MELICUCCà 1
CASTELLO (ruderi)
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TORRE CIVICA DELL’OROLOGIO
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CHIESA MATRICE DI SAN GIOVANNI
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CHIESA DI LORETO (o del rito)
5
CHIESA DEL ss ROSARIO
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CHIESA DI SAN GIUSEPPE
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CHIESA DI SAN ROCCO (ruderi)
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CAPPELLA SPINA
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PALAZZO SPINA
10 PALAZZO GAMBACORTA 11 COMPLESSO MONASTICO DI SANT’ELIA LO SPELEOTA 12 CONVENTO DI SANT’ANTONIO 13 CHIESA DI SANT’ANTONIO 14 CHIESA DELLA MOTTA (o delL’ASSUNTA) 15 GROTTA DI SANT’ELIA LO SPELEOTA 16 FRANTOIO CAMMARERI GIÀ SPINA 17 MASSERIA SAN GIORGIO
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MELICUCCà 1 - CASTELLO (ruderi)
RUDERI DEL CASTELLO MEDIEVALE DELL’ORDINE DEI CAVALIERI DI MALTA Ciò che rimane dell’edificio, voluto da Costantino VII nel 951 d.C., si trova nella parte alta della cittadina e, nel corso degli anni, han subìto numerosi interventi. Oggi il castello conserva parti del tessuto murario sei-settecentesco, con bastione e baluardi angolari, e si inserisce all’interno di un quartiere residenziale, quindi in un contesto nuovo rispetto a quello originario, che certamente prevedeva che il castello fosse un elemento isolato rispetto al resto dell’abitato. Sui suoi resti sorge la merlata Torre Civica dell’Orologio, di recente edificazione.
Paesaggio urbano Patrimonio culturale Categoria architettura fortificata Tipologia castello Livello di accessibilità sufficiente Livello di percezione mediocre Stato di conservazione pessimo
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MELICUCCà 2 - TORRE CIVICA DELL’OROLOGIO
TORRE CIVICA DELL’OROLOGIO È una struttura recente, risalente all’inizio del XX secolo, mentre l’orologio vi fu inserito nel 1918. Fu edificata sui ruderi del castello, rispetto al quale si pone in forte contrasto, per la sua struttura e per l’aspetto, con il colore chiaro del suo intonaco. Il coronamento della torre con la merlatura è l’unico accorgimento architettonico di accostamento all’antico castello. Costituisce un forte elemento di riconoscimento per il comune, essendo facilmente visibile da vari punti dell’abitato.
Paesaggio urbano Patrimonio culturale Categoria architettura fortificata Tipologia torre Livello di accessibilità sufficiente Livello di percezione sufficiente Stato di conservazione buono
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MELICUCCà 3 - CHIESA MATRICE DI SAN GIOVANNI
CHIESA MATRICE DI SAN GIOVANNI San Giovanni Battista è il Santo patrono del paese ma, precedentemente, il protettore di Melicuccà era Sant’Elia lo Speleota. Il culto di questo Santo si afferma a Melicuccà dopo l’annessione del paese al Baliaggio di Sant’Eufemia del Golfo, infatti la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista fu edificata verso la fine del XV secolo (1496) dai Cavalieri di Malta. Originariamente la chiesa era in stile cinquecentesco, poi fu ricostruita nel ’700 con linee barocche, distrutta dal sisma e ricostruita ancora una volta nel 1969, dopo che un incendio l’aveva distrutta nel 1958, ma senza che fosse conservato il suo pregevole patrimonio artistico. All’interno vi sono vari mosaici: sulla parete absidale, sull’altare e anche sotto l’edificio, dove un tempo vi erano le cripte destinate alle famiglie ricche del paese. È costituita da un’unica navata e custodisce un crocifisso in cartapesta, già presente nel Cinquecento, una tela raffigurante la Madonna degli Angioli del XVII secolo, la statua dell’Immacolata e la statua del Cuore di Gesù.
Paesaggio urbano Patrimonio culturale Categoria architettura religiosa Tipologia chiesa Livello di accessibilità sufficiente Livello di percezione mediocre Stato di conservazione buono
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MELICUCCà 4 - CHIESA DI LORETO (o DEL RITO)
CHIESA DI LORETO O DEL RITO La prima struttura fu costruita nel XIII secolo, ma poi fu riedificata dopo il terremoto del 1783 e dedicata alla Madonna dell’Assunta, in seguito all’abbandono della chiesa della Motta, poco distante. È situata in piazza Tocco, antico cuore della commenda dei Cavalieri di Malta. Caratteristico, come riportato negli Annali Storici della Calabria, era il sedile in muratura, posto davanti alla Chiesa, dove sedevano i prelati. La chiesa è formata da un’unica navata impreziosita da stucchi. Al suo interno, che ha un soffitto a cassettoni, si possono ammirare un’acquasantiera del XVI secolo, una statua marmorea della Vergine di bella fattura, sulla cui base è scolpito un bassorilievo raffigurante il Trasporto della Santa Casa a Loreto, comunemente considerato opera del palermitano Antonello Gagini (1478-1536), e un quadro del Seicento, opera di un pittore anonimo. La chiesa è stata recentemente restaurata. La facciata è preceduta da un’ampia gradinata, il portale è ad arco ribassato ed è sormontato da un’alta finestra pure ad arco ribassato. Ai lati due coppie di lesene sorreggono la trabeazione ed il timpano. La chiesa è nota pure come chiesa “del Rito”, ma non si tratta di rito, cerimonia o funzione, infatti questa denominazione è la forma dialettale “ru Ritu” italianizzata in “del rito”: Loreto in dialetto “Luritu”, per aferesi diventa “ritu” e si ha quindi “a cresia du/ru Ritu”.
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Paesaggio urbano Patrimonio culturale Categoria architettura religiosa Tipologia chiesa Livello di accessibilità buono Livello di percezione mediocre Stato di conservazione buono
MELICUCCà 5 - CHIESA DEL SS ROSARIO
CHIESA DEL SANTISSIMO ROSARIO La chiesa fino al 1569 ebbe il titolo della Consolazione, mentre prese il nome attuale quando, il 3 ottobre 1569, venne fondata a Melicuccà la Confraternita del Santissimo Rosario con decreto di F. Bernardo Giustiniano, Generale e Maestro dell’ordine dei Benedettini. Nella chiesa sono custodite le reliquie di Sant’Elia Speleota, oltre ad una statua della Madonna del Rosario ed altre opere di interesse storicoartistico, come un Gonfalone ricamato in argento, dono del beato Bartolo Longo. La facciata in mattoni a vista ha forme rinascimentali e barocche ed è stata rifatta dopo il 1908, con campanile a sinistra, mentre all’interno troviamo arcate divisorie e soffitto a cassettoni lignei. L’altare è in marmi policromi e mosaico, l’acquasantiera in marmo del XVI secolo. La chiesa è stata recentemente restaurata.
Paesaggio urbano Patrimonio culturale Categoria architettura religiosa Tipologia chiesa Livello di accessibilità buono Livello di percezione mediocre Stato di conservazione ottimo
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MELICUCCà 6 - CHIESA DI SAN GIUSEPPE
CHIESA DI SAN GIUSEPPE La chiesa, sita in quartiere Feo, fu dapprima una baracca lignea, successiva al terremoto del 1908, poi restaurata negli Anni Settanta. Oggi è realizzata in cemento armato, presenta una facciata chiara semplice con timpano ed un campanile sulla sinistra, in posizione arretrata. L’interno ha una sola navata che si conclude con l’abside semicircolare. L’unico elemento decorativo è rappresentato dal soffitto ligneo intarsiato, opera di un artista locale. L’edificio conserva la Statua di San Giuseppe ed una tela raffigurante La Deposizione.
Paesaggio urbano Patrimonio culturale Categoria architettura religiosa Tipologia chiesa Livello di accessibilità buono Livello di percezione mediocre Stato di conservazione sufficiente
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MELICUCCà 7 - CHIESA DI SAN ROCCO (ruderi)
RUDERI DELLA CHIESA DI SAN ROCCO Della chiesa rimangono ormai solo i ruderi, nel Rione Tocco, vicinissima alla chiesa di Loreto. La facciata, molto deteriorata, si presenta in tre settori divisi da lesene, i due lateriali sono leggermente concavi. L’unico elemento ben conservato è il portale marmoreo finemente lavorato, con un timpano curvo spezzato. Non sono presenti né la copertura né le porte d’ingresso, per cui dall’esterno è ben visibile l’interno del piccolo e suggestivo edificio.
Paesaggio urbano Patrimonio culturale Categoria architettura religiosa Tipologia chiesa Livello di accessibilità buono Livello di percezione mediocre Stato di conservazione pessimo
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MELICUCCà 8 - CAPPELLA SPINA
CAPPELLA SPINA La cappella votiva privata, dedicata allo Spirito Santo, è adiacente al palazzo Spina. Al suo interno è conservata una statua di San Rocco ed un quadro del pittore Grillo, oltre ad alcuni quadri che rappresentano la Via Crucis. Questo edificio appare ancor più danneggiato rispetto al palazzo residenziale, che ne copre due lati.
Paesaggio urbano Patrimonio culturale Categoria architettura religiosa Tipologia cappella Livello di accessibilità buono Livello di percezione mediocre Stato di conservazione pessimo
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MELICUCCà 9 - PALAZZO SPINA
PALAZZO SPINA Costruito intorno al XIX secolo, l’edificio, oltre ad un immenso giardino, ha annessa una cappella votiva privata. All’esterno notiamo come il dislivello stradale contribuisca ad articolare i prospetti, che hanno altezze diverse tra loro, nonché un diverso linguaggio architettonico. L’ingresso principale ha un portale ad arco bugnato. L’interno dell’abitazione conta un grande numero di stanze, corridoi, cortili interni e cantine. Oggi appare deteriorato e poco curato.
Paesaggio urbano Patrimonio culturale Categoria architettura residenziale Tipologia palazzo Livello di accessibilità buono Livello di percezione mediocre Stato di conservazione mediocre
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MELICUCCà 10 - PALAZZO GAMBACORTA
PALAZZO GAMBACORTA Edificato nel XVII secolo, si conserva ancora oggi, anche se all’esterno appare deteriorato. Ha i muri perimetrali in pietra e mattoni pieni, ed è caratterizzato da una forte marcatura degli spigoli e da un portale in pietra calcarea, con bugne a cofano e punte di diamante raddoppiate, affiancato da volute laterali e chiuso da una chiave d’arco con doppia voluta fogliacea.
Paesaggio urbano Patrimonio culturale Categoria architettura residenziale Tipologia palazzo Livello di accessibilità sufficiente Livello di percezione mediocre Stato di conservazione mediocre
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MELICUCCà 11 - COMPLESSO MONASTICO DI SANT’ELIA LO SPELEOTA
COMPLESSO MONASTICO DI SANT’ELIA LO SPELEOTA Nella vita di Sant’Elia si legge di una grande quantità di grotte naturali o appositamente scavate, e si ritiene che l’origine dell’Anacoretismo si trovi proprio in Aspromonte. Le grotte si trovano a monte del centro abitato, lungo la strada che porta al Monte Sant’Elia, coperta dagli ulivi: 200 metri oltre il passaggio a livello della linea calabro-lucana, vi è il viottolo che porta al Complesso Monastico. L’intero complesso delle grotte di Sant’Elia, con i resti del contiguo cenobio basiliano e delle fabbriche annesse (cantina, mulino, necropoli, palmento, ecc.), risalenti al X secolo, rappresenta una delle più cospicue testimonianze archeologiche della grecità bizantina nella Calabria meridionale, come è stato dimostrato anche da alcuni recenti scavi. Esso raccoglie undici tombe antropomorfe a fossa, un palmento in uso fino al XVIII secolo ed una dispensa per derrate alimentari. Del monastero possiamo ormai vedere solo alcuni ruderi dell’impianto murario, ed anche i muri che costituivano la grotta ospitante il palmento sono in parte scomparsi, ma sono visibili i fori praticati per poter usare i macchinari necessari all’attività e quelli per l’immagazzinamento dei prodotti agricoli.
Paesaggio rurale Patrimonio culturale Categoria architettura religiosa Tipologia monastero Livello di accessibilità pessimo Livello di percezione mediocre Stato di conservazione pessimo
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MELICUCCà 12 - CONVENTO DI SANT’ANTONIO
CONVENTO DI SANT’ANTONIO I resti del convento sono adiacenti alla chiesa di Sant’Antonio di Padova. I due edifici furono entrambi costruiti nel 1682, su una pietra della tomba di Sant’Antonio, portata dai Frati Minori Riformati provenienti da Castelfranco Veneto. Il convento, in origine, era a tre piani con sale, celle e studi, anche se oggi è visibile solo il piano terra. Fu un importante centro di cultura, in cui venivano istruiti anche i laici, denominato “Accademia di Sant’Antonio”, ma purtroppo non ne rimane altro che qualche rudere, poiché l’edificio fu distrutto dal sisma del 1783.
Paesaggio rurale Patrimonio culturale Categoria architettura religiosa Tipologia convento Livello di accessibilità buono Livello di percezione pessimo Stato di conservazione pessimo
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MELICUCCà 13 - CHIESA DI SANT’ANTONIO
CHIESA DI SANT’ANTONIO Per secoli è stata la chiesa del Convento dei Frati Minori Riformati provenienti da Castelfranco Veneto, che si erano stabiliti a Melicuccà a partire dai primi anni del 1600, e che portarono dalla loro terra una pietra della tomba di Sant’Antonio, proprio per edificare su di essa un convento ed una chiesa in onore del Santo. I due edifici furono costruiti nel 1682, sui ruderi della chiesetta di San Leonardo. La chiesa, in stile gotico, presenta archi a sesto acuto, l’uso delle bifore, ed un campanile. All’interno, la navata presenta delle nicchie che custodiscono cinque statue settecentesche, le quali fungevano da reliquiario per le ossa dei priori del convento. Ospita statue-reliquario del 700, una statua lignea di Sant’Antonio, posta sull’altare, ed una tela raffigurante le Anime del Purgatorio.
Paesaggio rurale Patrimonio culturale Categoria architettura religiosa Tipologia chiesa Livello di accessibilità buono Livello di percezione buono Stato di conservazione sufficiente
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MELICUCCà 14 - CHIESA DELLA MOTTA (o DELL’ASSUNTA)
CHIESA DELLA MOTTA O DELL’ASSUNTA La chiesa, di origine cinquecentesca, era la sede della confraternita dell’Assunta, ma non aveva un suo oratorio, perciò i confratelli svolgevano gli esercizi spirituali nella vicina chiesa di Santa Maria di Loreto. Fu distrutta dal terremoto de 1783 ed oggi possiamo vedere i suoi resti in contrada Motta. La chiesa è conosciuta come Santa Maria della Motta per via della sua ubicazione o come Santa Maria dello “Schiccio” poiché, un tempo, nelle sue vicinanze scorreva una piccola cascatella.
Paesaggio rurale Patrimonio culturale Categoria architettura religiosa Tipologia chiesa Livello di accessibilità mediocre Livello di percezione sufficiente Stato di conservazione pessimo
128
MELICUCCà 15 - GROTTA DI SANT’ELIA LO SPELEOTA
GROTTA DI SANT’ELIA LO SPELEOTA Sant’Elia lo Speleota nacque nell’anno 863 a Reggio Calabria, da una ricca famiglia. Da giovane rinunciò a tutto e, all’età di 18 anni, si ritirò assieme ai monaci Cosma e Vitale, nella Grotta di Melicuccà, dove si dice che compì dei miracoli. Morì l’11 settembre del 960, all’età di 96 anni. La sua fama condusse qui gli abitanti dei paesi vicini, così il suo divenne uno dei cenobi più ricchi del tempo. Il Santo, vivendo nella grotta, la fece scavare ancora di più e aggiunse anche una scalinata al suo ingresso, oltre ad un piccolo mulino, ed altri servizi annessi. La grotta, adibita a chiesa, è ancora oggi luogo di culto e vi troviamo un’acquasantiera in pietra, dove si raccoglie l’acqua che gocciola da una vena proveniente dall’interno della roccia, fatto considerato straordinario perché la sorgente ( denominata acqua del giardino di Sant’Elia) è posta molto più a valle; da qui la definizione di “fonte miracolosa”. Sul suolo si vede l’impronta di un corpo giacente, probabilmente nel punto in cui il Santo si riposava. Nella grotta troviamo un altare di marmo bianco, una nicchia con mensola e delle iscrizioni in greco, oltre a due lapidi murate, di epoche successive. Oggi la grotta di Sant’Elia è meta di pellegrini che, ormai da un millennio, si recano in questo luogo per pregare.
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Paesaggio rurale Patrimonio culturale Categoria architettura religiosa Tipologia santuario/grotte Livello di accessibilità pessimo Livello di percezione sufficiente Stato di conservazione mediocre
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MELICUCCà 16 - FRANTOIO CAMMARERI
GIÀ
SPINA
FRANTOIO CAMMARERI GIÀ SPINA L’edificio si trova all’interno di una proprietà privata, non è visibile dall’esterno ed è difficilmente raggiungibile. Ne rimane qualche rudere, avvolto dai rampicanti, ma si possono ancora osservare la sua struttura in ferro, le tamponature in mattoni pieni e le bucature ad arco. Si conservano ancora le cantine, pur non essendo accessibili, e al di fuori dell’edificio vi sono alcuni macchinari che un tempo venivano usati nel frantoio. Accanto a questa struttura possiamo vedere il nuovo frantoio, oggi in uso.
Paesaggio rurale Patrimonio culturale Categoria architettura industriale Tipologia frantoio Livello di accessibilità mediocre Livello di percezione mediocre Stato di conservazione pessimo
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MELICUCCà 17 - MASSERIA SAN GIORGIO
MASSERIA SAN GIORGIO Oggi l’edificio si presenta gravemente danneggiato e non soggetto a manutenzione. Le pareti perimetrali sono state realizzate utilizzando pietre irregolari, visibili a causa dell’intonaco mancante; la copertura ha una struttura lignea, materiale usato anche per gli infissi, oggi quasi del tutto distrutti. È distante del centro abitato, in località San Giorgio, immerso nella campagna, accanto ad una sola abitazione di nuova costruzione.
Paesaggio rurale Patrimonio culturale Categoria architettura rurale Tipologia masseria Livello di accessibilità mediocre Livello di percezione sufficiente Stato di conservazione pessimo
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