma, il governatore Luca Zaia - Il punto vero è che stiamo presentando un bel bilancio e si sta discutendo di attività non economiche a corredo del bilancio». Tradotto: cosa c’entra col bilancio regionale la richiesta da presentare allo Stato per ripristinare la festività nazionale del 4 novembre? «Non c’entra proprio niente - ha detto il capogruppo

servizio sanitario regionale». Come soggetto attuatore dell’operazione, che durerà 18 mesi prorogabili per altri 6, l’Azienda Ospedaliera diretta da Luciano Flor riceverà esclusivamente un rimborso per le spese documentate di personale e di missione fino a un massimo di 200.000 euro.

L’ORGOGLIO In queste ore Palazzo Balbi sprizza orgoglio. Commenta il governatore leghista Luca Zaia: «Il significato di questo progetto è enorme, perché si sostanzia in solidarietà concreta tra Regioni, con i fatti, non a parole. Quella stessa solidarietà che non mancherà, anzi potrebbe anche ampliarsi, con l’autonomia. La nostra visione di autonomia è quella di una riforma grazie alla quale tutti possano crescere, a cominciare da quelli più indietro, con buona volontà e con l’aiuto di chi è più avanti. Il resto sono chiacchiere, come l’Italia di serie A e serie B, la secessione dei ricchi e stupidaggini annesse e connesse». Aggiunge Manuela Lanzarin, assessore zaiana alla Sanità: «Dicono che siamo egoisti e che lucriamo sui viaggi della speranza dal Sud verso il Nord, invece è il contrario».

L’INTERPELLANZA Ma il pentastellato Sapia annuncia un’interpellanza di fuoco: «Se perfino il ministro Speranza deve prestarsi a questi giochini di palazzo a vantaggio di regioni governate dalla Lega e se la Calabria deve restare terra di conquista per speculare sull’emigrazione sanitaria, io non ci sto e faccio scoppiare il finimondo. Adesso dovremmo sopportare che dal Veneto vengano a darci lezioni e aiuto per riorganizzare la chirurgia calabrese?». Nessun accenno, nella sua sfuriata, al fatto che la sanità veneta è la prima in Italia nell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza, mentre quella calabrese è l’ultima. Angela Pederiva © RIPRODUZIONE RISERVATA

della Lega, Nicola Finco - L’assessore Donazzan è una grande provocatrice, poteva evitare, invece lo fa apposta. Faccio presente che questo ordine del giorno di Donazzan e Giorgetti è stato approvato». Ossia: fossero mancati i voti favorevoli dei tre leghisti, anche questo provvedimento sarebbe stato bocciato esattamente come quello del referendum di Salvini cui sono mancati i voti di Fratelli d’Italia. «Noi in aula al momento di votare il quesito sul referendum e lei al bar a mangiare un cioccolatino? E gli altri due assenti? Porterò all’esame del direttorio della Lega, cioè a Fontana, Zaia, Stefani e Marcato, il comportamento di Fratelli d’Italia». Vabbè, ma perché la Lega si è spaccata in tre? «L’idea era di astenerci tutti - ha detto Finco dopodiché ci sono sensibilità diverse. Nessuno vuole mancare di rispetto alle forze armate, ma c’erano due punti che stridevano: il documento non c’entrava niente col Defr e non si capisce per quale motivo si debbano obbligare i bambini a cantare l’inno di Mameli. Funzionava ai tempi del fascismo, oggi no. C’è una sola risposta: la Donazzan ama provocare». Il passaggio dell’ordine del giorno sull’obbligo di cantare l’inno d’Italia in classe è parso «retorico» anche al presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, che pure l’ha votato: «Bene ricordare le Forze armate, specie in momenti in cui ci sono licei, come è avvenuto a Venezia, che rifiutano momenti di confronto. Ma obbligare i bambini a cantare è una cosa d’antan». Al.Va. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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IL GIORNALE DI VICENZA Giovedì 7 Novembre 2019

VENETO

VENEZIA.Dadomanisaràrischiodiacquaalta

Centroprevisioniesegnalazionimareesegnalachedadomanileprevisionimeteo indicanocondizionifavorevolialfenomenodell’acquaaltaconcorrentiumidedai quadrantimeridionali.Dadomenicapoiilrischioèdiunulterioreaumentodilivello.

Telefono 0444.396.311 | E-mail: veneto@ilgiornaledivicenza.it

MAIL CONSIGLIOVOTASÌ. Approvata lapropostadi ricostituire laricorrenzanazionale

«Il 4 novembre sia festa» SispaccanoLegaeFdI Finco:«Abbiamolasciatolibertàdivoto:noaforzature».Pd:«Carroccio ancorasecessionista».Donazzan:«IlVenetoècapofilaenesonofiera» Roberta Labruna

Alle dieci di sera di ieri l’altro, dopo un’altra giornata passata a spulciare i numeri del bilancio, arriva il via libera del consiglio del Veneto ad un ordine del giorno che chiede una cosa: che il 4 novembre, anniversario della vittoria della Grande Guerra, torni ad essere festa nazionale. La battaglia patriottica, capeggiata da Elena Donazzan e Massimo Giorgetti, che sono iscritti a Fratelli d’Italia ma in Regione sono il motore del gruppo “Più Italia-Amo il Veneto”, è piaciuta pure alle opposizioni e infatti Pd e Cinque Stelle, per dire, hanno votato a favore. Non ha riscosso altrettanto successo, però, tra gli alleati. La lista Zaia, ad esempio, lo ha accolto con poco entusiasmo: 4 i no, 2 i sì, 2 astenuti, 1 assente, 1 non voto. E la Lega pure peggio: a votare a favore è stato solo Roberto Ciambetti. Punto. In 5 hanno votato

NicolaFinco(Lega)

ElenaDonazzan(FdI)

StefanoFracasso (Pd)

no, 4 si sono astenuti, 2 gli assenti. L’ordine del giorno passa, ma grazie ai voti delle opposizioni. «Noi l’abbiamo votato - dice il capogruppo dem Stefano Fracasso - perché alla patria e ai suoi simboli riconosciamo un valore culturale ed educativo. C’è chi ha fatto una scelta diversa: è la cartina di tornasole del fatto che la Lega del Veneto non è la Lega di Salvini, ma che ha nostalgie secessioniste». Secessioniste magari non più, ma che la Liga rimanga ancora assai ancorata all’identità veneta questo non è

un mistero. E il voto di due giorni fa dice anche questo. Ma Donazzan non ci badai: «Sono felicissima che questo ordine del giorno sia stato approvato. Il Veneto, che per il centenario della Grande Guerra ha fatto tantissimo, è la prima Regione a farlo: é un atto forte, inserito in una legge fondamentale». La legge è il Defr, approvato martedì con 27 sì, 15 contrari e 1 astenuto. In ogni caso, Donazzan è al settimo cielo: «Le associazioni combattentistiche d’arma lo scorso anno hanno fatto un appello e so-

no orgogliosa che sia stato raccolto, per il suo valore morale, educativo ed economico». Effetti concreti non ce ne sono perché semmai tocca alla politica nazionale, ma il messaggio a Roma è stato spedito. E’ a Venezia però che qualcosa è successo. «Non ho dato per quell ’odg un’indicazione di voto: ciascuno lo ha fatto secondo coscienza», spiega il capogruppo della Lega Nicola Finco. Lui si è astenuto. «A parte il fatto checché ne dica qualcuno che inserirlo nel Defr non aveva senso,

DECISIDALLAREGIONE. Sene occuperàl’Ulss alcuni passaggi erano anche condivisibili, ma altri, come la parte in cui il primo giorno di scuola si “obbliga” a fare in classe l’alzabandiera ed a cantare l’inno li ho trovati una forzatura». Impossibile, intanto, non vederci un collegamento con i fatti del giorno precedente: quando la maggioranza è andata sotto su un voto cui la Lega teneva parecchio, la proposta referendaria sulla legge elettorale. Tra i voti mancanti anche quelli di FdI e affini. Solo una coincidenza il contro-voto della Lega sul 4 novembre? Ufficialmente sì, ma in realtà sembra che il Carroccio abbia voluto ricambiare il favore agli alleati. «Ma no, con gli esponenti veneti di FdI - dice Finco - non ci sono problemi. Però, lo ripeto, a maggior ragione dopo le parole tiepide del loro capogruppo alla Camera: pretendiamo chiarezza. In primis sull’autonomia». Insomma, la distanza su alcune cose c’è c’è. Questione di dna. Premessa: nessuno dei leghisti discute la svolta nazionalista, visti i numeri da capogiro sarebbe difficile farlo, e tutti portano il “capitano” Salvini in palmo di mano, ma come dice un leghista dopo il voto sul 4 novembre «noi qui in Veneto teniamo alla nostra identità». «La patria sta dove batte il cuore», diceva Bossi. E il cuore dei leghisti di queste latitudini batte più per il Veneto che per Roma. • © RIPRODUZIONERISERVATA

LavoratoriePfas Rischiotumori:esami perirenieitesticoli Stabilitala “presain carico” perexdipendenti Miteni Emerge la novità: ecografie «ascopocautelativo» Piero Erle

Nuove analisi approfondite per i lavoratori dell’ex Rimar-Miteni. Le ha decise la Regione con una delibera dell’assessore alla sanità Manuela Lanzarin appena pubblicata. La Regione ricorda che due anni fa aveva imposto all’allora Miteni, tramite l’Ulss di Vicenza, di occuparsi di un biomonitoraggio per i lavoratori esposti a Pfas. E poi si era deciso di allargare agli ex lavoratori il monitoraggio già attivato per la popolazione. Ora si vuole «approfondire la valutazione dei determinanti di salute» associati a esposizione a Pfas. Le Ulss devono quindi prendere in carico gli «ex-lavoratori impiegati in aziende con presenza di sostanze perfluoroalchiliche nel proprio ciclo lavorativo». E «in considerazione delle attuali evidenze scientifiche valutate» sono stati individuati «gli accertamenti ritenuti appropriati»:

Unoscorciodell’ex Miteni

si parla di registrare 16 valori (colesterolo, albuminuria e altro) e di verificare la presenza nel sangue di 14 diversi Pfas, compreso il C6o4. Ma c’è una novità che più colpisce. La Regione infatti ha deciso di chiedere all’Ulss Berica di far sottoporre «a scopo cautelativo» gli ex lavoratori a «ecografia renale e testicolare finalizzate alla diagnosi precoce di eventuali neoplasie renali e testicolari per le quali sussiste un’associazione con l’esposizione a Pfas», e cita le conclusioni dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro specie per il Pfoa. Si chiede anche all’Iss (Istituto di sanità) di condurre studi sulle malattie e decessi su una coorte individuata di popolazione e di ex lavoratori esposti a Pfas. • © RIPRODUZIONERISERVATA

AUTOSTRADA. IlComune spera diincassare 26,2 milioni: Abertis(controllata da Atlantia)ha giàoltreil 90% evanta un dirittodi prelazione

Verona vende le azioni nell’A4 Brescia-Padova Èil sociopubblico cheha laquotamaggiore(4,6%) «Manonè dettocheuno dei nostri non resti nel Cda» Enrico Giardini VERONA

Un passo storico. Compiuto con l’obiettivo di ottenere risorse economiche per progetti e opere pubbliche. Il Comune è pronto a vendere l’intero pacchetto azionario detenuto nella società A4 Holding Spa, che gestisce l’autostrada Brescia-Padova. L’ha deciso

la Giunta, deliberando la cessione delle quote comunali, pari al 4,648% per cento. Sono 86.217 azioni ordinarie, che verranno alienate mediante asta pubblica con un prezzo base di 304,60 euro ciascuna, per totali 26 milioni 261mila 698 euro. Come spiega l’assessore alle aziende e agli enti partecipati, Daniele Polato, il Comune di Verona è l’ultimo socio pubblico con un pacchetto significativo, dopo l’acquisto nel 2017 di gran parte delle azioni da parte del Gruppo multinazionale spagnolo Abertis, che

ora detiene, con Abertis Italia Srl, il 90,03% di A4 Holding sul 90,29% dei soci privati. Rimangono infatti la Provincia di Vicenza con il 2,05%, la Camera di commercio di Brescia con l’1,57%, la Camera di commercio di Padova con 1,35% e la Provincia di Brescia con lo 0,09%. «L’uscita da A4 Holding era già stata deliberata dal Consiglio comunale l’anno scorso, nell’ambito del piano di razionalizzazione delle partecipazioni societarie detenute dal Comune di Verona», spiega Polato, ricordando

UNBANDODELLA REGIONE. Finoamille euro

Contributiperleauto “rifatte”agploametano VENEZIA

Misure anti-smog: La Regione mette in palio un contributo, fino a mille euro, per chi vuole trasformare il proprio veicolo da un’alimentazione a benzina o gasolio a quella a gpl o a metano. La Giunta ha approvato un nuovo bando su proposta dell’assessore all’ambiente Gianpaolo Bottacin : «In linea con le esigenze di contenimento degli inquinanti, tra i quali il particolato, e in coerenza con gli impegni assunti nell’Accordo di

Un’autoametano

programma firmato nel 2017 per l’adozione di misure di risanamento per il miglioramento della qualità dell’aria nel Bacino Padano, abbiamo deciso un ulteriore provvedi-

che l’operazione «aveva raccolto il consenso di forze di opposizione», non però quelle dell’area tosiana. Ma come si svolgerà ora l’operazione? «Fermo restante il diritto di prelazione del socio attuale, le azioni verranno cedute al miglior offerente. Gli introiti derivanti da questa vendita potranno essere inseriti già tra le spese correnti del 2020 e reinvestiti immediatamente sul territorio, anche per la gestione ordinaria del Comune. Si tratta di quote azionarie che hanno dato rendite positive e che, negli ultimi anni,

hanno fruttato tre milioni», spiega ancora Polato. «Ora aspettiamo il bilancio di quest’anno e la distribuzione dell’utile che, al netto, sarà circa il 6-8 per cento della quota capitale». Ma questo passo non può togliere una quota di controllo del Comune della A4 Holding e quindi una possibilità di avere risorse da distribuire sul territorio? «La gestione e gli atti amministrativi sono svolti dal Consiglio di amministrazione di A4 Holding e non è detto che un membro del Cda non sia in futuro

Lasede dellaBrescia-Padova

espresso dal Comune», spiega Polato. «Essere alla guida di una partecipata di A4, come lo era l’ex presidente della partecipata Autostrada Brescia-Padova, ora consigliere

comunale», e il riferimento è a Flavio Tosi, «non significa incidere sulle scelte della A4. Questa uscita dal pacchetto azionario non influirà sui rapporti più che positivi che abbiamo con la società A4 Holding, con cui continueremo a collaborare sia per l’urbanistica di Verona sud che per la gestione della viabilità». Interessi da parte di Atlantia - la società che fa capo alla famiglia Benetton e Gic, che controlla Abertis - per le quote comunali in vendita? «Ne abbiamo rilevati parecchi, di interessi, perché è un’azione che ha reso bene». La delibera ora andrà al vaglio del Consiglio comunale per l’esame definitivo e l’approvazione. • © RIPRODUZIONERISERVATA

AZIENDA ZERO. In ballo anche l’Ulss di Bassano CASOBALOTELLI. Nel mirinol’ultrà Castellini mento in uno dei settori maggiormente responsabili di emissioni inquinanti». «Con la delibera di approvazione del bando abbiamo ritenuto di stanziare, in prima battuta, 200 mila euro sul corrente bilancio - dettaglia Bottacin - e nel predisporre i criteri per la graduatoria, oltre a tenere conto delle emissioni, abbiamo voluto confermare, anche in questa occasione, punteggi differenti a seconda della situazione economica dei beneficiari, prevedendo una priorità per le fasce di reddito più basse». L’assessore ha ringraziato «il consigliere Pietro Dalla Libera: sul tema specifico delle conversioni, si era mosso con alcune proposte concrete, di cui abbiamo tenuto conto». •

Rinviatala maxi-gara peripastinegli ospedali PADOVA

Si ferma di nuovo il maxi-appalto per fornire i pasti agli ospedali di mezzo veneto. Azienda Zero come noto, dopo che i giudici avevano dato ragione al colosso Dussmann contro l’altro colosso Serenissima ristorazione (l’azienda vicentina ha già vinto l’appalto per gli ospedali vicentini e veronesi) aveva dovuto annullare e rilanciare una maxi-gara. E ha aggiunto tra l’altro altre Ulss per cui urge una nuova assegnazione del servizio pasti. Il bando quin-

di è da 122 milioni (4 anni più 6 mesi di proroga) per i pasti delle Ulss di Belluno, Treviso, Venezia, Rovigo, Padova e anche Bassano-Santorso (Pedemontana). Le buste dovevano giungere il 31 ottobre ma il dg Patrizia Simionato ha deciso, pur confermando la «regolare istruttoria», di dare un altro mese di tempo viste le richieste di proroga giunte da «primarie ditte operanti nel mercato» e anche una nota dell’Anac-autorità anticorruzione «il cui contenuto merita un accurato approfondimento». Il temine ora è al 29 novembre. •

Stadio: parole e urla razziste AdessoindagalaProcura VERONA

Un turno di chiusura per il settore est dello stadio Bentegodi da cui sono partiti domenica gli insulti razzisti verso Mario Balotelli. L’ha deciso la Figc. E Verona non ci sta, ipotizzando azioni legali. Balotelli (a “Le Iene”): «Non ho accusato il Verona, non ho accusato la Curva del Verona. Ho accusato pochi scemi che lo hanno fatto e li ho sentiti. Ho accusato quei c... e basta. Di sicuro non erano due o tre perché li ho sentiti dal campo. Lo stadio del Verona e i

tifosi del Verona mi stanno anche simpatici con i loro sfottò». La Procura di Verona ha aperto due fascicoli d’indagine, per l’ipotesi di reato di violazione della legge Mancino sull’istigazione alla discriminazione razziale sia per gli ululati contro Balotelli sia per le dichiarazioni radiofoniche dell’ultrà Luca Castellini (già colpito da Daspo fino al 2022) alla radio dopo Verona-Brescia: ha definito Balotelli «non completamente italiano». L’Hellas Verona ha messo al bando Castellini: via dallo stadio fino al 2030. •


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REGIONE

GIOVEDÌ 7 NOVEMBRE 2019 IL MATTINO

braccio di ferro venezia-roma

consiglio regionale

«La legge sulle slot machine mortifica il potere dei sindaci» Endrizzi (M5S) chiede al ministro Boccia di valutare l’eventuale incostituzionalità Nelle sale gioco venete business da 6 miliardi l’anno e 32 mila malati di ludopatia

Un a sala giochi del casinò. A destra in alto Giovanni Endrizzi (M5s) e sotto Manuela Lanzarin (Lega) VENEZIA. Il gioco d’azzardo di-

vora 6 miliardi l’anno, 1.240 euro per ogni cittadino che vive in Veneto, con 32 mila persone in cura per “ludopatia” nei centri psichiatrici della regione. Per arginare la febbre da gioco che rovina le famiglie, l’assessore Manuela Lanzarin ha fatto approvare una nuova legge a Palazzo Ferro Fini che introduce le fasce orarie, in sintonia con le altre regioni: dalle 7 alle 9 i bar dovranno spegnere le slot machine. Nuovo stop dalle 13 alle 15 e poi dalle 18 alle 20: sono questi i momenti critici per i ragazzi. L’altra svolta è legata alle distanze dai luoghi sensibili: tabaccherie e sale giochi ora saranno collocate almeno a 400 metri dalle scuole, dai patronati e campi di gioco, parchi o luoghi di culto. Se Manuela Lanzarin è soddisfatta per aver concluso una riforma nata dalla con-

sultazione con i comuni e gli esperti della materia, chi non la pensa affatto così è il senatore M5S Giovanni Endrizzi. Lo psicologo padovano, prima di approdare a palazzo Madama si è sempre occupato di ludopatia, ed è un tenace avversario della lobby dei videogiochi, una spina nel fianco del sottosegretario Pier Paolo Baretta che nei governi Renzi e Gentiloni ha gestito una delega che garantisce una fortuna allo Stato con il prelievo sulle vincite. Cosa non torna? Letto il provvedimento, il senatore Endrizzi l’ha girato all’ufficio legislativo di Palazzo Chigi e al ministro delle Regioni Boccia, chiedendo di valutarne gli eventuali profili d’ incostituzionalità. «Si tratta di un testo che lega le mani ai sindaci, cui compete il potere di regolare le licenze amministrative. Il mercato è profonda-

manuela lanzarin

«Noi vogliamo solo tutelare le famiglie» Manuela Lanzarin non cambia idea. «Nessun conflitto con i sindaci. Le 6 ore di sospensione sono previste dall’intesa stato-regioni, il provvedimento serve per uniformare lo stop alle slot machine in tutto il Veneto evitando il nomadismo. Le fasce riguardano i soggetti vulnerabili, con l’ok dei tecnici e delle conferenze dei sindaci. Rimangono le ordinanze già applicate. Le fasce orarie di interruzione sono di rinforzo a quanto già normato dai comuni e lo saranno anche per chi non lo avesse ancora fatto. Il potere discrezionale dei sindaci non è pregiudicato in alcun modo da una norma che ha come obiettivo la salvaguardia della salute delle persone e il sostegno delle loro famiglie », conclude l’assessore al Sociale.

mente cambiato, le lobby del gioco premono con forza. La normativa approvata in consiglio regionale comprime lo spazio di azione dei sindaci e determina una riduzione delle tutele dei cittadini, creando un’ invasione delle competenze statali che appare illegittima. Infatti, la Regione all’articolo 7 impedisce di agire verso l’offerta di azzardo già esistente vicino a scuole e chiese e così tutela solo il diritto d’ impresa, in contrasto con l’articolo 41 della Costituzione che subordina l’attività economica all’utilità sociale», spiega Endrizzi. L’altro punto critico riguarda l’articolo 8, che consente agli enti locali le “fasce orarie” per limitare il gioco d’ azzardo. «La giurisprudenza consolidata nei contenziosi amministrativi ha indicato come equa la limitazione ad 8 ore di apertura per il settore. L’indicazione è stata inviata dai Prefetti del Veneto a tutti i comuni che l’hanno adottata. La nuova legge regionale invece, prevedendo solamente sei ore di chiusura nell’arco della giornata, amplia a 18 ore l’apertura potenziale. Si tratta certamente di un miglioramento per i tabaccai, ma non può assolutamente valere per le grandi sale slot, Vlt e bingo, che sono praticamente dei mini casinò aperti 24 ore come nel caso di Chioggia. Infatti, il sindaco Ferro sarà costretto a resistere in giudizio per bloccare i ricorsi annunciati dai legali che contestano i suoi provvedimenti, considerati più restrittivi rispetto alla legge regionale della Lega. Ma penso che anche il senatore Bitonci sia perplesso, visto che quand’era sindaco di Padova voleva imporre la distanza di 500 metri se non di mille, mentre Zaia e Ciambetti l’hanno fissata a 400», conclude Endrizzi. — Albino Salmaso BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Seduta del Consiglio veneto con la partecipazione di Zaia (a destra)

L’alzabandiera a scuola I leghisti contro Fdi ma in aula vincono i sì VENEZIA. Sgambetti reciproci. Il trio di Fratelli d’Italia fa un dispettuccio alla maggioranza - negando il sostegno in aula al progetto di referendum elettorale voluto da Matteo Salvini - e i gruppi di Lega e Lista Zaia provano a ricambiare la cortesia agli “alleati” di destra, bocciando la proposta tricolore di Elena Donazzan e Massimo Giorgetti, fautori del ripristino della celebrazione nazionale del 4 novembre e dell’alzabandiera all’inizio dell’anno scolastico con l’esecuzione dell’Inno di Mameli e il coinvolgimento delle Associazioni combattentistiche e d’Arma. Posta in votazione, la mozione incassa il no di una decina di consiglieri leghisti; altri inclusi il capogruppo Nicola Finco e la speaker Silvia Rizzotto - optano per l’astensione mentre il presidente dell’assemblea Roberto Ciambetti e una pattuglia di trevigiani dicono sì. Ma il dispetto non a va segno. Perché il sostegno compatto dell’opposizione (Pd, Movimento 5 Stelle, Leu, indipendenti) e di un esponente di Forza Italia - Marino Zorzato - si traduce nell’approvazione della proposta con 24 favorevoli, 11 contrari, 7 astensioni e il «non voto» di Sonia Brescacin (lunedì as-

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sente dall’emiciclo in occasione del fatidico quesito referendario). Ridono sotto i baffi, quelli di Fdi mentre il Pd punge con Stefano Fracasso: «La Lega di Salvini ha un rigurgito padano... ». Non bastasse, a cantare vittoria è il Coordinamento Veneto 2020 composto da Piero Ruzzante, Patrizia Bartelle e Cristina Guarda: «Non è un mistero che la Lega e l’Inno nazionale non vadano molto d’accordo. Noi invece siamo molto soddisfatti perché tra le principali associazioni combattentistiche italiane c’è l’Anpi che conta oltre 120 mila iscritti, senza dubbio impazienti di poter partecipare all’inaugurazione di ogni anno scolastico per testimoniare ai giovani studenti le atrocità del fascismo e della guerra tutelando l’onore e il nome del partigiano contro ogni forma di vilipendio o di speculazione»; «Il fascismo», rincarano la dose «è stato il principale, dei mali che hanno afflitto l’Italia e l’approvazione di questo ordine del giorno rappresenta un’occasione unica per sensibilizzare i giovani rispetto ai pericoli di qualsiasi forma di tirannia e di assolutismo e fornire supporto a tutti coloro che hanno sofferto e soffrono nella lotta contro i fascismi». —


10 Cronaca

L'ARENA

Giovedì 7 Novembre 2019

ILRISIKODELLESOCIETÀ. Passo storico, PalazzoBarbieri pronto avenderel’intero pacchetto azionario pari al4,648% TELEARENA. Oggi alle 21.15, anche su larena.it

Autostrada,ilComune cede quote per 26 milioni Erarimastol’ultimo sociopubblico diA4 Holdingcon una partecipazionesignificativa dopol’acquisto dellaspagnolaAbertis. Polato:«Introiti dareinvestire sulterritorio» Enrico Giardini

Un passo storico. Compiuto con l’obiettivo di ottenere risorse economiche per progetti e opere pubbliche. Il Comune è pronto a vendere l’intero pacchetto azionario detenuto nella società A4 Holding Spa, che gestisce l’autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova. Lo ha deciso la Giunta, deliberando la cessione delle quote comunali, pari al 4,648 per cento del totale. Sono 86.217 azioni ordinarie, che verranno alienate mediante asta pubblica con un prezzo base di 304,60 euro ciascuna, per totali 26 milioni 261mila 698 euro. Come spiega l’assessore alle aziende e agli enti partecipati, Daniele Polato, il Comune di Verona è l’ultimo socio pubblico con un pacchetto significativo, dopo l’acquisto nel 2017 di gran parte delle azioni da parte del Gruppo multinazionale spagnolo Abertis, che ora detiene, con Abertis Italia Srl, il 90,03% di A4 Holding sul 90,29% dei soci privati. Rimangono infatti la Provincia di Vicenza con il 2,05%, la Camera di Commercio di Brescia con l’1,57%, la Camera di Commercio di Padova con 1,35% e la Provincia di Brescia con lo 0,09%. «L’uscita da A4 Holding era già stata deliberata dal

Consiglio comunale l’anno scorso, nell’ambito del piano di razionalizzazione delle partecipazioni societarie detenute dal Comune di Verona», spiega Polato, ricordando che l’operazione «aveva raccolto il consenso di forze di opposizione», non però quelle dell’area tosiana. Ma come si svolgerà ora l’operazione? «Fermo restante il diritto di prelazione del socio attuale, le azioni verranno cedute al miglior offerente. Gli introiti derivanti da questa vendita potranno essere inseriti già tra le spese correnti del 2020 e reinvestiti immediatamente sul territorio, anche per la gestione ordinaria del Comune. Si tratta di quote azionarie che hanno dato rendite positive e che, negli ultimi anni, hanno fruttato tre milioni», spiega ancora Polato. «Ora aspettiamo il bilancio di quest’anno e la distribuzione dell’utile che, al netto, sarà circa il 6-8 per cento della quota capitale». Ma questo passo non può togliere una quota di controllo del Comune della A4 Holding e quindi una possibilità di avere risorse da distribuire sul territorio? «La gestione e gli atti amministrativi sono svolti dal Consiglio di amministrazione di A4 Holding e non è detto che un membro del Cda non sia in futuro espresso dal Comune», spiega Polato. «Essere alla guida

Aeroporto

«Catullo,ora sifaccianogli investimenti»

Lasede dell’autostradaA4vicino alcasello diVerona Sud

di una partecipata di A4, come lo era l’ex presidente della partecipata Autostrada Brescia-Padova, ora consigliere comunale», e il riferimento è a Flavio Tosi, «non significa incidere sulle scelte della A4. Questa uscita dal pacchetto azionario non influirà sui rapporti più che positivi che abbiamo con la società A4 Holding, con la quale continueremo a collaborare sia per l’urbanistica di Verona sud che per la gestione della viabilità». Quanto ai 53 milioni già stanziati dalla A4 per il traforo delle Torricelle, Polato

spiega che «potrebbero, anche in parte, essere utilizzati per una bretella da via Pasteur all’entrata del futuro casello di Verona sud, in parte ribaltato, in modo da evitare di percorrere Borgo Roma». Interessi da parte di Atlantia - la società che fa capo alla famiglia Benetton e Gic, che controlla Abertis - per le quote comunali in vendita? «Ne abbiamo rilevati parecchi, di interessi, perché è un’azione che ha reso bene». La delibera ora andrà al vaglio del Consiglio comunale per l’esame definitivo e l’approvazione. •

REGIONI. Il veronese già alla guida della sanità veneta e sottosegretario

Idealeghistaperl’Umbria Coletto assessore alla sanità C’è un veronese papabile per diventare assessore alla sanità della Regione Umbria, nella Giunta Lega-Forza Italia-Fratelli d’Italia e con due liste civiche che sarà guidata da Donatella Tesei, presidente, vincitrice delle recenti elezioni regionali. È Luca Coletto, 58 anni, leghista scaligero, per otto anni, dal 2010 al 2018, assessore regionale alla sanità del Veneto, nella Giunta Zaia, e per nove mesi anche sottosegretario alla sa-

lute nel Governo Conte 1, Lega-5 Stelle. È stato anche dal 2016 al 2018 presidente dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali. La voce è uscita sul giornale web Umbria24.it, che appunto riferisce della possibile nomina di Coletto alla guida di un settore di grande rilevanza, come la sanità, ma in una Regione, l’Umbria, che proprio in quel settore ha visto gli scandali che hanno portato alle dimis-

LucaColetto (Lega)

Obiettivo:attuare gli investimenti«perrinnovareil nostroaeroporto Catulloe renderlopiùinternazionale». Perquesto«vannorivistii patti parasocialicon il socioprivato Save,senza alcuna ostilità da partedeisocipubblici riuniti in Aerogest,maconsapevoliche tuttiinsieme dobbiamo lavorareperla crescita».Così l’assessoreaglienti Daniele Polato.«Già inquestianni conil presidentedell’aeroporto Arenasono aumentati ivoli e collegamenti,comei dueper la Russia,esi stalavorando per quellocon lacineseHangzhou. Mail Catullodevesvilupparsi ancoraenoi nellarevisionedei pattiparasocialivogliamo vincolareil privato Savead attuareil pianodiinvestimenti, anzituttoper collegarei terminalarriviepartenzee per realizzarele aree sterili di collegamento»,sottolinea Polato,riferendosi alla società Save,guidata daEnrico Marchi, chedetieneil 42,1% della Catullo,mentre Aerogesthail 47%mentre laFondazione Cariveronahail2,9. E.G.

LucaZaia

MarcoGoldin

DirettaVerona, ilgovernatore Zaia atuttocampo CasoBalotelli, autonomia,sanità SecondaparteconMarco Goldin “Zaia e la rabbia dei veneti” è il titolo del consueto appuntamento del giovedì sera con Diretta Verona, la trasmissione in onda stasera alle 21,15 su Telearena e sul sito web del nostro giornale. Ospite in studio il presidente della Regione Luca Zaia, che interverrà su tutti i temi di attualità: dal caso Balotelli, con le accuse di razzismo che hanno investito la nostra città, al problema sicurezza, particolarmente sentito in città e provincia con il ripetersi di episodi di microcriminalità. Incalzato dal direttore del giornale L’Arena Maurizio Cattaneo e dai colleghi Maurizio Battista e Alessandra Vaccari, il governatore parlerà anche della sanità veneta, alle prese con la carenza di medici, dell’autonomia, una questione dal futuro ancora incerto a poco più di due anni dalla vittoria nel referen-

dum, della situazione politica nazionale e regionale e dei grandi appuntamenti che coinvolgeranno Verona per le Olimpiadi invernali del 2026. La seconda parte della trasmissione sarà invece dedicata alla cultura e al turismo, con l’intervento di Silvia Nicolis, componente della giunta della Camera di Commercio con delega al turismo. In studio ci sarà Marco Goldin, il direttore di “Linea d’ombra” che presenterà in anteprima la mostra “Il tempo di Giacometti, da Chagall a Kandinsky: capolavori della fondazione Maeght” che sarà ospitata dal 16 novembre al 5 aprile in Gran Guardia. Verrà mostrato l’inizio dell’allestimento della rassegna con l’arrivo dei primi capolavori che saranno scortati in Gran Guardia dagli agenti della Polizia municipale. •

ILCASO. Èscontrodopo lasentenza del Tar. IlComune: «Siva avanti» sioni del presidente precedente, Catiuscia Marini, del Pd. «Al momento sono soltanto ipotesi e io non ho ricevuto alcuna proposta ufficiale», ha dichiarato a Umbria24.it Coletto, che lo conferma al nostro giornale. Coletto era decaduto dal ruolo di sottosegretario alla salute quando è caduto il Governo Conte gialloverde, visto che era stato nominato come esterno e non era stato eletto in Parlamento. E il suo orizzonte era quello di ricandidarsi alle elezioni regionali in Veneto, dell’anno prossimo. Ora, però, in Umbria si guarda a fuori regione, per la carica di assessore. E il nome «in pole» è quello di Luca Coletto. • E.G.

Cercola, l’invito dei legali al Consiglio «Bastaazionicontroilprogetto» Centro commerciale alla Cercola: la battaglia si fa dura. Dopo la sentenza del Tar che ha invitato l’Amministrazione Sboarina a motivare meglio l’interesse pubblico, prevalente su quello privato, per il quale essa ha revocato il progetto di un centro commerciale su 24.550 metri quadrati alla Cercola, a San Michele, i legali dalla società che era ricorsa al Tar non mollano. Hanno scritto ai consiglieri comunali, invitandoli «ad astenersi dall’assumere ogni ulteriore determi-

nazione lesiva degli interessi della società mia assistita», scrive l’avvocato, che li ha quantificati in 15 milioni, con una perizia. E aggiunge, il legale, che «in difetto mi vedrò costretto ad assumere tutte le iniziativa idonee, in ogni sede competente, alla tutela di tali interessi». Il Piano urbanistico era stato approvato dall’Amministrazione Tosi il 9 giugno 2017, e revocato dall’Amministrazione Sboarina nell’aprile 2018. «Il mio voto sulla variante 23 sarà contrario

perché ero e resto dell’idea che un terzo centro commerciale a ridosso dei due già esistenti sia una follia», dice Michele Bertucco, di Verona e Sinistra in Comune. Per l’Amministrazione Matteo De Marzi, di Battiti, presidente della commissione urbanistica, dice: «La recente sentenza sulla Cercola parla chiaro. E i nostri uffici stanno procedendo nell’esecuzione. Io non ho ancora ricevuto alcuna lettera, comunque ne valuteremo il contenuto per capire di cosa si tratta». • E.G.


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